-----Messaggio Originale-----
Da: Andrea Martocchia
Data invio: mercoledì 27 ottobre 1999 9.57
Oggetto: "La Nuova Venezia"

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Da "La Nuova Venezia", 25 ottobre 1999, pag. 8
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IL PUNTO

Pulizia etnica e guerra Nato in Kosovo: siamo stati ingannati?

L'inchiesta internazionale in corso smentisce, o ridimensiona
clamorosamente, gli eccidi attribuiti ai serbi

di Giorgio Tosi

Durante la recente guerra nei Balcani pur nella diversità dei
giudizi sull'opportunità o meno dell'intervento militare Nato, nessuno ha
mai posto in dubbio che in Kosovo fosse in atto una crudele "pulizia
etnica" da parte dei Serbi contro la popolazione albanese, con massacri e
fosse comuni. lo stesso che in numerosi articoli ho condannato duramente
l'aggressione militare Nato come illegittima, immorale e
inopportuna - ero fermamente convinto che le esecuzioni di massa, gli incendi dei
villaggi e la fucilazione degli abitanti maschi corrispondessero a verità, e
dovessero essere condannati e fermati dalla comunità internazionale
(non dalla Nato quindi, ma dall'Onu).

 Durante i due mesi di guerra, giornali e televisioni ci hanno
bombardato di notizie e di immagini sconvolgenti, arrivando a parlare di
genocidio, con l'effetto di aumentare l'orrore e di giustificare i
bombardamenti aerei presso l'opinione pubblica. Quasi ogni giorno veniva data
notizia della scoperta di fosse comuni e il numero dei sacrificati aumentava
ogni settimana arrivando a un totale alla fine della guerra di circa
50.000 vittime.

 A quattro mesi dalla fine della guerra leggo con stupore un
articolo «fuori del coro» di Paolo Soldini (L'Unità, 20 ottobre) che pone la
domanda di "quanti Kosovari di etnia albanese siano stati
effettivamente uccisi dai Serbi durante la guerra". Il giornalista riferisce che
secondo l'esponente dell'Onu Bernard Kouchnner le vittime furono circa
11.000, attribuendo la fonte al Tribunale per i crimini nella ex Jugoslavia.
Il Tribunale però, scrive Soldini, ha serenamente smentito. E' da
notare che da agosto si trovano in Kosovo 62 agenti del Fbi americano (compresi
analisti e medici legali) che conducono le inchieste coordinati
dall'Armed Forces Institute of Pathology.

 Contando i corpi ritrovati, isolatamente e nelle fosse comuni, gli
uomini del Fbi sono arrivati a un totale di 200. Gli Americani non sono i
soli a svolgere questa terribile indagine. Sono al lavoro ormai da tre mesi
investigatori e medici legali di 15 Paesi che hanno partecipato
all'attacco e di altri che ne sono rimasti fuori. Secondo una
relazione pubblicata dal giornale spagnolo El Pais le vittime certe sarebbero
187.Il numero in sé è piccolo, anche se il crimine resta grande e tale
sarebbe anche se le vittime fossero ancora meno. La differenza però, come
cercherò di spiegare, è politicamente di grande portata.

 Secondo le fonti citate da Soldini «in nessuno dei luoghi teatro
delle presunte stragi di cui si era dato notizia durante la guerra sono
stati trovati cadaveri corrispondenti all'eccidio denunciato. Il più delle
volte, anzi, non è stato trovato alcun corpo». E' stato così ad
esempio per le miniere di Trepea dove si era detto che i Serbi avessero
nascosto i cadaveri di 700 vittime. L'ottobre scorso un portavoce del Tribunale
per i crimini nella ex Jugoslavia ha ammesso che non è stato trovato alcun
cadavere. Nella fossa comune di Ljubenic, presso Pec (zona
controllata dagli italiani) in cui si diceva fossero sepolti 350 cadaveri ne
sono stati trovati soltanto sette. «A Pusto Selo» scrive Soldini «dove i
morti sarebbero 106 e dove gli investigatori non hanno trovato traccia
delle presunte fosse comuni riprese dagli aerei Nato e mostrate alla tv...
C'è poi il caso clamoroso di lzbica, il villaggio che tutto il mondo
vide nelle riprese segrete di un profugo albanese; 130 uomini uccisi,
neppure un corpo trovato".

Che dire? E' troppo presto per affermare che le bugie hanno le gambe
corte, o è tardi per accorgersi che il naso di Solana e quello del
generale Clark sono più lunghi di quello di Pinocchio? Emotivamente
non si riesce a sfuggire alla sgradevole sensazione di essere stati
travolti da un'ondata di menzogne, fabbricate a freddo per preparare l'opinione
pubblica a digerire i bombardamenti perfino sugli ospedali e sugli
asili nido.

Politicamente va detto che la differenza nell'ordine di grandezza
delle vittime, cioè fra 200 e diverse decine di migliaia, è essenziale in
relazione al giudizio da dare all'iniziativa Nato e costituisce un
problema politico ed etico (anche per i giornalisti del video e
della carta stampata). E' chiaro a tutti che 200 omicidi sono un crimine
orrendo ma non costituiscono pulizia etnica, come invece sarebbe stato con
50.000 o anche soltanto 10.000 vittime.

 Forse abbiamo fatto la guerra per una pulizia etnica che non è mai
esistita, e dietro la quale si sono impudicamente nascosti i governi
europei e quello degli Usa.