NEWS DI AGOSTO 2001
1/8/2001 ( gazzetta del sud )

Norimberga, perché le Fs si continuano a tirarsi fuori?

Le polemiche sulle autorizzazioni per l'utilizzo del molo Norimberga hanno fatto passare in secondo piano una delle questioni cruciali per il futuro del sistema dei trasporti nella nostra città: il ruolo delle Ferrovie dello Stato. Il segretario provinciale della Filt Cgil, Tiziano Minuti, non ha dubbi: «Nel Paese a due velocità – afferma – anche le Fs adottano comportamenti diversificati a seconda delle latitudini, optando per il consolidamento della propria presenza in aree già forti, concentrando la strategia d'impresa e le risorse economiche, perseverando invece nella marginalizzazione di territori che solo geograficamente sono marginali». Minuti, a questo proposito, cita un esempio significativo: «Nei giorni scorsi – dice – l'Autorità portuale di Savona e Trenitalia (la società di trasporto di emanazione Fs) hanno sottoscritto un accordo, articolato in tre fasi, che prevede a regime la realizzazione del sistema logistico integrato Savona-Vado-Cairo. Un'intesa per la quale l'Authority investirà 33 miliardi di risorse proprie, destinati al riordino degli impianti ferroviari portuali, alla realizzazione della seconda fase del raccordo di Vado Ligure e all'acquisizione di due nuovi mezzi di trazione. Trenitalia, da parte sua, gestirà le manovre ferroviarie all'interno dei bacini portuali e sarà promotrice di una società, in partnership con la stessa Autorità portuale ed altri operatori privati di trasporto e di logistica, che avrà l'obiettivo di aumentare l'efficienza del trasporto ferroviario dal porto di Savona-Vado verso i mercati interni». È una realtà ben distante da Messina, si dirà, ma non troppo. «Pur con le debite proporzioni – aggiunge il segretario della Cgil –, alle Ferrovie sono state offerte possibilità analoghe a quella ligure ma, sia l'eventualità di attivare linee di cabotaggio su rotte diverse e più lunghe della “Messina-Villa San Giovanni” sia la proposta dell'Autorità portuale di essere partner privilegiato nella gestione delle attività logistiche del molo Norimberga, sono state rifiutate con motivazioni poco convincenti, eludendo perfino la successiva ipotesi di ingresso nel consorzio “Norimberga Servizi”». Non è questa – si chiede Minuti – la logica di un progressivo «disimpegno dall'area dello Stretto»? È un tema che merita risposte.

1/8/2001 ( gds )

Molo Norimberga, tra dieci giorni il via alle opere

I traghettatori privati sfidano il sindaco di Milazzo, Nino Nastasi. I Tir non si fermano: nemmeno davanti ad un'ordinanza del primo cittadino. Lunedì sera la "Filomena Matacena", la nave della Ngi adibiata a collegamenti con Gioia Tauro è partita con i primi tre camion. Ieri addirittura viaggio a pieno carico, secondo le prenotazioni registrate al botteghino della Navigazione generale italiana. I camion hanno in pratica aggirato il divieto imposto dal sindaco che esclude la circolazione dei Tir nel porto dalle 21 alle 7. I mezzi pesanti si sono presentati sulla banchina prima dell'embargo.
Il consiglio comunale sull'argomento non è stato unanime come quattro anni fa quando il sostegno all'iniziativa dell'ex sindaco Carmelo Pino che per primo aveva bloccati i bisonti della strada era stato completo. La prossima mossa tocca al sindaco Nastasi irrintracciabile sino a tarda sera per un commento. Domani la querelle finirà sul tavolo del comitato portuale. Il segretario generale dell'Autorità portuale Franco Barresi avverte: "Non possiamo fare molto. Possono contare su una regolare autorizzazione allo sbarco che riguarda già le isole Eolie. I problemi di traffico riguardano l'amministrazione comunale. Ascolteremo il sindaco".
Intanto si procede a tappe forzate nel capoluogo per l'adeguamento del molo Norimberga dove da ottobre partirà il collegamento con Salerno. Ad attivarlo in pratica lo stesso gruppo a cui fa riferimento la Ngi: il cartello Tourist-Caronte. Tra dieci giorni inizieranno i lavori di adeguamento della banchina. Intanto sulla vertenza Stretto interviene Tiziano Minuti, della Cgil trasporti. Secondo Minuti le Ferrovie continuano nel processo di smobilitazione lasciando ai privati campo libero su qualsiasi iniziativa imprenditoriale. Le Fs, secondo Minuti avrebbero rinunciato contrariamente a quanto fanno in altre regioni come la Liguria a potenziare la loro flotta e le loro infrastrutture evitando accuratamente persino di entrare in compartecipazione nella gestione del molo Norimberga. Alle Ferrovie, spiega Minuti, sono state offerte inutilmente diverse possibilità di investimento, come quella di attivare rotte diverse da quelle di Villa San Giovanni.

2/8/2001 ( gds )

Milazzo, continua la sfida tra "Franza" e il sindaco

MILAZZO Il gruppo Franza continua a sfidare l'amministrazione comunale. Anche nei giorni scorsi è stato violato l'embargo sui Tir imposto dal sindaco Nino Nastasi. Ieri la "Filomena Matacena", della società di navigazione Ngi, è partita alla volta di Gioia Tauro con almeno tre camion a bordo. Così, il primo cittadino ha deciso di chiedere l'intervento dell'Autorità portuale. Oggi, alle 11, nel capoluogo il comitato portuale si occuperà anche della guerra dei Tir scoppiata nel centro mamertino. Nastasi chiederà all'ente che sovrintende sulle attività portuali degli scali di Milazzo e Messina, di sospendere d'autorità il collegamento con Gioia Tauro. Quei tir, secondo il sindaco, mettono in pericolo la circolazione del centro cittadino.
Il collegamento finito nell'occhio del ciclone è stato avviato venerdì scorso ed ha trovato sulla propria rotta l'opposizione dell'amministrazione comunale. Il sindaco alcune ore prima della corsa inaugurale ha emesso un'ordinanza che blocca l'ingresso in porto ai tir dalle 21 alle sette e le prime navi sono partite senza carico. Ma la NGi ed i camionisti hanno aggirato l'ostacolo, presentandosi in banchina prima dell'ora fissata dal provvedimento. La parola passa all'Autority. Il comitato portuale di oggi dovrà occuparsi anche di questioni che riguardano il capoluogo ed in particolare dei lavori di manutenzione dell'area fieristica. In gioco l'abbattimento dei muri di recinzione e quindi il via libera al progetto di water front affidato alla "Compagnia del mare".

3/8/2001 ( gazzetta del sud )

Ma in atto c'è un contenzioso tra l'Ente e la “Compagnia del mare” che ha chiesto 300 milioni
Fiera, pronto il piano di riqualificazione

Il futuro della Fiera e l'utilizzo del molo Norimberga. Due argomenti che nell'ultimo periodo hanno hanno creato un certo dibattito in città e che ieri sono stati nuovamente all'ordine del giorno del Comitato portuale. È stato sbloccato il primo progetto per la riqualificazione della Fiera già approvato dal Genio civile (sezione opere marittime). Da settembre verranno effettuati i primi lavori di risanamento ad opera dell'Autorità portuale per una spesa di circa quattro miliardi. Tra gli interventi maggiori: l'abbattimento di parte del muro di cinta di viale della Libertà, la ristrutturazione del teatro e la messa a norma degli impianti. Via libera quindi alla ristrutturazione di un'area di grande valore da troppo tempo abbandonata dalle istituzioni. Restano però da definire i rapporti tra l'Ente Fiera, attualmente retto da un commissario straordinario, Marcello Greco, e la “Compagnia del mare”, la società con a capo l'imprenditore Gaetano Mobilia che ha ottenuto la concessione demaniale degli spazi fieristici per quattro anni. Tra le due parti lo scorso mese è stata sottoscritta una convenzione sulla quale la Regione alcuni giorni fa ha chiesto chiarimenti. L'Ente della Campionaria deve però versare un canone di circa trecento milioni alla società titolare della concessione che ha inviato un ultimatum. «Ho inviato comunicazioni – ha dichiarato ieri il commissario dell'Ente – alla Regione e alla Prefettura per segnalare questa situazione». Una situazione che si è prospettata due giorni prima dell'avvio della Campionaria di agosto. L'Ente risulterebbe nuovamente abusivo e in giornata a tal proposito potrebbero esserci grosse novità. Il rischio che salti la manifestazione che partirà domani è minimo ma il contenzioso getta un'ombra oscura sulla nuova edizione della fiera. Da un argomento all'altro. Sull'attivazione della banchina di riva della zona falcata per il nuovo servizio marittimo con Salerno, ieri l'organismo dell'Autorità portuale ha approvato il verbale in cui è stato espresso parere favorevole alla nuova iniziativa imprenditoriale. E ieri è anche giunta voce di un nuovo collegamento tra il porto di Catania e quello di Reggio Calabria ad opera di altri imprenditori messinesi (tra cui Leopoldo Rodriquez).

3/8/2001 ( gazzetta del sud )

Il comandante dei vigili urbani evidenzia la costante abitudine a infrangere il codice della strada tra le cause principali degli incidenti in città
La repressione non basta, bisogna educare gli automobilisti

Strade cittadine a rischio, piene di trappole per automobilisti e centauri. Inosservanza delle più elementari regole dettate dal Codice della strada da parte di coloro che si mettono alla guida di autoveicoli e mezzi a due ruote senza rendersi conto di ciò che può causare una distrazione o una leggerezza. Sarebbero queste le principali cause dei 1.130 scontri (che hanno provocato 11 morti) verificatisi in città tra l'1 gennaio e il 25 luglio scorso. Un bollettino di guerra che rischia di passare “inosservato” e, quindi, di essere sottovalutato proprio per la quotidianità degli incidenti che, anche se con gravi conseguenze per le persone, porta ad una sorta di assuefazione. «Bisogna avere un maggiore rispetto per la propria vita e per quella degli altri – afferma il comandante del Corpo di polizia municipale Calogero Ferlisi – perché il numero spropositato di sinistri deve essere considerato un campanello d'allarme che rischia di assegnare alla nostra città tristi primati. Tutto avviene nonostante la presenza dei miei uomini – prosegue Ferlisi – perché il mancato rispetto delle norme del Codice della strada è ormai una abitudine di chi circola a bordo di mezzi. E spesso gli incidenti, anche quelli mortali, avvengono per “leggerezze” commesse dagli utenti della strada». Ma i numeri dei primi sette mesi dell'anno fanno riflettere: 1.130 incidenti di cui 11 mortali, 766 con lesioni, 354 con danni, 1587 le autovetture coinvolte, 271 i ciclomotori, 228 i motocicli, 108 gli autocarri, 93 i pedoni, 27 gli autoarticolati e 27 gli autobus. Negli incidenti la fascia d'età che maggiormente risulta coinvolta è quella tra i 21 e i 30 anni con 723 persone coinvolte, di cui 356 ferite e 365 senza alcuna lesione. La fascia oraria nella quale si registrano i maggiori incidenti è quella tra le 12 e le 16 con 309 sinistri (27,38%); 289 (25,59%) quelli verificatisi tra le 8 e le 12; 287 (25,33%) tra le 16 e le 20; 122 (10,81%) tra le 20 e mezzanotte; 69 (6,11%) tra le 4 e le 8 e 54 (4,78%) tra mezzanotte e le 4. Ma ciò che si evince dai rilievi eseguiti dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale e dai verbali (873) elevati dagli agenti è la totale incuranza delle norme dettate dal Codice della strada. Tra le violazioni maggiormente contestate, e spesso causa principale degli incidenti, quelle della mancata precedenza a destra (142), dell'arresto all'intersezione (110), dell'inosservanza della distanza di sicurezza (71), del cambiamento di direzione che provoca pericolo o intralcio (60), dell'omessa revisione del veicolo (20) e dell'apertura degli sportelli senza verificare il passaggio dei mezzi (27). Numeri che devono far riflettere perché, contrariamente a quanto spesso si crede, le conseguenze più gravi per le persone si verificano proprio negli scontri che avvengono in città. A sostenerlo, in una nota diramata nei giorni scorsi, è Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori. «Nei primi mesi estivi di quest'anno – sostiene – solo lo 0,5% degli incidenti mortali si è verificato in autostrada. Il resto, la carneficina, avviene sulle strade provinciali e statali dove a giocare un ruolo importante sono proprio le condizioni dell'asfalto». Nei prossimi giorni, su iniziativa del comandante Ferlisi, in città dovrebbe essere nuovamente avviata la campagna comunale di sensibilizzazione alla guida sicura.

3/8/2001 ( gds )

Il no al molo Norimberga, lettera dei 5 docenti universitari

Dai docenti universitari Nicola Aricò, Mario Manganaro, Federico Martino, Marcello Saija e Guido Signorino riceviamo e pubblichiamo: «Transfert. Proiezione. Inconsci meccanismi tramite cui chi parla oggettivizza situazioni della propria mente rigettandole sugli interlocutori o su immagini esterne. Prosciugato non è lo Stretto di Messina ma, forse, la capacità argomentativa di l.d., quanto meno quella che trova sfogo nel commento alla conferenza stampa dei docenti universitari impegnati per la riqualificazione della zona falcata (vedi Gazzetta del 27 luglio). In un dibattito intellettualmente onesto si devono confrontare e scontrare argomentazioni. Mascherare dietro titoli appartenenti al genere letterario del “demenziale” l'assenza di risposte ed argomentare solo l'esistenza di ingenti finanziamenti (“piovuti” o pazientemente costruiti?) non significa accettare un confronto e parteciparvi con mente aperta. Le argomentazioni di chi si oppone all'attivazione di uno svincolo autostradal-marittimo dal molo Norimberga sono chiare e propositive. Primo: il semplice spostamento del traghettamento di per sè non crea sviluppo nè occupazione. Secondo: le caratteristiche morfologiche e l'eredità storico-architettonica che insiste nella zona falcata fanno di questa l'unica area della città con reale elevato potenziale di attrazione dei flussi turistici e di sviluppo di attività nuove, creatrici, queste sì, di nuova occupazione (pregasi di non confondere Gardaland con un “concentrato monumentale” che ha caratteristiche di unicità: il commentatore non prende lucciole per lanterne ma lanterne, inclusa quella del Montorsoli, per lucciole). Terzo: i mezzi ro-ro non abbisognano di megaporti ma di semplici attracchi, realizzabili in tempi rapidi in altri punti del fronte a mare liberando la città dai tir. Quarto: le copiose risorse finanziarie vanno concentrate per realizzare immediatamente l'alternativa a minor impatto ambientale per la città (approdo a sud direttamente collegato con l'autostrada). Quinto: si utilizzi da subito il tempo di attesa per la smilitarizzazione dell'Arsenale per progettare il recupero e la destinazione turistica della zona. L'insieme di questi punti costituisce un quadro compiuto, al cui interno l'autostrada del mare è compatibile con l'avvio di nuove esperienze di sviluppo economico e di crescita occupazionale per la città. Altro che “aria e fantasia”, altro che utopie. Con buona pace di l.d. i docenti universitari avanzano argomentazioni ragionate e proposte concrete, con animo libero e senza interessi da difendere. Non è sano pretendere di zittire, in nome del silenzio passato, chi inizia finalmente a discutere».

3/8/2001 ( gds )

Il Comitato portuale decide oggi sugli interventi da avviare a settembre
Si parte col rilancio della Fiera


Un'area di grande valore già consegnata ai privati in cui da settembre dovrebbero partire i primi interventi di riqualificazione. Oggi, nel corso di una nuova seduta del Comitato portuale, sarà preso in esame il progetto sulla manutenzione straordinaria di uno spazio prezioso che deve ritornare ad essere motore di sviluppo ma che per tanto tempo è stato lontano dall'attenzione delle istituzioni. I primi interventi dovrebbero partire a settembre, subito dopo l'espletamento della gara d'appalto da parte dell'Autorità portuale. Il Genio civile (sezione opere marittime) ha già approvato il progetto che tra gli interventi maggiori prevede l'abbattimento di parte del muro di cinta di viale della Libertà e la ristrutturazione del teatro. La spesa degli interventi, che saranno a carico dell'Authority, non è stata ancora quantificata ma l'importo a base d'asta dovrebbe essere di circa quattro miliardi. Ed è questo il primo passo per il recupero degli spazi della cittadella fieristica. La seconda fase del piano di rilancio dell'area prevede una manutenzione ordinaria a carico della “Compagnia del mare”, la società con a capo l'imprenditore Gaetano Mobilia, che ha ottenuto la concessione demaniale dell'area fieristica. Si tratta di un primo intervento del piano complessivo di riqualificazione che prevede un investimento iniziale di tre miliardi. Il recupero della Fiera entrerà nel vivo comunque con l'attuazione del progetto redatto dagli architetti Cesar Portela e Leonardo Urbani. L'obiettivo è quello di creare una Fiera polifunzionale aperta tutto l'anno. E forse quella in programma a giorni sarà l'ultima Campionaria dello Stretto con lo stile tradizionale. Tra un anno si cambia senza però dimenticare che la città è dei messinesi. Quei messinesi che alla fiera di agosto ci tengono. Lo stesso sindaco Salvatore Leonardi ha ribadito ai privati che nell'area dovranno essere garantite le manifestazioni fieristiche. All'ordine del giorno della nuova seduta del Comitato portuale anche il caso sollevato a Milazzo dalla Ngi che ha avviato un nuovo collegamento marittimo con il porto di Gioia Tauro. Il sindaco della città mamertina, Nino Nastasi, ha chiesto un intervento del Comitato portuale dopo che imbarcando i primi tir sulla nave “Filomena Matacena”, la compagnia marittima ha di fatto violato l'ordinanza del primo cittadino che ha vietato l'ingresso dei mezzi pesanti in città. «Abbiamo ricevuto una richiesta – ha detto il segretario generale dell'Autorità portuale, Franco Barresi – che metteremo all'attenzione del Comitato». Il porto di Milazzo da circa un anno, infatti, rientra nella giurisdizione dell'Authority di Messina.

3/8/2001 ( gds )

Tir a Milazzo, si defila il comitato

Il comitato portuale non interverrà nella guerra dei Tir scoppiata a Milazzo.
Lo scontro tra il gruppo Franza e l'amministrazione comunale mamertina per la nuova linea tra Milazzo e Gioia Tauro, gestita dalla Ngi (consociata del gruppo Tourist), approda nella sede dell'Autorità portuale. Ieri mattina negli uffici di via Vittorio Emanuele nel capoluogo, si è parlato anche della querelle scoppiata nel centro mamertino.
Il comune di Milazzo, che da venerdì scorso, giorno del viaggio inaugurale della nuova linea, ha interdetto l'ingresso in porto ai Tir nel tentativo di far desistere gli armatori, ha chiesto all'Autority di intervenire sospendendo d'imperio il collegamento con la Calabria.
I Tir, infatti, da lunedì, aggirando l'ordinanza del sindaco, arrivano sulla banchina qualche ora prima dell'embargo, che scatta alle 21, e si imbarcano ugualmente sulla nave della Ngi.
L'amministrazione ha chiesto l'inserimento della questione, di cui si è parlato soltanto in maniera informale, all'ordine del giorno. Secondo il comune mamertino il porto, collegato con il resto della viabilità da una sola via d'accesso (la via dei mille) non è in grado di sopportare il peso dei Tir.
Gli obiettivi da privilegiare sarebbero invece secondo l'amministrazione il traffico turistico ed il movimento commerciale.
Dall'autorità portuale però nessuna ciambella di salvataggio. Il presidente Giuseppe Vermiglio avrebbe detto anzi, a chiare lettere, che l'Autority non ha alcuno strumento giuridico per impedire agli armatori di continuare il collegamento.
La riunione ufficiale sull'argomento diventa quasi superflua. La prossima mossa spetta al sindaco Nino Nastasi che dovrà decidere se anticipare l'ora dell'embargo rendendo ancora più difficile l'ingresso dei bisonti della strada nell'area portuale.
Il comitato portuale ieri si è occupato anche del molo Norimberga di Messina, da dove, da ottobre, partirà il collegamento con Salerno. Vermiglio ha reso noto che la procura della Repubblica ha acquisito gli atti dell'ultima seduta che riguardano appunto l'autorizzazione rilasciata alla Norimberga spa ad effettuare i lavori di adeguamento del molo.

4/8/2001 ( gds )

Tir sul Boccetta, delibera prorogata
Si potrà transitare solo per 4 ore

E' stata ulteriormente prorogata sino al 31 agosto, l'ordinanza sindacale delle fasce orarie sul Boccetta, entrata in vigore il 7 maggio scorso, per limitare il transito dei mezzi pesanti sull'arteria. Quindi si continuerà a transitare dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20.
La limitazione riguarda i mezzi provenienti dall'autostrada nonch‚ dagli scali marittimi dei traghetti. Sono esclusi dai divieti, i veicoli destinati al trasporto pubblico. L'ulteriore validità del provvedimento, ‚ stata attuata anche alla luce della nota del Ministero dei Trasporti, che si ‚ espresso favorevolmente sui contenuti dell'ordinanza, confermando che l'ipotesi di una chiusura totale degli svincoli, non è da prendere in considerazione.
Il sindaco, Salvatore Leonardi, ha deciso che la proroga dovrà andare avanti per limitare e ridurre i rischi di incidenti, nonchè l'inquinamento acustico ed atmosferico sul viale Boccetta. Gli abitanti della zona, hanno manifestato compiacimento per l'ulteriore proroga, ringraziando il sindaco per la decisione, che hanno definito "giusta e di buon senso". Hanno inoltre auspicato, che si possa continuare così, per i successivi mesi.
L'argomento sarà comunque approfondito nella prossima settimana, quando il Prefetto Giosuè Marino, convocherà una nuova conferenza dei servizi per discutere dei nuovi provvedimenti da prendere. La data precisa della riunione non è stata ancora resa nota, ma si dovrebbe trattare di giovedì prossimo.

4/8/2001 ( gazzetta del sud )

Molo Norimberga, la Soprintendenza sblocca il progetto di consolidamento

I ventotto miliardi assegnati dal Governo per il risanamento definitivo del molo Norimberga saranno spendibili. La Soprintendenza ai beni culturali ha sbloccato il progetto sul consolidamento della vasta banchina di riva della zona falcata. La soprintendente Giovanna Maria Bacci e il direttore della sezione beni architettonici Rocco Scimone ieri mattina hanno firmato il provvedimento che di fatto rende esecutivo il piano predisposto dal Genio civile (sezione opere marittime di Palermo) su incarico dell'Autorità portuale. La decisione dei mesi scorsi della Soprintendenza di bloccare i primi lavori avviati al Norimberga per la posa dei binari ferroviari a seguito del ritrovamento di alcuni resti della Real Cittadella, in particolare della «Porta Norimberga», non faceva ben sperare sulla possibilità di effettuare gli interventi necessari a rendere pienamente agibile il molo. Lo stesso presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, aveva lanciato l'allarme sul rischio di perdere il finanziamento. Con il protocollo d'intesa sottoscritto lo scorso mese, invece, l'Authority e la Soprintendenza hanno trovato un compromesso per risanare un'area da tempo degradata e allo stesso tempo per garantire la salvaguardia dei beni architettonici della zona falcata. «La sezione archeologica – ha assicurato a tal proposito l'architetto Scimone – naturalmente seguirà i prossimi scavi considerato che in quest'area ricade il porto antico». Lo scorso mese l'Ufficio contratti del ministero dei Lavori pubblici ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea il bando di gara per i lavori di consolidamento e per l'avvio del terminal commerciale previsto nel Piano regolatore del porto e finanziato dal ministero dei Trasporti. Anche il bando era stato sottoposto alla Soprintendenza e non erano stati riscontrati elementi negativi dal punto di vista della tutela dei beni culturali. Lunedì il progetto sarà inviato ai vertici dell'Autorità portuale; il 31 agosto scade invece il termine di presentazione delle richieste da parte delle imprese. Successivamente verrà espletata la gara. Entra così nel vivo quel piano destinato a disegnare il nuovo volto del «Norimberga». Per la banchina più grande del porto, che già da tempo poteva rappresentare il fulcro delle attività portuali, si prospetta un futuro meno nebuloso. Gli scavi riavviati dalle Ferrovie dello Stato dopo l'accordo tra Autorità portuale e Soprintendenza saranno ultimati entro la fine dell'estate. Successivamente si passerà appunto alla fase più concreta: quella relativa ai lavori di consolidamento. All'attenzione della Soprintendenza c'è anche un altro progetto che riguarda la zona falcata. La prossima settimana, infatti, dovrebbe essere sbloccato il piano sulle prime demolizioni da avviare in una porzione di porto dove da tempo regna il caos.

4/8/2001 ( gazzetta del sud )

Cantieri aperti, la città “scoppia”

«Se riusciremo a ricavare aree di parcheggio su viale Giostra, nei giorni della Fiera sarà istituito un servizio di bus navetta». A ribadirlo è l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo. Il “se” è alquanto significativo: a pochi giorni dall'inaugurazione della Campionaria nulla è stato ancora definito sul piano concreto per cercare di attenuare i disagi causati dalla presenza dei cantieri del tram lungo il viale della Libertà e la via Vittorio Emanuele. Quella parte di territorio comunale compresa tra l'ex Gazometro e la Prefettura rischia di essere completamente paralizzata, senza che si scorgano alternative concrete sul piano viario. Ma c'è di più. È di ieri il comunicato stampa con il quale si avverte che, per lavori Enel, da lunedì prossimo fino al 10 agosto, dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 17, verranno eseguiti interventi di scarifica e di pavimentazione nelle vie Pola, Boner e Cappellini. Si tratta di arterie secondarie che, però, proprio nel periodo della Campionaria d'agosto, assumono un'importanza strategica vista la vicinanza alla cittadella fieristica. In discussione non è lo svolgimento di lavori ritenuti ovviamenti necessari dalla società elettrica ma il fatto che siano troppi i cantieri aperti contemporaneamente. Messina ormai da tre anni si trova ad essere come Roma durante gli interventi programmati per il Giubileo. La differenza, però, è che nella Capitale i cantieri alla fine sono stati chiusi e qui invece l'intero centro urbano è trasformato quasi in un'unica area sventrata e transennata. Forse sarebbe il caso di dar vita ad un Osservatorio su tutte le opere in corso, di iniziativa pubblica o privata, in grado di monitorare continuamente la situazione, di denunciare ritardi e inadempienze, di sollecitare l'adozione di provvedimenti finalizzati a far “respirare” la città.

5/8/2001 ( gazzetta del sud )

Il “monito” di Leonardi e la replica di Mobilia: «I privati realizzeranno quel che non ha fatto l'ente pubblico»

Il futuro della nuova cittadella fieristica di viale della Libertà è cominciato ufficialmente da ieri. Nel giorno dell'inaugurazione della sessantaduesima Campionaria, il presidente della Compagnia del Mare – la società che ha avuto in concessione per quattro anni la gestione – ha preso possesso dei beni e dell'intera area, dove da settembre partiranno i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. «Si è chiusa una fase, ora scriveremo un nuovo libro», dichiara l'imprenditore Gaetano Mobilia. Il sindaco ieri ha lanciato un “monito” ai privati, affinchè «non si creino situazioni di incompatibilità tra il progetto di restituire alla città la fruibilità dell'intero affaccio a mare con quanto si andrà a realizzare nei prossimi mesi in quest'area. L'amministrazione ha previsto di bandire un concorso internazionale di idee sul recupero del water-front dalla Passeggiata a mare all'Annunziata. Si tratta quindi di ricucire, nel migliore dei modi, questo sito con il tessuto urbano, allocando qui un polo culturale e turistico che non sia tuttavia in concorrenza, o peggio, in conflitto con quell'Ente Fiera che per oltre 60 anni ha legato la sua attività alla permanenza in quest'area. Nè tantomeno – ha proseguito Leonardi – ci uniremo a coloro che vorrebbero approfittare delle attuali difficoltà nella vita dell'Ente per ridurlo ad un ruolo marginale, se non folkloristico». Il sindaco, inoltre, pur giudicando positivamente ogni iniziativa privata finalizzata al rilancio turistico della città, ha ribadito «che non si potrebbe in alcun modo ammettere nè tollerare che questa preziosa porzione del territorio venga nuovamente negata alla libera fruizione dei cittadini per essere destinata ad un uso esclusivo dei privati». Mobilia non sembra aver preso bene il “monito” di Leonardi. «Il sindaco – dichiara – sa benissimo che la nostra iniziativa parte proprio dalla necessità di aprire alla fruizione pubblica cinque ettari di un'area che da decenni rimane chiusa e accessibile solo nei periodi delle rassegne fieristiche. I lavori di manutenzione dureranno circa sei-otto mesi, poi non solo sarà garantito l'accesso alla cittadella, ma lo si renderà piacevole, controllato e sicuro, perchè ci saranno servizi di accoglienza e di vigilanza costante». Il presidente della Compagnia del Mare snocciola una serie di cifre: «Ieri abbiamo versato all'Autorità portuale 600 milioni di lire per il canone concessorio e presentato una fidejussione bancaria di un miliardo e mezzo. Abbiamo previsto per quattro anni una spesa di 26 miliardi e solo gli interventi di manutenzione e di riqualificazione costeranno circa 5 o 6 miliardi l'anno. Siamo imprenditori che investono per avere ovviamente anche un ritorno economico, non siamo “salvatori della patria”, ma se la Campionaria si è potuta inaugurare, è perchè questa società si è accollata per intero il canone, senza avere dalla Fiera ancora le somme pattuite, cioè solo un terzo di quanto avrebbe dovuto pagare l'Ente (o il Comune per lui) all'Autorità portuale. Noi non siamo più bravi di altri ma gli amministratori locali dovrebbero spiegare perchè nel passato non si è riusciti ad immaginare e ad attuare il progetto a cui daremo vita nei prossimi mesi. Il problema non è solo garantire la fruizione pubblica. Nelle ville e villette comunali, i cittadini hanno libero accesso ma poi cosa trovano, se non situazioni di abbandono e di degrado? E allora è nostro interesse assicurare l'accesso libero e sicuro e, nello stesso tempo, offrire all'interno della cittadella quei servizi di alta qualità che possano attrarre flussi di visitatori in tutti i periodi dell'anno, a differenza di quanto accaduto fino ad oggi». Mobilia replica anche sulle questioni attinenti strettamente alla Fiera. «Rispetteremo – dice – l'accordo assunto con il commissario regionale, garantendo nei quattro anni lo svolgimento della Campionaria d'agosto. Ma occorre anche essere chiari sull'argomento: qualunque Fiera al mondo ormai ha bisogno di spazi coperti molto più ampi, superfici non inferiori a 50 mila metri quadrati. Se si vuole davvero il rilancio dell'Ente fieristico, bisogna costruire nel futuro una nuova sede, per la quale occorrerà prevedere un investimento di almeno 250-280 miliardi. È inutile prendere in giro la gente. All'interno della cittadella di viale della Libertà dovranno continuare le attività espositive, ma bisogna puntare su rassegne specializzate, di grande qualità. La Fiera di Messina è scaduta ad un ruolo “folkloristico” proprio perchè non c'è stato nessuno che ha investito risorse e ha scommesso su questi temi. Avrebbe dovuto farlo il Comune, ma sappiamo che l'ente locale riesce a stento a garantire la manutenzione degli spazi pubblici esistenti. Ecco perchè intendiamo scrivere una nuova pagina di storia cittadina, con il concorso ovviamente di tutte le forze economiche, sindacali e sociali di Messina». Conclusa la Campionaria, sarà questo sicuramente uno degli argomenti maggiormente dibattuti nei prossimi mesi. Il comitato “La nostra città” ieri ha rivolto nuove dure accuse al sindaco, accusato di «fare il gioco dei poteri dominanti» e di aver «lasciato campo libero alle offerte di una società privata che utilizzerà l'area senza un progetto chiaro e trasparente». Tutti, però, dovrebbero avere il coraggio e l'onestà intellettuale di fare i conti con il passato più o meno recente, tenendo sempre a mente cosa è stata la cittadella fieristica nel corso degli ultimi dieci anni, in quali condizioni è stata lasciata, quali erano le vocazioni di quelle aree demaniali e quante le occasioni di sviluppo e di rilancio economico che sono andate alle ortiche.

