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NEWS DI APRILE 2001

3 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

 

Altro che revoca!

 

Per il ministro dei Trasporti tedesco Kurt Bodewig (Spd), l'eventuale revoca del divieto di transito per i camion sulle autostrade europee la domenica e i giorni festivi sarebbe una autentica ''catastrofe'' per la Germania. Riferendosi a un articolo in questo senso apparso ieri sul domenicale Bild am Sonntag, Bodewig si e' mostrato molto allarmato. Parlando al secondo canale Zdf ha detto di non capire la posizione della Ue e di ritenere che l'abolizione del divieto causerebbe il caos sulle strade della Germania con ingorghi e file chilometriche. Bodewig ha detto di contare sull'appoggio contro tale progetto di Francia e Austria. Poiche' - ha aggiunto - l'Italia ha finora sempre appoggiato i paesi tradizionalmente di transito, egli spera che cio' avverra' anche in questa occasione. Germania, Francia, Italia e Austria, insieme, potrebbero raccogliere infatti i voti sufficienti a formare una minoranza di blocco nel consiglio dei ministri dei Trasporti. Di tale problema, secondo la Bild am Sonntag, si occuperanno i ministri dei Trasporti comunitari in una riunione giovedi' a Lussemburgo.
E' totalmente falso'' che la Commissione europea sia orientata ad abolire il divieto di circolazione in autostrada per camion e altri mezzi pesanti in vigore la domenica e i giorni festivi, cosi' come pubblicato ieri dalla 'Bild am Sonntag'. Ad affermarlo e' Gilles Gantelet, il portavoce della vicepresidente e commissaria europea ai trasporti Loyola De Palacio. ''Non c'e' assolutamente nulla di vero in quanto pubblicato ieri'', ha detto Gantelet. ''Cio' che la Commissione propone e' di congelare la situazione esistente per fare in modo che ogni nuova iniziativa nazionale in questo campo sia discussa prima a livello comunitario''. Della questione si iniziera' ad occupare giovedi' il consiglio dei ministri dei Trasporti Ue in programma in Lussemburgo.

 

3 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

 

Le aree dalla rada San Francesco al Baby Park
Passeranno al Comune
Ma l'Authority chiede contropartite


È stato un comitato portuale in tono minore ma solo a prima vista. In realtà ieri nella sala riunioni di via Vittorio Emanuele il sindaco di Messina Salvatore Leonardi, il primo cittadino di Milazzo Nino Nastasi, il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, il segretario generale dell'Authority Franco Barresi hanno discusso di rilevantissime prospettive di sviluppo legate alla programmazione e alla gestione dei porti di Messina e Milazzo. Dopo aver approvato alcune autorizzazioni (le più rilevanti quelle all'uso a parcheggio temporaneo dell'ex Gazometro e alla realizzazione del Terminal del Tram) si è affrontato, in generale, l'argomento dell'iter avviato dal Comune d'intesa con la Regione e la Capitaneria per la progettazione dei nuovi approdi destinati al traghettamento e al cabotaggio. Il consiglio comunale, com'è noto, ha indicato due siti: quello di Tremestieri-Larderia per un approdo commerciale del traffico gommato pesante e collegato all'"A18"; e quello alla foce del torrente Annunziata per un approdo specializzato nel traffico automobilistico in raccordo con il costruendo svincolo. Il dibattito è scaturito da una riflessione del sindaco di Milazzo Nastasi che, in qualità di componente del Comitato portuale, ha posto il problema delle difficoltà che l'Autorithy di Messina-Milazzo è destinata ad incontrare nel percorso volto a far decollare il Piano regolatore portuale (già rallentato dal «caso Norimberga») tenuto conto che i procedimenti dei due nuovi approdi per traghettamento e cabotaggio vengono oggi portati avanti dal Comune di Messina in riferiomento ad aree su cui l'Autorità portuale non è competente. Entrambi i siti individuati dal consiglio comunale ricadono fuori ben al di fuori dalla giurisdizione di quell'Autorithy che la legge del 1994 ha istituito per assicurare l'ottimale gestione manageriale alle attività portuali primarie, quali per eccellenza sono il trasporto dei passeggeri e delle merci. Il presidente dell'Authority Vermiglio e il segretario Barresi hanno ricordato dal canto loro come tanto le dichiarazioni programmatiche del Comitato portuale (sottoscritte, a suo tempo, da Comune e Provincia) quanto lo studio preliminare al Prg portuale, abbiano previsto l'estensione dell'ambito territoriale dell'Autorità Messina-Milazzo in previsione della realizzazione di nuovi approdi per il traghettamento nello Stretto. Il sindaco Leonardi ha confermato l'impegno originario. Il Comune, del resto, ha deliberato sugli approdi "pensandoli" quali fattori di sviluppo economico e commerciale: «Si incrementeranno gli attracchi, i passeggeri, la circolazione delle merci – ha riflettuto ieri Leonardi – ed è quindi logico che entreranno in gioco i fini istituzionali e una nuova giurisdizione dell'Authority». Ma il Comune, da questa sorta di "staffetta istituzionale", punta a trarre grandi opportunità per i propri programmi di sviluppo urbanistico: «Ho ricordato in Comitato – spiega Leonardi – quanto andiamo ripetendo da tempo: cioé che la sdemanializzazione e la cessione al Comune delle aree pregiate che si estendono dalla Rada San Francesco al Baby Park, non appena perderanno – coi nuovi approdi – caratteristiche portuali, potrebbe essere un'idonea compensazione, in coerenza con il progetto di Water Front, delle aree che saranno acquisite dall'Authority».

 

4 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

 

Referendum sugli approdi “Offensiva” dei quartieri

Due presidenti di Quartiere, Luigi Impiduglia (Nono) e Domenico Piccione (Undicesimo), assistiti dall'avvocato Roberto Strani, hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo contro la nota indirizzata loro dal sindaco Salvatore Leonardi con la quale era stata comunicata la decadenza della procedura referendaria sugli approdi attivata nel 1997 in quanto non esaminata entro i 6 mesi di legge dal consiglio comunale e successivamente non riproposta. Il ricorso dei due presidenti di circoscrizione è basato anzitutto sulla mancanza, a suo tempo, di una nota formale da parte del consiglio comunale con cui la decadenza della procedura avrebbe dovuto essere resa nota ai due Quartieri. In secondo luogo Impiduglia e Piccione richiamano la persistente mancanza di attuazione delle norme relative all'insediamento del Comitato dei garanti e alla nomina del difensore civico, che rappresentano la via obbligata per indire la consultazione referendaria. Per questi adempimenti la Regione due mesi fa mandò un commissario.

 

 

4 Aprile 2001 ( castigamatti )

 

Misterioso incidente sul Boccetta

 

Ieri notte verso le 23,40 all'incrocio tra il Viale Boccetta e il Corso Cavour si sono scontrati un TIR e un'auto. I passeggeri sono stati trasportati all'ospedale per ferite e contusioni varie ed un comprensibile stato di chock. Oggi nessun quotidiano e nessuna Tv  hanno riportato notizie in merito. La stessa Polizia Stradale, contattata al telefono, ci ha dichiarato che ieri notte non c'è stato nessun incidente sul Boccetta.

