1/8/2001
( gazzetta del sud )
Norimberga, perché
le Fs si continuano a tirarsi fuori?
Le polemiche
sulle autorizzazioni per l'utilizzo del molo Norimberga
hanno fatto passare in secondo piano una delle questioni
cruciali per il futuro del sistema dei trasporti nella
nostra città: il ruolo delle Ferrovie dello Stato. Il
segretario provinciale della Filt Cgil, Tiziano Minuti, non
ha dubbi: «Nel Paese a due velocità – afferma – anche
le Fs adottano comportamenti diversificati a seconda delle
latitudini, optando per il consolidamento della propria
presenza in aree già forti, concentrando la strategia
d'impresa e le risorse economiche, perseverando invece nella
marginalizzazione di territori che solo geograficamente sono
marginali». Minuti, a questo proposito, cita un esempio
significativo: «Nei giorni scorsi – dice – l'Autorità
portuale di Savona e Trenitalia (la società di trasporto di
emanazione Fs) hanno sottoscritto un accordo, articolato in
tre fasi, che prevede a regime la realizzazione del sistema
logistico integrato Savona-Vado-Cairo. Un'intesa per la
quale l'Authority investirà 33 miliardi di risorse proprie,
destinati al riordino degli impianti ferroviari portuali,
alla realizzazione della seconda fase del raccordo di Vado
Ligure e all'acquisizione di due nuovi mezzi di trazione.
Trenitalia, da parte sua, gestirà le manovre ferroviarie
all'interno dei bacini portuali e sarà promotrice di una
società, in partnership con la stessa Autorità portuale ed
altri operatori privati di trasporto e di logistica, che avrà
l'obiettivo di aumentare l'efficienza del trasporto
ferroviario dal porto di Savona-Vado verso i mercati interni».
È una realtà ben distante da Messina, si dirà, ma non
troppo. «Pur con le debite proporzioni – aggiunge il
segretario della Cgil –, alle Ferrovie sono state offerte
possibilità analoghe a quella ligure ma, sia l'eventualità
di attivare linee di cabotaggio su rotte diverse e più
lunghe della “Messina-Villa San Giovanni” sia la
proposta dell'Autorità portuale di essere partner
privilegiato nella gestione delle attività logistiche del
molo Norimberga, sono state rifiutate con motivazioni poco
convincenti, eludendo perfino la successiva ipotesi di
ingresso nel consorzio “Norimberga Servizi”». Non è
questa – si chiede Minuti – la logica di un progressivo
«disimpegno dall'area dello Stretto»? È un tema che
merita risposte.
1/8/2001 (
gds )
Molo Norimberga, tra dieci
giorni il via alle opere
I traghettatori
privati sfidano il sindaco di Milazzo, Nino Nastasi. I Tir
non si fermano: nemmeno davanti ad un'ordinanza del primo
cittadino. Lunedì sera la "Filomena Matacena", la
nave della Ngi adibiata a collegamenti con Gioia Tauro è
partita con i primi tre camion. Ieri addirittura viaggio a
pieno carico, secondo le prenotazioni registrate al
botteghino della Navigazione generale italiana. I camion
hanno in pratica aggirato il divieto imposto dal sindaco che
esclude la circolazione dei Tir nel porto dalle 21 alle 7. I
mezzi pesanti si sono presentati sulla banchina prima
dell'embargo.
Il consiglio comunale sull'argomento non è stato unanime
come quattro anni fa quando il sostegno all'iniziativa
dell'ex sindaco Carmelo Pino che per primo aveva bloccati i
bisonti della strada era stato completo. La prossima mossa
tocca al sindaco Nastasi irrintracciabile sino a tarda sera
per un commento. Domani la querelle finirà sul tavolo del
comitato portuale. Il segretario generale dell'Autorità
portuale Franco Barresi avverte: "Non possiamo fare
molto. Possono contare su una regolare autorizzazione allo
sbarco che riguarda già le isole Eolie. I problemi di
traffico riguardano l'amministrazione comunale. Ascolteremo
il sindaco".
Intanto si procede a tappe forzate nel capoluogo per
l'adeguamento del molo Norimberga dove da ottobre partirà
il collegamento con Salerno. Ad attivarlo in pratica lo
stesso gruppo a cui fa riferimento la Ngi: il cartello
Tourist-Caronte. Tra dieci giorni inizieranno i lavori di
adeguamento della banchina. Intanto sulla vertenza Stretto
interviene Tiziano Minuti, della Cgil trasporti. Secondo
Minuti le Ferrovie continuano nel processo di smobilitazione
lasciando ai privati campo libero su qualsiasi iniziativa
imprenditoriale. Le Fs, secondo Minuti avrebbero rinunciato
contrariamente a quanto fanno in altre regioni come la
Liguria a potenziare la loro flotta e le loro infrastrutture
evitando accuratamente persino di entrare in
compartecipazione nella gestione del molo Norimberga. Alle
Ferrovie, spiega Minuti, sono state offerte inutilmente
diverse possibilità di investimento, come quella di
attivare rotte diverse da quelle di Villa San Giovanni.
2/8/2001 (
gds )
Milazzo, continua la sfida
tra "Franza" e il sindaco
MILAZZO Il
gruppo Franza continua a sfidare l'amministrazione comunale.
Anche nei giorni scorsi è stato violato l'embargo sui Tir
imposto dal sindaco Nino Nastasi. Ieri la "Filomena
Matacena", della società di navigazione Ngi, è
partita alla volta di Gioia Tauro con almeno tre camion a
bordo. Così, il primo cittadino ha deciso di chiedere
l'intervento dell'Autorità portuale. Oggi, alle 11, nel
capoluogo il comitato portuale si occuperà anche della
guerra dei Tir scoppiata nel centro mamertino. Nastasi
chiederà all'ente che sovrintende sulle attività portuali
degli scali di Milazzo e Messina, di sospendere d'autorità
il collegamento con Gioia Tauro. Quei tir, secondo il
sindaco, mettono in pericolo la circolazione del centro
cittadino.
Il collegamento finito nell'occhio del ciclone è stato
avviato venerdì scorso ed ha trovato sulla propria rotta
l'opposizione dell'amministrazione comunale. Il sindaco
alcune ore prima della corsa inaugurale ha emesso
un'ordinanza che blocca l'ingresso in porto ai tir dalle 21
alle sette e le prime navi sono partite senza carico. Ma la
NGi ed i camionisti hanno aggirato l'ostacolo, presentandosi
in banchina prima dell'ora fissata dal provvedimento. La
parola passa all'Autority. Il comitato portuale di oggi dovrà
occuparsi anche di questioni che riguardano il capoluogo ed
in particolare dei lavori di manutenzione dell'area
fieristica. In gioco l'abbattimento dei muri di recinzione e
quindi il via libera al progetto di water front affidato
alla "Compagnia del mare".
3/8/2001 (
gazzetta del sud )
Ma in atto c'è
un contenzioso tra l'Ente e la “Compagnia del mare” che
ha chiesto 300 milioni
Fiera, pronto il piano di
riqualificazione
Il
futuro della Fiera e l'utilizzo del molo Norimberga. Due
argomenti che nell'ultimo periodo hanno hanno creato un
certo dibattito in città e che ieri sono stati nuovamente
all'ordine del giorno del Comitato portuale. È stato
sbloccato il primo progetto per la riqualificazione della
Fiera già approvato dal Genio civile (sezione opere
marittime). Da settembre verranno effettuati i primi lavori
di risanamento ad opera dell'Autorità portuale per una
spesa di circa quattro miliardi. Tra gli interventi
maggiori: l'abbattimento di parte del muro di cinta di viale
della Libertà, la ristrutturazione del teatro e la messa a
norma degli impianti. Via libera quindi alla
ristrutturazione di un'area di grande valore da troppo tempo
abbandonata dalle istituzioni. Restano però da definire i
rapporti tra l'Ente Fiera, attualmente retto da un
commissario straordinario, Marcello Greco, e la “Compagnia
del mare”, la società con a capo l'imprenditore Gaetano
Mobilia che ha ottenuto la concessione demaniale degli spazi
fieristici per quattro anni. Tra le due parti lo scorso mese
è stata sottoscritta una convenzione sulla quale la Regione
alcuni giorni fa ha chiesto chiarimenti. L'Ente della
Campionaria deve però versare un canone di circa trecento
milioni alla società titolare della concessione che ha
inviato un ultimatum. «Ho inviato comunicazioni – ha
dichiarato ieri il commissario dell'Ente – alla Regione e
alla Prefettura per segnalare questa situazione». Una
situazione che si è prospettata due giorni prima dell'avvio
della Campionaria di agosto. L'Ente risulterebbe nuovamente
abusivo e in giornata a tal proposito potrebbero esserci
grosse novità. Il rischio che salti la manifestazione che
partirà domani è minimo ma il contenzioso getta un'ombra
oscura sulla nuova edizione della fiera. Da un argomento
all'altro. Sull'attivazione della banchina di riva della
zona falcata per il nuovo servizio marittimo con Salerno,
ieri l'organismo dell'Autorità portuale ha approvato il
verbale in cui è stato espresso parere favorevole alla
nuova iniziativa imprenditoriale. E ieri è anche giunta
voce di un nuovo collegamento tra il porto di Catania e
quello di Reggio Calabria ad opera di altri imprenditori
messinesi (tra cui Leopoldo Rodriquez).
3/8/2001
( gazzetta del sud )
Il comandante
dei vigili urbani evidenzia la costante abitudine a
infrangere il codice della strada tra le cause principali
degli incidenti in città
La repressione non basta,
bisogna educare gli automobilisti
Strade
cittadine a rischio, piene di trappole per automobilisti e
centauri. Inosservanza delle più elementari regole dettate
dal Codice della strada da parte di coloro che si mettono
alla guida di autoveicoli e mezzi a due ruote senza rendersi
conto di ciò che può causare una distrazione o una
leggerezza. Sarebbero queste le principali cause dei 1.130
scontri (che hanno provocato 11 morti) verificatisi in città
tra l'1 gennaio e il 25 luglio scorso. Un bollettino di
guerra che rischia di passare “inosservato” e, quindi,
di essere sottovalutato proprio per la quotidianità degli
incidenti che, anche se con gravi conseguenze per le
persone, porta ad una sorta di assuefazione. «Bisogna avere
un maggiore rispetto per la propria vita e per quella degli
altri – afferma il comandante del Corpo di polizia
municipale Calogero Ferlisi – perché il numero
spropositato di sinistri deve essere considerato un
campanello d'allarme che rischia di assegnare alla nostra
città tristi primati. Tutto avviene nonostante la presenza
dei miei uomini – prosegue Ferlisi – perché il mancato
rispetto delle norme del Codice della strada è ormai una
abitudine di chi circola a bordo di mezzi. E spesso gli
incidenti, anche quelli mortali, avvengono per
“leggerezze” commesse dagli utenti della strada». Ma i
numeri dei primi sette mesi dell'anno fanno riflettere:
1.130 incidenti di cui 11 mortali, 766 con lesioni, 354 con
danni, 1587 le autovetture coinvolte, 271 i ciclomotori, 228
i motocicli, 108 gli autocarri, 93 i pedoni, 27 gli
autoarticolati e 27 gli autobus. Negli incidenti la fascia
d'età che maggiormente risulta coinvolta è quella tra i 21
e i 30 anni con 723 persone coinvolte, di cui 356 ferite e
365 senza alcuna lesione. La fascia oraria nella quale si
registrano i maggiori incidenti è quella tra le 12 e le 16
con 309 sinistri (27,38%); 289 (25,59%) quelli verificatisi
tra le 8 e le 12; 287 (25,33%) tra le 16 e le 20; 122
(10,81%) tra le 20 e mezzanotte; 69 (6,11%) tra le 4 e le 8
e 54 (4,78%) tra mezzanotte e le 4. Ma ciò che si evince
dai rilievi eseguiti dagli agenti della sezione
Infortunistica della polizia municipale e dai verbali (873)
elevati dagli agenti è la totale incuranza delle norme
dettate dal Codice della strada. Tra le violazioni
maggiormente contestate, e spesso causa principale degli
incidenti, quelle della mancata precedenza a destra (142),
dell'arresto all'intersezione (110), dell'inosservanza della
distanza di sicurezza (71), del cambiamento di direzione che
provoca pericolo o intralcio (60), dell'omessa revisione del
veicolo (20) e dell'apertura degli sportelli senza
verificare il passaggio dei mezzi (27). Numeri che devono
far riflettere perché, contrariamente a quanto spesso si
crede, le conseguenze più gravi per le persone si
verificano proprio negli scontri che avvengono in città. A
sostenerlo, in una nota diramata nei giorni scorsi, è
Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Associazione per
i diritti degli utenti e consumatori. «Nei primi mesi
estivi di quest'anno – sostiene – solo lo 0,5% degli
incidenti mortali si è verificato in autostrada. Il resto,
la carneficina, avviene sulle strade provinciali e statali
dove a giocare un ruolo importante sono proprio le
condizioni dell'asfalto». Nei prossimi giorni, su
iniziativa del comandante Ferlisi, in città dovrebbe essere
nuovamente avviata la campagna comunale di sensibilizzazione
alla guida sicura.
3/8/2001 (
gds )
Il no
al molo Norimberga, lettera dei 5 docenti universitari
Dai docenti universitari Nicola Aricò, Mario Manganaro,
Federico Martino, Marcello Saija e Guido Signorino riceviamo
e pubblichiamo: «Transfert. Proiezione. Inconsci meccanismi
tramite cui chi parla oggettivizza situazioni della propria
mente rigettandole sugli interlocutori o su immagini
esterne. Prosciugato non è lo Stretto di Messina ma, forse,
la capacità argomentativa di l.d., quanto meno quella che
trova sfogo nel commento alla conferenza stampa dei docenti
universitari impegnati per la riqualificazione della zona
falcata (vedi Gazzetta del 27 luglio). In un dibattito
intellettualmente onesto si devono confrontare e scontrare
argomentazioni. Mascherare dietro titoli appartenenti al
genere letterario del “demenziale” l'assenza di risposte
ed argomentare solo l'esistenza di ingenti finanziamenti
(“piovuti” o pazientemente costruiti?) non significa
accettare un confronto e parteciparvi con mente aperta. Le
argomentazioni di chi si oppone all'attivazione di uno
svincolo autostradal-marittimo dal molo Norimberga sono
chiare e propositive. Primo: il semplice spostamento del
traghettamento di per sè non crea sviluppo nè occupazione.
Secondo: le caratteristiche morfologiche e l'eredità
storico-architettonica che insiste nella zona falcata fanno
di questa l'unica area della città con reale elevato
potenziale di attrazione dei flussi turistici e di sviluppo
di attività nuove, creatrici, queste sì, di nuova
occupazione (pregasi di non confondere Gardaland con un
“concentrato monumentale” che ha caratteristiche di
unicità: il commentatore non prende lucciole per lanterne
ma lanterne, inclusa quella del Montorsoli, per lucciole).
Terzo: i mezzi ro-ro non abbisognano di megaporti ma di
semplici attracchi, realizzabili in tempi rapidi in altri
punti del fronte a mare liberando la città dai tir. Quarto:
le copiose risorse finanziarie vanno concentrate per
realizzare immediatamente l'alternativa a minor impatto
ambientale per la città (approdo a sud direttamente
collegato con l'autostrada). Quinto: si utilizzi da subito
il tempo di attesa per la smilitarizzazione dell'Arsenale
per progettare il recupero e la destinazione turistica della
zona. L'insieme di questi punti costituisce un quadro
compiuto, al cui interno l'autostrada del mare è
compatibile con l'avvio di nuove esperienze di sviluppo
economico e di crescita occupazionale per la città. Altro
che “aria e fantasia”, altro che utopie. Con buona pace
di l.d. i docenti universitari avanzano argomentazioni
ragionate e proposte concrete, con animo libero e senza
interessi da difendere. Non è sano pretendere di zittire,
in nome del silenzio passato, chi inizia finalmente a
discutere».
3/8/2001 (
gds )
Il Comitato portuale decide
oggi sugli interventi da avviare a settembre
Si parte col rilancio della
Fiera
Un'area di
grande valore già consegnata ai privati in cui da settembre
dovrebbero partire i primi interventi di riqualificazione.
Oggi, nel corso di una nuova seduta del Comitato portuale,
sarà preso in esame il progetto sulla manutenzione
straordinaria di uno spazio prezioso che deve ritornare ad
essere motore di sviluppo ma che per tanto tempo è stato
lontano dall'attenzione delle istituzioni. I primi
interventi dovrebbero partire a settembre, subito dopo
l'espletamento della gara d'appalto da parte dell'Autorità
portuale. Il Genio civile (sezione opere marittime) ha già
approvato il progetto che tra gli interventi maggiori
prevede l'abbattimento di parte del muro di cinta di viale
della Libertà e la ristrutturazione del teatro. La spesa
degli interventi, che saranno a carico dell'Authority, non
è stata ancora quantificata ma l'importo a base d'asta
dovrebbe essere di circa quattro miliardi. Ed è questo il
primo passo per il recupero degli spazi della cittadella
fieristica. La seconda fase del piano di rilancio dell'area
prevede una manutenzione ordinaria a carico della
“Compagnia del mare”, la società con a capo
l'imprenditore Gaetano Mobilia, che ha ottenuto la
concessione demaniale dell'area fieristica. Si tratta di un
primo intervento del piano complessivo di riqualificazione
che prevede un investimento iniziale di tre miliardi. Il
recupero della Fiera entrerà nel vivo comunque con
l'attuazione del progetto redatto dagli architetti Cesar
Portela e Leonardo Urbani. L'obiettivo è quello di creare
una Fiera polifunzionale aperta tutto l'anno. E forse quella
in programma a giorni sarà l'ultima Campionaria dello
Stretto con lo stile tradizionale. Tra un anno si cambia
senza però dimenticare che la città è dei messinesi. Quei
messinesi che alla fiera di agosto ci tengono. Lo stesso
sindaco Salvatore Leonardi ha ribadito ai privati che
nell'area dovranno essere garantite le manifestazioni
fieristiche. All'ordine del giorno della nuova seduta del
Comitato portuale anche il caso sollevato a Milazzo dalla
Ngi che ha avviato un nuovo collegamento marittimo con il
porto di Gioia Tauro. Il sindaco della città mamertina,
Nino Nastasi, ha chiesto un intervento del Comitato portuale
dopo che imbarcando i primi tir sulla nave “Filomena
Matacena”, la compagnia marittima ha di fatto violato
l'ordinanza del primo cittadino che ha vietato l'ingresso
dei mezzi pesanti in città. «Abbiamo ricevuto una
richiesta – ha detto il segretario generale dell'Autorità
portuale, Franco Barresi – che metteremo all'attenzione
del Comitato». Il porto di Milazzo da circa un anno,
infatti, rientra nella giurisdizione dell'Authority di
Messina.
3/8/2001 (
gds )
Tir a Milazzo, si defila il
comitato
Il comitato
portuale non interverrà nella guerra dei Tir scoppiata a
Milazzo.
Lo scontro tra il gruppo Franza e l'amministrazione comunale
mamertina per la nuova linea tra Milazzo e Gioia Tauro,
gestita dalla Ngi (consociata del gruppo Tourist), approda
nella sede dell'Autorità portuale. Ieri mattina negli
uffici di via Vittorio Emanuele nel capoluogo, si è parlato
anche della querelle scoppiata nel centro mamertino.
Il comune di Milazzo, che da venerdì scorso, giorno del
viaggio inaugurale della nuova linea, ha interdetto
l'ingresso in porto ai Tir nel tentativo di far desistere
gli armatori, ha chiesto all'Autority di intervenire
sospendendo d'imperio il collegamento con la Calabria.
I Tir, infatti, da lunedì, aggirando l'ordinanza del
sindaco, arrivano sulla banchina qualche ora prima
dell'embargo, che scatta alle 21, e si imbarcano ugualmente
sulla nave della Ngi.
L'amministrazione ha chiesto l'inserimento della questione,
di cui si è parlato soltanto in maniera informale,
all'ordine del giorno. Secondo il comune mamertino il porto,
collegato con il resto della viabilità da una sola via
d'accesso (la via dei mille) non è in grado di sopportare
il peso dei Tir.
Gli obiettivi da privilegiare sarebbero invece secondo
l'amministrazione il traffico turistico ed il movimento
commerciale.
Dall'autorità portuale però nessuna ciambella di
salvataggio. Il presidente Giuseppe Vermiglio avrebbe detto
anzi, a chiare lettere, che l'Autority non ha alcuno
strumento giuridico per impedire agli armatori di continuare
il collegamento.
La riunione ufficiale sull'argomento diventa quasi
superflua. La prossima mossa spetta al sindaco Nino Nastasi
che dovrà decidere se anticipare l'ora dell'embargo
rendendo ancora più difficile l'ingresso dei bisonti della
strada nell'area portuale.
Il comitato portuale ieri si è occupato anche del molo
Norimberga di Messina, da dove, da ottobre, partirà il
collegamento con Salerno. Vermiglio ha reso noto che la
procura della Repubblica ha acquisito gli atti dell'ultima
seduta che riguardano appunto l'autorizzazione rilasciata
alla Norimberga spa ad effettuare i lavori di adeguamento
del molo.
4/8/2001 (
gds )
Tir sul Boccetta, delibera
prorogata
Si potrà transitare solo per
4 ore
E' stata
ulteriormente prorogata sino al 31 agosto, l'ordinanza
sindacale delle fasce orarie sul Boccetta, entrata in vigore
il 7 maggio scorso, per limitare il transito dei mezzi
pesanti sull'arteria. Quindi si continuerà a transitare
dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20.
La limitazione riguarda i mezzi provenienti dall'autostrada
nonch‚ dagli scali marittimi dei traghetti. Sono esclusi
dai divieti, i veicoli destinati al trasporto pubblico.
L'ulteriore validità del provvedimento, ‚ stata attuata
anche alla luce della nota del Ministero dei Trasporti, che
si ‚ espresso favorevolmente sui contenuti dell'ordinanza,
confermando che l'ipotesi di una chiusura totale degli
svincoli, non è da prendere in considerazione.
Il sindaco, Salvatore Leonardi, ha deciso che la proroga
dovrà andare avanti per limitare e ridurre i rischi di
incidenti, nonchè l'inquinamento acustico ed atmosferico
sul viale Boccetta. Gli abitanti della zona, hanno
manifestato compiacimento per l'ulteriore proroga,
ringraziando il sindaco per la decisione, che hanno definito
"giusta e di buon senso". Hanno inoltre auspicato,
che si possa continuare così, per i successivi mesi.
L'argomento sarà comunque approfondito nella prossima
settimana, quando il Prefetto Giosuè Marino, convocherà
una nuova conferenza dei servizi per discutere dei nuovi
provvedimenti da prendere. La data precisa della riunione
non è stata ancora resa nota, ma si dovrebbe trattare di
giovedì prossimo.
4/8/2001 (
gazzetta del sud )
Molo
Norimberga, la Soprintendenza sblocca il progetto di
consolidamento
I ventotto miliardi assegnati dal Governo per il risanamento
definitivo del molo Norimberga saranno spendibili. La
Soprintendenza ai beni culturali ha sbloccato il progetto
sul consolidamento della vasta banchina di riva della zona
falcata. La soprintendente Giovanna Maria Bacci e il
direttore della sezione beni architettonici Rocco Scimone
ieri mattina hanno firmato il provvedimento che di fatto
rende esecutivo il piano predisposto dal Genio civile
(sezione opere marittime di Palermo) su incarico
dell'Autorità portuale. La decisione dei mesi scorsi della
Soprintendenza di bloccare i primi lavori avviati al
Norimberga per la posa dei binari ferroviari a seguito del
ritrovamento di alcuni resti della Real Cittadella, in
particolare della «Porta Norimberga», non faceva ben
sperare sulla possibilità di effettuare gli interventi
necessari a rendere pienamente agibile il molo. Lo stesso
presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio,
aveva lanciato l'allarme sul rischio di perdere il
finanziamento. Con il protocollo d'intesa sottoscritto lo
scorso mese, invece, l'Authority e la Soprintendenza hanno
trovato un compromesso per risanare un'area da tempo
degradata e allo stesso tempo per garantire la salvaguardia
dei beni architettonici della zona falcata. «La sezione
archeologica – ha assicurato a tal proposito l'architetto
Scimone – naturalmente seguirà i prossimi scavi
considerato che in quest'area ricade il porto antico». Lo
scorso mese l'Ufficio contratti del ministero dei Lavori
pubblici ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione
Europea il bando di gara per i lavori di consolidamento e
per l'avvio del terminal commerciale previsto nel Piano
regolatore del porto e finanziato dal ministero dei
Trasporti. Anche il bando era stato sottoposto alla
Soprintendenza e non erano stati riscontrati elementi
negativi dal punto di vista della tutela dei beni culturali.
Lunedì il progetto sarà inviato ai vertici dell'Autorità
portuale; il 31 agosto scade invece il termine di
presentazione delle richieste da parte delle imprese.
Successivamente verrà espletata la gara. Entra così nel
vivo quel piano destinato a disegnare il nuovo volto del «Norimberga».
Per la banchina più grande del porto, che già da tempo
poteva rappresentare il fulcro delle attività portuali, si
prospetta un futuro meno nebuloso. Gli scavi riavviati dalle
Ferrovie dello Stato dopo l'accordo tra Autorità portuale e
Soprintendenza saranno ultimati entro la fine dell'estate.
Successivamente si passerà appunto alla fase più concreta:
quella relativa ai lavori di consolidamento. All'attenzione
della Soprintendenza c'è anche un altro progetto che
riguarda la zona falcata. La prossima settimana, infatti,
dovrebbe essere sbloccato il piano sulle prime demolizioni
da avviare in una porzione di porto dove da tempo regna il
caos.
4/8/2001
( gazzetta del sud )
Cantieri aperti, la città
“scoppia”
«Se riusciremo
a ricavare aree di parcheggio su viale Giostra, nei giorni
della Fiera sarà istituito un servizio di bus navetta». A
ribadirlo è l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo. Il
“se” è alquanto significativo: a pochi giorni
dall'inaugurazione della Campionaria nulla è stato ancora
definito sul piano concreto per cercare di attenuare i
disagi causati dalla presenza dei cantieri del tram lungo il
viale della Libertà e la via Vittorio Emanuele. Quella
parte di territorio comunale compresa tra l'ex Gazometro e
la Prefettura rischia di essere completamente paralizzata,
senza che si scorgano alternative concrete sul piano viario.
Ma c'è di più. È di ieri il comunicato stampa con il
quale si avverte che, per lavori Enel, da lunedì prossimo
fino al 10 agosto, dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 17,
verranno eseguiti interventi di scarifica e di
pavimentazione nelle vie Pola, Boner e Cappellini. Si tratta
di arterie secondarie che, però, proprio nel periodo della
Campionaria d'agosto, assumono un'importanza strategica
vista la vicinanza alla cittadella fieristica. In
discussione non è lo svolgimento di lavori ritenuti
ovviamenti necessari dalla società elettrica ma il fatto
che siano troppi i cantieri aperti contemporaneamente.
Messina ormai da tre anni si trova ad essere come Roma
durante gli interventi programmati per il Giubileo. La
differenza, però, è che nella Capitale i cantieri alla
fine sono stati chiusi e qui invece l'intero centro urbano
è trasformato quasi in un'unica area sventrata e
transennata. Forse sarebbe il caso di dar vita ad un
Osservatorio su tutte le opere in corso, di iniziativa
pubblica o privata, in grado di monitorare continuamente la
situazione, di denunciare ritardi e inadempienze, di
sollecitare l'adozione di provvedimenti finalizzati a far
“respirare” la città.
5/8/2001 (
gazzetta del sud )
Il “monito”
di Leonardi e la replica di Mobilia: «I privati
realizzeranno quel che non ha fatto l'ente pubblico»
Il futuro della nuova cittadella fieristica di viale della
Libertà è cominciato ufficialmente da ieri. Nel giorno
dell'inaugurazione della sessantaduesima Campionaria, il
presidente della Compagnia del Mare – la società che ha
avuto in concessione per quattro anni la gestione – ha
preso possesso dei beni e dell'intera area, dove da
settembre partiranno i lavori di manutenzione ordinaria e
straordinaria. «Si è chiusa una fase, ora scriveremo un
nuovo libro», dichiara l'imprenditore Gaetano Mobilia. Il
sindaco ieri ha lanciato un “monito” ai privati, affinchè
«non si creino situazioni di incompatibilità tra il
progetto di restituire alla città la fruibilità
dell'intero affaccio a mare con quanto si andrà a
realizzare nei prossimi mesi in quest'area.
L'amministrazione ha previsto di bandire un concorso
internazionale di idee sul recupero del water-front dalla
Passeggiata a mare all'Annunziata. Si tratta quindi di
ricucire, nel migliore dei modi, questo sito con il tessuto
urbano, allocando qui un polo culturale e turistico che non
sia tuttavia in concorrenza, o peggio, in conflitto con
quell'Ente Fiera che per oltre 60 anni ha legato la sua
attività alla permanenza in quest'area. Nè tantomeno –
ha proseguito Leonardi – ci uniremo a coloro che
vorrebbero approfittare delle attuali difficoltà nella vita
dell'Ente per ridurlo ad un ruolo marginale, se non
folkloristico». Il sindaco, inoltre, pur giudicando
positivamente ogni iniziativa privata finalizzata al
rilancio turistico della città, ha ribadito «che non si
potrebbe in alcun modo ammettere nè tollerare che questa
preziosa porzione del territorio venga nuovamente negata
alla libera fruizione dei cittadini per essere destinata ad
un uso esclusivo dei privati». Mobilia non sembra aver
preso bene il “monito” di Leonardi. «Il sindaco –
dichiara – sa benissimo che la nostra iniziativa parte
proprio dalla necessità di aprire alla fruizione pubblica
cinque ettari di un'area che da decenni rimane chiusa e
accessibile solo nei periodi delle rassegne fieristiche. I
lavori di manutenzione dureranno circa sei-otto mesi, poi
non solo sarà garantito l'accesso alla cittadella, ma lo si
renderà piacevole, controllato e sicuro, perchè ci saranno
servizi di accoglienza e di vigilanza costante». Il
presidente della Compagnia del Mare snocciola una serie di
cifre: «Ieri abbiamo versato all'Autorità portuale 600
milioni di lire per il canone concessorio e presentato una
fidejussione bancaria di un miliardo e mezzo. Abbiamo
previsto per quattro anni una spesa di 26 miliardi e solo
gli interventi di manutenzione e di riqualificazione
costeranno circa 5 o 6 miliardi l'anno. Siamo imprenditori
che investono per avere ovviamente anche un ritorno
economico, non siamo “salvatori della patria”, ma se la
Campionaria si è potuta inaugurare, è perchè questa
società si è accollata per intero il canone, senza avere
dalla Fiera ancora le somme pattuite, cioè solo un terzo di
quanto avrebbe dovuto pagare l'Ente (o il Comune per lui)
all'Autorità portuale. Noi non siamo più bravi di altri ma
gli amministratori locali dovrebbero spiegare perchè nel
passato non si è riusciti ad immaginare e ad attuare il
progetto a cui daremo vita nei prossimi mesi. Il problema
non è solo garantire la fruizione pubblica. Nelle ville e
villette comunali, i cittadini hanno libero accesso ma poi
cosa trovano, se non situazioni di abbandono e di degrado? E
allora è nostro interesse assicurare l'accesso libero e
sicuro e, nello stesso tempo, offrire all'interno della
cittadella quei servizi di alta qualità che possano
attrarre flussi di visitatori in tutti i periodi dell'anno,
a differenza di quanto accaduto fino ad oggi». Mobilia
replica anche sulle questioni attinenti strettamente alla
Fiera. «Rispetteremo – dice – l'accordo assunto con il
commissario regionale, garantendo nei quattro anni lo
svolgimento della Campionaria d'agosto. Ma occorre anche
essere chiari sull'argomento: qualunque Fiera al mondo ormai
ha bisogno di spazi coperti molto più ampi, superfici non
inferiori a 50 mila metri quadrati. Se si vuole davvero il
rilancio dell'Ente fieristico, bisogna costruire nel futuro
una nuova sede, per la quale occorrerà prevedere un
investimento di almeno 250-280 miliardi. È inutile prendere
in giro la gente. All'interno della cittadella di viale
della Libertà dovranno continuare le attività espositive,
ma bisogna puntare su rassegne specializzate, di grande
qualità. La Fiera di Messina è scaduta ad un ruolo
“folkloristico” proprio perchè non c'è stato nessuno
che ha investito risorse e ha scommesso su questi temi.
Avrebbe dovuto farlo il Comune, ma sappiamo che l'ente
locale riesce a stento a garantire la manutenzione degli
spazi pubblici esistenti. Ecco perchè intendiamo scrivere
una nuova pagina di storia cittadina, con il concorso
ovviamente di tutte le forze economiche, sindacali e sociali
di Messina». Conclusa la Campionaria, sarà questo
sicuramente uno degli argomenti maggiormente dibattuti nei
prossimi mesi. Il comitato “La nostra città” ieri ha
rivolto nuove dure accuse al sindaco, accusato di «fare il
gioco dei poteri dominanti» e di aver «lasciato campo
libero alle offerte di una società privata che utilizzerà
l'area senza un progetto chiaro e trasparente». Tutti, però,
dovrebbero avere il coraggio e l'onestà intellettuale di
fare i conti con il passato più o meno recente, tenendo
sempre a mente cosa è stata la cittadella fieristica nel
corso degli ultimi dieci anni, in quali condizioni è stata
lasciata, quali erano le vocazioni di quelle aree demaniali
e quante le occasioni di sviluppo e di rilancio economico
che sono andate alle ortiche.
5/8/2001
( gazzetta del sud )
La richiesta del circolo territoriale
di An
«Si attivi il metrò del mare»
«Se il gruppo
Tourist-Caronte vuole davvero offrire un servizio alla città,
pensi ad attivare una linea di collegamento tra le località
del litorale e le aree portuali e della Stazione marittima.
Il “metrò del mare” sarebbe il miglior risarcimento nei
confronti dei messinesi costretti a subire da decenni il
traffico dei mezzi gommati pesanti in pieno centro urbano».
La richiesta proviene dal circolo territoriale
“L'impegno” di Alleanza nazionale ed è destinata ad
aprire nuove discussioni su un tema che non ha mai perduto
di attualità ma che assume ancora maggiore rilevanza alla
luce delle novità registrate in altre parti d'Italia.
