Madame Bovary

di Gustave Flaubert

1. La forma del testo

2. Le strutture narrative

- PARTE PRIMA

Il romanzo inizia con una veloce presentazione della vita di Charles: la famiglia, gli studi per diventare medico, il suo primo matrimonio. Tutte cose volute da sua madre. Poi il romanzo presenta la morte della prima moglie di Charles come un fatto non rilevante, detto in due righe. Charles si innamora di Emma Bovary, la figlia di Rouault Bertaux, un suo paziente. I due sono entrambi entusiasti di sposarsi. All'inizio i due coniugi sono felici ma ben presto Emma cambia pensiero: non è più entusiasta di suo marito e della sua vita. Un mercoledì sono invitati ad una festa in un castello, con un gran ballo e personaggi importanti. Emma balla con un visconte. Al suo ritorno a casa, il ricordo della festa la esalta. Per lei ormai esiste solo quel mondo irreale di nobili, di balli, di sete, di feste. A casa diventa sempre più attenta ai particolari della moda (eleganza, profumi, galateo). Si compra una piantina di Parigi per immaginarsi di esservi, a camminare per le strade della città dei VIP. Ma poiché non avviene niente, e dopo un anno non viene più invitata a nessun ballo, comincia a lasciarsi prendere dalla delusione e dalla noia. Non suona più, non legge, non ricama più (tanto a che serve se nessuno può vedere e ammirare le sue opere?). La suocera in visita la trova sciupata e la casa è trasandata. Comincia a soffrire di palpitazioni, dimagrisce, cambia umore spesso. Il marito crede che sia l'aria del paese che non le fa bene. Dopo un consulto con un medico Charles cerca casa nel circondario di Neufchatel, ai confini sud della Normandia. Quando partono, a marzo, Emma è incinta.

PARTE SECONDA

Vanno ad abitare a Yonville l'Abbazia, un paesotto con poche case importanti (del notaio, del farmacista), la chiesa, due locande, il mercato un giorno la settimana.

Arrivano alla locanda, e cenano con l'oste e un giovane praticante presso il notaio, Leon. Dialogando, Emma scopre che Leon ama leggere e la musica, come lei.

Intanto la gravidanza avanza: il marito si fa più affettuoso, desidera tantissimo un figlio. Viene l'ora del parto: tutti sperano in un maschio, e naturalmente nasce una bambina, Berthe, che viene messa a balia da una contadina. Un giorno, desiderando andare a trovare la figlia, Emma esce di casa. Incontra Leon e gli chiede di accompagnarla. La cosa fa parlare in paese, ma tutto finisce lì. Anche a Yonville la vita diventa noiosa per Emma. Unico diversivo sono le serate in cui marito, notaio, Leon e farmacista si ritrovano per conversare e giocare a carte. In queste serate, dopo un po', mentre gli altri giocano, lei e Leon si appartano in un angolo del salotto a leggere riviste e commentare poesie.

Leon si innamora di Emma ma non osa rivelarglielo. Emma dopo un po' lo capisce e ne è lusingata e scossa. Cominciano i rimpianti per quello che poteva essere se le cose fossero andate diversamente. Il sentirsi innamorata, anche se di un amore impossibile, da principio le dà un entusiasmo nuovo per la vita: tratta meglio marito e servitù, si occupa della casa e della figlia. "Ma quanto più si accorgeva del suo amore per Leon, tanto più cercava di nasconderlo"; "Lei gli appariva tanto virtuosa e inaccessibile che ogni speranza lo abbandonò". Così Leon decide di trasferirsi a Parigi, per finire i suoi studi. Emma lo lascia partire senza dirgli nulla, ma aumentano i rimpianti: "La prese un grande desiderio di correre a raggiungerlo, di buttarglisi tra le braccia, di gridargli in faccia: "eccomi sono tua, tua". Ma solo all'idea delle difficoltà che avrebbe presentato un'impresa del genere, Emma si perdeva d'animo, e i suoi desideri si esasperavano nel rimpianto stesso della rinuncia."