5/8/2001 ( gazzetta del sud )

La richiesta del circolo territoriale di An
«Si attivi il metrò del mare»


«Se il gruppo Tourist-Caronte vuole davvero offrire un servizio alla città, pensi ad attivare una linea di collegamento tra le località del litorale e le aree portuali e della Stazione marittima. Il “metrò del mare” sarebbe il miglior risarcimento nei confronti dei messinesi costretti a subire da decenni il traffico dei mezzi gommati pesanti in pieno centro urbano». La richiesta proviene dal circolo territoriale “L'impegno” di Alleanza nazionale ed è destinata ad aprire nuove discussioni su un tema che non ha mai perduto di attualità ma che assume ancora maggiore rilevanza alla luce delle novità registrate in altre parti d'Italia. Venerdì, infatti, è stata attivata la prima linea della metropolitana del mare che collega i comuni della costiera vesuviana, tra Napoli e Sorrento. Un'iniziativa curata dalla Snav e non casualmente l'aliscafo che ha svolto la corsa inaugurale reca il nome della nostra città (Alijumbo Messina). «Il metrò del mare – sottolinea il presidente del circolo di An Stefano Notti – consentirebbe di diversificare compiutamente il sistema dei mezzi di trasporto pubblico, contribuendo a decongestionare il traffico cittadino. L'invito che rivolgiamo alla Tourist e alla Caronte va letto anche in questa direzione e per le due società sarebbe quasi un dovere morale offrire questa alternativa alla nostra città». In ogni caso, il circolo di An preannunzia un convegno sull'argomento, chiedendo la mobilitazione degli enti locali e di tutte le forze economiche interessate ad investire risorse per migliorare la qualità della vita a Messina.

5/8/2001 ( bob brown )

L'alieno e l'effimero

Presa com'è stata durante tutto l'anno dalla soluzione(?) di gravi emergenze, l'amministrazione comunale si è accorta solo ad Agosto di allestire uno striminzito programma di spettacoli anticamente denominato "Agosto Messinese".
Con la solita buona dose di rame e stagno con cui si cosparge il volto prima d'essere intervistato, l'alieno più famoso della città ha spiegato che è tempo che di queste manifestazioni si facciano carico i privati (?)(perchè ha rifiutato la proposta Bernava?) e che la cultura non va confusa con l'effimero che, bontà sua, caratterizza gli spettacoli in piazza, dimenticando che questi ultimi sono a abeneficio di coloro che non hanno potuto permettersi delle vacanze fuori città.
Visto che quasi nessuno ha provato a chiedere maggiori precisazioni, provo a chiedere all'alieno, a quello che non ti guarda mai in faccia, al TIR..adritto, alla macchietta di se stesso: a quali privati si riferisce?
Forse a coloro che, una volta conquistato tutto il WaterFranz, provvederanno a "ristorare" e "rallegrare" i messinesi?

8/7/2001 ( gds )

"Giù le mani dalla cittadella"

Il Comitato la nostra città sposta l'attenzione dal viale Boccetta alla Fiera ed inizia una nuova battaglia. "Giù le mani dalla cittadella", grida Saro Visicaro e si rivolge ai consiglieri comunali invitandoli a non abdicare al loro ruolo di controllo. "Oggi il sindaco sta rendendo impossibile quello che nessuno si era mai permesso di fare, destinare ad uso esclusivo di un gruppo economico la cittadella fieristica, anche attraverso una trasformazione urbanistica ed architettonica. "Tutto ciò con licenza di deturpare". Secondo il portavoce del Comitato il disimpegno del primo cittadino nella fase che ha portato alla concessione demaniale per 4 anni alla Compagnia del mare rappresenterebbe un duro colpo al futuro dell'Ente Fiera ed alla fruibilità del fronte a mare. "Troppo tardive le sue dichiarazioni e gli ammonimenti a chi ha già preso possesso dell'area". Visicaro non risparmia attacchi al Comitato portuale colpevole di aver esautorato, attraverso il rilascio di autorizzazioni e concessioni, i livelli decisionali. "Vermiglio e Barresi hanno così determinato _ si legge nella nota inviata ai capigruppo di Palazzo Zanca _ nel vuoto assoluto della politica, il futuro urbanistico e produttivo della città, localizzando a piacimento approdi, scali, o rendendo possibili attività espositive, turistiche, ricreative e servizi". Dopo anni di disattenzione da parte dei consigli comunali, stavolta qualcuno deve intervenire, dichiara Visicaro ricordando ai consiglieri come "L'uso del territorio deve passare attraverso le funzioni e gli atti del consiglio, non si può permettere in silenzio l'ulteriore asservimento della città agli interessi di pochi".

8/7/2001 ( gazzetta del sud )

Una faglia nella galleria dell'Annunziata determina dei cedimenti nelle strutture: occorre un ulteriore consolidamento
Svincoli nel... tunnel
La strada dell'Università “cozza” con i sottopassi

Gli svincoli di Giostra-Annunziata entrano nel... tunnel. Oddio, non che prima la strada per l'ultimazione dell'importante infrastruttura apparisse spianata. Ma ai “guai” che hanno già rallentato o praticamente fermato tutti i tre lotti dell'appalto (aggiudicati i primi due alla “Gepco-Salc” e il terzo al raggruppamento “Annunziata Scarl” costituito dalle ditte Torno, Gitto e Vinci) si è aggiunto nei giorni scorsi un nuovo ostacolo che rischia di rendere ancor più un miraggio la fine dei lavori. Sull'entità del problema, in verità, ci sono posizioni contrastanti da definire tra il consorzio e la direzione lavori. Di certo c'è che nel tratto della galleria dell'Annunziata che verrà allargato per creare le piazzole previste dalla normativa post-Monte Bianco (e oggetto della terza e sin qui ultima perizia di variante) lo scavo ha fatto riscontrare la presenza di una faglia che satura d'acqua il terreno, creando delle forti sovraspinte a carico delle strutture. In particolare, l'accumulo di pressione ha causato un cedimento del rivestimento provvisorio, costituito da sentine in acciaio e beton , che è stato interessato da un abbassamento nell'ordine dei 20-30 centimetri: «non è un problema – spiegano i responsabili dell'impresa – perché quello strato va comunque demolito e sostituito con il rivestimento definitivo, però ha permesso di evidenziare l'entità della spinta operata sulle strutture, tale da rendere necessario un consolidamento maggiore rispetto a quello già previsto prima di poter procedere all'allargamento dello scavo». A preoccupare, infatti, è proprio la circostanza che in quel tratto la larghezza della galleria sarà di circa 20 metri, praticamente il doppio della sezione corrente: in caso contrario – sempre secondo l'impresa – l'ulteriore consolidamento non sarebbe stato indispensabile. A quanto sembra, si tratterà di un adeguamento dei lavori di consolidamento previsti, e non già di una vera e propria variante. La tipologia dell'intervento da effettuare verrà determinata a giorni (come detto) in contraddittorio con la direzione lavori, dalla quale è giunto comunque un ridimensionamento del problema: «Nel corso di alcune riunioni, nei giorni scorsi – ha ribattuto l'ing. Beppe Rodriquez, progettista e direttore dei lavori – è stata semplicemente evidenziata l'utilità di un consolidamento, ma solo a causa del fatto che la galleria è aperta da ormai un anno e questi cedimenti trascurabili possono verificarsi». E nelle ultime riunioni è tornato d'attualità anche un vecchio problema, già denunciato a marzo dall'impresa: la strada (già asfaltata e completa di sottoservizi e illuminazione) costruita dall'Università a servizio degli impianti sportivi della cittadella in via di ultimazione all'Annunziata si sovrapporrebbe con lo svincolo, in particolare con gli scatolari dei sottopassi: «Probabilmente la strada è stata costruita per errore a una quota più alta rispetto a quella concordata – spiegano ancora dalla “Annunziata Scarl” – e non c'è lo spazio per realizzare i sottopassi, che dovrebbero sorgere al di sopra della sede stradale». Tra quest'ultima e la struttura dello svincolo, difatti, anche con il semplice rilevato senza gli scatolari la luce sarebbe di appena un metro e mezzo: del tutto inadeguata per il passaggio dei mezzi, tutt'al più – con qualche accorgimento – appena sufficiente per il transito pedonale. «O si demolisce o, anche con una variante, la strada va spostata», denunciano i responsabili dell'impresa. Ma è da escludere che l'Università possa accettare tale punto di vista senza opporsi: insomma, un'altra “grana”. Su questo «slittamento del tunnel di collegamento Giostra-Annunziata» e più in generale sulla situazione di questi lavori, oltre che di quelli della tranvia, ha interrogato ieri l'amministrazione il consigliere Luigi Beninati (Democratici), allarmato anche «dall'impossibilità di raccordo con l'asse viario dell'Annunziata, che avrebbe dovuto essere previsto» e dalle cospicue riserve economiche delle imprese.

8/7/2001 ( gazzetta del sud )

Tram, a giorni operativo il nuovo piano di viabilità

Dopo i problemi di circolazione verificatisi domenica sera, in concomitanza con l'uscita dei visitatori della Fiera campionaria, nella zona di viale della Libertà, torna bruscamente d'attualità il piano di viabilità alternativa per il periodo in cui il viale e la Cortina del porto saranno interessati dalle nuove aree di cantiere per la costruzione della tranvia. Oggi l'arch. Giuseppe Falzea della direzione lavori incontrerà l'impresa “Gepco-Salc” per definire la conclusione della sistemazione di via Boner, che insieme a via Pola diventerà a senso unico per ricevere parte del flusso di traffico in direzione sud-nord (per il resto “dirottato” su via Garibaldi). L'eliminazione dello spartitraffico su viale Giostra è stata completata, a giorni potrà partire la viabilità alternativa e quindi seguirà la cantierazzazione dei lavori. Intanto, con la collocazione delle palme nel tratto dall'incrocio con via S. Cecilia a quello con via Trieste è stata completata la sistemazione a verde di viale San Martino e piazza Cairoli, sempre nell'ambito della tranvia. A distanza di parecchi mesi, invece, sul viale della Libertà (nella parte già ultimata, arredata a palme e ficus beniamina ) è rimasto “scoperto” un tratto a nord degli imbarcaderi privati. I motivi di questa “lacuna” nella sistemazione a verde restano misteriosi

9/7/2001  ( la sicilia )

Maggiore attenzione per la zona sud
Il VI Quartiere chiede di non prorogare più le fasce orarie per i Tir


Al VI Quartiere non va proprio giù la proroga dell'ordinanza che istituisce le fasce orarie per i camion che percorrono il viale Boccetta. Come più volte denunciato, la Circoscrizione ribadisce l'estrema pericolosità del percorso obbligatorio per i Tir tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20, quando cioè è impossibile attraversare il viale Boccetta. Con un ordine del giorno votato nel corso dell'ultima seduta, il Consiglio del Quartiere ha chiesto al sindaco di non prorogare più il contestatissimi provvedimento, che dovrebbe concludere i suoi effetti il prossimo 31 agosto. Nelle more della scadenza, il primo cittadino, Turi Leonardi ed il prefetto, Giosuè Marino, concorderanno nuove iniziative anti-traffico. Appurato che non è consentita la chiusura di tutti gli svincoli cittadini in un determinato orario, è possibile che si modifichino le attuali fasce orarie, vietando il transito sul Boccetta solo nelle ore notturne, e cioè dalle 22 alle 6 del mattino, quando i pericoli per la zona sud della città sarebbero ridotti al minimo.
Il sindacato Rdb chiede tempi brevi per il nuovo approdo — L'osservatorio urbano del sindacato autonomo Rdb torna a parlare di secondo approdo. Ieri con un comunicato firmato da Giovanni Scimone, viene evidenziato che «l'attuale sottomissione della città al transito dei Tir rappresentato uno stato d'inaudita gravità. Invitiamo i neo eletti senatori e deputati messinesi a sensibilizzare il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, affinché inserisca la risoluzione di questo trentennale vuoto infrastrutturale nel pacchetto di opere pubbliche di estrema priorità».

9/7/2001  ( la sicilia )

Querelle sul collegamento con Gioia Tauro
Milazzo: «sguinzagliati» i vigili per bloccare i camion di notte


MILAZZO — Continua il braccio di ferro tra l'Amministrazione comunale e la «Ngi», compagnia di navigazione marittima. L'ordinanza del sindaco, emessa alcuni giorni fa, vieta l'ingresso, nell'area portuale e nel centro cittadino, ai mezzi pesanti a partire dalle 21 e fino alle 7 del mattino. La decisione è scaturita a seguito dell'istituzione del collegamento tra Milazzo e Gioia Tauro da parte della «Ngi», che l'Amministrazione ha osteggiato sin dall'inizio. Il collegamneto delle navi ro-ro prevede la partenza dal porto di Milazzo alle 22. L'ordinanza sindacale ha creato non pochi problemi alla «Ngi», che non riesce a riempire le proprie navi. E dalla sera di lunedì va anche peggio: il Comando dei Vigili urbani, infatti, ha predisposto un controllo a tappeto su tutti i varchi d'ingresso al centro cittadino, e quindi al porto, con conseguente blocco dei Tir diretti alla navi. Sono stati molti i camionisti costretti a fermare il proprio mezzo e, tra questi, anche sei autobotti che avrebbero dovuto rifornire di carburante le isole Eolie.
Intanto, il Consiglio comunale ha ribadito il suo no al nuovo collegamento marittimo, dando mandato al sindaco, Nino Nastasi, di «utilizzare tutti i mezzi per impedire che venga intaccato lo sviluppo economico della città». Lo ha deciso all'unanimità l'organo consiliare che ha approvato un documento concordato da maggioranza ed opposizione. Ad esprimere il loro no anche i consiglieri come Enzo Russo e Antonio La Rosa, che in un primo momento sembravano propensi a concedere una fase sperimentale del servizio. Assenti al momento della votazione Pippo Doddo (vicino a Fi) e Santino Napoli (Udeur) che avevano dato il loro assenso.

9/7/2001 ( gazzetta del sud )

Torna d'attualità il progetto presentato dai sindacati nel 1999 mentre la Cisl si schiera con la Compagnia del Mare
Il nuovo quartiere fieristico all'ex Sanderson


Quattro anni di tempo per disegnare le nuove strategie e per concretizzare il progetto di un nuovo quartiere fieristico. La concessione della cittadella di viale della Libertà alla Compagnia del Mare se, da un lato, consentirà di salvaguardare le manifestazioni fieristiche da qui al 2004, dall'altro, appare come l'avvio di un percorso da cui è difficile ormai tornare indietro. Quella che è giunta al capolinea non è la storia ultrasessantennale della Fiera di Messina ma un equivoco di fondo che ha caratterizzato gli ultimi anni e che ha portato ad un progressivo degrado delle strutture e ad un sempre più desolante abbassamento dei livelli di qualità delle iniziative commerciali e imprenditoriali. Nell'era dello sviluppo tecnologico e informatico, non poteva non cambiare profondamente anche il pianeta delle Fiere e molte realtà, italiane ed europee, sono riuscite ad attrezzarsi per tempo. Le “feste di popolo”, così come le sagre paesane, devono continuare ad avere una loro rilevante funzione ma adesso tutto ciò non basta e, per competere con il resto del mondo, si deve necessariamente pensare in grande. È stato giustamente sottolineato che un polo fieristico degno di tal nome non può avere superfici coperte inferiori ai 50 mila metri quadri, non può non essere collegato direttamente con le autostrade, non può non avere vaste aree di parcheggio e, alle spalle, un retroterra di realtà produttive, industriali, artigianali o commerciali. Il nuovo quartiere fieristico non può certo essere riproposto nella cittadella di viale della Libertà. E, d'altra parte, le scelte urbanistiche contenute nel nuovo Piano regolatore indicano come sede ideale la zona sud. Se è vero che l'ipotesi originaria era quella delle aree militari occupate attualmente dal XXIV Artiglieria, è anche vero che oggi appare più che mai di attualità il tema del recupero di sterminate aree dismesse, che un tempo ospitavano floride aziende dalle quali dipendeva in gran parte l'economia messinese e che adesso gridano vendetta, abbandonate come sono nel più assoluto degrado. Il riferimento, quasi scontato, è ai terreni e alle strutture dell'ex azienda agrumaria Sanderson di Pistunina. È un delitto lasciare che ben 80 mila metri quadrati di aree collocate in una posizione strategica siano adibiti ad un cimitero di capannoni e di vecchie macchine industriali. Quella di realizzare all'ex Sanderson il nuovo polo fieristico non è solo un'idea. Nel novembre '99 a presentare una dettagliata proposta progettuale furono i rappresentanti dei sindacati confederali, assieme al dott. Giovanni Bitto e all'ing. Maurizio Sebbio. In realtà, quella di Pistunina era una delle due proposte in campo, visto che l'obiettivo primario dell'Ente e delle organizzazioni sindacali restava quello di riutilizzare gli spazi della cittadella di viale della Libertà. Ma l'ubicazione nel sito dell'ex Sanderson, a detta di molti esperti, potrebbe essere non solo la soluzione più vantaggiosa sul piano geografico, politico e territoriale, ma anche quella realizzabile in tempi relativamente brevi. Le aree sono di proprietà dell'Esa, quindi della Regione siciliana, cioè l'istituzione a cui fa riferimento l'Ente fieristico di Messina. E allora potrebbe essere facilitato il compito degli enti locali, non ci sarebbero lunghe procedure espropriative da portare a termine, i piani di bonifica potrebbero scattare immediatamente, non verrebbero richieste particolari opere di sbancamento e di consolidamento e, per la costruzione del nuovo quartiere fieristico, si potrebbe attingere ai finanziamenti comunitari. I sindacati due anni fa proponevano anche il reimpiego della forza lavoro dell'ex Sanderson, sottolineando come la nuova Fiera fosse destinata ad inserirsi in una zona già attrezzata per lo sviluppo artigianale e industriale e a contribuire al rilancio e alla riqualificazione dell'intera zona sud. E non è trascurabile neppure un altro aspetto, a suo tempo evidenziato da Cgil, Cisl e Uil: il collegamento con gli svincoli autostradali di San Filippo e di Tremestieri, con la “via del Mare”, con il nuovo approdo previsto nel litorale sud, oltre che la prossimità agli impianti alberghieri del versante ionico della provincia messinese. Il reggente provinciale della Cisl Maurizio Bernava ritiene validissima la proposta lanciata nel '99 e, nello stesso tempo, dichiara di essere a fianco della Compagnia del Mare, la società presieduta da Gaetano Mobilia e di cui fanno parte gli operatori marittimi e portuali di Messina. «La Cisl – afferma Bernava – condivide pienamente il progetto dell'hub navale e della riqualificazione della cittadella fieristica, perchè ritiene che sia l'unica iniziativa seria programmata nel corso degli ultimi anni. Tutto il resto sono chiacchiere».

9/7/2001 ( gazzetta del sud )

La commissione consiliare dice sì al cambio di destinazione d'uso delle aree
La Panoramica prima cava e ora ipermercato!
Il vecchio e nuovo Prg prevedono verde pubblico e servizi

La “città mercato” si farà. O almeno è questa la volontà della maggioranza delle forze politiche rappresentate al Comune. Ieri mattina a Palazzo Zanca la terza commissione ha dato il via libera all'adozione del piano particolareggiato presentato dalla società Adroma di Castellamare di Stabia che ha previsto la realizzazione di un grande centro commerciale nell'area delle cave di sabbia della Panoramica dello Stretto. Difficilmente il consiglio comunale, che oggi tornerà a riunirsi, ribalterà il risultato del voto espresso in commissione (a dire no solo il diessino Filippo Tommasini). La delibera è stata oggetto di un unico emendamento con il quale si impegna l'amministrazione comunale a predisporre subito la variante al Prg, modificando la destinazione d'uso di quelle aree. Tra i consiglieri comunali c'era stato chi aveva manifestato nei giorni scorsi dubbi e perplessità ma, alla fine, si è deciso di dare il nullaosta, alla luce anche del parere favorevole espresso dalla commissione urbanistica. A questo punto non si può non rilanciare il quesito posto dalla Gazzetta del Sud nelle scorse settimane: che città s'immagina nei prossimi decenni? Ci sono due linee di pensiero. La prima è di coloro i quali ritengono che Messina debba svilupparsi sempre più verso le colline, in linea con le dissennate politiche urbanistiche degli ultimi decenni. Forse nessuno lo dirà mai apertamente ma molti dei provvedimenti assunti nel passato anche recente vanno proprio in questa direzione: piani di lottizzazione privata esitati nel silenzio generale, programmi costruttivi delle cooperative edilizie concepiti in aree ancora vergini (il caso della collina di Santa Lucia sopra Contesse, purtroppo, non sembra essere servito a niente), la ricerca di spazi sempre nuovi anzichè la doverosa attenzione rivolta al recupero delle sterminate aree che, in centro così come in periferia, versano in stato di degrado e di abbandono. L'altra “filosofia” è quella di chi ritiene assolutamente prioritaria la riqualificazione del territorio comunale, il risanamento delle zone degradate, la valorizzazione di quei luoghi (e Messina fortunatamente ne ha tanti, grazie alla sua straordinaria collocazione geografica) che hanno specifiche vocazioni, siano esse turistiche, ambientali, produttive o di altro genere. Sul progetto della “città mercato” si può essere più o meno d'accordo, si può discutere sulla validità dell'ubicazione a nord o a sud, sull'organizzazione dei parcheggi e delle strade di accesso. Ma la bonifica delle cave di sabbia della Panoramica in ogni caso non dovrebbe essere subordinata all'ipotesi di realizzazione del nuovo centro commerciale. Anzi. I patti andavano e vanno rispettati. Quando l'ente minerario siciliano decise di dare in concessione quelle colline perchè si svolgesse attività estrattiva, pose una clausola fondamentale: alla scadenza delle autorizzazioni i titolari delle aree avrebbero dovuto ripristinare lo stato dei luoghi. Prima, dunque, viene il risanamento ambientale, poi eventualmente si può discutere di progetti di altro genere, procedendo con molta cautela soprattutto quando essi comportino rilevanti modifiche allo strumento urbanistico vigente (il vecchio piano Tekne) e a quello in itinere. Scelte affrettate in questo campo rischiano di minare alle basi l'impianto complessivo del nuovo Prg. Può anche essere fondata l'obiezione di chi afferma che oggi qualunque progetto futuro è, comunque, meglio dell'attuale squallido spettacolo che si tocca con mano percorrendo la Panoramica o guardando le colline dal mare. E i promotori dell'iniziativa privata sostengono che gran parte degli investimenti previsti (quasi 100 miliardi di lire) sarà impiegata per opere di consolidamento e ristrutturazione ambientale, per creare zone di verde attrezzato, per dar vita a progetti ritenuti di grande utilità sociale come la nuova caserma dei vigili del fuoco o l'eliporto da utilizzare durante l'emergenza incendi o per altre necessità di protezione civile. Ma tutto ciò non è in grado di soddisfare quesiti che non trovano risposta. Perchè determinate aree non possono essere risanate senza bisogno di costruirci sempre qualcosa “addosso”? E, viceversa, perchè non si procede alla radicale bonifica di interi rioni e quartieri degradati? Il riferimento non è solo alle baraccopoli ma alle immense aree sottoutilizzate, appartenenti o alle Ferrovie dello Stato o al Comune e alla Provincia o ad altri enti statali e regionali, che – come nel caso dell'ex Sanderson di cui parliamo in questa stessa pagina – rappresentano un vero e proprio spreco. Si grida allo scandalo quando i privati decidono di investire ingenti risorse per riaprire alla città e riqualificare spazi di grande pregio (vedi la cittadella fieristica) o quando, in attesa che si realizzino i progetti futuri, si cerca di non far morire le strutture portuali esistenti. Ma ci sono altre operazioni che spesso passano sotto silenzio, ci sono stati (e rischiano di esserci ancora) scempi contro i quali solo rarissime voci si son levate contro. L'amministrazione comunale dice di aver fatto una scelta coerente con le linee strategiche del futuro contenute nel Prusst e in altri strumenti di programmazione degli interventi di riqualificazione urbana. La zona nord – hanno spiegato più volte gli assessori Gianfranco Scoglio, Gianpiero D'Alia e Giuseppe Cardile – ha prevalente destinazione turistica ma, nello stesso tempo, ha bisogno anche di colmare il deficit di servizi e di strutture commerciali. Per questo, si è pensato di dare il via libera alla costruzione di due ipermercati, di cui uno ubicato proprio sulla Panoramica (l'altro dovrebbe sorgere nella zona sud). Le organizzazioni di categoria guardano con estrema preoccupazione alle future prospettive per le piccole e medie aziende commerciali che verrebbero spazzate via da una concorrenza così forte. La questione cruciale, però, rimane quella di ordine socio-urbanistico. Ecco perchè diventa fondamentale, mentre si attende di conoscere al più presto il destino della nuova variante al Piano regolatore ferma ormai da mesi a Palermo, discutere, confrontarsi e soprattutto vigilare su ogni iniziativa riguardante il territorio cittadino. Sarebbe inaccettabile assistere a “colpi di mano” estivi.

9/7/2001 ( la sicilia )

Ieri necessario l'intervento di 50 vigili
Chiusa la cortina viabilità nel caos

Ancora una giornata di emergenza per la viabilità. C'è voluto il massimo impegno di 50 Vigili urbani, ieri mattina, per venire a capo di un problema che ha rischiato davvero di creare disagi enormi. Il patatrac è successo dopo le 7: era prevista a quell'ora, infatti, la riapertura della via Vittorio Emanuele, chiusa per tutta la notte a seguito della necessità di spostare le condotte dei sottoservizi per la realizzazione del tram. Qualcosa è andata storta e la strada è rimasta chiusa fino alle 8,30. Inevitabili i disagi, soprattutto per la circolazione dei camion, che sono stati quasi subito dirottati verso piazza Cairoli. A questo punto è «entrato in azione» il comandante della Polizia municipale, Calogero Ferlisi, che ha contattato il sindaco, Turi Leonardi e la Polstrada, chiedendo ed ottenendo la revoca momentanea delle fasce orarie sul viale Boccetta. E così, dalle 8 alle 8.30, i camion sono stati fatti uscire da questo svincolo autostradale, alleggerendo la situazione in tutto il centro cittadino. Riaperta la via Vittorio Emanuele poco dopo le 8.30, sono subito tornate in vigore le limitazioni sul Boccetta. Quasi subito, fortunatamente, la circolazione è tornata normale.Segnaletica sul cavalcavia: c'è l'impegno del Cas — Qualcosa finalmente si è mossa. Ieri Ferlisi ha ottenuto l'impegno del Consorzio autostrade sull'immediata installazione della segnaletica per l'A/18 e l'A/20 all'incrocio tra le vie La Farina e Cannizzaro. Come segnalato dal nostro giornale, infatti, alle auto sbarcate dai mezzi delle Fs non viene indicato alcun percorso per raggiungere le autostrade. Inevitabili i disagi per turisti e viaggiatori.

10/8/2001 ( gds )

Città Mercato sulla panoramica?
Ballistreri (Uil) contro il Comune


Il progetto per la realizzazione della Città-Mercato sulla Panoramica continua a causare polemiche, dopo il sì della terza commissione consiliare e in vista del voto del consiglio comunale sul piano particolareggiato destinato a cambiare il volto dell'area interessata.
A sparare a zero ieri è stato il segretario provinciale della Uil Maurizio Ballistreri: "La decisione del Comune sulla realizzazione del centro commerciale nell'area della cave di sabbia _ ha scritto in una nota _ al di là del merito sulle ricadute occupazionali sembra voler suggellare l'abbandono di ogni logica di programmazione e riqualificazione del territorio".
In particolare, secondo il sindacalista, non si sarebbe registrata da parte dell'amministrazione alcuna disponibilità alla concertazione, disattenzione divenuta prassi.
"Ormai nella valorizzazione delle risorse _ aggiunge Ballistreri _ e nell'avvio dei progetti non c'è più spazio per la concertazione, come dimostrato dal mancato utilizzo a fini produttivi delle zone portuali e dall'atteggiamento poco chiaro sull'iniziativa che ha portato alla concessione della cittadella fieristica per 4 anni alla compagnia del mare".
Invece, scrive il sindacalista della Uil, Messina avrebbe bisogno di una seria programmazione dal basso.
La programmazione del territorio dovrebbe inoltre tenere conto della riqualificazione, della tutela paesaggistica e ambiantale.
L'obiettivo finale, si legge infine nella nota della Uil, dovrà essere il rilancio dell'area dello Stretto in vista dell'introduzione della zona di libero scambio.

10/8/2001 ( gds )

Rischi ambientali, Messina esclusa
Leonardi protesta col ministro La Loggia

Un centro scientifico internazionale sui rischi ambientali, un investimento da 450 miliardi in quattro anni e due le sedi previste: Palermo e Catania. L'annuncio del ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, che nei giorni scorsi ha spiegato alla stampa i dettagli del progetto, ha scatenato le ire del sindaco di Messina, rimasta tagliata fuori. Così ieri Leonardi ha scritto al ministro ed alla deputazione messinese, per chiedere l'inserimento della città dello Stretto accanto alle altre due sedi.
Stando alle dichiarazioni del ministro il centro multidisciplinare sorgerà su due poli, uno a Palermo, destinato allo studio delle acque ed un altro a Catania, per la vulcanologia e la sismologia. "Non credo che si debba essere degli scienziati - dichiara Leonardi - per rilevare l'illogicità dell'esclusione di Messina, territorio conosciuto nel mondo proprio per la sismicità, dal novero delle possibili sedi di ricerca sui terremoti. Inoltre il centro dovrebbe occuparsi di previsioni marine, a vantaggio del traffico di navi che attraversano il Mediterraneo, eppure ancora una volta non è stata presa in considerazione la città dello Stretto".
Insomma per il primo cittadino Messina ha tutte le carte in regola per essere inserita nel progetto, un "Centro multidisciplinare per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi ambientali nel Mediterraneo" diviso in più poli di ricerca e di livello mondiale. L'amministrazione di Palazzo Zanca offre da subito la piena disponibilità per tutte le iniziative che possano portare al raggiungimento dell'obiettivo. Leonardi ricorda poi al ministro La Loggia che Messina può vantare una gloriosa università e che ancora oggi conta su validi ricercatori "se il ministro, come ha dichiarato - prosegue nella lettera Leonardi - si dice preoccupato per l'emigrazione dei migliori cervelli dall'isola, questa è una buona occasione per consentire alle intelligenze siciliane di contribuire ad un progetto di così alto profilo".
Alla deputazione messinese poi il sindaco lancia un appello, per intervenire a Roma per porre rimedio all'illogica esclusione. Non è la prima volta che l'amministratore si vede costretto a prendere carta e penna per invitare i parlamentari messinesi a difendere con forza gli interessi della città. Lo ha fatto in più occasioni, per salvaguardare i livelli occupazionali. Leonardi ha trasmesso poi la lettera anche al rettore, Gaetano Silvestri, perch‚ anche il Magnifico ricordi, a tutti i livelli, "il non trascurabile contributo, sia in termini di capacità di ricerca, sia in termini di strutture e dotazioni tecniche, che l'ateneo messinese potrà fornire al progetto".

10/8/2001 ( gazzetta del sud )

L'intervento / Pippo Trimarchi: il collegamento con Salerno utile e opportuno
«Il rilancio di Messina passa dal porto»


«La decisione di istituire il collegamento marittimo tra Messina e Salerno è opportuna dal punto di vista imprenditoriale e la sua autorizzazione è corretta dal punto di vista delle scelte istituzionali e di governo della città. Lo dico con la consapevolezza di suscitare scandalo, considerata la mia collocazione politica nell'Ulivo, ma convinto sino in fondo della necessità di riconoscere quando l'avversario, del quale non si condividono gli orientamenti e i metodi di fondo, si regola in modo condivisibile». Nel dibattito intorno all'utilizzo del molo Norimberga interviene Pippo Trimarchi (chiarendo di esprimere un punto di vista strettamente personale), ex consigliere di amministrazione dell'Atm ed esponente del movimento Primavera siciliana. Secondo Trimarchi, il sindaco Leonardi «nel caso in questione ha fatto quello che si doveva fare: ha assecondato un progetto che tende a cogliere le nuove tendenze in termini di trasporto merci, rispetto alle quali Messina arriva in ritardo, anzi in grave ritardo nei confronti delle vicine Catania e Palermo, che da anni hanno attrezzato i loro porti per questa vitale scommessa, inaugurando collegamenti via nave con le più importanti strutture portuali della penisola». È lo stesso sindaco – aggiunge Trimarchi – «che, però, ha affrontato molto male, mortificando i più elementari principi di democrazia, la protesta dei cittadini contro l'asservimento del centro urbano al transito dei tir; che ha assunto una decisione ai limiti dell'assurdo attuando il sistema delle fasce orarie solo per il Boccetta con la conseguenza di estendere il disagio anzichè contenerlo; che si sta facendo promotore dell'approdo all'Annunziata contraddicendo il suo dichiarato orientamento circa il recupero del fronte a mare con la valorizzazione turistica di alcuni impareggiabili tratti di costa; che si è lasciato sfuggire la soluzione della rapida ristrutturazione di via Don Blasco quale prima risposta in attesa della via del Mare; che in poche parole non ha mostrato sufficienti capacità di governo». Quella delle “autostrade del mare” è un'occasione che non può essere sprecata. «Ciò posto – ribadisce Trimarchi – è assolutamente inderogabile individuare soluzioni viabili che rendano compatibile il transito dei tir con la necessità di assicurare sicurezza e qualità della vita ai cittadini messinesi. Lo dico io che già otto anni fa, con altri che nutrivano la stessa passione civile, ho contribuito a raccogliere migliaia di firme per un'ipotesi di regolamentazione del transito dei mezzi pesanti, che avviò una fase significativa di mobilitazione, confluita come sua più bella espressione nella catena umana organizzata al Boccetta. Ma l'incompatibilità del passaggio dei tir con una condizione accettabile di città è già di per sè un problema, da risolvere in ogni caso e indipendentemente dall'avvio di una nuova linea di trasporto marittimo a lunga percorrenza, che può rappresentare la prima tappa di un percorso di crescita capace, in prospettiva, di proiettare il sistema portuale del comprensorio messinese verso un'ipotesi di gestione intermodale del trasporto merci con positive ricadute sul tessuto occupazionale. E quando ragiono in termini di comprensorio, mi riferisco ad una struttura articolata che possa comprendere i moli cittadini, i nuovi approdi di Giammoro e Tremestieri nonché il porto di Milazzo. Del resto – insiste Trimarchi – appartiene a ragionamenti largamente condivisi la concezione dell'attività portuale come indispensabile volano di sviluppo per una realtà urbana come Messina, che ha vissuto i suoi cicli economici migliori quando è riuscita ad esercitare un ruolo significativo nella gestione dei traffici marittimi. E le scelte che in questa direzione le istituzioni sono chiamate a compiere assumono una rilevanza estrema proprio nel momento in cui gli scenari economici internazionali assegnano alla Sicilia una funzione strategica di cerniera tra due mondi distanti ma destinati a dialogare. Messina deve restare fuori da tutto questo? Sono convinto di no».