Venerdì, infatti, è stata attivata la prima linea della
metropolitana del mare che collega i comuni della costiera
vesuviana, tra Napoli e Sorrento. Un'iniziativa curata dalla
Snav e non casualmente l'aliscafo che ha svolto la corsa
inaugurale reca il nome della nostra città (Alijumbo
Messina). «Il metrò del mare – sottolinea il presidente
del circolo di An Stefano Notti – consentirebbe di
diversificare compiutamente il sistema dei mezzi di
trasporto pubblico, contribuendo a decongestionare il
traffico cittadino. L'invito che rivolgiamo alla Tourist e
alla Caronte va letto anche in questa direzione e per le due
società sarebbe quasi un dovere morale offrire questa
alternativa alla nostra città». In ogni caso, il circolo
di An preannunzia un convegno sull'argomento, chiedendo la
mobilitazione degli enti locali e di tutte le forze
economiche interessate ad investire risorse per migliorare
la qualità della vita a Messina.
5/8/2001 (
bob brown )
L'alieno e l'effimero
Presa com'è
stata durante tutto l'anno dalla soluzione(?) di gravi
emergenze, l'amministrazione comunale si è accorta solo
ad Agosto di allestire uno striminzito programma di
spettacoli anticamente denominato "Agosto Messinese".
Con la solita
buona dose di rame e stagno con cui si cosparge il volto
prima d'essere intervistato, l'alieno più famoso della
città ha spiegato che è tempo che di queste
manifestazioni si facciano carico i privati (?)(perchè ha
rifiutato la proposta Bernava?) e che la cultura non va
confusa con l'effimero che, bontà sua, caratterizza gli
spettacoli in piazza, dimenticando che questi ultimi sono
a abeneficio di coloro che non hanno potuto permettersi
delle vacanze fuori città.
Visto che
quasi nessuno ha provato a chiedere maggiori precisazioni,
provo a chiedere all'alieno, a quello che non ti guarda
mai in faccia, al TIR..adritto, alla macchietta di se
stesso: a quali privati si riferisce?
Forse a coloro
che, una volta conquistato tutto il WaterFranz,
provvederanno a "ristorare" e
"rallegrare" i messinesi?
8/7/2001 ( gds )
"Giù le mani dalla
cittadella"
Il Comitato la
nostra città sposta l'attenzione dal viale Boccetta alla
Fiera ed inizia una nuova battaglia. "Giù le mani
dalla cittadella", grida Saro Visicaro e si rivolge ai
consiglieri comunali invitandoli a non abdicare al loro
ruolo di controllo. "Oggi il sindaco sta rendendo
impossibile quello che nessuno si era mai permesso di fare,
destinare ad uso esclusivo di un gruppo economico la
cittadella fieristica, anche attraverso una trasformazione
urbanistica ed architettonica. "Tutto ciò con licenza
di deturpare". Secondo il portavoce del Comitato il
disimpegno del primo cittadino nella fase che ha portato
alla concessione demaniale per 4 anni alla Compagnia del
mare rappresenterebbe un duro colpo al futuro dell'Ente
Fiera ed alla fruibilità del fronte a mare. "Troppo
tardive le sue dichiarazioni e gli ammonimenti a chi ha già
preso possesso dell'area". Visicaro non risparmia
attacchi al Comitato portuale colpevole di aver esautorato,
attraverso il rilascio di autorizzazioni e concessioni, i
livelli decisionali. "Vermiglio e Barresi hanno così
determinato _ si legge nella nota inviata ai capigruppo di
Palazzo Zanca _ nel vuoto assoluto della politica, il futuro
urbanistico e produttivo della città, localizzando a
piacimento approdi, scali, o rendendo possibili attività
espositive, turistiche, ricreative e servizi". Dopo
anni di disattenzione da parte dei consigli comunali,
stavolta qualcuno deve intervenire, dichiara Visicaro
ricordando ai consiglieri come "L'uso del territorio
deve passare attraverso le funzioni e gli atti del
consiglio, non si può permettere in silenzio l'ulteriore
asservimento della città agli interessi di pochi".
8/7/2001 (
gazzetta del sud )
Una faglia nella galleria dell'Annunziata
determina dei cedimenti nelle strutture: occorre un
ulteriore consolidamento
Svincoli nel... tunnel
La strada dell'Università
“cozza” con i sottopassi
Gli svincoli di
Giostra-Annunziata entrano nel... tunnel. Oddio, non che
prima la strada per l'ultimazione dell'importante
infrastruttura apparisse spianata. Ma ai “guai” che
hanno già rallentato o praticamente fermato tutti i tre
lotti dell'appalto (aggiudicati i primi due alla
“Gepco-Salc” e il terzo al raggruppamento “Annunziata
Scarl” costituito dalle ditte Torno, Gitto e Vinci) si è
aggiunto nei giorni scorsi un nuovo ostacolo che rischia di
rendere ancor più un miraggio la fine dei lavori.
Sull'entità del problema, in verità, ci sono posizioni
contrastanti da definire tra il consorzio e la direzione
lavori. Di certo c'è che nel tratto della galleria
dell'Annunziata che verrà allargato per creare le piazzole
previste dalla normativa post-Monte Bianco (e oggetto della
terza e sin qui ultima perizia di variante) lo scavo ha
fatto riscontrare la presenza di una faglia che satura
d'acqua il terreno, creando delle forti sovraspinte a carico
delle strutture. In particolare, l'accumulo di pressione ha
causato un cedimento del rivestimento provvisorio,
costituito da sentine in acciaio e beton , che è stato
interessato da un abbassamento nell'ordine dei 20-30
centimetri: «non è un problema – spiegano i responsabili
dell'impresa – perché quello strato va comunque demolito
e sostituito con il rivestimento definitivo, però ha
permesso di evidenziare l'entità della spinta operata sulle
strutture, tale da rendere necessario un consolidamento
maggiore rispetto a quello già previsto prima di poter
procedere all'allargamento dello scavo». A preoccupare,
infatti, è proprio la circostanza che in quel tratto la
larghezza della galleria sarà di circa 20 metri,
praticamente il doppio della sezione corrente: in caso
contrario – sempre secondo l'impresa – l'ulteriore
consolidamento non sarebbe stato indispensabile. A quanto
sembra, si tratterà di un adeguamento dei lavori di
consolidamento previsti, e non già di una vera e propria
variante. La tipologia dell'intervento da effettuare verrà
determinata a giorni (come detto) in contraddittorio con la
direzione lavori, dalla quale è giunto comunque un
ridimensionamento del problema: «Nel corso di alcune
riunioni, nei giorni scorsi – ha ribattuto l'ing. Beppe
Rodriquez, progettista e direttore dei lavori – è stata
semplicemente evidenziata l'utilità di un consolidamento,
ma solo a causa del fatto che la galleria è aperta da ormai
un anno e questi cedimenti trascurabili possono verificarsi».
E nelle ultime riunioni è tornato d'attualità anche un
vecchio problema, già denunciato a marzo dall'impresa: la
strada (già asfaltata e completa di sottoservizi e
illuminazione) costruita dall'Università a servizio degli
impianti sportivi della cittadella in via di ultimazione
all'Annunziata si sovrapporrebbe con lo svincolo, in
particolare con gli scatolari dei sottopassi: «Probabilmente
la strada è stata costruita per errore a una quota più
alta rispetto a quella concordata – spiegano ancora dalla
“Annunziata Scarl” – e non c'è lo spazio per
realizzare i sottopassi, che dovrebbero sorgere al di sopra
della sede stradale». Tra quest'ultima e la struttura dello
svincolo, difatti, anche con il semplice rilevato senza gli
scatolari la luce sarebbe di appena un metro e mezzo: del
tutto inadeguata per il passaggio dei mezzi, tutt'al più
– con qualche accorgimento – appena sufficiente per il
transito pedonale. «O si demolisce o, anche con una
variante, la strada va spostata», denunciano i responsabili
dell'impresa. Ma è da escludere che l'Università possa
accettare tale punto di vista senza opporsi: insomma,
un'altra “grana”. Su questo «slittamento del tunnel di
collegamento Giostra-Annunziata» e più in generale sulla
situazione di questi lavori, oltre che di quelli della
tranvia, ha interrogato ieri l'amministrazione il
consigliere Luigi Beninati (Democratici), allarmato anche «dall'impossibilità
di raccordo con l'asse viario dell'Annunziata, che avrebbe
dovuto essere previsto» e dalle cospicue riserve economiche
delle imprese.
8/7/2001 (
gazzetta del sud )
Tram, a giorni
operativo il nuovo piano di viabilità
Dopo i problemi di circolazione verificatisi domenica sera,
in concomitanza con l'uscita dei visitatori della Fiera
campionaria, nella zona di viale della Libertà, torna
bruscamente d'attualità il piano di viabilità alternativa
per il periodo in cui il viale e la Cortina del porto
saranno interessati dalle nuove aree di cantiere per la
costruzione della tranvia. Oggi l'arch. Giuseppe Falzea
della direzione lavori incontrerà l'impresa
“Gepco-Salc” per definire la conclusione della
sistemazione di via Boner, che insieme a via Pola diventerà
a senso unico per ricevere parte del flusso di traffico in
direzione sud-nord (per il resto “dirottato” su via
Garibaldi). L'eliminazione dello spartitraffico su viale
Giostra è stata completata, a giorni potrà partire la
viabilità alternativa e quindi seguirà la cantierazzazione
dei lavori. Intanto, con la collocazione delle palme nel
tratto dall'incrocio con via S. Cecilia a quello con via
Trieste è stata completata la sistemazione a verde di viale
San Martino e piazza Cairoli, sempre nell'ambito della
tranvia. A distanza di parecchi mesi, invece, sul viale
della Libertà (nella parte già ultimata, arredata a palme
e ficus beniamina ) è rimasto “scoperto” un tratto a
nord degli imbarcaderi privati. I motivi di questa
“lacuna” nella sistemazione a verde restano misteriosi
9/7/2001 ( la
sicilia )
Maggiore
attenzione per la zona sud
Il VI Quartiere chiede
di non prorogare più le fasce orarie per i Tir
Al VI Quartiere
non va proprio giù la proroga dell'ordinanza che istituisce
le fasce orarie per i camion che percorrono il viale
Boccetta. Come più volte denunciato, la Circoscrizione
ribadisce l'estrema pericolosità del percorso obbligatorio
per i Tir tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20, quando cioè
è impossibile attraversare il viale Boccetta. Con un ordine
del giorno votato nel corso dell'ultima seduta, il Consiglio
del Quartiere ha chiesto al sindaco di non prorogare più il
contestatissimi provvedimento, che dovrebbe concludere i
suoi effetti il prossimo 31 agosto. Nelle more della
scadenza, il primo cittadino, Turi Leonardi ed il prefetto,
Giosuè Marino, concorderanno nuove iniziative
anti-traffico. Appurato che non è consentita la chiusura di
tutti gli svincoli cittadini in un determinato orario, è
possibile che si modifichino le attuali fasce orarie,
vietando il transito sul Boccetta solo nelle ore notturne, e
cioè dalle 22 alle 6 del mattino, quando i pericoli per la
zona sud della città sarebbero ridotti al minimo.
Il sindacato Rdb chiede tempi brevi per il nuovo
approdo — L'osservatorio urbano del sindacato
autonomo Rdb torna a parlare di secondo approdo. Ieri con un
comunicato firmato da Giovanni Scimone, viene evidenziato
che «l'attuale sottomissione della città al transito dei
Tir rappresentato uno stato d'inaudita gravità. Invitiamo i
neo eletti senatori e deputati messinesi a sensibilizzare il
ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, affinché
inserisca la risoluzione di questo trentennale vuoto
infrastrutturale nel pacchetto di opere pubbliche di estrema
priorità».
9/7/2001 ( la
sicilia )
Querelle
sul collegamento con Gioia Tauro
Milazzo: «sguinzagliati»
i vigili per bloccare i camion di notte
MILAZZO —
Continua il braccio di ferro tra l'Amministrazione comunale
e la «Ngi», compagnia di navigazione marittima.
L'ordinanza del sindaco, emessa alcuni giorni fa, vieta
l'ingresso, nell'area portuale e nel centro cittadino, ai
mezzi pesanti a partire dalle 21 e fino alle 7 del mattino.
La decisione è scaturita a seguito dell'istituzione del
collegamento tra Milazzo e Gioia Tauro da parte della «Ngi»,
che l'Amministrazione ha osteggiato sin dall'inizio. Il
collegamneto delle navi ro-ro prevede la partenza dal porto
di Milazzo alle 22. L'ordinanza sindacale ha creato non
pochi problemi alla «Ngi», che non riesce a riempire le
proprie navi. E dalla sera di lunedì va anche peggio: il
Comando dei Vigili urbani, infatti, ha predisposto un
controllo a tappeto su tutti i varchi d'ingresso al centro
cittadino, e quindi al porto, con conseguente blocco dei Tir
diretti alla navi. Sono stati molti i camionisti costretti a
fermare il proprio mezzo e, tra questi, anche sei autobotti
che avrebbero dovuto rifornire di carburante le isole Eolie.
Intanto, il Consiglio comunale ha ribadito il suo no al
nuovo collegamento marittimo, dando mandato al sindaco, Nino
Nastasi, di «utilizzare tutti i mezzi per impedire che
venga intaccato lo sviluppo economico della città». Lo ha
deciso all'unanimità l'organo consiliare che ha approvato
un documento concordato da maggioranza ed opposizione. Ad
esprimere il loro no anche i consiglieri come Enzo Russo e
Antonio La Rosa, che in un primo momento sembravano propensi
a concedere una fase sperimentale del servizio. Assenti al
momento della votazione Pippo Doddo (vicino a Fi) e Santino
Napoli (Udeur) che avevano dato il loro assenso.
9/7/2001 (
gazzetta del sud )
Torna d'attualità il
progetto presentato dai sindacati nel 1999 mentre la Cisl si
schiera con la Compagnia del Mare
Il nuovo quartiere fieristico
all'ex Sanderson
Quattro anni di
tempo per disegnare le nuove strategie e per concretizzare
il progetto di un nuovo quartiere fieristico. La concessione
della cittadella di viale della Libertà alla Compagnia del
Mare se, da un lato, consentirà di salvaguardare le
manifestazioni fieristiche da qui al 2004, dall'altro,
appare come l'avvio di un percorso da cui è difficile ormai
tornare indietro. Quella che è giunta al capolinea non è
la storia ultrasessantennale della Fiera di Messina ma un
equivoco di fondo che ha caratterizzato gli ultimi anni e
che ha portato ad un progressivo degrado delle strutture e
ad un sempre più desolante abbassamento dei livelli di
qualità delle iniziative commerciali e imprenditoriali.
Nell'era dello sviluppo tecnologico e informatico, non
poteva non cambiare profondamente anche il pianeta delle
Fiere e molte realtà, italiane ed europee, sono riuscite ad
attrezzarsi per tempo. Le “feste di popolo”, così come
le sagre paesane, devono continuare ad avere una loro
rilevante funzione ma adesso tutto ciò non basta e, per
competere con il resto del mondo, si deve necessariamente
pensare in grande. È stato giustamente sottolineato che un
polo fieristico degno di tal nome non può avere superfici
coperte inferiori ai 50 mila metri quadri, non può non
essere collegato direttamente con le autostrade, non può
non avere vaste aree di parcheggio e, alle spalle, un
retroterra di realtà produttive, industriali, artigianali o
commerciali. Il nuovo quartiere fieristico non può certo
essere riproposto nella cittadella di viale della Libertà.
E, d'altra parte, le scelte urbanistiche contenute nel nuovo
Piano regolatore indicano come sede ideale la zona sud. Se
è vero che l'ipotesi originaria era quella delle aree
militari occupate attualmente dal XXIV Artiglieria, è anche
vero che oggi appare più che mai di attualità il tema del
recupero di sterminate aree dismesse, che un tempo
ospitavano floride aziende dalle quali dipendeva in gran
parte l'economia messinese e che adesso gridano vendetta,
abbandonate come sono nel più assoluto degrado. Il
riferimento, quasi scontato, è ai terreni e alle strutture
dell'ex azienda agrumaria Sanderson di Pistunina. È un
delitto lasciare che ben 80 mila metri quadrati di aree
collocate in una posizione strategica siano adibiti ad un
cimitero di capannoni e di vecchie macchine industriali.
Quella di realizzare all'ex Sanderson il nuovo polo
fieristico non è solo un'idea. Nel novembre '99 a
presentare una dettagliata proposta progettuale furono i
rappresentanti dei sindacati confederali, assieme al dott.
Giovanni Bitto e all'ing. Maurizio Sebbio. In realtà,
quella di Pistunina era una delle due proposte in campo,
visto che l'obiettivo primario dell'Ente e delle
organizzazioni sindacali restava quello di riutilizzare gli
spazi della cittadella di viale della Libertà. Ma
l'ubicazione nel sito dell'ex Sanderson, a detta di molti
esperti, potrebbe essere non solo la soluzione più
vantaggiosa sul piano geografico, politico e territoriale,
ma anche quella realizzabile in tempi relativamente brevi.
Le aree sono di proprietà dell'Esa, quindi della Regione
siciliana, cioè l'istituzione a cui fa riferimento l'Ente
fieristico di Messina. E allora potrebbe essere facilitato
il compito degli enti locali, non ci sarebbero lunghe
procedure espropriative da portare a termine, i piani di
bonifica potrebbero scattare immediatamente, non verrebbero
richieste particolari opere di sbancamento e di
consolidamento e, per la costruzione del nuovo quartiere
fieristico, si potrebbe attingere ai finanziamenti
comunitari. I sindacati due anni fa proponevano anche il
reimpiego della forza lavoro dell'ex Sanderson,
sottolineando come la nuova Fiera fosse destinata ad
inserirsi in una zona già attrezzata per lo sviluppo
artigianale e industriale e a contribuire al rilancio e alla
riqualificazione dell'intera zona sud. E non è trascurabile
neppure un altro aspetto, a suo tempo evidenziato da Cgil,
Cisl e Uil: il collegamento con gli svincoli autostradali di
San Filippo e di Tremestieri, con la “via del Mare”, con
il nuovo approdo previsto nel litorale sud, oltre che la
prossimità agli impianti alberghieri del versante ionico
della provincia messinese. Il reggente provinciale della
Cisl Maurizio Bernava ritiene validissima la proposta
lanciata nel '99 e, nello stesso tempo, dichiara di essere a
fianco della Compagnia del Mare, la società presieduta da
Gaetano Mobilia e di cui fanno parte gli operatori marittimi
e portuali di Messina. «La Cisl – afferma Bernava –
condivide pienamente il progetto dell'hub navale e della
riqualificazione della cittadella fieristica, perchè
ritiene che sia l'unica iniziativa seria programmata nel
corso degli ultimi anni. Tutto il resto sono chiacchiere».
9/7/2001 ( gazzetta del
sud )
La commissione consiliare dice sì
al cambio di destinazione d'uso delle aree
La Panoramica prima cava e ora
ipermercato!
Il vecchio e nuovo
Prg prevedono verde pubblico e servizi
La “città
mercato” si farà. O almeno è questa la volontà della
maggioranza delle forze politiche rappresentate al Comune.
Ieri mattina a Palazzo Zanca la terza commissione ha dato il
via libera all'adozione del piano particolareggiato
presentato dalla società Adroma di Castellamare di Stabia
che ha previsto la realizzazione di un grande centro
commerciale nell'area delle cave di sabbia della Panoramica
dello Stretto. Difficilmente il consiglio comunale, che oggi
tornerà a riunirsi, ribalterà il risultato del voto
espresso in commissione (a dire no solo il diessino Filippo
Tommasini). La delibera è stata oggetto di un unico
emendamento con il quale si impegna l'amministrazione
comunale a predisporre subito la variante al Prg,
modificando la destinazione d'uso di quelle aree. Tra i
consiglieri comunali c'era stato chi aveva manifestato nei
giorni scorsi dubbi e perplessità ma, alla fine, si è
deciso di dare il nullaosta, alla luce anche del parere
favorevole espresso dalla commissione urbanistica. A questo
punto non si può non rilanciare il quesito posto dalla
Gazzetta del Sud nelle scorse settimane: che città
s'immagina nei prossimi decenni? Ci sono due linee di
pensiero. La prima è di coloro i quali ritengono che
Messina debba svilupparsi sempre più verso le colline, in
linea con le dissennate politiche urbanistiche degli ultimi
decenni. Forse nessuno lo dirà mai apertamente ma molti dei
provvedimenti assunti nel passato anche recente vanno
proprio in questa direzione: piani di lottizzazione privata
esitati nel silenzio generale, programmi costruttivi delle
cooperative edilizie concepiti in aree ancora vergini (il
caso della collina di Santa Lucia sopra Contesse, purtroppo,
non sembra essere servito a niente), la ricerca di spazi
sempre nuovi anzichè la doverosa attenzione rivolta al
recupero delle sterminate aree che, in centro così come in
periferia, versano in stato di degrado e di abbandono.
L'altra “filosofia” è quella di chi ritiene
assolutamente prioritaria la riqualificazione del territorio
comunale, il risanamento delle zone degradate, la
valorizzazione di quei luoghi (e Messina fortunatamente ne
ha tanti, grazie alla sua straordinaria collocazione
geografica) che hanno specifiche vocazioni, siano esse
turistiche, ambientali, produttive o di altro genere. Sul
progetto della “città mercato” si può essere più o
meno d'accordo, si può discutere sulla validità
dell'ubicazione a nord o a sud, sull'organizzazione dei
parcheggi e delle strade di accesso. Ma la bonifica delle
cave di sabbia della Panoramica in ogni caso non dovrebbe
essere subordinata all'ipotesi di realizzazione del nuovo
centro commerciale. Anzi. I patti andavano e vanno
rispettati. Quando l'ente minerario siciliano decise di dare
in concessione quelle colline perchè si svolgesse attività
estrattiva, pose una clausola fondamentale: alla scadenza
delle autorizzazioni i titolari delle aree avrebbero dovuto
ripristinare lo stato dei luoghi. Prima, dunque, viene il
risanamento ambientale, poi eventualmente si può discutere
di progetti di altro genere, procedendo con molta cautela
soprattutto quando essi comportino rilevanti modifiche allo
strumento urbanistico vigente (il vecchio piano Tekne) e a
quello in itinere. Scelte affrettate in questo campo
rischiano di minare alle basi l'impianto complessivo del
nuovo Prg. Può anche essere fondata l'obiezione di chi
afferma che oggi qualunque progetto futuro è, comunque,
meglio dell'attuale squallido spettacolo che si tocca con
mano percorrendo la Panoramica o guardando le colline dal
mare. E i promotori dell'iniziativa privata sostengono che
gran parte degli investimenti previsti (quasi 100 miliardi
di lire) sarà impiegata per opere di consolidamento e
ristrutturazione ambientale, per creare zone di verde
attrezzato, per dar vita a progetti ritenuti di grande
utilità sociale come la nuova caserma dei vigili del fuoco
o l'eliporto da utilizzare durante l'emergenza incendi o per
altre necessità di protezione civile. Ma tutto ciò non è
in grado di soddisfare quesiti che non trovano risposta.
Perchè determinate aree non possono essere risanate senza
bisogno di costruirci sempre qualcosa “addosso”? E,
viceversa, perchè non si procede alla radicale bonifica di
interi rioni e quartieri degradati? Il riferimento non è
solo alle baraccopoli ma alle immense aree sottoutilizzate,
appartenenti o alle Ferrovie dello Stato o al Comune e alla
Provincia o ad altri enti statali e regionali, che – come
nel caso dell'ex Sanderson di cui parliamo in questa stessa
pagina – rappresentano un vero e proprio spreco. Si grida
allo scandalo quando i privati decidono di investire ingenti
risorse per riaprire alla città e riqualificare spazi di
grande pregio (vedi la cittadella fieristica) o quando, in
attesa che si realizzino i progetti futuri, si cerca di non
far morire le strutture portuali esistenti. Ma ci sono altre
operazioni che spesso passano sotto silenzio, ci sono stati
(e rischiano di esserci ancora) scempi contro i quali solo
rarissime voci si son levate contro. L'amministrazione
comunale dice di aver fatto una scelta coerente con le linee
strategiche del futuro contenute nel Prusst e in altri
strumenti di programmazione degli interventi di
riqualificazione urbana. La zona nord – hanno spiegato più
volte gli assessori Gianfranco Scoglio, Gianpiero D'Alia e
Giuseppe Cardile – ha prevalente destinazione turistica
ma, nello stesso tempo, ha bisogno anche di colmare il
deficit di servizi e di strutture commerciali. Per questo,
si è pensato di dare il via libera alla costruzione di due
ipermercati, di cui uno ubicato proprio sulla Panoramica
(l'altro dovrebbe sorgere nella zona sud). Le organizzazioni
di categoria guardano con estrema preoccupazione alle future
prospettive per le piccole e medie aziende commerciali che
verrebbero spazzate via da una concorrenza così forte. La
questione cruciale, però, rimane quella di ordine
socio-urbanistico. Ecco perchè diventa fondamentale, mentre
si attende di conoscere al più presto il destino della
nuova variante al Piano regolatore ferma ormai da mesi a
Palermo, discutere, confrontarsi e soprattutto vigilare su
ogni iniziativa riguardante il territorio cittadino. Sarebbe
inaccettabile assistere a “colpi di mano” estivi.
9/7/2001 ( la sicilia
)
Ieri
necessario l'intervento di 50 vigili
Chiusa la cortina
viabilità nel caos
Ancora
una giornata di emergenza per la viabilità. C'è voluto il
massimo impegno di 50 Vigili urbani, ieri mattina, per
venire a capo di un problema che ha rischiato davvero di
creare disagi enormi. Il patatrac è successo dopo le 7: era
prevista a quell'ora, infatti, la riapertura della via
Vittorio Emanuele, chiusa per tutta la notte a seguito della
necessità di spostare le condotte dei sottoservizi per la
realizzazione del tram. Qualcosa è andata storta e la
strada è rimasta chiusa fino alle 8,30. Inevitabili i
disagi, soprattutto per la circolazione dei camion, che sono
stati quasi subito dirottati verso piazza Cairoli. A questo
punto è «entrato in azione» il comandante della Polizia
municipale, Calogero Ferlisi, che ha contattato il sindaco,
Turi Leonardi e la Polstrada, chiedendo ed ottenendo la
revoca momentanea delle fasce orarie sul viale Boccetta. E
così, dalle 8 alle 8.30, i camion sono stati fatti uscire
da questo svincolo autostradale, alleggerendo la situazione
in tutto il centro cittadino. Riaperta la via Vittorio
Emanuele poco dopo le 8.30, sono subito tornate in vigore le
limitazioni sul Boccetta. Quasi subito, fortunatamente, la
circolazione è tornata normale.Segnaletica sul
cavalcavia: c'è l'impegno del Cas — Qualcosa
finalmente si è mossa. Ieri Ferlisi ha ottenuto l'impegno
del Consorzio autostrade sull'immediata installazione della
segnaletica per l'A/18 e l'A/20 all'incrocio tra le vie La
Farina e Cannizzaro. Come segnalato dal nostro giornale,
infatti, alle auto sbarcate dai mezzi delle Fs non viene
indicato alcun percorso per raggiungere le autostrade.
Inevitabili i disagi per turisti e viaggiatori.
10/8/2001
( gds )
Città Mercato sulla panoramica?
Ballistreri (Uil) contro il
Comune
Il progetto per la realizzazione della Città-Mercato sulla
Panoramica continua a causare polemiche, dopo il sì della
terza commissione consiliare e in vista del voto del
consiglio comunale sul piano particolareggiato destinato a
cambiare il volto dell'area interessata.
A sparare a zero ieri è stato il segretario provinciale
della Uil Maurizio Ballistreri: "La decisione del
Comune sulla realizzazione del centro commerciale nell'area
della cave di sabbia _ ha scritto in una nota _ al di là
del merito sulle ricadute occupazionali sembra voler
suggellare l'abbandono di ogni logica di programmazione e
riqualificazione del territorio".
In particolare, secondo il sindacalista, non si sarebbe
registrata da parte dell'amministrazione alcuna disponibilità
alla concertazione, disattenzione divenuta prassi.
"Ormai nella valorizzazione delle risorse _ aggiunge
Ballistreri _ e nell'avvio dei progetti non c'è più spazio
per la concertazione, come dimostrato dal mancato utilizzo a
fini produttivi delle zone portuali e dall'atteggiamento
poco chiaro sull'iniziativa che ha portato alla concessione
della cittadella fieristica per 4 anni alla compagnia del
mare".
Invece, scrive il sindacalista della Uil, Messina avrebbe
bisogno di una seria programmazione dal basso.
La programmazione del territorio dovrebbe inoltre tenere
conto della riqualificazione, della tutela paesaggistica e
ambiantale.
L'obiettivo finale, si legge infine nella nota della Uil,
dovrà essere il rilancio dell'area dello Stretto in vista
dell'introduzione della zona di libero scambio.
10/8/2001
( gds )
Rischi ambientali,
Messina esclusa
Leonardi protesta col
ministro La Loggia
Un centro
scientifico internazionale sui rischi ambientali, un
investimento da 450 miliardi in quattro anni e due le sedi
previste: Palermo e Catania. L'annuncio del ministro per gli
Affari regionali Enrico La Loggia, che nei giorni scorsi ha
spiegato alla stampa i dettagli del progetto, ha scatenato
le ire del sindaco di Messina, rimasta tagliata fuori. Così
ieri Leonardi ha scritto al ministro ed alla deputazione
messinese, per chiedere l'inserimento della città dello
Stretto accanto alle altre due sedi.
Stando alle dichiarazioni del ministro il centro
multidisciplinare sorgerà su due poli, uno a Palermo,
destinato allo studio delle acque ed un altro a Catania, per
la vulcanologia e la sismologia. "Non credo che si
debba essere degli scienziati - dichiara Leonardi - per
rilevare l'illogicità dell'esclusione di Messina,
territorio conosciuto nel mondo proprio per la sismicità,
dal novero delle possibili sedi di ricerca sui terremoti.
Inoltre il centro dovrebbe occuparsi di previsioni marine, a
vantaggio del traffico di navi che attraversano il
Mediterraneo, eppure ancora una volta non è stata presa in
considerazione la città dello Stretto".
Insomma per il primo cittadino Messina ha tutte le carte in
regola per essere inserita nel progetto, un "Centro
multidisciplinare per il monitoraggio e la prevenzione dei
rischi ambientali nel Mediterraneo" diviso in più poli
di ricerca e di livello mondiale. L'amministrazione di
Palazzo Zanca offre da subito la piena disponibilità per
tutte le iniziative che possano portare al raggiungimento
dell'obiettivo. Leonardi ricorda poi al ministro La Loggia
che Messina può vantare una gloriosa università e che
ancora oggi conta su validi ricercatori "se il
ministro, come ha dichiarato - prosegue nella lettera
Leonardi - si dice preoccupato per l'emigrazione dei
migliori cervelli dall'isola, questa è una buona occasione
per consentire alle intelligenze siciliane di contribuire ad
un progetto di così alto profilo".
Alla deputazione messinese poi il sindaco lancia un appello,
per intervenire a Roma per porre rimedio all'illogica
esclusione. Non è la prima volta che l'amministratore si
vede costretto a prendere carta e penna per invitare i
parlamentari messinesi a difendere con forza gli interessi
della città. Lo ha fatto in più occasioni, per
salvaguardare i livelli occupazionali. Leonardi ha trasmesso
poi la lettera anche al rettore, Gaetano Silvestri, perch‚
anche il Magnifico ricordi, a tutti i livelli, "il non
trascurabile contributo, sia in termini di capacità di
ricerca, sia in termini di strutture e dotazioni tecniche,
che l'ateneo messinese potrà fornire al progetto".
10/8/2001
( gazzetta del sud )
L'intervento / Pippo
Trimarchi: il collegamento con Salerno utile e opportuno
«Il rilancio di Messina passa dal porto»
«La decisione di istituire il collegamento marittimo tra
Messina e Salerno è opportuna dal punto di vista
imprenditoriale e la sua autorizzazione è corretta dal
punto di vista delle scelte istituzionali e di governo della
città. Lo dico con la consapevolezza di suscitare scandalo,
considerata la mia collocazione politica nell'Ulivo, ma
convinto sino in fondo della necessità di riconoscere
quando l'avversario, del quale non si condividono gli
orientamenti e i metodi di fondo, si regola in modo
condivisibile». Nel dibattito intorno all'utilizzo del molo
Norimberga interviene Pippo Trimarchi (chiarendo di
esprimere un punto di vista strettamente personale), ex
consigliere di amministrazione dell'Atm ed esponente del
movimento Primavera siciliana. Secondo Trimarchi, il sindaco
Leonardi «nel caso in questione ha fatto quello che si
doveva fare: ha assecondato un progetto che tende a cogliere
le nuove tendenze in termini di trasporto merci, rispetto
alle quali Messina arriva in ritardo, anzi in grave ritardo
nei confronti delle vicine Catania e Palermo, che da anni
hanno attrezzato i loro porti per questa vitale scommessa,
inaugurando collegamenti via nave con le più importanti
strutture portuali della penisola». È lo stesso sindaco
– aggiunge Trimarchi – «che, però, ha affrontato molto
male, mortificando i più elementari principi di democrazia,
la protesta dei cittadini contro l'asservimento del centro
urbano al transito dei tir; che ha assunto una decisione ai
limiti dell'assurdo attuando il sistema delle fasce orarie
solo per il Boccetta con la conseguenza di estendere il
disagio anzichè contenerlo; che si sta facendo promotore
dell'approdo all'Annunziata contraddicendo il suo dichiarato
orientamento circa il recupero del fronte a mare con la
valorizzazione turistica di alcuni impareggiabili tratti di
costa; che si è lasciato sfuggire la soluzione della rapida
ristrutturazione di via Don Blasco quale prima risposta in
attesa della via del Mare; che in poche parole non ha
mostrato sufficienti capacità di governo». Quella delle
“autostrade del mare” è un'occasione che non può
essere sprecata. «Ciò posto – ribadisce Trimarchi – è
assolutamente inderogabile individuare soluzioni viabili che
rendano compatibile il transito dei tir con la necessità di
assicurare sicurezza e qualità della vita ai cittadini
messinesi. Lo dico io che già otto anni fa, con altri che
nutrivano la stessa passione civile, ho contribuito a
raccogliere migliaia di firme per un'ipotesi di
regolamentazione del transito dei mezzi pesanti, che avviò
una fase significativa di mobilitazione, confluita come sua
più bella espressione nella catena umana organizzata al
Boccetta. Ma l'incompatibilità del passaggio dei tir con
una condizione accettabile di città è già di per sè un
problema, da risolvere in ogni caso e indipendentemente
dall'avvio di una nuova linea di trasporto marittimo a lunga
percorrenza, che può rappresentare la prima tappa di un
percorso di crescita capace, in prospettiva, di proiettare
il sistema portuale del comprensorio messinese verso
un'ipotesi di gestione intermodale del trasporto merci con
positive ricadute sul tessuto occupazionale. E quando
ragiono in termini di comprensorio, mi riferisco ad una
struttura articolata che possa comprendere i moli cittadini,
i nuovi approdi di Giammoro e Tremestieri nonché il porto
di Milazzo. Del resto – insiste Trimarchi – appartiene a
ragionamenti largamente condivisi la concezione dell'attività
portuale come indispensabile volano di sviluppo per una
realtà urbana come Messina, che ha vissuto i suoi cicli
economici migliori quando è riuscita ad esercitare un ruolo
significativo nella gestione dei traffici marittimi. E le
scelte che in questa direzione le istituzioni sono chiamate
a compiere assumono una rilevanza estrema proprio nel
momento in cui gli scenari economici internazionali
assegnano alla Sicilia una funzione strategica di cerniera
tra due mondi distanti ma destinati a dialogare. Messina
deve restare fuori da tutto questo? Sono convinto di no».
