da rainews 24 del 2 agosto 2000

Mucca pazza. Rapporto UE, l'Italia non è esente dal rischio


Bruxelles, 1 agosto
L'Italia non è esente dal rischio mucca pazza.
A sostenerlo è un rapporto pubblicato oggi a Bruxelles dal Comitato Scientifico Direttivo dell'Unione Europea. Una vera e propria mappa che traccia un percorso dei Paesi a rischio di diffusione dell'encefalopatia spongiforme bovina e che prende in esame in modo particolare i Paesi dell'Unione, Grecia esclusa, e altri nove Stati extraeuropei.

La mappa Paese per Paese
Dal documento emerge che nei paesi dove il morbo è già presente (Gran Bretagna, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Francia, Portogallo, Svizzera e Danimarca) il rischio ha avuto tendenza a stabilizzarsi o calare dopo il '94 o il '96.

Un dato positivo, che però non consente di abbassare la guardia: secondo il Comitato scientifico, infatti, le 'mucche pazze' possono essere presenti anche in Italia, Spagna e Germania seppur a livelli inferiori rispetto alla soglia dei sistemi di sorveglianza nazionali.

In Austria, Finlandia e Svezia la presenza del morbo, secondo la Commissione, "è improbabile ma non è neppure da escludere".

Basso rischio nei Paesi extraUe
Nei nove paesi extraUe presi in esame (Argentina, Australia, Canada, Cile, Nuova Zelanda, Norvegia, Paraguay, Svizzera e Stati Uniti) non è stato finora scoperto nessun caso di mucca pazza. Unica eccezione, la Svizzera. Per gli altri, secondo il comitato scientifico, "ci sono pochissime chance che il morbo possa essere presente, anche se, in Usa e in Canada "benché improbabile, l'ipotesi non è da escludere".

Quali rischi per la salute?
La Commisisone tiene comunque a sottolineare, ha detto una portavoce, che il rischio geografico della 'mucca pazza' non è automaticamente da considerare indice di rischio per la salute umana. Il dato, sottolineano, deve essere piuttosto valutato come "un indicatore qualitativo del rischio di contaminazione dei bovini vivi dall'agente dell'Esb".

Il rischio per la salute umana dipende anche dalle misure prese in materia, ad esempio impedendo che materiali come cervello, midollo spinale e altri tessuti molli che presentano un grado molto più elevato di rischio di infezione da Esb, entrino nella catena alimentare.

I provvedimenti dell'Unione
Una misura in tal senso entrerà in vigore nell'Unione europea a partire dal 1 ottobre 2000 e, secondo gli esperti, la sua corretta applicazione permetterà di continuare a ridurre il rischio geografico su tutto il territorio.

La mappatura del rischio
Per definire una "mappa del rischio da Esb", il Comitato Scientifico dell'Ue ha seguito un metodo qualitativo che ha tenuto conto delle più recenti scoperte scientifiche nel settore.
Il metodo consiste nell'organizzare i dati trovati fornendo risposte a queste tre domande-base:

1) - è possibile/probabile/certo che l'agente dell'Esb sia stato introdotto in un paese e, se sì, quando?

2) - se l'agente è entrato nel Paese, è stato riciclato o eliminato?

3) - sulla base delle risposte a queste domande qual è la probabilità che uno o più bovini siano stati contaminati?