10/8/2001 ( gazzetta del sud )

«Decisioni fuori da ogni logica»

«La decisione di realizzare una “città mercato” nell'area delle cave di sabbia della Panoramica, al di là del merito circa le ricadute economiche ed occupazionali, sembra voler suggellare in modo emblematico l'abbandono di ogni logica di programmazione e riqualificazione del territorio». È dura la presa di posizione del segretario provinciale della Uil Maurizio Ballistreri. «A prescindere dalle dichiarazioni di principio – aggiunge – il Comune si muove ormai in una logica congiunturale in cui la valorizzazione programmata delle risorse locali, con il metodo della concertazione con le forze sociali, non trova più posto, come testimonia il mancato utilizzo a fini produttivi delle zone portuali e l'atteggiamento poco chiaro sull'importante iniziativa di rilancio del quartiere fieristico proposta dagli imprenditori locali della Compagnia del Mare. La nostra città invece – sottolinea Ballistreri – ha bisogno più che mai di una seria programmazione dal basso quale disegno condiviso tra istituzioni e società civile, che metta in relazione virtuosa il nostro territorio con i flussi di merci e di capitali che la globalizzazione economica genera giornalmente nel Mediterraneo, rilanciando l'area dello Stretto e attrezzandosi per cogliere le future prospettive del libero scambio nella zona euromediterranea». Anche l'Osservatorio urbano delle Rdb (rappresentanze sindacali di base) muove aspre critiche, definendo questa vicenda «l'ennesimo esempio di dequalificazione del territorio».

10/8/2001 ( gazzetta del sud )

Il progetto della città mercato nell'area delle cave della Panoramica
Bruciate le tappe
Un'istruttoria tecnica svolta a tempo di record

Ci sono progetti ed opere che seguono percorsi tormentati ed hanno lunghissimi cicli di attuazione. Ce ne sono altre il cui iter si svolge in tempi così rapidi da suscitare inevitabilmente confronti e, forse, qualche sospetto. È il caso dell'ipotesi di realizzazione di una grande “città mercato” nell'area delle cave di sabbia della Panoramica dello Stretto. I pareri previsti per legge sono stati finora tutti favorevoli ma quel che stupisce è la celerità con la quale sono stati emessi. Ecco una rapida sintesi di quello che è avvenuto.
27 novembre 2000 – Viene acquisita al protocollo del Dipartimento politica del Territorio l'istanza presentata dalla ditta “Adroma Impianti” di Castellamare di Stabia per l'approvazione del piano particolareggiato relativo al tratto di Panoramica ricadente in contrada Fiumara Guardia.
12 dicembre 2000 – Perviene il rapporto istruttorio della sezione tecnica geologica con cui «sostanzialmente non vengono sollevati rilievi circa i dati e le indagini geologiche».
15 dicembre 2000 – In 18 giorni viene completato il rapporto tecnico istruttorio con il quale si esprime parere favorevole alla variante allo strumento urbanistico ad una condizione: «che in sede di rilascio della concessione edilizia si reperiscano le superfici destinate ai parcheggi».
21 dicembre 2000 – Arriva il parere del Genio civile: sono trascorsi 24 giorni.
22 dicembre 2000 – Dopo 24 ore è la volta del parere della Soprintendenza e dell'autorizzazione rilasciata dall'Ispettorato delle Foreste riguardante il vincolo idrogeologico. In meno di un mese, sotto Natale, l'iter tecnico-burocratico propedeutico all'approvazione della delibera si è concluso. Va fatto un breve passo indietro. Il
18 settembre 2000 il consiglio comunale ha approvato l'osservazione, presentata da cinque cittadini e due società (Margherita Srl e Magnolia Srl), con la quale è stato richiesto il cambio di destinazione dell'area da F1-Sp-E1 (verde agricolo e attrezzato, servizi di quartiere e viabilità) a F1f. È in quel preciso momento che nella nuova Variante, non ancora approvata, si introduce la previsione del centro commerciale sulla Panoramica. Si deve, comunque, ricordare che il parere espresso dal consiglio comunale sui ricorsi dei cittadini è obbligatorio ma non è vincolante. L'argomento torna di attualità nel marzo 2001 allorchè la commissione urbanistica rispedisce indietro il piano particolareggiato, ritenendolo non esaminabile in mancanza di alcuni atti fondamentali quale «l'acquisizione della proposta mediante delibera consiliare con cui l'amministrazione, valutata la rispondenza agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, si riserva la facoltà di introdurre tutte le modifiche che si rendano opportune e necessarie». Inoltre, la commissione urbanistica sottolinea che l'amministrazione «dovrà interagire con l'Ente nazionale aviazione civile e con il ministero dell'Interno per la realizzazione dell'eliporto e della caserma dei vigili del fuoco, opere che verrebbero costruite con fondi statali. Pochi giorni dopo la ditta Adroma invia al Comune un atto stragiudiziale con il quale viene richiesto il completamento delle procedure avviate. Ed ecco che si arriva ai giorni “caldi” di questa lunga estate. La commissione urbanistica torna ad occuparsi del provvedimento e stavolta esprime parere favorevole. La terza commissione consiliare ne prende atto e, con il solo voto contrario di Filippo Tommasini (Ds), esita favorevolmente la delibera che approda in consiglio.

10/8/2001 ( gazzetta del sud )

La riqualificazione della cittadella fieristica
Un futuro in due fasi
I privati ristruttureranno i padiglioni


I mandati di pagamento sono stati firmati ed oggi l'Ente Fiera dovrebbe saldare le somme (circa 300 milioni di lire) dovute al nuovo soggetto concessionario della cittadella di viale della Libertà, la Compagnia del Mare presieduta dall'imprenditore Gaetano Mobilia. Si chiude, dunque, una fase e se ne apre un'altra, quella che comincerà a settembre, al termine della sessantaduesima edizione della Campionaria. Il futuro degli spazi fieristici è uno dei temi di pressante attualità. Il consigliere comunale Giuseppe Previti (Democrazia europea) ieri ha chiesto di conoscere quali saranno i rapporti tra le autorità demaniali, l'Ente Fiera e la Compagnia del Mare, con particolare riferimento agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che dovranno essere realizzati nei prossimi mesi. E anche l'VIII Quartiere si è occupato dell'argomento. Con una nota inviata all'Autorità portuale il consigliere Francesco Vento ha posto una serie di quesiti: «Vorremmo conoscere l'ordine cronologico delle richieste inoltrate all'Autorità; se il Comune risulta tra i soggetti richiedenti; se risulta vero che l'Ente Fiera ha ritirato la domanda di concessione; quale canone annuale la Compagnia del Mare deve all'Authority; se nella concessione gli oneri della manutenzione e le spese di ristrutturazione dei padiglioni sono a carico della Compagnia o dell'Autorità portuale». Alcune risposte sono già state date nei giorni scorsi. Ai “padroni di casa”, cioè l'Autorità portuale, spetta il compito di mettere a norma i locali e gli impianti che insistono nell'area di proprietà del Demanio marittimo. I privati che hanno avuto rilasciata per quattro anni la concessione dovranno realizzare, a proprie spese, la ristrutturazione dei padiglioni, le opere di riqualificazione e di arredo urbano già programmate. La Compagnia del Mare, nel suo bilancio, ha previsto per i soli costi di gestione una spesa di circa 5 miliardi (venti miliardi complessivi nel quadriennio), compresi ovviamente gli 800 milioni dovuti all'Autorità portuale come canone concessorio. Quella che sarà avviata a settembre e si concluderà nel 2004 sarà, comunque, una fase di transizione. Le autorizzazioni, in questo momento, non possono che riguardare i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, visto che l'assenza di strumenti urbanistici (la variante al Prg è stata adottata ma non ancora approvata a Palermo e il Piano regolatore del porto è a tutt'oggi in itinere) impedisce l'attuazione piena del progetto complessivo commissionato dalla Compagnia del Mare all'architetto galiziano Cesar Portela. Solo quando saranno operativi i due Piani regolatori si potrà passare alla seconda fase, che mira ad una radicale riconversione degli attuali spazi fieristici, alla ristrutturazione e alla valorizzazione di quei beni architettonici che sono vincolati e rappresentano un patrimonio prezioso per l'intera città. Ci sono altre strutture, prive di qualsiasi valore e ridotte in condizioni pietose, che andrebbero demolite immediatamente ma ciò non si può fare fino a quando non ci sarà un quadro certo e definito sul piano urbanistico.

10/8/2001 ( gazzetta del sud )

La Soprintendenza pronta a consegnare all'Autorità portuale il piano sulle demolizioni dei manufatti abusivi. 
Conto alla rovescia per il recupero della zona falcata
Dalla Regione si attende il via libera per l'eliminazione dell'inceneritore

Si attende solo la firma del Soprintendente ai Beni culturali Giovanna Maria Bacci per consegnare all'Autorità portuale il progetto sulle prime demolizioni nella zona falcata. Il piano prevede un'azione “chirurgica” in un lembo di costa da sempre regno del caos e dell'abusivismo. Sono diversi i manufatti (circa quindici) che dovranno essere rimossi per bonificare almeno una parte della vasta area. Gli interventi, da affidare tramite gara d'appalto, interesseranno una parte della zona situata alla spalle del molo Norimberga ed altri punti in cui persistono costruzioni varie, anche baracche ancora abitate, che già sono state inserite nella “lista nera”. Già nel 1998, l'ex commissario dell'Autorità portuale Vincenzo Coco aveva portato avanti le pratiche sulle ingiunzioni di sgombero. Dopo tre anni è stato redatto un progetto che consentisse l'avvio della prima fase di risanamento di questo lembo di costa. L'elaborato da qualche mese è stato sottoposto all'attenzione della dottoressa Bacci e del direttore della sezione Beni architettonici Rocco Scimone. L'area interessata dalle demolizioni è infatti sottoposta al vincolo della legge 1039/89. «Abbiamo istruito il progetto – ha dichiarato ieri l'architetto Scimone – tra qualche settimana sarà esitato». Alcuni giorni fa il segretario dell'Autorità portuale, Franco Barresi, aveva sollecitato lo sblocco di questo piano per consentire appunto di effettuare gli interventi che rappresentano un primo passo verso la bonifica totale dell'area. All'attenzione della Soprintendenza c'è anche un progetto per un impianto di pubblica illuminazione da realizzare al molo Norimberga e in tutta la zona falcata. Tra qualche mese, infatti, parte della vasta banchina di riva sarà utilizzata per il nuovo collegamento marittimo a lunga percorrenza con Salerno. Ci sarà un consistente movimento di mezzi e di gente. Da qui anche la necessità di sbloccare quest'ultimo progetto nel più breve tempo possibile. «È un intervento necessario», ha sottolineato Barresi. Anche questo piano, comunque, dovrebbe essere esitato in tempi utili anche perchè il buio della zona falcata non fa altro che favorire ritrovi di tossicodipendenti e malviventi. Di notte questo lembo di costa fa paura, eppure si tratta del punto più suggestivo della città. Ritornando al piano delle demolizioni, lo scorso anno sono stati già “sdradicati” alcuni manufatti situati vicino al piazzale delle Ferrovie dello Stato, ma sono ancora parecchie le costruzioni da radere al suolo. Molte di queste oscurano anche la bellezza dei resti della Real Cittadella. Ad esempio all'interno di un antico edificio c'è ancora ubicato un cantiere navale oppure ai piedi delle vecchie mura ci sono depositi di materiale e qualche fabbrica. Accanto al progetto sulle demolizioni c'è poi quello relativo alla rimozione dell'inceneritore di San Raineri. Un impianto che nel corso dell'ultimo anno doveva essere riattivato per consentire lo smaltimento di almeno ottanta tonnellate di rifiuti sulle complessive trecento prodotte giornalmente in città. Una riattivazione che non c'è mai stata nonostante il Comune abbia bandito ben tre gare d'appalto. Adesso all'esame della Regione c'è dunque il progetto di demolizione. Un'area che dovrebbe essere sotto tutela e risanata e in cui invece è ancora situato un impianto di smaltimento dei rifiuti urbani. Alle sue spalle, sulla spiaggia di San Raineri, è anche evidente il degrado di anni di mancati interventi e di un assalto indiscriminato della costa. Il Comune sull'inceneritore ormai non ha più competenza. I cancelli sono stati sbarrati. Si attende solo il via libera dell'assessorato regionale ai Beni culturali per bandire la gara d'appalto per gli interventi di demolizione. Del resto questo impianto rappresenta uno dei primi scempi di un'area che invece poteva essere fonte di sviluppo e di prestigio per la città. Sul campo nomadi, invece, non c'è nessun progetto. Anche l'area in cui ci sono i Rom è sottoposta a vincolo ma qui il degrado è più evidente di ogni altra parte della zona falcata. La Soprintendenza spera che sia recuperata anche questa porzione di costa. Il Comune però deve prima provvedere a trasferire altrove i nomadi. Ma quando? Messina non ha ancora capito che il degrado non può più appartenere a quest'area. Soprintendenza, Autorità portuale, Comune, Provincia e Regione devono svegliarsi.

10/8/2001 ( la sicilia )

La nuova ordinanza scatterà da lunedì
Cortina del porto di Milazzo Stop ai camion dalle 19 alle 7


MILAZZO – Aumentano le restrizioni per Tir ed autoarticolati nel porto di Milazzo. Il sindaco Nastasi ha infatti comunicato che da lunedi prossimo l'attuale ordinanza – che vieta l'accesso dei mezzi pesanti in tutte le arterie che portano al bacino portuale dalle 21 alle 7 del giorno successivo – sarà ulteriormente integrata con l'estensione della fascia di divieto dalle 19 alle 7 del giorno dopo. Un provvedimento che il sindaco ha ufficialmente collegato alla necessità di ridurre l'inquinamento nella zona del porto (che a dire il vero dovrebbe però essere più accentuato di giorno quando operano anche i mezzi pesanti che fanno la spola con la Duferdofin di Giammoro) ma che indirettamente punta ad impedire il traghettamento Milazzo – Gioia Tauro. Di certo, l'interdizione del transito nell'area portuale, già dalle sette di sera, rischia di creare disagi anche alle compagnie di navigazione che effettuano il collegamento con le Eolie. L'Ngi sta comunque proseguendo il traghettamento, facendo partire tutte le sere, anche se vuota, la nave deputata al trasporto dei Tir. Prevedibile a questo punto la “coda” giudiziaria. Intanto sul collegamento Milazzo–Gioia Tauro, è intervenuto il comitato “La nostra città” di Messina, che in una nota esprime piena solidarietà e sostegno al sindaco e ai consiglieri comunali di Milazzo «per la determinazione con la quale stanno difendendo gli interessi primari dei cittadini». Il Comitato giudica «aberrante, la tesi, sostenuta da alcuni componenti l'Autorità portuale, secondo la quale “l'incidenza negativa determinata nel tessuto urbano dai movimenti dei mezzi pesanti diretti al porto” non costituisca elemento valido ad impedire l'indiscriminato utilizzo delle superfici urbane da parte di tutto ciò (tir o altro) che abbia a che fare con l'attività portuale».
L'acqua del porto – Sempre sul “fronte porto” è venuto fuori un altro problema, sollevato dai consiglieri comunali Maurizio Capone, Giuseppe Cattafi e Maurizio Munafò. Riguarda le operazioni di approvvigionamento idrico delle cisterne delle navi, aliscafi, traghetti e altri natanti. I tre consiglieri chiedono al sindaco se «è vero che tale approvvigionamento viene effettuato con acqua potabile erogata dal Comune, se è stata concessa autorizzazione per tale servizio, chi ne è il concessionario e quali introiti ne ricava l'ente».

10/8/2001 ( la sicilia )

Centro rischi ambientali: parla il sindaco
«Messina non deve essere tagliata fuori»


Messina vuole una sede dell'istituendo «Centro multidisciplinare per il monitoraggio e la prevenzione dei rischi ambientali nel Mediterraneo». Il sindaco, Turi Leonardi, si è detto «sorpreso» da un'intervista pubblicata sul nostro quotidiano con la quale il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, ha annunciato la creazione della struttura (con un investimento di 450 miliardi) in due sole sedi siciliane: Palermo per lo studio delle acque e Catania per la vulcanologia e la sismologia. Ieri mattina, il sindaco ha preso carta e penna, inviando una lettera a tutti i deputati messinesi ed al rettore dell'Università. «Non credo si debba essere degli scienziati – scrive Leonardi – per rilevare l'illogicità dell'aprioristica esclusione di Messina, territorio conosciuto in tutto il mondo per la sua sismicità. Non si tratta solo di una rivendicazione di carattere politico o campanilistico: Messina, infatti, ha tutte le carte in regola per essere presente, con un ruolo significativo, nel nuovo centro multidisciplinare. L'Amministrazione comunale, per quanto di sua competenza, offre sin d'ora la sua disponibilità per tutte le iniziative che possano favorire il raggiungimento di tale obiettivo. Rivolgo, quindi, a voi – continua il sindaco rivolgendosi ai deputati – un pressante invito affinché chiediate con forza che si ponga immediatamente rimedio all'illogica soluzione prospettata a mezzo stampa, provvedendo ad inserire la nostra città, a pieno titolo, tra le sedi del progettato centro multidisciplinare. Sono altresì convinto – conclude il primo cittadino – che al rettore dell'Università non mancheranno argomenti per rappresentare, a tutti i livelli, il non trascurabile contributo, sia in termini di capacità di ricerca, sia in termini di strutture e dotazioni tecniche, che l'Ateneo messinese potrà fornire a tale progetto».

11/8/2001 ( la sicilia )

Piano anti-traffico
Milazzo: operativi 14 vigili ausiliari fino a settembre


MILAZZO — Il comando dei Vigili urbani si prepara ad affrontare il periodo più caldo dell'estate: la fine di agosto. E lo sta facendo modificando l'assetto viario della città. Fra l'altro, a disposizione del comandante, Michele Bucolo, ci sono anche 14 vigili ausiliari in servizio fino a metà settembre. «Nei punti nevralgici della città stazioneranno delle pattuglie di Vigili urbani con l'esclusivo compito di garantire una circolazione scorrevole – spiega Bucolo – oltre ad impedire le soste selvagge specialmente nel cento cittadino». Le novità più grosse sono nelle vie che collegano il porto. L'Amministrazione ha diramato la nuova ordinanza che vieta l'accesso di mezzi pesanti dalle 19 alle 7 anche alle compagnie di navigazione e alle biglietterie per informare gli stessi camionisti che prima di giungere a Milazzo prenotano il biglietto

11/8/2001 ( gazzetta del sud )

Vertice all'Autorità portuale sugli interventi in corso: entro un mese le Ferrovie dello Stato ultimeranno i lavori di posa dei binari
Il molo Norimberga operativo da settembre

Tra un mese il molo Norimberga potrà essere fruibile. Ieri mattina, all'Autorità portuale, sono stati definiti i tempi di ultimazione dei lavori in corso alla banchina di riva della zona falcata. I rappresentanti delle Ferrovie dello Stato, che stanno curando gli interventi, al presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, e al segretario Franco Barresi, hanno assicurato che entro la fine di settembre saranno completati i lavori di posa dei binari ferroviari (necessari per trasferire al molo parte del traffico commerciale marittimo così come previsto dal piano triennale dell'Authority). Dopo la pausa di Ferragosto si riprenderà a lavorare il 20. Il molo sarà recintato e verrà rimosso il materiale di risulta. Subito dopo la posa dei binari ferroviari si potranno effettuare i primi interventi per consentire la sistemazione del piazzale in vista dell'attivazione ad ottobre del nuovo servizio marittimo di collegamento Messina-Salerno-Messina. Questa in pratica la tabella di marcia concordata ieri mattina. «Si è registrato qualche ritardo – ha dichiarato Barresi – ma per la fine di settembre sarà tutto pronto». Gli interventi di sistemazione della parte sud del molo con l'installazione dei binari sono stati avviati alla fine dello scorso anno. Lavori che comunque hanno subìto un lungo stop a causa del blocco imposto dalla Soprintendenza ai Beni culturali a seguito del ritrovamento di alcuni resti della Real Cittadella (dell'antica porta Norimberga). Un blocco che ha provocato anche un contenzioso tra la Soprintendenza e l'Autorità portuale. La prima aveva manifestato l'esigenza di vincolare l'area. Da qui la nascita del contenzioso con il conseguente blocco dei lavori. Solo da qualche mese si è trovato l'accordo con la stesura (per ben tre volte) di un nuovo progetto sulla posa dei binari. L'elaborato, che ha tenuto conto delle indicazioni della Soprintendenza sulla salvaguardia dei resti, è stato sbloccato circa tre mesi fa. I lavori sono ripresi tempestivamente ma è rimasta l'amarezza di non aver potuto utilizzare questa grande banchina di riva proprio ora che ai moli del porto ci sono in corso gli interventi di ristrutturazione e consolidamento. Nelle previsioni dell'Authority c'è era infatti il trasferimento temporaneo al “Norimberga” di alcune navi da commercio e dei traghetti privati della Ngi e della Meridiano Lines in modo da far respirare la viabilità intorno alle aree portuali appesantita anche dalla presenza dei cantieri del tram. Alla fine, comunque, quello che conta è il risultato. Tra un mese sarà possibile vedere il molo Norimberga attrezzato per iniziare ad essere il nuovo fulcro delle attività portuali. E da ottobre da qui partirà un'altra iniziativa imprenditoriale con l'avvio della prima “Autostrada del mare” del Meridione.

11/8/2001 ( gds )

La battaglia dei Tir si sposta a Milazzo

Il Comitato la nostra città si sposta a Milazzo, là dove giunta, sindaco e consiglieri, stanno difendendo il territorio dall'assalto dei tir. Una battaglia portata avanti a colpi di ordinanze e divieti con i quali il sindaco Nastasi, cerca di impedire l'attraversamento del centro e del porto ai mezzi pesanti diretti agli imbarcaderi della linea Milazzo-Gioia Tauro.
Da lunedì il divieto di ingresso nell'area portuale per i mezzi pesanti sarà anticipato dalle 21 alle 19 e resterà in vigore fino alle 7 del mattino. Il portavoce del Comitato, Saro Visicaro, propone agli amministratori mamertini l'avvio di strategie comuni "L'area portuale _ chiarisce _ non è slegata dal resto della città e l'incidenza negativa causata dall'attraversamento dei tir non deve essere sottovalutata n‚ dalle amministrazioni n‚ dall'Autorità portuale".
Ignorando le cause dell'inquinamento, si cancellano leggi urbanistiche, codice dell'ambiente, vincoli e norme stabilite dal codice penale e civile. "Purtroppo _ conclude il Comitato la nostra città ,il sindaco di Messina ed i consiglieri comunali hanno dimostrato di non aver voglia di difendere gli interessi della comunità, ma solo quelli della lobby del traghettamento".
Di fronte al disinteresse messinese adesso il Comitato cerca alleati a Milazzo, tra quei consiglieri ed amministratori che con determinazione stanno dimostrando di poter e volere dire no alla schiavitù ai tir.

11/8/2001 ( la sicilia )

Lite sul traghettamento
Milazzo-Gioia Tauro secondo Nastasi servizio illegittimo

MILAZZO — Il Comune ha diffuso ieri un comunicato stampa nel quale dichiara che il servizio di traghettamento Milazzo-Gioia Tauro, e viceversa, «viene svolto in violazione del protocollo d'intesa siglato fra il Ministero dei Trasporti e della Navigazione e la Regione siciliana». In base a questa presunta violazione, il sindaco della cittadina mamertina, Nino Nastasi, ha inviato una lettera al Ministro delle Infrastrutture per chiedere l'immediata sospensione del servizio di traghettamento svolto dalla «Ngi». Sembra, quindi, ben lontano da una possibile soluzione il problema riguardante il traghettamento Milazzo-Gioia Tauro, che è già stato interessato da ben due ordinanze sindacali che prevedono il blocco del transito dei mezzi pesanti nella zona portuale, a partire dalla 19, fino alle 7 del giorno successivo.

11/8/2001 ( bob brown )

Turi...dritto salverà il TIR...ONE

E' riuscito in poche settimane a consegnare nelle mani della "Compagnia del Mare" (gruppo Franza) il pregiato WaterFront (d'ora in poi WaterFranz) della Fiera;
è riuscito (sempre in poche settimane) a consegnare nelle mani della "Servizi Norimberga"(gruppo Franza) l'omonomo molo chiudendo la porta in faccia a tutti coloro (non importa se docenti di economia, di geografia, di storia, di arte etc.) che sostenevano l'inopportunità, per la collettività, di tale scelta;
è riuscito a "tirare dritto" il tram lungo la cortina del porto accontentando il Comitato Scientifico(?) della Vara;
è riuscito ad allestire un cartellone di spettacoli (tipo il vecchio Agosto messinese) da fare invidia a quello di Catania e di Palermo(?);
è riuscito perfino a far bere acqua di fogna agli abitanti del rione ferrovieri senza per questo provocare alcuna epidemia di colera, tifo o quant'altro;
millanta di essere stato il primo ad "individuare" due approdi fuori(?) della città dopo decenni d'inerzia delle passate amministrazioni.
State tranquilli.....Turi...dritto riuscirà a risolvere anche il problema del TIR...ONE

12/8/2001 ( bob brown )

Servi della propria stupidità

"Tra un mese sarà possibile vedere il molo Norimberga attrezzato per iniziare ad essere il nuovo fulcro delle attività portuali. E da ottobre da qui partirà un'altra iniziativa imprenditoriale con l'avvio della prima “Autostrada del mare” del Meridione" con queste parole si chiude il pregevole articolo della ......zzzettella e se ci fate caso quasi tutti gli articoli del grande quotidiano finiscono allo stesso modo.
Dopo aver esaminato, a tratti anche impietosamente, i problemi della città e le colpevoli mancanze della sua classe dirigente amministrativa il redattore finisce sempre per trovare, in una anche minima iniziativa, motivi di riscatto economico per la città, quando sa benissimo che la questione Norimberga, imposta dai traghettatori, non c'entra nulla con le autostrade del mare che,addirittura, pensate per decongestionare il traffico, a Messina le si fanno partire da......Piazza Cairoli.
Milazzo ha risposto con ben altra determinazione all'arrogante attacco dei predoni mentre, a Messina, la grandeur che si annida tra i circoli per bene e pseudocolti è il vero male della città che, oltre ad essere schiava della lobby dominante, è prigioniera della propria stupidità.

12/8/2001 ( gazzetta del sud )

Livio: procedure corrette. Tommasini: così si uccide il Prg

Un'azione di forza. Sotto ferragosto il consiglio comunale decide, in una sola serata, di aumentare il costo dei biglietti Atm e di autorizzare l'amministrazione a far proprio il piano particolareggiato di una società privata intenzionata a trasformare in un ipermercato l'area delle cave di sabbia della Panoramica. Diciotto consiglieri di maggioranza si sono espressi a favore della “città mercato”. Quasi del tutto assente l'opposizione in aula: solo due i voti contrari (Calogero Centofanti e Filippo Tommasini). Il presidente Filippo Livio (Forza Italia) dice di non comprendere «il polverone creatosi sull'argomento. Il consiglio – aggiunge – non ha fatto nulla di straordinario. Alla luce dei pareri favorevoli di tutti gli enti deputati per legge ad esaminare il progetto di riconversione e riqualificazione di quell'area, è stato dato il nulla osta all'amministrazione affinchè acquisisca quel piano particolareggiato che non comporta alcun onere sul bilancio comunale. Questo non vuol dire che già domani cominceranno i lavori del centro commerciale. Adesso spetta alla giunta valutare se è conveniente per la città portare avanti quell'iniziativa, aspettando che nel frattempo arrivino notizie da Palermo riguardanti la variante al Prg». Il consigliere Calogero Centofanti è durissimo: «Si vuole continuare a devastare il territorio mentre al Tirone anziani e bambini rischiano la vita. È un'infamia». E Filippo Tommasini è l'unico dei rappresentanti del Centrosinistra a levare la sua voce contro le decisioni del consiglio. «Il problema – dichiara – non è quello della “città mercato” proposta dalla società Adroma Impianti. Ben vengano iniziative di tal genere, a patto che contribuiscano al rilancio delle attività produttive e dell'occupazione. La questione cruciale è che con simili provvedimenti si ribalta l'impianto complessivo del Piano regolatore. Passa il principio che quello che è scritto nel Prg può essere tranquillamente cancellato e che dall'oggi al domani cambia la destinazione d'uso di aree destinate a verde, a servizi e attrezzature collettive. In discussione è la concezione stessa del nuovo Prg che aveva individuato ben altre vocazioni nella zona nord». Sull'argomento interviene anche il rappresentante legale delle società Magnolia e Margherita titolari degli interventi di attività estrattiva nell'area delle cave e proprietari di gran parte del terreni oggetto del nuovo piano particolareggiato. Le società nei mesi scorsi avevano presentato un atto stragiudiziale nei confronti del consiglio comunale, riservandosi di agire nelle opportune sedi giudiziarie. «Fino ad oggi – afferma Antonio Smidile – ho manifestato il dissenso verso l'iniziativa di chi, pur non essendo proprietario, minaccia di annientare le attività industriali di coltivazione della cava, di lavorazione e trasformazione dei materiali estratti nelle quali sono impiegate numerose unità lavorative. Al Comune – sottolinea il rappresentante delle due società – sono stati trasmessi la copia del programma di coltivazione della cava, con il previsto riordino ambientale (per cui è stata rilasciata una polizza fidejussoria) e l'autorizzazione dell'ingegnere capo del Distretto minerario di Catania, organo decentrato della Regione siciliana. L'autorizzazione è rilasciata nel rispetto delle norme vigenti in materia urbanistica, paesaggistica e di tutela delle cose di interesse artistico e storico, sentito il parere del servizio geologico e geofisico dell'Ispettorato delle Foreste e della Soprintendenza. La cava – sostiene Smidile – non deturpa zone pregiate e merita il rispetto e la tutela riservati a tutte le attività imprenditoriali esercitate nel rispetto della legge. Sarebbe riduttivo elencare le opere pubbliche che in questo momento si stanno realizzando con l'impiego dei materiali estratti e degli inerti da cava. Le nostre aziende hanno una certificazione in piena regola per quel che riguarda sia il sistema di qualità aziendale sia per quello del contenimento dell'impatto ambientale. Le società Magnolia e Margherita – conclude il rappresentante legale –, in ogni caso, ad esaurimento della cava, non sono contrarie a promuovere o a partecipare ad un progetto di riconversione degli immobili acquistati che punti, però, ad un coinvolgimento migliorativo delle attuali condizioni». Il comitato “La nostra città” chiede, invece, l'intervento del prefetto «perchè si verifichi la legalità degli atti comunali» e della Procura della Repubblica «perchè s'indaghi sulla gestione amministrativa degli appalti del Comune negli ultimi anni. È sconcertante – scrive il comitato – come davanti a fatti drammatici (vedi l'ennesimo crollo al Tirone), alla situazione di degrado dei quartieri (senz'acqua e con fogne a cielo aperto), all'inquinamento e all'invivibilità, l'amministrazione e il consiglio comunale, maggioranza e opposizione, continuino in dissennati progetti di distruzione del territorio urbano».