Un giorno un certo signor Rodolphe Boulanger, ricco possidente e donnaiolo, porta da Charles un contadino per un salasso. Vede Emma, la trova bella, decide di conquistarla.

Arriva il giorno dei comizi agricoli, cerimonia importante per il paese, con festa e premiazione dei lavoratori. Rodolphe incontra Emma, le si avvicina e con la scusa di portarla in un posto dove si vede meglio la piazza comincia rispettosamente a corteggiarla. Emma ne è lusingata. Poi per un po' di giorni non si fa vedere. (Il giorno dei comizi s'era detto: "Non torniamo subito, sarebbe un errore"). Quando torna, parlando con Charles della malferma salute di Emma, gli propone di offrirle un cavallo e di accompagnarla a cavalcare, che le farebbe bene. Charles convince la moglie ad accettare.

Fin dalla prima loro uscita a cavallo, diventano amanti: "ricordò le eroine di tutti i libri che aveva divoratoÖ diventava lei stessa una parte vera di tutte quelle invenzioniÖ l'amore, per tanto tempo raffrenato, sgorgava libero, con allegra effervescenza. Lo apprezzava senza rimorsi, senza inquietudini, senza turbamenti". Da principio il loro rapporto è "senza libertinaggio": fatto di baci, parole dolci, lettere, carezze, promesse. Per Rodolphe è una novità, per Emma diventa sempre più importante. Lo va a trovare la mattina presto in casa, col rischio di farsi scoprire, diventa sempre più sentimentale, gli fa regali, ma alla fine gli viene a noia, come tutte le altre amanti. I modi di Rodolphe diventano così meno garbati, spavaldi nei confronti del marito ("quel poveraccio"), e alla fine "trattò l'amante senza il minimo riguardo. La ridusse alla più assoluta docilità, alla più assoluta corruzione".

Intanto giunge quella che potrebbe essere la grande occasione della vita di Charles: l'operazione di uno storpio con una tecnica nuova, di recisione di un tendine. Ma l'intervento, che sembrava andato bene, ha delle complicazioni, perché la ferita si infetta ed occorre l'amputazione della gamba. Emma, che prima aveva sostenuto il marito, sperando nel successo, nella notorietà, diventa sprezzante: "come aveva fatto a immaginare che un simile ometto potesse valer qualcosa?" Si rifugia nell'amore, e convince Rodolphe a fuggire lontano con lei. Si prepara alla partenza, che però Rodolphe continua a rinviare. Decidono infine irrevocabilmente per il 4 settembre. Ma la sera prima della partenza, Rodolphe, che in cuor suo ha sempre saputo che non sarebbe mai partito con lei, le scrive una tanto patetica quanto cinica lettera di addio e parte per Rouen.

Nel leggere la lettera "ridendo d'ira" Emma si dispera e già che si è rifugiata a leggerla in soffitta, quasi sta per suicidarsi buttandosi dalla finestra. Ma arriva Charles a chiamarla, perché la cena è pronta. Durante la cena sente la carrozza di Rodolphe che parte ed ha un attacco di convulsioni. Rovescia la tovaglia e sviene. Sta male per parecchi giorni, sempre assistita da un marito adorante, ignaro di tutto, che dà la colpa "ai nervi" della moglie.

Charles è molto preoccupato, sia per la moglie che per le difficoltà economiche. Chiede un prestito (ad altissimo interesse) al merciaio Lgeureux, col quale stipula una cambiale. Durante l'inverno pian piano Emma si riprende. In seguito alle numerose visite del pastore, ha anche una crisi mistica: "La sua anima, stremata dall'orgoglio, riposava finalmente nell'umiltà cristianaÖ.Esistevan gioie più grandi della felicità terrena, un amore capace di superare ogni passione umanaÖVolle diventare una santa. Acquistò rosari, portò catenine e crociÖ Si abbandonò a carità eccessive. Cuciva abiti per i poveri, inviava legna alle partorientiÖ"

All'inizio della primavera sta comunque meglio, e prende ad occuparsi del giardino e della casa. Su suggerimento del farmacista, una sera Charles la conduce ad uno spettacolo teatrale a Rouen. E qui, all'intervallo dello spettacolo, incontra Leon. Poiché un malore le fa perdere l'ultimo atto, e il marito deve per forza tornare a casa, Charles insiste affinchè la moglie rimanga un giorno in albergo, per rivedere lo spettacolo il giorno dopo.

