Il Giardino dei Finzi Contini

di Giorgio Bassani

  1.  
  2. E' un romanzo autobiografico ricco di sequenze narrative e con dialoghi interiori e diretti.
  3. 2) La decisione di raccontare la storia dei Finzi-Contini e del loro piccolo mondo viene presa dal narratore una domenica di aprile, durante una gita di fine settimana. Ciò che determina il romanzo è la vista della necropoli di Cerveteri, nella zona di Tarquinia, a nord di Roma. Le antiche tombe degli etruschi gli ricordano la cappella funebre dei Finzi-Contini nel cimitero di Ferrara. L'ambientazione del romanzo è particolare, la narrazione si sposta, non solo geograficamente, ma anche temporalmente. Dopo avere con molti dettagli ricordato le vicende architettoniche della cappella e gli eventi del casato Finzi-Contini (tra cui la morte del piccolo Guido, primo figlio di Ermanno e Olga Finzi-Contini, e il comportamento della loro famiglia nell'ambito della comunità israelitica ferrarese), il narratore situa inizialmente la storia che sta per raccontare, utilizzando una lingua. Molto specifica e accurata, negli ultimi anni Venti, quelli del suo ginnasio, quando ha le prime occasioni d'incontro con Alberto e Micòl, gli altri due figli degli anziani Finzi-Contini. Il narratore prende le mosse dalla sua disavventura scolastica agli esami di licenza ginnasiale: un cinque in matematica che lo sconcerta al punto di pensare di non tornare più a casa e di intraprendere, intanto, un giro per la città, in vista di una possibile fuga. Capitato in prossimità del muro di cinta che delimita il giardino dei Finzi-Contini, viene chiamato da Micòl che non solo lo distoglie dai suoi pensieri di sparizione, ma gli propone di entrare scavalcando la recinzione. Il narratore è indeciso e la ragazza gli va incontro, accompagnandolo fino all'entrata di una vicina grotta per nascondervi la bicicletta ed essere quindi più libero di accettare il suo invito. Scatta nell'animo del ragazzo, una volta entrato nel buio della piccola caverna, una fantastica soluzione all'incontro con Micòl, che non ricordava se non dai tempi in cui erano bambini alle funzioni nella sinagoga ebraica della città. E la soluzione sarebbe quella di un amore eterno e segreto fra lui e la ragazza, ma l'immaginosa costruzione della sua bizzarra ed emozionata congettura di dissolve al richiamo del domestico di casa Finzi-Contini. Il sogno s'interrompe e il narratore trasferisce nella memoria le prime immagini di Micòl, ragazzina vivace e impertinente, espansiva ma al tempo stesso irraggiungibile. A questo punto la narrazione salta di quasi dieci anni. Siamo ora nel 1938, il momento cupo del fascismo, l'anno delle leggi razziali che discriminano gli ebrei dalle scuole pubbliche e dalle associazioni culturali e sportive. In conseguenza delle disposizioni di legge emanata dal regime a danno degli ebrei, i Finzi-Contini aprono i cancelli del loro giardino, e del loro campo di tennis in particolare, a un gruppo di ragazzi, ebrei e non ebrei per la verità, più o meno coetanei di Alberto e Micòl, compreso il narratore. Il racconto si arresta davanti alle porte della cosiddetta magna domus la maestosa e riservata residenza dei Finzi-Contini. Infatti, riferendo a suo padre la circostanza dell'invito ricevuto, il genitore, abbastanza maldisposto verso la condotta dei Finzi-Contini, fa commenti su di loro, ricordando la loro eccentricità di comportamento e infervorandosi a tal punto nel discorso da finire a inquietarsi col proprio figlio. Finalmente si entra dai Finzi-Contini: i ragazzi si conoscono tutti, chi più chi meno, fra loro: solo, Giampiero Malanate non è di Ferrara e non è nemmeno tanto un ragazzo: proviene da Milano e lavora in qualità di chimico in una fabbrica della zona industriale della città. Sono settimane di perfetta vacanza occupate dal gioco, da gesti d'amicizia, dai generosi rinfreschi e dalle non meno prodighe merende offerte dai padroni di casa. I Finzi-Contini dimostrano tutta la loro