 

4 Aprile 2001 ( castigamatti dal TG5 )

 

 

Vettura a gas diventa un'autobomba
4 carbonizzati in uno scontro a Roma
       

 

Uno spaventoso incidente si è verificato alle porte di Roma sulla via del Mare all’altezza di Acilia. Quattro persone sono morte carbonizzate nello scontro che ha coinvolto tre auto e un motorino. Le vittime sono il conducente della moto, Vito Cascioni, di 38 anni, di Fiumicino, Anna Loredana Veniamin, di 45 anni, e i suoi figli Thomas Carmelino, di 11 e Giorgio, di 19 anni, che erano a bordo della Lancia. Le persone ricoverate all' ospedale Grassi sono Sonia Tomasini, di 49 anni, il marito Ernesto Cerasaro, di 44, e Deborah Sesta, di 44. Dalle prime ricostruzioni sembra che un'autovettura, che dopo l' incidente non si è fermata, abbia disturbato una delle auto non facendola rientrare in carreggiata dopo un sorpasso: l'auto si sarebbe, quindi, scontrata frontalmente con la vettura sull' altra corsia. Il serbatoio a gas della Lancia Delta nell'urto è esploso: l'effetto è stato quello di una bomba.    

 

 

6 Aprile 2001 ( TG5 )

 

Strage in autostrada: protagonista, come sempre, un TIR

 

Strage di famiglia sull'autostrada. Vittime i componenti un nucleo familiare di emigrati che tornava al paese per le vacanze pasquali. E' successo sull'autostrada adriatica, lungo il tratto che attraversa Ancona. Quattro persone, padre 41 enne, madre originaria di Brindisi, un figlio maggiorenne e, forse la madre della donna, sono morte prima dell'alba, lungo la corsia sud dell' A/14, tra Ancona nord e Ancona sud. I quattro viaggiavano a bordo di una monovolume che ha tamponato un semirimorchio. Nell'automezzo, con targa straniera, si trovavano altre tre persone, di età compresa fra i tre e i 15 anni, rimaste gravemente ferite nell'incidente. I ragazzi sono ricoverati in vari ospedali di Ancona: la bambina di tre anni si trova in rianimazione al Salesi, ma non è ritenuta in pericolo di vita. I quattro deceduti e i tre feriti farebbero parte della stessa famiglia, di origini pugliesi, ma residente in Germania. Secondo una prima ricostruzione, l'autoarticolato si sarebbe immesso sulla corsia da una piazzola di sosta, senza accorgersi che stava sopraggiungendo l'Ulisse, che è andato a schiantarsi contro la parte posteriore del semirimorchio. Illeso, ma in stato di choc, l'autista del camion.

 

8 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

L'Authority chiede alla Soprintendenza tempi rapidi
Progetto Norimberga un appello al prefetto


La Soprintendenza ai beni culturali sta esaminando da una decina di giorni il progetto delle Ferrovie spa sul nuovo tracciato dei binari che collegheranno il piazzale San Raineri al molo Norimberga: la variante è stata redatta dalla Divisione Infrastrutture Fs in ottemperanza ad alcune prescrizioni date dalla stessa Soprintendenza. Si attende adesso il suo pronunciamento. Nei giorni scorsi il presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio e il segretario generale Franco Barresi hanno chiesto al prefetto Marino una nuova mediazione istituzionale in considerazione dei disagi che all'economia del porto derivano dal ritardo di 4 mesi già accumulato dalla scaletta dei lavori finanziati per il consolidamento del più grande molo del porto. Resta fermo infatti il percorso che dovrebbe portare alla ristrutturazione delle banchine (28 miliardi). I lavori, come si ricorderà, furono bloccati dopo il rinvenimento di rilevanti resti strutturali della Cittadella spagnola. Il 12 aprile dovrebbe tenersi la conferenza Stato-Regione per dirimere i dubbi sulla titolarità delle aree. La Soprintendenza prende le mosse anche da un progetto di Parco museale della Cittadella che punta a un finanziamento comunitario di 25 miliardi e che fa riferimento, anzitutto, alle aree della Zona falcata già vincolate. L'ente regionale, dopo i ritrovamenti, ha richiesto un approfondimento degli scavi e l'estensione del vincolo. Ma l'Authority oppone l'appartenenza delle banchine al Demanio dello Stato.

8 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Attenti all'inquinamento

Rosario Urzì «L'asma è una malattia sociale in continua evoluzione». Su questo tema si è ampiamente discusso al Royal hotel palace nel corso di un incontro-dibattito moderato dal prof. Giuseppe Girbino, direttore dell'Istituto di malattie respiratorie del Policlinico universitario. Al meeting hanno partecipato il presidente dell'Ordine dei medici dott. Nunzio Romeo (il quale ha sottolineato «l'importanza e l'utilità dei corsi Ecm - «Educazione continua in medicina» - per l'aggiornamento permanente nella professione sanitaria) e i dottori Umberto Alecci (che ha relazionato sulla gestione del paziente asmatico vista dal medico di medicina generale), Margherita Manfrè (sull'epidemiologia dell'asma), Santi Ruggeri (sulle peculiarità fisiopatologiche dell'asma), Fortunato Giuseppe Picciolo (sul trattamento farmacologico) e Francesco Relo (sulla qualità della vita e il processo di riabilitazione respiratoria del paziente asmatico). In Italia oltre cinque milioni di persone (15% bambini) soffrono di asma bronchiale di natura allergica e non allergica. L'asma – ha detto il prof. Girbino – è una malattia sottodiagnostica, sottovalutata e in continua evoluzione, con una incidenza epidemiologica superiore al 7%. Il paziente asmatico «nasce con una predisposizione, a volte trasmessa ereditariamente, sulla quale i fattori ambientali (di tipo allergico o irritativo) vengono a esercitare un'azione determinante, con la riduzione del carico delle vie aeree, che in un primo momento è funzionale (reversibile) e nel tempo diventa irreversibile, rientrando così a pieno titolo nelle malattie croniche dell'apparato respiratorio che comporta, progressivamente, un'insufficienza ventilatoria. La terapia antinfiammatoria di fondo è il comune denominatore». È importante l'attività sinergica del medico di famiglia con lo specialista, «integrando e migliorando – grazie anche a questi processi educazionali – le conoscenze dell'uno e dell'altro nel "gestire" il paziente sotto il profilo farmacologico e preventivo». Dal punto di vista epidemiologico il problema fondamentale – ha detto il dott. Alecci – «è nella ricerca del nuovo paziente asmatico ancora non diagnosticato, il quale rischia di essere scoperto tardi e quindi curato male, con una frequenza di crisi asmatiche, un altissimo costo sociale, una pesante perdita di ore lavorative o di scuola». Il medico deve fornire al paziente asmatico «l'istruzione della malattia», ossia deve indicare come «sapere prevenire l'attacco asmatico, come trattarlo farmacologicamente, come programmare controlli medici periodici». L'asma – ha affermato la dott. Margherita Manfrè – è una malattia molto diffusa soprattutto negli ambienti industrializzati, con elevata rilevanza sociale, ampia ospedalizzazione anche di bambini e assenza dal lavoro e dalla scuola. Messina è città ad elevato rischio epidemiologico per l'inquinamento atmosferico da gas di scarico del traffico gommato. La «peculiare posizione geografica determina rapide escursioni climatiche, forti correnti che favoriscono il movimento dei pollini, responsabili di crisi asmatiche anche acute». La terapia – ha aggiunto poi il dott. Picciolo – è in rapporto alla gravità della sintomatologia. Il trattamento di base è di tipo antinfiammatorio (corticosteroidi in particolare), associato ai broncodilatatori a risposta immediata o ritardata (long-acting). La gestione dell'asma è importante. Il paziente dovrà capire «quando potrà autogestirsi nella prevenzione o nella risoluzione dell'attacco acuto e quando, invece, è utile rivolgersi al medico o al pronto soccorso per ricevere una terapia più adeguata». La qualità della vita per il paziente asmatico è importante e passa – ha infine sottolineato il dott. Relo – attraverso un «programma terapeutico globale, monitorato nel corretto uso dei farmaci, e adiuvato dalla prevenzione ambientale e dalla disassuefazione al fumo».