10/8/2001 (
gazzetta del sud )
«Decisioni
fuori da ogni logica»
«La decisione
di realizzare una “città mercato” nell'area delle cave
di sabbia della Panoramica, al di là del merito circa le
ricadute economiche ed occupazionali, sembra voler
suggellare in modo emblematico l'abbandono di ogni logica di
programmazione e riqualificazione del territorio». È dura
la presa di posizione del segretario provinciale della Uil
Maurizio Ballistreri. «A prescindere dalle dichiarazioni di
principio – aggiunge – il Comune si muove ormai in una
logica congiunturale in cui la valorizzazione programmata
delle risorse locali, con il metodo della concertazione con
le forze sociali, non trova più posto, come testimonia il
mancato utilizzo a fini produttivi delle zone portuali e
l'atteggiamento poco chiaro sull'importante iniziativa di
rilancio del quartiere fieristico proposta dagli
imprenditori locali della Compagnia del Mare. La nostra città
invece – sottolinea Ballistreri – ha bisogno più che
mai di una seria programmazione dal basso quale disegno
condiviso tra istituzioni e società civile, che metta in
relazione virtuosa il nostro territorio con i flussi di
merci e di capitali che la globalizzazione economica genera
giornalmente nel Mediterraneo, rilanciando l'area dello
Stretto e attrezzandosi per cogliere le future prospettive
del libero scambio nella zona euromediterranea». Anche
l'Osservatorio urbano delle Rdb (rappresentanze sindacali di
base) muove aspre critiche, definendo questa vicenda «l'ennesimo
esempio di dequalificazione del territorio».
10/8/2001 (
gazzetta del sud )
Il progetto della città mercato
nell'area delle cave della Panoramica
Bruciate le tappe
Un'istruttoria tecnica svolta a tempo di record
Ci sono progetti
ed opere che seguono percorsi tormentati ed hanno
lunghissimi cicli di attuazione. Ce ne sono altre il cui
iter si svolge in tempi così rapidi da suscitare
inevitabilmente confronti e, forse, qualche sospetto. È il
caso dell'ipotesi di realizzazione di una grande “città
mercato” nell'area delle cave di sabbia della Panoramica
dello Stretto. I pareri previsti per legge sono stati finora
tutti favorevoli ma quel che stupisce è la celerità con la
quale sono stati emessi. Ecco una rapida sintesi di quello
che è avvenuto.
27 novembre 2000 – Viene acquisita al protocollo del
Dipartimento politica del Territorio l'istanza presentata
dalla ditta “Adroma Impianti” di Castellamare di Stabia
per l'approvazione del piano particolareggiato relativo al
tratto di Panoramica ricadente in contrada Fiumara Guardia.
12 dicembre 2000 – Perviene il rapporto istruttorio della
sezione tecnica geologica con cui «sostanzialmente non
vengono sollevati rilievi circa i dati e le indagini
geologiche».
15 dicembre 2000 – In 18 giorni viene completato il
rapporto tecnico istruttorio con il quale si esprime parere
favorevole alla variante allo strumento urbanistico ad una
condizione: «che in sede di rilascio della concessione
edilizia si reperiscano le superfici destinate ai parcheggi».
21 dicembre 2000 – Arriva il parere del Genio civile: sono
trascorsi 24 giorni.
22 dicembre 2000 – Dopo 24 ore è la volta del parere
della Soprintendenza e dell'autorizzazione rilasciata
dall'Ispettorato delle Foreste riguardante il vincolo
idrogeologico. In meno di un mese, sotto Natale, l'iter
tecnico-burocratico propedeutico all'approvazione della
delibera si è concluso. Va fatto un breve passo indietro.
Il
18 settembre 2000 il consiglio comunale ha approvato
l'osservazione, presentata da cinque cittadini e due società
(Margherita Srl e Magnolia Srl), con la quale è stato
richiesto il cambio di destinazione dell'area da F1-Sp-E1
(verde agricolo e attrezzato, servizi di quartiere e
viabilità) a F1f. È in quel preciso momento che nella
nuova Variante, non ancora approvata, si introduce la
previsione del centro commerciale sulla Panoramica. Si deve,
comunque, ricordare che il parere espresso dal consiglio
comunale sui ricorsi dei cittadini è obbligatorio ma non è
vincolante. L'argomento torna di attualità nel marzo 2001
allorchè la commissione urbanistica rispedisce indietro il
piano particolareggiato, ritenendolo non esaminabile in
mancanza di alcuni atti fondamentali quale «l'acquisizione
della proposta mediante delibera consiliare con cui
l'amministrazione, valutata la rispondenza agli strumenti di
pianificazione territoriale ed urbanistica, si riserva la
facoltà di introdurre tutte le modifiche che si rendano
opportune e necessarie». Inoltre, la commissione
urbanistica sottolinea che l'amministrazione «dovrà
interagire con l'Ente nazionale aviazione civile e con il
ministero dell'Interno per la realizzazione dell'eliporto e
della caserma dei vigili del fuoco, opere che verrebbero
costruite con fondi statali. Pochi giorni dopo la ditta
Adroma invia al Comune un atto stragiudiziale con il quale
viene richiesto il completamento delle procedure avviate. Ed
ecco che si arriva ai giorni “caldi” di questa lunga
estate. La commissione urbanistica torna ad occuparsi del
provvedimento e stavolta esprime parere favorevole. La terza
commissione consiliare ne prende atto e, con il solo voto
contrario di Filippo Tommasini (Ds), esita favorevolmente la
delibera che approda in consiglio.
10/8/2001 (
gazzetta del sud )
La riqualificazione della
cittadella fieristica
Un futuro in due fasi
I privati ristruttureranno i padiglioni
I mandati di pagamento sono stati firmati ed oggi l'Ente
Fiera dovrebbe saldare le somme (circa 300 milioni di lire)
dovute al nuovo soggetto concessionario della cittadella di
viale della Libertà, la Compagnia del Mare presieduta
dall'imprenditore Gaetano Mobilia. Si chiude, dunque, una
fase e se ne apre un'altra, quella che comincerà a
settembre, al termine della sessantaduesima edizione della
Campionaria. Il futuro degli spazi fieristici è uno dei
temi di pressante attualità. Il consigliere comunale
Giuseppe Previti (Democrazia europea) ieri ha chiesto di
conoscere quali saranno i rapporti tra le autorità
demaniali, l'Ente Fiera e la Compagnia del Mare, con
particolare riferimento agli interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria che dovranno essere realizzati nei
prossimi mesi. E anche l'VIII Quartiere si è occupato
dell'argomento. Con una nota inviata all'Autorità portuale
il consigliere Francesco Vento ha posto una serie di
quesiti: «Vorremmo conoscere l'ordine cronologico delle
richieste inoltrate all'Autorità; se il Comune risulta tra
i soggetti richiedenti; se risulta vero che l'Ente Fiera ha
ritirato la domanda di concessione; quale canone annuale la
Compagnia del Mare deve all'Authority; se nella concessione
gli oneri della manutenzione e le spese di ristrutturazione
dei padiglioni sono a carico della Compagnia o dell'Autorità
portuale». Alcune risposte sono già state date nei giorni
scorsi. Ai “padroni di casa”, cioè l'Autorità
portuale, spetta il compito di mettere a norma i locali e
gli impianti che insistono nell'area di proprietà del
Demanio marittimo. I privati che hanno avuto rilasciata per
quattro anni la concessione dovranno realizzare, a proprie
spese, la ristrutturazione dei padiglioni, le opere di
riqualificazione e di arredo urbano già programmate. La
Compagnia del Mare, nel suo bilancio, ha previsto per i soli
costi di gestione una spesa di circa 5 miliardi (venti
miliardi complessivi nel quadriennio), compresi ovviamente
gli 800 milioni dovuti all'Autorità portuale come canone
concessorio. Quella che sarà avviata a settembre e si
concluderà nel 2004 sarà, comunque, una fase di
transizione. Le autorizzazioni, in questo momento, non
possono che riguardare i lavori di manutenzione ordinaria e
straordinaria, visto che l'assenza di strumenti urbanistici
(la variante al Prg è stata adottata ma non ancora
approvata a Palermo e il Piano regolatore del porto è a
tutt'oggi in itinere) impedisce l'attuazione piena del
progetto complessivo commissionato dalla Compagnia del Mare
all'architetto galiziano Cesar Portela. Solo quando saranno
operativi i due Piani regolatori si potrà passare alla
seconda fase, che mira ad una radicale riconversione degli
attuali spazi fieristici, alla ristrutturazione e alla
valorizzazione di quei beni architettonici che sono
vincolati e rappresentano un patrimonio prezioso per
l'intera città. Ci sono altre strutture, prive di qualsiasi
valore e ridotte in condizioni pietose, che andrebbero
demolite immediatamente ma ciò non si può fare fino a
quando non ci sarà un quadro certo e definito sul piano
urbanistico.
10/8/2001 (
gazzetta del sud )
La
Soprintendenza pronta a consegnare all'Autorità portuale il
piano sulle demolizioni dei manufatti abusivi.
Conto
alla rovescia per il recupero della zona falcata
Dalla Regione si attende il via
libera per l'eliminazione dell'inceneritore
Si
attende solo la firma del Soprintendente ai Beni culturali
Giovanna Maria Bacci per consegnare all'Autorità portuale
il progetto sulle prime demolizioni nella zona falcata. Il
piano prevede un'azione “chirurgica” in un lembo di
costa da sempre regno del caos e dell'abusivismo. Sono
diversi i manufatti (circa quindici) che dovranno essere
rimossi per bonificare almeno una parte della vasta area.
Gli interventi, da affidare tramite gara d'appalto,
interesseranno una parte della zona situata alla spalle del
molo Norimberga ed altri punti in cui persistono costruzioni
varie, anche baracche ancora abitate, che già sono state
inserite nella “lista nera”. Già nel 1998, l'ex
commissario dell'Autorità portuale Vincenzo Coco aveva
portato avanti le pratiche sulle ingiunzioni di sgombero.
Dopo tre anni è stato redatto un progetto che consentisse
l'avvio della prima fase di risanamento di questo lembo di
costa. L'elaborato da qualche mese è stato sottoposto
all'attenzione della dottoressa Bacci e del direttore della
sezione Beni architettonici Rocco Scimone. L'area
interessata dalle demolizioni è infatti sottoposta al
vincolo della legge 1039/89. «Abbiamo istruito il progetto
– ha dichiarato ieri l'architetto Scimone – tra qualche
settimana sarà esitato». Alcuni giorni fa il segretario
dell'Autorità portuale, Franco Barresi, aveva sollecitato
lo sblocco di questo piano per consentire appunto di
effettuare gli interventi che rappresentano un primo passo
verso la bonifica totale dell'area. All'attenzione della
Soprintendenza c'è anche un progetto per un impianto di
pubblica illuminazione da realizzare al molo Norimberga e in
tutta la zona falcata. Tra qualche mese, infatti, parte
della vasta banchina di riva sarà utilizzata per il nuovo
collegamento marittimo a lunga percorrenza con Salerno. Ci
sarà un consistente movimento di mezzi e di gente. Da qui
anche la necessità di sbloccare quest'ultimo progetto nel
più breve tempo possibile. «È un intervento necessario»,
ha sottolineato Barresi. Anche questo piano, comunque,
dovrebbe essere esitato in tempi utili anche perchè il buio
della zona falcata non fa altro che favorire ritrovi di
tossicodipendenti e malviventi. Di notte questo lembo di
costa fa paura, eppure si tratta del punto più suggestivo
della città. Ritornando al piano delle demolizioni, lo
scorso anno sono stati già “sdradicati” alcuni
manufatti situati vicino al piazzale delle Ferrovie dello
Stato, ma sono ancora parecchie le costruzioni da radere al
suolo. Molte di queste oscurano anche la bellezza dei resti
della Real Cittadella. Ad esempio all'interno di un antico
edificio c'è ancora ubicato un cantiere navale oppure ai
piedi delle vecchie mura ci sono depositi di materiale e
qualche fabbrica. Accanto al progetto sulle demolizioni c'è
poi quello relativo alla rimozione dell'inceneritore di San
Raineri. Un impianto che nel corso dell'ultimo anno doveva
essere riattivato per consentire lo smaltimento di almeno
ottanta tonnellate di rifiuti sulle complessive trecento
prodotte giornalmente in città. Una riattivazione che non
c'è mai stata nonostante il Comune abbia bandito ben tre
gare d'appalto. Adesso all'esame della Regione c'è dunque
il progetto di demolizione. Un'area che dovrebbe essere
sotto tutela e risanata e in cui invece è ancora situato un
impianto di smaltimento dei rifiuti urbani. Alle sue spalle,
sulla spiaggia di San Raineri, è anche evidente il degrado
di anni di mancati interventi e di un assalto indiscriminato
della costa. Il Comune sull'inceneritore ormai non ha più
competenza. I cancelli sono stati sbarrati. Si attende solo
il via libera dell'assessorato regionale ai Beni culturali
per bandire la gara d'appalto per gli interventi di
demolizione. Del resto questo impianto rappresenta uno dei
primi scempi di un'area che invece poteva essere fonte di
sviluppo e di prestigio per la città. Sul campo nomadi,
invece, non c'è nessun progetto. Anche l'area in cui ci
sono i Rom è sottoposta a vincolo ma qui il degrado è più
evidente di ogni altra parte della zona falcata. La
Soprintendenza spera che sia recuperata anche questa
porzione di costa. Il Comune però deve prima provvedere a
trasferire altrove i nomadi. Ma quando? Messina non ha
ancora capito che il degrado non può più appartenere a
quest'area. Soprintendenza, Autorità portuale, Comune,
Provincia e Regione devono svegliarsi.
10/8/2001 (
la sicilia )
La nuova ordinanza scatterà da
lunedì
Cortina del porto di Milazzo Stop ai camion dalle 19 alle 7
MILAZZO –
Aumentano le restrizioni per Tir ed autoarticolati nel porto
di Milazzo. Il sindaco Nastasi ha infatti comunicato che da
lunedi prossimo l'attuale ordinanza – che vieta l'accesso
dei mezzi pesanti in tutte le arterie che portano al bacino
portuale dalle 21 alle 7 del giorno successivo – sarà
ulteriormente integrata con l'estensione della fascia di
divieto dalle 19 alle 7 del giorno dopo. Un provvedimento
che il sindaco ha ufficialmente collegato alla necessità di
ridurre l'inquinamento nella zona del porto (che a dire il
vero dovrebbe però essere più accentuato di giorno quando
operano anche i mezzi pesanti che fanno la spola con la
Duferdofin di Giammoro) ma che indirettamente punta ad
impedire il traghettamento Milazzo – Gioia Tauro. Di
certo, l'interdizione del transito nell'area portuale, già
dalle sette di sera, rischia di creare disagi anche alle
compagnie di navigazione che effettuano il collegamento con
le Eolie. L'Ngi sta comunque proseguendo il traghettamento,
facendo partire tutte le sere, anche se vuota, la nave
deputata al trasporto dei Tir. Prevedibile a questo punto la
“coda” giudiziaria. Intanto sul collegamento
Milazzo–Gioia Tauro, è intervenuto il comitato “La
nostra città” di Messina, che in una nota esprime piena
solidarietà e sostegno al sindaco e ai consiglieri comunali
di Milazzo «per la determinazione con la quale stanno
difendendo gli interessi primari dei cittadini». Il
Comitato giudica «aberrante, la tesi, sostenuta da alcuni
componenti l'Autorità portuale, secondo la quale
“l'incidenza negativa determinata nel tessuto urbano dai
movimenti dei mezzi pesanti diretti al porto” non
costituisca elemento valido ad impedire l'indiscriminato
utilizzo delle superfici urbane da parte di tutto ciò (tir
o altro) che abbia a che fare con l'attività portuale».
L'acqua del porto – Sempre sul “fronte porto” è
venuto fuori un altro problema, sollevato dai consiglieri
comunali Maurizio Capone, Giuseppe Cattafi e Maurizio Munafò.
Riguarda le operazioni di approvvigionamento idrico delle
cisterne delle navi, aliscafi, traghetti e altri natanti. I
tre consiglieri chiedono al sindaco se «è vero che tale
approvvigionamento viene effettuato con acqua potabile
erogata dal Comune, se è stata concessa autorizzazione per
tale servizio, chi ne è il concessionario e quali introiti
ne ricava l'ente».
10/8/2001 (
la sicilia )
Centro
rischi ambientali: parla il sindaco
«Messina
non deve essere tagliata fuori»
Messina vuole
una sede dell'istituendo «Centro multidisciplinare per il
monitoraggio e la prevenzione dei rischi ambientali nel
Mediterraneo». Il sindaco, Turi Leonardi, si è detto «sorpreso»
da un'intervista pubblicata sul nostro quotidiano con la
quale il ministro per gli Affari regionali, Enrico La
Loggia, ha annunciato la creazione della struttura (con un
investimento di 450 miliardi) in due sole sedi siciliane:
Palermo per lo studio delle acque e Catania per la
vulcanologia e la sismologia. Ieri mattina, il sindaco ha
preso carta e penna, inviando una lettera a tutti i deputati
messinesi ed al rettore dell'Università. «Non credo si
debba essere degli scienziati – scrive Leonardi – per
rilevare l'illogicità dell'aprioristica esclusione di
Messina, territorio conosciuto in tutto il mondo per la sua
sismicità. Non si tratta solo di una rivendicazione di
carattere politico o campanilistico: Messina, infatti, ha
tutte le carte in regola per essere presente, con un ruolo
significativo, nel nuovo centro multidisciplinare.
L'Amministrazione comunale, per quanto di sua competenza,
offre sin d'ora la sua disponibilità per tutte le
iniziative che possano favorire il raggiungimento di tale
obiettivo. Rivolgo, quindi, a voi – continua il sindaco
rivolgendosi ai deputati – un pressante invito affinché
chiediate con forza che si ponga immediatamente rimedio
all'illogica soluzione prospettata a mezzo stampa,
provvedendo ad inserire la nostra città, a pieno titolo,
tra le sedi del progettato centro multidisciplinare. Sono
altresì convinto – conclude il primo cittadino – che al
rettore dell'Università non mancheranno argomenti per
rappresentare, a tutti i livelli, il non trascurabile
contributo, sia in termini di capacità di ricerca, sia in
termini di strutture e dotazioni tecniche, che l'Ateneo
messinese potrà fornire a tale progetto».
11/8/2001
( la sicilia )
Piano
anti-traffico
Milazzo: operativi 14
vigili ausiliari fino a settembre
MILAZZO — Il comando dei Vigili urbani si prepara ad
affrontare il periodo più caldo dell'estate: la fine di
agosto. E lo sta facendo modificando l'assetto viario della
città. Fra l'altro, a disposizione del comandante, Michele
Bucolo, ci sono anche 14 vigili ausiliari in servizio fino a
metà settembre. «Nei punti nevralgici della città
stazioneranno delle pattuglie di Vigili urbani con
l'esclusivo compito di garantire una circolazione scorrevole
– spiega Bucolo – oltre ad impedire le soste selvagge
specialmente nel cento cittadino». Le novità più grosse
sono nelle vie che collegano il porto. L'Amministrazione ha
diramato la nuova ordinanza che vieta l'accesso di mezzi
pesanti dalle 19 alle 7 anche alle compagnie di navigazione
e alle biglietterie per informare gli stessi camionisti che
prima di giungere a Milazzo prenotano il biglietto
11/8/2001 ( gazzetta del
sud )
Vertice all'Autorità portuale
sugli interventi in corso: entro un mese le Ferrovie dello
Stato ultimeranno i lavori di posa dei binari
Il molo
Norimberga operativo da settembre
Tra un mese il
molo Norimberga potrà essere fruibile. Ieri mattina,
all'Autorità portuale, sono stati definiti i tempi di
ultimazione dei lavori in corso alla banchina di riva della
zona falcata. I rappresentanti delle Ferrovie dello Stato,
che stanno curando gli interventi, al presidente
dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, e al segretario
Franco Barresi, hanno assicurato che entro la fine di
settembre saranno completati i lavori di posa dei binari
ferroviari (necessari per trasferire al molo parte del
traffico commerciale marittimo così come previsto dal piano
triennale dell'Authority). Dopo la pausa di Ferragosto si
riprenderà a lavorare il 20. Il molo sarà recintato e verrà
rimosso il materiale di risulta. Subito dopo la posa dei
binari ferroviari si potranno effettuare i primi interventi
per consentire la sistemazione del piazzale in vista
dell'attivazione ad ottobre del nuovo servizio marittimo di
collegamento Messina-Salerno-Messina. Questa in pratica la
tabella di marcia concordata ieri mattina. «Si è
registrato qualche ritardo – ha dichiarato Barresi – ma
per la fine di settembre sarà tutto pronto». Gli
interventi di sistemazione della parte sud del molo con
l'installazione dei binari sono stati avviati alla fine
dello scorso anno. Lavori che comunque hanno subìto un
lungo stop a causa del blocco imposto dalla Soprintendenza
ai Beni culturali a seguito del ritrovamento di alcuni resti
della Real Cittadella (dell'antica porta Norimberga). Un
blocco che ha provocato anche un contenzioso tra la
Soprintendenza e l'Autorità portuale. La prima aveva
manifestato l'esigenza di vincolare l'area. Da qui la
nascita del contenzioso con il conseguente blocco dei
lavori. Solo da qualche mese si è trovato l'accordo con la
stesura (per ben tre volte) di un nuovo progetto sulla posa
dei binari. L'elaborato, che ha tenuto conto delle
indicazioni della Soprintendenza sulla salvaguardia dei
resti, è stato sbloccato circa tre mesi fa. I lavori sono
ripresi tempestivamente ma è rimasta l'amarezza di non aver
potuto utilizzare questa grande banchina di riva proprio ora
che ai moli del porto ci sono in corso gli interventi di
ristrutturazione e consolidamento. Nelle previsioni dell'Authority
c'è era infatti il trasferimento temporaneo al
“Norimberga” di alcune navi da commercio e dei traghetti
privati della Ngi e della Meridiano Lines in modo da far
respirare la viabilità intorno alle aree portuali
appesantita anche dalla presenza dei cantieri del tram. Alla
fine, comunque, quello che conta è il risultato. Tra un
mese sarà possibile vedere il molo Norimberga attrezzato
per iniziare ad essere il nuovo fulcro delle attività
portuali. E da ottobre da qui partirà un'altra iniziativa
imprenditoriale con l'avvio della prima “Autostrada del
mare” del Meridione.
11/8/2001 (
gds )
La battaglia dei Tir si
sposta a Milazzo
Il Comitato la
nostra città si sposta a Milazzo, là dove giunta, sindaco
e consiglieri, stanno difendendo il territorio dall'assalto
dei tir. Una battaglia portata avanti a colpi di ordinanze e
divieti con i quali il sindaco Nastasi, cerca di impedire
l'attraversamento del centro e del porto ai mezzi pesanti
diretti agli imbarcaderi della linea Milazzo-Gioia Tauro.
Da lunedì il divieto di ingresso nell'area portuale per i
mezzi pesanti sarà anticipato dalle 21 alle 19 e resterà
in vigore fino alle 7 del mattino. Il portavoce del
Comitato, Saro Visicaro, propone agli amministratori
mamertini l'avvio di strategie comuni "L'area portuale
_ chiarisce _ non è slegata dal resto della città e
l'incidenza negativa causata dall'attraversamento dei tir
non deve essere sottovalutata n‚ dalle amministrazioni
n‚ dall'Autorità portuale".
Ignorando le cause dell'inquinamento, si cancellano leggi
urbanistiche, codice dell'ambiente, vincoli e norme
stabilite dal codice penale e civile. "Purtroppo _
conclude il Comitato la nostra città ,il sindaco di Messina
ed i consiglieri comunali hanno dimostrato di non aver
voglia di difendere gli interessi della comunità, ma solo
quelli della lobby del traghettamento".
Di fronte al disinteresse messinese adesso il Comitato cerca
alleati a Milazzo, tra quei consiglieri ed amministratori
che con determinazione stanno dimostrando di poter e volere
dire no alla schiavitù ai tir.
11/8/2001
( la sicilia )
Lite
sul traghettamento
Milazzo-Gioia
Tauro secondo Nastasi servizio illegittimo
MILAZZO
— Il Comune ha diffuso ieri un comunicato stampa nel quale
dichiara che il servizio di traghettamento Milazzo-Gioia
Tauro, e viceversa, «viene svolto in violazione del
protocollo d'intesa siglato fra il Ministero dei Trasporti e
della Navigazione e la Regione siciliana». In base a questa
presunta violazione, il sindaco della cittadina mamertina,
Nino Nastasi, ha inviato una lettera al Ministro delle
Infrastrutture per chiedere l'immediata sospensione del
servizio di traghettamento svolto dalla «Ngi». Sembra,
quindi, ben lontano da una possibile soluzione il problema
riguardante il traghettamento Milazzo-Gioia Tauro, che è già
stato interessato da ben due ordinanze sindacali che
prevedono il blocco del transito dei mezzi pesanti nella
zona portuale, a partire dalla 19, fino alle 7 del giorno
successivo.
11/8/2001
( bob brown )
Turi...dritto
salverà il TIR...ONE
E' riuscito in
poche settimane a consegnare nelle mani della
"Compagnia del Mare" (gruppo Franza) il pregiato
WaterFront (d'ora in poi WaterFranz) della Fiera;
è riuscito
(sempre in poche settimane) a consegnare nelle mani della
"Servizi Norimberga"(gruppo Franza) l'omonomo
molo chiudendo la porta in faccia a tutti coloro (non
importa se docenti di economia, di geografia, di storia,
di arte etc.) che sostenevano l'inopportunità, per la
collettività, di tale scelta;
è riuscito a
"tirare dritto" il tram lungo la cortina del
porto accontentando il Comitato Scientifico(?) della Vara;
è riuscito ad
allestire un cartellone di spettacoli (tipo il vecchio
Agosto messinese) da fare invidia a quello di Catania e di
Palermo(?);
è riuscito
perfino a far bere acqua di fogna agli abitanti del
rione ferrovieri senza per questo provocare alcuna
epidemia di colera, tifo o quant'altro;
millanta di
essere stato il primo ad "individuare" due
approdi fuori(?) della città dopo decenni d'inerzia delle
passate amministrazioni.
State
tranquilli.....Turi...dritto riuscirà a risolvere anche
il problema del TIR...ONE
12/8/2001 ( bob brown )
Servi della propria
stupidità
"Tra un
mese sarà possibile vedere il molo Norimberga
attrezzato per iniziare ad essere il nuovo fulcro delle
attività portuali. E da ottobre da qui partirà
un'altra iniziativa imprenditoriale con l'avvio della
prima “Autostrada del mare” del Meridione" con
queste parole si chiude il pregevole articolo della
......zzzettella e se ci fate caso quasi tutti gli
articoli del grande quotidiano finiscono allo stesso
modo.
Dopo aver
esaminato, a tratti anche impietosamente, i problemi
della città e le colpevoli mancanze della sua classe
dirigente amministrativa il redattore finisce
sempre per trovare, in una anche minima iniziativa,
motivi di riscatto economico per la città, quando sa
benissimo che la questione Norimberga, imposta dai
traghettatori, non c'entra nulla con le autostrade del
mare che,addirittura, pensate per decongestionare il
traffico, a Messina le si fanno partire da......Piazza
Cairoli.
Milazzo ha
risposto con ben altra determinazione all'arrogante
attacco dei predoni mentre, a Messina, la grandeur che
si annida tra i circoli per bene e pseudocolti è il
vero male della città che, oltre ad essere schiava
della lobby dominante, è prigioniera della propria
stupidità.
12/8/2001 ( gazzetta
del sud )
Livio:
procedure corrette. Tommasini: così si uccide il Prg
Un'azione di forza. Sotto ferragosto il consiglio comunale
decide, in una sola serata, di aumentare il costo dei
biglietti Atm e di autorizzare l'amministrazione a far
proprio il piano particolareggiato di una società privata
intenzionata a trasformare in un ipermercato l'area delle
cave di sabbia della Panoramica. Diciotto consiglieri di
maggioranza si sono espressi a favore della “città
mercato”. Quasi del tutto assente l'opposizione in aula:
solo due i voti contrari (Calogero Centofanti e Filippo
Tommasini). Il presidente Filippo Livio (Forza Italia)
dice di non comprendere «il polverone creatosi
sull'argomento. Il consiglio – aggiunge – non ha fatto
nulla di straordinario. Alla luce dei pareri favorevoli di
tutti gli enti deputati per legge ad esaminare il progetto
di riconversione e riqualificazione di quell'area, è
stato dato il nulla osta all'amministrazione affinchè
acquisisca quel piano particolareggiato che non comporta
alcun onere sul bilancio comunale. Questo non vuol dire
che già domani cominceranno i lavori del centro
commerciale. Adesso spetta alla giunta valutare se è
conveniente per la città portare avanti quell'iniziativa,
aspettando che nel frattempo arrivino notizie da Palermo
riguardanti la variante al Prg». Il consigliere Calogero
Centofanti è durissimo: «Si vuole continuare a devastare
il territorio mentre al Tirone anziani e bambini rischiano
la vita. È un'infamia». E Filippo Tommasini è l'unico
dei rappresentanti del Centrosinistra a levare la sua voce
contro le decisioni del consiglio. «Il problema –
dichiara – non è quello della “città mercato”
proposta dalla società Adroma Impianti. Ben vengano
iniziative di tal genere, a patto che contribuiscano al
rilancio delle attività produttive e dell'occupazione. La
questione cruciale è che con simili provvedimenti si
ribalta l'impianto complessivo del Piano regolatore. Passa
il principio che quello che è scritto nel Prg può essere
tranquillamente cancellato e che dall'oggi al domani
cambia la destinazione d'uso di aree destinate a verde, a
servizi e attrezzature collettive. In discussione è la
concezione stessa del nuovo Prg che aveva individuato ben
altre vocazioni nella zona nord». Sull'argomento
interviene anche il rappresentante legale delle società
Magnolia e Margherita titolari degli interventi di attività
estrattiva nell'area delle cave e proprietari di gran
parte del terreni oggetto del nuovo piano
particolareggiato. Le società nei mesi scorsi avevano
presentato un atto stragiudiziale nei confronti del
consiglio comunale, riservandosi di agire nelle opportune
sedi giudiziarie. «Fino ad oggi – afferma Antonio
Smidile – ho manifestato il dissenso verso l'iniziativa
di chi, pur non essendo proprietario, minaccia di
annientare le attività industriali di coltivazione della
cava, di lavorazione e trasformazione dei materiali
estratti nelle quali sono impiegate numerose unità
lavorative. Al Comune – sottolinea il rappresentante
delle due società – sono stati trasmessi la copia del
programma di coltivazione della cava, con il previsto
riordino ambientale (per cui è stata rilasciata una
polizza fidejussoria) e l'autorizzazione dell'ingegnere
capo del Distretto minerario di Catania, organo decentrato
della Regione siciliana. L'autorizzazione è rilasciata
nel rispetto delle norme vigenti in materia urbanistica,
paesaggistica e di tutela delle cose di interesse
artistico e storico, sentito il parere del servizio
geologico e geofisico dell'Ispettorato delle Foreste e
della Soprintendenza. La cava – sostiene Smidile – non
deturpa zone pregiate e merita il rispetto e la tutela
riservati a tutte le attività imprenditoriali esercitate
nel rispetto della legge. Sarebbe riduttivo elencare le
opere pubbliche che in questo momento si stanno
realizzando con l'impiego dei materiali estratti e degli
inerti da cava. Le nostre aziende hanno una certificazione
in piena regola per quel che riguarda sia il sistema di
qualità aziendale sia per quello del contenimento
dell'impatto ambientale. Le società Magnolia e Margherita
– conclude il rappresentante legale –, in ogni caso,
ad esaurimento della cava, non sono contrarie a promuovere
o a partecipare ad un progetto di riconversione degli
immobili acquistati che punti, però, ad un coinvolgimento
migliorativo delle attuali condizioni». Il comitato “La
nostra città” chiede, invece, l'intervento del prefetto
«perchè si verifichi la legalità degli atti comunali»
e della Procura della Repubblica «perchè s'indaghi sulla
gestione amministrativa degli appalti del Comune negli
ultimi anni. È sconcertante – scrive il comitato –
come davanti a fatti drammatici (vedi l'ennesimo crollo al
Tirone), alla situazione di degrado dei quartieri
(senz'acqua e con fogne a cielo aperto), all'inquinamento
e all'invivibilità, l'amministrazione e il consiglio
comunale, maggioranza e opposizione, continuino in
dissennati progetti di distruzione del territorio urbano».