PARTE TERZA

Così è Charles stesso che fornisce l'occasione d'oro perché Leon la vada e trovare e diventino amanti. Leon infatti non è più il ragazzino timoroso che era partito per evitarla. Ha fatto le sue esperienze e "lì a Rouen, sul porto, davanti alla moglie di quel mediconzolo, si sentiva a proprio agio, sicuro in anticipo di abbagliarla."

Insieme si rivelano l'antico amore, parlano tutta la sera, si fanno un po' di moine, saltano ancora lo spettacolo e si danno appuntamento l'indomani alla cattedrale, dove affittano una carrozza e vagano per tutto il giorno in convegno amoroso.

Quando torna a casa, Emma apprende dal farmacista (che il marito aveva incaricato per prepararla alla notizia con molto tatto, ma che glielo dice in modo bovino) che il suocero è morto di un colpo apoplettico. Grazie all'eredità, che dà loro la possibilità di sistemare alcuni problemi economici, Emma ha la scusa per andare a chiedere alcuni consigli di ordine economico a Leon (è riuscita infatti a convincere il marito ad affidarle una procura sui suoi beni). Passa così con Leon tre giorni d'amore, in un albergo di Rouen. Quando ritorna, il suo più grande cruccio diventa quello di trovare una scusa valida per potersi recare regolarmente a Rouen: riesce a convincere il marito a farle prendere lezioni di piano, e così tutti i giovedì può incontrarsi con l'amante.

Trascorre un periodo felice, in casa, quasi a farsi perdonare per l'adulterio, è più gentile col marito e vive nell'attesa dei giovedì. Ma presto qualcuno la riconosce in città, il marito incontra la sua maestra di piano che dice di non conoscerlaÖ insomma "la sua esistenza fu un unico ammasso di menzogneÖ Era un bisogno, una mania, un piacere, al punto che, se diceva d'esser passata ieri per il lato destro d'una via, si poteva star certi che aveva preso il sinistro".

Della situazione approfitta Lgeureux, che avendola riconosciuta con Leon, la inganna facendole firmare delle cambiali. Dopo qualche tempo una scade, lei non paga, Charles si dispera, chiama la madre che gli fa giurare di togliere la procura alla moglie. Lui lo fa, ma Emma ha una crisi di nervi, e con una bella scenata riottiene procura e fiducia del povero marito. Intanto diventa sempre più assillante con Leon (come aveva fatto con Rodolphe): lo va a trovare sul lavoro, cerca di imporgli i propri gustiÖ Il loro rapporto comincia a guastarsi. Intanto Emma conduce una vita dispendiosa, si lascia convincere da Lgeureux a firmare altre cambiali, finchè ad un certo punto, quando Lgeureux arriva ad avere un credito di 8000 franchi, le fa mandare un' ingiunzione del tribunale con il pignoramento dei mobili e di tutto quanto possiede. Emma si dispera, chiede aiuto a tutti, cerca anche di convincere Leon a prendere dei soldi dal suo datore di lavoro (cosa che allontanerà definitivamente Leon da lei), va da un banchiere che le fa capire che potrebbe prestarle un migliaio di franchi per tener buono Lgeureux per un po' in cambio delle sue grazie. Emma fugge via dignitosamente. Per poi andare anche da Rodolphe: " si avviòÖ senza rendersi conto che andava a offrirsi proprio a quel che l'aveva tanto nauseata poco prima, senza minimamente sospettare che, insomma, andava a prostituirsi".

