From: "Chierico Navigante"

manifesto 23/11/1999

CONTROVERTICE
Nasce una rete europea antiliberista
- RICCARDO CHIARI - FIRENZE

U na rete di collegamento che attraversi tutta l'Europa. Per tenere in
sempre più stretto contatto le realtà associative, politiche e sindacali
critiche verso il "riformismo del 2000", sui grandi temi del lavoro,
dell'immigrazione, dello stato sociale, dell'ambiente e dei modelli di
difesa. In parole povere, un lavoro capillare di (contro)informazione, che
si rivolga anche alle forme di rappresentanza considerate più
"istituzionali": "Perché di fronte a questo neoliberismo di pseudosinistra -
osserva Bruno Palladini del Movimento antagonista toscano - abbiamo bisogno
di tutti. Personalmente, non ho certo le idee di Lafontaine. Ma dobbiamo
smetterla di gridare in corteo 'né con i Ds, né con Rifondazione'. Dobbiamo
parlare, discutere con tutti".

Dalla voce di uno dei più storicamente "arrabbiati" protagonisti del
controvertice di Firenze, la fotografia di una tre giorni che vorrebbe
segnare uno spartiacque nell'atteggiamento della sinistra che non governa
verso le scelte macroeconomiche globali. Alla ex stazione Leopolda, un
docente universitario non certo bolscevico come Umberto Allegretti ("Dire
mai al Mai"), ha parlato dei rischi insiti nel "Millennium Round" di fronte
ad esponenti di centri sociali, di movimenti anarchici, di convinti
comunisti. Un avvenimento che solo qualche tempo fa sarebbe stato
impensabile, e che ora invece trova la sua giustificazione in una
preoccupazione (paura?) comune: quella di una politica di "autoritarismo
capitalistico" che al di là degli schieramenti tradizionali destra/sinistra
vada a ferire mortalente anche le più elementari conquiste sociali e civili
del secolo che si chiude.

Nel bilancio del controvertice che fa Alessandro Leoni (Rifondazione
comunista), ecco il concetto di "un percorso comune contro l'omologazione
del pensiero, che riprenda in mano temi come quello della presenza, della
rappresentanza e della difesa del mondo del lavoro, dipendente o precario,
contrattualizzato o non, anche attraverso discussioni aperte tra
l''antagonismo' sociale, i sindacati confederali e le singole rappresentanze
sindacali unitarie". Dal Centro popolare autogestito Firenze sud, Edoardo
Todaro osserva che i solitari fax di adesione alle proteste non bastano più,
"di fronte a processi di ristrutturazione giganteschi, che toccano i
lavoratori non solo italiani, ma di tutta Europa. Le iniziative di
solidarietà internazionale con i movimenti di liberazione del sud del mondo
sono sempre importanti. Ma insieme, drammi come quelli del lavoro che
sparisce vanno affrontati, così come quello della scuola sempre più business
e meno servizio pubblico. Senza stare a guardare al fatto che i lavoratori
che scioperano siano di base oppure no, o che gli studenti non abbiamo le
tue stesse idee".

E allora ben vengano, come è successo, le osservazioni di fatto
socialdemocratiche dell'Associazione per il rinnovamento della sinistra,
insieme a quelle dichiaratamente di classe dei Movimenti antagonisti:
"Volevamo dare un segnale - dicono quasi in coro gli organizzatori - che
esiste anche una sinistra 'altra', ancora viva e capace di prendere
posizione contro le sciagurate politiche di 'aggiustamento strutturale' dei
piani del Fondo monetario e della Banca mondiale. Filosofie che stanno
finendo di uccidere il sud del mondo. Ma che anche nella ricca Europa hanno
portato ad oltre venti milioni di disoccupati, ed a cinquanta milioni di
cittadini che vivono in povertà rispetto agli standard del continente".
Sulla questione dell'immigrazione entrerà presto in rete un bollettino
europeo, anche lui figlio di tre giorni vissuti tra discussioni, incontri e
pacifiche maxi manifestazioni di piazza