13/8/2001
( gazzetta del sud )
milazzo /
Scatta da oggi il divieto d'accesso alla banchina XX
Luglio dalle 19 alle 7
Indagine
della magistratura
La
Procura di Barcellona ha aperto un fascicolo sulla
“guerra delle ordinanze” legate al collegamento con
Gioia Tauro e sulle eventuali limitazioni all'attività
portuale
MILAZZO – Indagine conoscitiva della Procura di
Barcellona sulla “guerra delle ordinanze” legate al
collegamento Milazzo-Gioia Tauro, attivato da qualche
settimana dalla Ngi. Secondo quanto si è appreso,
l'indagine della magistratura tende ad accertare se le
fasce orarie stabilite dal primo cittadino di Milazzo
possano interferire, limitare o inibire la normale attività
portuale, in rapporto soprattutto ai collegamenti e ai
rifornimenti alle Eolie. La magistratura barcellonese
insomma vuol fare chiarezza sulla ridda di voci e
polemiche scaturite soprattutto negli ambienti politici
dopo la decisione della società di navigazione Ngi di
attuare il collegamento, regolarmente autorizzato nel '97.
La nave nell'ultima settimana è partita tutte le sere (ed
è rientrata l'indomani) vuota a seguito dell'ordinanza
sindacale che non consente l'accesso nell'area portuale ai
mezzi pesanti nelle ore serali). Non risulta comunque che
l'armatore della Ngi, Sergio La Cava, abbia presentato
denunce alla autorità giudiziaria per l'impossibilità ad
espletare regolarmente il servizio. Pare che sia
intenzione della Ngi di presentare una richiesta di
risarcimento danni al Comune per gli oneri che si stanno
affrontanto inutilmente. Il sindaco Nastasi venerdì
mattina ha inviato una lettera al ministro delle
Infrastrutture, all'assessore regionale Territorio ed
Ambiente e al presidente dell'Autorità portuale di
Messina, con la quale evidenzia che il collegamento con la
costa calabra iniziato lo scorso 27 luglio dalla società
di navigazione Ngi, "viene svolto in violazione del
protocollo d'intesa siglato fra ministero dei Trasporti e
della Navigazione e Regione siciliana" e ne chiede
quindi l'immediata sospensione della linea. E da oggi a
Milazzo sarà attuata anche la terza ordinanza che Nastasi
ha redatto per frenare il passaggio dei camion nel centro
cittadino. Il provvedimento - notificato al comando dei
vigili urbani per darne attuazione - prevede il divieto di
transito nelle vie adiacenti al porto tutti i giorni dalle
19 alle 7 dell'indomani. Un'ulteriore restrizione di due
ore che però potrebbe determinare problemi anche ai mezzi
che debbono raggiungere le isole Eolie per fornire beni
deperibili. E nell'arcipelago eoliano, i disguidi della
scorsa settimana hanno determinato già delle polemiche
che potrebbero presto arrivare sul tavolo del sindaco di
Milazzo. A questo punto non si esclude neppure un
intervento del prefetto, che per ragioni di regolarità
nell'attività portuale potrebbe convocare una conferenza
di servizi, coinvolgendo anche l'Autorità portuale, per
decidere sul da farsi.
17/8/2001 ( tg5.it )
Si
ribalta autocisterna piena di benzina
Bruciano 5 case sulla strada per Cortina
Sette
feriti, uno è ustionato sull'85% del corpo, due auto
semidistrutte, case in fiamme, la statale 51 d'Alemagna
bloccata nei due sensi: è il bilancio dell'ennesimo
incidente avvenuto verso le 7 sul Fadalto, la strada che
da Vittorio Veneto (Treviso) porta a Cortina (Belluno).
Un'autocisterna carica di 37mila litri di benzina e
gasolio è sbandata in curva, forse per l'alta velocità,
andando a sbattere contro un muretto, ribaltandosi e
incendiandosi. Le fiamme si sono estese alle case vicine,
a due auto e alla chiesa di San Floriano. L'autista della
cisterna, Andrea Cartella, 35 anni, di Mestre, è stato
trasportato al Centro Grandi Ustioni di Verona: il suo
corpo è in gran parte ustionato. Due vigili del fuoco
intossicati e cinque persone intrappolate in casa sono
state salvate a stento da alcuni operai di un vicino
cantiere.
17/8/2001
( bob brown )
Spazzaturi
Spazzatura
e degrado, testimoniate quotidianamente dalle telecamere
delle T.V. locali, sono le caratteristiche pù
importanti di questa città mentre l'alieno dal bronzeo
volto e dall'aspetto simile ad un pugile tracagnotto
parla di una cittadinanza che, stretta attorno alla sua
Vara (o Bara?), ha dimostrato grande compostezza e senso
civico (?).
Continuando
nella sua lunga teoria di bugie e di squallide
interviste ci dice che la Fiera deve restare dov'è e
che i privati (ovvero gli amici del WaterFranz) devono
permettere la fruizione pubblica di tutto l'affaccio a
mare che va dalla Passeggiata all'Annunziata.
Come se
l'approdo all'Annunziata (per il quale ha minacciato di
scioglimento l'intero consiglio) lo abbiano concepito e
progettato gli extraterrestri; come se la rada
S.Francesco sia accessibile a tutti; come se la
cittadella fieristica sia stata consegnata alla
Compagnia del Mare contro la sua volontà; come se non
abbia mai affermato (ai primi di gennaio) che l'approdo
al Norimberga era una scelta folle.
In un altro
paese un personaggio simile sarebbe stato deposto o
addirittura perseguito penalmente mentre a Messina
questo Spazza.....Turi bugiardo viene ossequiato da
giornalisti idioti e mafiosi locali.
17/8/2001
( gazzetta del sud )
Mons.
Marra: i problemi della città hanno bisogno di un'unità
d'intenti
È
stato un discorso vicino alla realtà messinese quello che
l'arcivescovo Giovanni Marra ha tenuto a conclusione della
processione della Vara. «Abbiamo visto con soddisfazione
– ha esordito Marra – come la Vara abbia potuto
seguire il tradizionale percorso di via Garibaldi: così
sarà anche per il futuro. Lungo il tragitto abbiamo
potuto ammirare una grande manifestazione di fede e di
devozione mariana». Il primo riferimento di Marra
relativamente ai problemi della città è stato quello del
degrado del Tirone. «La Vergine Maria – ha detto Marra
– ci invita in relazione ai recenti dolorosi fatti del
Tirone ad impegnarci tutti, ciascuno secondo le proprie
responsabilità, a provvedere al risanamento delle tante
zone da molto tempo malate della nostra città, perchè a
tutti sia garantita una casa degna di un essere umano.
Chiede alle pubbliche istituzioni, in collaborazione con
le associazioni di volontariato, di avere più cura e
attenzione per le fasce più deboli. Chiede, e con lei
anche noi chiediamo, una città migliore, più vivibile,
meno inquinata, più solidale, degna della sua storia
millenaria. È possibile che, presto, queste aspirazioni e
attese diventino realtà? Sono fortemente convinto che
tutto questo è possibile. È necessario, però, superare
le sterili divisioni e contrapposizioni; è necessario
vincere la tentazione di guardare unicamente al proprio
interesse; è infine necessario incoraggiare e sostenere
quanti si impegnano a realizzare concreti progetti a
favore della città». Nella mattinata le funzioni
religiose volte a celebrare la festa dell'Assunta hanno
richiamato in chiesa un incredibile numero di fedeli, ad
ulteriore testimonianza del forte culto mariano in riva
allo Stretto. Punto di riferimento per i fedeli, la messa
pontificale celebrata in Cattedrale dall'arcivescovo Marra
ed impreziosita dai canti della Corale Perosiana,
direttore Saro Mangano, organista mons. Salvatore De
Domenico. Nella sua omelia Marra ha ricordato i forti
legami che da secoli vincolano fortemente la città di
Messina alla Beata Vergine Maria, spaziando dai temi della
tradizione religiosa del culto mariano ad accenni di
stretta attualità. «Nel giorno in cui si celebra la
conclusione del cammino terreno di Maria con la sua
glorificazione in cielo – ha esordito il presule – a
ricordarci che questa immortalità è prerogativa di ogni
essere umano e che per noi si realizzerà alla fine dei
tempi, tutti i messinesi esultano, perchè la vergine
Assunta è antico titolo di questa cattedrale, la nuova
parrocchia della cattedrale è dedicata alla Vergine
Assunta, ed infine c'è l'antica e sempre attuale
tradizione della Vara, evento non solo religioso, ma anche
civile».
18/7/2001
( gazzetta del sud )
I troppi
punti “oscuri” di una vicenda-simbolo
Il confronto
delle idee è utile e prezioso ed è legittima
l'autodifesa dei sei consiglieri comunali. Ma troppi
interrogativi restano senza risposta. 1) Il risanamento
delle cave di sabbia della Panoramica non è un
“optional” o un favore che la società privata di
Castellamare di Stabia sta elargendo alla nostra città.
La concessione ultraventennale rilasciata dal Distretto
minerario siciliano impone ai titolari delle attività
estrattive, a conclusione del ciclo produttivo, la
bonifica del sito e il ripristino delle migliori
condizioni ambientali. 2) Il Prusst non è il Vangelo nè
può essere paragonato al Piano regolatore generale, anche
se l'intenzione di qualcuno è abbastanza evidente ed è
quella di far rientrare dalla “finestra” molte scelte,
escluse in sede di adozione della Variante. Buon senso
avrebbe voluto, in ogni caso, che si attendesse il
compimento dell'iter del Prg. 3) Il polo commerciale che
dovrebbe sorgere in un'area di grande valore paesaggistico
è diventato “realtà” nel momento in cui il consiglio
comunale ha deciso di approvare un'osservazione presentata
da privati, con cui è stato chiesto il cambio di
destinazione d'uso dei terreni. Inoltre, va chiarito che
eliporto e caserma dei vigili del fuoco sono opere per le
quali si utilizzerebbero finanziamenti pubblici. 4) In
discussione, come è stato più volte sottolineato, non è
l'idea della “città mercato” ma la decisione di
variare lo strumento urbanistico per collocare la
megastruttura in quella determinata porzione di territorio
della zona nord. 5) Non è, comunque, da un ipermercato
che passa il rilancio dello sviluppo di Messina. In tutte
le realtà (compreso il circondario di Catania) dove
esistono simili strutture, alle spalle c'è un forte
tessuto di attività produttive in grado di sostenere
l'economia cittadina. 6) I consiglieri non spiegano come
mai progetti di altra natura, ed importantissime opere di
risanamento e riqualificazione del centro urbano e delle
sterminate aree di periferia, abbiano avuto tempi molto più
lunghi e un iter decisamente più complicato rispetto a
quello di cui oggi si discute. 7) Messina è la città che
ha saputo conservare come una “reliquia” le belle
baracche del Tirone e che, nello stesso tempo, ha dato
vita a incredibili “capolavori” urbanistici come
quello della collina di Santa Lucia sopra Contesse. Si è
liberi di proseguire in questa direzione. Ma le voci
libere hanno il diritto e il dovere di uscire “fuori dal
coro”.
18/8/2001 ( gazzetta
del sud )
A occupare gli
spazi proliferano tende, ombrelloni, sedie sdraio e tutti
gli accessori da “conquistatori”
Spiagge “libere”: quella
vecchia mentalità da... baraccacone
Un
posto al sole non si nega a nessuno; d'estate, soprattutto,
un posto all'ombra. Dunque – alla maniera de noantri –
la corsa alla conquista di una giusta fetta di territorio
non conosce ostacoli, dato il secolare patrimonio genetico
della città ancora in minima e vergognosa parte baraccata.
Se i litorali si vestono a festa nelle zone consacrate a
lido, in quella che si chiamava «spiaggia libera» la festa
è tutta dei «conquistatori»: in città e in provincia,
tra immondizie e discariche, parcheggi selvaggi e selvaggi
(o abusivi) parcheggiatori. Per detenere il «posto», come
una volta si metteva il cappello oggi si mette l'ombrellone;
in qualche caso con la sedia sdraio annessa, e legata alla
meno peggio (più peggio che meno), all'emblema della
proprietà di zona. Lo spettacolo è desolante. Perché, dal
momento che accanto a chi conquista c'è anche chi arraffa,
la regola prima dell'acquisizione di un posto all'ombra è
la disponibilità di accessori il più possibile luridi e
malandati; per evitare, appunto, pericolosi «appetiti»
notturni. Quindi vecchi ombrelloni, sedie sgangherate, pezzi
di gommapiuma, vecchissimi (anche come ricordo dell'ultima
sortita in lavatrice) teli spugna: tutto va bene per
dichiarare con il linguaggio inequivocabile dei segni «questo
posto è mio». Non è certo il peggiore degli abusi, nella
città degli abusi peggiori. Ma è un effetto deleterio di
vecchie mentalità, durissime a scomparire, come ben sanno i
coraggiosi oppositori all'anarchia degli spazi pubblici. E
peraltro, l'effetto delle prepotenze è – come sempre –
di epidemia: da una decina di ombrelloni da conquista si è
passati alle centinaia e centinaia attuali, lungo tutto il
frequentabile litorale del Messinese. Perché – si sa –
qui nessuno è più scemo degli altri. Così, allo stesso
modo, proliferano i parcheggi di fatto «riservati» da
garage, meccanici, gommisti... Così, alcuni tratti –
diciamo quelli «storici», dati i tempi di completamento
– della tranvia sono diventati comodi spazi «personali»;
così, zone di marciapiede vengono riservate ai possessori
di negozi e esercizi commerciali... Ce n'è per tutti, in
modo che ce ne sia sempre meno per ciascuno. Le vecchie
definizioni di territorio come bene comune, di spiaggia
libera, di àmbiti pedonali sono andate in soffitta assieme
all'idea di vivibilità. Perché tutto cambia nel tempo,
eccetto la nostra inespugnabile mentalità da baracca.
18/8/2001 ( gazzetta
del sud )
Il sistema
d'avanguardia per il controllo della navigazione nello
Stretto
«Il Vts
sarà pronto già a settembre»
Il sistema di
avanguardia per il controllo della navigazione denominato
“Vts” (Vessel Traffic Service) con la sua centrale
telematica di forte Ogliastri è ormai prossimo al decollo,
anche se, in una prima fase, l'impiego sarà “parziale”.
A confermarlo è il comandante della Capitaneria di porto
Carmelo Maccarone, che da tempo segue l'evoluzione di questo
importante progetto per la sicurezza e la legalità della
navigazione, finanziato dallo Stato con 25 miliardi. «Entro
la fine di settembre – spiega Maccarone – grazie
all'addestramento in corso per parte del personale, una
trentina di unità tra radaristi e addetti alla
manutenzione, il sistema “Vts” potrà funzionare sia
pure in maniera non vincolante. Farà da supporto agli
attuali controlli radar esistenti ma tale attività non avrà
la veste giuridica cogente per la quale dobbiamo attendere
l'emanazione del regolamento attuativo della legge 51». Il
nuovo sistema Vts, va ricordato, consentirà di tenere sotto
controllo, con margini e tempi di operatività notevolmente
accresciuti, l'intero mare siculo-calabro che si estende
dalla costa di Giardini Naxos a quella di Gioia Tauro.
– Ma quale sarà, rispetto all'azione dei comuni radar, la
forza di questo nuovo sistema in rete, che farà capo alla
centrale di Forte Ogliastri? «In breve possiamo parlare di
una visualizzazione e ricezione in tempo reale, secondo dopo
secondo, di una serie di caratteristiche di ogni
imbarcazione in movimento: rotte, manovre, carico a bordo,
velocità, paraggio, condizioni meteo: elementi che andranno
a comporre negli schermi di forte Ogliastri tutto
l'“aspetto cinematico” del movimento e delle traiettorie
reciproche seguite dalle navi e quindi tutte le conseguenze
più immediate e i rischi più remoti che ne possono
derivare. Finora, in sostanza, il controllo della
navigazione era possibile nei porti o in prossimità dei
porti e soprattutto per le esigenze di ordine pubblico.
Attraverso il “Vts”, previsto e disciplinato dalla legge
51, ne divengono elementi cardini, con un effetto vincolante
ai sensi del codice della navigazione, anche i profili della
sicurezza e della tutela ambientale». Ma quando arriverà
l'atteso regolamento perché possano essere impartite, in
maniera vincolante, le varie disposizioni alle navi di
qualunque bandiera che solcheranno il mare tra Gioia Tauro e
Giardini? «La legge 51, che ha modificato in tal senso un
articolo del Codice della Navigazione risale al marzo 2000:
il termine massimo, entro cui va adottato il regolamento, è
dunque il marzo 2001. Dovranno intanto essere nominati dal
Ministero il responsabile del Vts nella Capitaneria e un
viceresponsabile della struttura. Comunque, una volta che
entro settembre avremo completato l'addestramento non
potremo non usare, in caso di necessità, questa grande
risorsa che consente già preziose attività di supporto
agli attuali controlli, per un maggiore controllo sulla
navigazione».
18/8/2001 (
gazzetta del sud )
Richiesti
fondi per una pista ciclopedonale sulla Panoramica (ma prima
vanno garantite pulizia e illuminazione?)
La
prima pista ciclabile di Messina, la «Paradiso-Grotte»
costruita sulla Litoranea, non è ancora ultimata (restano
da “legittimare” e finire i parcheggi) e già sale sul
trampolino di lancio il progetto di una seconda pista,
questa volta ciclopedonale , che dovrebbe sorgere per due
chilometri e mezzo lungo la corsia lato monte della «Panoramica
dello Stretto» dal bivio di Pace al semaforo per Faro
Superiore. Rispettando il termine del 20 agosto assegnato
dalla Regione, gli uffici di Palazzo dei Leoni hanno inviato
a Palermo il progetto di massima della nuova «ciclabile»
redatto dagli ingegneri Caminiti e Lentini e dal geometra
Mufale. Il costo dell'opera è di 1 miliardo e 200 milioni:
600 milioni sarebbero a carico dello Stato. L'invio del
progetto di massima è stato dunque un atto dovuto
soprattutto in considerazione delle considerevoli somme (60
miliardi) con cui la Finanziaria del 2000 ha rimpinguato i
capitoli che, grazie alla legge 366, cofinanziano le
Province per la realizzazione di piste, percorsi, aree di
sosta e servizi per i ciclisti e i pedoni, con incentivi,
peraltro, alle riconversioni di tracciati progettati con
Ferrovie e Municipalizzate. L'amministrazione provinciale
sta seguendo un iter tracciato da tempo. Con la delibera del
19 dicembre 1998, la giunta Buzzanca approvò, infatti, un
ambizioso piano, da 9 miliardi e per 9 piste ciclabili: tre
nella città capoluogo (la terza, sempre sulla Panoramica,
da Faro Superiore fino a Granatari) e le altre sei sul
territorio provinciale. In riferimento alla seconda pista,
per la quota di finanziamento che dovrebbe andare a carico
della Provincia, le premesse sono state parimenti adempiute
entro i termini. Nel piano triennale delle opere pubbliche
che è stato approvato dal Consiglio provinciale è
prevista, infatti, la costruzione della «Pace-Granatari»
con un'apposita previsione di 600 milioni nel bilancio di
Palazzo dei Leoni. Dal punto di vista amministrativo,
dunque, non sembra possano esservi problemi purché il
progetto ottenga, poi, tutti i visti necessari: dalla
Commissione edilizia e alla Soprintendenza. Su un piano
diverso, del dibattito cittadino, non mancheranno certo le
opinioni più contrastanti. L'attuale progetto di massima
prevede difatti una pista ciclopedonale ovvero al contempo
sia ciclabile che pedonale per una larghezza di tre metri
(un metro più larga rispetto alla pista sulla Litoranea)
che dovrebbe riqualificare il ciglio lato monte della
Panoramica ma che restringerebbe quella stessa carreggiata
da tre a poco più di due corsie. In programma anche due
aree di sosta per bici. Da un lato la prospettiva di un
colpo d'occhio di tipo ambientalistico tipo Litoranea e un
avvio della pedonalizzazione, dall'altro il timore di
danneggiare l'attuale circolazione automobilistica “ a
scorrimento veloce”. Ma, a prescindere dalla pista, gli
enti locali come alcuni cittadini senza civiltà meritano
severe critiche. È inammissibile che le condizioni di
questa arteria strategica continuino ad essere le stesse da
anni e anni. Si registrano una scarsa manutenzione e cura da
parte dei cantonieri, una latitante raccolta dei rifiuti e
delle suppellettili dai cassonetti ma, soprattutto, la
mancanza, da Terzo Mondo, d'un impianto di pubblica
illuminazione. Una bella completa serie di lampioni, molto
più di un ipermercato, costituirebbe, questa sì, e da
subito, una base per un autentico “progresso”.
18/8/2001 ( la sicilia
)
Città-mercato:
6 consiglieri difendono la loro scelta
«La realizzazione di una struttura che comprende una città-mercato,
ma anche una caserma dei VdF, un eliporto, un parco giochi
per bambini, una struttura di cinema multisale, posteggi e
verde pubblico può anche non piacere a molti ed è
legittimo che lo manifestino spiegandone però le ragioni e
non trincerandosi dietro pretesti e presunti sospetti. Una
struttura di tal genere non uccide l'economia, ma può
benissimo affiancare gli operatori commerciali ed
artigianali. Nell'era di Internet e delle vendite on-line la
posizione di alcuni rappresentanti di categoria appare
anacronistica, seppur romantica»: respingono così le
recenti accuse alcuni dei consiglieri di maggioranza che
hanno approvato l'acquisizione del progetto per la
realizzazione della città-mercato nelle ex cave di sabbia
della Panoramica. È un documento duro quello firmato da: Umberto
Bonanno (Psi), Giuseppe Capurro (Fi), Angelo De Salvo
(Democrazia europea), Franco Mondello (Ccd), Antonio Crupi (An)
e Giuseppe De Stefano (Pri).
I sei lanciano frecciatine a qualche collega: «Alcuni
consiglieri, cronicamente assenti, hanno preferito affidare
la loro posizione a dichiarazioni e documenti rinunciando al
loro diritto-dovere di esprimersi nella sede competente,
dove si è sviluppato un confronto vivace e serrato per
oltre un mese. Solo per amore di verità – continua il
documento, nel quale si difendono anche le scelte
programmatorie dell'Amministrazione Leonardi – è
opportuno ricordare ai tanti distratti che si sono espressi
in questi giorni, che la realizzazione di tale struttura
risulta già inserita nel Prusst, predisposto brillantemente
dall'Amministrazione nel '99, ed attorno al quale si sono
sviluppati confronti e dibattiti».
19/8/2001 ( gazzetta
del sud )
L'autodifesa dei
consiglieri comunali che hanno votato la delibera che
stravolge le previsioni relative alla Panoramica
«La città mercato crea
sviluppo»
È una scelta “buona e giusta” quella di localizzare un
ipermercato nell'area delle cave della Panoramica. Lo
sostengono sei dei diciotto consiglieri comunali che lo
scorso 10 agosto hanno votato la delibera con la si
acquisisce il piano particolareggiato proposto da una società
privata (la Adroma di Castellamare di Stabia). «Il progetto
della “città mercato” – sottolineano Umberto
Bonanno (Psi), Giuseppe Capurro (Fi), Angelo De Salvo (De),
Franco Mondello (Ccd), Antonio Crupi (An) e Giuseppe De
Stefano (Pri) –
ha suscitato un vespaio di polemiche e di prese di posizione
talvolta frutto di disinformazione, in altri casi fatte solo
per il gusto di avere spazio sui mass media esprimendo
opinioni in libertà. È comunque legittimo, da parte di
chiunque, esprimere posizioni e preoccupazioni mentre è
inaccettabile la cultura del sospetto ed ancor di più
adombrare illegittimità e anomalie. Il consiglio ha
approvato una proposta di delibera per acquisire
gratuitamente il progetto di realizzazione della struttura e
per dare mandato alla ripartizione di predisporre l'atto
deliberativo al fine di andare in variante al piano Tekne e
inoltrare alla Regione la stessa richiesta di variante.
L'acquisizione del progetto – ribadiscono i sei
consiglieri –, sollecitata dalla commissione urbanistica,
è un atto preliminare che in ogni caso avvia un iter sul
quale la maggioranza dei consiglieri ha espresso un consenso
motivato e convinto. Alcuni consiglieri, cronicamente
assenti, hanno preferito affidare la loro posizione a
dichiarazioni e documenti rinunciando al diritto-dovere di
esprimersi nella sede competente. Solo per amore della verità,
è opportuno ricordare che la realizzazione della struttura
nell'area delle cave di sabbia risulta già inserita nella
programmazione del Prusst, predisposto dall'amministrazione
comunale nel '99 ed attorno al quale si sono sviluppati
discussioni e dibattiti, con la partecipazione fattiva di
molti soggetti privati che hanno affiancato il Comune per
presentare un programma quanto più ampio e credibile al
fine di ottenere i visti e i finanziamenti da parte del
Governo nazionale. Cosa che è avvenuta e che rappresenta
sicuramente un successo per l'amministrazione Leonardi, alla
quale le critiche di mancanza di programmazione risultano
ingenerose, oltre che speciose. Alla presentazione del
Prusst – insistono i consiglieri –, nella primavera di
due anni fa, non seguirono voci “fuori dal coro” nè ci
furono prese di posizione a difesa del Comune da parte di
operatori sociali ed economici quando, inopinatamente,
Catania e Palermo, pur senza titoli aggiuntivi, scavalcarono
in graduatoria la proposta della città di Messina. Tant'è!
Nella nostra città l'arte di distruggere le poche
iniziative di sviluppo e di crescita è uno sport popolare.
La realizzazione di una struttura che comprende una “città
mercato” ma anche una caserma dei vigili del fuoco, un
eliporto, un parco giochi per bambini, una struttura di
cinema multisale, posteggi e verde pubblico, può anche non
piacere a molti, ed è legittimo che lo manifestino
spiegandone però le ragioni e non trincerandosi dietro
pretesti o presunti sospetti. Una struttura di tal genere
non uccide l'economia, come alcuni vogliono far intendere,
ma può benissimo affiancare gli operatori commerciali ed
artigianali che possono diversificare le loro attività e
trovare nel centro un punto di esposizione e riferimento per
un mercato più ampio a valenza interprovinciale e
interregionale. Nell'era di internet e delle vendite on-line
la posizione di alcuni rappresentanti di categoria appare
anacronistica, seppur romantica. Le maggiori città
italiane, e non solo siciliane, oltre alle più grandi
capitali europee, hanno migliorato la loro economia con
queste strutture. Da quelle parti lo chiamano progresso!
Infine, la vocazione e lo sviluppo della zona nord non sono
incompatibili con il progetto presentato. La speranza è che
altri programmi inseriti nel Prusst possano realizzarsi,
primo fra tutti il recupero dei laghi, di Capo Peloro e la
costruzione del porticciolo turistico alla foce del torrente
Guardia». Adesso, in ogni caso, la palla passa alla Regione
siciliana. E speriamo che le vicende di queste ultime
settimane non influiscano negativamente sulle decisioni
finali riguardanti il Prg che Messina attende da oltre 20
anni.
19/8/2001 ( la sicilia )
Il
controesodo «mette in ginocchio» la viabilità
Prima giornata di caos, per la viabilità, provocato dal
controesodo. La fila agli imbarcaderi privati è iniziata
già nelle prime ore della mattina, con le auto
incolonnate fino alla Prefettura: i tempi d'attesa,
intorno alle 14, erano di oltre 3 ore.
Misure straordinarie sono state attuate dal Corpo della
Polizia municipale, per evitare disagi insopportabili al
traffico veicolare cittadino. La carreggiata sud-nord del
viale della Libertà è stata così riservata ai mezzi
diretti verso le navi delle società private di
traghettamento. Quasi per tutta la mattinata sono rimasti
intasati, inoltre, gli svincoli autostradali di Boccetta e
di Messina centro. Insomma, per i viaggiatori non è stata
certo una giornata tranquilla quella di ieri. Per la
Polizia municipale è stato anche necessario individuare
aree di stoccaggio d'emergenza: la prima, utilizzata
intorno alle 11 su disposizione del comandante dei Vigili
urbani, Calogero Ferlisi, è stata reperita nella parte
centrale del viale Giostra, tra viale della Libertà e via
Garibaldi, esattamente dove sono state fatte posteggiare
le auto dei visitatori della Fiera campionaria. Il secondo
sito individuato dai Vigili urbani è la Zir, nel tratto a
valle di via Corbino Orso; la situazione, comunque, non è
stata di tale gravità da renderne necessario l'utilizzo.
Oggi, però, il «quadro» potrebbe aggravarsi.
19/8/2001 (
gazzetta del sud )
Una mattinata a bordo delle
motovedette della Guardia costiera in servizio di vigilanza
in uno dei tratti di mare a più alta densità di traffico
Massima allerta nelle acque dello Stretto
Difficile contenere le scorribande di acquascooter
e pescatori dilettanti che si avventurano in zone a rischio
La motovedetta
Cp 2067 salpa dagli ormeggi antistanti la sede dell'area
operativa della Guardia costiera. Il mare è calmo, il cielo
è velato e soffia un leggero vento. Sono le 9 e inizia il
viaggio a bordo di un mezzo della Capitaneria di porto di
Messina sempre impegnata nel mare dello Stretto. Il
comandante della motovedetta, Salvatore Sosta, il sottocapo
Letterio Ingegneri e il capo Fabio Buttiglione sono pronti
per un'altra giornata di controlli in un braccio di mare
battuto da traghetti, navi da crociera, da commercio, della
Marina e dalle tante imbarcazioni da pesca che a volte si
immettono sulle rotte dei traghetti correndo grossi rischi.
Nello Stretto l'attenzione è alta, si deve garantire la
sicurezza dei tanti mezzi che giornalmente navigano in
queste acque. Il comandante della Capitaneria di porto,
Carmelo Maccarone, è sempre stato esigente sulla
regolamentazione dei flussi del traffico marittimo. E
d'estate l'attività di vigilanza aumenta con bagnanti
spesso distratti e con gli acquascooter diventati l'incubo
dei vacanzieri e degli stessi “uomini” della Guardia
costiera, costretti a dover fare fronte alle tante
telefonate di protesta. «Lo Stretto di Messina – ci dice
il comandante Sosta – è un braccio di mare pericoloso».
Il compito prioritario degli equipaggi di alcune motovedette
è proprio quello di salvare la vita anche se la Guardia
costiera si occupa di tante altre cose. «Questa motovedetta
– continua Sosta – è impegnata per la vigilanza sulla
pesca, sull'immigrazione clandestina e in attività di
polizia marittima in generale». La Cp 2067 è sempre in
servizio 24 ore su 24. «Di solito – ci fa notare Sosta
– usciamo due volte al giorno ma spesso i casi di
intervento ci spingono ad uscite extra. A Ferragosto abbiamo
iniziato il servizio alle 9 e siamo rientrati alle 2 di
notte. Siamo stati impegnati nella rotta
Messina-Villafranca-Giardini. Di sera abbiamo anche
effettuato un servizio di sicurezza durante lo spettacolo
pirotecnico». La campagna straordinaria sulla vigilanza in
mare durerà fino al 15 settembre, quando terminerà la
stagione balneare anche se sta per concludersi l'operazione
“Mare d'amare” disposta dal 15 giugno dal comando
generale delle Capitanerie di porto. Il mare è
imprevedibile e da quando iniziano le vacanze per i
“custodi del mare” si prospetta un periodo impegnativo.
Ieri è stata una delle tante giornate estive di controlli e
vigilanza. Le spiagge in realtà non erano particolarmente
affollate a causa del tempo incerto. È stata una giornata
tranquilla ma gli equipaggi delle motovedette sono sempre
vigili. Il punto più critico di quest'estate, per la
massiccia presenza di bagnanti e quindi sul fronte della
sicurezza, è stata la spiaggia di Torre Faro. Il litorale
del Pilone e il tratto di mare di fronte a Scilla sono stati
praticamente invasi dai vacanzieri. In questa zona la
Capitaneria di porto ha concentrato maggiormente il proprio
raggio di azione. Arrivati proprio all'altezza di Ganzirri,
la Cp 2067 viene raggiunta dalla motovedetta Cp 852, un
gioiello della Guardia costiera capace di raggiungere la
velocità di 32 nodi. Il comandante Nicola Mancuso e gli
uomini dell'equipaggio: sergente Vincenzo Rando, conduttore
di macchina, capo Sebastian Greco e capo Gaetano Priulla,
danno dimostrazione delle capacità tecniche di questa
motovedetta che viene soprattutto adoperata per i casi di
emergenza di soccorso in mare. Proprio venerdì la Cp 852 ha
soccorso due natanti nello specchio acqueo di Scaletta e di
Capo Alì. Il primo stava per affondare e il secondo aveva
avuto problemi con il motore. Sono le 10 e siamo sempre a
Capo Peloro in un punto in cui il mare è profondo settanta
metri, dove le correnti sono così forti che la navigazione
diventa rischiosa pure per le motovedette della Guardia
costiera. Le feluche sono ormeggiate, in mare c'è qualche
imbarcazione da diporto e piccole barche da pesca oltre ai
traghetti che da Villa S. Giovanni raggiungono l'approdo
della rada San Francesco. «Messina è in regola con il
traffico da diporto – ci dice il comandante Sosta – la
gente è informata sulle sanzioni previste». Pochi sono
stati negli ultimi mesi i verbali per mancanza di documenti
a bordo. È la sicurezza, infatti, che tiene maggiormente
impegnati gli equipaggi delle motovedette. Durante la sosta
davanti al Pilone ci raggiunge anche l'aereo del II nucleo
della Guardia costiera di Catania, “Orca 6”, con a
bordo: il pilota Sergio Rialto, capo Giuseppe Cavaione, il
primo maresciallo Antonio Gentile e il capo di II classe
Francesco Rosano. L'aereo viene adoperato per vigilare sulle
coste siciliane soprattutto durante l'operazione “Mare
d'amare”. Il comandante della motovedetta Cp 2067 viene
avvertito, tramite sistema Vhf, dall'equipaggio della Cp
852, dell'arrivo dell'aereo. La comunicazione avviene
inizialmente tramite il canale 16, che è quello di
emergenza, poi viene dirottata sugli altri canali. Tutte le
comunicazioni vengono gestite dalla sala operativa della
Guardia costiera coordinata dal comandante Giuseppe Rando.
