il nome della rosa

di Umberto Eco

 

La Vita: Umberto Eco nasce ad Alessandria nel 1932, è laureato in Filosofia all'Università si Torino. Nel 1963 pubblica il "Diario Minimo", nel 1964 "Apocalittici e Integrati", nel 1975 "Trattato di Semiotica generale", nel '79 "Lector in Fabula", nell'88 "Il pendolo di Focoult", nel '90 il "Secondo Diario Minimo" e recentemente "Baudolino". Il suo romanzo più famoso è "Il nome della Rosa", uscito nel 1980 e tradotto in tutto il mondo.

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  • La Trama: "Il nome della Rosa" è ambientato nel 1327 in un'abbazia benedettina dove frate Guglielmo da Baskerville e il suo allievo novizio, Adso da Melk, arrivano per compiere un'imprecisa missione diplomatica. Ma, nei sette giorni di permanenza all'abbazia, avvengono misteriosi delitti che insanguinano la labirintica biblioteca del monastero. Guglielmo ad Adso riusciranno, dopo una serie di indagini tra manoscritti in varie lingue, comportamenti dei frati ed erbe mortali a trovare il colpevole: il vecchio cieco Jorge. Il monco uccide per ragioni ideologiche: voleva impedire la lettura di un volume della poetica di Aristotele, dedicato all'arte comica, perché crede che il riso sia nemico mortale dei dogmi della cristianità.

     

    Il Commento: E' difficile definire "Il nome della Rosa": può essere un romanzo poliziesco oppure una cronaca medioevale, vista l'ambientazione, la presenza del topos, tipico di quell'epoca, dei nani sulle spalle dei giganti, l'arrivo, nell'abbazia, degli inquisitori dei quali Guglielmo faceva parte e l'interessante suddivisione delle ore liturgiche proprie dei monasteri. Ho trovato il romanzo particolarmente interessante. Amo molto il Medioevo e scoprire personaggi come l'eretico fra Dolcino, Marsilio da Padova e Michele da Cesena mi ha fatto capire meglio quest'era così affascinante e lontana dal mio tempo. Nel romanzo ho trovato molti brani in latino, piuttosto difficili da tradurre; quindi il tempo messomi a disposizione dalla mia insegnante di italiano, un mese, mi è sembrato scarso. Interessanti sono i lunghi discorsi filosofici e letterari fatti dai personaggi del romanzo: dalla coppia di investigatori Guglielmo-Adso all'erborista Severino, all'enigmatico abate e dall'intrigante, misterioso e angosciante Jorge. La descrizione della labirintica biblioteca del monastero, la più ricca dell'intera cristianità, dice l'abate, è particolare e non so come immaginare come sia stata concepita dall'immaginazione di Eco. L'autore si è sempre rifiutato di esprimere che significato avesse il romanzo, ma forse una spiegazione c'è: la vittoria di Guglielmo sta a significare che la conoscenza e la cultura sono aperti a tutti e non devono essere dominio di pochi.

     

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