LA MUCCA PAZZA E' TRA NOI?
Secondo un esperimento fatto in un istituto di veterinaria di Edimburgo, la
variante umana del morbo della mucca pazza, sarebbe trasmettibile con il
sangue. Ad alcuni ovini e' stato dato in pasto un cervello di vacche
presumibilmente infettate da questo morbo (Bse), successivamente -senza che
questi ovini avessero manifestato alcun sintomo della malattia- gli e' stato
estratto del sangue e trasfuso ad altri ovini sani che, pero', dopo 610
giorni hanno mostrato i sintomi della Bse. La rivista scientifica The Lancet
pubblichera' oggi i risultati di questa ricerca.
La situazione si fa sempre piu' pericolosa e -come non smettiamo di ripetere
da anni- e' meglio prevenire che combattere, anche perche', nel caso della
Bse e della sua variante umana nessuno saprebbe come combattere, ma solo
desistere.
Finora sono rimasti inascoltati i nostri appelli all'embargo verso la carne
bovina proveniente da Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Portogallo e
Danimarca, in controtendenza con la faciloneria della Commissione Europea
che, dal 1 agosto del 1999, per ragioni prettamente politiche (in quel Paese
l'epidemia e' sempre piu' diffusa e aumentano le morti umane) ha levato
l'embargo con la Gran Bretagna, ma in sintonia con la Francia
che -nonostante una procedimento alla Corte di Starsburgo per violazione
della direttiva- ha mantenuto l'embargo, e si sta chiedendo come mai,
nonostante una massiccia prevenzione, sul suo territorio la Bse si sta
sempre piu' diffondendo.
Con lo studio pubblicato oggi da The Lancet, la prevenzione dovrebbe andare
ben oltre gli attuali metodi: quando c'e' la trasmettibilita' attraverso il
sangue, il discorso si amplia e ci fa venire in mente altre storie di Hiv e
Epatice C che, per la faciloneria dei controlli e della prevenzione, sono
diventate -solo alcuni fa- drammatiche per molti trasfusi, e non solo.
Per questo chiediamo al ministero della Sanita' -attraverso una nota che gli
inviamo subito- di intervenire subito, per bloccare tutte le importazioni di
plasma dai Paesi a rischio (soprattutto Gran Bretagna) e da quei Paesi che
comunque hanno scambi di plasma con Paesi a rischio. Non solo, ma chiediamo
di monitorare subito tutti gli ospedali e le aziende del settore, per
verificare che partite di sangue con queste caratteristiche non siano gia'
in uso o nei loro magazzini. Il pericolo e' alto, perche' non si puo'
assolutamente escludere che un donatore sano di uno di questi Paesi (ignaro
di essere stato infettato dalla Bse, perche' il morbo ha tempi
lunghissimi -e non individuabili- di incubazione prima di manifestarsi) dia
il sangue a chi, poi, lo vende all'Italia.
Crediamo che questa occasione di prevenzione, inoltre, debba far riflettere
le nostre autorita' sanitarie con metodi diversi rispetto a quelli
utilizzati fino ad oggi: non si sta parlando di una cosa lontana, ma dietro
l'angolo, per cui e' meglio correre il rischio anche di essere eccessivi.

(Petizione ADUC)