signorile ospitalità, dai fratelli Alberto e Micòl agli anziani di famiglia, fra cui il professor Ermanno, che simpatizza paternamente e culturalmente con il narratore, in procinto di laurearsi in letteratura. Il racconto restringe ora il suo interesse alle persone del narratore e di Micòl, fra le quali sembra sempre debba scoccare la scintilla dell'amore dopo quella dell'amicizia e della reciproca simpatia. Micòl accompagna il suo giovane innamorato alla conoscenza del giardino, attraverso una serie di passeggiate molto movimentate e dialettiche, dal punto di vista dei dialoghi, delle battute ironiche, della provocazione culturale cui Micòl unisce una punta di femminile malizia intesa a pungere e a commentare l'inesperienza e la distrazione del suo ingenuo giovane amico. L'episodio della carrozza, ossia di una mancata aperta dichiarazione da parte del narratore dei suoi sentimenti verso Micòl, chiude la parte seconda. Segue un periodo di rimpianto e di meno caldi rapporti, ovviamente, durante i quali il narratore; torna più volte, in veglia e in sogno, sulla affascinante ed estrosa immagine della ragazza, tanto vicina e pure così irrimediabilmente lontana dalla sua portata. Per di pi—, essa si trasferisce improvvisamente a Venezia dove, avendo lei pure una laurea da conseguire, intende condurre in porto la relativa tesi. Ma proprio mentre la ragazza è via da Ferrara il narratore viene invitato in casa Finzi-Contini da Alberto, che già riceve quasi giornalmente nella sua stanza Giampiero Malnate. Il rapporto con la magna domus si intensifica anche per l'invito da parte del professor Ermanno ad approfittare della biblioteca per le sue ricerche letterarie in vista della tesi. Il narratore. e Micol si scrivono, sottilizzando su una traduzione da Emily Dickinson, mentre nell'appartamento di Alberto iniziano gli incontri a tre fra il giovane padrone di casa il narratore stesso e il Malnate. Costui è un intimo amico di Alberto fin dai tempi in cui frequentavano assieme l'università a Milano; in particolare, è un giovane solido, di idee comuniste, che crede nel futuro e che tende ad ammaestrare amici e conoscenti per quell'invincibile entusiasmo che gli deriva dalla sua totale convinzione ideologica. Intanto, fra una discussione e l'altra, e sempre in attesa del ritorno di Micòl, il narratore approfitta della sterminata biblioteca del professor Ermanno. Micòl torna a sorpresa per la sera di Pasqua. Una sera che il narratore trascorre metà presso i suoi e metà in casa Finzi-Contini. E' questo il capitolo forse più ricco di sentimenti e più vario di situazioni oltre che, ben inteso, di movimento narrativo; alla fine del quale si conclude anche la terza parte del libro. Ormai è il tempo degli eventi definitivi. Il narratore, che continua a frequentare, in casa Finzi-Contini, gli amici Alberto e Malante, viene ammesso un giorno nella stanza di Micòl, teneramente indisposta. Qui tenta goffamente di mandare ad effetto un suo sgraziato e avventato tentativo di conquista della ragazza, perdendo per sempre il suo affetto e rischiando pure la sua amicizia e la sua stima. Dopo un breve viaggio a Grenoble, dal fratello, intrapreso anche per allontanarsi un po' dal fuoco dei sentimenti e dal bruciore della sconfitta, il narratore si barcamena tra saltuarie visite ai Finzi-Contini e piccoli battibecchi con Micòl: I rapporti sono ormai troppo minacciati e presto si romperanno totalmente. Per non rinunciare del tutto a parlare di lei e a farla vivere almeno nella fantasia, il narratore si incontra con Malnate, a casa sua, o per la città, coltivando più intensamente un rapporto che si era formato durante gli accesi ma occasionali discorsi politici e culturali nella stanza di Alberto. Girando per Ferrara, Malnate lo condurrà persino in un postribolo, esperienza che colmerà la misura dell'insoddisfazione di sè‚ che lo porterà a cambiare definitivamente la sua vita. Questo evento prelude infatti al distacco anche da Malnate, riportando