Ma Rodolphe dice di non avere denaro. Emma fugge via disperata e disgustata anche da lui. E non sapendo più che fare per uscirne, va dal farmacista, riesce a farsi accompagnare dal garzone Justin sul solaio, dove sa che tiene l'arsenico, e ne ingoia una manciata. Poi torna a casa ad aspettare la morte, dopo aver scritto una lettera di addio al marito.

L'agonia di Emma è descritta da Flaubert con dovizia di particolari, che rendono le ultime pagine del romanzo tetre, tristi e molto realistiche. In queste ultime pagine il farmacista assume un significato importante: è l'uomo arrivato, il borghese realizzato che sa cavarsela in ogni circostanza, che sa sempre come fare, che dà consigliÖ la contrapposizione con Emma ed il povero marito è molto evidente, e rende la figura di Homais (il farmacista) quasi ripugnante. Si capisce insomma che Flaubert, pur non approvando né assolvendo Emma, la capisce, sta dalla sua parte.

Dopo la morte di Emma, Charles per un po' vive nel ricordo nostalgico ed idealizzato di lei; si occupa come può della figlia, sottoscrive altre cambiali e quasi per compiacere la moglie morta prende a vivere ed a vestire come piaceva a lei, spendendo molti soldi finchè, nello spostare dei mobili che si trova poi costretto a vendere, non trova per caso tutte le lettere d'amore di Rodolphe e di Leon. Allora impazzisce quasi di dolore, si lascia andare, beve, diventa sempre più trasandato. Un giorno la figlia lo trova morto su di una panchina, con in mano una ciocca di capelli di Emma. Riporto l'ultimo passo del romanzo:

"Quando tutto fu venduto, restarono dodici franchi e settantacinque centesimi, che servirono a pagare il viaggio della signorina Bovary a casa della nonna, che morì quello stesso anno; poiché papà Rouault era paralizzato, a incaricarsi della bambina fu una zia. Ma era povera e la mandò a guadagnarsi il pane in una filanda di cotone.

Dopo la morte di Bovary, tre medici si sono succeduti a Yonville, senza riuscire a resistervi, il signor Homais li ha subito battuti in breccia. Ha una clientela che fa spavento, l'autorità lo rispetta e l'opinione pubblica lo protegge.

Recentemente ha ricevuto la croce d'onore"

- Charles Bovary, medico e marito di Emma Bovary. Il romanzo si apre con la descrizione della gioventù povera e sacrificata di Charles (Monsieur Bovary), i suoi stenti in un luogo lontano da casa, la volontà autoritaria della madre, che rimarrà sempre insoddisfatta del figlio, mentre non si accenna affatto alla donna che ci si aspetta di incontrare fin dalla prima riga. L’amore, o meglio l'adorazione, di Charles sembra non contare per Emma; il suo scontento la spinge ad abusare della fiducia del marito, a tradirlo, a contrarre ingenti debiti per desideri velleitari o per i suoi amanti. Charles cerca inutilmente di riconquistare l’affetto della consorte risultando ingenuo e ridicolo

Emma Bertaux, poi Bovary, protagonista emoglie di Charles. L’infanzia e la gioventù di Emma sono volutamente celate dall’autore, che crea così un alone di mistero intorno a lei. Soltanto dal quinto capitolo, infatti, Flaubert comincia discretamente a mostrarne, senza veli, la falsa moderazione e l’egocentrismo unito ad una inaspettata vanità. Emma, presto, è delusa, sia da Charles sia dalla sua condizione di vita. Disprezza il marito solo perché egli non rappresenta più la novità, la possibilità di essere rispettata e riverita come ha letto accadere nei libri. La novità, troppo diversa dal sogno, la deprime.

Madame Bovary ha dunque un animo tormentato ed inquieto, ma i personaggi maschili sono attirati da lei per la sua freschezza e il suo modo di fare. Nessuno rimane indifferente al suo passare, né il sindaco né Binet, uomo schivo e solitario. Emma non è bellissima ma è di notevole fascino e sa come farsi notare. Flaubert non ne dà mai un’immagine completa, preferisce fornire particolari sparsi che un lettore attento dovrà saper raccogliere ed utilizzare.