L'“Orca 6” effettua qualche dimostrazione. Poi lascia il
cielo dello Stretto. Le due motovedette vengono affiancate
anche dal gommone Gc 091/B, con a bordo cinque marinai di
leva, impiegato nella campagna spiagge libere e sicure ed
adoperato soprattutto a largo di Capo Peloro. Sempre a bordo
della Cp 2067, seguiti dalla motovedetta Cp 852, si rientra
in porto. Suona la sirena e durante il ritorno il comandante
Sosta e gli uomini dell'equipaggio fermano un peschereccio
proveniente da Catania per una normale verifica. In questi
casi si controlla la licenza di pesca. È tutto in regola,
si procede costeggiando il litorale di Paradiso, Pace e
Contemplazione. Oltre a Capo Peloro il tratto di mare
antistante la litoranea da giugno in poi è supercontrollato.
Qui le scorribande degli acquascooter quest'anno sembrano
essere state più contenute. Le proteste sono invece
arrivate dalle spiagge della zona sud. «Per bloccare gli
acquascooter che mettono a rischio la sicurezza dei bagnanti
– sottolinea il comandante Sosta – è necessario un
servizio di pattugliamento a terra. In mare le moto d'acqua
facilmente riescono a sfuggire ai nostri controlli». Dal
momento della richiesta di intervento di una motovedetta
della Capitaneria di porto all'arrivo della stessa, infatti,
gli acquascooter hanno il tempo di allontanarsi o di
ritornare a riva. In questi mesi, comunque, sono stati
elevati diversi verbali per comportamenti contro la pubblica
incolumità, e in alcuni casi è stato sequestrato anche il
mezzo. Sulla strada del ritorno, anzi sulla rotta, al
sistema Vhf della Cp 2067 continuano a pervenire
comunicazioni sull'arrivo di navi nelle acque dello Stretto.
Per quelle di grossa dimensione è necessario il servizio di
pilotaggio. La Cp 852 rimane in mare. Si ritorna a terra
sempre a bordo della Cp 2067 che accosta subito dopo il
passaggio di un traghetto delle Ferrovie dello Stato.
Termina qui una mattinata a bordo delle motovedette della
Guardia costiera. Ma solo per noi, i comandanti con i loro
equipaggi non mollano l'ancora. Il mare è imprevedibile e
poi ci sono le piccole imbarcazioni da pesca da tenere sotto
controllo. Con l'intenso traffico marittimo dello Stretto
sono loro a rischiare di più.
20/8/2001 ( gazzetta del
sud )
Non è più possibile pensare di
fare sviluppare la città sbancando colline e aree verdi
Il
futuro? I progetti di riqualificazione
Tirone e zona
falcata le prime due “scommesse” da vincere
Forse è la
volta buona. Il risanamento del Tirone, acquisito il
carattere di emergenza di protezione civile, può
trasformarsi in realtà. A Messina solo così alcuni
progetti riescono a sbloccarsi. Quando i normali problemi
politico-amministrativi diventano questione di vita o di
morte, quando c'è in gioco la tutela della pubblica e
privata incolumità, allora finalmente si capisce che
occorre intervenire con terapie d'urgenza. Da oggi sarà
predisposto un piano di demolizione di tutte le baracche
esistenti e per le famiglie che dovranno sgomberare le
proprie abitazioni, il Comune provvederà all'acquisto di
alloggi volano utilizzando parte dei fondi ex Gescal. Nel
frattempo, si darà vita ad una società di trasformazione
urbana che avrà il compito di restaurare gli edifici
esistenti e di riqualificare il più antico rione della città.
Seppur necessitati da cause di forza maggiore, si tratta di
importanti passi avanti. Ma le condizioni del Tirone – lo
ha sottolineato il sindaco Leonardi di recente – sono più
o meno simili a quelle in cui versano innumerevoli altri
quartieri degradati e porzioni anche rilevanti del centro
urbano. Anche in altre baraccopoli il rischio per
l'incolumità delle persone è altissimo. La precaria
stabilità degli edifici e le situazioni igienico-sanitarie
da terzo o quarto mondo costituiscono un cocktail
“esplosivo”. Ecco, dunque, il tema assolutamente
prioritario, che dovrebbe essere messo al primo posto della
Conferenza programmatica annunciata dal sindaco per il
prossimo mese: il recupero e la riqualificazione del
territorio cittadino. Le procedure ordinarie fornite dalla
legge regionale del '90, quella che nel '90 fece arrivare a
Messina 500 miliardi (in massima parte ancora oggi non
utilizzati), non sono più sufficienti. Al Comune e all'Iacp
si possono chiedere tutti gli sforzi possibili ma il
percorso avviato difficilmente potrà portare all'obiettivo
finale in tempi ragionevoli. E allora ci vuole una nuova
mobilitazione, da parte di tutte le forze vive della città,
come avvenne (pur tra luci e ombre) nella stagione che
culminò con la legge speciale sul risanamento. Paragonare
la nostra ad altre realtà sembra un esercizio accademico,
un gioco quasi inutile. Eppure lo sforzo è proprio quello
di cogliere i segnali positivi che altrove sono diventati
realtà. Ci sono città italiane ed europee che nel giro di
pochi anni hanno cambiato pelle, procedendo ad una radicale
ristrutturazione di quartieri-ghetto, di lande desolate, di
vecchi agglomerati artigianali e industriali. Di recente,
alcune riviste settoriali hanno mostrato, con interessanti
reportage, il risveglio di “belle addormentate”, come
Bilbao in Spagna (grazie ai benefici portati dal capolavoro
architettonico del museo Guggenheim), come Montpellier in
Francia, come Birminghan in Inghilterra o Edinburgo in
Scozia. Realtà che hanno voluto riscoprire la loro
vocazione di città di fiume o di mare, incentrate comunque
su un porto diventato il perno di tutti i progetti e delle
iniziative di “restyling”. Quella che è stata definita
una nuova “frenesia urbanistica” ha contagiato anche
altri centri minori, in Europa e in Italia. In molte realtà
si fa a gara nel chiamare le migliori intelligenze del
settore, architetti, ingegneri e urbanisti di grido,
affidando loro il compito di “ridisegnare” il volto di
centri e periferie “sfioriti”, con opere in grado di
lasciare il segno anche nei decenni futuri. Dire che a
Messina le acque siano immobili sarebbe voler ignorare o
nascondere quei fermenti di vitalità che pure esistono,
malgrado siano soffocati dalle continue emergenze. I lavori
eternamente in corso lungo le strade e piazze della città
sono una piaga, una vera e propria iattura per residenti,
automobilisti e commercianti, ma quei cantieri quanto meno
testimoniano la volontà di iniziare un cammino, come
dimostrano gli interventi di riqualificazione delle vie e
dei marciapiedi del centro storico attorno al Duomo. E anche
le novità introdotte dal progetto della tranvia, piacciano
o meno, sono il frutto di un tentativo di dare risposta ai
drammatici problemi della mobilità urbana ma anche di
ripensare alcuni spazi-simbolo della città, come il viale
San Martino e piazza Cairoli. La volontà di investire
risorse sulla propria città da parte di alcuni imprenditori
privati è un altro segnale da non disperdere. Se tutto ciò,
però, non rientra all'interno di un progetto coerente e
organico, qualunque sforzo è destinato ad essere inutile,
anzi forse dannoso. Per questo, ciò che accadrà nelle
prossime settimane al Tirone può diventare un importante
momento di svolta, se si capisce che prima di ogni altra
cosa viene il Risanamento con la R maiuscola. Non il
semplice sbaraccamento ma un modo di ribaltare le vecchie
logiche. Qualcuno ha storto il naso quando un imprenditore
privato ha chiamato in città un architetto di fama europea
come il galiziano Cesar Portela, specialista nel recupero
del water-front. In realtà, nessun progettista messinese
dovrebbe sentirsi offeso. Messina potrebbe, anzi dovrebbe,
diventare un grande laboratorio di idee, di progetti, di
iniziative concrete, proprio perchè è una delle città che
ha più bisogno di “ripensare” se stessa.
20/8/2001 (
gazzetta del sud )
fiera / Il commissario
Marcello Greco moderatamente soddisfatto ma il futuro impone
ben altre sfide
Chiusa la Campionaria, adesso si deve voltar
pagina
Chiusa a
mezzanotte la Campionaria, adesso si può ragionare a bocce
ferme. La sessantaduesima edizione va in archivio e ha buoni
motivi per essere moderatamente soddisfatto il commissario
straordinario, avv. Marcello Greco, il quale si è trovato a
dover gestire la fase più incerta della pur travagliata
storia della Fiera di questi ultimi anni. La “festa di
popolo” si è svolta nonostante tutto, ha avuto un
discreto successo di pubblico ed è servita ad animare le
serate altrimenti squallide dell'estate messinese 2001,
caratterizzata da rarissimi eventi e da un preoccupante
vuoto di iniziative culturali. Ma da oggi si deve
obbligatoriamente voltare pagina ed è indispensabile che
gli amministratori e i rappresentanti delle istituzioni non
si limitino a passerelle e dichiarazioni di circostanza, ma
comprendano l'importanza della “sfida” a cui è chiamata
la nostra città. Il rilancio di Messina è anche legato al
rilancio della sua Fiera ma, per raggiungere tale obiettivo,
occorre finirla una volta per tutte con l'ipocrisia, il
provincialismo e la demagogia. La mostra sulla storia della
squadra di calcio del Messina, l'esposizione delle vecchie
carrozze della famiglia Molonia o la presenza della
nazionale di Spin Aerobic sono state simpatiche iniziative
collaterali ma fare della Fiera un traino dello sviluppo
dell'intera economia messinese è ben altra cosa. Ci
vogliono idee, progetti e, soprattutto, strutture. La
Campionaria, così com'è, è solo un relitto del passato.
Si salvi pure la festa popolare, di cui i messinesi non
saprebbero più fare a meno (e che, comunque, crea movimento
in città, attirando un non indifferente flusso turistico),
ma si impostino programmi a breve, media e lunga scadenza
con l'obiettivo di dar vita ad un vero polo produttivo, che
non può prescindere da una collocazione diversa del
quartiere fieristico. Il sindaco Leonardi ha più volte
ribadito che la Fiera deve restare nella cittadella di viale
della Libertà, nonostante il soggetto titolare della
concessione non sia più l'Ente ma una società privata, la
Compagnia del Mare. Nell'immediato, è bene che ciò accada
ma l'amministrazione comunale deve anche muovere tutti i
passi possibili perchè la prospettiva del trasferimento in
una sede più idonea (servita da aree di sosta attrezzate e
collegata direttamente alle autostrade) diventi un'ipotesi
concreta. D'altra parte, è questa la volontà unanime delle
forze politiche che hanno inserito nella nuova variante al
Piano regolatore l'indicazione di una nuova localizzazione
nella zona sud. A meno che non si vogliano azzerare, come
sta avvenendo su molti altri fronti, le previsioni del Prg
prima ancora che esso torni approvato da Palermo. Ci sono
aree disponibili (vedi i terreni dell'ex Sanderson) e la
possibilità di utilizzare ingenti fondi comunitari
destinati proprio all'incentivazione di attività produttive
nelle realtà dove esistono Fiere di consolidata tradizione.
Si vada a Milano, a Verona, a Rimini e si confronti ciò che
in quelle realtà significa “fare fiera” con la nostra
attuale situazione. Voler bene ad un'istituzione storica e
gloriosa come la Fiera di Messina significa metterla nelle
condizioni di stare al passo con i tempi, senza continuare a
piangersi addosso.
20/8/2001 (
gazzetta del sud )
Ci sono grandi progetti
per lo sviluppo dell'area di Capo Peloro ma occorre trovare
subito soluzioni per i gravi problemi del presente
La qualità della vita è condizione della
rinascita turistica
Il futuro di
Torre Faro potrebbe rappresentare uno degli elementi chiave
della generale rinascita di Messina come città turistica
dello Stretto. Ma andrà sempre tenuto a mente che nessuno
degli obiettivi più ambiziosi sarà risolutivo se prima non
verranno assicurati ai cittadini e ai turisti (che ci sono
già) i servizi basilari: dalla pulizia delle spiagge, alla
manutenzione del verde pubblico, dall'arredo urbano alla
ristrutturazione della rete fognaria ridotta a colabrodo. I
grandi obiettivi potranno rappresentare un importante
stimolo perché il Comune metta in campo quella “gestione
del quotidiano”, che a Torre Faro è ancora quasi
inesistente Non potranno, però, essere usati come il
piffero magico con cui far dimenticare quelle questioni che,
adesso, pesano sulle spalle di cittadini e visitatori, anche
perché quelle mete sono lontane. Lo dimostra l'unica
esperienza che appaia, oggi, prossima a innescare il
processo della riqualificazione di Capo Peloro: il parco
letterario “Orcynus Orca” che sarà ubicato nell'ex Tiro
a volo e nella Torre degli inglesi e che è stato ideato da
alcune associazioni con l'appoggio di qualificati enti
pubblici. È bastato un imprevisto positivo, fortunato,
quale il ritrovamento di alcuni resti romani, per far
slittare da giugno a settembre il completamento di questa
struttura turistico-culturale. Sono previsti, oltre alla
zona archeologica, biblioteche, musei del mare, sale di
lettura interattiva e multimediali con la possibilità di
vedere e ammirare in tempo reale le bellezze dei fondali
dello Stretto. Figurarsi cosa può accadere quando si
verificano gl'immancabili intoppi. È capitato, ad esempio,
all'iter dell'iniziativa più rilevante che sia stata mai
intrapresa dal Comune di Messina per far decollare una
collaborazione con gli imprenditori, finalizzata allo
sviluppo di una zona paesaggistica dalla bellezza mozzafiato
e comprensiva di strutture come il Pilone, l'area dell'ex
teatro di Capo Peloro e dei decrepiti e degradati cantieri
ex Sea Flight. Parliamo del «Bando di concorso europeo di
idee per la riqualificazione ambientale e funzionale
dell'area di Capo Peloro» nella cui filosofia profondamente
credono tanto il sindaco Salvatore Leonardi quanto
l'assessore alle Infrastrutture territoriali Gianfranco
Scoglio. La commissione aveva scelto un progetto ma il
ricorso al Tar di un altro progettista, escluso dal concorso
per una questione di termini, ha già determinato il blocco
dell'iter. Nel frattempo, mentre s'attende il delinearsi di
tali ampi, illuminanti orizzonti, la Torre Faro di tutti i
giorni rischia di sprofondare sempre più nell'incuria,
nella sciatteria e nella dimenticanza. È diffusa
l'impressione che non si sia sia raccolto il segnale di
vitalità e fantasia che, nello scenario magico dello
Stretto è stato dato dai giovani imprenditori del nuovo
turismo dei lidi stagionali. Dov'è l'ente pubblico? Cesare
Finocchiaro, 61 anni, bibliotecario, faroto da più
generazioni, parla col cuore in mano: «Torre Faro, se fosse
stata nei decenni al centro delle attenzioni e degli
investimenti di cui ha beneficiato Taormina, sarebbe il
luogo più incantevole al mondo. Adesso – osserva – si
parla di grandi progetti ma si dimentica, tanto per fare un
esempio, che nelle case riceviamo l'erogazione idrica
esclusivamente dalle 6 alle 7 e mezza del mattino». E l'ex
presidente dell'Atm Gabriele Siracusano, che villeggia in
via Marina, lancia un appello: «Si facciano, da subito, le
cose semplici per sostenere, in condizioni di decoro, il
grande flusso dei residenti e dei turisti. Per esempio, si
potrebbe richiedere all'Enel l'ampia area dismessa dell'ex
centrale e utilizzarla come parcheggio consentendo ai
turisti di raggiungere agevolmente il mare coi bus navetta e
decongestionando così il traffico». Cosa accadrebbe
insomma se il Comune, a partire dalle piccole cose, si
prendesse cura di Torre Faro?
20/8/2001 (
gazzetta del sud )
Il popoloso villaggio non beneficia di
servizi elementari e di attenzioni pari alle sue grandi
potenzialità turistiche
Torre Faro, il borgo umiliato
Marciapiedi sommersi dalle erbacce, parco giochi
distrutto, fognature costantemente rotte
Un rapido giro
per Torre Faro, in bilico tra il Paradiso del panorama e
l'inferno creato in anni e anni di incuria e mancanza di
servizi a cura degli “amministratori”. Eppure
quest'inferno di sporcizia, erbacce alte un metro e passa,
fognature che scoppiano, potrebbe senza particolari sforzi
– garantendo anzitutto i servizi elementari –
rappresentare l'ineguagliabile fiore all'occhiello, il vanto
nel mondo della nostra città. La ricognizione comincia dal
cuore del villaggio, dalla strada d'ingresso e dalla piazza
più grande distesa come una terrazza sul mare dello Stretto
davanti alla chiesa della Madonna della Lettera. Tante
stampe antiche la ritraggono come uno dei luoghi più
pittorici e antichi espressivi del rapporto di Messina coi
suoi pescatori, le sue feluche, il suo mare. Ma basta
gettare uno sguardo nella parte più alta della spiaggetta
centrale, gremita di barche, al di là del muretto su cui
ogni sera gli anziani siedono a conversare, per trovarvi un
immondezzaio fatto di cartacce e residui organici così
stratificato da far rilevare che, a parte l'inciviltà di
alcuni sconsiderati, i servizi di pulizia comunale, a Torre
Faro, funzionano male o all'insegna di un bel
“paraocchi” che magari, nella mente di qualcuno, troverà
la seguente giustificazione: «siccome la pulizia della
spiaggia non è – o, meglio, non sarebbe – di competenza
degli operatori comunali, questa spazzatura può stare lì
all'infinito...». Insomma l'esatto opposto della mentalità
da città turistica, o più semplicemente civile! Ma la
sporcizia diffusa nel cuore di Torre Faro, così come la
mancanza di interventi per la disinfezione dei cassonetti,
non arriveranno mai a creare gli scenari da Terzo Mondo
determinati dall'assoluta mancanza della cura e della
manutenzione del poco verde pubblico esistente nel
villaggio. Alcuni marciapiedi si presentano come distese di
erbacce alte fino a un metro e mezzo, sterpaglie secche che
fuoriescono dalle fessure delle mattonelle sconnesse o
proliferate come rampicanti sulle pareti. Seguendo questo
tipo di sentiero selvaggio, nella via Scuole, si arriva
all'omonima «Villetta Scuole», l'unico spazio verde che
era stato originariamente pensato per assicurare giochi ai
bambini o riposo e frescura agli anziani (considerato anche
che l'area alberata di via Circuito è stata ridestinata a
camping privato dal Ministero delle Finanze che ha
rinunciato alla prospettiva di favorire la nascita di
un'oasi verde aperta a tutti di fronte al mare). È ormai
arcinoto, da tempo, come la Villetta Scuole sia finita nel
degrado. Ma al peggio, si sa, non c'è mai fine. Ieri la
“Villetta Scuole” si presentava, nelle sue ex aiuole,
come una indistinguibile distesa di foglie secche e erbacce
d'ogni altezza, frasche e resti di alberi solo in parte
potati da qualche volenteroso, escrementi di cani lasciati
dai soliti incivili: tutto ciò costituisce l'habitat ideale
per il proliferare di scarafaggi e topi senza contare
l'incubo delle zecche. Leo Cordaro, 69 anni, risiede a poche
decine di metri da tutto questo e ricorda ancora «quando
due anni fa, le zecche camminavano a nugoli su quella parete
con grave pericolo per tutti noi. Abbiamo dovuto protestare
a lungo e fare pure una raccolta di firme. L'ultimo
intervento di potatura e pulizia risale proprio ad allora».
Ma i motivi di preoccupazione, ratti e parassiti a parte,
riguardano anche il parco giochi. Sono cadute nel nulla le
segnalazioni fatte più volte dalla Gazzetta del Sud, così
come dalla Legambiente Messina in un apposito dossier, sugli
elementi di rischio presenti in queste giostrine vecchie e
inservibili. La giostra coi seggiolini non gira più e offre
solo la sua ruggine, quella per il dondolo a due non ha più
sedili ed è solo un lungo ferro arrugginito che giace
obbliquo al suolo. Lo scivolo, invece, termina su una lastra
appuntita di calcestruzzo, l'esatto contrario
dell'atterraggio morbido richiesto dalle norme sulla
sicurezza. Insomma per i bambini meglio «non giocare».
Passando a un altro settore, altrettanto importante per la
qualità della vita specie in un un borgo turistico, quale
quello dell'arredo urbano, ci si mette pure, in parte, le
mani ai capelli. Da un lato bisogna ricordare che
l'amministrazione comunale, in particolare l'assessore
all'Arredo, Pietro Alibrandi, ha portato a termine il
restauro della statua dell'Angelo (che aveva un'ala
spezzata) nella piazza maggiore provvedendo al contempo
all'installazione di alcuni sedili in travertino simili a
quelli collocati nella nuova piazza Cairoli. Probabilmente
però, non sarebbe stata male anche qualche panchina con
spalliera soprattutto a beneficio dei tanti anziani del
villaggio. Riconosciuto quest'intervento positivo, va però
ricordata e biasimata la grottesca situazione in cui si
trova, poche decine di metri più avanti lungo la via Torre,
la successiva piazzetta che pure affaccia su uno scorcio
straordinario dello Stretto. Campeggiano al centro dello
spiazzo, da anni e anni, le rovine e i frammenti della stele
dedicata a Garibaldi che «il 6 agosto del 1960 – come
ricorda con immutata amarezza Stellario Cingotta, 73 anni
– venne inaugurata con tutt'altre prospettive. Era una
bella stele, collocata in questo storico luogo: da questa
spiaggia, qui di fronte, Garibaldi salpò per la Calabria
nell'impresa dei Mille». Cosa accadde poi? «Qualcuno la
ruppe molti anni fa, la Soprintendenza ne prelevò la parte
più preziosa per proteggerla dai vandali ma da allora,
chissà perché, non è stata più riparata e ripristinata».
In fondo al baratro c'è poi l'intollerabile stato delle
fognature. Qui le responsabilità vanno ripartite tra tutte
quelle generazioni di amministratori che nel corso degli
ultimi decenni si sono dimostrati incapaci di affrontare
alla radice l'essenziale questione. Condotte, impianti e
pozzetti costruiti quando la popolazione di Torre Faro era
di due o tremila persone, adesso che specie d'estate
oltrepassa di molto le diecimila, “scoppiano” di
continuo con fuoruscite e stagnazioni di liquami all'aperto
che non hanno eguali, per quantità di liquido e per durata,
nemmeno nelle periferie più desolate della zona sud.
Proprio nel pomeriggio di sabato un nuovo grave sversamento
di liquami si è verificato sulla carreggiata stradale in
prossimità di un noto ristorante di via Marina di fuori.
Due curve addirittura si sono trasformate in fetibonde
“piscine”. Sul posto sono intervenuti d'urgenza una
squadra per l'espurgo, i tecnici comunali e lo stesso
assessore alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio. Ancora una
volta è stata turata una falla in una “nave” che
somiglia sempre più a un colabrodo con alcune avarie ormai
permanenti. Basti pensare, ad esempio, alla sofferenza della
titolare e e dei clienti di un'apprezzata pasticceria
all'ingresso del borgo dov'è possibile gustare la granita,
seduti ai tavolini all'aperto: questi sono vicini, però, a
un bel giardino in cui, circa ogni 15 giorni, a causa della
rete inadeguata (con varie case al di sotto del livello
delle condotte) si riforma uno stagno di liquami con tutto
il suo fetore.
20/8/2001 ( gazzetta del
sud )
«La
Fiera abbandonata da chi non si è assunto l'onere di
smantellarla»
Non è certo
una ricerca facile o semplice quella di sapere quanti siano
i messinesi, «responsabili» in qualche modo della cosa
pubblica o anche semplici cittadini, che hanno avuto modo di
apprezzare quei volumi in cui sono descritti la storia della
Fiera ed il suo evolversi nelle parti architettoniche e
paesaggistiche dalla sua allocazione nell'attuale sito ai
nostri giorni. Vi sono delle fotografie che mettono in
risalto l'attenzione che veniva prestata alle attività
fieristiche da parte delle imprese produttive o commerciali
che operavano in città, valga per tutte quelle che, per
ultima, ha lasciato l'area fieristica, la ditta «Irrera»;
ma non vanno dimenticate le presenze di strutture pubbliche
ed economiche ed Enti vari che, in occasione delle Fiere,
montavano padiglioni di estremo interesse.
Ma una cosa con molta probabilità i non addetti ai lavori
sconoscono, i soci fondatori sono così come citati dallo
statuto in vigore: la Camera di Commercio di Messina, la
Provincia ed il Comune di Messina, oltre all'Azienda
Autonoma di Soggiorno e Turismo ed il Banco di Sicilia; tra
i soci aderenti troviamo le associazioni di categoria, gli
istituti di credito, il socio benemerito Banca del Sud e gli
Enti locali territoriali della Sicilia. Ora, davanti a
questo tipo di presenze, oltre alle altre previste dallo
statuto, con tanto di posto nel Consiglio generale, quali i
rappresentanti della Presidenza della Regione e di ben
quattro assessorati regionali, viene da chiedere come si sia
arrivati all'attuale fase di stallo o sarebbe forse
opportuno dire di declino. Non vorrei tediare il lettore con
altri dettagli tecnico-legislativi, visto che gli stessi non
sono intangibili, ma si possono modificare a seconda delle
circostanze. Alcune richieste del Consiglio comunale in
materia urbanistica sono la più recente testimonianza di
quanto qui asserito; si dirà che quella è un'altra storia,
la verità è un'altra.
Sulla scorta di quanto sin qui esposto, su una cosa si può
essere certi: la Fiera è stata abbandonata a se stessa, per
una serie di circostanze e di fatti che sono stati abilmente
utilizzati da chi non voleva assumersi l'ingrato compito del
suo smantellamento, salvo ad entrare pesantemente nella
gestione con la nomina di ben due commissari, con lo
specifico compito di creare le condizioni per arrivare ad
oggi, con l'Ente Autonomo Fiera di Messina, Ente pubblico
economico, ospite pagante di una società di diritto
privato. Al momento, non si possono giudicare le intenzioni
degli imprenditori a cui fa capo la «Compagnia del mare»,
ma ci sono alcuni elementi del progetto presentato qualche
tempo fa, che sembrano in contrasto con le affermazioni del
sindaco, Turi Leonardi, in particolare quando parla
dell'ipotizzato punto d'attracco delle navi da crociera
nell'area della cittadella. Nel contempo, stanno venendo al
pettine le incongruenze o i limiti di una struttura che
doveva essere supportata non solo con interventi finanziari,
ma con suggerimenti gestionali e rapporti di vario tipo e
natura nel mondo delle Fiere, per riprendere quel posto che
occupava sino agli Anni '60. Immettendo questi elementi in
un frullatore virtuale, tipo quelli che si trovano per
l'appunto nei viali della Fiera, viene fuori un composto dal
colore e dal gusto indefiniti; e fuor di metafora non si
capisce perché il «bene della città» sia sempre di
difficile individuazione o non trovi percorsi generalmente
condivisi, idonei alla sua attuazione effettiva; viene il
dubbio che vi sia una volontà superiore che impedisca una
crescita di questa città turistica... per decreto!
21/8/2001
( gds )
Controesodo, stress e lunghe
attese agli imbarcaderi
Un fiume di auto
ha invaso da due fronti opposti la città. Intasate sino
all'inverosimile via La Farina, il cavalcavia viale
Boccetta, viale della Libertà sino al primo pomeriggio. La
situazione si è normalizzata soltanto in serata. Questa
volta oltre agli imbarcaderi privati sono stati presi
d'assalto anche quelli delle Ferrovie dello Stato dove in
molti pensavano di trovare la strada sgombra. E' dovuta
intervenire anche la Protezione civile per far fronte
all'emergenza controesodo.
Inattesa ondata di auto dirette in continente.
Contrariamente a quanto previsto i vacanzieri hanno
preferito trasferirsi nei posti di residenza sin da ieri. Il
flusso maggiore di veicoli infatti era previsto per giovedì.
La macchina organizzativa comunale non si è lasciata
trovare impreparata. Qualcuno però, è il caso
dell'ingegnere Mario Pizzino (nella foto) capo del
dipartimento di Protezione civile, ha dovuto rinunciare ad
una giornata di ferie e probalmente farà altrettanto oggi.
Il traffico è andato in tilt sin dal mattino. I vacanzieri
che tornavano dlle piu' disparate località dell'isola si
sono riversati sul viale Boccetta sin dalle 8,30. Il
risultato qualche ora dopo era sotto gli occhi di tutti. La
fila agli imbarchi della navi Caronte-Tourist è arrivata
sino a largo Minutoli. Oltre tre ore di attesa per
raggiungere l'agognato traghetto.
In molti, forse scoraggiati dalle code trovate davanti alle
private, hanno pensato poi di trasferirsi agli imbarchi
delle Ferrovie e nella zona falcata. La scena delle code si
è però presto ripetuta. L'attesa non ha comunque superata
i sessanta minuti. Il traffico cittadino ne ha risentito
notevolmente. La protezione civile e l'Amam hanno
distribuito acqua per l'intera giornata alleviando i disagi
dovuti al caldo.
21/8/2001
( gazzetta del sud )
Controesodo / Ha funzionato questa volta
il tam-tam dei vacanzieri che si sono divisi tra i vari
imbarcaderi
Presi d'assalto anche i traghetti Fs
Tre ore di attesa alle navi private, sessanta
minuti a quelle delle Ferrovie
Attese di tre
ore agli imbarcaderi privati e di un'ora a quelli delle
Ferrovie. La zona centro-nord della città ancora una volta
«collassata» da un traffico che non ci appartiene. Ecco la
seconda vera giornata di controesodo dopo quella che si è
registrata sabato scorso. Ieri però tutto è finito intorno
alle 18/18,30 dopo l'ennesimo “tour de force” di polizia
stradale e vigili urbani che hanno cercato ancora una volta
di far pagare meno “dazio” possibile ai residenti. La
mattinata dei vacanzieri è cominciata presto. Già intorno
alle 7 si sono registrati i primi arrivi lungo le due
barriere autostradali di Tremestieri e Divieto, sulla A18 e
sulla A20, arrivi costantemente monitorati dalla Polstrada.
Il traffico è andato via via aumentando e già a
mezzogiorno sono cominciati i problemi lungo l'asse
Boccetta-Garibaldi-viale della Libertà, con un flusso
continuo di mezzi in uscita dalla tangenziale. Ieri però, a
differenza degli altri giorni critici, per tutta la
mattinata si è registrata una costante affluenza di mezzi
anche agli imbarcaderi delle Ferrovie. Probabilmente molti
automobilisti, saputo delle lunghe code al serpentone
d'imbarco della rada San Francesco – e anche grazie a una
nuova segnaletica di recente installata, più chiara –,
hanno deciso di dirottare la marcia verso la via La Farina e
imbarcarsi sui mezzi delle Fs (la coda nel periodo di
massima intensità di traffico è arrivata fino alla fine
del Cavalcavia, quasi all'incrocio con via La Farina). Per
quanto riguarda l'afflusso di mezzi agli imbarcaderi della
Tourist-Caronte la punta massima si è registrata intorno
alle 17,30 quando la teoria di auto arrivava fino a Largo
Minutoli. Anche ieri la Protezione civile è intervenuta per
rifocillare soprattutto con bevande gli automobilisti in
coda verso gli imbarcaderi privati. Per tutta la giornata
sono stati impegnati 54 vigili urbani in servizio “h24”
ma nel pomeriggio il comandante Calogero Ferlisi è stato
costretto, vista l'emergenza, ad impegnare anche altre
pattuglie, che erano in servizio in altre zone della città.
Sempre intorno all'ora critica, nel pomeriggio, si è
pensato anche di creare alcune aree di stoccaggio lungo la
tangenziale, poi per fortuna tutto ciò non si è reso
necessario. Tornando alle code di vacanzieri in attesa,
quella lungo il Cavalcavia si è esaurita già nel primo
pomeriggio, mentre quella al Serpentone d'imbarco dopo la
punta massima delle 17,30 è andata via via scemando, e già
intorno alle 20 la situazione era definita «normale» dagli
addetti ai lavori. Lungo il viale della Libertà la
transennatura dei cantieri del tram continua a creare
problemi: consente ai vigili di disporre soltanto due file
di auto; in alcuni tratti sarebbe bastato rientrare di
qualche metro la rete di protezione per incolonnare i mezzi
nella terza fila.
22/8/2001 ( gazzetta del
sud )
Sarà insediato un comitato
interministeriale per la scelta degli elaborati da mettere
in gara
Approdi, i progetti inviati al Cipe
Tirone: va in giunta l'ipotesi della società di
trasformazione urbana
Una
commissione interministeriale per valutare i progetti dei
nuovi approdi, una società di trasformazione urbana per
restaurare il Tirone. Secondo l'assessore alle
infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio, entrano
nella fase decisiva le procedure di alcune delle più
importanti iniziative degli ultimi decenni a Messina.