il narratore agli affetti familiari, in particolar modo a riconciliarsi con suo padre. Questi, infatti, in una notte di totale rappacificazione col figlio, lo richiamerà ai suoi doveri, riconfermandolo nella sua vera passione: quella dello scrittore. La quarta parte si conclude cosa con la definitiva rinuncia del narratore a Micòl, ai Finzi-Contini, a Mainate stesso. narratore ripassa, una sera per la via delle Mura e si rifà sotto la cinta del giardino dei ricordi più belli. Entra e, durante una visita segreta ai luoghi del suo possibile amore, comprende che, dopo i suoi falliti tentativi di conquista, Micòl è stata molto probabilmente di Malnate. Il romanzo è finito. Nelle brevi pagine l'Epilogo il narratore chiude i ricordi con l'immagine ideale di alcune croci. Esse, infatti, non segnano i resti delle persone care ma gli appigli della memoria per continuare a ricordarle. Sono quelle di Alberto, morto nel 1942 per un male incurabile, e poi quelle di tutti gli altri, scomparsi, chi in un modo chi nell'altro, nell'anno seguente: quelle degli anziani Finzi-Contini; quella di Malnate, partito per la guerra con il corpo di spedizione in Russia e non pi— tornato e, infine, quella di Micòl, che più che una croce è una visione e un rimpianto.
  4. Micol Finzi Contini è una ragazza bionda, snella e nel complesso tutt'altro che brutta, di buona cultura, di notevole agilità fisica e in parte ribelle alle regole della casa, che non le permettevano di uscire dalle mura del giardino. Alberto, fratello di Micol, è un tipo alto e magro, sempre indeciso , tanto da non aver mai terminato neanche l'università, che, nella seconda parte del romanzo, sembra avere un'"adorazione" per il Malnate. Giampiero Malanate non è di Ferrara e non è nemmeno tanto un ragazzo: proviene da Milano e lavora in qualità di chimico in una fabbrica della zona industriale della città. "Il giardino dei Finzi-Contini" ha il suo protagonista nell'io narrante, colui che racconta la sua storia chiamando attorno a sé un certo numero di altre figure importanti. Esse, infatti, non sono personaggi secondari ma interpreti di uguale valore ai fini del racconto. Tuttavia esistono, in quanto il narratore li fa agire e parlare con pari dignità e in circostanze comuni. Difficilmente, quindi, troveremo nelle pagine del libro il narratore muoversi o pensare da solo, bensì in armonia o in contraddittorio con le persone di cui si circonda e che dividono con lui il tempo e i luoghi della trama. L'io narrante, colui che nel racconto si identifica nella prima persona singolare, è in questo caso un narratore interno, in quanto scrive una storia di cui è regista e attore al tempo stesso. Egli dispone di sè ma non degli altri, nel senso che, sia pure conoscendo la loro realtà storica e individuale, non li determina nè nei pensieri nè nelle azioni, come faceva il cosiddetto narratore onnisciente della tradizione naturalistica. Egli vede i fatti e le persone non come essi sono in tutto e per tutto, ma come appaiono a lui, in base a ciò che può venire a sapere dal loro accadere e dal loro comportarsi. Il narratore del Giardino dei Finzi-Contini non dà in alcun punto del romanzo la sua vera identità; non ha un nome nè un cognome; non ha una fisionomia (se non per vaghi tratti), nè denuncia particolari qualità o difetti se non di sfuggita o per quanto il lettore può dedurre a romanzo finito. E' un amico dei Finzi-Contini: ebreo come loro, anche se di estrazione sociale meno alta e meno aristocratica, frequenta la comunità israelitica ferrarese nel giro degli anni che vedono l'inizio della loro segregazione ma, fortunatamente, non subisce lo stesso destino. Nonostante tutto questo e anche se è lui a scrivere di tutti, il narratore non si pone al centro del libro. Nel romanzo l'ambientazione della vicenda é stata concepita in costante movimento, sia per quanto riguarda i tempi del racconto, sia per quanto si riferisce ai luoghi che vedono lo svolgersi delle