Héloise Dubuc, prima moglie di Charles, poi morta.

Leon: giovane apprendista notaio, si innamora di Emma e ne diventa l'amante

Rodolphe Boulanger: proprietario di terreni e fattorie che seduce Emma e ne diventa l'amante

Berthe: figlioletta di Emma e Charles

Homais: farmacista, amico e vicino dei Bovary a Yonville

Lgeureux: merciaio e usuraio, si approfitterà dei guai economici dei Bovary e li manderà in rovina. Il merciaio Lheureux è molto abile e riesce a vendere ad Emma oggetti di ogni genere, costringendola a firmare cambiali e a perdere tutti i suoi beni. Al fallimento sociale e sentimentale subentra la realtà della rovina economica, determinata appunto da queste folli spese della protagonista che, al presentarsi degli esattori, che vengono a confiscarle i mobili, si uccide.

I personaggi di Madame Bovary vivono nell'immaginazione di una vita falsa, recitando una parte di fronte agli altri e a se stessi (Es. la parte che Emma recita di fronte a Leon e a tutto il paese, l'immagine che Leon si costruisce di lei, la falsa immagine di marito e padre felice che assume Charles). L'inautenticità della vita è uno dei grandi temi del romanzo: ciascuno si racconta una vita immaginaria, declama dei valori a cui non crede seriamente; una generale stupidità avvolge ogni esperienza umana. Ma dove siano la vita autentica e la consapevolezza, l'autore non lo fa capire: lascia il lettore alle prese col problema, in una sospensione ambigua, che è uno dei segni della grande arte.

4. La ricezione

  1.  
  2. una visione elevatissima dell'arte come realtà autosufficiente, superiore alle contingenze umane;
  3.  
  4. un atteggiamento di profondo scetticismo nei confronti dell'azione umana nella storia;
  5.  
  6. il pudore di chi non ama squadernare al pubblico i propri sentimenti profondi.
  • Postulando questi principi nelle lettere a Louise Colet, egli è precursore e maestro di quegli scrittori che verranno poi a rientrare nella corrente del naturalismo. L'autore resta tuttavia in qualche momento legato alle passioni romantiche che pure intendeva contestare e che riappaiono nei sogni di Emma.

    IL CONTESTO STORICO

  • 1. L'autore

    2. Il testo

    - Iniziato il 19 settembre del 1851, Madame Bovary verrà terminato e pubblicato a puntate nella Revue de Paris (dal 1 Ottobre al 15 dicembre 1856) e in volume nel 1857. Considerato il capolavori del romanzo realistico francese dell’Ottocento, Madame Bovary frutto di un travaglio artistico durato oltre quattro anni, è il modello della nuova concezione artistica, fondata sulla ricerca dell’obiettività, del rigore formale sulla negazione dell’immaginazione romantica, di cui l’autore stesso si sentiva prigioniero e che tuttavia riappare nei sogni di Emma Bovary, proiezione di quei sentimenti ai quali lo scrittore rimase sempre legato. La scelta di un soggetto banale, il suicidio di una donna delusa dall’amore, ispirato a un fatto di cronaca, fu impegno antiromantico e stimolò l’autore a un’analisi psicologica così sottile e totale, che frustò il convenzionalismo del tempo e fruttò all’autore un processo per immoralità (1857). Il romanzo è non solo l’analisi della protagonista in un quadro addirittura clinico, in cui la malattia dello spirito inquieto venne indicata da Jules de Gaultier in un suo saggio (1902) col nome di "bovarismo", ma il quadro impietoso della vita di provincia, la satira di un mondo irrimediabilmente vano e corrotto, dove la morte di Emma non assume il carattere della catarsi, per restare solo la sconvolgente fine di un dramma che lascia tutto in sospeso e inalterato. Come il mondo nella sua realtà.

    3. Il lettore

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