L'amministrazione comunale, nonostante le polemiche sulla
scelta del “doppio approdo”, prosegue sulla strada
tracciata dalla commissione Misiti. Dopo aver acquisito le
proposte presentate dai gruppi imprenditoriali privati
disposti a realizzare le strutture in “project
financing”, adesso il Comune deve compiere il passo
successivo, quello della scelta definitiva del progetto. Per
quel che riguarda l'approdo a Tremestieri, le offerte in
campo sono quelle del gruppo Tourist-Caronte e della società
Amadeus del cavaliere Amedeo Matacena. Due anche i progetti
per l'Annunziata: quelli della Tourist-Caronte e dello
studio degli ingegneri Galatà. «La legge – spiega
l'assessore – ha istituito a livello nazionale i nuclei di
valutazione interministeriali che diventano un valido
supporto alle strutture amministrative locali. Ed è per
questo che, nel caso dei “project financing”, il Comune
ha inviato i progetti al Cipe. La collaborazione degli
esperti dei vari ministeri sarà gratuita. La commissione
sarà presieduta dal responsabile del procedimento che dovrà,
comunque, essere un dirigente comunale. Si procederà,
quindi, alla analisi multicriteri e all'individuazione del
progetto da mettere in gara. Contiamo di chiudere l'iter
entro l'inizio del prossimo anno». Le stesse procedure
valgono anche per le altre opere oggetto di “project
financing”, cioè i centri direzionali previsti
all'isolato 88 del viale San Martino e in via La Farina. Il
Tirone sarà invece l'argomento principale della seduta di
giunta prevista domani. L'assessore Scoglio presenterà una
relazione concernente l'ipotesi di costituzione della nuova
società di trasformazione urbana. Nello stesso tempo il
sindaco Leonardi e l'esecutivo comunale dovranno vagliare i
contenuti dei rapporti tecnici firmati dai dirigenti del
dipartimento della protezione civile, dalla polizia
municipale e dalle autorità sanitarie. Sbaraccare il Tirone
ormai è un dato di fatto, un'esigenza irrinunciabile e
improcrastinabile. Il problema è come farlo, con quali
procedure, in quanto tempo. La disponibilità di una parte
dei fondi ex Gescal facilita il compito del Comune che potrà
acquistare sul mercato alloggi volano da destinare alle
famiglie sgomberate. Ma l'obiettivo è quello di inserire
tutte le iniziative, compreso il progetto di restauro del
Terzo Ordine regolare di San Francesco, in un quadro
organico di interventi. «La società di trasformazione
urbana – afferma Scoglio –, di cui faranno parte gli
enti pubblici, i privati titolari delle aree e degli
immobili ed anche le banche, è uno strumento legislativo
agile e moderno in grado di superare intoppi e difficoltà
burocratiche. Questo è ciò di cui il Tirone ha bisogno ed
è interesse dello stesso Ordine francescano avere la
garanzia che il proprio intervento non si limiti ad essere
una cattedrale nel deserto. Noi immaginiamo il Tirone come
un cuore che torni a battere, con il restauro delle antiche
botteghe dove potrebbero essere trasferite le attività di
orafi e argentieri, nel solco della gloriosa tradizione
messinese. E intendiamo collegare i piani di restauro del
Tirone con la riqualificazione di tutta quella porzione di
centro urbano, compresa la vecchia piazza del Popolo».
22/8/2001 ( bob brown )
Sciuscià e il Ponte
interrogativo
La
trasmissione di Raidue del 21/08/01, peraltro in replica,
ci ha dato modo di conoscere non solo aspetti
tecnico-pratici inerenti la costruzione del Ponte, ma ci
ha dato anche un'idea di come tutta la problematica
riguardante la problematica dello Stretto viene
interpretata dal resto dell'Italia.
Emerge
chiaramente che alla base del mancato progresso, prima di
tutto civile oltrechè economico e politico, di questa
città sta lo scontro tra chi si batte per il controllo
del settore del traghettamento e chi, invece, si batte per
la costruzione del Ponte.
Si tratta,
innanzitutto, di uno scontro mafioso (vedi dichiarazione
del procuratore Boemi sul controllo del mercato del
cemento da parte della 'ndrangheta) fatto di metodi
sporchi e violenti dove, ben presto, la malavita
organizzata farà senire la sua voce (quella delle lupare
e delle bombe) condotto su un territorio meraviglioso ma
anche fortemente arretrato sul piano
infrastrutturario:occorrono 5 ore per raggiungere in treno
Palermo da Messina, 7.30 da Trapani, manca il doppio
binario nella tratta ionica delle ferrovie calabre, mentre
per solcare lo stretto occorrono al massimo venti
minuti (con lo spostamento dell'approdo a Sud il tempo
sarebbe di 40' ma i mezzi entrerebbero subito in
austostrada).
Oltre agli
aspetti tipicamente ambientali, vedi il destino di
villaggi come Torre Faro-Ganzirri-Scilla-la Costa Viola,
l'autore del servizio ha posto in evidenza quello non
citato nemmeno nella relazione degli advisor: ovvero il
costo degli espropri di centinaia di case e terreni su cui
si scatenerà una gigantesca speculazione (su tale area
"insistono" le ville di quelli che vogliono il
Ponte nonchè interi villaggi costruiti con i soldi
ricavati dal traghettamento). A
tale proposito non è mancato un breve quanto incisivo
cenno sulla disparità del servizio di traghettamento
offerto dal vettore pubblico e da quello privato con
l'evidente favoreggiamento (concorrenza passiva) da parte
del primo a vantaggio del secondo.
Gran parte
dell'opinione pubblica del paese conosce quindi l'essenza
del problema i cui protagonisti sono imprenditori predoni
che sottopongono alla firma di politici servi e corrotti i
loro progetti per il saccheggio totale della città, nonchè
losche e lugubri figure di direttori-presidenti ubriachi
di se stessi e di paranoia(se la mafia è in grado di
costruire il ponte ben venga la mafia........)
23/8/2001 ( gazzetta del
sud )
Si
è rinnovata l'offerta del cero votivo a Santa Eustochia
«Guida i nostri progetti»
L'invocazione del sindaco Salvatore Leonardi
Rosario Urzì Nel segno della continuità, si è ripetuto
ieri il secolare omaggio di fede e di devozione alla Santa
Eustochia Smeralda Calafato. Messina si è portata ai piedi
della «sua» figlia e patrona nel giorno dell'ostensione
del suo corpo incorrotto per offrire – tramite il suo
primo cittadino Salvatore Leonardi – un cero votivo e per
implorare la sua potente intercessione per grazie e
benedizioni. Un rito antico, che si perpetua nel «decreto»
del Senato di Messina datato 2 luglio 1777 con l'offerta di
un cero di «38 libbre lavorate» alla «Beata Madre
Eustochia». Il rito liturgico presieduto dall'arcivescovo
mons. Giovanni Marra è stato officiato nello splendido
altare realizzato al Monte di Pietà, alla cui sommità si
ergeva la maestosa immagine di Santa Eustochia e
concelebrata da padre Salvatore Arcidiacono e padre Gino
Cisternino nel 60. di sacerdozio, da don Ferdinando Aronica,
Giuseppe Catanzaro, Andrea Isgrò e Francesco Tomasello nel
50.; da mons. Santi Colosi nel 25., da mons. Pietro Aliquò
(cappellano di Montevergine) e da altri presbiteri; mentre i
canti sono stati eseguiti da coro «S. Maria Goretti»
diretto da Filippo Iacona. Il suggestivo, secentesco atrio
di proprietà dell'Arciconfraternita degli Azzurri, ormai
tradizionalmente concesso per la fruizione della solenne
cerimonia, era gremito di fedeli, di rappresentanti del
civico consesso, di autorità e di associazioni di
volontariato, a suggello di una devozione forte verso la
santa messinese. «Messina – ha detto il prof. Antonino
Barbera – è qui presente con le sue più alte cariche
istituzionali per adempiere un atto votivo promesso dai
nostri padri; è qui in comunione di preghiera con la sua
santa concittadina soprattutto per implorare copiose
benedizioni celesti. Il cero votivo offerto dal sindaco
Leonardi – ha precisato il prof. Barbera – è una
pittura realizzata dalla dott. Rita Sottile, la quale – su
proposta del Comitato di Montevergine – con appropriata
simbologia figurativa ha rappresentato "Messina, città
di Maria". La lettura del decreto del Senato messinese
è stata curata dall'avv. Natale Grillo, presidente del
consiglio del XIII Quartiere. In sintonia con lo storico
documento, il sindaco Leonardi dopo aver acceso il cero
votivo, ha rinnovato «con viva fede» i voti tramandatici
dai nostri padri e ha invocato S. Eustochia «a preservarci
da ogni pericolo, a esserci guida nei nostri progetti e
nella soluzione dei tanti gravi e complessi problemi».
Particolarmente ricca di contenuti spirituali l'omelìa
dell'arcivescovo mons. Marra, il quale ha sottolineato come
Eustochia Smeralda abbia dedicato interamente la sua vita
(morì a 51 anni) alla preghiera, alla contemplazione della
Passione, della Croce di Cristo. «Eustochia – ha aggiunto
il prelato – illuminata e chiamata da Dio volle entrare
nel monastero per condurre una vita religiosa claustrale
fondata sulla preghiera, sulla contemplazione, sulla
penitenza. Il suo corpo incorrotto da oltre cinque secoli
ravviva la "fiaccola accesa" di Montevergine, dove
le clarisse vivono in preghiera la loro esistenza di
clausura, che non è isolamento dal mondo, ma è donarsi
interamente a Dio per la salvezza del mondo. Uniamoci – ha
concluso l'arcivescovo Marra – alla preghiera del sindaco
Leonardi, affidiamoci al prezioso ed efficace strumento di
intercessione di S. Eustochia perché sostenga i nostri
malati, i nostri anziani. Raccogliamo l'invito di Eustochia
Smeralda ad amare la Chiesa che compie missione di
evangelizzazione nel mondo e ad amare la città per una
società più giusta. Guardiamo e ammiriamo il suo fulgido
esempio di santità perché la nostra vita possa aprirsi
alla fede genuina nell'operare in amore e in solidarietà
verso i nostri fratelli». Il corteo di fedeli ha poi
raggiunto la cappella che custodisce il corpo incorrotto
della Santa Eustochia, alla quale il sindaco Salvatore
Leonardi ha rinnovato l'offerta votiva e l'atto di
affidamento della città.
23/8/2001 (
gazzetta del sud )
Vacanzieri
alle prese con una serie di disservizi che la città
“offre”
L'odissea
dei turisti
L'ufficio
informazioni chiuso sabato e domenica
L'arrivo in città è difficile, e pure la permanenza.
Superato lo scoglio della fila agli imbarcaderi di Villa San
Giovanni il turista che sbarca a Messina si ritrova con i
disservizi dietro l'angolo. Prima tappa obbligatoria è
l'ufficio informazioni, soprattutto per chi è diretto in
provincia e che ha bisogno di opuscoli e piantine stradali.
Quello attivato dal Comune alla Stazione quest'anno è stato
particolarmente preso d'assalto per l'aumento del numero dei
turisti approdati in riva allo Stretto. Ieri mattina
entrando c'erano alcuni turisti arrivati da Como che hanno
apprezzato la presenza di un punto informativo a due passi
dagli imbarcaderi delle Ferrovie dello Stato. Peccato però
che l'assistenza ai turisti viene fornita solamente da lunedì
a venerdì. L'ufficio, rimane chiuso il sabato e la
domenica, paradossalmente anche d'estate. Il cartello sugli
orari indica: «L'ufficio rimane aperto da lunedì al venerdì
dalle 9 alle 13,30 e fino a giovedì anche dalle 15 alle 17».
Prima rimaneva aperto pure il sabato mattina, ma a quanto
pare per problemi di organico ed economici l'orario è stato
ridotto. Il fine settimana, quindi, si ricorre al “turista
fai da te”. Secondo ostacolo per chi decide di ottenere
informazioni sulla città e sulle località turistiche
dell'hinterland, è quello della mancanza di parcheggi anche
per una sosta di pochi minuti. I cantieri del tram, che
hanno modificato il volto di piazza Stazione, hanno
ulteriormente ridotto le aree a disposizione per i posti
auto. Gli addetti all'ufficio informazioni devono prendere
accordi con i vigili urbani per consentire la fermata delle
auto dei vacanzieri. Scene da film. Rimanendo in tema di
informazioni, da sottolineare come il gazebo allestito dalla
Provincia lungo la Cortina del porto, a servizio soprattutto
dei croceristi, sia un pò fuori mano dagli stessi. Chi
arriva dall'aeroporto di Reggio Calabria, tramite gli
aliscafi delle Fs, deve invece fare anche i conti con un
cancello non più grande di novanta centimetri, posto
all'ingresso del molo Luigi Rizzo nei pressi della
marittima, da dove passa chi appunto sbarca dai mezzi veloci
delle Ferrovie. Chi ha grosse valigie praticamente deve
faticare, senza poi pensare ai disagi dei disabili per i
quali non esiste una pedana, nè è stato previsto un
ulteriore accesso al molo se non quello di via Campo delle
Vettovaglie dove due anni fa una donna è stata travolta da
un tir. Per raggiungere l'aliscafo, inoltre, ci si deve
accontentare di una fatiscente passerella in legno. Lasciati
gli imbarcaderi delle Ferrovie, dove peraltro i turisti di
Como hanno anche segnalato la mancanza di indicazioni sulle
uscite dalle invasature («Ci siamo ritrovati sui binari»,
hanno detto), sosta obbligata per tutti è piazza Duomo. Qui
c'è una splendida Cattedrale ma manca un gazebo sulle
informazioni turistiche e sono in molti che non conoscono la
presenza dei Tesori del Duomo. Un altro capitolo riguarda
poi la ristorazione. A diverse associazioni, tra cui anche
Legambiente, sono giunte proteste sull'assenza nei locali
del listino prezzi. A quanto pare a molti turisti Messina ha
lasciato come ricordo un conto “salato”. L'assessore
all'Annona, Pino Cardile, ieri ha spiegato: «L'esposizione
del listino prezzi è obbligatoria per legge. Lo scorso anno
abbiamo fatto anche un'apposita ordinanza». Cardile ha già
dato ordine ai vigili di effettuare controlli nei locali.
Ultima nota stonata segnalataci la mancanza di isole
pedonali, dopo lo sgombero dei gazebi dalle vie limitrofe a
piazza Cairoli.
23/8/2001 (
gazzetta del sud )
I dati del
traffico di persone, auto e camion trasportati dalle navi
delle compagnie che operano tra Scilla e Cariddi
Sei
milioni di passeggeri transitati nello Stretto da gennaio a
luglio
Sei milioni di
passeggeri che hanno attraversato lo Stretto in questi mesi,
centomila corse effettuate da tutte le navi delle compagnie
che operano tra Scilla e Cariddi. Sono solo alcuni dei
“numeri” che fanno comprendere quanto sia imponente il
traffico nel nostro specchio di mare. A pochi giorni dalla
fine d'agosto si può fare un primo bilancio del traffico di
attraversamento, paragonando i dati del 2001 (ovviamente
aggiornati in maniera completa fino al mese di luglio) a
quelli dell'anno passato. Si tratta di dati elaborati dal
centro di calcolo dell'Autorità portuale, a cui tutte le
compagnie di navigazione periodicamente forniscono i
riferimenti del loro traffico in mare. Vediamo qualche
dettaglio in più. Fino al luglio di quest'anno sono
transitati nello Stretto 2.814.494 passeggeri in partenza, e
3.216.976 in arrivo. Sono state effettuate 44.863 corse in
partenza e 44.876 in arrivo. Questa la divisione tra auto e
camion. Sempre fino al luglio di quest'anno sono passate
699.326 auto in partenza e 741.575 in arrivo; 290.178 camion
imbarcati a Messina e 290.736 quelli arrivati. Un altro dato
di riferimento che però si riferisce solo al mese di luglio
di quest'anno, a confronto con quello del 2000: nel 2001 si
sono registrate quasi cinquecentomila partenze (490.854) e
oltre seicentomila arrivi (660.572) di passeggeri; nel 2000
invece le partenze erano state 480.193, gli arrivi 672.609.
C'è quindi una leggera flessione di partenze e un
incremento di oltre diecimila unità per quanto riguarda gli
arrivi. Sempre tenendo come riferimento il mese di luglio,
si può notare che nel confronto 2000-2001 le Ferrovie hanno
incrementato il dato dei passeggeri, delle auto e dei camion
in transito (soprattutto in partenza). Per quel che riguarda
la Tourist sulla rotta Messina-Villa San Giovanni da
registrare una leggera flessione nel settore auto (54.153 in
partenza nel 2001 contro le 56.138 del 2000; 64.512 in
arrivo nel 2001 contro le 70.363 del 2000). Nello stesso
settore, invece, la Caronte registra un incremento, sia in
arrivo che in partenza. Il dato che si riferisce solo ai
passeggeri in realtà è da considerarsi indicativo, perché
gli addetti ai lavori tendono quasi a raddoppiarlo in
relazione a tutti quelli che per un verso o per l'altro
durante la traversata non pagano il biglietto. Altri dati
dell'autorità portuale ci dicono anche che Messina è
attualmente il sesto porto-crociere d'Italia, a fronte delle
170 navi che ogni anno attraccano alla banchine del porto. A
questi dati globali bisogna poi aggiungere il trasporto
veloce effettuato con i catamarani delle Ferrovie tra
Messina e Reggio Calabria e tra Messina e l'aeroporto dello
Stretto. Nel 2000 sono passati circa un milione di pendolari
a piedi, altrettanti ne dovrebbero passare, secondo le
previsioni, alla conclusione di quest'anno.
23/8/2001 (
la sicilia )
Incidente
sulla tangenziale con un ferito
Ancora una volta, la tangenziale si conferma una delle
arterie a maggior rischio incidenti. Uno scontro tra una
macchina e un camion si è verificato dopo le 10 di ieri in
direzione Catania-Messina. Ad avere la peggio è stato un ex
agente di polizia, ormai in pensione, Santo Runfolo. Per
qualche ora si è temuto per le sue condizioni, poi, nella
tarda mattinata, i medici lo hanno dichiarato fuori
pericolo. La prognosi è, comunque, riservata. Ancora da
chiarire, invece, la dinamica dell'incidente. Gli agenti
della Polstrada, intervenuti sul posto, non hanno fornito
molti particolari. Il sinistro è avvenuto al km. 3, nei
pressi dello svincolo di S. Filippo, ancora chiuso. Sembra
che sia stato il pensionato, con la sua vettura, a finire
sul mezzo pesante. L'urto dev'essere stato violento. Runfolo
è andato a sbattere contro il cruscotto. Subito il
camionista ha chiesto soccorso.
È intervenuta anche un'ambulanza che ha portato l'uomo al
Policlinico. Pare che Runfolo non abbia perso mai
conoscenza, ma il trauma facciale che ha riportato e che ha
interessato soprattutto il setto nasale, ha preoccupato i
sanitari del Pronto soccorso, che hanno deciso di sottoporlo
a Tac cranica; adesso è ricoverato nel nosocomio
universitario
23/8/2001 ( la sicilia )
«Il
porto è intasato»
Milazzo, i comandanti
delle navi «Siremar» lanciano un allarme
MILAZZO — I
comandanti della società «Siremar» che operano nel porto
mamertino hanno scritto alla Capitaneria per sottolineare le
difficoltà di manovra all'interno del bacino, a causa della
presenza di troppo natanti. Il problema verrà portato
all'attenzione dell'Autorità portuale dal sindaco, che ha
già dichiarato di voler mantenere solo i traffici
esistenti, tutelandoli da nuove iniziative. «Non si può
consentire che vengano istituiti altri collegamenti, siano
essi diretti alla movimentazione del gommato o dei container
– dice Nino Nastasi – chiederò nella riunione di venerdì
dell'Authority l'approvazione del protocollo d'intesa
siglato fra il Ministero dei Trasporti e la Regione e porterò
avanti la richiesta del Consiglio comunale, in cui si chiede
la sospensione del collegamento Milazzo-Gioia Tauro».
23/8/2001 ( la sicilia )
Arenili sporchi, il sindaco dispone
ulteriori interventi di pulizia
Siamo agli
sgoccioli dell'estate e nonostante ciò, si torna a parlare
di interventi di ripulitura delle spiagge nei litorali. Ieri
in una riunione a Palazzo Zanca, il sindaco Salvatore
Leonardi ha dato disposizione affinch‚ si avvii una
ulteriore fase di interventi per ridare decoro agli arenili.
Anche se, c'è da sottolineare che la competenza di tali
servizi di pulizia, erano a carico della Regione e della
Provincia.
Il sindaco ha poi ribadito che dopo la rimozione dei rifiuti
avviata il 3 luglio, in sinergia tra Provincia, Comune e
Messinambiente con due squadre dotate di macchina pulisci
spiaggia ha ravvisato la necessità di incentivare
l'iniziativa. Leonardi poi, per una migliore qualità dei
servizi ambientali, ha trasmesso alla Messinambiente ed agli
assessori Giuseppe Santalco (sanità) e Giuseppe Alibrandi
(igiene cittadina) una nota nella quale segnala che la
"mancata disinfezione dei cassonetti , soprattutto
quelli posizionati nei pressi di servizi di ristorazione,
determina situazioni di grave crisi igienica con
ripercussioni sulla tutela della salute pubblica".
Nel ribadire l'obbligo contrattuale della società
consortile alle operazioni di disinfezione, il primo
cittadino ha inoltre invitato la Messiambiente "a
rimuovere i rischi evidenziati" e assessori e dirigenti
comunali ad adottare i provvedimenti di competenza
"compresa l'applicazione delle prescritte sanzioni a
carico della società inadempiente".
Il sindaco ha pure sottolineato "condizioni di
insufficiente pulizia in vaste aree del territorio
comunale". Tutto questo perch‚ da più parti dei
litorali, soprattutto quelli tirrenici, molti cittadini
hanno espresso delle lamentele fondate riguardo lo stato di
abbandono e degrado delle spiagge. "Si convive con i
rifiuti - dichiarato alcuni bagnanti della zona di Paradiso
- ed in molti casi siamo costretti a non portare i nostri
bambini a mare, per paura di malattie".
23/8/2001
( gds )
Collegamenti tra Milazzo e
Gioia Tauro
L'ultima parola è dell'Autorità portuale
Il collegamento
Milazzo-Gioia Tauro, che la Navigazione Generale Italiana
continua a svolgere nonostante il parere contrario del
consiglio comunale e le ordinanze emesse dal sindaco Antonio
Nastasi, andrà avanti oppure arriverà lo stop definitivo
dell'Autorità Portuale di Messina? Si saprà domani
mattina, a conclusione di una riunione del Comitato portuale
fissata per le ore 11, alla quale è annunciata pure la
presenza del sindaco.
Le posizioni sin qui sono così delineate: da una parte il
sindaco con i suoi provvedimenti, dall'altra la Ngi che si
attiva per aggirarli.
Così, se Nastasi ha prima emesso ordinanza che vietava poco
e niente e l'ha poi corretta chiudendo gli accessi che da
via XX Luglio immettono nell'area portuale con l'affidamento
ai vigili urbani della rigorosa vigilanza serale nell'arco
di tempo fissato dalla ore 19 alle ore 7 del giorno
successivo in cui opera il divieto, dalla parte opposta la
società armatrice ha anticipato alle ore 18,30 le partenze
ed ha di fatto vanificato quanto ordinato dal primo
cittadino.
Ma è un tira e molla che non può prolungarsi oltre, per
cui è bene che domattina venga presa una decisione atta a
risolvere il problema.
Il sindaco Nastasi ha fatto sapere che ribadirà la sua
ferma opposizione e quella del consiglio comunale alla
attivazione del collegamento con la sponda calabra per il
trasferimento del gommato e chiederà l'immediata e
definitiva sospensione della linea marittima.
"La città - ha detto Nastasi - non può sopportare
oltre il traffico dei mezzi pesanti sopratutto nella
stagione e intende mantenere all'interno del bacino portuale
gli attuali traffici (commerciali e passeggeri per le Isole
Eolie)".
In aggiunta si registra adesso anche la protesta dei
comandanti dei traghetti della Siremar che hanno fatto
sapere all'autorità marittima di incontrare "notevoli
e pregiudizievoli difficoltà di manovra nel porto per la
presenza di troppi natanti".
La posizione assunta nel palazzo che il sindaco intende
ribadire nella riunione di domani trova sostegno anche nel
protocollo d'intesa siglato tra il ministero dei trasporti e
della navigazione e la regione siciliana. Quindi si farà di
tutto per ottenere la sospensione del collegamento
Milazzo-Gioia Tauro che effettua la Ngi, e il sindaco
Antonio Nastasi annuncia che è una battaglia che sarà
sostenuta - se sarà il caso - a tutti i livelli,
"perchè si dovrà comprendere - ha aggiunto - che la
città di Milazzo non può assolutamente diventare una
seconda Boccetta per ciò che concerne il traffico del
gommato".
24/8/2001
( gazzetta del sud )
Cinquantamila
mq di terreni destinati a verde potrebbero essere
trasformati in un'area di stoccaggio per i tir
Dopo
la Panoramica lo Scoppo
Un
progetto che cozza con l'obiettivo di trasferire gli approdi
e liberare il Boccetta
Alla ripresa
dell'attività politico-amministrativa il consiglio comunale
avrà tra le mani un'altra “patata bollente”, dopo
quella del piano
particolareggiato riguardante la discutibile ubicazione di
una “città mercato” nell'area delle cave
della Panoramica dello Stretto. Alcuni progetti, inseriti
nel Programma di riqualificazione urbana e di sviluppo
sostenibile del territorio (Prusst), hanno bisogno di avere
la deroga agli strumenti urbanistici, che conceda il cambio
di destinazione d'uso delle aree rispetto sia al vecchio
Piano
Tekne sia alla nuova variante al Piano
regolatore. Uno di questi è il progetto previsto sulla
collina dello Scoppo, a ridosso dello svincolo autostradale
di Boccetta, in una zona particolarmente delicata dal punto
di vista
urbanistico e ambientale. Cinquantamila metri quadri, di
terreni precedentemente destinati a verde agricolo,
verrebbero trasformati in un megacentro di servizi, attività
commerciali, aree di stoccaggio per auto
e mezzi gommati pesanti (con annesso «eventuale controllo
satellitare» dei flussi di traffico dei tir).
L'investimento previsto è di 22 miliardi di lire. La società
che ha presentato il progetto è la Pan Kalon Multi Resort
Srl, amministrata da Pietro Cutrona Cutrona. Si tratta di
una Srl, con capitale di 20 milioni di lire, il cui oggetto
sociale varia dall'acquisto, vendita e costruzione di
immobili, complessi residenziali, impianti turistici,
parcheggi alla realizzazione di opere portuali e di
bonifica, dalla mediazione e promozione immobiliare a
interventi di demolizione, movimenti terra
e sbancamenti. Progettista e responsabile del procedimento
è l'ing. Francesco Clemente, attuale segretario provinciale
del Ccd, consigliere a Palazzo dei Leoni, candidato (non
fortunato) alle recenti elezioni regionali. L'area dello
Scoppo è stata negli anni passati oggetto di polemiche,
essendo stata prevista in un primo tempo la sua destinazione
ad edilizia residenziale pubblica, con la l'ipotesi di un
vasto insediamento di palazzine in cooperativa. La zona fu,
poi, stralciata con la delibera delle localizzazioni dei
programmi costruttivi predisposta dalla giunta e approvata
dal consiglio comunale. Adesso, mediante il Prusst, si fa
largo un'ipotesi progettuale di cui sfugge il nesso logico e
strategico. Realizzare un'ampia area di servizio e di
stoccaggio per auto e tir diretti agli imbarcaderi avrebbe
un senso se la volontà politica fosse quella di lasciare
l'attuale situazione cosi com'è, mantenendo le invasature
alla rada di San Francesco. Ma l'Amministrazione Leonardi
del trasferimento degli approdi ha fatto una sua bandiera,
scommettendo sulla doppia localizzazione all'Annunziata (per
i veicoli leggeri) e a Tremestieri (per il traffico gommato
pesante). Le procedure sono andate avanti, le proposte in
“project financing” sono già all'esame del Cipe e la
giunta conta di mandare in gara entro l'inizio del prossimo
anno il progetto prescelto. «Da quelle scelte non si può
tornare indietro», ha ribadito ieri l'assessore alle
infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio. E allora
perchè immaginare un investimento ultramiliardario per la
realizzazione di un centro servizi e di una grande area di
stoccaggio nei pressi di un'arteria, quale il viale
Boccetta, che nel giro di due o tre anni (sono le
indicazioni temporali fornite dalla stessa amministrazione
comunale, convinta di poter realizzare entro il 2004 il
nuovo approdo a Tremestieri) perderebbe le sue funzioni di
asse di collegamento tra autostrada e approdi e tornerebbe
(finalmente) ad essere una “normale” strada del centro
urbano? Gran parte del traffico dei mezzi pesanti proviene
dalle province di Ragusa, Siracusa e Catania. L'utilità
dell'approdo a Tremestieri è stata giustificata proprio per
il collegamento diretto con l'autostrada e sembra assurdo
immaginare che i conducenti dei tir scelgano di proseguire
il cammino, arrivare allo Scoppo, fermarsi nell'area di
stoccaggio per poi tornare indietro. L'amministrazione fa un
ragionamento semplice: i fondi investiti sono interamente a
carico dei privati e il “rischio”, dunque, è tutto
loro. Discorso che va bene fino a un certo punto, dal
momento che si consegnano cinque ettari di territorio
cittadino per un'operazione che appare in palese contrasto
con le indicazioni programmatiche della stessa
amministrazione comunale. Gli interrogativi sorgono anche
sul piano strettamente politico. Se il segretario
provinciale di uno dei principali partiti della coalizione
di governo firma il progetto e assume il ruolo di
responsabile di un procedimento volto a realizzare un'area
di stoccaggio al Boccetta, la sensazione è che ci sia
qualcosa, anzi molto, che non quadri. Il Ccd non ha, forse,
votato la delibera che ha previsto il trasferimento
dell'approdo per mezzi pesanti a Tremestieri? E il
“leader” di quello stesso partito, il vicesindaco e
neodeputato nazionale Gianpiero D'Alia, non è forse
l'assessore comunale all'Urbanistica? L'intero
raggruppamento della Casa delle libertà non ha fatto di
questi temi un cavallo di battaglia? Come si comporteranno i
consiglieri comunali di maggioranza? E il sindaco Leonardi
ritiene che il progetto dello Scoppo sia compatibile con il
programma portato avanti dal '98 ad oggi? E a tutti coloro
che sono scesi in piazza, reclamando l'allontanamento degli
imbarcaderi dal centro urbano e puntando il dito contro gli
imprenditori del settore, non viene il dubbio, o il sospetto
che dir si voglia, che qualcuno in fondo si augura il
mantenimento dell'approdo a San Francesco? Non è
paradossale che il gruppo Tourist-Caronte, messo all'indice
come responsabile di tutti i mali della città, abbia
presentato, al pari della società Amadeus del cavalier
Matacena, un progetto esecutivo per la costruzione dei nuovi
approdi e altri soggetti, “paladini” della lotta contro
i tir, prevedano addirittura di costruire al Boccetta
un'area di sosta destinata ai mezzi pesanti? L'impianto
complessivo del Prusst è potenzialmente valido, contenendo
parecchi segnali che vanno nella direzione di un cambiamento
di prospettiva e di rilancio dello sviluppo economico. Lo
stesso assessore Scoglio ha ribadito che il Comune si è
finalmente dotato di un efficace strumento di
programmazione, che in massima parte coincide con le
previsioni inserite nella nuova variante al Prg. Il caso
delle cave di sabbia della Panoramica ed ora la vicenda
dell'area di servizio di Scoppo-Boccetta dimostrano, però,
quanto sia difficile far camminare a braccetto le buone
intenzioni con i programmi concreti e, soprattutto, quanto
sia arduo riuscire a conciliare l'interesse generale della
città con le esigenze di singoli gruppi. Soprattutto quando
la politica, i media moralisteggianti e gli imprenditori
confondono i rispettivi ruoli dietro il paravento di una
società.
24/8/2001
( gds )
Stop
alle fasce orarie
Revoca delle fasce orarie e blocco notturno del transito dei
tir sul Boccetta. Sono questi i provvedimenti discussi ieri
nel corso della riunione del comitato per l'ordine e la
sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giosuè Marino.
Al termine del vertice non sono state assunte decisioni con
effetto immediato ma l'orientamento ormai è quello di
sospendere, dopo l'ultima proroga valida fino al 30 agosto,
l'ordinanza che nello scorso mese di maggio ha istituito i
divieti ad orario relativi, però, soltanto al Boccetta. Ci
sono ancora alcuni dettagli da definire. Il comandante dei
vigili urbani Calogero Ferlisi ha fatto presente la necessità
di potenziare i servizi coordinati tra le varie forze
dell'ordine, chiedendo un impegno diretto della polizia
stradale lungo tutto l'asse compreso tra lo svincolo e gli
imbarcaderi ubicati alla rada di San Francesco e nell'area
portuale. Si chiederà, a tal proposito, un intervento da
parte del ministero dell'Interno. È stata ribadita, invece,
l'impossibilità di procedere ad un blocco totale del
traffico gommato pesante, una misura drastica che, secondo
il Governo nazionale, va assunta soltanto in presenza di
soluzioni alternative.
24/8/2001
( la sicilia )
Ancora
incolonnamenti d'auto tra Boccetta e viale della Libertà
Nuova ondata del controesodo ieri in città. Migliaia di
automobili e mezzi pesanti, fin dalle prime ore della
mattinata, hanno intasato – nella corsia di marcia da sud
a nord – il viale della Libertà e via Vittorio Emanuele
raggiungendo nel pomeriggio anche il viale Boccetta. Ad
organizzare servizi per attenuare i problemi di traffico
urbano sono stati decine di agenti della polizia municipale,
che seguendo le direttive impartite dal Comando e coordinati
da alcuni specialisti di vigilanza urbana, hanno indirizzato
i vacanzieri secondo un percorso già individuato in
precedenza. In particolare ai mezzi è stato fatto
percorrere – fino alla capienza massima prevista
dall'incrocio con via Garibaldi– il viale Boccetta e,
successivamente, al fine
di non intralciare il traffico proveniente da sud, sono
stati dirottati prima nella corsia verso nord della via
Garibaldi e, all'incrocio con piazza Unione Europea,
convogliati sulla via Vittorio Emanuele. Anche in questa
occasione quanto predisposto dal Comune e dalla polizia
municipale si è rivelato particolarmente efficiente, dando
risposte immediate alle necessità dei vacanzieri e
assicurando loro – grazie anche alla presenza continua dei
volontari – anche la fornitura continua e gratuita di
bottiglie di acqua minerale. Particolare affollamento sul
Boccetta si è verificato nelle prime ore serali. La
situazione si è comunque normalizzata verso le 23.
24/8/2001
( la sicilia )
Nel
controesodo di fine estate code di 2 Km per traghettare
Ancora una giornata di traffico intenso, in città, per il
rientro di numerosi turisti che hanno lasciato la Sicilia,
dopo aver trascorso gli ultimi spiccioli di vacanze estive.
Il controesodo di fine estate ha, infatti, come ogni anno,
fatto registrare code interminabili per le strade della città.
Durante la mattinata di ieri, le code di autovetture in
attesa di traghettare oltre lo Stretto, arrivava fino
all'ingresso del teatro in fiera, con tempi di attesa minimi
di circa un'ora.
Nel primo pomeriggio il traffico si è intensificato
notevolmente, con tempi di imbarco che sfioravano le due ore
mezza, e con conseguenti file lunghe circa 2 chilometri.
Molte le pattuglie dei vigili urbani impegnate sul
territorio per controllare e coordinare al meglio lo
smistamento del traffico verso gli imbarcaderi, dove
numerosi vacanzieri erano esausti dalla lunga attesa e dal
caldo insopportabile.