azioni. Dal punto di vista cronologico, fermo restando il nucleo della narrazione attorno al biennio 1938-39 (anni della legislazione razziale e dei primi effetti sulle comunità ebraiche), tutto il resto del libro é un continuo andare verso e venire da un passato più o meno prossimo rispetto ai tempi della scrittura del romanzo. Dal punto di vista del paesaggio, ma sarebbe meglio dire spazio (dal momento che si tratta in larga parte di "interni"), si ha ugualmente sulla pagina un continuo alternarsi di angolazioni e di prospettive. La concezione spaziale del romanzo è concentrica: dal cerchio grande delle mura della città di Ferrara si passa, con gioco ambientale che sposta le sue scene dall'esterno verso l'interno, al muro di cinta dell'incantato giardino dei Finzi-Contini, che resta il luogo più frequentato della vicenda. Da qui l'orizzonte si restringe e dal perimetro esterno della magna domus si passa via via ad alcune stanze interne: la biblioteca del professor Ermanno, la sala da pranzo, la stanza di Alberto e, infine, quella di Micòl. I passaggi non sono mai casuali o gratuiti: essi richiedono il progressivo maturarsi di una certa condizione psicologica del narratore che lo renda adatto alla ulteriore condizione e stima dei padroni di casa, tali da procurargli il riconoscimento di una maggiore fiducia e la promozione a una maggiore intimità nella famiglia e nella casa. Può a prima vista sembrare, sia dall'aspetto temporale sia da quello spaziale, che Il giardino dei Finzi-Contini nasca da un'angolazione storica e visuale abbastanza limitata e ristretta. E' invece chiaro sin dapprincipio che il narratore, e con lui il suo racconto, si muovono in momenti di grande importanza umana e sociale, anche se riflessi in stretta delimitazione cronologica. E quanto a spazi, essi sono molto suggestivi, tanto più suggestivi e inquietanti quanto più concentrati o racchiusi. Puntando sui soli anni 1938-39, il narratore trova modo di darci ugualmente e distesamente la storia e la cultura della borghesia medioalta degli ebrei di Ferrara, come puntando il suo obiettivo romanzesco sul solo interno di un giardino, egli intesse un racconto di larghe e profonde tematiche morali, civili, psicologiche e sentimentali. L'incomparabile giardino, simbolo di un piccolo paradiso terrestre, è pure la metamorfica isola di un passato insidiato dal progredire del tempo. Dal giardino si esce ma per entrare nella vita (per maturata coscienza) o nella morte (per decreto del destino). Si può cosi parlare, a proposito del Giardino dei Finzi-Contini, di un romanzo in cui lo spazio si fa tempo; in cui l'ambientazione si fa pellegrinaggio spirituale; in cui città, parco, casa e stanze si fanno itinerario morale, viaggio nelle dimensioni della vita.
  5. Nel romanzo traspaiono riferimenti espliciti alla vita dell'autore, dall'ambientazione a Ferrara, città della sua famiglia in cui trascorse la sua infanzia, e la comunità ebraica a cui sia lui che i Finzi-Contini appartenevano.
  • Nel romanzo viene ricostruito fedelmente l'ambiente ferrarese degli anni trenta, e la situazione della comunità ebraica subito dopo le leggi razziali.
  • 4) Nei tardi anni Cinquanta, dopo una fase di letteratura di impegno politico (il neorealismo), il clamoroso successo di un romanzo quale "Il Gattopardo", opera prima di Tomasi di Lampedusa, che in pochi mesi raggiunge le centomila copie vendute, inaugura una nuova fase della storia editoriale del romanzo, che si suole chiamare quella del "best seller all'italiana" (Ferretti). Ciò in definitiva significa la capacità del mercato di assorbire massicciamente e in breve tempo opere che per temi, linguaggio e collocazione socio-culturale appartengono alla tradizione letteraria alta. Il fenomeno del Gattopardo non rimane infatti isolato. Nel giro di pochi anni tutta una serie di opere di narrativa, per lo più intimistica e disimpegnata, come la Ragazza di Bube di Cassola e Il giardino dei Finzi Contini di Bassani.