10 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Molo Norimberga a una svolta 


Si diradano le prime nubi sulla vicenda del «blocco dei lavori» al molo Norimberga, con la possibilità concreta che il progetto di consolidamento delle tre banchine e il lancio del grande terminal per l'attività commerciale escano dalla palude in cui sono precipitati. A riaprire orizzonti migliori, nella direzione della piena compatibilità con la salvaguardia dei resti storico-architettonici, è la Soprintendenza ai beni culturali. Il direttore della sezione interessata, l'architetto Rocco Scimone, pur tra le cautele, lascia trapelare un certo ottimismo: «Stiamo esaminando da una settimana il nuovo progetto presentato dalla Ferrovie che riguarda non solo il tracciato dei binari ma anche alcune esigenze di tutela delle strutture che sono emerse: ebbene, se risulteranno rispettate le prescrizioni della Soprintendenza, potremmo dare il richiesto parere entro le festività di Pasqua». Questa prospettiva, benché ancora ipotetica, comincia a suonare come musica alle orecchie di quanti ritengono che due interessi generali concorrenti per il bene della collettività debbano essere prima «concertati» e poi «armonizzati». Così, finora, non è avvenuto nel caso del molo Norimberga laddove tra l'Autorità e la Soprintendenza si è aperto un paralizzante conflitto in coincidenza con i primi lavori strategici che si intraprendevano per rilanciare un porto segnato dal bisogno impellente di migliorare e razionalizzare i propri servizi. La cultura certamente, mettendo per un attimo da parte ragioni di titolarità e competenze pur importanti, trova nella zona falcata in genere una ricchezza mai valorizzata, che è ora di tirare fuori. Lo fa capire l'architetto Scimone quando ricorda che durante gli scavi per il molo sono emersi «elementali architettonici, e non archeologici: la porta Norimberga, ad esempio, per un'altezza di tre metri, potrebbe risultare pressoché intatta». Purché il passato non faccia abortire il presente o questo non cancelli il primo, ma con l'obiettivo di far nascere, lavorando ( per la Travel Tickets © ) insieme,un futuro migliore.

10 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Approdi                                                                                                          

Approdi – L'incontro tra Comune e Capitaneria di porto, previsto per ieri pomeriggio, è slittato a giovedì. «Si sta concordando un percorso unitario – afferma il sindaco Leonardi – al fine di procedere in maniera spedita». Se l'ipotesi finora vagliata sarà messa in atto, entro l'anno si potrebbe già affidare la concessione per la realizzazione dei due approdi in project financing . Tale modalità, infatti, prevede un accordo di programma tra assessorato regionale al Territorio e Comune che fa superare lo “scoglio” della variante al Prg, che comporterebbe un inevitabile impantanamento. «Peraltro, alla Capitaneria – spiega Maccarone – sono già state avanzate istanze di concessione per le due opere e questi progetti potrebbero partecipare al bando, quindi nessuno sarebbe escluso».

10 Aprile 2001 ( gds )

Crimi: Vogliamo il Ponte, non i TIR

L'unione fa la forza. Un'unica segreteria per i candidati del Polo nei Collegi del capoluogo. Presentazione ufficale ieri, nella sede di via Maddalena degli uomini del centrodestra: Totò Ragno, uscente, di An, schierato nel collegio senatoriale; Gianpiero D'Alia, messo in campo nel collegio Sud e Rocco Crimi, Forza Italia, uscente, collegio nord. Un salone letteralmente sommerso da gadget, libri e manifesti del leader, Silvio Berlusconi.
Sugli scaffali le ultime fatiche letterarie del cavaliere, il carnet di cartoline "per la libertà" con la faccia di Berlusconi da spedire ad amici e parenti, e persino il puzzle della libertà. Componendolo viene fuori naturalmente l'immagine del leader di Forza Italia. Una novità tra gli alleati del centrodestra la presenza dei repubblicani che in città sono rappresentanti dall'ex assessore comunale al Bilancio, Pietro Currò.
A portare il saluto dei socialisti siciliani il segretario provinciale Saro Pizzino. Il Pss locale è in lizza al proporzionale con Nanni Ricevuto, attuale assessore regionale ai Lavori pubblici. Ragno ha spiegato di essersi candidato per la terza legislatura per tentare di partecipare al rilancio della città direttamente dalla coalizione di governo. Da Crimi un assaggio di quello che saranno i suoi slogan in campagna elettorale: via i Tir dalla città ed avanti con la costruzione del ponte e del nuovo approdo. Secondo il parlamentare azzurro liberare il viale Boccetta costituisce un'autentica priorità."Tra le opere che il Polo realizzerà - spiega Crimi - c'è comunque al primo posto il Ponte vero volano dell'economia". Prudente D'Alia sullo spostamento dell'approdo a sud, il territorio che lo vede candidato: "L'approdo - spiega - deve essere una occasione di sviluppo per quel territorio e non deve creare disagi per i cittadini".