A migliorare però le cose, è arrivata quasi
improvvisamente una scarica di pioggia che ha rinfrescato
l'aria, abbassando l'alta temperatura della mattinata di
qualche grado.
Il problema delle lunghe attese, sembra sia stato dovuto
alla riduzione delle corse dei traghetti privati che forse
non si aspettavano una così massiccia affluenza in
quest'ultimi giorni di Agosto.
Comunque prontamente le corse dei traghetti della Tourist,
nel primo pomeriggio sono aumentate, smaltendo così
rapidamente il traffico formatosi, durante tutta la
giornata.
In serata la situazione è tornata alla normalità, con
tempi di attesa per l'imbarco, che sono rientrati nelle
media del periodo. Invece per quanto riguarda gli imbarchi
alle Ferrovie dello Stato, non si sono registrate
particolari code di automezzi diretti in Calabria.
24/8/2001
( bob brown )
Movimenti
scomposti della piovra
Da qualche
settimana appaiono sulle pagine del quotidiano
"massone" (ovvero quello che ha benedetto tutti
i patti scellerati a danno della città, che ha mandato
senatori e deputati al parlamento, che gestisce società
pubbliche per la costruzione di Ponti...Interrogativi, che
gestisce una parte della sanità messinese(vedi
Neurolesi), che consiglia "calma e gesso" a chi
deve recarsi in questura, che da sempre ha impedito con
ogni mezzo che si sviluppasse una stampa libera e
indipendente a Messina, che vuole realizzare, alla soglia
dei settant'anni, la paranoia di Ulisse) delle critiche
violente e alquanto diasarticolate nei confronti
dell'establishment politico amministrativo della città.
La cosa
potrebbe a prima vista far piacere giacchè non capita
spesso di leggere o sentire su tale "network",
definito da un Vicepresidente della Commissione
Parlamentare Antimafia "l'ufficio stampa del
verminaio", parole di critica nei confronti dei
notabili politici e affaristici della città.
Saranno state
le recenti notizie non molto rassicuranti, rispetto alle
aspettative, sulla immediata attivazione delle procedure
per la costruzione del Ponte, saranno state le notizie
sulle possibili attivazioni di "autostrade del
mare" ( non certo quelle che partono da.......Piazza
Cairoli ma quelle che renderebbero ancora più inutile
l'idea stessa del Ponte), sarà stata pure la replica
della trasmissione Sciuscià del 21/08/01 sul
Ponte......Interrogativo, fatto sta che le reazioni della
testa pensante dell'animale sopracitato sono state
particolarmente scomposte.
Non si
spiegherebbe altrimenti la falsa e ridicola notizia
sparata su video e stampa e diretta, secondo il patetico
notista, contro il direttore e l'editore di una rete
Tv locale (TeleVip), che ha solo il torto di
esistere e, quindi, di pensare e di agire (vedi posizione
della testata sul Ponte sullo Stretto e sugli approdi
fuori della città) in modo nettamente opposto al boss
dell'informazione e dei suoi ridicoli picciotti.
E proprio come
dei picciotti questi ultimi sono stati usati per
scagliarsi anche contro professori universitari rei di
avere una posizione contraria all'attivazione dell'approdo
Norimberga e che, a fronte delle loro argomentazioni di
merito, anzichè ricevere delle logiche controdeduzioni si
sono sentiti rispondere con delle battute della serie
"bisognerebbe prosciugare lo stretto" (roba da
poveracci senz'anima e senza idee).
Forse a
Messina, nostante l'omicidio Bottari (irrisolto), il
"caso Messina" (irrisolto), la venuta
dell'Antimafia (purtroppo inutile), si sta per girare
l'ultima serie della.....PIOVRA dove tutto il cast è
ridotto a pochi protagonisti: non ci sono sindaci,
presidenti di provincia, prefetti, ma boss travestiti da
imprenditori.
A quando la
partecipazione delle guardie?
25/8/2001
( gazzetta del sud )
nota
dei giornalisti di vip
Sull'argomento intervengono anche i giornalisti di Televip,
con una nota inviata al direttore della Gazzetta del Sud, al
direttore della Rtp, alla segreteria dell'Assostampa,
all'Ordine dei giornalisti, al loro editore e al loro
direttore. «La redazione di Televip – si legge –
respinge fermamente le illazioni secondo le quali le
inchieste e i servizi sugli approdi e sui tir sarebbero
stati ispirati da posizioni imprenditoriali dell'editore.
Ribadisce di aver sempre svolto il proprio ruolo in assoluta
autonomia e libertà, senza la benché minima ingerenza da
parte della proprietà, e di aver operato nel solo interesse
della città». ------------ Nessuna illazione, solo la
nostra opinione su fatti documentati.
25/8/2001
( gazzetta del sud )
Già
dimenticate le prescrizioni del Cru che nel '93 bocciò il
Prg lanciando un allarme sui rischi sismici e idrogeologici
Scoppo,
una scelta dissennata
Sia
sul piano urbanistico sia in relazione alla volontà di
liberare Boccetta dal traffico
«Le
espansioni a monte del raccordo autostradale vanno evitate
ed è necessario limitare il più possibile il consumo del
suolo agricolo». Con tali motivazioni, nell'ottobre del
1993, il Consiglio regionale dell'urbanistica
“sconsigliava” l'utilizzo improprio delle aree a monte
del Boccetta. Era stato immaginato un grande insediamento di
edilizia residenziale pubblica sulla collina dello Scoppo ma
il Cru, tra le motivazioni della “bocciatura” della
nuova variante al Piano regolatore, evidenziava le delicate
problematiche della zona, facendo riferimento al grave
rischio sismico e alla precaria situazione idrogeologica.
Anche sul piano urbanistico qualunque ipotesi di estensione
del centro urbano sopra lo svincolo del Boccetta veniva
giudicata non solo priva di senso ma addirittura
“pericolosa”. Le cose in questi otto anni non sono
cambiate ed oggi le preoccupazioni espresse dagli esperti
del Cru assumono ancora maggiore rilevanza. Ecco perchè il
progetto di realizzazione di una grande area di servizi,
presentato nel '99 ma “confermato” qualche settimana fa
con la presentazione di una fidejussione bancaria, non trova
alcun appiglio logico. L'amministrazione comunale dovrebbe
spiegare perchè la proposta della società Pan Kalon Multi
Resort Srl
– una società di proprietà di Pietro Cutrona Cutrona e
Fabio Mazzeo, rispettivamente editore e direttore di
TeleVip, e che ha come oggetto sociale la costruzione e la
vendita di alloggi e di insediamenti turistico-residenziali,
la realizzazione di opere portuali e di parcheggi,
interventi di demolizione, sbancamenti e movimenti terra –
sia stata inserita nel Prusst, cioè nello strumento di
programmazione che ha come sue finalità «un piano coerente
ed organico di iniziative di riqualificazione urbana e di
sviluppo sostenibile del territorio». Il timore concreto è
che modifiche al Prg di tale portata – il riferimento è
anche alle vicenda delle cave di sabbia della Panoramica –
possano determinare alla fine una nuova definitiva
bocciatura del Piano regolatore generale. A quel punto cosa
accadrebbe? È forse questo il disegno di coloro i quali
vorrebbero il territorio senza più vincoli e norme di
salvaguardia? Ci sono innumerevoli aree del centro e in
periferia che potrebbero essere risanate, riutilizzate,
riqualificate. Per realizzare parchi tematici ci sarebbe
tutta la lunga teoria delle fortificazioni umbertine sparse
sul territorio. Aree attrezzate a verde, spazi-gioco per
bambini e parchi suburbani potrebbero essere ricavati in
luoghi tra i più belli dell'intera Sicilia, come la foresta
di Camaro, la zona di Portella Arena oppure nella miriade di
spazi lasciati nel più desolante abbandono e degrado. Perchè
la Panoramica? Perchè lo Scoppo e il Boccetta Alto? E dov'è
il nesso strategico nella scelta di realizzare una grande
area di servizio, compresi ampi spazi di stoccaggio per i
mezzi pesanti, a monte di uno svincolo che oggi serve la
strada probabilmente più trafficata d'Italia ma che, nel
giro di un paio di anni, dovrebbe ridiventare quella che fu
nel tempo andato: una semplice ed elegante arteria del
centro urbano. Il trasferimento degli approdi dalla rada di
San Francesco e la liberazione del Boccetta sono tra le
linee portanti del programma e dell'azione amministrativa
dell'attuale giunta comunale. Se si andasse in senso
contrario, significherebbe aver buttato alle ortiche tre
anni di governo cittadino. E di questo il sindaco dovrebbe
ovviamente rendere conto all'intera città. Negli anni
Settanta aveva una logica immaginare aree di stoccaggio in
quel tratto della tangenziale, unico elemento di raccordo
tra l'autostrada e gli imbarcaderi privati di viale della
Libertà. Lo avrebbe ancora oggi se ci fosse la volontà
politica di mantenere l'approdo a San Francesco, realizzando
lo svincolo di Giostra ed un tunnel in modo da evitare
l'interferenza del traffico di attraversamento con la
viabilità cittadina. Ma proprio in questi giorni, secondo
quanto dichiarato dagli stessi Leonardi e Scoglio, l'iter
del nuovo approdo a Tremestieri, da realizzare in “project
financing”, sta entrando nella sua fase decisiva. E allora
dov'è il senso di tutto ciò? Se è vero che il consiglio
comunale è sovrano in materia di pianificazione
urbanistica, è anche vero che le scelte che vanno in deroga
al Prg e che hanno, comunque, un forte impatto sul
territorio, non possono essere prese andando contro gli
interessi generali. Su questo le istituzioni e tutti gli
organi chiamati a vigilare e a controllare la legittimità
degli atti amministrativi devono essere inflessibili. Troppe
operazioni quanto meno “affrettate”, dotate però di
ampia “copertura” politica, sono state compiute in
questi decenni, nel silenzio a volte distratto, a volte
complice, dei partiti, delle forze sociali e sindacali. Ma
proprio perchè la città “ha già dato”, non si possono
più commettere passi falsi, soprattutto quando scelte
errate di programmazione rischiano di compromettere il già
precario equilibrio tra un corretto sviluppo
socio-urbanistico e l'assoluta necessità di portare avanti
“vere” politiche di risanamento e di tutela ambientale.
25/8/2001
( gazzetta del sud )
Saro
Visicaro: «È un progetto assurdo»
«È una vergogna». Il portavoce del Comitato “La nostra
città” Saro Visicaro non ha dubbi: pensare di realizzare
un'area di stoccaggio per tir o auto a monte del raccordo
autostradale del Boccetta è semplicemente un'assurdità. «Le
battaglie portate avanti dal Comitato – aggiunge Visicaro
– per liberare la città dalla schiavitù dei mezzi
pesanti non possono e non debbono essere strumentalizzate.
Noi non crediamo ci sia una reale volontà politica di
realizzare i progetti sbandierati ma non ci stanchiamo di
dire che gli approdi devono andare via dal centro urbano.
Temiamo che l'ipotesi di Tremestieri sia solo un paravento e
che alla fine si voglia realizzare un unico sistema di
attracchi e imbarcaderi, dalla foce dell'Annunziata fino a
Giostra». Durissimo anche il giudizio del consigliere
comunale Pippo Rao, già assessore all'Urbanistica
all'inizio degli anni Novanta: «Riservandomi di entrare nel
merito del nuovo progetto riguardante le aree dello Scoppo
– afferma – mi sembra si stia facendo strada
nell'Amministrazione Leonardi l'idea della “necessità
storica” e, quindi, della positività del passaggio
dall'inerzia alla “politica del fare”, senza però
tenere in conto limiti di natura urbanistica, ambientale ed
etici. La “rivalutazione” in atto del territorio sembra
essere il modello di una ipotetica nuova classe dirigente
che consentirebbe di sovrapporre l'utilità di qualche
singolo all'interesse generale della comunità. Ed è
davvero disdicevole che i valori etici appaiano subordinati
a logiche che finiscono con l'assumere il volto del brutale
cinismo del potere. Mi auguro che Leonardi faccia al più
presto chiarezza su questa e su altre vicende. Non vorrei
– sottolinea Rao – che ci sia una volontà, più o meno
occulta, di riportare in vita quelle previsioni che erano
state respinte dal Consiglio regionale dell'urbanistica».
Secondo Rao, si pone anche una seria questione di ordine
politico, visto che a firmare il progetto per conto della
società Pan Kalon Multi Resort Srl è l'ing. Francesco
Clemente, cioè il segretario provinciale del Ccd, uno dei
principali partiti della coalizione di maggioranza. Il
consigliere Filippo Tommasini preannunzia battaglia da lunedì,
chiedendo che il sindaco e l'assessore urbanistica
relazionino immediatamente in commissione sulle procedure
che s'intendono adottare e sui reali obiettivi del progetto
riguardante la collina dello Scoppo.
25/8/2001
( gds )
Milazzo,
non si placano le polemiche tra il sindaco e l'autorità
portuale
MILAZZO. Gli amministratori della Ngi sfileranno davanti al
comitato portuale per illustrare piano economico e stretegie
imprenditoriali. Il sindaco di Milazzo strappa un primo
intervento all'autorità portuale chiamata in causa nel
braccio di ferro attuato sul porto.
Il primo cittadino della città mamertina, da oltre un mese,
lotta affinchè‚ venga bloccato un nuovo servizio di
collegamento tra Milazzo e Gioia Tauro attuato dalla Ngi
consociata del gruppo Tourist. Affinchè‚ vengano banditi
i Tir da un percorso che attraversa il centro cittadino. Una
guerra che ha visto già il sindaco scendere in campo con
un'ordinanza di chiusura al transito dalle 19 alle 7 del
mattino. Un provvedimento che non è riuscito del tutto ad
ottenere lo scopo. Le navi infatti per i primi viaggi sono
partite senza carico ma successivamente è stato individuato
uno stratagemma. I tir sono entrati in porto prima
dell'orario che fissa l'embargo. Difficile poi distinguere i
camion diretti in Calabria da quelli invece diretti alle
isole Eolie. Così Antonio Nastasi ha chiesto ed ottenuto
una riunione del comitato portuale, per chiedere la revoca
della concessione che consente alla Ngi di attuare il
collegamento.
Un provvedimento secondo i vertici dell'autorità portuale
di difficile attuazione dal punto di vista giuridico. Così
ieri si è tentata la strada della mediazione suggerita dai
rappresentanti sindacali. Tra le proposte quella di indurre
la Ngi ad effettuare i viaggi esclusivamente in orari
notturni e di evitare assolutamente che le corse si
moltiplichino nei prossimi mesi. Ma all'orizzonte, secondo
il sindaco Nastasi, c'è un pericolo ben più grosso. Esiste
la possibilità che altre compagnie, invogliate dal nuovo
servizio, vogliano entrare nel business. Difficile poi
vietare a qualcuno quello che è consentito ad altri.
"La vocazione del nostro porto - ha detto Nastasi - è
solo turistica. Tra qualche giorno inaugureremo un nuovo
porticciolo. Nelle prossime ore incontrerò un armatore che
vuole portare a Milazzo una nave da crociera. Dobbiamo
decidere: o i turisti o i Tir. Per quanto mi riguarda ho già
deciso. Finchè‚ sarò sindaco e finchè‚ Milazzo non
avrà un porto commerciale diverso che si allarga sulla
costa, i camion rimarranno fuori dalla città". Dal
tavolo dell'autorità portuale è partita anche una
proposta: trovare i fondi per realizzare un collegamento
alternativo al porto che non interferisca con il traffico
cittadino. Troppo poco per convincere Nastasi ad abbandonare
i propositi bellicosi: "L'ordinanza - ha detto - rimane
in vigore".
25.08.2001
( Le scienze )
Privati
cittadini contro l'emissione di gas inquinanti
Possibile negli Stati Uniti una riduzione del 13 per
cento
Secondo una
ricerca dell'Università di Edimburgo, i cittadini americani
potrebbero fare molto per limitare il problema delle
emissioni di gas serra, anche se il governo si rifiuta di
ratificare il protocollo di Kyoto. Secondo i calcoli del
professor David Reay, infatti, alcuni semplici cambiamenti
di stile di vita possono ridurre notevolmente l'emissione di
questi inquinanti. Gli Stati Uniti producono annualmente 6,7
tonnellate pro capite di gas serra. Per riuscire a
soddisfare i requisiti del protocollo di Kyoto, gli Stati
Uniti occorrerebbe una riduzione delle emissioni del 16 per
cento entro il 2010. Il professor Reay ha allora calcolato
che cosa potrebbe fare una famiglia media di quattro persone
che possiede un'automobile fuoristrada, un caso tipico
americano: cambiarla con una macchina normale di medie
dimensioni ridurrebbe già della metà la produzione di
anidride carbonica. Migliorare l'isolamento termico delle
case e acquistare elettrodomestici a basso consumo
rappresenterebbe un altro notevole passo avanti. Per chi ha
un giardino, poi, piantare alberi che assorbano anidride
carbonica è un altro contributo importante. Se applicati
tutti insieme, i suggerimenti di Reay dovrebbero portare ad
riduzione delle emissioni totali per persona del 13 per
cento, senza toccare i processi industriali.
26/8/2001
( gazzetta del sud )
E
ribadisce: nessuna iniziativa privata potrà andare contro
l'interesse generale
«Non conosco
i progetti di cui si sta parlando in questi giorni. Voglio,
però, essere chiaro su un punto: nessuna iniziativa di
privati potrà mai comportare la modifica delle linee
strategiche dell'amministrazione comunale». Il sindaco
Salvatore Leonardi, dal suo “rifugio” estivo di Torre
Faro, interviene in merito alle polemiche su alcuni progetti
inseriti nel Prusst che, andando in deroga agli strumenti
urbanistici, rischiano di compromettere l'impianto
complessivo del Piano regolatore generale. «Il Programma di
riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del
territorio – afferma Leonardi – ha una sua forte valenza
ma quelle iniziative, in realtà poche, che necessitano di
deroghe al Prg vanno valutate con estrema attenzione e
cautela». Il sindaco ribadirà tale concetto durante la
riunione di giunta convocata per domani, con all'ordine del
giorno, oltre alla questione dello sbaraccamento del Tirone,
anche il tema della compatibilità tra Prg e Prusst, con
particolare riferimento ai progetti riguardanti le aree
della Panoramica e della collina dello Scoppo. Leonardi non
vuole più sentirsi chiamare il «notaio del Prg»,
espressione da lui stesso coniata nel '98, allorchè disse
di aver ereditato la Variante dalla precedente
amministrazione comunale, senza poter entrare nel merito dei
contenuti del nuovo strumento urbanistico. «Era una verità
“storica” – ribadisce Leonardi – ma questo non vuol
dire disinteresse per le sorti del Piano regolatore. Abbiamo
difeso il Prg in tutte le sedi possibili, ancor più di
quello che avrebbe potuto fare la giunta che lo ha ideato, e
ci batteremo con tutte le nostre forze perchè l'iter si
concluda nel modo migliore. A questo proposito, chiederò
nei prossimi giorni un incontro con il presidente della
Regione Cuffaro e con l'assessore al Territorio Bartolo
Pellegrino, proprio per fare il punto della situazione.
Credo che entro settembre il Prg possa tornare approvato da
Palermo».
– Cosa pensa, sindaco, del progetto della “città
mercato” previsto nell'area delle cave di sabbia della
Panoramica? «Non sono tra coloro che hanno manifestato
entusiasmo. D'altra parte, al momento non è stato approvato
alcun progetto. Abbiamo presentato al consiglio, dopo aver
ricevuto un atto di diffida, la proposta del piano
particolareggiato avanzata da una società privata. Ma la
fase del confronto è tutt'altro che conclusa».
– E come giudica l'idea di realizzare un centro di servizi
per il commercio, con aree di stoccaggio per auto e tir, a
monte del Boccetta? «Vedremo il progetto nel dettaglio ma
quel che è certo è che procederemo con estrema cautela. So
benissimo che la collina dello Scoppo è un'area
particolarmente delicata sul piano urbanistico e
idrogeologico. Se non sbaglio, vi passa una delle faglie
sismiche più pericolose del nostro territorio.
Approfondiremo le indicazioni contenute nella carta di
suscettività della zona, andremo a rileggere le relazioni
agroforestali e vedremo dove comincia e finisce la fascia di
rispetto autostradale. Quell'area è già stata considerata
inidonea ad ospitare insediamenti edilizi. Per quanto
riguarda gli aspetti collegati agli approdi e al traffico di
attraversamento dello Stretto, voglio ribadire quanto ho
sempre ripetuto in questi tre anni: il nostro obiettivo
assolutamente prioritario è quello di liberare il Boccetta
e l'intero centro urbano dalla schiavitù dei tir. Resta la
necessità, più volte prospettata, di individuare lungo la
tangenziale attrezzate aree di sosta ma tutto ciò non può
spostare di una virgola il percorso che abbiamo iniziato e
che porterà entro pochi anni al trasferimento degli approdi
dalla rada di San Francesco».
– Il fatto che il progettista dell'intervento dei privati
allo Scoppo sia l'ing. Francesco Clemente, segretario
provinciale del Ccd, non pone un serio problema politico
all'interno della coalizione di maggioranza? «Ora come ora
non mi sembra. Al momento della presentazione del progetto,
l'ing. Clemente non era ancora il segretario provinciale del
Ccd. Certo, se le procedure dovessero andare avanti, è una
questione che andrebbe affrontata».
26/8/2001
( la sicilia )
Il
controesodo
La nuova ondata di vacanzieri che si attendeva è arrivata
puntuale anche ieri, con un flusso costante di auto che è
cominciato sin dalle prime ore della mattina lungo le due
autostrade. Le barriere di Divieto e Tremestieri sono state
letteralmente prese d'assalto, e tra la tarda mattinata e il
primo pomeriggio si sono create lunghe code di mezzi in
attesa. Pesanti ripercussioni lungo tutta la zona
centro-nord della città, con una settantina di vigili
urbani impegnati a regolamentare il flusso di auto lungo il
viale Boccetta, via Garibaldi e viale della Libertà. La
situazione è resa ancor più problematica dal
restringimento di carreggiata lungo il viale della Liberta
per la realizzazione della tranvia. Le attese per l'imbarco
hanno sfiorato le tre ore per quanto riguarda i traghetti
privati, e l'ora per le navi delle Ferrovie. La coda di
mezzi in attesa d'imbarcarsi sui traghetti della Tourist è
arrivata anche ieri fino alla Prefettura. La situazione è
diventata quasi normale a partire dalle 17, quando le auto
erano incolonnate solo all'interno del serpentone.
26/8/2001
( la sicilia )
Confermato
il finanziamento di 41 miliardi
Approdo a Tremestieri il
sindaco incontrerà il presidente Cuffaro
Le recenti
polemiche danno modo all'Amministrazione Leonardi di
ribadire la sua posizione: il Comune non molla e l'approdo a
Tremestieri sarà realizzato il più presto possibile. Il
sindaco, Turi Leonardi, ha già in agenda un appuntamento
importante: nella prossima settimana incontrerà il
presidente della Regione, Totò Cuffaro, il quale ha
recentemente confermato l'esistenza di un finanziamento di
41 miliardi per realizzare le prime due invasature
d'emergenza e la viabilità di collegamento con l'autostrada
all'altezza di Mili-Tremestieri. Il prossimo passaggio sarà
la nomina di una commissione paritetica Comune-Regione che
dovrà seguire l'iter burocratico dell'opera. Entro la fine
di settembre, inoltre, il Genio civile Opere marittime dovrà
consegnare il progetto, che in una seconda fase sarà
integrato con il project financing per il quale ci sono in
lizza i progetti della «Travel Tickets» del «Gruppo
Franza» e dell'«Amadeus» del cav. Amedeo Matacena senior.
Per l'esame e la scelta dei progetti definitivi a breve sarà
nominato, sempre da parte del sindaco, il responsabile del
procedimento.
Domani si riunisce la Giunta Leonardi — Intanto,
la Giunta comunale si riunirà domani per esaminare
complessivamente i progetti inseriti nel Prusst. Immancabile
sarà il riferimento al progetto presentato da una società
per la realizzazione di una serie di strutture, tra cui un
centro di stoccaggio per i camion. La Giunta durante la
riunione assumerà l'impegno di tutelare gli interessi della
città, garantendo l'impegno a spostare al più presto gli
imbarcaderi nella zona sud, liberando il viale Boccetta dal
peso del transito dei mezzi pesanti.
26/8/2001
( la sicilia )
Collegamento
Milazzo-Gioia Tauro, il Comitato portuale prende tempo
MILAZZO — Giornata a favore del sindaco della cittadina
mamertina, Nino Nastasi, quella di ieri nella disputa
apertasi con la «Ngi» per il collegamento via mare tra
Milazzo e Gioia Tauro. La riunione tenutasi nella sede
dell'Autorità portuale, a Messina, si è chiusa con la
promessa dei presenti di ritrovarsi entro 10 giorni con un
invito esteso anche ai rappresentanti della compagnia di
navigazione. Durante l'incontro, il sindaco Nastasi ha
evidenziato come il porto mamertino sia un porto anomalo
proprio perché insito nel cuore della città e quindi mal
si presta ai collegamenti pesanti. «La nostra vocazione è
turistica, non permetteremo a nessuno di stravolgere i
progetti di sviluppo del Comune», ha tuonato il primo
cittadino. Dall'altro canto la replica degli imprenditori
che sottolineano la vocazione commerciale del bacino, visto
il continuo utilizzo delle banchine per il trasporto del
gesso.
C'è, comunque, la volontà di risolvere la querelle e
l'Amministrazione comunale milazzese si è detta disposta a
rivedere la propria posizione di chiusura totale nel caso in
cui dalla compagnia «Ngi» venga preso impegno che il
collegamento rimanga nelle attuali dimensioni (un viaggio al
giorno con 7 Tir per viaggio) e non sia invece «testa di
ponte» per raddoppiare o triplicare nel corso dei mesi.
Sembra, comunque, difficile che la «Ngi» possa
sottoscrivere un accordo del genere visto che, conti alla
mano, sarebbe un investimento assolutamente antieconomico.
Difficile appare anche l'ipotesi avanzata al tavolo della
discussione sulla costruzione di un sovrappasso che colleghi
l'imbarco della «Ngi» con l'uscita dell'asse viario. Oltre
all'impatto ambientale, che non sarebbe certo dei migliori,
sarebbe necessario un intervento non irrisorio.
27/8/2001
( gazzetta del sud )
emergenza
tir / Da venerdì la chiusura notturna del Boccetta
Fasce
orarie in “pensione”
I provvedimenti necessari per l'applicazione delle misure già
praticamente decise dal Comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica, con la chiusura notturna ai tir dello svincolo di
Boccetta che dal 31 agosto manderà in “pensione” le
fasce orarie, saranno discussi in varie sedi durante questa
settimana in modo da non arrivare impreparati al momento in
cui il sindaco Salvatore Leonardi dovrà emettere
l'ordinanza con la nuova regolamentazione del traffico
pesante. Già oggi il comandante dei vigili urbani Calogero
Ferlisi e quello della polizia stradale Giuseppe Messina si
confronteranno in un incontro tecnico per verificare quali
siano gli strumenti più idonei da utilizzare nell'asse
viario che risulterà “caricato” di un traffico più
intenso in ragione della chiusura notturna del Boccetta,
vale a dire gli altri svincoli e alcune arterie cittadine
(in particolare la via La Farina): tra l'altro, i due
comandanti dovranno valutare i servizi coordinati da
disporre, con la presenza di agenti dei rispettivi corpi nel
tratto compreso tra lo svincolo e gli imbarcaderi, ma anche
in corrispondenza dei punti nevralgici della viabilità
alternativa. La decisione di revocare la limitazione al
transito dei mezzi pesanti superiori a 8 tonnellate sul
Boccetta tra le 7 e le 9 del mattino e tra le 18 alle 20 al
termine dell'ultima proroga (che scade proprio venerdì 31)
è stata assunta nella scorsa settimana dal Comitato
presieduto dal prefetto Giosué Marino anche su indicazione
del Governo centrale, al quale era stato richiesto un parere
che ha escluso – in assenza di soluzioni alternative per
non interrompere il servizio – la possibilità di un
blocco totale del gommato. Per tutta l'estate, come si
ricorderà, la questione è stata al centro di un “tira e
molla” nel quale ha avuto un ruolo notevole anche il
comitato “La nostra città” le cui richieste sulla
chiusura a giorni alterni degli svincoli autostradali attivi
al momento (in attesa dell'apertura di San Filippo) sono
state valutate dall'organo prefettizio per arrivare a una
soluzione che, dopo l'esito (ritenuto da più parti poco
soddisfacente) delle fasce orarie, possa finalmente
alleggerire il pesante “fardello” per la città
costituito dal passaggio dei mezzi pesanti in pieno centro.
27/8/2001
( la sicilia )
La
Giunta comunale stabilirà oggi le linee guida per valutare
i progetti
Il
Prusst all'esame di Leonardi
Criteri
ben definiti e precise linee guida nell'esame dei progetti
inseriti nel Prusst: questo l'argomento all'odg della
riunione odierna della Giunta guidata da Turi Leonardi. Al
termine della seduta, quindi, si conosceranno le
determinazioni dell'Amministrazione comunale nella
valutazione delle proposte dei privati inserite nel
programma per la riqualificazione urbana e lo sviluppo
sostenibile del territorio.
Tra gli elaborati inseriti nel Prusst ci sono anche quei due
progetti che tante polemiche hanno suscitato negli ultimi
giorni: la costruzione di una città mercato nelle ex cave
di sabbia della Panoramica e la realizzazione di un'area di
stoccaggio per i camion in contrada Scoppo.
27/8/2001
( la sicilia )
«Scarso
contributo della città al turismo Assenza d'iniziative»
La «calura
agostana» continua a mietere vittime. Non si allarmi il
lettore, non lo tedieremo con la lista di coloro che sono
stati ricoverati presso gli ospedali cittadini per colpi di
sole o per avere mangiato troppa anguria, ma ricordandogli
nel caso se ne fosse dimenticato, che tutti noi siamo le
vittime più o meno consapevoli di quanto avviene in nostro
nome. Perchè, e lo ricordo a me stesso, quando i vari
rappresentanti cittadini, dai senatori ai singoli
consiglieri comunali esprimono un parere su un documento o
votano a favore o contro un progetto che riguarda la nostra
città o il territorio di pertinenza, dovrebbero avere
maturato sugli stessi un personale convincimento ed avere
altresì valutato non solo i vantaggi di coloro che perorano
le varie istanze, ma anche i riflessi che sulla intera
collettività verrebbero a riverberarsi, verificando la
valenza dei pro e dei contro. Per raggiungere l'obiettivo più
confacente ai reali interessi di tutti noi, meglio sarebbe,
se loro di tanto in tanto ascoltassero la città e non solo
i loro «aficionados», che in quanto tali non hanno quella
giusta dose di senso critico necessaria per contrastare o
bocciare le «idee» che lungi dall'essere d'interesse
collettivo, soddisfano solo gli interessi di pochi o meno
gravi per la città.
Nel richiedere una maggiore informazione ed una divulgazione
comprensibile delle varie ipotesi progettuali, non ci
riferiamo solo a quelle che da recente sono assurte agli
onori della cronaca e sulle quali è stato apposto il «visto»
dei Prusst o a quelle che in questo programma non hanno
trovato spazio, ma a tutto ciò che noto o meno, viene
giudicato di rilevanza economica per la città nei salotti
che contano, senza il benchè minimo contraddittorio e la
cui effettiva utilità è tutta da dimostrare. Di manufatti
a suo tempo definiti temporanei ed ancor oggi vitali, la
città ne possiede diversi esempi, al pari di altri che
forse non saranno più utilizzati in futuro, ma che per
tanto tempo ancora deturperanno il paesaggio, gli uni e gli
altri in presenza di una maggiore trasparenza non avrebbero
assunto le caratteristiche negative che oggi vengono loro
contestate. Tra silenzi assordanti e chiacchiericcio
inconcludente, però, alcuni programmi tendono ad assumere
dimensione e fisionomia, forti dei giusti sostegni o
millantandoli, sta di fatto, e non ci stancheremo mai di
ripeterlo, tutto ciò che riguarda un vero progetto
complessivo dedito al turismo rimane una semplice
enunciazione da libro dei sogni.
Non si può tacere che le «linee guida di sviluppo
dell'economia locale» evidenziano lo scarso contributo
della città al bilancio turistico provinciale e rilevano
l'assenza d'iniziative produttive in tale direzione, pur in
presenza di potenzialità attivate.
La conferenza programmatica dovrà supportare il lavoro
fatto dall'Osservatorio economico, che non può ritenersi
concluso, come pure non può essere esaustivo il documento
esitato se l'incontro dovesse limitarsi a ripercorrere
tracciati già noti, senza nuovi spunti in direzione del
tema: «Il turismo e Messina, tra utopia e realtà», vorrà
dire che alla città nel futuro prossimo sarà negato lo
sviluppo agognato e da tutti promesso con un risvolto, i
progetti decantati saranno allocati in città, ma non
creeranno benessere per la città; si devono attirare
risorse che vanno spese in città e non drenare risorse
dalla città per trasferirle altrove.
29/8/2001
( gazzetta del sud )
Entro
l'anno la “riorganizzazione” del porto
Tempi
brevi per il Prp
Tempi brevi per il Prp, il piano regolatore del porto che
servirà a mettere ordine in un lembo di costa per parecchio
tempo lasciato nel caos. «Entro l'anno questo piano sarà
pronto», assicura il professore Elio Fanara del Centro
universitario studi trasporti (Cust), che ha ottenuto
l'incarico di redigere il piano da parte dell'Autorità
portuale. Risale all'estate del 1999 la presentazione degli
studi propedeutici al Prp. Elaborati che hanno messo a fuoco
i pregi e i difetti di un vasto territorio costiero sul
quale per anni la città dello Stretto ha basato la sua
fortuna. E dopo due anni il porto di Messina, la prima
risorsa della città, a breve si potrà dotare di uno
strumento che costituisce la base di una pianificazione
dello sviluppo portuale. Già con gli studi propedeutici
sono state indicate le destinazioni d'uso delle aree
comprese tra la zona falcata e il torrente Annunziata. Gli
elaborati, corredati da un supporto fotografico, prevedono
delle sezioni riferite al territorio portuale, alle
destinazioni d'uso, al quadro delle opzioni, alla nautica,
alle zone franche, ai traffici nello Stretto, al mercato
croceristico, alle stazioni di degassifica e alla demanialità
statale delle aree portuali. Con il Prp si avrà un quadro
più preciso. Per sbloccare definitivamente questo piano si
attendeva solamente la definizione dei progetti relativi
alla Fiera e al molo Norimberga. Per entrambi le ultime
sedute del Comitato portuale hanno chiarito i programmi
futuri. Per quanto riguarda la vasta banchina di riva della
zona falcata l'Autorità portuale ha anche sottoscritto un
protocollo d'intesa con la Soprintendenza ai beni culturali
che stabilisce competenze e ambiti di interventi. Non si
attende quindi più niente. Il piano regolatore del porto,
che dovrà comunque tenere conto delle indicazioni del Prg
attualmente all'esame del Consiglio regionale urbanistico,
è pronto per attuare la riorganizzazione del territorio
costiero. Il Prp, una volta presentato ed approvato dal
Comitato portuale dovrà essere inviato al Comune, alla
Regione e al ministero dei Lavori pubblici per i relativi
pareri. Il prossimo anno potrebbe essere già adottato.