     

    1) Giorgio Bassani nasce a Bologna il 4 marzo 1916, ma la sua famiglia è ferrarese da parecchie generazioni. Dora ed Enrico Bassani, agiati borghesi di credo israelita, hanno anche altri due figli, Paolo e Jenny, che con Giorgio dividono, in Ferrara nell'antica casa signorile di via Cisterna del Follo, l'infanzia e l'adolescenza. A Ferrara Giorgio Bassani studia sino alla maturità… classica, conseguita nel luglio del 1934 presso il Liceo "Ludovico Ariosto". Da qualche anno manifesta vivo interesse per la musica, tanto da far presagire un avvenire di pianista, ma sui diciassette anni rinuncia d'un tratto a questo passione inclinando nettamente verso la letteratura. Prima d'ora non ha mai letto nulla di letteratura italiana contemporanea, ma dall'autunno del 1934 ha la fortuna di frequentare la casa e la biblioteca di Giuseppe Ravegnani, il più illustre dei letterati ferraresi. Si iscrive alla Facoltà… di Lettere dell'Università… di Bologna, infrangendo una lunga tradizione familiare: padre e nonno, infatti, erano medici. Dal l935 al l939 frequenta l'Università del capoluogo emiliano, prendendo giornalmente un treno di terza classe: da una parte, quindi, c'è la Ferrara degli amici, fra i quali Giuseppe Dessi (narratore) e Claudio Varese (critico letterario); dall'altra la Bologna dei docenti, delle conoscenze nuove, dei modelli umani e morali. Il suo ideale alto e conclusivo Š Benedetto Croce, ovviamente fuori dal cerchio delle conoscenze dirette, esempio estremo di intellettuale libero e sovranamente padrone d'una compiuta filosofia della storia, dell'arte e della vita. Variamente studiati e discussi durante tutto l'arco dell'anno, i temi della razza trovano, nel corso del 1938, la loro formulazione in principi di ordine giuridico, vale a dire in leggi antisemite. Docenti e studenti di origine ebrea sono esclusi in via di massima e con pochissime eccezioni da tutte le scuole del Regno e i cittadini ebrei immigrati in Italia dopo il 1919 sono invitati a lasciare il territorio italiano. Ormai, d'ora in avanti le disposizioni contro gli ebrei si faranno sempre più restrittive fino a che, nel 1943, la cosiddetta "soluzione" del problema ebraico passerà nelle mani degli occupanti tedeschi. Nel 1940, sotto lo pseudonimo di Giacomo Marchi, per quei motivi razziali di cui si Š appena detto, Bassani pubblica il primo libro: "Città in pianura", prose e racconti scritti da non pi— di qualche mese, in qualità… di esercizi di stile e di lirica fantasia, ambientati in Ferrara e nel mondo borghese israelita. A cominciare da tale data, Bassani, da giovane letterato, si trasforma in attivista politico clandestino, sottraendosi sia alle amicizie letterarie ferraresi, sia a quelle pi— varie di Bologna. Si laurea comunque nel 1939 con una tesi su Niccolò Tommaseo, discussa col Calcaterra, mentre il fratello Paolo, già costretto per motivi razziali a frequentare l'università… di Grenoble, ne verrà addirittura espulso quando l'Italia dichiarerà… guerra alla Francia. Sono anni intensi e di una loro audace e rischiosa bellezza che Bassani dedica quasi del tutto a una segreta militanza antifascista, fino al 1943, quando nel maggio viene arrestato e tenuto in carcere per qualche mese. Riavr… la libert… il 26 luglio, dopo la caduta del fascismo e la dichiarazione d'armistizio dell'Italia con l'esercito alleato, mentre, da un lato, il regime mussoliano coltiva una sua disperata e sanguinaria velleit… di vittoria con la "Repubblica di Sal•" e, dall'altro, la Resistenza si estende e si afferma in tutta Europa. Bassani Š attivo nel Partito d'Azione, sotto la guida di Carlo Ludovico Ragghianti e nella superstite amicizia di Antonio Rinaldi. Ai primi d'agosto del 1943 si sposa con Valeria Sinigallia, sistemandosi precariamente a Firenze dove Š costretto a vivere sotto falso nome. Quando nel 1945 pubblica le poesie di "Storie dei poveri amanti e altri versi", Bassani si accinge a vivere in pace la sua esistenza di intelletuale e scrittore, dopo anni di rischio e di disperazione, durante