13/8/2001 ( gazzetta del sud )

milazzo / Scatta da oggi il divieto d'accesso alla banchina XX Luglio dalle 19 alle 7
Indagine della magistratura
La Procura di Barcellona ha aperto un fascicolo sulla “guerra delle ordinanze” legate al collegamento con Gioia Tauro e sulle eventuali limitazioni all'attività portuale

MILAZZO – Indagine conoscitiva della Procura di Barcellona sulla “guerra delle ordinanze” legate al collegamento Milazzo-Gioia Tauro, attivato da qualche settimana dalla Ngi. Secondo quanto si è appreso, l'indagine della magistratura tende ad accertare se le fasce orarie stabilite dal primo cittadino di Milazzo possano interferire, limitare o inibire la normale attività portuale, in rapporto soprattutto ai collegamenti e ai rifornimenti alle Eolie. La magistratura barcellonese insomma vuol fare chiarezza sulla ridda di voci e polemiche scaturite soprattutto negli ambienti politici dopo la decisione della società di navigazione Ngi di attuare il collegamento, regolarmente autorizzato nel '97. La nave nell'ultima settimana è partita tutte le sere (ed è rientrata l'indomani) vuota a seguito dell'ordinanza sindacale che non consente l'accesso nell'area portuale ai mezzi pesanti nelle ore serali). Non risulta comunque che l'armatore della Ngi, Sergio La Cava, abbia presentato denunce alla autorità giudiziaria per l'impossibilità ad espletare regolarmente il servizio. Pare che sia intenzione della Ngi di presentare una richiesta di risarcimento danni al Comune per gli oneri che si stanno affrontanto inutilmente. Il sindaco Nastasi venerdì mattina ha inviato una lettera al ministro delle Infrastrutture, all'assessore regionale Territorio ed Ambiente e al presidente dell'Autorità portuale di Messina, con la quale evidenzia che il collegamento con la costa calabra iniziato lo scorso 27 luglio dalla società di navigazione Ngi, "viene svolto in violazione del protocollo d'intesa siglato fra ministero dei Trasporti e della Navigazione e Regione siciliana" e ne chiede quindi l'immediata sospensione della linea. E da oggi a Milazzo sarà attuata anche la terza ordinanza che Nastasi ha redatto per frenare il passaggio dei camion nel centro cittadino. Il provvedimento - notificato al comando dei vigili urbani per darne attuazione - prevede il divieto di transito nelle vie adiacenti al porto tutti i giorni dalle 19 alle 7 dell'indomani. Un'ulteriore restrizione di due ore che però potrebbe determinare problemi anche ai mezzi che debbono raggiungere le isole Eolie per fornire beni deperibili. E nell'arcipelago eoliano, i disguidi della scorsa settimana hanno determinato già delle polemiche che potrebbero presto arrivare sul tavolo del sindaco di Milazzo. A questo punto non si esclude neppure un intervento del prefetto, che per ragioni di regolarità nell'attività portuale potrebbe convocare una conferenza di servizi, coinvolgendo anche l'Autorità portuale, per decidere sul da farsi.

17/8/2001 ( tg5.it )

Si ribalta autocisterna piena di benzina
Bruciano 5 case sulla strada per Cortina 

Sette feriti, uno è ustionato sull'85% del corpo, due auto semidistrutte, case in fiamme, la statale 51 d'Alemagna bloccata nei due sensi: è il bilancio dell'ennesimo incidente avvenuto verso le 7 sul Fadalto, la strada che da Vittorio Veneto (Treviso) porta a Cortina (Belluno). Un'autocisterna carica di 37mila litri di benzina e gasolio è sbandata in curva, forse per l'alta velocità, andando a sbattere contro un muretto, ribaltandosi e incendiandosi. Le fiamme si sono estese alle case vicine, a due auto e alla chiesa di San Floriano. L'autista della cisterna, Andrea Cartella, 35 anni, di Mestre, è stato trasportato al Centro Grandi Ustioni di Verona: il suo corpo è in gran parte ustionato. Due vigili del fuoco intossicati e cinque persone intrappolate in casa sono state salvate a stento da alcuni operai di un vicino cantiere.

 

17/8/2001 ( bob brown )

Spazzaturi

Spazzatura e degrado, testimoniate quotidianamente dalle telecamere delle T.V. locali, sono le caratteristiche pù importanti di questa città mentre l'alieno dal bronzeo volto e dall'aspetto simile ad un pugile tracagnotto parla di una cittadinanza che, stretta attorno alla sua Vara (o Bara?), ha dimostrato grande compostezza e senso civico (?).

Continuando nella sua lunga teoria di bugie e di squallide interviste ci dice che la Fiera deve restare dov'è e che i privati (ovvero gli amici del WaterFranz) devono permettere la fruizione pubblica di tutto l'affaccio a mare che va dalla Passeggiata all'Annunziata.
Come se l'approdo all'Annunziata (per il quale ha minacciato di scioglimento l'intero consiglio) lo abbiano concepito e progettato gli extraterrestri; come se la rada S.Francesco sia accessibile a tutti; come se la cittadella fieristica sia stata consegnata alla Compagnia del Mare contro la sua volontà; come se non abbia mai affermato (ai primi di gennaio) che l'approdo al Norimberga era una scelta folle.
In un altro paese un personaggio simile sarebbe stato deposto o addirittura perseguito penalmente mentre a Messina questo Spazza.....Turi bugiardo viene ossequiato da giornalisti idioti e mafiosi locali.

17/8/2001 ( gazzetta del sud )

Mons. Marra: i problemi della città hanno bisogno di un'unità d'intenti

È stato un discorso vicino alla realtà messinese quello che l'arcivescovo Giovanni Marra ha tenuto a conclusione della processione della Vara. «Abbiamo visto con soddisfazione – ha esordito Marra – come la Vara abbia potuto seguire il tradizionale percorso di via Garibaldi: così sarà anche per il futuro. Lungo il tragitto abbiamo potuto ammirare una grande manifestazione di fede e di devozione mariana». Il primo riferimento di Marra relativamente ai problemi della città è stato quello del degrado del Tirone. «La Vergine Maria – ha detto Marra – ci invita in relazione ai recenti dolorosi fatti del Tirone ad impegnarci tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità, a provvedere al risanamento delle tante zone da molto tempo malate della nostra città, perchè a tutti sia garantita una casa degna di un essere umano. Chiede alle pubbliche istituzioni, in collaborazione con le associazioni di volontariato, di avere più cura e attenzione per le fasce più deboli. Chiede, e con lei anche noi chiediamo, una città migliore, più vivibile, meno inquinata, più solidale, degna della sua storia millenaria. È possibile che, presto, queste aspirazioni e attese diventino realtà? Sono fortemente convinto che tutto questo è possibile. È necessario, però, superare le sterili divisioni e contrapposizioni; è necessario vincere la tentazione di guardare unicamente al proprio interesse; è infine necessario incoraggiare e sostenere quanti si impegnano a realizzare concreti progetti a favore della città». Nella mattinata le funzioni religiose volte a celebrare la festa dell'Assunta hanno richiamato in chiesa un incredibile numero di fedeli, ad ulteriore testimonianza del forte culto mariano in riva allo Stretto. Punto di riferimento per i fedeli, la messa pontificale celebrata in Cattedrale dall'arcivescovo Marra ed impreziosita dai canti della Corale Perosiana, direttore Saro Mangano, organista mons. Salvatore De Domenico. Nella sua omelia Marra ha ricordato i forti legami che da secoli vincolano fortemente la città di Messina alla Beata Vergine Maria, spaziando dai temi della tradizione religiosa del culto mariano ad accenni di stretta attualità. «Nel giorno in cui si celebra la conclusione del cammino terreno di Maria con la sua glorificazione in cielo – ha esordito il presule – a ricordarci che questa immortalità è prerogativa di ogni essere umano e che per noi si realizzerà alla fine dei tempi, tutti i messinesi esultano, perchè la vergine Assunta è antico titolo di questa cattedrale, la nuova parrocchia della cattedrale è dedicata alla Vergine Assunta, ed infine c'è l'antica e sempre attuale tradizione della Vara, evento non solo religioso, ma anche civile».

18/7/2001 ( gazzetta del sud )

I troppi punti “oscuri” di una vicenda-simbolo

Il confronto delle idee è utile e prezioso ed è legittima l'autodifesa dei sei consiglieri comunali. Ma troppi interrogativi restano senza risposta. 1) Il risanamento delle cave di sabbia della Panoramica non è un “optional” o un favore che la società privata di Castellamare di Stabia sta elargendo alla nostra città. La concessione ultraventennale rilasciata dal Distretto minerario siciliano impone ai titolari delle attività estrattive, a conclusione del ciclo produttivo, la bonifica del sito e il ripristino delle migliori condizioni ambientali. 2) Il Prusst non è il Vangelo nè può essere paragonato al Piano regolatore generale, anche se l'intenzione di qualcuno è abbastanza evidente ed è quella di far rientrare dalla “finestra” molte scelte, escluse in sede di adozione della Variante. Buon senso avrebbe voluto, in ogni caso, che si attendesse il compimento dell'iter del Prg. 3) Il polo commerciale che dovrebbe sorgere in un'area di grande valore paesaggistico è diventato “realtà” nel momento in cui il consiglio comunale ha deciso di approvare un'osservazione presentata da privati, con cui è stato chiesto il cambio di destinazione d'uso dei terreni. Inoltre, va chiarito che eliporto e caserma dei vigili del fuoco sono opere per le quali si utilizzerebbero finanziamenti pubblici. 4) In discussione, come è stato più volte sottolineato, non è l'idea della “città mercato” ma la decisione di variare lo strumento urbanistico per collocare la megastruttura in quella determinata porzione di territorio della zona nord. 5) Non è, comunque, da un ipermercato che passa il rilancio dello sviluppo di Messina. In tutte le realtà (compreso il circondario di Catania) dove esistono simili strutture, alle spalle c'è un forte tessuto di attività produttive in grado di sostenere l'economia cittadina. 6) I consiglieri non spiegano come mai progetti di altra natura, ed importantissime opere di risanamento e riqualificazione del centro urbano e delle sterminate aree di periferia, abbiano avuto tempi molto più lunghi e un iter decisamente più complicato rispetto a quello di cui oggi si discute. 7) Messina è la città che ha saputo conservare come una “reliquia” le belle baracche del Tirone e che, nello stesso tempo, ha dato vita a incredibili “capolavori” urbanistici come quello della collina di Santa Lucia sopra Contesse. Si è liberi di proseguire in questa direzione. Ma le voci libere hanno il diritto e il dovere di uscire “fuori dal coro”.

18/8/2001 ( gazzetta del sud )

A occupare gli spazi proliferano tende, ombrelloni, sedie sdraio e tutti gli accessori da “conquistatori
Spiagge “libere”: quella vecchia mentalità da... baraccacone 

Un posto al sole non si nega a nessuno; d'estate, soprattutto, un posto all'ombra. Dunque – alla maniera de noantri – la corsa alla conquista di una giusta fetta di territorio non conosce ostacoli, dato il secolare patrimonio genetico della città ancora in minima e vergognosa parte baraccata. Se i litorali si vestono a festa nelle zone consacrate a lido, in quella che si chiamava «spiaggia libera» la festa è tutta dei «conquistatori»: in città e in provincia, tra immondizie e discariche, parcheggi selvaggi e selvaggi (o abusivi) parcheggiatori. Per detenere il «posto», come una volta si metteva il cappello oggi si mette l'ombrellone; in qualche caso con la sedia sdraio annessa, e legata alla meno peggio (più peggio che meno), all'emblema della proprietà di zona. Lo spettacolo è desolante. Perché, dal momento che accanto a chi conquista c'è anche chi arraffa, la regola prima dell'acquisizione di un posto all'ombra è la disponibilità di accessori il più possibile luridi e malandati; per evitare, appunto, pericolosi «appetiti» notturni. Quindi vecchi ombrelloni, sedie sgangherate, pezzi di gommapiuma, vecchissimi (anche come ricordo dell'ultima sortita in lavatrice) teli spugna: tutto va bene per dichiarare con il linguaggio inequivocabile dei segni «questo posto è mio». Non è certo il peggiore degli abusi, nella città degli abusi peggiori. Ma è un effetto deleterio di vecchie mentalità, durissime a scomparire, come ben sanno i coraggiosi oppositori all'anarchia degli spazi pubblici. E peraltro, l'effetto delle prepotenze è – come sempre – di epidemia: da una decina di ombrelloni da conquista si è passati alle centinaia e centinaia attuali, lungo tutto il frequentabile litorale del Messinese. Perché – si sa – qui nessuno è più scemo degli altri. Così, allo stesso modo, proliferano i parcheggi di fatto «riservati» da garage, meccanici, gommisti... Così, alcuni tratti – diciamo quelli «storici», dati i tempi di completamento – della tranvia sono diventati comodi spazi «personali»; così, zone di marciapiede vengono riservate ai possessori di negozi e esercizi commerciali... Ce n'è per tutti, in modo che ce ne sia sempre meno per ciascuno. Le vecchie definizioni di territorio come bene comune, di spiaggia libera, di àmbiti pedonali sono andate in soffitta assieme all'idea di vivibilità. Perché tutto cambia nel tempo, eccetto la nostra inespugnabile mentalità da baracca.

18/8/2001 ( gazzetta del sud )

Il sistema d'avanguardia per il controllo della navigazione nello Stretto
«Il Vts sarà pronto già a settembre»

Il sistema di avanguardia per il controllo della navigazione denominato “Vts” (Vessel Traffic Service) con la sua centrale telematica di forte Ogliastri è ormai prossimo al decollo, anche se, in una prima fase, l'impiego sarà “parziale”. A confermarlo è il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, che da tempo segue l'evoluzione di questo importante progetto per la sicurezza e la legalità della navigazione, finanziato dallo Stato con 25 miliardi. «Entro la fine di settembre – spiega Maccarone – grazie all'addestramento in corso per parte del personale, una trentina di unità tra radaristi e addetti alla manutenzione, il sistema “Vts” potrà funzionare sia pure in maniera non vincolante. Farà da supporto agli attuali controlli radar esistenti ma tale attività non avrà la veste giuridica cogente per la quale dobbiamo attendere l'emanazione del regolamento attuativo della legge 51». Il nuovo sistema Vts, va ricordato, consentirà di tenere sotto controllo, con margini e tempi di operatività notevolmente accresciuti, l'intero mare siculo-calabro che si estende dalla costa di Giardini Naxos a quella di Gioia Tauro.
– Ma quale sarà, rispetto all'azione dei comuni radar, la forza di questo nuovo sistema in rete, che farà capo alla centrale di Forte Ogliastri? «In breve possiamo parlare di una visualizzazione e ricezione in tempo reale, secondo dopo secondo, di una serie di caratteristiche di ogni imbarcazione in movimento: rotte, manovre, carico a bordo, velocità, paraggio, condizioni meteo: elementi che andranno a comporre negli schermi di forte Ogliastri tutto l'“aspetto cinematico” del movimento e delle traiettorie reciproche seguite dalle navi e quindi tutte le conseguenze più immediate e i rischi più remoti che ne possono derivare. Finora, in sostanza, il controllo della navigazione era possibile nei porti o in prossimità dei porti e soprattutto per le esigenze di ordine pubblico. Attraverso il “Vts”, previsto e disciplinato dalla legge 51, ne divengono elementi cardini, con un effetto vincolante ai sensi del codice della navigazione, anche i profili della sicurezza e della tutela ambientale». Ma quando arriverà l'atteso regolamento perché possano essere impartite, in maniera vincolante, le varie disposizioni alle navi di qualunque bandiera che solcheranno il mare tra Gioia Tauro e Giardini? «La legge 51, che ha modificato in tal senso un articolo del Codice della Navigazione risale al marzo 2000: il termine massimo, entro cui va adottato il regolamento, è dunque il marzo 2001. Dovranno intanto essere nominati dal Ministero il responsabile del Vts nella Capitaneria e un viceresponsabile della struttura. Comunque, una volta che entro settembre avremo completato l'addestramento non potremo non usare, in caso di necessità, questa grande risorsa che consente già preziose attività di supporto agli attuali controlli, per un maggiore controllo sulla navigazione»
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18/8/2001 ( gazzetta del sud )

Richiesti fondi per una pista ciclopedonale sulla Panoramica (ma prima vanno garantite pulizia e illuminazione?)

La prima pista ciclabile di Messina, la «Paradiso-Grotte» costruita sulla Litoranea, non è ancora ultimata (restano da “legittimare” e finire i parcheggi) e già sale sul trampolino di lancio il progetto di una seconda pista, questa volta ciclopedonale , che dovrebbe sorgere per due chilometri e mezzo lungo la corsia lato monte della «Panoramica dello Stretto» dal bivio di Pace al semaforo per Faro Superiore. Rispettando il termine del 20 agosto assegnato dalla Regione, gli uffici di Palazzo dei Leoni hanno inviato a Palermo il progetto di massima della nuova «ciclabile» redatto dagli ingegneri Caminiti e Lentini e dal geometra Mufale. Il costo dell'opera è di 1 miliardo e 200 milioni: 600 milioni sarebbero a carico dello Stato. L'invio del progetto di massima è stato dunque un atto dovuto soprattutto in considerazione delle considerevoli somme (60 miliardi) con cui la Finanziaria del 2000 ha rimpinguato i capitoli che, grazie alla legge 366, cofinanziano le Province per la realizzazione di piste, percorsi, aree di sosta e servizi per i ciclisti e i pedoni, con incentivi, peraltro, alle riconversioni di tracciati progettati con Ferrovie e Municipalizzate. L'amministrazione provinciale sta seguendo un iter tracciato da tempo. Con la delibera del 19 dicembre 1998, la giunta Buzzanca approvò, infatti, un ambizioso piano, da 9 miliardi e per 9 piste ciclabili: tre nella città capoluogo (la terza, sempre sulla Panoramica, da Faro Superiore fino a Granatari) e le altre sei sul territorio provinciale. In riferimento alla seconda pista, per la quota di finanziamento che dovrebbe andare a carico della Provincia, le premesse sono state parimenti adempiute entro i termini. Nel piano triennale delle opere pubbliche che è stato approvato dal Consiglio provinciale è prevista, infatti, la costruzione della «Pace-Granatari» con un'apposita previsione di 600 milioni nel bilancio di Palazzo dei Leoni. Dal punto di vista amministrativo, dunque, non sembra possano esservi problemi purché il progetto ottenga, poi, tutti i visti necessari: dalla Commissione edilizia e alla Soprintendenza. Su un piano diverso, del dibattito cittadino, non mancheranno certo le opinioni più contrastanti. L'attuale progetto di massima prevede difatti una pista ciclopedonale ovvero al contempo sia ciclabile che pedonale per una larghezza di tre metri (un metro più larga rispetto alla pista sulla Litoranea) che dovrebbe riqualificare il ciglio lato monte della Panoramica ma che restringerebbe quella stessa carreggiata da tre a poco più di due corsie. In programma anche due aree di sosta per bici. Da un lato la prospettiva di un colpo d'occhio di tipo ambientalistico tipo Litoranea e un avvio della pedonalizzazione, dall'altro il timore di danneggiare l'attuale circolazione automobilistica “ a scorrimento veloce”. Ma, a prescindere dalla pista, gli enti locali come alcuni cittadini senza civiltà meritano severe critiche. È inammissibile che le condizioni di questa arteria strategica continuino ad essere le stesse da anni e anni. Si registrano una scarsa manutenzione e cura da parte dei cantonieri, una latitante raccolta dei rifiuti e delle suppellettili dai cassonetti ma, soprattutto, la mancanza, da Terzo Mondo, d'un impianto di pubblica illuminazione. Una bella completa serie di lampioni, molto più di un ipermercato, costituirebbe, questa sì, e da subito, una base per un autentico “progresso”.

18/8/2001 ( la sicilia )

Città-mercato: 6 consiglieri difendono la loro scelta

«La realizzazione di una struttura che comprende una città-mercato, ma anche una caserma dei VdF, un eliporto, un parco giochi per bambini, una struttura di cinema multisale, posteggi e verde pubblico può anche non piacere a molti ed è legittimo che lo manifestino spiegandone però le ragioni e non trincerandosi dietro pretesti e presunti sospetti. Una struttura di tal genere non uccide l'economia, ma può benissimo affiancare gli operatori commerciali ed artigianali. Nell'era di Internet e delle vendite on-line la posizione di alcuni rappresentanti di categoria appare anacronistica, seppur romantica»: respingono così le recenti accuse alcuni dei consiglieri di maggioranza che hanno approvato l'acquisizione del progetto per la realizzazione della città-mercato nelle ex cave di sabbia della Panoramica. È un documento duro quello firmato da:
Umberto Bonanno (Psi), Giuseppe Capurro (Fi), Angelo De Salvo (Democrazia europea), Franco Mondello (Ccd), Antonio Crupi (An) e Giuseppe De Stefano (Pri). I sei lanciano frecciatine a qualche collega: «Alcuni consiglieri, cronicamente assenti, hanno preferito affidare la loro posizione a dichiarazioni e documenti rinunciando al loro diritto-dovere di esprimersi nella sede competente, dove si è sviluppato un confronto vivace e serrato per oltre un mese. Solo per amore di verità – continua il documento, nel quale si difendono anche le scelte programmatorie dell'Amministrazione Leonardi – è opportuno ricordare ai tanti distratti che si sono espressi in questi giorni, che la realizzazione di tale struttura risulta già inserita nel Prusst, predisposto brillantemente dall'Amministrazione nel '99, ed attorno al quale si sono sviluppati confronti e dibattiti».

19/8/2001 ( gazzetta del sud )

L'autodifesa dei consiglieri comunali che hanno votato la delibera che stravolge le previsioni relative alla Panoramica
«La città mercato crea sviluppo»


È una scelta “buona e giusta” quella di localizzare un ipermercato nell'area delle cave della Panoramica. Lo sostengono sei dei diciotto consiglieri comunali che lo scorso 10 agosto hanno votato la delibera con la si acquisisce il piano particolareggiato proposto da una società privata (la Adroma di Castellamare di Stabia). «Il progetto della “città mercato” – sottolineano
Umberto Bonanno (Psi), Giuseppe Capurro (Fi), Angelo De Salvo (De), Franco Mondello (Ccd), Antonio Crupi (An) e Giuseppe De Stefano (Pri) – ha suscitato un vespaio di polemiche e di prese di posizione talvolta frutto di disinformazione, in altri casi fatte solo per il gusto di avere spazio sui mass media esprimendo opinioni in libertà. È comunque legittimo, da parte di chiunque, esprimere posizioni e preoccupazioni mentre è inaccettabile la cultura del sospetto ed ancor di più adombrare illegittimità e anomalie. Il consiglio ha approvato una proposta di delibera per acquisire gratuitamente il progetto di realizzazione della struttura e per dare mandato alla ripartizione di predisporre l'atto deliberativo al fine di andare in variante al piano Tekne e inoltrare alla Regione la stessa richiesta di variante. L'acquisizione del progetto – ribadiscono i sei consiglieri –, sollecitata dalla commissione urbanistica, è un atto preliminare che in ogni caso avvia un iter sul quale la maggioranza dei consiglieri ha espresso un consenso motivato e convinto. Alcuni consiglieri, cronicamente assenti, hanno preferito affidare la loro posizione a dichiarazioni e documenti rinunciando al diritto-dovere di esprimersi nella sede competente. Solo per amore della verità, è opportuno ricordare che la realizzazione della struttura nell'area delle cave di sabbia risulta già inserita nella programmazione del Prusst, predisposto dall'amministrazione comunale nel '99 ed attorno al quale si sono sviluppati discussioni e dibattiti, con la partecipazione fattiva di molti soggetti privati che hanno affiancato il Comune per presentare un programma quanto più ampio e credibile al fine di ottenere i visti e i finanziamenti da parte del Governo nazionale. Cosa che è avvenuta e che rappresenta sicuramente un successo per l'amministrazione Leonardi, alla quale le critiche di mancanza di programmazione risultano ingenerose, oltre che speciose. Alla presentazione del Prusst – insistono i consiglieri –, nella primavera di due anni fa, non seguirono voci “fuori dal coro” nè ci furono prese di posizione a difesa del Comune da parte di operatori sociali ed economici quando, inopinatamente, Catania e Palermo, pur senza titoli aggiuntivi, scavalcarono in graduatoria la proposta della città di Messina. Tant'è! Nella nostra città l'arte di distruggere le poche iniziative di sviluppo e di crescita è uno sport popolare. La realizzazione di una struttura che comprende una “città mercato” ma anche una caserma dei vigili del fuoco, un eliporto, un parco giochi per bambini, una struttura di cinema multisale, posteggi e verde pubblico, può anche non piacere a molti, ed è legittimo che lo manifestino spiegandone però le ragioni e non trincerandosi dietro pretesti o presunti sospetti. Una struttura di tal genere non uccide l'economia, come alcuni vogliono far intendere, ma può benissimo affiancare gli operatori commerciali ed artigianali che possono diversificare le loro attività e trovare nel centro un punto di esposizione e riferimento per un mercato più ampio a valenza interprovinciale e interregionale. Nell'era di internet e delle vendite on-line la posizione di alcuni rappresentanti di categoria appare anacronistica, seppur romantica. Le maggiori città italiane, e non solo siciliane, oltre alle più grandi capitali europee, hanno migliorato la loro economia con queste strutture. Da quelle parti lo chiamano progresso! Infine, la vocazione e lo sviluppo della zona nord non sono incompatibili con il progetto presentato. La speranza è che altri programmi inseriti nel Prusst possano realizzarsi, primo fra tutti il recupero dei laghi, di Capo Peloro e la costruzione del porticciolo turistico alla foce del torrente Guardia». Adesso, in ogni caso, la palla passa alla Regione siciliana. E speriamo che le vicende di queste ultime settimane non influiscano negativamente sulle decisioni finali riguardanti il Prg che Messina attende da oltre 20 anni.

 

19/8/2001 ( la sicilia )

Il controesodo «mette in ginocchio» la viabilità

Prima giornata di caos, per la viabilità, provocato dal controesodo. La fila agli imbarcaderi privati è iniziata già nelle prime ore della mattina, con le auto incolonnate fino alla Prefettura: i tempi d'attesa, intorno alle 14, erano di oltre 3 ore.
Misure straordinarie sono state attuate dal Corpo della Polizia municipale, per evitare disagi insopportabili al traffico veicolare cittadino. La carreggiata sud-nord del viale della Libertà è stata così riservata ai mezzi diretti verso le navi delle società private di traghettamento. Quasi per tutta la mattinata sono rimasti intasati, inoltre, gli svincoli autostradali di Boccetta e di Messina centro. Insomma, per i viaggiatori non è stata certo una giornata tranquilla quella di ieri. Per la Polizia municipale è stato anche necessario individuare aree di stoccaggio d'emergenza: la prima, utilizzata intorno alle 11 su disposizione del comandante dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi, è stata reperita nella parte centrale del viale Giostra, tra viale della Libertà e via Garibaldi, esattamente dove sono state fatte posteggiare le auto dei visitatori della Fiera campionaria. Il secondo sito individuato dai Vigili urbani è la Zir, nel tratto a valle di via Corbino Orso; la situazione, comunque, non è stata di tale gravità da renderne necessario l'utilizzo. Oggi, però, il «quadro» potrebbe aggravarsi.

19/8/2001 ( gazzetta del sud )

Una mattinata a bordo delle motovedette della Guardia costiera in servizio di vigilanza in uno dei tratti di mare a più alta densità di traffico
Massima allerta nelle acque dello Stretto
Difficile contenere le scorribande di acquascooter e pescatori dilettanti che si avventurano in zone a rischio

La motovedetta Cp 2067 salpa dagli ormeggi antistanti la sede dell'area operativa della Guardia costiera. Il mare è calmo, il cielo è velato e soffia un leggero vento. Sono le 9 e inizia il viaggio a bordo di un mezzo della Capitaneria di porto di Messina sempre impegnata nel mare dello Stretto. Il comandante della motovedetta, Salvatore Sosta, il sottocapo Letterio Ingegneri e il capo Fabio Buttiglione sono pronti per un'altra giornata di controlli in un braccio di mare battuto da traghetti, navi da crociera, da commercio, della Marina e dalle tante imbarcazioni da pesca che a volte si immettono sulle rotte dei traghetti correndo grossi rischi. Nello Stretto l'attenzione è alta, si deve garantire la sicurezza dei tanti mezzi che giornalmente navigano in queste acque. Il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, è sempre stato esigente sulla regolamentazione dei flussi del traffico marittimo. E d'estate l'attività di vigilanza aumenta con bagnanti spesso distratti e con gli acquascooter diventati l'incubo dei vacanzieri e degli stessi “uomini” della Guardia costiera, costretti a dover fare fronte alle tante telefonate di protesta. «Lo Stretto di Messina – ci dice il comandante Sosta – è un braccio di mare pericoloso». Il compito prioritario degli equipaggi di alcune motovedette è proprio quello di salvare la vita anche se la Guardia costiera si occupa di tante altre cose. «Questa motovedetta – continua Sosta – è impegnata per la vigilanza sulla pesca, sull'immigrazione clandestina e in attività di polizia marittima in generale». La Cp 2067 è sempre in servizio 24 ore su 24. «Di solito – ci fa notare Sosta – usciamo due volte al giorno ma spesso i casi di intervento ci spingono ad uscite extra. A Ferragosto abbiamo iniziato il servizio alle 9 e siamo rientrati alle 2 di notte. Siamo stati impegnati nella rotta Messina-Villafranca-Giardini. Di sera abbiamo anche effettuato un servizio di sicurezza durante lo spettacolo pirotecnico». La campagna straordinaria sulla vigilanza in mare durerà fino al 15 settembre, quando terminerà la stagione balneare anche se sta per concludersi l'operazione “Mare d'amare” disposta dal 15 giugno dal comando generale delle Capitanerie di porto. Il mare è imprevedibile e da quando iniziano le vacanze per i “custodi del mare” si prospetta un periodo impegnativo. Ieri è stata una delle tante giornate estive di controlli e vigilanza. Le spiagge in realtà non erano particolarmente affollate a causa del tempo incerto. È stata una giornata tranquilla ma gli equipaggi delle motovedette sono sempre vigili. Il punto più critico di quest'estate, per la massiccia presenza di bagnanti e quindi sul fronte della sicurezza, è stata la spiaggia di Torre Faro. Il litorale del Pilone e il tratto di mare di fronte a Scilla sono stati praticamente invasi dai vacanzieri. In questa zona la Capitaneria di porto ha concentrato maggiormente il proprio raggio di azione. Arrivati proprio all'altezza di Ganzirri, la Cp 2067 viene raggiunta dalla motovedetta Cp 852, un gioiello della Guardia costiera capace di raggiungere la velocità di 32 nodi. Il comandante Nicola Mancuso e gli uomini dell'equipaggio: sergente Vincenzo Rando, conduttore di macchina, capo Sebastian Greco e capo Gaetano Priulla, danno dimostrazione delle capacità tecniche di questa motovedetta che viene soprattutto adoperata per i casi di emergenza di soccorso in mare. Proprio venerdì la Cp 852 ha soccorso due natanti nello specchio acqueo di Scaletta e di Capo Alì. Il primo stava per affondare e il secondo aveva avuto problemi con il motore. Sono le 10 e siamo sempre a Capo Peloro in un punto in cui il mare è profondo settanta metri, dove le correnti sono così forti che la navigazione diventa rischiosa pure per le motovedette della Guardia costiera. Le feluche sono ormeggiate, in mare c'è qualche imbarcazione da diporto e piccole barche da pesca oltre ai traghetti che da Villa S. Giovanni raggiungono l'approdo della rada San Francesco. «Messina è in regola con il traffico da diporto – ci dice il comandante Sosta – la gente è informata sulle sanzioni previste». Pochi sono stati negli ultimi mesi i verbali per mancanza di documenti a bordo. È la sicurezza, infatti, che tiene maggiormente impegnati gli equipaggi delle motovedette. Durante la sosta davanti al Pilone ci raggiunge anche l'aereo del II nucleo della Guardia costiera di Catania, “Orca 6”, con a bordo: il pilota Sergio Rialto, capo Giuseppe Cavaione, il primo maresciallo Antonio Gentile e il capo di II classe Francesco Rosano. L'aereo viene adoperato per vigilare sulle coste siciliane soprattutto durante l'operazione “Mare d'amare”. Il comandante della motovedetta Cp 2067 viene avvertito, tramite sistema Vhf, dall'equipaggio della Cp 852, dell'arrivo dell'aereo. La comunicazione avviene inizialmente tramite il canale 16, che è quello di emergenza, poi viene dirottata sugli altri canali. Tutte le comunicazioni vengono gestite dalla sala operativa della Guardia costiera coordinata dal comandante Giuseppe Rando. L'“Orca 6” effettua qualche dimostrazione. Poi lascia il cielo dello Stretto. Le due motovedette vengono affiancate anche dal gommone Gc 091/B, con a bordo cinque marinai di leva, impiegato nella campagna spiagge libere e sicure ed adoperato soprattutto a largo di Capo Peloro. Sempre a bordo della Cp 2067, seguiti dalla motovedetta Cp 852, si rientra in porto. Suona la sirena e durante il ritorno il comandante Sosta e gli uomini dell'equipaggio fermano un peschereccio proveniente da Catania per una normale verifica. In questi casi si controlla la licenza di pesca. È tutto in regola, si procede costeggiando il litorale di Paradiso, Pace e Contemplazione. Oltre a Capo Peloro il tratto di mare antistante la litoranea da giugno in poi è supercontrollato. Qui le scorribande degli acquascooter quest'anno sembrano essere state più contenute. Le proteste sono invece arrivate dalle spiagge della zona sud. «Per bloccare gli acquascooter che mettono a rischio la sicurezza dei bagnanti – sottolinea il comandante Sosta – è necessario un servizio di pattugliamento a terra. In mare le moto d'acqua facilmente riescono a sfuggire ai nostri controlli». Dal momento della richiesta di intervento di una motovedetta della Capitaneria di porto all'arrivo della stessa, infatti, gli acquascooter hanno il tempo di allontanarsi o di ritornare a riva. In questi mesi, comunque, sono stati elevati diversi verbali per comportamenti contro la pubblica incolumità, e in alcuni casi è stato sequestrato anche il mezzo. Sulla strada del ritorno, anzi sulla rotta, al sistema Vhf della Cp 2067 continuano a pervenire comunicazioni sull'arrivo di navi nelle acque dello Stretto. Per quelle di grossa dimensione è necessario il servizio di pilotaggio. La Cp 852 rimane in mare. Si ritorna a terra sempre a bordo della Cp 2067 che accosta subito dopo il passaggio di un traghetto delle Ferrovie dello Stato. Termina qui una mattinata a bordo delle motovedette della Guardia costiera. Ma solo per noi, i comandanti con i loro equipaggi non mollano l'ancora. Il mare è imprevedibile e poi ci sono le piccole imbarcazioni da pesca da tenere sotto controllo. Con l'intenso traffico marittimo dello Stretto sono loro a rischiare di più.