29/8/2001
( gazzetta del sud )
Merci in
banchina impediscono lo sbarco ai passeggeri di una nave
Ribellione
al molo Marconi
Gli
operatori portuali: «Fateci lavorare»
Scene da film ieri mattina al molo Marconi. I croceristi
protestavano perchè non potevano scendere dalla nave per la
presenza in banchina di lastre di acciaio mentre gli
operatori portuali alzavano le barricate rispondendo: «Fateci
lavorare». Tutto questo è successo ieri al porto. Alle 8,
dopo l'arrivo della nave Carousel rimasta in città fino
alle 18 e con 1.100 passeggeri a bordo, il comandante ha
alzato la voce insorgendo per la presenza delle lastre che
ostruivano il passaggio ai croceristi rimasti
“prigionieri” e per il via vai di mezzi. Fino ad oggi
non era mai capitato, nonostante i lavori in corso alle
banchine di riva che hanno impedito l'utilizzo di buona
parte del territorio portuale e soprattutto del molo
Colapesce, che un comandante protestasse così veemente. Sul
posto, dove nel frattempo si sono recati anche i tassisti
rimasti senza lavoro per il fatto che i croceristi non hanno
potuto abbandonare la nave, si sono recati gli uomini della
Capitaneria di porto che temporaneamente hanno bloccato i
lavori. Oggi, comunque, gli interventi di trasferimento dei
“blumi”, sbarcati giovedì scorso dalla nave Dobrudja,
proseguiranno. Ferma infatti la posizione degli operatori
portuali che non intendono cedere alle richieste dei
comandanti. «Invece di sbarcare il materiale in un giorno e
mezzo – ha detto Ivo Blandina dell'impresa Comet – lo
abbiamo fatto dalle 7 alle 19 e ciò per consentire
l'attracco delle navi. Non c'era nessun bisogno di
interferire con i lavori anche perchè lo spazio per il
passaggio dei croceristi c'era. In una situazione di
emergenza non si possono avanzare grosse pretese». La
situazione che si è verificata ieri mattina rispecchia
comunque l'attuale realtà della zona portuale dove tra
lavori ai moli e cantieri del tram ad essere maggiormente
penalizzato è stato il traffico croceristico (alcune navi
sono state dirottate ai porti di Milazzo e Catania). Non è
certo colpa degli operatori portuali ma per i comandanti
delle navi da crociera quest'anno il porto dello Stretto era
meglio evitarlo.
29/8/2001 (
la sicilia )
La protesta per
i tir a Boccetta:
Prorogati i divieti di
transito
Non
ha ancora il verdetto dell'ufficialità, ma sembra ormai
scontato che il provvedimento di revoca delle fasce orarie
sul Boccetta, venga definitivamente accantonato. Si dovrebbe
ricorrere al blocco notturno per i mezzi pesanti, dalle 24
alle 6. Sono questi i temi discussi giovedì sera, nel corso
della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica, presieduto dal prefetto Giosuè Marino, alla
presenza di numerose autorità cittadine fra cui il sindaco
Salvatore Leonardi ed il comandante della polizia Municipale
Calogero Ferlisi. Al termine del vertice non sono state
assunte decisioni con effetto immediato ma l'orientamento
ormai è quello di sospendere, dopo l'ultima proroga valida
fino al 31 agosto, l'ordinanza che nello scorso mese di
maggio ha istituito i divieti ad orario relativi, però,
soltanto al Boccetta. Il divieto di transito notturno ai
tir, se confermato, raggiungerebbe così l'obiettivo
primario di dare qualche ora in più di "respiro"
e di sonno agli abitanti che risiedono sul viale Boccetta,
da sempre sottoposti all'inquinamento sia acustico che
atmosferico. Durante il meeting, inoltre il sindaco Leonardi
in accordo con il comandante Ferlisi, ha fatto presente la
necessità di incrementare in modo massiccio, lo
stanziamento delle forze dell'ordine sul territorio in
appoggio al lavoro già svolto dai vigili urbani in questi
tre mesi, cioè da quando le fasce orarie sono entrate in
vigore. I due esponenti hanno chiesto in definitiva, un
impegno diretto della polizia stradale lungo tutto l'asse
compreso tra lo svincolo e gli imbarcaderi ubicati alla rada
di San Francesco e nell'area portuale.
29/8/2001 (
la sicilia )
Pronto
un collegamento con Reggio
Leopoldo
Rodriquez e Matacena senior «migrano» a Catania
In attesa che il Tar di Catania si esprima sulla possibilità
di ottenere un approdo in riva allo Stretto, la società di
navigazione «Incremento» di Leopoldo Rodriquez e l'«Ulisse
Shipping» del cav. Amedeo Matacena senior hanno deciso di
spostare le proprie «attenzioni» nel porto di Catania da
dove, a giorni, dovrebbe partire il collegamento con il
porto di Reggio Calabria. Un tragitto di circa 2 ore che l'«Incremento»
effettuerà con la nave ro-ro «Ostfold», noleggiata
proprio dall'«Ulisse» e da circa un anno «parcheggiata»
nello scalo reggino. «La nave dovrebbe attraccare alla
banchina “Mardottini” – ha spiegato il comandante
della Capitaneria di Reggio Calabria, Giuseppe Paci – nei
pressi della quale, la società ha intenzione d'installare,
per il momento, una biglietteria». Ma le sorprese non
finiscono qui, come ha spiegato Nino Alibrandi dell'«Incremento»:
«Il nostro progetto va ben oltre e ha coinvolto diverse
associazioni degli autotrasporti, tra cui l'“Msg”,
società leader nel trasporto dei container. Da Pozzallo,
infatti, stiamo valutando l'ipotesi di attivare un nuovo
casello delle autostrade del mare che, bypassando,
l'impervia Jonica, porti direttamente allo scalo di
Taranto... ».
29/8/2001
( la sicilia )
Croceristi
«prigionieri» a bordo
Perchè
Messina diventi una città turistica deve ancora scorrere
molta acqua sotto i ponti, ma che quei pochi turisti che
sbarcano in riva allo Stretto non riescano a girare la città
perchè «imprigionati» a bordo della nave, questo non era
mai successo. Ieri, però, i croceristi della «Carousel»,
una nave battente bandiera bahamense, erano impossibilitati
a raggiungere i mezzi di trasporto terrestri perchè
l'uscita era ostruita dai Tir in attesa d'imbarcarsi sui
traghetti per Reggio Calabria e dalle operazioni di carico
di blumi di ferro della «Duferdofin» di Giammoro. Sul
posto sono intervenute una pattuglia della Capitaneria di
porto e una della polizia, che hanno sospeso le operazioni
per consentire il flusso dei croceristi. Il comandante
Carmelo Maccarone ha convocato per lunedì un vertice con
l'Autorithy e gli operatori portuali.
29/8/2001
( la sicilia )
Molo «Norimberga»,
gli operatori portuali tornano alla carica
Riparte
da un progetto di sistemazione temporanea della banchina, la
«caccia» della consortile «Norimberga» per l'attivazione
dei servizi portuali connessi al collegamento tra Messina e
Salerno, che la «Cartour» (del «Gruppo Franza») intende
attivare dal prossimo 15 ottobre con una nave ro-ro. Dopo
che il Comitato portuale ha respinto l'istanza di
concessione presentata dalla stessa società e preso atto
della pubblica utilità dell'agognato molo, la «Norimberga»
ha fatto un passo indietro e presentato l'elaborato
all'Autorità portuale che, prima di esprimersi, dovrà
ricevere il parere di congruità tecnica da parte del Genio
civile Opere marittime. Nel frattempo sono ripresi i lavori,
da parte dell'Ente Ferrovie, per la posa dei binari a raso.
30/8/2001
( gazzetta del sud )
Le reazioni
Intervengono l'ing. Francesco Clemente e l'amministratore
unico della Pan Kalòn, Pietro Cutrona
«Il progetto è antecedente
alla scelta sugli approdi»
Dall'ing.
Francesco Clemente, che ha curato per conto della Pan Kalòn
Srl il progetto che riguarda l'area di 70.000 mq sulle
colline di Scoppo, riceviamo e pubblichiamo: In merito agli
articoli pubblicati dalla Gazzetta del Sud nei giorni 24, 25
e 26 agosto, dai titoli, rispettivamente, «Dopo la
Panoramica lo Scoppo», «Scoppo, una scelta dissennata» e
«Difenderemo il territorio a ogni costo», per il rispetto
che ho sempre avuto non solo per la verità ma anche nei
confronti di chi, per poter operare scelte anche
critiche, ha sempre il diritto a essere correttamente
informato, rassegno le seguenti brevi note. Il progetto
inserito nel Prusst Messina per il 2000, con oggetto una
vasta area ricadente in località Scoppo di Messina, mi è
stato commissionato dalla Pan Kalòn Multi Resort Srl in
epoca antecedente la mia elezione a segretario provinciale
del Ccd di Messina e certamente prima di assumere tale
carica ho concluso la prima fase della mia attività
professionale con la consegna degli elaborati progettuali.
Da allora non è stato redatto alcun atto ulteriore di mia
pertinenza sicché, fin qui, tra l'incarico professionale
svolto e la carica politica successivamente rivestita non mi
sembra neanche ipotizzabile una qualche ipotesi di
incompatibilità che, in ogni caso, potrebbe connotarsi solo
per un profilo di opportunità. Non è poi di secondario
rilievo precisare come la Pan Kalòn Multi Resort Srl mi
abbia commissionato un progetto da inserire nel Prusst
Messina per il 2000 e che, secondo lo spirito proprio di
tale strumento di intervento sul territorio, volto a
contemperare le esigenze del privato finanziatore con quelle
della collettività fruitrice, la prima stesura
dell'elaborato progettuale sia stata ben presto modificata,
con l'inserimento di tutta una serie di opere e strutture
suggerite dall'amministrazione comunale, che in ciò non ha
mai perso di vista le esigenze dei cittadini. Basti pensare
che l'originario progetto prevedeva solo una struttura
polifunzionale da destinare ad attività cinematografiche,
teatrali e a centro congressi, un centro servizi e un centro
per attività commerciali, mentre nella sua stesura
definitiva si è arricchito con la previsione della
realizzazione di un parcheggio di interscambio per
autoveicoli, di un parco suburbano, di un parco giochi per
bambini, di opere varie di protezione civile come una
elipista, di una struttura da cedere, successivamente alla
sua realizzazione, al Comune di Messina che la adibirà a
uffici comunali decentrati, nonché di un'area di stoccaggio
per tir. Né del resto, se vuol farsi «solo informazione»,
può mai tacersi che, mentre il progetto da me redatto (in
epoca ancora precedente) è stato depositato dalla Pan Kalòn
Multi Resort Srl nel maggio 1999, il dibattito consiliare in
tema di approdi si è, di fatto, concretizzato nel corso
dell'anno 2000; che, in occasione dell'adozione della
relativa delibera (mese giugno del 2000), i consiglieri
comunali del Ccd hanno votato all'unanimità favorevolmente
allo spostamento degli approdi; che personalmente non ho mai
perso occasione, nelle sedi istituzionali e non, per
esprimere la mia ferma convinzione della necessità di
alleggerire il Boccetta dal transito dei mezzi pesanti. Così
ricostruiti i fatti non vi è chi non veda come: a)
l'oggetto dell'intervento da realizzare in contrada Scoppo
è ben più ambizioso e di più ampio respiro rispetto alla
realizzazione di una semplice area di stoccaggio per tir,
come riduttivamente e ripetutamente sottolineato in questi
ultimi giorni dalla sua testata giornalistica; b) che sia
all'epoca in cui veniva da me redatto il primo schema di
progetto, sia quando venivano inserite le modifiche
richieste dall'amministrazione comunale per rendere l'opera
meglio fruibile, ogni decisione in tema di «doppio approdo»
era, nel tempo, ancora assai lontana a venire; c) che la
costruzione sia dell'area di stoccaggio per tir, sia di
tutte le altre opere e strutture destinate alla fruizione
pubblica, è stata inserita solo a seguito di una
interlocuzione con l'amministrazione comunale e non è mai
rientrata tra le previsioni della Pan Kalòn Multi Resort
Srl, che dovrà invece sopportare, in proprio, i costi di
realizzazione, tanto della prima quanto delle seconde. Tanto
mi consente di respingere fermamente ogni illazione intorno
al mio operato, sia politico che professionale, utilizzando
a tal fine solo la forza stringente dei fatti concreti nel
loro storico succedersi. Non posso, al contempo, non
lamentare come, proprio per la mancanza di un preventivo (e
invero doveroso) approfondimento della «notizia», si sia
persa ancora una occasione per fare «vera informazione» e
per contribuire, anche con tale mezzo, allo sviluppo e al
progresso economico e sociale di questa nostra, fin troppo
penalizzata, città. Offrendo la mia disponibilità a
qualsiasi chiarimento lei ritenesse opportuno, le significo
che sono animato esclusivamente da amore della verità e non
già da spirito di polemica.
30/8/2001
( gazzetta del sud )
Le
richieste di variante al Prg non sembrano giustificate
dall'esigenza di un migliore assetto del
territorio
Panoramica
e Scoppo, troppe incognite
Non
si può pensare di fare espandere all'infinito la città
sulle colline
«La riqualificazione del territorio urbano come strategia
per uno sviluppo sostenibile e l'innalzamento degli standard
qualitativi della vita»: sono gli obiettivi fondamentali
del Prusst “Messina per il 2000” elaborato
dall'amministrazione comunale nel '99 ed inserito dal
Governo nazionale tra i programmi finanziabili. È di questo
che bisogna discutere, confrontandosi sulle linee
strategiche e sui singoli progetti, ognuno dei quali
rappresenta un'importante tessera del complessivo mosaico.
Proprio perchè in ballo ci sono temi decisivi per il futuro
della nostra città si deve avere il coraggio di vigilare e
di dire la propria su quelle operazioni che presentano
aspetti poco convincenti, sia perchè contrastano con le
previsioni inserite negli strumenti urbanistici sia perchè
sembrano privilegiare le esigenze particolari di gruppi
privati rispetto all'interesse generale. I casi di cui si è
discusso in queste ultime settimane – l'ipermercato
nell'area delle cave di sabbia della Panoramica dello
Stretto e il “Centro servizi per il commercio”, con
annessa area di stoccaggio per auto e tir, ubicato sulla
collina dello Scoppo – sono stati sollevati perchè hanno
una forte valenza simbolica e non certo perchè ci sia la
volontà di boicottare le iniziative imprenditoriali. Il
consiglio comunale, a maggioranza, ha ritenuto sia una
scelta saggia localizzare una “città mercato” sulla
Panoramica. Molti altri messinesi non la pensano così e
considerano quella decisione l'ennesimo frutto marcio di una
politica urbanistico-territoriale del tutto scriteriata. Lo
stesso vale per il progetto relativo alle aree a monte dello
svincolo autostradale di Boccetta. Innanzitutto non è
corretto parlare di “risanamento di contrada Scoppo”
perchè non è quello l'obiettivo dell'iniziativa contenuta
nel Prusst. L'idea progettuale, come confermato dallo stesso
amministratore della società Pan Kalòn Multi Resort,
riguarda la “valorizzazione” di 70 mila metri quadri di
terreni privati finora destinati a verde agricolo. Il
proprietario delle aree sostiene che, se si fosse pensato
solo al “business”, sarebbe stato molto meglio «vendere
i terreni a chi voleva costruire nuove palazzine». Ma è
proprio questo uno dei punti su cui va fatta chiarezza. Per
anni la collina dello Scoppo è stata individuata tra le
possibili aree di localizzazione di insediamenti di edilizia
residenziale pubblica. Quei progetti, però, si sono
scontrati con il secco “no” da parte del Consiglio
regionale dell'urbanistica che, nel momento in cui ha
rispedito indietro la variante al Piano regolatore, ha
“sconsigliato” l'utilizzo improprio del suolo agricolo,
soprattutto in quella porzione di territorio dall'equilibrio
estremamente delicato sia sul piano idrogeologico sia su
quello del rischio sismico. Ingegneri, urbanisti, geologi
sono concordi nel ritenere che su quelle aree non si possa e
non si debba costruire. Abortita l'ipotesi delle cooperative
edilizie, si è pensato, dunque, di destinare quei terreni
ad altro, riprendendo parzialmente la vecchia idea di
realizzare una grande area di servizio autostradale a
ridosso dello svincolo di Boccetta. L'ipotesi si è
arricchita di altre soluzioni quali quelle prospettate nel
progetto preliminare firmato dall'ing. Francesco Clemente:
centro commerciale, aree a verde, spazio giochi per i
bambini, cinema multisale e sede per congressi.
L'amministratore della società e il progettista sostengono
che quello dello stoccaggio dei tir sia solo un dettaglio,
un elemento trascurabile, addirittura ininfluente. Ma non è
così. Quello inserito nel Prusst, come si legge nella
scheda dell'intervento proposto, è il progetto di «un
centro servizi per il commercio, con area di stoccaggio ed
eventuale controllo satellitare dei mezzi gommati pesanti».
Che questa aggiunta sia stata imposta o meno
dall'amministrazione comunale, conta poco o nulla. La
questione è sempre la stessa e riguarda le scelte
strategiche che s'intendono compiere per lo sviluppo ma
anche per la tutela del nostro territorio. La collina dello
Scoppo, sul piano strettamente urbanistico (a parte le
considerazioni di carattere sismico e geologico) non sembra
certo essere la sede ideale per ospitare multisale
polinfunzionali e centri congressi (per di più in una città
che da 30 anni attende la realizzazione del “nuovo”
Palazzo della cultura...). Così come appare davvero
paradossale progettare un centro di stoccaggio per auto e
tir nel momento in cui sono state avviate concretamente le
procedure per spostare l'approdo dalla rada di San
Francesco, riducendo drasticamente i volumi di traffico che
coinvolgono lo svincolo e il viale Boccetta. Il progettista,
che è anche il segretario provinciale del Ccd, cioè di uno
dei partiti che sostengono la coalizione di governo,
precisa: l'idea progettuale è antecedente alle scelte
riguardanti l'ubicazione dei nuovi approdi. Ma anche in
questo caso c'è qualcosa, anzi molto, da obiettare. Se è
vero che il Prusst è stato concepito nel '98-99, e che la
delibera del doppio approdo Tremestieri-Annunziata è stata
approvata dal consiglio comunale nel giugno 2000, è anche
vero che fin dal suo insediamento la Giunta Leonardi ha
posto in cima ai propri obiettivi il recupero del fronte a
mare e il trasferimento degli imbarcaderi dalla rada di San
Francesco. Inoltre, i privati intenzionati a realizzare i
progetti del Prusst, per riconfermare la loro disponibilità
all'investimento, hanno dovuto presentare al Comune precise
fidejussioni bancarie. E ciò è avvenuto entro lo scorso 30
giugno, non certo due o tre anni fa. Il nodo politico, che
coinvolge il Ccd e la coalizione della Casa delle libertà,
permane per intero e il sindaco Leonardi non potrà non
affrontarlo nei prossimi giorni. Restano anche i profondi
dubbi sull'utilità - conflitti di interesse a parte - di
iniziative che mirano ad “espandere” la città sulle
colline, anzicchè bonificare e riqualificare le sterminate
porzioni di territorio urbano lasciate da decenni nel
degrado. Sollevare questi interrogativi, a nostro avviso,
significa fare “vera informazione”, checchè ne pensi
l'ing. Clemente.
31/8/2001
( gazzetta del sud )
Un altro passo
verso il totale recupero del porto anche se i lavori lungo
la Cortina procedono con qualche ritardo
Il molo
Norimberga collegato con la stazione
Tre
obiettivi: ospitare navi commerciali, far decollare
l'autostrada del mare, decongestionare le altre banchine
Stretta finale per i lavori funzionali all'immediata, anche
se parziale, restituzione al traffico commerciale delle tre
banchine di riva del molo Norimberga. In pochi giorni da
lunedì scorso sono stati già collocati, per un tratto di
seicento metri, i binari di collegamento tra la stazione
centrale e la testata del grande molo della zona falcata.
Mancano ormai solo i lavori di rifinitura. Alla “banchina
di testata”, dai primi di ottobre, attraccheranno le navi
cariche di blumi di ferro e da lì salperà, la notte,
diretta a Salerno, la nave “Cartour” del gruppo
Turist-Caronte che intende così dare vita, tra la Sicilia e
la Campania, alla prima autostrada del mare del sud. Ma il
nuovo binario non basterà a tutto questo. Occorrerà
spianare e asfaltare il piazzale almeno nelle zone
necessarie alle manovre delle gru mobili che preleveranno i
blumi nonché al passaggio dei tir e delle auto che
s'imbarcheranno ogni notte, o discenderanno la sera dalla
nave Cartour. Si avvicinano al traguardo, dicevamo, i lavori
d'installazione del binario curati dagli operai del Cantiere
meccanizzato delle Ferrovie spa: lo stralcio – da 1
miliardo e 400 milioni – del più generale progetto di
consolidamento del molo Norimberga. Tempi più lunghi,
invece, s'annunciano per le radicali opere, da 25 miliardi,
che cambieranno il volto dell'antico molo del carbone per
farne un moderno «Terminal multifunzionale» per lo
sviluppo del cabotaggio. Questi lavori sono stati finanziati
da più di un anno dal Ministero dei Trasporti e, come si
ricorderà, sono finiti al centro di un conflitto di
interessi con la Soprintendenza per una pretesa
incompatibilità con la salvaguardia delle vestigia spagnole
emerse da primi scavi. Un contenzioso per fortuna
“chiuso” con un protocollo d'intesa tra Authority e
Soprintendenza dopo mesi e mesi di polemiche. Proprio oggi,
per la riattivata gara europea, si chiude il termine
concesso alle imprese per inviare all'Autorità portuale la
propria richiesta d'invito. Ma torniamo ai nuovi binari e
alle possibilità ad essi connesse. La prima parziale
riattivazione del molo di San Raineri, a beneficio delle
navi commerciali e dei «tir della notte», costituirà un
passo in avanti vitale per innescare i meccanismi virtuosi
di una più generale ripresa di un porto di Messina
sull'orlo del collasso. Occorre dunque evitare d'inciampare
su qualche imprevisto che potrebbe far slittare il
riutilizzo delle banchine commerciali. Tutto dipenderà
dagli ulteriori lavori occorrenti per preparare il piazzale
Norimberga alle necessità imposte dalla presenza di navi
commerciali e dall'avvio dell'autostrada del mare
Messina-Salerno nelle dovute condizioni di sicurezza per
operatori e utenti. Lunedì il Comitato portuale riceverà
ed esaminerà le specifiche proposte elaborate per conto
della «Norimberga Servizi» dagli architetti Mariano
Tornatore e Salvatore Merlino che hanno fatto un
sopralluogo: si prevedono lavori per alcune centinaia di
milioni. Non dovrebbero esservi problemi dal punto di vista
dei rapporti con la Soprintendenza i cui dirigenti vigilano
sulla tutela dell'area di scavo da cui sono emerse le rovine
della Cittadella (area che va recintata). Maggiori difficoltà
si annunciano nella pubblica illuminazione. «Per il molo
Norimberga avevamo inviato alla Soprintendenza fin dalla
fine dell'anno scorso – spiega Franco Barresi, segretario
dell'Authority – un progetto di moderna recinzione e
illuminazione che prevedeva opere per circa 800 milioni, già
da mesi corredato del parere favorevole del Genio civile
opere marittime. Ancora oggi, purtroppo, non abbiamo
ricevuto il parere positivo della Soprintendenza». Ma come
si farà per l'attivazione del molo? «Con quel progetto non
si fa più in tempo. Nell'attesa di questo benedetto parere
non potremo far altro che riattivare adeguatamente una delle
vecchie torri faro».
I LAVORI SULLA CORTINA – Intanto qualche piccolo ritardo
si registra nella tabella di marcia dei lavori lungo la
cortina del porto. Il presidente dell'Authority Giuseppe
Vermiglio invoca giustamente pazienza ma i disservizi e
gl'intoppi, specie a scapito dei croceristi, potrebbero
inevitabilmente ripetersi nelle prossime settimane. La
banchina Primo Settembre, sia pure senza il previsto binario
di nuova concezione (che arriverà più avanti dalla
Francia) sarà pronta già entro la fine di settembre, come
preannunciato, e conseguentemente le maestranze di Italgeo e
Trevi cominceranno a trasferirsi sul molo Rizzo. Ma il
“Colapesce” (con la sua grande banchina che risolverà
tanti problemi) sarà utilizzabile solo a ottobre.
31/8/2001
( gazzetta del sud )
Porto
/ Nuova richiesta d'autorizzazione all'attracco
C'è un'altra società marittima che ha deciso di puntare su
Reggio Calabria e Messina. Al molo Rizzo potrebbe presto
attraccare la nave ro-ro “Porto Ferrario” di una società
che fa capo al figlio dell'armatore calabrese Cesare Diano,
titolare della compagnia Meridiano Lines che dal 20 agosto
del 1998 gestisce un collegamento marittimo con la sponda
calabrese. Alla guida della nuova compagnia, la
“Frasavida”, Vincenzo Diano. La tabella di armamento
della nave, che comunque a quanto pare sarà in sostituzione
di un'altra della Meridiano, è stata già concordata con la
Capitaneria di porto di Reggio e con le organizzazioni di
categoria. Non si tratta quindi di assegnare un nuovo
ormeggio. La messa in servizio della nuova nave dovrà
comunque essere concordata con l'Authority soprattutto sul
fronte dell'organizzazione portuale. Tra lavori in corso e
camion, alle banchine di riva attualmente regna il caos. Il
nuovo collegamento con Reggio si va appunto ad aggiungere a
quello già attivato dalla Meridiano ed anche dalla Ngi,
sempre nel 1998. Ormai è solo questione di concorrenza. Il
mercato del traghettamento negli ultimi tre anni è mutato:
da un regime di monopolio si è passati alla presenza nello
Stretto di più società di navigazione.
31/8/2001
( la sicilia )
La
«Frasavida» di Vincenzo Diano curerà il collegamento con
Reggio Calabria insieme alla «Meridiano» del papà Cesare
Stretto
di Messina: raddoppio... in famiglia
Già
armata una nave ro-ro – Il porto va in tilt per «sovraffollamento»
E mentre nei
giorni scorsi è riesplosa la polemica per l'assenza di
spazi all'interno dell'area portuale, da Reggio Calabria si
apprende che, a breve, una nuova compagnia farà capolino
nella città dello Stretto: si tratta della «Frasavida» di
Vincenzo Diano, con sede a S. Lazzaro (Reggio Calabria) che
è pronta a mettere in mare la nave ro-ro «Portoferraio»,
attualmente in cantiere per lavori di ristrutturazione e in
attesa del certificato di sicurezza. La tabella d'armamento
è già stata approvata dalla Capitaneria reggina, che ha
ricevuto anche la richiesta di concessione per l'ormeggio
del natante nella banchina «Mardottini». La «Frasavida»,
sempre che l'Autorità portuale dia il suo placet,
affiancherà nella tratta Messina-Reggio Calabria la «Meridiano
Lines» di Cesare Diano (il padre di Vincenzo) e la «Ngi»
della famiglia La Cava («Gruppo Franza»). Quindi, 2 a 1
per i Diano che tentano di strappare un'altra fetta di
mercato al «Gruppo Franza» e all'Ente Ferrovie, almeno sul
capoluogo calabrese, nelle more che il Tar di Reggio
Calabria si esprima sulla richiesta, sempre dei Diano, di
utilizzare lo scivolo «0» delle Fs a Villa S. Giovanni,
per ottenere uno spazio anche sulla rotta più breve dello
Stretto. Ma, per il momento, i problemi sono altri: se la «Frasavida»
otterrà la concessione dell'Autorithy, le banchine «Rizzo»
e «Peloro» diverranno davvero invivibili. Ci saranno Tir e
auto in coda per imbarcarsi, treni merci in movimento per le
operazioni di carico e scarico di ferro e granaglie, per non
parlare dei poveri croceristi che intendono visitare la città.
Si prospetta un settembre «nero» — Questa
situazione di grave disagio dovrebbe durare per almeno
l'intero mese di settembre. Il consorzio «Trevi-Italgeo»,
infatti, fa sapere che, nel pieno rispetto dei tempi
contrattuali, consegnerà le banchine «Colapesce» (dove
torneranno le navi da crociera) e parte della «Primo
Settembre» nel mese di ottobre. Dubbi, invece, sulla
consegna di nuove aree. «Stando ai piani che ci ha
prospettato l'Autorità portuale – ha spiegato Pippo
Barbera (“Italgeo”) – soltanto alla fine del mese di
novembre ci dovrebbero essere consegnate le banchine
“Rizzo” e “Peloro”». Gli uffici di via Vittorio
Emanuele, infatti, intendono prendere tempo nelle more che
le Ferrovie completino la posa dei binari a raso sul molo «Norimberga»,
per trasferire su quella banchina le operazioni di carico e
scarico del ferro. «Ciò dovrebbe avvenire entro la fine
del mese di settembre – afferma il segretario generale
dell'Autorità portuale, Franco Barresi – quando dovremo
anche trasferire le gru».
Lunedì un vertice in Capitaneria — Per
tentare di mettere un po' d'ordine ed evitare che il porto
«collassi», il comandante della Capitaneria, Carmelo
Maccarone, ha convocato per lunedì mattina, un vertice alla
presenza dell'Autorità portuale, delle imprese e degli
agenti marittimi.
31/8/2001
( gds )
Controesodo
di fine mese, lunghe code per l'imbarco
Ancora una giornata di traffico intenso, ieri in città, per
il controesodo di numerosi turisti che hanno lasciato la
Sicilia, dopo aver trascorso gli ultimi spiccioli di vacanze
estive.
Durante la mattinata di ieri, la coda di autovetture da
traghettare oltre lo Stretto, arrivava fino all'ingresso del
teatro in fiera, con un'attesa minima di circa un'ora. Nel
primo pomeriggio il traffico si è intensificato, con tempi
di imbarco superiori alla media del periodo, con conseguenti
file lunghe circa un chilometro. Molte le pattuglie dei
vigili urbani stanziate ed impegnate sul territorio, a
coordinare al meglio lo smistamento veicolare verso gli
imbarcaderi, dove numerosi vacanzieri erano esausti dalla
lunga attesa e dal caldo insopportabile.
Sono stati anche allertati i volontari della Protezione
Civile, che si sono sistemati presso la fontana del Nettuno,
in via Vittorio Emanuele, dando notevole assistenza ai
vacanzieri con distribuzione di cartoni d'acqua e altro. Il
problema delle lunghe attese, sembra sia stato dovuto alla
riduzione delle corse dei traghetti privati che forse non si
aspettavano una così massiccia affluenza in quest'ultimi
giorni di agosto. Comunque prontamente le corse dei
traghetti della Tourist, nel primo pomeriggio sono
aumentate, smaltendo così rapidamente il traffico. In
serata la situazione è tornata alla normalità.
Alle barriere autostradali siciliane, che immettono alla
città dello stretto non si sono verificati particolari
problemi di attesa e la circolazione è stata scorrevole.
31/8/2001
( gds )
Una nuova
compagnia sullo Stretto
Sbarca una nuova compagnia sullo Stretto. Pronta ad
imbarcare Tir ed auto, con rotta Reggio Calabria, la
Frasavida Srl.
Si fa sempre più esiguo lo spazio a disposizione delle
compagnie di traghettatori. Mentre infuriano le polemiche
sul nuovo servizio che dovrebbe partire ad ottobre dal molo
Norimberga (il comitato la nostra città ha annunciato
clamorose azioni di protesta) e sulle fasce orarie per i Tir
sul Boccetta, pronta ad irrompere sul mercato c'è una nuova
compagnia. Si tratta della Frasavida Srl con sede a san
Lazzaro di Reggio Calabria in contrada Ferrina.
L'Autorità portuale guidata da Giuseppe Vermiglio dovrà
fare presto i conti con una nuova richiesta di sbarco. La
stessa che è già stata presentata per attraccare sulla
sponda opposta. La Frasavida, guidata per l'occasione da
Vincenzo Diano, l'armatore che può contare già su una
compagnia la "Meridiano", ed un punto di approdo
in via Vittorio Emanuele, si è già presentata alla
Capitaneria di porto di Reggio Calabria. La richiesta
presentata dalla nuova società riguarda l'impiego sullo
Stretto di una nave del tipo ro-ro, la
"Portoferraio". L'utilizzo sempre lo stesso: il
trasporto di auto e tir. In una riunione sindacale è stato
raggiunto un accordo su tabella di armamento e composizione
dell'equipaggio.
Per l'Autorità portuale messinese la novità si presenta
come una vera e propria patata bollente. L'unica banchina
disponibile in via Vittorio Emanuele è già impegnata da
due compagnie che espletano lo stesso servizio: la Ngi e la
Meridiano Lines. Un'area totalmente ingolfata ed oggetto nei
giorni scorsi di furiose polemiche. A causa dei lavori sulle
altre banchine parte del traffico crocieristico e di quello
commerciale è stato trasferito proprio accanto agli
imbarchi delle navi dirette a Reggio. Il risultato è stato
fallimentare. I turisti sbarcati da una grossa nave da
crociera per raggiungere taxi e pullman hanno dovuto
effettuare una faticosa e pericolosa gimkana tra Tir e carri
ferroviari
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