i quali migliaia e migliaia di ebrei, compresi suo padre, familiari e parenti, conoscenti e amici, erano andati alla morte in guerra, in prigionia, nei lager: tutta gente la cui memoria non cess• mai di dargli quella fondamentale e confortante certezza di essere dalla parte della giustizia e della verit…. Impiegato, bibliotecario, insegnante e persino attore: Bassani vive nella Roma difilcile del dopoguerra assieme alla moglie e ai due figli Paolo ed Enrico. Tuttavia scrive, ed Š del 1947 una seconda raccolta di versi: "te lucis ante". Sono le brevi composizioni d'ispirazione religiosa di un giovane poeta non credente ma che, in ogni caso, subisce il fascino terribile, e anche atterrito, di un Dio che comanda la storia e lascia che, senza sosta nè scampo, gli uomini vadano alloro destino di morte. Nel 1948, su iniziativa della signora romana Marguerite Caetani, che fonda e cura la pubblicazione della rivista letteraria "Bottegha Oscure", Bassani è invitato a redigeria. E' un periodico esclusivamente antologico, ma egli ne diventa la coscienza critica, scegliendo e autorizzando il meglio della creativit… letteraria internazionale. Le vicende della vita del nostro autore sono sempre piu legate alla pubblicazione dei suoi libri e la sua esistenza viene quasi scadenzata lungo il fitto calendario di date d'apparizione di opere nuve, di testi riscritti, ora in versi ora in prosa. Dal 1949, almeno, Bassani ha ricominciato a stendere racconti, ma nel 1951 pubblica ancora composizioni poetiche sotto il titolo "Un'altra libertà", versi autobiografici e relativi a un mondo concreto, dopo le fondamentali esperienze degli anni della gu.erra e della terribile realt… dell'odio. Il ritorno della letteratura al dominio del reale si sente un poco dappertutto nell'aria ma in ogni caso, Bassani trasfigura i suoi temi con la fantasia non vietandosi neppure qualche accensione surreale, Intanto, svolge intensa attivit… di sceneggiatore cinematografico testi per film e facendosi, come si dice, la mano per soluzioni di tecnica descrittiva e compositiva dei campi visivi, delle rese prospettiche, delle strutture espressive e dinamiche così utili al racconto e al romanzo. La sua fondamentale formazione ermetica (cioè di letteraria preziosit… e ricchezza di significati) si misura con la necessit… di fornire lampi e barlumi e segni fulminei al discorso filmico. Ne scaturiscono indicazioni per la letteratura, campo in cui esistono solo la parola e l'interpunzione per mettere nero su bianco davanti al lettore gli esiti del proprio bollente magma interiore. 111953 segna infatti il ritorno di Bassani alla pagina di prosa con la pubblicazione di: ~La passeggiata prima di cena" che, unitamente a gli ultimi anni di Clelia Trotti", uscito nel 1955, e ad altri racconti ("Storia d'amore"; "una lapide in via Mazzini"; "Una notte del '43"), formano le famoseCinue storie Ferraresi", del 1956 ( premio strega di quell'anno). Intanto Bassani diventa redattore anche della rivista "Paragone", periodico mensile di arte e letteratura fondato a Firenze nel 1950 da Roberto Longhi. Due anni dopo le "Cinque storie ferraresi" Bassani pubblica "Gli occhiali d'oro", dove il fascino della tecnica cinematografica è messo in secondo piano da una insorgente e pi— soggettiva visione della struttura letteraria. Il 1958 è anche l'anno in cui Bassani, consulente e direttore editoriale della Feltrinelli, scopre e lancia un nascosto talento della nostra creativit… letteraria: Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore de 'gli Gattopardo"; romanzo Storico dal successo internazionale e caso letterario a lungo oggetto di vivo e fecondo dibattito culturale e ideologico. "Cinque storie" e "Occhiali d'oro" confluiscono in una nuova edizione accresciuta nel 1960 sotto il titolo " Le storie ferraresi"; un libro che raccoglie il meglio della produzione narrativa di Bassani. E' qui testimoniata per la prima volta nella sua consistenza l'intenzione dell'autore di riprendere pi— e pi— volte la sua opera e farla oggetto