20/8/2001 ( gazzetta del sud )

Non è più possibile pensare di fare sviluppare la città sbancando colline e aree verdi
Il futuro? I progetti di riqualificazione
Tirone e zona falcata le prime due “scommesse” da vincere

Forse è la volta buona. Il risanamento del Tirone, acquisito il carattere di emergenza di protezione civile, può trasformarsi in realtà. A Messina solo così alcuni progetti riescono a sbloccarsi. Quando i normali problemi politico-amministrativi diventano questione di vita o di morte, quando c'è in gioco la tutela della pubblica e privata incolumità, allora finalmente si capisce che occorre intervenire con terapie d'urgenza. Da oggi sarà predisposto un piano di demolizione di tutte le baracche esistenti e per le famiglie che dovranno sgomberare le proprie abitazioni, il Comune provvederà all'acquisto di alloggi volano utilizzando parte dei fondi ex Gescal. Nel frattempo, si darà vita ad una società di trasformazione urbana che avrà il compito di restaurare gli edifici esistenti e di riqualificare il più antico rione della città. Seppur necessitati da cause di forza maggiore, si tratta di importanti passi avanti. Ma le condizioni del Tirone – lo ha sottolineato il sindaco Leonardi di recente – sono più o meno simili a quelle in cui versano innumerevoli altri quartieri degradati e porzioni anche rilevanti del centro urbano. Anche in altre baraccopoli il rischio per l'incolumità delle persone è altissimo. La precaria stabilità degli edifici e le situazioni igienico-sanitarie da terzo o quarto mondo costituiscono un cocktail “esplosivo”. Ecco, dunque, il tema assolutamente prioritario, che dovrebbe essere messo al primo posto della Conferenza programmatica annunciata dal sindaco per il prossimo mese: il recupero e la riqualificazione del territorio cittadino. Le procedure ordinarie fornite dalla legge regionale del '90, quella che nel '90 fece arrivare a Messina 500 miliardi (in massima parte ancora oggi non utilizzati), non sono più sufficienti. Al Comune e all'Iacp si possono chiedere tutti gli sforzi possibili ma il percorso avviato difficilmente potrà portare all'obiettivo finale in tempi ragionevoli. E allora ci vuole una nuova mobilitazione, da parte di tutte le forze vive della città, come avvenne (pur tra luci e ombre) nella stagione che culminò con la legge speciale sul risanamento. Paragonare la nostra ad altre realtà sembra un esercizio accademico, un gioco quasi inutile. Eppure lo sforzo è proprio quello di cogliere i segnali positivi che altrove sono diventati realtà. Ci sono città italiane ed europee che nel giro di pochi anni hanno cambiato pelle, procedendo ad una radicale ristrutturazione di quartieri-ghetto, di lande desolate, di vecchi agglomerati artigianali e industriali. Di recente, alcune riviste settoriali hanno mostrato, con interessanti reportage, il risveglio di “belle addormentate”, come Bilbao in Spagna (grazie ai benefici portati dal capolavoro architettonico del museo Guggenheim), come Montpellier in Francia, come Birminghan in Inghilterra o Edinburgo in Scozia. Realtà che hanno voluto riscoprire la loro vocazione di città di fiume o di mare, incentrate comunque su un porto diventato il perno di tutti i progetti e delle iniziative di “restyling”. Quella che è stata definita una nuova “frenesia urbanistica” ha contagiato anche altri centri minori, in Europa e in Italia. In molte realtà si fa a gara nel chiamare le migliori intelligenze del settore, architetti, ingegneri e urbanisti di grido, affidando loro il compito di “ridisegnare” il volto di centri e periferie “sfioriti”, con opere in grado di lasciare il segno anche nei decenni futuri. Dire che a Messina le acque siano immobili sarebbe voler ignorare o nascondere quei fermenti di vitalità che pure esistono, malgrado siano soffocati dalle continue emergenze. I lavori eternamente in corso lungo le strade e piazze della città sono una piaga, una vera e propria iattura per residenti, automobilisti e commercianti, ma quei cantieri quanto meno testimoniano la volontà di iniziare un cammino, come dimostrano gli interventi di riqualificazione delle vie e dei marciapiedi del centro storico attorno al Duomo. E anche le novità introdotte dal progetto della tranvia, piacciano o meno, sono il frutto di un tentativo di dare risposta ai drammatici problemi della mobilità urbana ma anche di ripensare alcuni spazi-simbolo della città, come il viale San Martino e piazza Cairoli. La volontà di investire risorse sulla propria città da parte di alcuni imprenditori privati è un altro segnale da non disperdere. Se tutto ciò, però, non rientra all'interno di un progetto coerente e organico, qualunque sforzo è destinato ad essere inutile, anzi forse dannoso. Per questo, ciò che accadrà nelle prossime settimane al Tirone può diventare un importante momento di svolta, se si capisce che prima di ogni altra cosa viene il Risanamento con la R maiuscola. Non il semplice sbaraccamento ma un modo di ribaltare le vecchie logiche. Qualcuno ha storto il naso quando un imprenditore privato ha chiamato in città un architetto di fama europea come il galiziano Cesar Portela, specialista nel recupero del water-front. In realtà, nessun progettista messinese dovrebbe sentirsi offeso. Messina potrebbe, anzi dovrebbe, diventare un grande laboratorio di idee, di progetti, di iniziative concrete, proprio perchè è una delle città che ha più bisogno di “ripensare” se stessa.

20/8/2001 ( gazzetta del sud )

fiera / Il commissario Marcello Greco moderatamente soddisfatto ma il futuro impone ben altre sfide
Chiusa la Campionaria, adesso si deve voltar pagina


Chiusa a mezzanotte la Campionaria, adesso si può ragionare a bocce ferme. La sessantaduesima edizione va in archivio e ha buoni motivi per essere moderatamente soddisfatto il commissario straordinario, avv. Marcello Greco, il quale si è trovato a dover gestire la fase più incerta della pur travagliata storia della Fiera di questi ultimi anni. La “festa di popolo” si è svolta nonostante tutto, ha avuto un discreto successo di pubblico ed è servita ad animare le serate altrimenti squallide dell'estate messinese 2001, caratterizzata da rarissimi eventi e da un preoccupante vuoto di iniziative culturali. Ma da oggi si deve obbligatoriamente voltare pagina ed è indispensabile che gli amministratori e i rappresentanti delle istituzioni non si limitino a passerelle e dichiarazioni di circostanza, ma comprendano l'importanza della “sfida” a cui è chiamata la nostra città. Il rilancio di Messina è anche legato al rilancio della sua Fiera ma, per raggiungere tale obiettivo, occorre finirla una volta per tutte con l'ipocrisia, il provincialismo e la demagogia. La mostra sulla storia della squadra di calcio del Messina, l'esposizione delle vecchie carrozze della famiglia Molonia o la presenza della nazionale di Spin Aerobic sono state simpatiche iniziative collaterali ma fare della Fiera un traino dello sviluppo dell'intera economia messinese è ben altra cosa. Ci vogliono idee, progetti e, soprattutto, strutture. La Campionaria, così com'è, è solo un relitto del passato. Si salvi pure la festa popolare, di cui i messinesi non saprebbero più fare a meno (e che, comunque, crea movimento in città, attirando un non indifferente flusso turistico), ma si impostino programmi a breve, media e lunga scadenza con l'obiettivo di dar vita ad un vero polo produttivo, che non può prescindere da una collocazione diversa del quartiere fieristico. Il sindaco Leonardi ha più volte ribadito che la Fiera deve restare nella cittadella di viale della Libertà, nonostante il soggetto titolare della concessione non sia più l'Ente ma una società privata, la Compagnia del Mare. Nell'immediato, è bene che ciò accada ma l'amministrazione comunale deve anche muovere tutti i passi possibili perchè la prospettiva del trasferimento in una sede più idonea (servita da aree di sosta attrezzate e collegata direttamente alle autostrade) diventi un'ipotesi concreta. D'altra parte, è questa la volontà unanime delle forze politiche che hanno inserito nella nuova variante al Piano regolatore l'indicazione di una nuova localizzazione nella zona sud. A meno che non si vogliano azzerare, come sta avvenendo su molti altri fronti, le previsioni del Prg prima ancora che esso torni approvato da Palermo. Ci sono aree disponibili (vedi i terreni dell'ex Sanderson) e la possibilità di utilizzare ingenti fondi comunitari destinati proprio all'incentivazione di attività produttive nelle realtà dove esistono Fiere di consolidata tradizione. Si vada a Milano, a Verona, a Rimini e si confronti ciò che in quelle realtà significa “fare fiera” con la nostra attuale situazione. Voler bene ad un'istituzione storica e gloriosa come la Fiera di Messina significa metterla nelle condizioni di stare al passo con i tempi, senza continuare a piangersi addosso.

20/8/2001 ( gazzetta del sud )

Ci sono grandi progetti per lo sviluppo dell'area di Capo Peloro ma occorre trovare subito soluzioni per i gravi problemi del presente
La qualità della vita è condizione della rinascita turistica


Il futuro di Torre Faro potrebbe rappresentare uno degli elementi chiave della generale rinascita di Messina come città turistica dello Stretto. Ma andrà sempre tenuto a mente che nessuno degli obiettivi più ambiziosi sarà risolutivo se prima non verranno assicurati ai cittadini e ai turisti (che ci sono già) i servizi basilari: dalla pulizia delle spiagge, alla manutenzione del verde pubblico, dall'arredo urbano alla ristrutturazione della rete fognaria ridotta a colabrodo. I grandi obiettivi potranno rappresentare un importante stimolo perché il Comune metta in campo quella “gestione del quotidiano”, che a Torre Faro è ancora quasi inesistente Non potranno, però, essere usati come il piffero magico con cui far dimenticare quelle questioni che, adesso, pesano sulle spalle di cittadini e visitatori, anche perché quelle mete sono lontane. Lo dimostra l'unica esperienza che appaia, oggi, prossima a innescare il processo della riqualificazione di Capo Peloro: il parco letterario “Orcynus Orca” che sarà ubicato nell'ex Tiro a volo e nella Torre degli inglesi e che è stato ideato da alcune associazioni con l'appoggio di qualificati enti pubblici. È bastato un imprevisto positivo, fortunato, quale il ritrovamento di alcuni resti romani, per far slittare da giugno a settembre il completamento di questa struttura turistico-culturale. Sono previsti, oltre alla zona archeologica, biblioteche, musei del mare, sale di lettura interattiva e multimediali con la possibilità di vedere e ammirare in tempo reale le bellezze dei fondali dello Stretto. Figurarsi cosa può accadere quando si verificano gl'immancabili intoppi. È capitato, ad esempio, all'iter dell'iniziativa più rilevante che sia stata mai intrapresa dal Comune di Messina per far decollare una collaborazione con gli imprenditori, finalizzata allo sviluppo di una zona paesaggistica dalla bellezza mozzafiato e comprensiva di strutture come il Pilone, l'area dell'ex teatro di Capo Peloro e dei decrepiti e degradati cantieri ex Sea Flight. Parliamo del «Bando di concorso europeo di idee per la riqualificazione ambientale e funzionale dell'area di Capo Peloro» nella cui filosofia profondamente credono tanto il sindaco Salvatore Leonardi quanto l'assessore alle Infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio. La commissione aveva scelto un progetto ma il ricorso al Tar di un altro progettista, escluso dal concorso per una questione di termini, ha già determinato il blocco dell'iter. Nel frattempo, mentre s'attende il delinearsi di tali ampi, illuminanti orizzonti, la Torre Faro di tutti i giorni rischia di sprofondare sempre più nell'incuria, nella sciatteria e nella dimenticanza. È diffusa l'impressione che non si sia sia raccolto il segnale di vitalità e fantasia che, nello scenario magico dello Stretto è stato dato dai giovani imprenditori del nuovo turismo dei lidi stagionali. Dov'è l'ente pubblico? Cesare Finocchiaro, 61 anni, bibliotecario, faroto da più generazioni, parla col cuore in mano: «Torre Faro, se fosse stata nei decenni al centro delle attenzioni e degli investimenti di cui ha beneficiato Taormina, sarebbe il luogo più incantevole al mondo. Adesso – osserva – si parla di grandi progetti ma si dimentica, tanto per fare un esempio, che nelle case riceviamo l'erogazione idrica esclusivamente dalle 6 alle 7 e mezza del mattino». E l'ex presidente dell'Atm Gabriele Siracusano, che villeggia in via Marina, lancia un appello: «Si facciano, da subito, le cose semplici per sostenere, in condizioni di decoro, il grande flusso dei residenti e dei turisti. Per esempio, si potrebbe richiedere all'Enel l'ampia area dismessa dell'ex centrale e utilizzarla come parcheggio consentendo ai turisti di raggiungere agevolmente il mare coi bus navetta e decongestionando così il traffico». Cosa accadrebbe insomma se il Comune, a partire dalle piccole cose, si prendesse cura di Torre Faro?

20/8/2001 ( gazzetta del sud )

Il popoloso villaggio non beneficia di servizi elementari e di attenzioni pari alle sue grandi potenzialità turistiche
Torre Faro, il borgo umiliato
Marciapiedi sommersi dalle erbacce, parco giochi distrutto, fognature costantemente rotte

Un rapido giro per Torre Faro, in bilico tra il Paradiso del panorama e l'inferno creato in anni e anni di incuria e mancanza di servizi a cura degli “amministratori”. Eppure quest'inferno di sporcizia, erbacce alte un metro e passa, fognature che scoppiano, potrebbe senza particolari sforzi – garantendo anzitutto i servizi elementari – rappresentare l'ineguagliabile fiore all'occhiello, il vanto nel mondo della nostra città. La ricognizione comincia dal cuore del villaggio, dalla strada d'ingresso e dalla piazza più grande distesa come una terrazza sul mare dello Stretto davanti alla chiesa della Madonna della Lettera. Tante stampe antiche la ritraggono come uno dei luoghi più pittorici e antichi espressivi del rapporto di Messina coi suoi pescatori, le sue feluche, il suo mare. Ma basta gettare uno sguardo nella parte più alta della spiaggetta centrale, gremita di barche, al di là del muretto su cui ogni sera gli anziani siedono a conversare, per trovarvi un immondezzaio fatto di cartacce e residui organici così stratificato da far rilevare che, a parte l'inciviltà di alcuni sconsiderati, i servizi di pulizia comunale, a Torre Faro, funzionano male o all'insegna di un bel “paraocchi” che magari, nella mente di qualcuno, troverà la seguente giustificazione: «siccome la pulizia della spiaggia non è – o, meglio, non sarebbe – di competenza degli operatori comunali, questa spazzatura può stare lì all'infinito...». Insomma l'esatto opposto della mentalità da città turistica, o più semplicemente civile! Ma la sporcizia diffusa nel cuore di Torre Faro, così come la mancanza di interventi per la disinfezione dei cassonetti, non arriveranno mai a creare gli scenari da Terzo Mondo determinati dall'assoluta mancanza della cura e della manutenzione del poco verde pubblico esistente nel villaggio. Alcuni marciapiedi si presentano come distese di erbacce alte fino a un metro e mezzo, sterpaglie secche che fuoriescono dalle fessure delle mattonelle sconnesse o proliferate come rampicanti sulle pareti. Seguendo questo tipo di sentiero selvaggio, nella via Scuole, si arriva all'omonima «Villetta Scuole», l'unico spazio verde che era stato originariamente pensato per assicurare giochi ai bambini o riposo e frescura agli anziani (considerato anche che l'area alberata di via Circuito è stata ridestinata a camping privato dal Ministero delle Finanze che ha rinunciato alla prospettiva di favorire la nascita di un'oasi verde aperta a tutti di fronte al mare). È ormai arcinoto, da tempo, come la Villetta Scuole sia finita nel degrado. Ma al peggio, si sa, non c'è mai fine. Ieri la “Villetta Scuole” si presentava, nelle sue ex aiuole, come una indistinguibile distesa di foglie secche e erbacce d'ogni altezza, frasche e resti di alberi solo in parte potati da qualche volenteroso, escrementi di cani lasciati dai soliti incivili: tutto ciò costituisce l'habitat ideale per il proliferare di scarafaggi e topi senza contare l'incubo delle zecche. Leo Cordaro, 69 anni, risiede a poche decine di metri da tutto questo e ricorda ancora «quando due anni fa, le zecche camminavano a nugoli su quella parete con grave pericolo per tutti noi. Abbiamo dovuto protestare a lungo e fare pure una raccolta di firme. L'ultimo intervento di potatura e pulizia risale proprio ad allora». Ma i motivi di preoccupazione, ratti e parassiti a parte, riguardano anche il parco giochi. Sono cadute nel nulla le segnalazioni fatte più volte dalla Gazzetta del Sud, così come dalla Legambiente Messina in un apposito dossier, sugli elementi di rischio presenti in queste giostrine vecchie e inservibili. La giostra coi seggiolini non gira più e offre solo la sua ruggine, quella per il dondolo a due non ha più sedili ed è solo un lungo ferro arrugginito che giace obbliquo al suolo. Lo scivolo, invece, termina su una lastra appuntita di calcestruzzo, l'esatto contrario dell'atterraggio morbido richiesto dalle norme sulla sicurezza. Insomma per i bambini meglio «non giocare». Passando a un altro settore, altrettanto importante per la qualità della vita specie in un un borgo turistico, quale quello dell'arredo urbano, ci si mette pure, in parte, le mani ai capelli. Da un lato bisogna ricordare che l'amministrazione comunale, in particolare l'assessore all'Arredo, Pietro Alibrandi, ha portato a termine il restauro della statua dell'Angelo (che aveva un'ala spezzata) nella piazza maggiore provvedendo al contempo all'installazione di alcuni sedili in travertino simili a quelli collocati nella nuova piazza Cairoli. Probabilmente però, non sarebbe stata male anche qualche panchina con spalliera soprattutto a beneficio dei tanti anziani del villaggio. Riconosciuto quest'intervento positivo, va però ricordata e biasimata la grottesca situazione in cui si trova, poche decine di metri più avanti lungo la via Torre, la successiva piazzetta che pure affaccia su uno scorcio straordinario dello Stretto. Campeggiano al centro dello spiazzo, da anni e anni, le rovine e i frammenti della stele dedicata a Garibaldi che «il 6 agosto del 1960 – come ricorda con immutata amarezza Stellario Cingotta, 73 anni – venne inaugurata con tutt'altre prospettive. Era una bella stele, collocata in questo storico luogo: da questa spiaggia, qui di fronte, Garibaldi salpò per la Calabria nell'impresa dei Mille». Cosa accadde poi? «Qualcuno la ruppe molti anni fa, la Soprintendenza ne prelevò la parte più preziosa per proteggerla dai vandali ma da allora, chissà perché, non è stata più riparata e ripristinata». In fondo al baratro c'è poi l'intollerabile stato delle fognature. Qui le responsabilità vanno ripartite tra tutte quelle generazioni di amministratori che nel corso degli ultimi decenni si sono dimostrati incapaci di affrontare alla radice l'essenziale questione. Condotte, impianti e pozzetti costruiti quando la popolazione di Torre Faro era di due o tremila persone, adesso che specie d'estate oltrepassa di molto le diecimila, “scoppiano” di continuo con fuoruscite e stagnazioni di liquami all'aperto che non hanno eguali, per quantità di liquido e per durata, nemmeno nelle periferie più desolate della zona sud. Proprio nel pomeriggio di sabato un nuovo grave sversamento di liquami si è verificato sulla carreggiata stradale in prossimità di un noto ristorante di via Marina di fuori. Due curve addirittura si sono trasformate in fetibonde “piscine”. Sul posto sono intervenuti d'urgenza una squadra per l'espurgo, i tecnici comunali e lo stesso assessore alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio. Ancora una volta è stata turata una falla in una “nave” che somiglia sempre più a un colabrodo con alcune avarie ormai permanenti. Basti pensare, ad esempio, alla sofferenza della titolare e e dei clienti di un'apprezzata pasticceria all'ingresso del borgo dov'è possibile gustare la granita, seduti ai tavolini all'aperto: questi sono vicini, però, a un bel giardino in cui, circa ogni 15 giorni, a causa della rete inadeguata (con varie case al di sotto del livello delle condotte) si riforma uno stagno di liquami con tutto il suo fetore.

20/8/2001 ( gazzetta del sud )

«La Fiera abbandonata da chi non si è assunto l'onere di smantellarla»

Non è certo una ricerca facile o semplice quella di sapere quanti siano i messinesi, «responsabili» in qualche modo della cosa pubblica o anche semplici cittadini, che hanno avuto modo di apprezzare quei volumi in cui sono descritti la storia della Fiera ed il suo evolversi nelle parti architettoniche e paesaggistiche dalla sua allocazione nell'attuale sito ai nostri giorni. Vi sono delle fotografie che mettono in risalto l'attenzione che veniva prestata alle attività fieristiche da parte delle imprese produttive o commerciali che operavano in città, valga per tutte quelle che, per ultima, ha lasciato l'area fieristica, la ditta «Irrera»; ma non vanno dimenticate le presenze di strutture pubbliche ed economiche ed Enti vari che, in occasione delle Fiere, montavano padiglioni di estremo interesse.
Ma una cosa con molta probabilità i non addetti ai lavori sconoscono, i soci fondatori sono così come citati dallo statuto in vigore: la Camera di Commercio di Messina, la Provincia ed il Comune di Messina, oltre all'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo ed il Banco di Sicilia; tra i soci aderenti troviamo le associazioni di categoria, gli istituti di credito, il socio benemerito Banca del Sud e gli Enti locali territoriali della Sicilia. Ora, davanti a questo tipo di presenze, oltre alle altre previste dallo statuto, con tanto di posto nel Consiglio generale, quali i rappresentanti della Presidenza della Regione e di ben quattro assessorati regionali, viene da chiedere come si sia arrivati all'attuale fase di stallo o sarebbe forse opportuno dire di declino. Non vorrei tediare il lettore con altri dettagli tecnico-legislativi, visto che gli stessi non sono intangibili, ma si possono modificare a seconda delle circostanze. Alcune richieste del Consiglio comunale in materia urbanistica sono la più recente testimonianza di quanto qui asserito; si dirà che quella è un'altra storia, la verità è un'altra.
Sulla scorta di quanto sin qui esposto, su una cosa si può essere certi: la Fiera è stata abbandonata a se stessa, per una serie di circostanze e di fatti che sono stati abilmente utilizzati da chi non voleva assumersi l'ingrato compito del suo smantellamento, salvo ad entrare pesantemente nella gestione con la nomina di ben due commissari, con lo specifico compito di creare le condizioni per arrivare ad oggi, con l'Ente Autonomo Fiera di Messina, Ente pubblico economico, ospite pagante di una società di diritto privato. Al momento, non si possono giudicare le intenzioni degli imprenditori a cui fa capo la «Compagnia del mare», ma ci sono alcuni elementi del progetto presentato qualche tempo fa, che sembrano in contrasto con le affermazioni del sindaco, Turi Leonardi, in particolare quando parla dell'ipotizzato punto d'attracco delle navi da crociera nell'area della cittadella. Nel contempo, stanno venendo al pettine le incongruenze o i limiti di una struttura che doveva essere supportata non solo con interventi finanziari, ma con suggerimenti gestionali e rapporti di vario tipo e natura nel mondo delle Fiere, per riprendere quel posto che occupava sino agli Anni '60. Immettendo questi elementi in un frullatore virtuale, tipo quelli che si trovano per l'appunto nei viali della Fiera, viene fuori un composto dal colore e dal gusto indefiniti; e fuor di metafora non si capisce perché il «bene della città» sia sempre di difficile individuazione o non trovi percorsi generalmente condivisi, idonei alla sua attuazione effettiva; viene il dubbio che vi sia una volontà superiore che impedisca una crescita di questa città turistica... per decreto!

21/8/2001 ( gds )

Controesodo, stress e lunghe attese agli imbarcaderi

Un fiume di auto ha invaso da due fronti opposti la città. Intasate sino all'inverosimile via La Farina, il cavalcavia viale Boccetta, viale della Libertà sino al primo pomeriggio. La situazione si è normalizzata soltanto in serata. Questa volta oltre agli imbarcaderi privati sono stati presi d'assalto anche quelli delle Ferrovie dello Stato dove in molti pensavano di trovare la strada sgombra. E' dovuta intervenire anche la Protezione civile per far fronte all'emergenza controesodo.
Inattesa ondata di auto dirette in continente. Contrariamente a quanto previsto i vacanzieri hanno preferito trasferirsi nei posti di residenza sin da ieri. Il flusso maggiore di veicoli infatti era previsto per giovedì. La macchina organizzativa comunale non si è lasciata trovare impreparata. Qualcuno però, è il caso dell'ingegnere Mario Pizzino (nella foto) capo del dipartimento di Protezione civile, ha dovuto rinunciare ad una giornata di ferie e probalmente farà altrettanto oggi. Il traffico è andato in tilt sin dal mattino. I vacanzieri che tornavano dlle piu' disparate località dell'isola si sono riversati sul viale Boccetta sin dalle 8,30. Il risultato qualche ora dopo era sotto gli occhi di tutti. La fila agli imbarchi della navi Caronte-Tourist è arrivata sino a largo Minutoli. Oltre tre ore di attesa per raggiungere l'agognato traghetto.
In molti, forse scoraggiati dalle code trovate davanti alle private, hanno pensato poi di trasferirsi agli imbarchi delle Ferrovie e nella zona falcata. La scena delle code si è però presto ripetuta. L'attesa non ha comunque superata i sessanta minuti. Il traffico cittadino ne ha risentito notevolmente. La protezione civile e l'Amam hanno distribuito acqua per l'intera giornata alleviando i disagi dovuti al caldo.

21/8/2001 ( gazzetta del sud )

Controesodo / Ha funzionato questa volta il tam-tam dei vacanzieri che si sono divisi tra i vari imbarcaderi
Presi d'assalto anche i traghetti Fs
Tre ore di attesa alle navi private, sessanta minuti a quelle delle Ferrovie

Attese di tre ore agli imbarcaderi privati e di un'ora a quelli delle Ferrovie. La zona centro-nord della città ancora una volta «collassata» da un traffico che non ci appartiene. Ecco la seconda vera giornata di controesodo dopo quella che si è registrata sabato scorso. Ieri però tutto è finito intorno alle 18/18,30 dopo l'ennesimo “tour de force” di polizia stradale e vigili urbani che hanno cercato ancora una volta di far pagare meno “dazio” possibile ai residenti. La mattinata dei vacanzieri è cominciata presto. Già intorno alle 7 si sono registrati i primi arrivi lungo le due barriere autostradali di Tremestieri e Divieto, sulla A18 e sulla A20, arrivi costantemente monitorati dalla Polstrada. Il traffico è andato via via aumentando e già a mezzogiorno sono cominciati i problemi lungo l'asse Boccetta-Garibaldi-viale della Libertà, con un flusso continuo di mezzi in uscita dalla tangenziale. Ieri però, a differenza degli altri giorni critici, per tutta la mattinata si è registrata una costante affluenza di mezzi anche agli imbarcaderi delle Ferrovie. Probabilmente molti automobilisti, saputo delle lunghe code al serpentone d'imbarco della rada San Francesco – e anche grazie a una nuova segnaletica di recente installata, più chiara –, hanno deciso di dirottare la marcia verso la via La Farina e imbarcarsi sui mezzi delle Fs (la coda nel periodo di massima intensità di traffico è arrivata fino alla fine del Cavalcavia, quasi all'incrocio con via La Farina). Per quanto riguarda l'afflusso di mezzi agli imbarcaderi della Tourist-Caronte la punta massima si è registrata intorno alle 17,30 quando la teoria di auto arrivava fino a Largo Minutoli. Anche ieri la Protezione civile è intervenuta per rifocillare soprattutto con bevande gli automobilisti in coda verso gli imbarcaderi privati. Per tutta la giornata sono stati impegnati 54 vigili urbani in servizio “h24” ma nel pomeriggio il comandante Calogero Ferlisi è stato costretto, vista l'emergenza, ad impegnare anche altre pattuglie, che erano in servizio in altre zone della città. Sempre intorno all'ora critica, nel pomeriggio, si è pensato anche di creare alcune aree di stoccaggio lungo la tangenziale, poi per fortuna tutto ciò non si è reso necessario. Tornando alle code di vacanzieri in attesa, quella lungo il Cavalcavia si è esaurita già nel primo pomeriggio, mentre quella al Serpentone d'imbarco dopo la punta massima delle 17,30 è andata via via scemando, e già intorno alle 20 la situazione era definita «normale» dagli addetti ai lavori. Lungo il viale della Libertà la transennatura dei cantieri del tram continua a creare problemi: consente ai vigili di disporre soltanto due file di auto; in alcuni tratti sarebbe bastato rientrare di qualche metro la rete di protezione per incolonnare i mezzi nella terza fila.

22/8/2001 ( gazzetta del sud )

Sarà insediato un comitato interministeriale per la scelta degli elaborati da mettere in gara
Approdi, i progetti inviati al Cipe
Tirone: va in giunta l'ipotesi della società di trasformazione urbana

Una commissione interministeriale per valutare i progetti dei nuovi approdi, una società di trasformazione urbana per restaurare il Tirone. Secondo l'assessore alle infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio, entrano nella fase decisiva le procedure di alcune delle più importanti iniziative degli ultimi decenni a Messina. L'amministrazione comunale, nonostante le polemiche sulla scelta del “doppio approdo”, prosegue sulla strada tracciata dalla commissione Misiti. Dopo aver acquisito le proposte presentate dai gruppi imprenditoriali privati disposti a realizzare le strutture in “project financing”, adesso il Comune deve compiere il passo successivo, quello della scelta definitiva del progetto. Per quel che riguarda l'approdo a Tremestieri, le offerte in campo sono quelle del gruppo Tourist-Caronte e della società Amadeus del cavaliere Amedeo Matacena. Due anche i progetti per l'Annunziata: quelli della Tourist-Caronte e dello studio degli ingegneri Galatà. «La legge – spiega l'assessore – ha istituito a livello nazionale i nuclei di valutazione interministeriali che diventano un valido supporto alle strutture amministrative locali. Ed è per questo che, nel caso dei “project financing”, il Comune ha inviato i progetti al Cipe. La collaborazione degli esperti dei vari ministeri sarà gratuita. La commissione sarà presieduta dal responsabile del procedimento che dovrà, comunque, essere un dirigente comunale. Si procederà, quindi, alla analisi multicriteri e all'individuazione del progetto da mettere in gara. Contiamo di chiudere l'iter entro l'inizio del prossimo anno». Le stesse procedure valgono anche per le altre opere oggetto di “project financing”, cioè i centri direzionali previsti all'isolato 88 del viale San Martino e in via La Farina. Il Tirone sarà invece l'argomento principale della seduta di giunta prevista domani. L'assessore Scoglio presenterà una relazione concernente l'ipotesi di costituzione della nuova società di trasformazione urbana. Nello stesso tempo il sindaco Leonardi e l'esecutivo comunale dovranno vagliare i contenuti dei rapporti tecnici firmati dai dirigenti del dipartimento della protezione civile, dalla polizia municipale e dalle autorità sanitarie. Sbaraccare il Tirone ormai è un dato di fatto, un'esigenza irrinunciabile e improcrastinabile. Il problema è come farlo, con quali procedure, in quanto tempo. La disponibilità di una parte dei fondi ex Gescal facilita il compito del Comune che potrà acquistare sul mercato alloggi volano da destinare alle famiglie sgomberate. Ma l'obiettivo è quello di inserire tutte le iniziative, compreso il progetto di restauro del Terzo Ordine regolare di San Francesco, in un quadro organico di interventi. «La società di trasformazione urbana – afferma Scoglio –, di cui faranno parte gli enti pubblici, i privati titolari delle aree e degli immobili ed anche le banche, è uno strumento legislativo agile e moderno in grado di superare intoppi e difficoltà burocratiche. Questo è ciò di cui il Tirone ha bisogno ed è interesse dello stesso Ordine francescano avere la garanzia che il proprio intervento non si limiti ad essere una cattedrale nel deserto. Noi immaginiamo il Tirone come un cuore che torni a battere, con il restauro delle antiche botteghe dove potrebbero essere trasferite le attività di orafi e argentieri, nel solco della gloriosa tradizione messinese. E intendiamo collegare i piani di restauro del Tirone con la riqualificazione di tutta quella porzione di centro urbano, compresa la vecchia piazza del Popolo».

