Posta n° 5
di Fabio Consoli

Abbiamo ricevuto per e-mail la seguente lettera:

Leggendo con attenzione da chi è composto lo staff di questo sito dedicato al "Cacciatore di stelle" ho notato, che il T.Col Fabio"Duca"Consoli, ha prestato servizio nel 28° Gruppo,"la Strega".Da sempre questo reparto di volo dela A.M., ha svolto missioni "recce",cioè di ricognizione ,prestando il suo contributo alla difesa nazionale fino a pochi anni fà,quando per i soliti motivi di bilancio il 28° è stato posto in posizione "quadro". Ora io chiedo al T.Col Consoli ,come il "104" assolveva il suo compito di "fotografo",che limitazione d'uso comportò il passaggio dal RF-104G,a il semplice "G",munito di pod "Orpheus"?Come venivano pianificate le missioni,e in rapporto ad altri aerei "recce" contemporanei dello "Spillone", come RF-5"Tiger" e RF-4"Phantom",il caccia Lochkeed era più avanzato o "arrancava" a compiere questo tipo di missioni!!! Convinto di una vostra celere risposta,rigarzio fin d'ora F.Consoli e il WebMaster Cerizza. Cordiali saluti Giovanni Minerva

Risponde Fabio Consoli:

Gentile sig. Minerva, mi scuso innanzitutto per il ritardo con cui rispondo alla sua lettera: impegni di lavoro e familiari mi hanno impedito sino ad ora di dedicare alle sue domande il tempo che meritano. Veniamo a noi. Il passaggio, ma non fu esattamente un tale, visto che il 28° operava sia con gli RF-104 che con i "G" dotati di pod "Orpheus", non comportò nessuna limitazione nell'impiego del 104 come ricognitore; anzi, il pod "Orpheus", ancora oggi in uso sul velivolo AMX, ampliò l'efficacia operativa dello "spillone" da ricognizione. Infatti, mentre l'RF-104G era dotato di sole tre macchine fotografiche (due oblique ed una verticale), il pod "Orpheus" aveva ben 5 macchine: due oblique, una panoramica, una frontale ed una all'infrarosso. Al di là dell'ovvia miglioria dal punto di vista tattico di poter impiegare il velivolo in missioni notturne impiegando il sensore all'infrarosso, bisogna anche considerare che, dal punto di vista del pilota, era molto più facile riportare a casa una buona foto con il pod che con l'RF. Su questa macchina, infatti, era molto importante sorvolare quasi esattamente l'obiettivo a causa della scarsa "apertura" delle macchine; la panoramica dell'"Orpheus", per contro, con la sua apertura a 180° consentiva risultati anche ove un RF avrebbe fallito miseramente. Dalla sua parte, l'RF aveva circa 600 libbre di carburante in più, alloggiate nel vano cannone, migliori prestazioni e minori consumi (volare senza un "bidone" di 1.000 kg sotto la pancia ha i suoi vantaggi!) e, ovviamente, l'orgoglio del pilota che poteva vantarsi, e a ragione, di una missione positiva con una macchina notoriamente "difficile". Per quanto riguarda la pianificazione delle missioni "recce", esse venivano preparate, per la parte di avvicinamento al "target", esattamente come una qualsiasi missione a bassa quota di un velivolo caccia-bombardiere; con l'eccezione, ovviamente, dell'attenzione dedicata alla formazione tattica, visto che , nella stragrande maggioranza dei casi, il velivolo ricognitore volava da solo. Prue, tempi, consumi, aree da evitare ecc... venivano riportate su una carta geografica per la navigazione tattica a bassa quota (solitamente scala 1:500.000) che poi il pilota consultava in volo per confrontare la sua posizione al suolo ed il suo tempo di volo con quelli previsti. Scopo dell'esercizio era arrivare sul "target" con uno scostamento di più o meno 30 secondi dal TOT (Time On Target) assegnato. Un obiettivo tutt'altro che facile senza l'ausilio di una piattaforma inerziale precisa e senza un computer che calcolasse gli scostamenti dai tempi previsti e fornisse al pilota indicazioni di anticipo o ritardo di facile interpretazione (questi strumenti sono disponibili oggi su un qualsiasi velivolo militare). Insomma, sullo "spillone" si volava con bussola ed orologio, né più né meno come nei primi 70 anni di aviazione militare. La parte finale della missione "recce" era invece molto diversa da una missione di bombardamento: mentre il caccia-bombardiere pianificava il tipo di sgancio in funzione delle caratteristiche fisiche dell'obiettivo e dell'armamento che doveva impiegare, il ricognitore doveva tenere conto di altri fattori. Ad esempio, la quota di sorvolo del target era di fondamentale importanza, e doveva tenere conto sia delle minacce presenti ma anche del fatto che un sorvolo a quota troppo bassa, ancorchè ideale in certe condizioni per aumentare le possibilità di sopravvivenza, poteva pregiudicare la totale copertura fotografica dell'obiettivo. Anche una velocità eccessiva od una errata impostazione del numero di fotogrammi per secondo poteva essere dannosa perchè avrebbe potuto negare la sovrapposizione necessaria a fornire una immagine tridimensionale del target. Esistevano, a questo scopo, tabelle che venivano consultate in sede di pianificazione di missione che consentivano di determinare la quota di sorvolo, la velocità ed, in funzione di quest'ultima, il numero di fotogrammi per secondo e tutti gli altri necessari parametri. Insomma, una accurata pianificazione era una premessa necessaria per un missione positiva. Per quanto riguarda il confronto con altri velivoli, penso di poter affermare che il 104 fosse una buona piattaforma per questo genere di missioni: stabile, potente e veloce aveva nella necessità di evitare a qualsiasi costo un ingaggio con un velivolo avversario (le foto a casa sempre!) la ricetta per nascondere il suo punto debole: la scarsa manovrabilità. I suoi punti deboli erano, al solito, la mancanza di un buon radar, di un sistema RWR (Radar Warning Receiver) e di una piattaforma inerziale sufficientemente precisa e moderna da risolvere al pilota il problema del "dove sono?" e del "sono in ritardo od in anticipo?" per consentirgli di dedicare più tempo ad evitare ostacoli e condimeteo avverse e a controllare le sue "ore sei". Se gli altri velivoli da lei menzionati avavano questo tipo di dotazioni (ed io penso di sì) allora avevano certamente un buon vantaggio sull'F-104. Scusandomi ancora per il ritardo ed augurandomi di averle risposto nel modo più esauriente, le invio i miei più distinti saluti.