11 Aprile 2001 ( la sicilia )

Camion impazzito fa strage di auto
 
Ventitre auto incidentate, due mezzi pesanti semidistrutti, 2 feriti gravi (tra cui Gaspare Deioma, 34 anni, di Aci S. Antonio) almeno 8 persone raggiunte dai frammenti dei vetri distrutti: questo il bilancio dell'ennesima tragedia sfiorata sul viale Boccetta.L'allarme è scattato intorno alle 20.20, in tutta la sua gravità, facendo tornare alla mente tutti gli incidenti, gli inquietanti dati relativi all'inquinamento ed i disagi causati da uno svincolo autostradale divenuto un'autentica «porta infernale» per i mezzi diretti ai traghetti delle società private. L'ennesima «carambola» è stata causata da un autoarticolato fermo, probabilmente senza le dovute precauzioni, che si trovava parcheggiato nelle immediate vicinanze della chiesa S. Francesco all'Immacolata. Nel corso di alcuni lavori all'impianto frenante, il mezzo ha iniziato autonomamente la marcia, investendo un meccanico, che stava operando sotto il Tir. Santi Currò, 38 anni, è stato letteralmente arrotato dal mezzo pesante, ma fortunatamente le sue condizioni non sarebbero gravi. L'uomo è stato condotto al Policlinico universitario, dov'è stato sottoposto ad esami radiologici ed alla Tac.
Ma il cammino «impazzito» era soltanto all'inizio. L'autoarticolato di Rosario Miceli, 35 anni, originario di Vizzini, come un «fiume in piena», dopo avere invaso la carreggiata opposta, ha travolto le autovetture in sosta a ridosso della chiesa, sradicando molti alberi e pali della luce. Dopo avere «costeggiato» il muro della struttura religiosa, il Tir ha proseguito la marcia, schiacciando altri mezzi parcheggiati in prossimità dell'incrocio con via XXIV Maggio.La folle corsa è stata fermata da un altro autoarticolato condotto da Giorgio Petrè, 46 anni, che trasportava materiale informatico costosissimo, che si trovava al semaforo e da una Fiat Tipo, ridotta ad un ammasso di rottami. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i vigili urbani della sezione infortunistica e i vigili del fuoco, che hanno provveduto ad estrarre dalla lamiere il passeggero di un'utilitaria coinvolta nella «carambola», mentre un altro ha avuto la prontezza di riflessi di gettarsi fuori dal mezzo.
Non sono mancati momenti di tensione per lo sfogo di alcuni residenti della zona, che chiedono un'immediata soluzione al problema derivante dal costante attraversamento della città da parte dei mezzi diretti agli imbarcaderi.I dati, infatti, parlano di oltre 3mila veicoli (tra auto e camion) che usufruiscono ogni giorno dello svincolo di Boccetta. Da parte sua, l'amministrazione comunale si sta muovendo in più direzioni. A lungo termine è previsto lo spostamento degli approdi nella zona sud, mentre a breve viene ipotizzata la chiusura del Boccetta a fasce orarie. Il provvedimento, già predisposto dal sindaco Turi Leonardi, non è stato ancora reso esecutivo a causa dell'opposizione delle associazioni degli autotrasportatori. Nel tentativo di mediare le due posizioni sta lavorando il prefetto, Giosuè Marino.Per rendere l'idea della pericolosità dell'arteria, basta guardare i numeri degli incidenti più o meno gravi. L'«antipasto», infatti, si era già avuto nel corso della mattinata, quando due autovetture sono entrate in «collisione» in prossimità del raccordo autostradale. Nel sinistro è rimasto ferito G. B. 34 anni.Neanche il tempo di rimuovere i mezzi (uno dei camion è stato dichiarato sotto sequestro) e «piovono» le prese di posizione sulla vicenda. Rifondazione comunista ha organizzato per sabato prossimo, in piazza Duomo, la «Giornata dell'indignazione e della consapevolezza», per cercare di liberare la città dalla «schiavitù» dei Tir. Analogo argomento sarà discusso nella giornata odierna nei locali dell'Ignatiaum, dove si terrà la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa: «Un digiuno per la liberazione dai Tir in città».

12 Aprile 2001 ( gds )

Le Proposte del Comitato la Nostra Città

Dal digiuno del pacifista Renato Accorinti al comunicato durissimo del "comitato la nostra città" che minaccia di bloccare viale Boccetta. Reazioni a catena dopo l'ennesimo incidente avvenuto sul viale Boccetta.
Ieri pomeriggio Renato Accorinti, noto per aver consegnato al presidente della Repubblica un messaggio anti-tir, ha illustrato in conferenza stampa una singolare iniziativa che lo vedrà protagonista da venerdì a domenica. Accorinti in quei giorni digiunerà e darà vita ad un sit-in in cattedrale denominato "digiuno per la liberazione dai Tir".
"E' un contributo ha spiegato _ alla lotta civile e non violenta contro la schiavitù del passaggio dei Tir che procura cancro, morte, invivibilità assoluta. Una situazione _ ha sottolineato Accorinti _ che dura da 35 anni con complicità politiche presenti e passate". Durissimo il commento di Saro Visicaro, portavoce del comitato "la nostra città" che da mesi si batte per la liberazione del centro dai mezzi pesanti. Visicaro ha annunciato che in mancanza dei provvedimenti, già richiesti alla magistratura, avvierà entro le prossime 24 ore una serie di manifestazioni pubbliche che culmineranno con il blocco del viale Boccetta.A scendere in campo anche Rifondazione comunista che per sabato ha organizzato una giornata di mobilitazione generale con concentramento alle 21 a piazza Duomo.A inviare una lettera aperta ai giornali, infine, Giacomo Maiorana, dottore in economia e commercio. La sua tesi di laurea parlava proprio della necessità di realizzare un nuovo approdo.
"La citta - scrive Maiorana - possiede il più alto potenziale inespresso dell'intero meridione d'Italia, mortificato da cinque milioni e mezzo di automezzi che attraversano il centro urbano".

12 Aprile 2001 ( gds )

Vertice di Turi Leonardi con Turi Rizzo

Contro i tir "assassini", un piano di emergenza. Dopo la scampata strage a Boccetta, martedì sera, quando un "bisonte" senza freni ha travolto venti auto, l'amministrazione comunale cerca di correre ai ripari. E tira fuori dal cilindro l'ipotesi di diversificare l'utilizzo dello svincolo di Boccetta. Dimezzare cioè il flusso dei tir, dirottandone metà, (presumibilmente quelli provenienti da Palermo, per evitare gli effetti disastrosi della forte pendenza della A/20) verso lo svincolo di Camaro, o quello di Gazzi. La proposta è emersa ieri mattina, al termine di un vertice tecnico-amministrativo, convocato in tutta fretta dal sindaco Leonardi. Al capezzale del malato: l'assessore alla Mobilità urbana, Turi Rizzo; il comandante della polizia stradale, Giovanni Messina; il direttore tecnico del Consorzio autostradale, Felice Siracusa; il comandante dei vigili urbani, Antonio Celona e il presidente dell'ottavo quartiere, Roberto Nicolosi. Al momento si tratta solo di un'idea, tutta da verificare sul campo (sopralluoghi tecnici e simulazioni al computer saranno eseguiti oggi), come ha precisato il sindaco che questa mattina farà il punto della situazione con il prefetto Giosuè‚ Marino. Leonardi ha comunque ammesso che "qualsiasi provvedimento sarà solo un palliativo, con l'obiettivo di ridurre il rischio, in attesa della soluzione definitiva, cioè la realizzazione dei nuovi approdi per i traghetti all'Annunziata e a Tremestieri". Ed ha snocciolato date e previsioni: oggi, una riunione per definire le procedure per l'attuazione dei "project financing" che coinvolgeranno gli imprenditori privati; entro la fine dell'anno, la scelta del concessionario. Ed entro tre anni, la realizzazione delle due opere.
Intanto, dal 2 maggio, entrerà in vigore il provvedimento già preannunciato da tempo: limitare il transito ai mezzi che trasportano merce pericolosa. Saranno istituite le fasce orarie e individuate aree di stoccaggio, dove i tir stazioneranno, in attesa del via libera. I vigili urbani raddoppieranno i controlli su Boccetta, anche con l'utilizzo di autovelox. E sarà inoltrata una richiesta ufficiale alla Polizia stradale, per potenziare gli organici.
E intanto fioccano le polemiche. I consiglieri di maggioranza hanno preparato un documento che presenteranno oggi, in Aula, nella seduta delle 19. Un ordine del giorno, come anticipa Giuseppe Capurro (Fi) che rilancia l'idea delle fasce orarie per tutti i camion e non solo quelli che trasportano merci pericolose. Giovanna Crifò (An) chiede un pattugliamento, 24 ore su 24, da parte dei vigili urbani. E Calogero Centofanti (Nuova presenza Giorgio La Pira) rinnova la richiesta di trasferire i traghetti privati agli imcabarderi delle Ferrovie.
 

