dal "manifesto" del 16.3.2000

From: "Chierico Navigante"
BIOTECH FORTI RIBASSI IN BORSA
Il dna della speculazione
La mappa dei geni non brevettabile non piace ai mercati
- GALAPAGOS - ROMA


La decisione di Blair e Clinton di rendere libera e a disposizione di tutti
i ricercatori la mappa dei geni non è piaciuta ai mercati. D'altra parte nel
dna delle borse c'è la speculazione e il profitto e non il progresso della
scienza.

Martedì sera era stato il Nasdaq, il mercato tecnologico nel quale sono
quotate anche le società che si occupano di biotech a cedere di schianto
perdendo il 4,09. Ieri la caduta si è trasmessa alle piazze europee
coinvolgendo in particolare i titoli delle società che operano nel settore
delle biotecnologie. Le perdite più vistose a Londra, anche se l'indice
generale ha contenuto la discesa chiudendo con un -0,62%. In generale, però,
tutte le borse europee hanno registrato notevoli regressi che hanno
sgonfiato le quotazioni dei valori anche di società non biotech. A
Piazzaffari il Mibtel ha chiuso con una perdita del 3,33%, grazie a un balzo
finale delle Tim che nell'ultimo minuto di contrattazione hanno consentito
all'indice un recupero di oltre un punto. Profondo rosso anche a Francoforte
(-3,08%); Parigi (-2,54%); Amsterdam (-2,6%) e Madrid (-2,02%).

Poi l'onda ribassista è di nuovo rimbalzata negli Stati uniti colpendo
ancora il Nasdaq che, nonostante i buoni risultati di alcune società del
settore informatico o Internet (in testa Oracle) a due ore dalla chiusura
cedeva il 2,0%, in controtendenza rispetto all'indice Dow Jones che invece
segnava una discreta ripresa. L'ottimismo del Dow era alimentato dai dati di
un modesto rallentamento dell'attività produttiva che potrebbe indurre la
Fed a rinviare il temuto aumento dei tassi di interesse.

La caduta delle quotazioni dei titoli delle imprese biotech è stata
clamorosa e direttamente proporzionale ai valori estrememente gonfiati delle
azioni sulle quali negli ultimi anni gli investititori hanno riversato
montagne di dollari attratti dai possibili enormi profitti derivanti
sfruttamento dai brevetti sulla struttura del corpo umano. Il trauma dei
"risparmiatori" è stato probabilmente accentuato della scarsa conoscenza che
si ha dell'argomento legato al progetto "genoma umano". Anche perchè la
decisione di Blair e Clinton (come ha confermato il portavoce della Casa
Bianca, Joe Lockhart e come ha tentato di spiegare Roy Whitfield,
amministratore delegato della Incyte Pharmaceutical) non esclude la
brevettabilità delle scoperte di chi partendo da scoperte sulla struttura
dei geni, metterà a punto viccini per correggere e curare malattie
genetiche.

Grazie alla telefonata tra Blair e Clinton, martedì sono diventate
improvvisamente famoso al grande publlico statunitense società dai nomi in
precedenza quasi sconosciuti: la Celera corporation, la Incyte
pharmaceutical, la Human genome sciences, l'Amgen, la Millenium. Per alcune
di loro le perdite martedì hanno superato il 25%, mentre ieri alcune, dpo
massicci acquisti, erano in modesta ripresa.

A Londra la "popolarità" ieri ha riguardato imprese come la Celltech (che
dalla prossima settimana sarà inserita nell'indice Ftse 100) che ha perso
oltre il 10%. Perdite ancora più elevate sono state registrate dalla Cat, la
Cambridge antibody, che ha lasciato sul terreno quasi il 24% e dalla Ogs, la
Oxford glycosciences che ha perso oltre il 20%.