22/8/2001 ( bob brown )

Sciuscià e il Ponte interrogativo

La trasmissione di Raidue del 21/08/01, peraltro in replica, ci ha dato modo di conoscere non solo aspetti tecnico-pratici inerenti la costruzione del Ponte, ma ci ha dato anche un'idea di come tutta la problematica riguardante la problematica dello Stretto viene interpretata dal resto dell'Italia.
Emerge chiaramente che alla base del mancato progresso, prima di tutto civile oltrechè economico e politico, di questa città sta lo scontro tra chi si batte per il controllo del settore del traghettamento e chi, invece, si batte per la costruzione del Ponte.
Si tratta, innanzitutto, di uno scontro mafioso (vedi dichiarazione del procuratore Boemi sul controllo del mercato del cemento da parte della 'ndrangheta) fatto di metodi sporchi e violenti dove, ben presto, la malavita organizzata farà senire la sua voce (quella delle lupare e delle bombe) condotto su un territorio meraviglioso ma anche fortemente arretrato sul piano infrastrutturario:occorrono 5 ore per raggiungere in treno Palermo da Messina, 7.30 da Trapani, manca il doppio binario nella tratta ionica delle ferrovie calabre, mentre per solcare lo stretto occorrono al massimo venti minuti (con lo spostamento dell'approdo a Sud il tempo sarebbe di 40' ma i mezzi entrerebbero subito in austostrada).
Oltre agli aspetti tipicamente ambientali, vedi il destino di villaggi come Torre Faro-Ganzirri-Scilla-la Costa Viola, l'autore del servizio ha posto in evidenza quello non citato nemmeno nella relazione degli advisor: ovvero il costo degli espropri di centinaia di case e terreni su cui si scatenerà una gigantesca speculazione (su tale area "insistono" le ville di quelli che vogliono il Ponte nonchè interi villaggi costruiti con i soldi ricavati dal traghettamento). A tale proposito non è mancato un breve quanto incisivo cenno sulla disparità del servizio di traghettamento offerto dal vettore pubblico e da quello privato con l'evidente favoreggiamento (concorrenza passiva) da parte del primo a vantaggio del secondo.
Gran parte dell'opinione pubblica del paese conosce quindi l'essenza del problema i cui protagonisti sono imprenditori predoni che sottopongono alla firma di politici servi e corrotti i loro progetti per il saccheggio totale della città, nonchè losche e lugubri figure di direttori-presidenti ubriachi di se stessi e di paranoia(se la mafia è in grado di costruire il ponte ben venga la mafia........)

23/8/2001 ( gazzetta del sud )

Si è rinnovata l'offerta del cero votivo a Santa Eustochia
«Guida i nostri progetti»
L'invocazione del sindaco Salvatore Leonardi


Rosario Urzì Nel segno della continuità, si è ripetuto ieri il secolare omaggio di fede e di devozione alla Santa Eustochia Smeralda Calafato. Messina si è portata ai piedi della «sua» figlia e patrona nel giorno dell'ostensione del suo corpo incorrotto per offrire – tramite il suo primo cittadino Salvatore Leonardi – un cero votivo e per implorare la sua potente intercessione per grazie e benedizioni. Un rito antico, che si perpetua nel «decreto» del Senato di Messina datato 2 luglio 1777 con l'offerta di un cero di «38 libbre lavorate» alla «Beata Madre Eustochia». Il rito liturgico presieduto dall'arcivescovo mons. Giovanni Marra è stato officiato nello splendido altare realizzato al Monte di Pietà, alla cui sommità si ergeva la maestosa immagine di Santa Eustochia e concelebrata da padre Salvatore Arcidiacono e padre Gino Cisternino nel 60. di sacerdozio, da don Ferdinando Aronica, Giuseppe Catanzaro, Andrea Isgrò e Francesco Tomasello nel 50.; da mons. Santi Colosi nel 25., da mons. Pietro Aliquò (cappellano di Montevergine) e da altri presbiteri; mentre i canti sono stati eseguiti da coro «S. Maria Goretti» diretto da Filippo Iacona. Il suggestivo, secentesco atrio di proprietà dell'Arciconfraternita degli Azzurri, ormai tradizionalmente concesso per la fruizione della solenne cerimonia, era gremito di fedeli, di rappresentanti del civico consesso, di autorità e di associazioni di volontariato, a suggello di una devozione forte verso la santa messinese. «Messina – ha detto il prof. Antonino Barbera – è qui presente con le sue più alte cariche istituzionali per adempiere un atto votivo promesso dai nostri padri; è qui in comunione di preghiera con la sua santa concittadina soprattutto per implorare copiose benedizioni celesti. Il cero votivo offerto dal sindaco Leonardi – ha precisato il prof. Barbera – è una pittura realizzata dalla dott. Rita Sottile, la quale – su proposta del Comitato di Montevergine – con appropriata simbologia figurativa ha rappresentato "Messina, città di Maria". La lettura del decreto del Senato messinese è stata curata dall'avv. Natale Grillo, presidente del consiglio del XIII Quartiere. In sintonia con lo storico documento, il sindaco Leonardi dopo aver acceso il cero votivo, ha rinnovato «con viva fede» i voti tramandatici dai nostri padri e ha invocato S. Eustochia «a preservarci da ogni pericolo, a esserci guida nei nostri progetti e nella soluzione dei tanti gravi e complessi problemi». Particolarmente ricca di contenuti spirituali l'omelìa dell'arcivescovo mons. Marra, il quale ha sottolineato come Eustochia Smeralda abbia dedicato interamente la sua vita (morì a 51 anni) alla preghiera, alla contemplazione della Passione, della Croce di Cristo. «Eustochia – ha aggiunto il prelato – illuminata e chiamata da Dio volle entrare nel monastero per condurre una vita religiosa claustrale fondata sulla preghiera, sulla contemplazione, sulla penitenza. Il suo corpo incorrotto da oltre cinque secoli ravviva la "fiaccola accesa" di Montevergine, dove le clarisse vivono in preghiera la loro esistenza di clausura, che non è isolamento dal mondo, ma è donarsi interamente a Dio per la salvezza del mondo. Uniamoci – ha concluso l'arcivescovo Marra – alla preghiera del sindaco Leonardi, affidiamoci al prezioso ed efficace strumento di intercessione di S. Eustochia perché sostenga i nostri malati, i nostri anziani. Raccogliamo l'invito di Eustochia Smeralda ad amare la Chiesa che compie missione di evangelizzazione nel mondo e ad amare la città per una società più giusta. Guardiamo e ammiriamo il suo fulgido esempio di santità perché la nostra vita possa aprirsi alla fede genuina nell'operare in amore e in solidarietà verso i nostri fratelli». Il corteo di fedeli ha poi raggiunto la cappella che custodisce il corpo incorrotto della Santa Eustochia, alla quale il sindaco Salvatore Leonardi ha rinnovato l'offerta votiva e l'atto di affidamento della città.

23/8/2001 ( gazzetta del sud )

Vacanzieri alle prese con una serie di disservizi che la città “offre”
L'odissea dei turisti
L'ufficio informazioni chiuso sabato e domenica

L'arrivo in città è difficile, e pure la permanenza. Superato lo scoglio della fila agli imbarcaderi di Villa San Giovanni il turista che sbarca a Messina si ritrova con i disservizi dietro l'angolo. Prima tappa obbligatoria è l'ufficio informazioni, soprattutto per chi è diretto in provincia e che ha bisogno di opuscoli e piantine stradali. Quello attivato dal Comune alla Stazione quest'anno è stato particolarmente preso d'assalto per l'aumento del numero dei turisti approdati in riva allo Stretto. Ieri mattina entrando c'erano alcuni turisti arrivati da Como che hanno apprezzato la presenza di un punto informativo a due passi dagli imbarcaderi delle Ferrovie dello Stato. Peccato però che l'assistenza ai turisti viene fornita solamente da lunedì a venerdì. L'ufficio, rimane chiuso il sabato e la domenica, paradossalmente anche d'estate. Il cartello sugli orari indica: «L'ufficio rimane aperto da lunedì al venerdì dalle 9 alle 13,30 e fino a giovedì anche dalle 15 alle 17». Prima rimaneva aperto pure il sabato mattina, ma a quanto pare per problemi di organico ed economici l'orario è stato ridotto. Il fine settimana, quindi, si ricorre al “turista fai da te”. Secondo ostacolo per chi decide di ottenere informazioni sulla città e sulle località turistiche dell'hinterland, è quello della mancanza di parcheggi anche per una sosta di pochi minuti. I cantieri del tram, che hanno modificato il volto di piazza Stazione, hanno ulteriormente ridotto le aree a disposizione per i posti auto. Gli addetti all'ufficio informazioni devono prendere accordi con i vigili urbani per consentire la fermata delle auto dei vacanzieri. Scene da film. Rimanendo in tema di informazioni, da sottolineare come il gazebo allestito dalla Provincia lungo la Cortina del porto, a servizio soprattutto dei croceristi, sia un pò fuori mano dagli stessi. Chi arriva dall'aeroporto di Reggio Calabria, tramite gli aliscafi delle Fs, deve invece fare anche i conti con un cancello non più grande di novanta centimetri, posto all'ingresso del molo Luigi Rizzo nei pressi della marittima, da dove passa chi appunto sbarca dai mezzi veloci delle Ferrovie. Chi ha grosse valigie praticamente deve faticare, senza poi pensare ai disagi dei disabili per i quali non esiste una pedana, nè è stato previsto un ulteriore accesso al molo se non quello di via Campo delle Vettovaglie dove due anni fa una donna è stata travolta da un tir. Per raggiungere l'aliscafo, inoltre, ci si deve accontentare di una fatiscente passerella in legno. Lasciati gli imbarcaderi delle Ferrovie, dove peraltro i turisti di Como hanno anche segnalato la mancanza di indicazioni sulle uscite dalle invasature («Ci siamo ritrovati sui binari», hanno detto), sosta obbligata per tutti è piazza Duomo. Qui c'è una splendida Cattedrale ma manca un gazebo sulle informazioni turistiche e sono in molti che non conoscono la presenza dei Tesori del Duomo. Un altro capitolo riguarda poi la ristorazione. A diverse associazioni, tra cui anche Legambiente, sono giunte proteste sull'assenza nei locali del listino prezzi. A quanto pare a molti turisti Messina ha lasciato come ricordo un conto “salato”. L'assessore all'Annona, Pino Cardile, ieri ha spiegato: «L'esposizione del listino prezzi è obbligatoria per legge. Lo scorso anno abbiamo fatto anche un'apposita ordinanza». Cardile ha già dato ordine ai vigili di effettuare controlli nei locali. Ultima nota stonata segnalataci la mancanza di isole pedonali, dopo lo sgombero dei gazebi dalle vie limitrofe a piazza Cairoli.

23/8/2001 ( gazzetta del sud )

I dati del traffico di persone, auto e camion trasportati dalle navi delle compagnie che operano tra Scilla e Cariddi
Sei milioni di passeggeri transitati nello Stretto da gennaio a luglio


Sei milioni di passeggeri che hanno attraversato lo Stretto in questi mesi, centomila corse effettuate da tutte le navi delle compagnie che operano tra Scilla e Cariddi. Sono solo alcuni dei “numeri” che fanno comprendere quanto sia imponente il traffico nel nostro specchio di mare. A pochi giorni dalla fine d'agosto si può fare un primo bilancio del traffico di attraversamento, paragonando i dati del 2001 (ovviamente aggiornati in maniera completa fino al mese di luglio) a quelli dell'anno passato. Si tratta di dati elaborati dal centro di calcolo dell'Autorità portuale, a cui tutte le compagnie di navigazione periodicamente forniscono i riferimenti del loro traffico in mare. Vediamo qualche dettaglio in più. Fino al luglio di quest'anno sono transitati nello Stretto 2.814.494 passeggeri in partenza, e 3.216.976 in arrivo. Sono state effettuate 44.863 corse in partenza e 44.876 in arrivo. Questa la divisione tra auto e camion. Sempre fino al luglio di quest'anno sono passate 699.326 auto in partenza e 741.575 in arrivo; 290.178 camion imbarcati a Messina e 290.736 quelli arrivati. Un altro dato di riferimento che però si riferisce solo al mese di luglio di quest'anno, a confronto con quello del 2000: nel 2001 si sono registrate quasi cinquecentomila partenze (490.854) e oltre seicentomila arrivi (660.572) di passeggeri; nel 2000 invece le partenze erano state 480.193, gli arrivi 672.609. C'è quindi una leggera flessione di partenze e un incremento di oltre diecimila unità per quanto riguarda gli arrivi. Sempre tenendo come riferimento il mese di luglio, si può notare che nel confronto 2000-2001 le Ferrovie hanno incrementato il dato dei passeggeri, delle auto e dei camion in transito (soprattutto in partenza). Per quel che riguarda la Tourist sulla rotta Messina-Villa San Giovanni da registrare una leggera flessione nel settore auto (54.153 in partenza nel 2001 contro le 56.138 del 2000; 64.512 in arrivo nel 2001 contro le 70.363 del 2000). Nello stesso settore, invece, la Caronte registra un incremento, sia in arrivo che in partenza. Il dato che si riferisce solo ai passeggeri in realtà è da considerarsi indicativo, perché gli addetti ai lavori tendono quasi a raddoppiarlo in relazione a tutti quelli che per un verso o per l'altro durante la traversata non pagano il biglietto. Altri dati dell'autorità portuale ci dicono anche che Messina è attualmente il sesto porto-crociere d'Italia, a fronte delle 170 navi che ogni anno attraccano alla banchine del porto. A questi dati globali bisogna poi aggiungere il trasporto veloce effettuato con i catamarani delle Ferrovie tra Messina e Reggio Calabria e tra Messina e l'aeroporto dello Stretto. Nel 2000 sono passati circa un milione di pendolari a piedi, altrettanti ne dovrebbero passare, secondo le previsioni, alla conclusione di quest'anno.

23/8/2001 ( la sicilia )

Incidente sulla tangenziale con un ferito

Ancora una volta, la tangenziale si conferma una delle arterie a maggior rischio incidenti. Uno scontro tra una macchina e un camion si è verificato dopo le 10 di ieri in direzione Catania-Messina. Ad avere la peggio è stato un ex agente di polizia, ormai in pensione, Santo Runfolo. Per qualche ora si è temuto per le sue condizioni, poi, nella tarda mattinata, i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo. La prognosi è, comunque, riservata. Ancora da chiarire, invece, la dinamica dell'incidente. Gli agenti della Polstrada, intervenuti sul posto, non hanno fornito molti particolari. Il sinistro è avvenuto al km. 3, nei pressi dello svincolo di S. Filippo, ancora chiuso. Sembra che sia stato il pensionato, con la sua vettura, a finire sul mezzo pesante. L'urto dev'essere stato violento. Runfolo è andato a sbattere contro il cruscotto. Subito il camionista ha chiesto soccorso.
È intervenuta anche un'ambulanza che ha portato l'uomo al Policlinico. Pare che Runfolo non abbia perso mai conoscenza, ma il trauma facciale che ha riportato e che ha interessato soprattutto il setto nasale, ha preoccupato i sanitari del Pronto soccorso, che hanno deciso di sottoporlo a Tac cranica; adesso è ricoverato nel nosocomio universitario

23/8/2001 ( la sicilia )

«Il porto è intasato»
Milazzo, i comandanti delle navi «Siremar» lanciano un allarme

MILAZZO — I comandanti della società «Siremar» che operano nel porto mamertino hanno scritto alla Capitaneria per sottolineare le difficoltà di manovra all'interno del bacino, a causa della presenza di troppo natanti. Il problema verrà portato all'attenzione dell'Autorità portuale dal sindaco, che ha già dichiarato di voler mantenere solo i traffici esistenti, tutelandoli da nuove iniziative. «Non si può consentire che vengano istituiti altri collegamenti, siano essi diretti alla movimentazione del gommato o dei container – dice Nino Nastasi – chiederò nella riunione di venerdì dell'Authority l'approvazione del protocollo d'intesa siglato fra il Ministero dei Trasporti e la Regione e porterò avanti la richiesta del Consiglio comunale, in cui si chiede la sospensione del collegamento Milazzo-Gioia Tauro».

23/8/2001 ( la sicilia )

Arenili sporchi, il sindaco dispone ulteriori interventi di pulizia

Siamo agli sgoccioli dell'estate e nonostante ciò, si torna a parlare di interventi di ripulitura delle spiagge nei litorali. Ieri in una riunione a Palazzo Zanca, il sindaco Salvatore Leonardi ha dato disposizione affinch‚ si avvii una ulteriore fase di interventi per ridare decoro agli arenili. Anche se, c'è da sottolineare che la competenza di tali servizi di pulizia, erano a carico della Regione e della Provincia.
Il sindaco ha poi ribadito che dopo la rimozione dei rifiuti avviata il 3 luglio, in sinergia tra Provincia, Comune e Messinambiente con due squadre dotate di macchina pulisci spiaggia ha ravvisato la necessità di incentivare l'iniziativa. Leonardi poi, per una migliore qualità dei servizi ambientali, ha trasmesso alla Messinambiente ed agli assessori Giuseppe Santalco (sanità) e Giuseppe Alibrandi (igiene cittadina) una nota nella quale segnala che la "mancata disinfezione dei cassonetti , soprattutto quelli posizionati nei pressi di servizi di ristorazione, determina situazioni di grave crisi igienica con ripercussioni sulla tutela della salute pubblica".
Nel ribadire l'obbligo contrattuale della società consortile alle operazioni di disinfezione, il primo cittadino ha inoltre invitato la Messiambiente "a rimuovere i rischi evidenziati" e assessori e dirigenti comunali ad adottare i provvedimenti di competenza "compresa l'applicazione delle prescritte sanzioni a carico della società inadempiente".
Il sindaco ha pure sottolineato "condizioni di insufficiente pulizia in vaste aree del territorio comunale". Tutto questo perch‚ da più parti dei litorali, soprattutto quelli tirrenici, molti cittadini hanno espresso delle lamentele fondate riguardo lo stato di abbandono e degrado delle spiagge. "Si convive con i rifiuti - dichiarato alcuni bagnanti della zona di Paradiso - ed in molti casi siamo costretti a non portare i nostri bambini a mare, per paura di malattie".

23/8/2001 ( gds )

Collegamenti tra Milazzo e Gioia Tauro
L'ultima parola è dell'Autorità portuale


Il collegamento Milazzo-Gioia Tauro, che la Navigazione Generale Italiana continua a svolgere nonostante il parere contrario del consiglio comunale e le ordinanze emesse dal sindaco Antonio Nastasi, andrà avanti oppure arriverà lo stop definitivo dell'Autorità Portuale di Messina? Si saprà domani mattina, a conclusione di una riunione del Comitato portuale fissata per le ore 11, alla quale è annunciata pure la presenza del sindaco.
Le posizioni sin qui sono così delineate: da una parte il sindaco con i suoi provvedimenti, dall'altra la Ngi che si attiva per aggirarli.
Così, se Nastasi ha prima emesso ordinanza che vietava poco e niente e l'ha poi corretta chiudendo gli accessi che da via XX Luglio immettono nell'area portuale con l'affidamento ai vigili urbani della rigorosa vigilanza serale nell'arco di tempo fissato dalla ore 19 alle ore 7 del giorno successivo in cui opera il divieto, dalla parte opposta la società armatrice ha anticipato alle ore 18,30 le partenze ed ha di fatto vanificato quanto ordinato dal primo cittadino.
Ma è un tira e molla che non può prolungarsi oltre, per cui è bene che domattina venga presa una decisione atta a risolvere il problema.
Il sindaco Nastasi ha fatto sapere che ribadirà la sua ferma opposizione e quella del consiglio comunale alla attivazione del collegamento con la sponda calabra per il trasferimento del gommato e chiederà l'immediata e definitiva sospensione della linea marittima.
"La città - ha detto Nastasi - non può sopportare oltre il traffico dei mezzi pesanti sopratutto nella stagione e intende mantenere all'interno del bacino portuale gli attuali traffici (commerciali e passeggeri per le Isole Eolie)".
In aggiunta si registra adesso anche la protesta dei comandanti dei traghetti della Siremar che hanno fatto sapere all'autorità marittima di incontrare "notevoli e pregiudizievoli difficoltà di manovra nel porto per la presenza di troppi natanti".
La posizione assunta nel palazzo che il sindaco intende ribadire nella riunione di domani trova sostegno anche nel protocollo d'intesa siglato tra il ministero dei trasporti e della navigazione e la regione siciliana. Quindi si farà di tutto per ottenere la sospensione del collegamento Milazzo-Gioia Tauro che effettua la Ngi, e il sindaco Antonio Nastasi annuncia che è una battaglia che sarà sostenuta - se sarà il caso - a tutti i livelli, "perchè si dovrà comprendere - ha aggiunto - che la città di Milazzo non può assolutamente diventare una seconda Boccetta per ciò che concerne il traffico del gommato".

24/8/2001 ( gazzetta del sud )

Cinquantamila mq di terreni destinati a verde potrebbero essere trasformati in un'area di stoccaggio per i tir
Dopo la Panoramica lo Scoppo
Un progetto che cozza con l'obiettivo di trasferire gli approdi e liberare il Boccetta

Alla ripresa dell'attività politico-amministrativa il consiglio comunale avrà tra le mani un'altra “patata bollente”, dopo quella del piano particolareggiato riguardante la discutibile ubicazione di una “città mercato” nell'area delle cave della Panoramica dello Stretto. Alcuni progetti, inseriti nel Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio (Prusst), hanno bisogno di avere la deroga agli strumenti urbanistici, che conceda il cambio di destinazione d'uso delle aree rispetto sia al vecchio Piano Tekne sia alla nuova variante al Piano regolatore. Uno di questi è il progetto previsto sulla collina dello Scoppo, a ridosso dello svincolo autostradale di Boccetta, in una zona particolarmente delicata dal punto di vista urbanistico e ambientale. Cinquantamila metri quadri, di terreni precedentemente destinati a verde agricolo, verrebbero trasformati in un megacentro di servizi, attività commerciali, aree di stoccaggio per auto e mezzi gommati pesanti (con annesso «eventuale controllo satellitare» dei flussi di traffico dei tir). L'investimento previsto è di 22 miliardi di lire. La società che ha presentato il progetto è la Pan Kalon Multi Resort Srl, amministrata da Pietro Cutrona Cutrona. Si tratta di una Srl, con capitale di 20 milioni di lire, il cui oggetto sociale varia dall'acquisto, vendita e costruzione di immobili, complessi residenziali, impianti turistici, parcheggi alla realizzazione di opere portuali e di bonifica, dalla mediazione e promozione immobiliare a interventi di demolizione, movimenti terra e sbancamenti. Progettista e responsabile del procedimento è l'ing. Francesco Clemente, attuale segretario provinciale del Ccd, consigliere a Palazzo dei Leoni, candidato (non fortunato) alle recenti elezioni regionali. L'area dello Scoppo è stata negli anni passati oggetto di polemiche, essendo stata prevista in un primo tempo la sua destinazione ad edilizia residenziale pubblica, con la l'ipotesi di un vasto insediamento di palazzine in cooperativa. La zona fu, poi, stralciata con la delibera delle localizzazioni dei programmi costruttivi predisposta dalla giunta e approvata dal consiglio comunale. Adesso, mediante il Prusst, si fa largo un'ipotesi progettuale di cui sfugge il nesso logico e strategico. Realizzare un'ampia area di servizio e di stoccaggio per auto e tir diretti agli imbarcaderi avrebbe un senso se la volontà politica fosse quella di lasciare l'attuale situazione cosi com'è, mantenendo le invasature alla rada di San Francesco. Ma l'Amministrazione Leonardi del trasferimento degli approdi ha fatto una sua bandiera, scommettendo sulla doppia localizzazione all'Annunziata (per i veicoli leggeri) e a Tremestieri (per il traffico gommato pesante). Le procedure sono andate avanti, le proposte in “project financing” sono già all'esame del Cipe e la giunta conta di mandare in gara entro l'inizio del prossimo anno il progetto prescelto. «Da quelle scelte non si può tornare indietro», ha ribadito ieri l'assessore alle infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio. E allora perchè immaginare un investimento ultramiliardario per la realizzazione di un centro servizi e di una grande area di stoccaggio nei pressi di un'arteria, quale il viale Boccetta, che nel giro di due o tre anni (sono le indicazioni temporali fornite dalla stessa amministrazione comunale, convinta di poter realizzare entro il 2004 il nuovo approdo a Tremestieri) perderebbe le sue funzioni di asse di collegamento tra autostrada e approdi e tornerebbe (finalmente) ad essere una “normale” strada del centro urbano? Gran parte del traffico dei mezzi pesanti proviene dalle province di Ragusa, Siracusa e Catania. L'utilità dell'approdo a Tremestieri è stata giustificata proprio per il collegamento diretto con l'autostrada e sembra assurdo immaginare che i conducenti dei tir scelgano di proseguire il cammino, arrivare allo Scoppo, fermarsi nell'area di stoccaggio per poi tornare indietro. L'amministrazione fa un ragionamento semplice: i fondi investiti sono interamente a carico dei privati e il “rischio”, dunque, è tutto loro. Discorso che va bene fino a un certo punto, dal momento che si consegnano cinque ettari di territorio cittadino per un'operazione che appare in palese contrasto con le indicazioni programmatiche della stessa amministrazione comunale. Gli interrogativi sorgono anche sul piano strettamente politico. Se il segretario provinciale di uno dei principali partiti della coalizione di governo firma il progetto e assume il ruolo di responsabile di un procedimento volto a realizzare un'area di stoccaggio al Boccetta, la sensazione è che ci sia qualcosa, anzi molto, che non quadri. Il Ccd non ha, forse, votato la delibera che ha previsto il trasferimento dell'approdo per mezzi pesanti a Tremestieri? E il “leader” di quello stesso partito, il vicesindaco e neodeputato nazionale Gianpiero D'Alia, non è forse l'assessore comunale all'Urbanistica? L'intero raggruppamento della Casa delle libertà non ha fatto di questi temi un cavallo di battaglia? Come si comporteranno i consiglieri comunali di maggioranza? E il sindaco Leonardi ritiene che il progetto dello Scoppo sia compatibile con il programma portato avanti dal '98 ad oggi? E a tutti coloro che sono scesi in piazza, reclamando l'allontanamento degli imbarcaderi dal centro urbano e puntando il dito contro gli imprenditori del settore, non viene il dubbio, o il sospetto che dir si voglia, che qualcuno in fondo si augura il mantenimento dell'approdo a San Francesco? Non è paradossale che il gruppo Tourist-Caronte, messo all'indice come responsabile di tutti i mali della città, abbia presentato, al pari della società Amadeus del cavalier Matacena, un progetto esecutivo per la costruzione dei nuovi approdi e altri soggetti, “paladini” della lotta contro i tir, prevedano addirittura di costruire al Boccetta un'area di sosta destinata ai mezzi pesanti? L'impianto complessivo del Prusst è potenzialmente valido, contenendo parecchi segnali che vanno nella direzione di un cambiamento di prospettiva e di rilancio dello sviluppo economico. Lo stesso assessore Scoglio ha ribadito che il Comune si è finalmente dotato di un efficace strumento di programmazione, che in massima parte coincide con le previsioni inserite nella nuova variante al Prg. Il caso delle cave di sabbia della Panoramica ed ora la vicenda dell'area di servizio di Scoppo-Boccetta dimostrano, però, quanto sia difficile far camminare a braccetto le buone intenzioni con i programmi concreti e, soprattutto, quanto sia arduo riuscire a conciliare l'interesse generale della città con le esigenze di singoli gruppi. Soprattutto quando la politica, i media moralisteggianti e gli imprenditori confondono i rispettivi ruoli dietro il paravento di una società.

24/8/2001 ( gds )

Stop alle fasce orarie

Revoca delle fasce orarie e blocco notturno del transito dei tir sul Boccetta. Sono questi i provvedimenti discussi ieri nel corso della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giosuè Marino. Al termine del vertice non sono state assunte decisioni con effetto immediato ma l'orientamento ormai è quello di sospendere, dopo l'ultima proroga valida fino al 30 agosto, l'ordinanza che nello scorso mese di maggio ha istituito i divieti ad orario relativi, però, soltanto al Boccetta. Ci sono ancora alcuni dettagli da definire. Il comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi ha fatto presente la necessità di potenziare i servizi coordinati tra le varie forze dell'ordine, chiedendo un impegno diretto della polizia stradale lungo tutto l'asse compreso tra lo svincolo e gli imbarcaderi ubicati alla rada di San Francesco e nell'area portuale. Si chiederà, a tal proposito, un intervento da parte del ministero dell'Interno. È stata ribadita, invece, l'impossibilità di procedere ad un blocco totale del traffico gommato pesante, una misura drastica che, secondo il Governo nazionale, va assunta soltanto in presenza di soluzioni alternative.

24/8/2001 ( la sicilia )

Ancora incolonnamenti d'auto tra Boccetta e viale della Libertà

Nuova ondata del controesodo ieri in città. Migliaia di automobili e mezzi pesanti, fin dalle prime ore della mattinata, hanno intasato – nella corsia di marcia da sud a nord – il viale della Libertà e via Vittorio Emanuele raggiungendo nel pomeriggio anche il viale Boccetta. Ad organizzare servizi per attenuare i problemi di traffico urbano sono stati decine di agenti della polizia municipale, che seguendo le direttive impartite dal Comando e coordinati da alcuni specialisti di vigilanza urbana, hanno indirizzato i vacanzieri secondo un percorso già individuato in precedenza. In particolare ai mezzi è stato fatto percorrere – fino alla capienza massima prevista dall'incrocio con via Garibaldi– il viale Boccetta e, successivamente, al fine di non intralciare il traffico proveniente da sud, sono stati dirottati prima nella corsia verso nord della via Garibaldi e, all'incrocio con piazza Unione Europea, convogliati sulla via Vittorio Emanuele. Anche in questa occasione quanto predisposto dal Comune e dalla polizia municipale si è rivelato particolarmente efficiente, dando risposte immediate alle necessità dei vacanzieri e assicurando loro – grazie anche alla presenza continua dei volontari – anche la fornitura continua e gratuita di bottiglie di acqua minerale. Particolare affollamento sul Boccetta si è verificato nelle prime ore serali. La situazione si è comunque normalizzata verso le 23.

24/8/2001 ( la sicilia )

Nel controesodo di fine estate code di 2 Km per traghettare

Ancora una giornata di traffico intenso, in città, per il rientro di numerosi turisti che hanno lasciato la Sicilia, dopo aver trascorso gli ultimi spiccioli di vacanze estive. Il controesodo di fine estate ha, infatti, come ogni anno, fatto registrare code interminabili per le strade della città.
Durante la mattinata di ieri, le code di autovetture in attesa di traghettare oltre lo Stretto, arrivava fino all'ingresso del teatro in fiera, con tempi di attesa minimi di circa un'ora.
Nel primo pomeriggio il traffico si è intensificato notevolmente, con tempi di imbarco che sfioravano le due ore mezza, e con conseguenti file lunghe circa 2 chilometri. Molte le pattuglie dei vigili urbani impegnate sul territorio per controllare e coordinare al meglio lo smistamento del traffico verso gli imbarcaderi, dove numerosi vacanzieri erano esausti dalla lunga attesa e dal caldo insopportabile.
A migliorare però le cose, è arrivata quasi improvvisamente una scarica di pioggia che ha rinfrescato l'aria, abbassando l'alta temperatura della mattinata di qualche grado.
Il problema delle lunghe attese, sembra sia stato dovuto alla riduzione delle corse dei traghetti privati che forse non si aspettavano una così massiccia affluenza in quest'ultimi giorni di Agosto.
Comunque prontamente le corse dei traghetti della Tourist, nel primo pomeriggio sono aumentate, smaltendo così rapidamente il traffico formatosi, durante tutta la giornata.
In serata la situazione è tornata alla normalità, con tempi di attesa per l'imbarco, che sono rientrati nelle media del periodo. Invece per quanto riguarda gli imbarchi alle Ferrovie dello Stato, non si sono registrate particolari code di automezzi diretti in Calabria.