12 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Lettera aperta di Giacomo Majorana

Facendo forza su me stesso, sull'onda dell'emozione “a caldo” che sto vivendo, cerco di interrompere l'abitudine, tutta messinese, di non pronunciarsi pubblicamente. Ieri sera ho assistito all'ennesima tragedia sfiorata sul viale Boccetta. Mio padre e i miei parenti hanno rischiato la vita su quella strada. Circa un anno fa dedicai la mia tesi di laurea a questo problema, mesi di lavoro che vedevano avvicendarsi i freddi dati, le cifre, le statistiche del traffico che attraversa la mia città con la rabbia di chi assiste al degrado di un quartiere dove si è trascorsa la propria infanzia. Ho seguito conferenze di ogni genere, ho contattato le maggiori autorità cittadine e gli armatori, quasi tutti rilasciarono dichiarazioni che ho riassunto nella mia tesi. Ma quello che mi ha spinto a scegliere tale argomento è stata soprattutto la disperazione della gente, desiderosa di spezzare quell'attesa rassegnata di nuovi provvedimenti e soluzioni da “deus ex machina”, per scendere in strada e far sentire la propria voce. In un anno ho assistito a mediocri spettacoli di immobilismo, superficialità e scarso rispetto per la vita umana. Ieri sera la mia famiglia avrebbe potuto essere coinvolta, trovandosi sul luogo del disastro un minuto prima che accadesse. Un “sacrificio” in nome di che cosa? La città di Messina possiede, a mio parere, il più alto potenziale inespresso dell'intero meridione d'Italia, mortificato da 5 milioni di automezzi che attraversano il centro urbano. Ma, si sa, il “buddacismo” abbonda, quindi si discute, ci si riunisce, si arzigogola, si spende, ma non si conclude. Le decisioni sono proprie di uomini di carattere, risoluti e liberi. Ve ne sono nella nostra classe dirigente? Mi auguro che siano i giovani messinesi a lasciare traccia della propria esistenza nella realtà in cui vivono, facendo splendere di nuovo il sole pulito sulla nostra città.

12 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

La strage sfiorata sul Boccetta impone provvedimenti adeguati a un'emergenza ormai di rilevanza nazionale
Una sola certezza, mai più tir in città
Misure tampone? Presidiare lo svincolo 24 ore su 24

«Potrei indossare la fascia tricolore e dire che da qui non passa più un tir. Ma è questa una soluzione praticabile?». Se lo chiede ad alta voce Salvatore Leonardi, all'indomani dell'ennesima strage sfiorata sul Boccetta. La stragrande maggioranza dei messinesi risponderebbe di sì: la città è stanca, non ne può più di vedere le vie del centro trasformarsi in appendici dell'autostrada, di vivere 24 ore su 24 con l'incubo che accada qualcosa di terrificante e irreparabile. La stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe voluto da decenni vedere l'inquilino di Palazzo Zanca vestirsi della fascia e urlare alla nazione che non c'è scritto da nessuna parte che Messina debba pagare il tributo più alto di tutte le città siciliane. Perchè il sindaco di Reggio Calabria può dichiarare (giustamente) che non accetterà mai che i mezzi pesanti attraversino il centro abitato del suo comune e la nostra città, invece, deve rassegnarsi ad essere lo zerbino dell'Isola, la prateria sulla quale i “bisonti” possono anche impazzire e seminare lutti e devastazione? Il Boccetta, viale della Libertà, via Campo delle Vettovaglie, via Vittorio Emanuele, non sono il valico del Brennero ma parti integranti del tessuto urbano. Quello che si chiede sono interventi immediati, anche gesti eclatanti che facciano sapere a tutti che a Messina esiste un problema drammatico di qualità della vita, di protezione civile, di tutela della pubblica e privata incolumità. E ciò ovviamente non giustifica le responsabilità locali di chi doveva portare a compimento le indispensabili opere pubbliche e non lo fatto, di chi aveva e ha compiti politico-amministrativi e non ha saputo svolgerli. Leonardi martedì sera si è recato sul Boccetta. «Ho visto uno scenario apocalittico – dice –, purtroppo provocato da un'incredibile leggerezza di chi non avrebbe dovuto lasciare quel tir libero di correre all'impazzata». E ieri mattina il sindaco ha ritenuto di dover convocare una seduta straordinaria di giunta, allargata ai rappresentanti del Consorzio autostradale, al comandante della polizia municipale e al presidente dell'VIII Quartiere. Una sorta di anticipazione della riunione del comitato per l'ordine pubblico convocata dal prefetto Marino per oggi pomeriggio. «La soluzione del problema è solo strutturale – ribadisce Leonardi –, quello che si può fare è soltanto cercare di limitare i disagi». L'amministrazione rispolvera l'idea di diversificare l'utilizzo degli svincoli autostradali. I mezzi che provengono da Catania dovrebbero continuare ad uscire al Boccetta, quelli da Palermo sarebbero dirottati o a Messina centro oppure a Gazzi e a Tremestieri. «È stato dimostrato – spiega il sindaco – che una delle cause possibili di incidenti è il lungo tratto in forte pendenza che si trovano a percorrere i tir provenienti da Palermo». Dal 2 maggio scatterà l'ordinanza, già pronta da mesi, per la limitazione al transito dei mezzi pesanti con merci pericolose. Restano dubbi, invece, sul sistema delle fasce alterne: «Può andare bene – dice Leonardi – per decongestionare il Boccetta e viale della Libertà nelle ore di punta. Ma il piano di fluidificazione del traffico entrato in vigore nelle scorse settimane ha già dato buoni risultati in tale direzione. E le fasce orarie non risolvono certo il problema della sicurezza. A questo proposito – prosegue Leonardi – abbiamo in mente di chiedere il potenziamento delle forze di controllo e di vigilanza. Sul Boccetta deve intervenire stabilmente anche la polizia stradale, non solo i vigili urbani, trattandosi di un asse viario che interessa flussi di traffico di livello interregionale e fa parte integrante, quindi, della viabilità nazionale». Per quanto riguarda il trasferimento degli approdi, Leonardi continua a difendere a spada tratta il proprio operato. «Non è vero che non abbiamo scelto – dichiara –, entro la fine dell'anno saremo in grado di rendere esecutivo l'iter di realizzazione delle nuove strutture previste a Tremestieri e all'Annunziata. Le procedure relative alle due opere stanno seguendo distinti percorsi, in modo che non ci sia un condizionamento tra loro, assicurando comunque una priorità all'approdo a sud. Abbiamo attivato il tavolo operativo tra il Comune, l'assessorato regionale al Territorio e la Capitaneria di porto, definendo già il percorso da seguire in base all'articolo 37 della legge Merloni, agevolando l'intervento dei privati che hanno già manifestato interesse alla realizzazione delle opere. Domani (oggi per chi legge) avremo l'incontro per definire gli atti che daranno il via alle procedure di concessione. Entro il 30 giugno accoglieremo le proposte dei privati e entro la fine dell'anno potremo arrivare alla scelta del partner. Penso che nei prossimi due anni almeno uno dei due approdi potrebbe essere costruito». Leonardi ci crede, è preoccupato ma convinto, nello stesso tempo, di aver imboccato l'unico sentiero praticabile. È difficile, però, pretendere che i messinesi si accontentino di nuovi annunci e promesse. L'iter degli svincoli Giostra-Annunziata risale al '90, così come quello dello svincolo di San Filippo; il progetto della “via del mare” da tempo immemorabile non riesce a decollare e per 30 anni si è discusso senza alcun costrutto di possibili opere viarie alternative (tunnel, sovrapassi, sopraelevate) in grado di differenziare i flussi di attraversamento dello Stretto da quelli del traffico cittadino, nell'attesa dello spostamento degli approdi dalla rada di San Francesco. La sensazione più desolante è quella dell'impotenza, lo stare dentro una camicia di forza senza potersene liberare, l'assistere quasi fatalisticamente ad eventi che ineluttabili non lo sono mai stati. E che non devono più esserlo.

