Probabilmente vi starete chiedendo in cosa consista questo grande segreto di cui vi stò per parlare e probabilmente una volta che l’avrò raccontato non vi sembrerà così eccezionale,ma vi posso assicurare che chi era presente sul luogo dove si sono svolti i fatti non la pensa come voi e ha ancora davanti agli occhi quella lugubre sequenza di strani avvenimenti che difficilmente dimenticherà!!!

Erano gli albori del terzo millennio e a Nuoro, ridente cittadina traboccante di birra della Barbagia, non era cambiato praticamente un cazzo rispetto a pochi mesi prima, i Nuoresi infatti continuavano a trascorrere il sabato secondo tradizione: cassa di birra,chitarra e,nel migliore dei casi, un paio di tromboni. Anche quel sabato di metà maggio sembrava destinato a concludersi secondo questa snervante consuetudine quando qualcuno o forse qualcosa,decise di tramutare in incubi i sogni degli abitudinari e irriducibili frequentatori dei “Giardini”.Intorno alla mezzanotte un gruppo di quindici o venti stronzi, sopravissuti allo scazzo dei locali cittadini e fortunosamente scampato alle insidie della “Boteguita”,si aggirava appunto lungo i Giardini spinto da una forma di demenza dettata dalla frustante situazione e probabilmente dalla precedente assunzione di alcolici. Ad un tratto gli stravolti sensi dei presenti percepirono la presenza di un essere malvagio che si aggirava tra loro; qualcuno Urlò: ”è Caffellatte!!”,un altro gli rispose: “noo! È “Polanka!!”, ma dopo lo smarrimento iniziale, l’oscura realtà dei fatti affiorò davanti ai loro occhi: due creature deformi e di origine sconosciuta si avviavano verso la fontana al centro della piazza con gli occhi impregnati di sangue e degli intenti la cui realizzazione si sarebbe rivelata raccapricciante. Uno di loro, che sembrava il capo, farfugliava qualcosa e quello che sembrava il suo fidato consigliere, gli rispondeva con un incomprensibile espressione vocale riassumibile con un : “ Boo! Non lo so!”. Giunti nei pressi della fonte, in un continuo frastuono di voci e versi animaleschi, l’aiutante, materializzò nelle sue mani un’arma mai vista con la quale iniziò una serie di movimenti inconsulti finalizzati a “schienare” l’innocente creatura che abitava la fontana ovvero un pesce di quasi un metro che nel corso degli anni era diventato l’emblema della piazza e dei suoi frequentatori. Dopo aver stancato la creatura della fontana il perfido aiutante, che rispondeva, presumibilmente al nome di Nicola, si alzò e si fece da parte dando strada al suo padrone il quale con una zampata fulminea fece balzare fuori dall’acqua l’esausto pesce ormai agonizzante. Chi dei pochi presenti rimasti ebbe il coraggio di guardare disse che G. Battista, il malvagio essere pescatore, divorò il pesce in un solo boccone e se ne andò via sogghignando con la bocca ancora grondante di sangue. Comunque questa è solo una leggenda di cui non si hanno fonti certe. Stà a voi giudicare se tale storia corrisponde a verità tenendo conto dell’unica prova rimastaci, frutto dell’ audacia di un fotografo che per caso si trovava sul luogo.


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