24/8/2001 ( bob brown )

Movimenti scomposti della piovra

Da qualche settimana appaiono sulle pagine del quotidiano "massone" (ovvero quello che ha benedetto tutti i patti scellerati a danno della città, che ha mandato senatori e deputati al parlamento, che gestisce società pubbliche per la costruzione di Ponti...Interrogativi, che gestisce una parte della sanità messinese(vedi Neurolesi), che consiglia "calma e gesso" a chi deve recarsi in questura, che da sempre ha impedito con ogni mezzo che si sviluppasse una stampa libera e indipendente a Messina, che vuole realizzare, alla soglia dei settant'anni, la paranoia di Ulisse) delle critiche violente e alquanto diasarticolate nei confronti dell'establishment politico amministrativo della città.
La cosa potrebbe a prima vista far piacere giacchè non capita spesso di leggere o sentire su tale "network", definito da un Vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia "l'ufficio stampa del verminaio", parole di critica nei confronti dei notabili politici e affaristici della città.
Saranno state le recenti notizie non molto rassicuranti, rispetto alle aspettative, sulla immediata attivazione delle procedure per la costruzione del Ponte, saranno state le notizie sulle possibili attivazioni di "autostrade del mare" ( non certo quelle che partono da.......Piazza Cairoli ma quelle che renderebbero ancora più inutile l'idea stessa del Ponte), sarà stata pure la replica della trasmissione Sciuscià del 21/08/01 sul Ponte......Interrogativo, fatto sta che le reazioni della testa pensante dell'animale sopracitato sono state particolarmente scomposte.
Non si spiegherebbe altrimenti la falsa e ridicola notizia sparata su video e stampa e diretta, secondo il patetico notista, contro il direttore e l'editore di una rete Tv locale (TeleVip),  che ha solo il torto di esistere e, quindi, di pensare e di agire (vedi posizione della testata sul Ponte sullo Stretto e sugli approdi fuori della città) in modo nettamente opposto al boss dell'informazione e dei suoi ridicoli picciotti.
E proprio come dei picciotti questi ultimi sono stati usati per scagliarsi anche contro professori universitari rei di avere una posizione contraria all'attivazione dell'approdo Norimberga e che, a fronte delle loro argomentazioni di merito, anzichè ricevere delle logiche controdeduzioni si sono sentiti rispondere con delle battute della serie "bisognerebbe prosciugare lo stretto" (roba da poveracci senz'anima e senza idee).
Forse a Messina, nostante l'omicidio Bottari (irrisolto), il "caso Messina" (irrisolto), la venuta dell'Antimafia (purtroppo inutile), si sta per girare l'ultima serie della.....PIOVRA dove tutto il cast è ridotto a pochi protagonisti: non ci sono sindaci, presidenti di provincia, prefetti, ma boss travestiti da imprenditori.
A quando la partecipazione delle guardie?

 

25/8/2001 ( gazzetta del sud )

nota dei giornalisti di vip

Sull'argomento intervengono anche i giornalisti di Televip, con una nota inviata al direttore della Gazzetta del Sud, al direttore della Rtp, alla segreteria dell'Assostampa, all'Ordine dei giornalisti, al loro editore e al loro direttore. «La redazione di Televip – si legge – respinge fermamente le illazioni secondo le quali le inchieste e i servizi sugli approdi e sui tir sarebbero stati ispirati da posizioni imprenditoriali dell'editore. Ribadisce di aver sempre svolto il proprio ruolo in assoluta autonomia e libertà, senza la benché minima ingerenza da parte della proprietà, e di aver operato nel solo interesse della città». ------------ Nessuna illazione, solo la nostra opinione su fatti documentati.

25/8/2001 ( gazzetta del sud )

Già dimenticate le prescrizioni del Cru che nel '93 bocciò il Prg lanciando un allarme sui rischi sismici e idrogeologici
Scoppo, una scelta dissennata
Sia sul piano urbanistico sia in relazione alla volontà di liberare Boccetta dal traffico

«Le espansioni a monte del raccordo autostradale vanno evitate ed è necessario limitare il più possibile il consumo del suolo agricolo». Con tali motivazioni, nell'ottobre del 1993, il Consiglio regionale dell'urbanistica “sconsigliava” l'utilizzo improprio delle aree a monte del Boccetta. Era stato immaginato un grande insediamento di edilizia residenziale pubblica sulla collina dello Scoppo ma il Cru, tra le motivazioni della “bocciatura” della nuova variante al Piano regolatore, evidenziava le delicate problematiche della zona, facendo riferimento al grave rischio sismico e alla precaria situazione idrogeologica. Anche sul piano urbanistico qualunque ipotesi di estensione del centro urbano sopra lo svincolo del Boccetta veniva giudicata non solo priva di senso ma addirittura “pericolosa”. Le cose in questi otto anni non sono cambiate ed oggi le preoccupazioni espresse dagli esperti del Cru assumono ancora maggiore rilevanza. Ecco perchè il progetto di realizzazione di una grande area di servizi, presentato nel '99 ma “confermato” qualche settimana fa con la presentazione di una fidejussione bancaria, non trova alcun appiglio logico. L'amministrazione comunale dovrebbe spiegare perchè la proposta della società Pan Kalon Multi Resort Srl
– una società di proprietà di Pietro Cutrona Cutrona e Fabio Mazzeo, rispettivamente editore e direttore di TeleVip, e che ha come oggetto sociale la costruzione e la vendita di alloggi e di insediamenti turistico-residenziali, la realizzazione di opere portuali e di parcheggi, interventi di demolizione, sbancamenti e movimenti terra – sia stata inserita nel Prusst, cioè nello strumento di programmazione che ha come sue finalità «un piano coerente ed organico di iniziative di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio». Il timore concreto è che modifiche al Prg di tale portata – il riferimento è anche alle vicenda delle cave di sabbia della Panoramica – possano determinare alla fine una nuova definitiva bocciatura del Piano regolatore generale. A quel punto cosa accadrebbe? È forse questo il disegno di coloro i quali vorrebbero il territorio senza più vincoli e norme di salvaguardia? Ci sono innumerevoli aree del centro e in periferia che potrebbero essere risanate, riutilizzate, riqualificate. Per realizzare parchi tematici ci sarebbe tutta la lunga teoria delle fortificazioni umbertine sparse sul territorio. Aree attrezzate a verde, spazi-gioco per bambini e parchi suburbani potrebbero essere ricavati in luoghi tra i più belli dell'intera Sicilia, come la foresta di Camaro, la zona di Portella Arena oppure nella miriade di spazi lasciati nel più desolante abbandono e degrado. Perchè la Panoramica? Perchè lo Scoppo e il Boccetta Alto? E dov'è il nesso strategico nella scelta di realizzare una grande area di servizio, compresi ampi spazi di stoccaggio per i mezzi pesanti, a monte di uno svincolo che oggi serve la strada probabilmente più trafficata d'Italia ma che, nel giro di un paio di anni, dovrebbe ridiventare quella che fu nel tempo andato: una semplice ed elegante arteria del centro urbano. Il trasferimento degli approdi dalla rada di San Francesco e la liberazione del Boccetta sono tra le linee portanti del programma e dell'azione amministrativa dell'attuale giunta comunale. Se si andasse in senso contrario, significherebbe aver buttato alle ortiche tre anni di governo cittadino. E di questo il sindaco dovrebbe ovviamente rendere conto all'intera città. Negli anni Settanta aveva una logica immaginare aree di stoccaggio in quel tratto della tangenziale, unico elemento di raccordo tra l'autostrada e gli imbarcaderi privati di viale della Libertà. Lo avrebbe ancora oggi se ci fosse la volontà politica di mantenere l'approdo a San Francesco, realizzando lo svincolo di Giostra ed un tunnel in modo da evitare l'interferenza del traffico di attraversamento con la viabilità cittadina. Ma proprio in questi giorni, secondo quanto dichiarato dagli stessi Leonardi e Scoglio, l'iter del nuovo approdo a Tremestieri, da realizzare in “project financing”, sta entrando nella sua fase decisiva. E allora dov'è il senso di tutto ciò? Se è vero che il consiglio comunale è sovrano in materia di pianificazione urbanistica, è anche vero che le scelte che vanno in deroga al Prg e che hanno, comunque, un forte impatto sul territorio, non possono essere prese andando contro gli interessi generali. Su questo le istituzioni e tutti gli organi chiamati a vigilare e a controllare la legittimità degli atti amministrativi devono essere inflessibili. Troppe operazioni quanto meno “affrettate”, dotate però di ampia “copertura” politica, sono state compiute in questi decenni, nel silenzio a volte distratto, a volte complice, dei partiti, delle forze sociali e sindacali. Ma proprio perchè la città “ha già dato”, non si possono più commettere passi falsi, soprattutto quando scelte errate di programmazione rischiano di compromettere il già precario equilibrio tra un corretto sviluppo socio-urbanistico e l'assoluta necessità di portare avanti “vere” politiche di risanamento e di tutela ambientale.

25/8/2001 ( gazzetta del sud )

Saro Visicaro: «È un progetto assurdo»


«È una vergogna». Il portavoce del Comitato “La nostra città” Saro Visicaro non ha dubbi: pensare di realizzare un'area di stoccaggio per tir o auto a monte del raccordo autostradale del Boccetta è semplicemente un'assurdità. «Le battaglie portate avanti dal Comitato – aggiunge Visicaro – per liberare la città dalla schiavitù dei mezzi pesanti non possono e non debbono essere strumentalizzate. Noi non crediamo ci sia una reale volontà politica di realizzare i progetti sbandierati ma non ci stanchiamo di dire che gli approdi devono andare via dal centro urbano. Temiamo che l'ipotesi di Tremestieri sia solo un paravento e che alla fine si voglia realizzare un unico sistema di attracchi e imbarcaderi, dalla foce dell'Annunziata fino a Giostra». Durissimo anche il giudizio del consigliere comunale Pippo Rao, già assessore all'Urbanistica all'inizio degli anni Novanta: «Riservandomi di entrare nel merito del nuovo progetto riguardante le aree dello Scoppo – afferma – mi sembra si stia facendo strada nell'Amministrazione Leonardi l'idea della “necessità storica” e, quindi, della positività del passaggio dall'inerzia alla “politica del fare”, senza però tenere in conto limiti di natura urbanistica, ambientale ed etici. La “rivalutazione” in atto del territorio sembra essere il modello di una ipotetica nuova classe dirigente che consentirebbe di sovrapporre l'utilità di qualche singolo all'interesse generale della comunità. Ed è davvero disdicevole che i valori etici appaiano subordinati a logiche che finiscono con l'assumere il volto del brutale cinismo del potere. Mi auguro che Leonardi faccia al più presto chiarezza su questa e su altre vicende. Non vorrei – sottolinea Rao – che ci sia una volontà, più o meno occulta, di riportare in vita quelle previsioni che erano state respinte dal Consiglio regionale dell'urbanistica». Secondo Rao, si pone anche una seria questione di ordine politico, visto che a firmare il progetto per conto della società Pan Kalon Multi Resort Srl è l'ing. Francesco Clemente, cioè il segretario provinciale del Ccd, uno dei principali partiti della coalizione di maggioranza. Il consigliere Filippo Tommasini preannunzia battaglia da lunedì, chiedendo che il sindaco e l'assessore urbanistica relazionino immediatamente in commissione sulle procedure che s'intendono adottare e sui reali obiettivi del progetto riguardante la collina dello Scoppo.

25/8/2001 ( gds )

Milazzo, non si placano le polemiche tra il sindaco e l'autorità portuale

MILAZZO. Gli amministratori della Ngi sfileranno davanti al comitato portuale per illustrare piano economico e stretegie imprenditoriali. Il sindaco di Milazzo strappa un primo intervento all'autorità portuale chiamata in causa nel braccio di ferro attuato sul porto.
Il primo cittadino della città mamertina, da oltre un mese, lotta affinchè‚ venga bloccato un nuovo servizio di collegamento tra Milazzo e Gioia Tauro attuato dalla Ngi consociata del gruppo Tourist. Affinchè‚ vengano banditi i Tir da un percorso che attraversa il centro cittadino. Una guerra che ha visto già il sindaco scendere in campo con un'ordinanza di chiusura al transito dalle 19 alle 7 del mattino. Un provvedimento che non è riuscito del tutto ad ottenere lo scopo. Le navi infatti per i primi viaggi sono partite senza carico ma successivamente è stato individuato uno stratagemma. I tir sono entrati in porto prima dell'orario che fissa l'embargo. Difficile poi distinguere i camion diretti in Calabria da quelli invece diretti alle isole Eolie. Così Antonio Nastasi ha chiesto ed ottenuto una riunione del comitato portuale, per chiedere la revoca della concessione che consente alla Ngi di attuare il collegamento.
Un provvedimento secondo i vertici dell'autorità portuale di difficile attuazione dal punto di vista giuridico. Così ieri si è tentata la strada della mediazione suggerita dai rappresentanti sindacali. Tra le proposte quella di indurre la Ngi ad effettuare i viaggi esclusivamente in orari notturni e di evitare assolutamente che le corse si moltiplichino nei prossimi mesi. Ma all'orizzonte, secondo il sindaco Nastasi, c'è un pericolo ben più grosso. Esiste la possibilità che altre compagnie, invogliate dal nuovo servizio, vogliano entrare nel business. Difficile poi vietare a qualcuno quello che è consentito ad altri. "La vocazione del nostro porto - ha detto Nastasi - è solo turistica. Tra qualche giorno inaugureremo un nuovo porticciolo. Nelle prossime ore incontrerò un armatore che vuole portare a Milazzo una nave da crociera. Dobbiamo decidere: o i turisti o i Tir. Per quanto mi riguarda ho già deciso. Finchè‚ sarò sindaco e finchè‚ Milazzo non avrà un porto commerciale diverso che si allarga sulla costa, i camion rimarranno fuori dalla città". Dal tavolo dell'autorità portuale è partita anche una proposta: trovare i fondi per realizzare un collegamento alternativo al porto che non interferisca con il traffico cittadino. Troppo poco per convincere Nastasi ad abbandonare i propositi bellicosi: "L'ordinanza - ha detto - rimane in vigore".

25.08.2001 ( Le scienze )

Privati cittadini contro l'emissione di gas inquinanti
Possibile negli Stati Uniti una riduzione del 13 per cento

Secondo una ricerca dell'Università di Edimburgo, i cittadini americani potrebbero fare molto per limitare il problema delle emissioni di gas serra, anche se il governo si rifiuta di ratificare il protocollo di Kyoto. Secondo i calcoli del professor David Reay, infatti, alcuni semplici cambiamenti di stile di vita possono ridurre notevolmente l'emissione di questi inquinanti. Gli Stati Uniti producono annualmente 6,7 tonnellate pro capite di gas serra. Per riuscire a soddisfare i requisiti del protocollo di Kyoto, gli Stati Uniti occorrerebbe una riduzione delle emissioni del 16 per cento entro il 2010. Il professor Reay ha allora calcolato che cosa potrebbe fare una famiglia media di quattro persone che possiede un'automobile fuoristrada, un caso tipico americano: cambiarla con una macchina normale di medie dimensioni ridurrebbe già della metà la produzione di anidride carbonica. Migliorare l'isolamento termico delle case e acquistare elettrodomestici a basso consumo rappresenterebbe un altro notevole passo avanti. Per chi ha un giardino, poi, piantare alberi che assorbano anidride carbonica è un altro contributo importante. Se applicati tutti insieme, i suggerimenti di Reay dovrebbero portare ad riduzione delle emissioni totali per persona del 13 per cento, senza toccare i processi industriali.

26/8/2001 ( gazzetta del sud )

E ribadisce: nessuna iniziativa privata potrà andare contro l'interesse generale

«Non conosco i progetti di cui si sta parlando in questi giorni. Voglio, però, essere chiaro su un punto: nessuna iniziativa di privati potrà mai comportare la modifica delle linee strategiche dell'amministrazione comunale». Il sindaco Salvatore Leonardi, dal suo “rifugio” estivo di Torre Faro, interviene in merito alle polemiche su alcuni progetti inseriti nel Prusst che, andando in deroga agli strumenti urbanistici, rischiano di compromettere l'impianto complessivo del Piano regolatore generale. «Il Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio – afferma Leonardi – ha una sua forte valenza ma quelle iniziative, in realtà poche, che necessitano di deroghe al Prg vanno valutate con estrema attenzione e cautela». Il sindaco ribadirà tale concetto durante la riunione di giunta convocata per domani, con all'ordine del giorno, oltre alla questione dello sbaraccamento del Tirone, anche il tema della compatibilità tra Prg e Prusst, con particolare riferimento ai progetti riguardanti le aree della Panoramica e della collina dello Scoppo. Leonardi non vuole più sentirsi chiamare il «notaio del Prg», espressione da lui stesso coniata nel '98, allorchè disse di aver ereditato la Variante dalla precedente amministrazione comunale, senza poter entrare nel merito dei contenuti del nuovo strumento urbanistico. «Era una verità “storica” – ribadisce Leonardi – ma questo non vuol dire disinteresse per le sorti del Piano regolatore. Abbiamo difeso il Prg in tutte le sedi possibili, ancor più di quello che avrebbe potuto fare la giunta che lo ha ideato, e ci batteremo con tutte le nostre forze perchè l'iter si concluda nel modo migliore. A questo proposito, chiederò nei prossimi giorni un incontro con il presidente della Regione Cuffaro e con l'assessore al Territorio Bartolo Pellegrino, proprio per fare il punto della situazione. Credo che entro settembre il Prg possa tornare approvato da Palermo».
– Cosa pensa, sindaco, del progetto della “città mercato” previsto nell'area delle cave di sabbia della Panoramica? «Non sono tra coloro che hanno manifestato entusiasmo. D'altra parte, al momento non è stato approvato alcun progetto. Abbiamo presentato al consiglio, dopo aver ricevuto un atto di diffida, la proposta del piano particolareggiato avanzata da una società privata. Ma la fase del confronto è tutt'altro che conclusa».
– E come giudica l'idea di realizzare un centro di servizi per il commercio, con aree di stoccaggio per auto e tir, a monte del Boccetta? «Vedremo il progetto nel dettaglio ma quel che è certo è che procederemo con estrema cautela. So benissimo che la collina dello Scoppo è un'area particolarmente delicata sul piano urbanistico e idrogeologico. Se non sbaglio, vi passa una delle faglie sismiche più pericolose del nostro territorio. Approfondiremo le indicazioni contenute nella carta di suscettività della zona, andremo a rileggere le relazioni agroforestali e vedremo dove comincia e finisce la fascia di rispetto autostradale. Quell'area è già stata considerata inidonea ad ospitare insediamenti edilizi. Per quanto riguarda gli aspetti collegati agli approdi e al traffico di attraversamento dello Stretto, voglio ribadire quanto ho sempre ripetuto in questi tre anni: il nostro obiettivo assolutamente prioritario è quello di liberare il Boccetta e l'intero centro urbano dalla schiavitù dei tir. Resta la necessità, più volte prospettata, di individuare lungo la tangenziale attrezzate aree di sosta ma tutto ciò non può spostare di una virgola il percorso che abbiamo iniziato e che porterà entro pochi anni al trasferimento degli approdi dalla rada di San Francesco».
– Il fatto che il progettista dell'intervento dei privati allo Scoppo sia l'ing. Francesco Clemente, segretario provinciale del Ccd, non pone un serio problema politico all'interno della coalizione di maggioranza? «Ora come ora non mi sembra. Al momento della presentazione del progetto, l'ing. Clemente non era ancora il segretario provinciale del Ccd. Certo, se le procedure dovessero andare avanti, è una questione che andrebbe affrontata».

26/8/2001 ( la sicilia )

Il controesodo

La nuova ondata di vacanzieri che si attendeva è arrivata puntuale anche ieri, con un flusso costante di auto che è cominciato sin dalle prime ore della mattina lungo le due autostrade. Le barriere di Divieto e Tremestieri sono state letteralmente prese d'assalto, e tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio si sono create lunghe code di mezzi in attesa. Pesanti ripercussioni lungo tutta la zona centro-nord della città, con una settantina di vigili urbani impegnati a regolamentare il flusso di auto lungo il viale Boccetta, via Garibaldi e viale della Libertà. La situazione è resa ancor più problematica dal restringimento di carreggiata lungo il viale della Liberta per la realizzazione della tranvia. Le attese per l'imbarco hanno sfiorato le tre ore per quanto riguarda i traghetti privati, e l'ora per le navi delle Ferrovie. La coda di mezzi in attesa d'imbarcarsi sui traghetti della Tourist è arrivata anche ieri fino alla Prefettura. La situazione è diventata quasi normale a partire dalle 17, quando le auto erano incolonnate solo all'interno del serpentone.

26/8/2001 ( la sicilia )

Confermato il finanziamento di 41 miliardi
Approdo a Tremestieri il sindaco incontrerà il presidente Cuffaro


Le recenti polemiche danno modo all'Amministrazione Leonardi di ribadire la sua posizione: il Comune non molla e l'approdo a Tremestieri sarà realizzato il più presto possibile. Il sindaco, Turi Leonardi, ha già in agenda un appuntamento importante: nella prossima settimana incontrerà il presidente della Regione, Totò Cuffaro, il quale ha recentemente confermato l'esistenza di un finanziamento di 41 miliardi per realizzare le prime due invasature d'emergenza e la viabilità di collegamento con l'autostrada all'altezza di Mili-Tremestieri. Il prossimo passaggio sarà la nomina di una commissione paritetica Comune-Regione che dovrà seguire l'iter burocratico dell'opera. Entro la fine di settembre, inoltre, il Genio civile Opere marittime dovrà consegnare il progetto, che in una seconda fase sarà integrato con il project financing per il quale ci sono in lizza i progetti della «Travel Tickets» del «Gruppo Franza» e dell'«Amadeus» del cav. Amedeo Matacena senior. Per l'esame e la scelta dei progetti definitivi a breve sarà nominato, sempre da parte del sindaco, il responsabile del procedimento.
Domani si riunisce la Giunta Leonardi — Intanto, la Giunta comunale si riunirà domani per esaminare complessivamente i progetti inseriti nel Prusst. Immancabile sarà il riferimento al progetto presentato da una società per la realizzazione di una serie di strutture, tra cui un centro di stoccaggio per i camion. La Giunta durante la riunione assumerà l'impegno di tutelare gli interessi della città, garantendo l'impegno a spostare al più presto gli imbarcaderi nella zona sud, liberando il viale Boccetta dal peso del transito dei mezzi pesanti.

26/8/2001 ( la sicilia )

Collegamento Milazzo-Gioia Tauro, il Comitato portuale prende tempo

MILAZZO — Giornata a favore del sindaco della cittadina mamertina, Nino Nastasi, quella di ieri nella disputa apertasi con la «Ngi» per il collegamento via mare tra Milazzo e Gioia Tauro. La riunione tenutasi nella sede dell'Autorità portuale, a Messina, si è chiusa con la promessa dei presenti di ritrovarsi entro 10 giorni con un invito esteso anche ai rappresentanti della compagnia di navigazione. Durante l'incontro, il sindaco Nastasi ha evidenziato come il porto mamertino sia un porto anomalo proprio perché insito nel cuore della città e quindi mal si presta ai collegamenti pesanti. «La nostra vocazione è turistica, non permetteremo a nessuno di stravolgere i progetti di sviluppo del Comune», ha tuonato il primo cittadino. Dall'altro canto la replica degli imprenditori che sottolineano la vocazione commerciale del bacino, visto il continuo utilizzo delle banchine per il trasporto del gesso.
C'è, comunque, la volontà di risolvere la querelle e l'Amministrazione comunale milazzese si è detta disposta a rivedere la propria posizione di chiusura totale nel caso in cui dalla compagnia «Ngi» venga preso impegno che il collegamento rimanga nelle attuali dimensioni (un viaggio al giorno con 7 Tir per viaggio) e non sia invece «testa di ponte» per raddoppiare o triplicare nel corso dei mesi. Sembra, comunque, difficile che la «Ngi» possa sottoscrivere un accordo del genere visto che, conti alla mano, sarebbe un investimento assolutamente antieconomico. Difficile appare anche l'ipotesi avanzata al tavolo della discussione sulla costruzione di un sovrappasso che colleghi l'imbarco della «Ngi» con l'uscita dell'asse viario. Oltre all'impatto ambientale, che non sarebbe certo dei migliori, sarebbe necessario un intervento non irrisorio.

27/8/2001 ( gazzetta del sud )

emergenza tir / Da venerdì la chiusura notturna del Boccetta
Fasce orarie in “pensione”


I provvedimenti necessari per l'applicazione delle misure già praticamente decise dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, con la chiusura notturna ai tir dello svincolo di Boccetta che dal 31 agosto manderà in “pensione” le fasce orarie, saranno discussi in varie sedi durante questa settimana in modo da non arrivare impreparati al momento in cui il sindaco Salvatore Leonardi dovrà emettere l'ordinanza con la nuova regolamentazione del traffico pesante. Già oggi il comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi e quello della polizia stradale Giuseppe Messina si confronteranno in un incontro tecnico per verificare quali siano gli strumenti più idonei da utilizzare nell'asse viario che risulterà “caricato” di un traffico più intenso in ragione della chiusura notturna del Boccetta, vale a dire gli altri svincoli e alcune arterie cittadine (in particolare la via La Farina): tra l'altro, i due comandanti dovranno valutare i servizi coordinati da disporre, con la presenza di agenti dei rispettivi corpi nel tratto compreso tra lo svincolo e gli imbarcaderi, ma anche in corrispondenza dei punti nevralgici della viabilità alternativa. La decisione di revocare la limitazione al transito dei mezzi pesanti superiori a 8 tonnellate sul Boccetta tra le 7 e le 9 del mattino e tra le 18 alle 20 al termine dell'ultima proroga (che scade proprio venerdì 31) è stata assunta nella scorsa settimana dal Comitato presieduto dal prefetto Giosué Marino anche su indicazione del Governo centrale, al quale era stato richiesto un parere che ha escluso – in assenza di soluzioni alternative per non interrompere il servizio – la possibilità di un blocco totale del gommato. Per tutta l'estate, come si ricorderà, la questione è stata al centro di un “tira e molla” nel quale ha avuto un ruolo notevole anche il comitato “La nostra città” le cui richieste sulla chiusura a giorni alterni degli svincoli autostradali attivi al momento (in attesa dell'apertura di San Filippo) sono state valutate dall'organo prefettizio per arrivare a una soluzione che, dopo l'esito (ritenuto da più parti poco soddisfacente) delle fasce orarie, possa finalmente alleggerire il pesante “fardello” per la città costituito dal passaggio dei mezzi pesanti in pieno centro.

27/8/2001 ( la sicilia )

La Giunta comunale stabilirà oggi le linee guida per valutare i progetti
Il Prusst all'esame di Leonardi

Criteri ben definiti e precise linee guida nell'esame dei progetti inseriti nel Prusst: questo l'argomento all'odg della riunione odierna della Giunta guidata da Turi Leonardi. Al termine della seduta, quindi, si conosceranno le determinazioni dell'Amministrazione comunale nella valutazione delle proposte dei privati inserite nel programma per la riqualificazione urbana e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Tra gli elaborati inseriti nel Prusst ci sono anche quei due progetti che tante polemiche hanno suscitato negli ultimi giorni: la costruzione di una città mercato nelle ex cave di sabbia della Panoramica e la realizzazione di un'area di stoccaggio per i camion in contrada Scoppo.

27/8/2001 ( la sicilia )

«Scarso contributo della città al turismo Assenza d'iniziative»

La «calura agostana» continua a mietere vittime. Non si allarmi il lettore, non lo tedieremo con la lista di coloro che sono stati ricoverati presso gli ospedali cittadini per colpi di sole o per avere mangiato troppa anguria, ma ricordandogli nel caso se ne fosse dimenticato, che tutti noi siamo le vittime più o meno consapevoli di quanto avviene in nostro nome. Perchè, e lo ricordo a me stesso, quando i vari rappresentanti cittadini, dai senatori ai singoli consiglieri comunali esprimono un parere su un documento o votano a favore o contro un progetto che riguarda la nostra città o il territorio di pertinenza, dovrebbero avere maturato sugli stessi un personale convincimento ed avere altresì valutato non solo i vantaggi di coloro che perorano le varie istanze, ma anche i riflessi che sulla intera collettività verrebbero a riverberarsi, verificando la valenza dei pro e dei contro. Per raggiungere l'obiettivo più confacente ai reali interessi di tutti noi, meglio sarebbe, se loro di tanto in tanto ascoltassero la città e non solo i loro «aficionados», che in quanto tali non hanno quella giusta dose di senso critico necessaria per contrastare o bocciare le «idee» che lungi dall'essere d'interesse collettivo, soddisfano solo gli interessi di pochi o meno gravi per la città.
Nel richiedere una maggiore informazione ed una divulgazione comprensibile delle varie ipotesi progettuali, non ci riferiamo solo a quelle che da recente sono assurte agli onori della cronaca e sulle quali è stato apposto il «visto» dei Prusst o a quelle che in questo programma non hanno trovato spazio, ma a tutto ciò che noto o meno, viene giudicato di rilevanza economica per la città nei salotti che contano, senza il benchè minimo contraddittorio e la cui effettiva utilità è tutta da dimostrare. Di manufatti a suo tempo definiti temporanei ed ancor oggi vitali, la città ne possiede diversi esempi, al pari di altri che forse non saranno più utilizzati in futuro, ma che per tanto tempo ancora deturperanno il paesaggio, gli uni e gli altri in presenza di una maggiore trasparenza non avrebbero assunto le caratteristiche negative che oggi vengono loro contestate. Tra silenzi assordanti e chiacchiericcio inconcludente, però, alcuni programmi tendono ad assumere dimensione e fisionomia, forti dei giusti sostegni o millantandoli, sta di fatto, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, tutto ciò che riguarda un vero progetto complessivo dedito al turismo rimane una semplice enunciazione da libro dei sogni.
Non si può tacere che le «linee guida di sviluppo dell'economia locale» evidenziano lo scarso contributo della città al bilancio turistico provinciale e rilevano l'assenza d'iniziative produttive in tale direzione, pur in presenza di potenzialità attivate.
La conferenza programmatica dovrà supportare il lavoro fatto dall'Osservatorio economico, che non può ritenersi concluso, come pure non può essere esaustivo il documento esitato se l'incontro dovesse limitarsi a ripercorrere tracciati già noti, senza nuovi spunti in direzione del tema: «Il turismo e Messina, tra utopia e realtà», vorrà dire che alla città nel futuro prossimo sarà negato lo sviluppo agognato e da tutti promesso con un risvolto, i progetti decantati saranno allocati in città, ma non creeranno benessere per la città; si devono attirare risorse che vanno spese in città e non drenare risorse dalla città per trasferirle altrove.

29/8/2001 ( gazzetta del sud )

Entro l'anno la “riorganizzazione” del porto
Tempi brevi per il Prp

Tempi brevi per il Prp, il piano regolatore del porto che servirà a mettere ordine in un lembo di costa per parecchio tempo lasciato nel caos. «Entro l'anno questo piano sarà pronto», assicura il professore Elio Fanara del Centro universitario studi trasporti (Cust), che ha ottenuto l'incarico di redigere il piano da parte dell'Autorità portuale. Risale all'estate del 1999 la presentazione degli studi propedeutici al Prp. Elaborati che hanno messo a fuoco i pregi e i difetti di un vasto territorio costiero sul quale per anni la città dello Stretto ha basato la sua fortuna. E dopo due anni il porto di Messina, la prima risorsa della città, a breve si potrà dotare di uno strumento che costituisce la base di una pianificazione dello sviluppo portuale. Già con gli studi propedeutici sono state indicate le destinazioni d'uso delle aree comprese tra la zona falcata e il torrente Annunziata. Gli elaborati, corredati da un supporto fotografico, prevedono delle sezioni riferite al territorio portuale, alle destinazioni d'uso, al quadro delle opzioni, alla nautica, alle zone franche, ai traffici nello Stretto, al mercato croceristico, alle stazioni di degassifica e alla demanialità statale delle aree portuali. Con il Prp si avrà un quadro più preciso. Per sbloccare definitivamente questo piano si attendeva solamente la definizione dei progetti relativi alla Fiera e al molo Norimberga. Per entrambi le ultime sedute del Comitato portuale hanno chiarito i programmi futuri. Per quanto riguarda la vasta banchina di riva della zona falcata l'Autorità portuale ha anche sottoscritto un protocollo d'intesa con la Soprintendenza ai beni culturali che stabilisce competenze e ambiti di interventi. Non si attende quindi più niente. Il piano regolatore del porto, che dovrà comunque tenere conto delle indicazioni del Prg attualmente all'esame del Consiglio regionale urbanistico, è pronto per attuare la riorganizzazione del territorio costiero. Il Prp, una volta presentato ed approvato dal Comitato portuale dovrà essere inviato al Comune, alla Regione e al ministero dei Lavori pubblici per i relativi pareri. Il prossimo anno potrebbe essere già adottato.