12 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Testimoni sotto choc e abitanti stanchi di sopportare un prezzo divenuto ormai insostenibile
«Non vogliamo più essere presi in giro»

Terrore e indignazione negli occhi della gente del Boccetta, che ha ormai consumato tutte le parole per esprimere la rabbia di chi ogni giorno convive col rischio d'essere falciato e respira i veleni dei “bisonti” che incessantemente fanno la spola tra la tangenziale e gli imbarcaderi. Le sequenze drammatiche di quegli istanti di terrore sono stampate ancora sui volti di chi c'era e si sente un “sopravvissuto”, come se sul Boccetta si fosse combattuta una guerra. Non fa in tempo a dire il suo nome una signora che rapidamente s'infila nella chiesa dell'Immacolata, «per ringraziare S. Francesco d'essere viva». Martedì sera aveva appena parcheggiato la sua auto sul viale – le chiavi nel cruscotto per fortuna ancora inserite – quando ha visto il “mostro” che procedeva contromano. È salva grazie alla sua prontezza di riflessi: ha rimesso in moto ed è partita a razzo verso il marciapiede, salendovi e fermandosi contro il muro della chiesa. «Mi è passato a 30 centimetri di distanza». Rosa Altobelli e il marito Rosario Ardizzone, invece, erano a piedi. Avevano già attraversato l'incrocio con la via Monsignor D'Arrigo, quando hanno sentito il trambusto. «Pensavamo si fermasse, quando ha sbattuto contro la parete della chiesa e volevamo andare a prestare soccorso, certi di trovare feriti o, peggio, morti: ma abbiamo visto che il tir riprendeva a correre. Allora siamo scappati verso la via Monsignor D'Arrigo, urlando per avvertire chi era ancora sulla traiettoria. Meno male che il semaforo all'incrocio era rosso e, quindi, non vi erano auto quando il camion ha invaso la carreggiata. Mai avevamo provato tanta paura: chi non c'era, non può capire». Non sembra ancora essersi ripreso l'edicolante Matteo Maimone: «La strage l'abbiamo sfiorata martedì sera, ma anche nel 1988, nel 1995, nel 1999. E siamo ancora qui, di fronte allo stesso disastro. Il camion impazzito è salito sul marciapiede e, zigzagando, ha sfiorato la mia edicola: trascinava una vettura come fosse un fuscello: per trenta metri se l'è portata. Mai più i tir sul Boccetta, non ci devono passare». «Un proiettile. Sa cos'è un proiettile? Me lo sono visto sfilare davanti – ricorda Paolo Aiello – come un treno in corsa. E poi il boato, quello stridore di lamiere, le urla. Ho temuto che entrasse dentro il mio bar, ero certo ci fossero morti. Adesso, assisteremo ai soliti due o tre giorni di proteste: poi tutto si sgonfierà come una bolla di sapone». Poi ci sono quelli che sul Boccetta sono costretti a viverci: impotenti ed esasperati, scettici e disperati. Francesco Cappadonia non ne può più: «Dal 1971, quando sono venuto ad abitare qui, di incidenti ne ho visti tanti: ma da altrettanti anni sento sempre le stesse cose. L'uno smentisce l'altro e tutti insieme non fanno nulla, oltre che chiacchiere: questa classe politica è imbelle». «Di possibili disastri – aggiunge Gaetano Saija – ne ho visti ben quattro. Qual è stata la risposta dei nostri amministratori? I pilastri continuano a essere incompiuti a S. Michele: e gli svincoli sono l'unica soluzione. Ma non li faranno mai, ci prendono solo in giro». «La via del mare – incalza il pescivendolo Orazio La Spina – eviterebbe tutto questo: si riqualifica una vasta area, si realizza una strada che serve anche per stoccare i mezzi e si sposta il traffico pesante. È ovvio che, con la pendenza che c'è sul Boccetta, i tir rischiano quando scendono da qui. Bisogna organizzare una forte manifestazione di protesta, perché non è ulteriormente sopportabile quest'indecenza». È stato presidente del Quartiere per tanti anni Pasquale Scopelliti, che ormai ha le idee chiare: «Facciano gli svincoli finalmente. E finiamola con questo tira e molla sulla scelta degli approdi». Lungo il viale, ieri mattina, mentre gli operai del Comune tagliavano gli alberi falciati, gli abitanti si fermavano a discutere, rafforzandosi l'un l'altro una consapevolezza che ormai è diffusa: Boccetta, la città, hanno già dato. Non c'è più spazio per pazienza e demagogia: i tir vadano a distruggere e inquinare altrove.