di accanita riscrittura, fra l'alternato parere della critica. Bassani collabora ormai alle pi— prestigiose riviste e ad alcune testate giornalistiche di alto rilievo: da un lato 1' "Approdo", "La Fiera letteraria", "Letteratura", "Nuovi Argomenti"; dall'altro lato "Il Mondo", quello fiorentino, diretto da Alessandro Bonsanti ed Eugenio Montale. Dopo lunghissime gestazione (alcune delle pagine destinate a entrare nella struttura del romanzo finito risalgono agli inizi degli anni Quaranta), Bass~~ni pubblica nel 1962 "Il Giardino dei Finzi-Contini"; il suo primo vero romanzo, premio Viareggio di quell'anno. Il libro Š la completa espressione del mondo dello scrittore, a cominciare dal piano formale per finire a quello ideologico che sta nel contesto dialettico tra prosa d'arte e coscienza storica: vale a dire, tra desiderio della bella pagina, del racconto fiorito e della scrittura di buon gusto, da un lato, ed esperienza morale, intelletuale e politica, nonché vocazione testimoniale, dall'altro. Tutto questo raccontato sul filo della. memoria , nella Fe.rrara della sua giovinezza, durante gli anni in cui il fascismo veniva facendosi dittatura intollerabile, a cominciare proprio dalla promulgazione delle leggi razziali Il Giardino Š un romanzo lungamente elaborato attorno alla concezione crociana della Storia e della letteratura: per quanto riguarda la vicenda umana e la visione della realt…, secondo l'idea che ogni fatto o concetto ŠŠ vita dello apirito, dell'io che pensa e crea Soggettivamente ogni cosa; per quanto riguarda, invece, l'opera d'arte o la scrittura letteraria, secondo il principio che la creazione Š conoscenza, ma conoscenza che non segue gli schenii della logica, che Š pura intuizione lirica anteriore alla comprensione razionale del mondo. Dopo essere stato consulente e direttore editoriale, Bassani sar… pure, tra il 1957 e il 1967, vicepresidente della Radiotelevisione italiana, presidente di "Italia Nostra" (associazione per la tutela del paesaggio e la cura del patrimonio artistico), docente di Storia del Teatro all9Accademia Nazionale di Arie Drammatica a Roma. La cronologia delle sue opere vede invece, dopo il volume antologico di tutte le sue poesie, dal 1942 al 1950, pubblicato col titolo L'alba ai vetri, la stampa di due libri di prosa: Dietro la porta (1964) e L'airone (i 968) con l'intemezzo della raccolta di saggi Le parole preparate (1967). Nel 1972 Bassani pubblica la raccolta di racconti L'odore del fieno, cui tengon dietro le poesie di Epitaffio (1974) e di In gran segreto (1978). Ma ormai lo scrittore Š da anni intento alla riproposta della sua intera opera, secondo criteri di riscrittura e di revisione rigorosamente perfezionistici. Tra l'altro, Bassani ha provveduto a raccogliere sotto il titolo l romanzo di Ferrara i suoi tre romanzi principali: Ilgiardino dei Finzi-Contini, terza parte del l romanzo di Ferrara, ha visto la luce nel 1980. Riscrivendo ogni pagina della sua fatica di narratore e di poeta, Bassani propone pure, nel 1982, un volume in rima e senza, riepilogo generale della sua creativit… poetica e, nell 984, tutti i suoi saggi e le sue riflessioni critiche nel libro "di la dal cuore".

    2) Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1962 dalla Einaudi di Torino e da allora ha avuto numerose ristampe.

    3) Ebbe un larghissimo successo di pubblico, tanto da vendere 200.000 copie in dieci mesi.

    La critica però non fu concorde con il giudizio del pubblico e l'opera ricevette numerose critiche, soprattutto da parte del Gruppo '63 e della nuova avanguardia, che l'accusarono di servirsi di una lingua comune consumata dall'uso quotidiano, che poteva solo cogliere la superficie ovvia delle cose, non poteva rappresentare la vera realtà dell'uomo contemporaneo.

    "Il Giardino dei Finzi-Contini"

    film drammatico di Vittorio De Sica

    con Lino Capolicchio, Dominique Sanda, Fabio Testi, Romolo Valli, Helmut Berger

    Italia, 1971

     

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