29/8/2001 ( gazzetta del sud )

Merci in banchina impediscono lo sbarco ai passeggeri di una nave
Ribellione al molo Marconi
Gli operatori portuali: «Fateci lavorare»

Scene da film ieri mattina al molo Marconi. I croceristi protestavano perchè non potevano scendere dalla nave per la presenza in banchina di lastre di acciaio mentre gli operatori portuali alzavano le barricate rispondendo: «Fateci lavorare». Tutto questo è successo ieri al porto. Alle 8, dopo l'arrivo della nave Carousel rimasta in città fino alle 18 e con 1.100 passeggeri a bordo, il comandante ha alzato la voce insorgendo per la presenza delle lastre che ostruivano il passaggio ai croceristi rimasti “prigionieri” e per il via vai di mezzi. Fino ad oggi non era mai capitato, nonostante i lavori in corso alle banchine di riva che hanno impedito l'utilizzo di buona parte del territorio portuale e soprattutto del molo Colapesce, che un comandante protestasse così veemente. Sul posto, dove nel frattempo si sono recati anche i tassisti rimasti senza lavoro per il fatto che i croceristi non hanno potuto abbandonare la nave, si sono recati gli uomini della Capitaneria di porto che temporaneamente hanno bloccato i lavori. Oggi, comunque, gli interventi di trasferimento dei “blumi”, sbarcati giovedì scorso dalla nave Dobrudja, proseguiranno. Ferma infatti la posizione degli operatori portuali che non intendono cedere alle richieste dei comandanti. «Invece di sbarcare il materiale in un giorno e mezzo – ha detto Ivo Blandina dell'impresa Comet – lo abbiamo fatto dalle 7 alle 19 e ciò per consentire l'attracco delle navi. Non c'era nessun bisogno di interferire con i lavori anche perchè lo spazio per il passaggio dei croceristi c'era. In una situazione di emergenza non si possono avanzare grosse pretese». La situazione che si è verificata ieri mattina rispecchia comunque l'attuale realtà della zona portuale dove tra lavori ai moli e cantieri del tram ad essere maggiormente penalizzato è stato il traffico croceristico (alcune navi sono state dirottate ai porti di Milazzo e Catania). Non è certo colpa degli operatori portuali ma per i comandanti delle navi da crociera quest'anno il porto dello Stretto era meglio evitarlo.

29/8/2001 ( la sicilia )

La protesta per i tir a Boccetta:
Prorogati i divieti di transito

Non ha ancora il verdetto dell'ufficialità, ma sembra ormai scontato che il provvedimento di revoca delle fasce orarie sul Boccetta, venga definitivamente accantonato. Si dovrebbe ricorrere al blocco notturno per i mezzi pesanti, dalle 24 alle 6. Sono questi i temi discussi giovedì sera, nel corso della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giosuè Marino, alla presenza di numerose autorità cittadine fra cui il sindaco Salvatore Leonardi ed il comandante della polizia Municipale Calogero Ferlisi. Al termine del vertice non sono state assunte decisioni con effetto immediato ma l'orientamento ormai è quello di sospendere, dopo l'ultima proroga valida fino al 31 agosto, l'ordinanza che nello scorso mese di maggio ha istituito i divieti ad orario relativi, però, soltanto al Boccetta. Il divieto di transito notturno ai tir, se confermato, raggiungerebbe così l'obiettivo primario di dare qualche ora in più di "respiro" e di sonno agli abitanti che risiedono sul viale Boccetta, da sempre sottoposti all'inquinamento sia acustico che atmosferico. Durante il meeting, inoltre il sindaco Leonardi in accordo con il comandante Ferlisi, ha fatto presente la necessità di incrementare in modo massiccio, lo stanziamento delle forze dell'ordine sul territorio in appoggio al lavoro già svolto dai vigili urbani in questi tre mesi, cioè da quando le fasce orarie sono entrate in vigore. I due esponenti hanno chiesto in definitiva, un impegno diretto della polizia stradale lungo tutto l'asse compreso tra lo svincolo e gli imbarcaderi ubicati alla rada di San Francesco e nell'area portuale.

29/8/2001 ( la sicilia )

Pronto un collegamento con Reggio
Leopoldo Rodriquez e Matacena senior «migrano» a Catania

In attesa che il Tar di Catania si esprima sulla possibilità di ottenere un approdo in riva allo Stretto, la società di navigazione «Incremento» di Leopoldo Rodriquez e l'«Ulisse Shipping» del cav. Amedeo Matacena senior hanno deciso di spostare le proprie «attenzioni» nel porto di Catania da dove, a giorni, dovrebbe partire il collegamento con il porto di Reggio Calabria. Un tragitto di circa 2 ore che l'«Incremento» effettuerà con la nave ro-ro «Ostfold», noleggiata proprio dall'«Ulisse» e da circa un anno «parcheggiata» nello scalo reggino. «La nave dovrebbe attraccare alla banchina “Mardottini” – ha spiegato il comandante della Capitaneria di Reggio Calabria, Giuseppe Paci – nei pressi della quale, la società ha intenzione d'installare, per il momento, una biglietteria». Ma le sorprese non finiscono qui, come ha spiegato Nino Alibrandi dell'«Incremento»: «Il nostro progetto va ben oltre e ha coinvolto diverse associazioni degli autotrasporti, tra cui l'“Msg”, società leader nel trasporto dei container. Da Pozzallo, infatti, stiamo valutando l'ipotesi di attivare un nuovo casello delle autostrade del mare che, bypassando, l'impervia Jonica, porti direttamente allo scalo di Taranto... ».

29/8/2001 ( la sicilia )

Croceristi «prigionieri» a bordo

Perchè Messina diventi una città turistica deve ancora scorrere molta acqua sotto i ponti, ma che quei pochi turisti che sbarcano in riva allo Stretto non riescano a girare la città perchè «imprigionati» a bordo della nave, questo non era mai successo. Ieri, però, i croceristi della «Carousel», una nave battente bandiera bahamense, erano impossibilitati a raggiungere i mezzi di trasporto terrestri perchè l'uscita era ostruita dai Tir in attesa d'imbarcarsi sui traghetti per Reggio Calabria e dalle operazioni di carico di blumi di ferro della «Duferdofin» di Giammoro. Sul posto sono intervenute una pattuglia della Capitaneria di porto e una della polizia, che hanno sospeso le operazioni per consentire il flusso dei croceristi. Il comandante Carmelo Maccarone ha convocato per lunedì un vertice con l'Autorithy e gli operatori portuali.

29/8/2001 ( la sicilia )

Molo «Norimberga», gli operatori portuali tornano alla carica

Riparte da un progetto di sistemazione temporanea della banchina, la «caccia» della consortile «Norimberga» per l'attivazione dei servizi portuali connessi al collegamento tra Messina e Salerno, che la «Cartour» (del «Gruppo Franza») intende attivare dal prossimo 15 ottobre con una nave ro-ro. Dopo che il Comitato portuale ha respinto l'istanza di concessione presentata dalla stessa società e preso atto della pubblica utilità dell'agognato molo, la «Norimberga» ha fatto un passo indietro e presentato l'elaborato all'Autorità portuale che, prima di esprimersi, dovrà ricevere il parere di congruità tecnica da parte del Genio civile Opere marittime. Nel frattempo sono ripresi i lavori, da parte dell'Ente Ferrovie, per la posa dei binari a raso.

30/8/2001 ( gazzetta del sud )

Le reazioni Intervengono l'ing. Francesco Clemente e l'amministratore unico della Pan Kalòn, Pietro Cutrona
«Il progetto è antecedente alla scelta sugli approdi»

Dall'ing. Francesco Clemente, che ha curato per conto della Pan Kalòn Srl il progetto che riguarda l'area di 70.000 mq sulle colline di Scoppo, riceviamo e pubblichiamo: In merito agli articoli pubblicati dalla Gazzetta del Sud nei giorni 24, 25 e 26 agosto, dai titoli, rispettivamente, «Dopo la Panoramica lo Scoppo», «Scoppo, una scelta dissennata» e «Difenderemo il territorio a ogni costo», per il rispetto che ho sempre avuto non solo per la verità ma anche nei confronti di chi, per poter operare scelte anche  critiche, ha sempre il diritto a essere correttamente informato, rassegno le seguenti brevi note. Il progetto inserito nel Prusst Messina per il 2000, con oggetto una vasta area ricadente in località Scoppo di Messina, mi è stato commissionato dalla Pan Kalòn Multi Resort Srl in epoca antecedente la mia elezione a segretario provinciale del Ccd di Messina e certamente prima di assumere tale carica ho concluso la prima fase della mia attività professionale con la consegna degli elaborati progettuali. Da allora non è stato redatto alcun atto ulteriore di mia pertinenza sicché, fin qui, tra l'incarico professionale svolto e la carica politica successivamente rivestita non mi sembra neanche ipotizzabile una qualche ipotesi di incompatibilità che, in ogni caso, potrebbe connotarsi solo per un profilo di opportunità. Non è poi di secondario rilievo precisare come la Pan Kalòn Multi Resort Srl mi abbia commissionato un progetto da inserire nel Prusst Messina per il 2000 e che, secondo lo spirito proprio di tale strumento di intervento sul territorio, volto a contemperare le esigenze del privato finanziatore con quelle della collettività fruitrice, la prima stesura dell'elaborato progettuale sia stata ben presto modificata, con l'inserimento di tutta una serie di opere e strutture suggerite dall'amministrazione comunale, che in ciò non ha mai perso di vista le esigenze dei cittadini. Basti pensare che l'originario progetto prevedeva solo una struttura polifunzionale da destinare ad attività cinematografiche, teatrali e a centro congressi, un centro servizi e un centro per attività commerciali, mentre nella sua stesura definitiva si è arricchito con la previsione della realizzazione di un parcheggio di interscambio per autoveicoli, di un parco suburbano, di un parco giochi per bambini, di opere varie di protezione civile come una elipista, di una struttura da cedere, successivamente alla sua realizzazione, al Comune di Messina che la adibirà a uffici comunali decentrati, nonché di un'area di stoccaggio per tir. Né del resto, se vuol farsi «solo informazione», può mai tacersi che, mentre il progetto da me redatto (in epoca ancora precedente) è stato depositato dalla Pan Kalòn Multi Resort Srl nel maggio 1999, il dibattito consiliare in tema di approdi si è, di fatto, concretizzato nel corso dell'anno 2000; che, in occasione dell'adozione della relativa delibera (mese giugno del 2000), i consiglieri comunali del Ccd hanno votato all'unanimità favorevolmente allo spostamento degli approdi; che personalmente non ho mai perso occasione, nelle sedi istituzionali e non, per esprimere la mia ferma convinzione della necessità di alleggerire il Boccetta dal transito dei mezzi pesanti. Così ricostruiti i fatti non vi è chi non veda come: a) l'oggetto dell'intervento da realizzare in contrada Scoppo è ben più ambizioso e di più ampio respiro rispetto alla realizzazione di una semplice area di stoccaggio per tir, come riduttivamente e ripetutamente sottolineato in questi ultimi giorni dalla sua testata giornalistica; b) che sia all'epoca in cui veniva da me redatto il primo schema di progetto, sia quando venivano inserite le modifiche richieste dall'amministrazione comunale per rendere l'opera meglio fruibile, ogni decisione in tema di «doppio approdo» era, nel tempo, ancora assai lontana a venire; c) che la costruzione sia dell'area di stoccaggio per tir, sia di tutte le altre opere e strutture destinate alla fruizione pubblica, è stata inserita solo a seguito di una interlocuzione con l'amministrazione comunale e non è mai rientrata tra le previsioni della Pan Kalòn Multi Resort Srl, che dovrà invece sopportare, in proprio, i costi di realizzazione, tanto della prima quanto delle seconde. Tanto mi consente di respingere fermamente ogni illazione intorno al mio operato, sia politico che professionale, utilizzando a tal fine solo la forza stringente dei fatti concreti nel loro storico succedersi. Non posso, al contempo, non lamentare come, proprio per la mancanza di un preventivo (e invero doveroso) approfondimento della «notizia», si sia persa ancora una occasione per fare «vera informazione» e per contribuire, anche con tale mezzo, allo sviluppo e al progresso economico e sociale di questa nostra, fin troppo penalizzata, città. Offrendo la mia disponibilità a qualsiasi chiarimento lei ritenesse opportuno, le significo che sono animato esclusivamente da amore della verità e non già da spirito di polemica.

30/8/2001 ( gazzetta del sud )

Le richieste di variante al Prg non sembrano giustificate dall'esigenza di un migliore assetto del territorio
Panoramica e Scoppo, troppe incognite
Non si può pensare di fare espandere all'infinito la città sulle colline

«La riqualificazione del territorio urbano come strategia per uno sviluppo sostenibile e l'innalzamento degli standard qualitativi della vita»: sono gli obiettivi fondamentali del Prusst “Messina per il 2000” elaborato dall'amministrazione comunale nel '99 ed inserito dal Governo nazionale tra i programmi finanziabili. È di questo che bisogna discutere, confrontandosi sulle linee strategiche e sui singoli progetti, ognuno dei quali rappresenta un'importante tessera del complessivo mosaico. Proprio perchè in ballo ci sono temi decisivi per il futuro della nostra città si deve avere il coraggio di vigilare e di dire la propria su quelle operazioni che presentano aspetti poco convincenti, sia perchè contrastano con le previsioni inserite negli strumenti urbanistici sia perchè sembrano privilegiare le esigenze particolari di gruppi privati rispetto all'interesse generale. I casi di cui si è discusso in queste ultime settimane – l'ipermercato nell'area delle cave di sabbia della Panoramica dello Stretto e il “Centro servizi per il commercio”, con annessa area di stoccaggio per auto e tir, ubicato sulla collina dello Scoppo – sono stati sollevati perchè hanno una forte valenza simbolica e non certo perchè ci sia la volontà di boicottare le iniziative imprenditoriali. Il consiglio comunale, a maggioranza, ha ritenuto sia una scelta saggia localizzare una “città mercato” sulla Panoramica. Molti altri messinesi non la pensano così e considerano quella decisione l'ennesimo frutto marcio di una politica urbanistico-territoriale del tutto scriteriata. Lo stesso vale per il progetto relativo alle aree a monte dello svincolo autostradale di Boccetta. Innanzitutto non è corretto parlare di “risanamento di contrada Scoppo” perchè non è quello l'obiettivo dell'iniziativa contenuta nel Prusst. L'idea progettuale, come confermato dallo stesso amministratore della società Pan Kalòn Multi Resort, riguarda la “valorizzazione” di 70 mila metri quadri di terreni privati finora destinati a verde agricolo. Il proprietario delle aree sostiene che, se si fosse pensato solo al “business”, sarebbe stato molto meglio «vendere i terreni a chi voleva costruire nuove palazzine». Ma è proprio questo uno dei punti su cui va fatta chiarezza. Per anni la collina dello Scoppo è stata individuata tra le possibili aree di localizzazione di insediamenti di edilizia residenziale pubblica. Quei progetti, però, si sono scontrati con il secco “no” da parte del Consiglio regionale dell'urbanistica che, nel momento in cui ha rispedito indietro la variante al Piano regolatore, ha “sconsigliato” l'utilizzo improprio del suolo agricolo, soprattutto in quella porzione di territorio dall'equilibrio estremamente delicato sia sul piano idrogeologico sia su quello del rischio sismico. Ingegneri, urbanisti, geologi sono concordi nel ritenere che su quelle aree non si possa e non si debba costruire. Abortita l'ipotesi delle cooperative edilizie, si è pensato, dunque, di destinare quei terreni ad altro, riprendendo parzialmente la vecchia idea di realizzare una grande area di servizio autostradale a ridosso dello svincolo di Boccetta. L'ipotesi si è arricchita di altre soluzioni quali quelle prospettate nel progetto preliminare firmato dall'ing. Francesco Clemente: centro commerciale, aree a verde, spazio giochi per i bambini, cinema multisale e sede per congressi. L'amministratore della società e il progettista sostengono che quello dello stoccaggio dei tir sia solo un dettaglio, un elemento trascurabile, addirittura ininfluente. Ma non è così. Quello inserito nel Prusst, come si legge nella scheda dell'intervento proposto, è il progetto di «un centro servizi per il commercio, con area di stoccaggio ed eventuale controllo satellitare dei mezzi gommati pesanti». Che questa aggiunta sia stata imposta o meno dall'amministrazione comunale, conta poco o nulla. La questione è sempre la stessa e riguarda le scelte strategiche che s'intendono compiere per lo sviluppo ma anche per la tutela del nostro territorio. La collina dello Scoppo, sul piano strettamente urbanistico (a parte le considerazioni di carattere sismico e geologico) non sembra certo essere la sede ideale per ospitare multisale polinfunzionali e centri congressi (per di più in una città che da 30 anni attende la realizzazione del “nuovo” Palazzo della cultura...). Così come appare davvero paradossale progettare un centro di stoccaggio per auto e tir nel momento in cui sono state avviate concretamente le procedure per spostare l'approdo dalla rada di San Francesco, riducendo drasticamente i volumi di traffico che coinvolgono lo svincolo e il viale Boccetta. Il progettista, che è anche il segretario provinciale del Ccd, cioè di uno dei partiti che sostengono la coalizione di governo, precisa: l'idea progettuale è antecedente alle scelte riguardanti l'ubicazione dei nuovi approdi. Ma anche in questo caso c'è qualcosa, anzi molto, da obiettare. Se è vero che il Prusst è stato concepito nel '98-99, e che la delibera del doppio approdo Tremestieri-Annunziata è stata approvata dal consiglio comunale nel giugno 2000, è anche vero che fin dal suo insediamento la Giunta Leonardi ha posto in cima ai propri obiettivi il recupero del fronte a mare e il trasferimento degli imbarcaderi dalla rada di San Francesco. Inoltre, i privati intenzionati a realizzare i progetti del Prusst, per riconfermare la loro disponibilità all'investimento, hanno dovuto presentare al Comune precise fidejussioni bancarie. E ciò è avvenuto entro lo scorso 30 giugno, non certo due o tre anni fa. Il nodo politico, che coinvolge il Ccd e la coalizione della Casa delle libertà, permane per intero e il sindaco Leonardi non potrà non affrontarlo nei prossimi giorni. Restano anche i profondi dubbi sull'utilità - conflitti di interesse a parte - di iniziative che mirano ad “espandere” la città sulle colline, anzicchè bonificare e riqualificare le sterminate porzioni di territorio urbano lasciate da decenni nel degrado. Sollevare questi interrogativi, a nostro avviso, significa fare “vera informazione”, checchè ne pensi l'ing. Clemente.

31/8/2001 ( gazzetta del sud )

Un altro passo verso il totale recupero del porto anche se i lavori lungo la Cortina procedono con qualche ritardo
Il molo Norimberga collegato con la stazione
Tre obiettivi: ospitare navi commerciali, far decollare l'autostrada del mare, decongestionare le altre banchine

Stretta finale per i lavori funzionali all'immediata, anche se parziale, restituzione al traffico commerciale delle tre banchine di riva del molo Norimberga. In pochi giorni da lunedì scorso sono stati già collocati, per un tratto di seicento metri, i binari di collegamento tra la stazione centrale e la testata del grande molo della zona falcata. Mancano ormai solo i lavori di rifinitura. Alla “banchina di testata”, dai primi di ottobre, attraccheranno le navi cariche di blumi di ferro e da lì salperà, la notte, diretta a Salerno, la nave “Cartour” del gruppo Turist-Caronte che intende così dare vita, tra la Sicilia e la Campania, alla prima autostrada del mare del sud. Ma il nuovo binario non basterà a tutto questo. Occorrerà spianare e asfaltare il piazzale almeno nelle zone necessarie alle manovre delle gru mobili che preleveranno i blumi nonché al passaggio dei tir e delle auto che s'imbarcheranno ogni notte, o discenderanno la sera dalla nave Cartour. Si avvicinano al traguardo, dicevamo, i lavori d'installazione del binario curati dagli operai del Cantiere meccanizzato delle Ferrovie spa: lo stralcio – da 1 miliardo e 400 milioni – del più generale progetto di consolidamento del molo Norimberga. Tempi più lunghi, invece, s'annunciano per le radicali opere, da 25 miliardi, che cambieranno il volto dell'antico molo del carbone per farne un moderno «Terminal multifunzionale» per lo sviluppo del cabotaggio. Questi lavori sono stati finanziati da più di un anno dal Ministero dei Trasporti e, come si ricorderà, sono finiti al centro di un conflitto di interessi con la Soprintendenza per una pretesa incompatibilità con la salvaguardia delle vestigia spagnole emerse da primi scavi. Un contenzioso per fortuna “chiuso” con un protocollo d'intesa tra Authority e Soprintendenza dopo mesi e mesi di polemiche. Proprio oggi, per la riattivata gara europea, si chiude il termine concesso alle imprese per inviare all'Autorità portuale la propria richiesta d'invito. Ma torniamo ai nuovi binari e alle possibilità ad essi connesse. La prima parziale riattivazione del molo di San Raineri, a beneficio delle navi commerciali e dei «tir della notte», costituirà un passo in avanti vitale per innescare i meccanismi virtuosi di una più generale ripresa di un porto di Messina sull'orlo del collasso. Occorre dunque evitare d'inciampare su qualche imprevisto che potrebbe far slittare il riutilizzo delle banchine commerciali. Tutto dipenderà dagli ulteriori lavori occorrenti per preparare il piazzale Norimberga alle necessità imposte dalla presenza di navi commerciali e dall'avvio dell'autostrada del mare Messina-Salerno nelle dovute condizioni di sicurezza per operatori e utenti. Lunedì il Comitato portuale riceverà ed esaminerà le specifiche proposte elaborate per conto della «Norimberga Servizi» dagli architetti Mariano Tornatore e Salvatore Merlino che hanno fatto un sopralluogo: si prevedono lavori per alcune centinaia di milioni. Non dovrebbero esservi problemi dal punto di vista dei rapporti con la Soprintendenza i cui dirigenti vigilano sulla tutela dell'area di scavo da cui sono emerse le rovine della Cittadella (area che va recintata). Maggiori difficoltà si annunciano nella pubblica illuminazione. «Per il molo Norimberga avevamo inviato alla Soprintendenza fin dalla fine dell'anno scorso – spiega Franco Barresi, segretario dell'Authority – un progetto di moderna recinzione e illuminazione che prevedeva opere per circa 800 milioni, già da mesi corredato del parere favorevole del Genio civile opere marittime. Ancora oggi, purtroppo, non abbiamo ricevuto il parere positivo della Soprintendenza». Ma come si farà per l'attivazione del molo? «Con quel progetto non si fa più in tempo. Nell'attesa di questo benedetto parere non potremo far altro che riattivare adeguatamente una delle vecchie torri faro».
I LAVORI SULLA CORTINA – Intanto qualche piccolo ritardo si registra nella tabella di marcia dei lavori lungo la cortina del porto. Il presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio invoca giustamente pazienza ma i disservizi e gl'intoppi, specie a scapito dei croceristi, potrebbero inevitabilmente ripetersi nelle prossime settimane. La banchina Primo Settembre, sia pure senza il previsto binario di nuova concezione (che arriverà più avanti dalla Francia) sarà pronta già entro la fine di settembre, come preannunciato, e conseguentemente le maestranze di Italgeo e Trevi cominceranno a trasferirsi sul molo Rizzo. Ma il “Colapesce” (con la sua grande banchina che risolverà tanti problemi) sarà utilizzabile solo a ottobre.

31/8/2001 ( gazzetta del sud )

Porto / Nuova richiesta d'autorizzazione all'attracco

C'è un'altra società marittima che ha deciso di puntare su Reggio Calabria e Messina. Al molo Rizzo potrebbe presto attraccare la nave ro-ro “Porto Ferrario” di una società che fa capo al figlio dell'armatore calabrese Cesare Diano, titolare della compagnia Meridiano Lines che dal 20 agosto del 1998 gestisce un collegamento marittimo con la sponda calabrese. Alla guida della nuova compagnia, la “Frasavida”, Vincenzo Diano. La tabella di armamento della nave, che comunque a quanto pare sarà in sostituzione di un'altra della Meridiano, è stata già concordata con la Capitaneria di porto di Reggio e con le organizzazioni di categoria. Non si tratta quindi di assegnare un nuovo ormeggio. La messa in servizio della nuova nave dovrà comunque essere concordata con l'Authority soprattutto sul fronte dell'organizzazione portuale. Tra lavori in corso e camion, alle banchine di riva attualmente regna il caos. Il nuovo collegamento con Reggio si va appunto ad aggiungere a quello già attivato dalla Meridiano ed anche dalla Ngi, sempre nel 1998. Ormai è solo questione di concorrenza. Il mercato del traghettamento negli ultimi tre anni è mutato: da un regime di monopolio si è passati alla presenza nello Stretto di più società di navigazione.

31/8/2001 ( la sicilia )

La «Frasavida» di Vincenzo Diano curerà il collegamento con Reggio Calabria insieme alla «Meridiano» del papà Cesare
Stretto di Messina: raddoppio... in famiglia
Già armata una nave ro-ro – Il porto va in tilt per «sovraffollamento»

E mentre nei giorni scorsi è riesplosa la polemica per l'assenza di spazi all'interno dell'area portuale, da Reggio Calabria si apprende che, a breve, una nuova compagnia farà capolino nella città dello Stretto: si tratta della «Frasavida» di Vincenzo Diano, con sede a S. Lazzaro (Reggio Calabria) che è pronta a mettere in mare la nave ro-ro «Portoferraio», attualmente in cantiere per lavori di ristrutturazione e in attesa del certificato di sicurezza. La tabella d'armamento è già stata approvata dalla Capitaneria reggina, che ha ricevuto anche la richiesta di concessione per l'ormeggio del natante nella banchina «Mardottini». La «Frasavida», sempre che l'Autorità portuale dia il suo placet, affiancherà nella tratta Messina-Reggio Calabria la «Meridiano Lines» di Cesare Diano (il padre di Vincenzo) e la «Ngi» della famiglia La Cava («Gruppo Franza»). Quindi, 2 a 1 per i Diano che tentano di strappare un'altra fetta di mercato al «Gruppo Franza» e all'Ente Ferrovie, almeno sul capoluogo calabrese, nelle more che il Tar di Reggio Calabria si esprima sulla richiesta, sempre dei Diano, di utilizzare lo scivolo «0» delle Fs a Villa S. Giovanni, per ottenere uno spazio anche sulla rotta più breve dello Stretto. Ma, per il momento, i problemi sono altri: se la «Frasavida» otterrà la concessione dell'Autorithy, le banchine «Rizzo» e «Peloro» diverranno davvero invivibili. Ci saranno Tir e auto in coda per imbarcarsi, treni merci in movimento per le operazioni di carico e scarico di ferro e granaglie, per non parlare dei poveri croceristi che intendono visitare la città.
Si prospetta un settembre «nero» — Questa situazione di grave disagio dovrebbe durare per almeno l'intero mese di settembre. Il consorzio «Trevi-Italgeo», infatti, fa sapere che, nel pieno rispetto dei tempi contrattuali, consegnerà le banchine «Colapesce» (dove torneranno le navi da crociera) e parte della «Primo Settembre» nel mese di ottobre. Dubbi, invece, sulla consegna di nuove aree. «Stando ai piani che ci ha prospettato l'Autorità portuale – ha spiegato Pippo Barbera (“Italgeo”) – soltanto alla fine del mese di novembre ci dovrebbero essere consegnate le banchine “Rizzo” e “Peloro”». Gli uffici di via Vittorio Emanuele, infatti, intendono prendere tempo nelle more che le Ferrovie completino la posa dei binari a raso sul molo «Norimberga», per trasferire su quella banchina le operazioni di carico e scarico del ferro. «Ciò dovrebbe avvenire entro la fine del mese di settembre – afferma il segretario generale dell'Autorità portuale, Franco Barresi – quando dovremo anche trasferire le gru».
Lunedì un vertice in Capitaneria — Per tentare di mettere un po' d'ordine ed evitare che il porto «collassi», il comandante della Capitaneria, Carmelo Maccarone, ha convocato per lunedì mattina, un vertice alla presenza dell'Autorità portuale, delle imprese e degli agenti marittimi.


31/8/2001 ( gds )

Controesodo di fine mese, lunghe code per l'imbarco

Ancora una giornata di traffico intenso, ieri in città, per il controesodo di numerosi turisti che hanno lasciato la Sicilia, dopo aver trascorso gli ultimi spiccioli di vacanze estive.
Durante la mattinata di ieri, la coda di autovetture da traghettare oltre lo Stretto, arrivava fino all'ingresso del teatro in fiera, con un'attesa minima di circa un'ora. Nel primo pomeriggio il traffico si è intensificato, con tempi di imbarco superiori alla media del periodo, con conseguenti file lunghe circa un chilometro. Molte le pattuglie dei vigili urbani stanziate ed impegnate sul territorio, a coordinare al meglio lo smistamento veicolare verso gli imbarcaderi, dove numerosi vacanzieri erano esausti dalla lunga attesa e dal caldo insopportabile.
Sono stati anche allertati i volontari della Protezione Civile, che si sono sistemati presso la fontana del Nettuno, in via Vittorio Emanuele, dando notevole assistenza ai vacanzieri con distribuzione di cartoni d'acqua e altro. Il problema delle lunghe attese, sembra sia stato dovuto alla riduzione delle corse dei traghetti privati che forse non si aspettavano una così massiccia affluenza in quest'ultimi giorni di agosto. Comunque prontamente le corse dei traghetti della Tourist, nel primo pomeriggio sono aumentate, smaltendo così rapidamente il traffico. In serata la situazione è tornata alla normalità.
Alle barriere autostradali siciliane, che immettono alla città dello stretto non si sono verificati particolari problemi di attesa e la circolazione è stata scorrevole.

31/8/2001 ( gds )

Una nuova compagnia sullo Stretto

Sbarca una nuova compagnia sullo Stretto. Pronta ad imbarcare Tir ed auto, con rotta Reggio Calabria, la Frasavida Srl.
Si fa sempre più esiguo lo spazio a disposizione delle compagnie di traghettatori. Mentre infuriano le polemiche sul nuovo servizio che dovrebbe partire ad ottobre dal molo Norimberga (il comitato la nostra città ha annunciato clamorose azioni di protesta) e sulle fasce orarie per i Tir sul Boccetta, pronta ad irrompere sul mercato c'è una nuova compagnia. Si tratta della Frasavida Srl con sede a san Lazzaro di Reggio Calabria in contrada Ferrina.
L'Autorità portuale guidata da Giuseppe Vermiglio dovrà fare presto i conti con una nuova richiesta di sbarco. La stessa che è già stata presentata per attraccare sulla sponda opposta. La Frasavida, guidata per l'occasione da Vincenzo Diano, l'armatore che può contare già su una compagnia la "Meridiano", ed un punto di approdo in via Vittorio Emanuele, si è già presentata alla Capitaneria di porto di Reggio Calabria. La richiesta presentata dalla nuova società riguarda l'impiego sullo Stretto di una nave del tipo ro-ro, la "Portoferraio". L'utilizzo sempre lo stesso: il trasporto di auto e tir. In una riunione sindacale è stato raggiunto un accordo su tabella di armamento e composizione dell'equipaggio.
Per l'Autorità portuale messinese la novità si presenta come una vera e propria patata bollente. L'unica banchina disponibile in via Vittorio Emanuele è già impegnata da due compagnie che espletano lo stesso servizio: la Ngi e la Meridiano Lines. Un'area totalmente ingolfata ed oggetto nei giorni scorsi di furiose polemiche. A causa dei lavori sulle altre banchine parte del traffico crocieristico e di quello commerciale è stato trasferito proprio accanto agli imbarchi delle navi dirette a Reggio. Il risultato è stato fallimentare. I turisti sbarcati da una grossa nave da crociera per raggiungere taxi e pullman hanno dovuto effettuare una faticosa e pericolosa gimkana tra Tir e carri ferroviari