12 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Le richieste dell'VIII Circoscrizione al Comune
Subito le fasce orarie

Non era convocata alcuna riunione straordinaria ieri mattina all'VIII Circoscrizione. Ma diversi consiglieri si sono ritrovati lì, attoniti e arrabbiati, ad aspettare il presidente Roberto Nicolosi, convocato all'incontro tenutosi a Palazzo Zanca, per sapere cosa era stato deciso. Domenico Musiano, Antonino Torre, Carlo Cantali, Francesco Vento sono di partiti diversi, ma su un fatto concordano: «Va adottata una soluzione immediata. Non è tollerabile un istante di più questa situazione. Almeno entrino in vigore le fasce orarie». Qualcuno si spinge oltre: i tir escano ed entrino tutti da Tremestieri, lo svincolo di Boccetta dev'essere dichiarato inagibile ai camion. Toni accesi, a tratti: esattamente come tra i cittadini. «Ma perché – si chiede un altro consigliere, Federico De Gregorio – nessun vigile è intervenuto per fare spostare il camion, rimasto fermo tre ore in doppia fila e sicuramente intralciando la circolazione? Quante volte dobbiamo chiedere ancora i vigili sul Boccetta? Ma se è per questo, avevamo anche chiesto le fasce orarie, pur consapevoli che non è la soluzione. Che provvedimenti ha adottato finora la magistratura? E perché si è bloccata la via del mare, l'unica alternativa affinché la città non continui a pagare? Cosa sarebbe accaduto se l'incidente si fosse verificato domani, durante la processione delle Varette?». Arriva il presidente, spiegando le scarne indicazioni raccolte al Comune. «Ma che possiamo fare nell'immediato?», si chiede Roberto Nicolosi. «Lo sappiamo che così – prosegue – non si risolve il problema, ma non possiamo chiudere il Boccetta. Come Quartiere, tuttavia, annuncio sin d'ora che se qualcuno deciderà di organizzare manifestazioni anche plateali, noi parteciperemo. Potremmo decidere di dimetterci in massa, o chiedere le dimissioni del sindaco: ma non verrebbero altri al nostro posto?». Ragiona a voce alta il presidente, mentre tra i suoi consiglieri monta la rabbia. «Come Circoscrizione – prosegue Nicolosi – abbiamo avanzato due proposte. La prima è di bloccare il traffico dei camion durante le ore notturne: escano tutti a Camaro, almeno si può dormire. Lo sappiamo che in quella fascia oraria il traffico è minimo, ma può rappresentare un segnale. La seconda richiesta è di essere informati. Vogliamo che il Comune ci aggiorni, a scadenze fisse, delle procedure in corso per realizzare gli approdi, in modo da potere svolgere un ruolo di pungolo e dare conto ai cittadini di quello che si sta facendo. In ogni caso, noi ci batteremo affinché il Boccetta diventi un caso nazionale. È profondamente sbagliato ritenere che il traffico pesante interessi soltanto questa zona: riguarda tutta la città e come tale va posto». Sì, ma chi deve farlo? Una classe politica impegnata a farsi rieleggere? Amministratori incapaci di decidere?

12 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Reazioni indignate, manifestazioni di protesta e scioperi della fame
Un coro unanime: non bastano i “pannicelli caldi”


Una valanga di e-mail, di fax e di telefonate ai centralini della redazione. Il coro è unanime: così non si può andare avanti, nessuno è più disposto a vedere travolti uomini e cose dalla furia di un tir impazzito. Si chiedono atti di coraggio e di fermezza. I capigruppo di maggioranza al Comune hanno preannunziato per oggi la presentazione di un ordine del giorno sui problemi del Boccetta. I consiglieri del centrosinistra chiedono, invece, che il sindaco Leonardi si presenti a rapporto stasera in aula. Il Comitato “La nostra città” conferma l'intenzione di dar vita ad una grande manifestazione pubblica, chiede le dimissioni del sindaco, della giunta e del comandante della polizia stradale, accusa Leonardi di non aver fatto, nelle sue dichiarazioni, «alcun riferimento ai cittadini danneggiati, avviliti, feriti, impauriti». Il pacifista Renato Accorinti ha proclamato lo sciopero della fame da domani a domenica. Le motivazioni vengono riassunte in una lettera inviata all'arcivescovo Marra: «La sofferenza, la morte, la resurrezione di Cristo – scrive Accorinti – possono essere messe in parallelo con la sofferenza e la morte di questa città. Ma la resurrezione di Messina è solo nelle nostre mani». Sabato, alle 21, si terrà la “serata dell'indignazione e della consapevolezza”, per ricordare i morti e i feriti del Boccetta. Ogni messinese, se vorrà, potrà scrivere la propria riflessione su quello che diventerà “il libro sulla liberazione dei tir”. Alla manifestazione, che si terrà a piazza Duomo, ha aderito anche il Circolo “Impastato” di Rifondazione comunista. Di «inerzia dell'attuale amministrazione» parla l'ex sindaco Providenti, il quale difende le scelte compiute dalla propria giunta, aventi come obiettivo la realizzazione della nuova via Don Blasco e l'approdo a San Raineri. Giovanna Crifò (An) chiede che il Boccetta venga pattugliato 24 ore su 24 da polizia stradale e vigili urbani. Secondo i segretari provinciali della Cgil, Franco Spanò, e della Filt-Cgil, Tiziano Minuti, «è singolare la tesi da più parti sostenuta per cui la liberazione della città dai tir sia un problema nazionale. La servitù di passaggio che affligge Messina è certo argomento sovracittadino – aggiungono i responsabili del sindacato – e lo è al punto che un accordo di programma, trasformato poi in legge dello Stato, ha affrontato il problema individuando rimedi, più o meno condivisibili, ma inequivocabili e destinando ingenti finanziamenti. La delibera “bluff” del doppio approdo e la stasi nei lavori dei nuovi svincoli sono forse da addebitare al destino cinico e baro, alla volontà contraria del Governo nazionale?».

12/4/2001 gazzetta del sud 

Un camionista: dirottare i flussi a Camaro è sbagliato!

Tommaso “Massimo” Ficili viaggia tutte le settimane tra la Sicilia e il Nord Italia su un autoarticolato Mercedes Actros dell'ultima generazione. Da Scicli al Nord trasporta i nostri ortaggi freschi che finiscono poi sulle tavole lombarde e venete. Il viale Boccetta, la “strada della morte”, la conosce bene. Sabato notte, per esempio, intorno all'una è passato proprio di lì. Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire il punto di vista dei camionisti che giornalmente attraversano lo Stretto. Ficili ha un'idea molto precisa per esempio sulla “tradizionale” avaria all'impianto frenante, come causa d'incidente che viene spesso tirata in ballo ogni volta che un tir “impazzisce” lungo il Boccetta: «Non credo molto al surriscaldamento dei freni in casi del genere. Nella zona di Messina, sulla tangenziale, non ci sono molti tratti in pendenza e poi da almeno dieci anni a questa parte su tutti i camion e mezzi pesanti viene installato il cosiddetto “whoit-retarder”, un freno che agisce sul meccanismo di trasmissione. È però vero che al Boccetta – prosegue Ficili – spesso si arriva parecchio stanchi e praticamente tutti hanno fretta di superare la città».
– C'è l'ipotesi di dividere i flussi di traffico dei mezzi pesanti provenienti dalle autostrade, la A20 e la A18: quelli provenienti da Palermo verrebbero dirottati allo svincolo di Messina-Centro, per quelli provenienti da Catania rimarrebbe “in servizio” il Boccetta”. Lei che ne pensa? «Guardi, secondo me è sbagliato, anche perché le posso dire per esperienza che lo svincolo di Messina Centro è ancora più pericoloso del Boccetta e i camion ci arriverebbero con una sollecitazione ancora maggiore dell'impianto frenante».

12/4/01 gazzetta del sud 

Tanto è rimasto fermo il Tir che martedì ha provocato il pauroso incidente sul Boccetta
Tre ore in doppia fila
Inaccettabile che un mezzo occupi per tanto tempo una via strategica

Il camion che martedì sera – poco prima delle 20 – ha quasi provocato una strage al Boccetta, prima della sua folle corsa, è rimasto per tre ore fermo, in seconda fila, sulla carreggiata di destra lungo il tratto nord-sud. Dalle 17 alle 20 il Fiat Scania carico di sacchi di sale ha pericolosamente ostruito per quasi un terzo la carreggiata mentre l'autista Rosario Miceli e il meccanico Santi Currò armeggiavano nel vano motore. In due parole erano in mezzo alla strada. Inutile dire che un pattugliamento costante del viale da parte dei vigili urbani (ma dovrebbero essere coinvolte tutte le forze di polizia) si rende necessario e se ci fosse stato forse avrebbe evitato il disatroso incidente. Un camion non può star fermo per così tanto tempo lungo un'arteria ad altissima intensità di traffico. Qualcuno avrebbe dovuto far spostare il mezzo pesante in una via secondaria, e comunque trovare il modo per liberare la corsia.
L'INDAGINE DEI VIGILI – All'incidente del Boccetta sta lavorando un'intera squadra di vigili dell'Infortunistica: i tenenti De Domenico e Mezzacapo, i vigili Arizzi, Frisone e Di Bartolo. Anche i vigili del fuoco hanno lavorato a pieno ritmo: martedì tre squadre sono rimaste fin oltre le tre del mattino sul posto per liberare le carreggiate dai mezzi coinvolti e dai rottami. I vigili urbani ieri pomeriggio hanno interrogato l'autista del camion e altri testimoni mentre un'altra parte dell'attività è stata dedicata alla ricostruzione grafica dell'incidente. Oggi verranno eseguiti altri rilievi al Boccetta. Dopo quest'ulteriore attività investigativa dovrebbe essere completa l'informativa che i vigili invieranno al sostituto procuratore Maria Pellegrino, il magistrato che era di turno martedì sera e si occupa delle indagini. Sarà importante verificare se il Fiat Scania era stato adeguatamente bloccato dopo il parcheggio a lato della strada: oltre al dispositivo di stazionamento erano inseriti sotto le ruote i ceppi di bloccaggio? Secondo alcune testimonianze questa precauzione non sarebbe stata adottata. Confermata la dinamica da noi ricostruita martedì sera con l'aiuto di alcuni testimoni. Il Fiat Scania ha percorso zigzagando circa 200 metri. È “partito” dall'incrocio con la via Faustina e Tertullo e dopo circa 50 metri ha cambiato bruscamente direzione, dirigendosi a sinistra. Ha così superato il cordolo spartitraffico e si è immesso, contromano, nella corsia nord-sud del viale. Dopo aver travolto una lunga fila di auto, alberi e pali dell'illuminazione davanti alla chiesa dell'Immacolata é praticamente salito sul marciapiede. Dopo un altro brusco cambio di direzione si è indirizzato verso l'incrocio con la via XXIV Maggio, dove si è fermato “grazie” all'impatto con un altro tir che procedeva verso l'imbocco dell'autostrada.
LE AUTO COINVOLTE – Sono in tutto 22 le auto  che sono rimaste coinvolte nell'incidente. Nei pressi di via Faustina e Tertullo si trovavano l'Alfa Romeo “155”, ME 583822, e la Fiat Uno, ME 620729 (questa è la vettura del meccanico che era giunto in soccorso dell'autista del tir); davanti alla Pasticceria “Lorino” erano parcheggiate la Fiat Punto, ME 632087, e la Renault Safrane, AP 455952; ad angolo con la via Monsignor Bruno si trovavano invece la Lancia Y10, CZ 424299, e la Renault Clio, AA932WX; due le auto centrate dal tir durante la sua corsa lungo le carreggiate, l'Opel Kadett station wagon, SR 325009 (stava procedendo in discesa), e l'Audi A6 station wagon, BP027RE (si trovava nella corsia in salita); dopo aver oltrepassato il cordolo divisorio ed essersi immesso contromano nell'altra corsia, il tir ha travolto una serie di auto che erano parcheggiate, lungo il marciapiede, davanti alla chiesa dell'Immacolata: Fiat Panda, ME 518695, Volkswagen Golf, LE 517994, Fiat Uno, ME 458859, Fiat Panda, AX464HK, Fiat 126, ME 204197, Mercedes Pagoda, ME 567696, Citroen Saxo, AL389YC, Lancia Dedra, ME 586724, Opel Astra, BA194RT, Fiat Cinquecento, ME 624878, Lancia Y10, ME 498703; proseguendo nella sua corsa il camion ha travolto e trascinato poi la Fiat Tipo, ME 496265; le ultime due auto rimaste coinvolte si trovavano sulla corsia in salita, all'incrocio con la via XXIV Maggio, e sono la Daewoo Lanos, BN251FW, e la Daewoo Matiz, BP905FE.

12/4/01 gazzetta del sud 

norimberga / Sì della Soprintendenza ma con alcuni “paletti”
Ripartono i lavori 


Possono finalmente riprendere, dopo quattro mesi di stop, i lavori al molo Norimberga. La Soprintendenza ha infatti dato il “via libera” al progetto di variante per la realizzazione dei tre binari a raso e della relativa bretella di raccordo. Ma con alcune prescrizioni, che rappresentano una sorta di “replay” delle polemiche registratesi nei mesi scorsi. Il direttore della sezione architettonica della Soprintendenza, arch. Rocco Scimone, insiste infatti sulla «obbligatorietà della tutela e del recupero della Cittadella» e quindi ribadisce che sia gli interventi relativi a questo progetto, «sia le opere accessorie e le tecniche adottate in cantiere, dovranno improntarsi al criterio della totale reversibilità e non invasività». Non solo: «Questa Soprintendenza resta in attesa che l'Autorità portuale faccia pervenire il programma delle destinazioni funzionali e dei tempi dell'occupazione delle aree interessate dal progetto». Perché l'Ente diretto dalla dott. Giovanna Bacci non ha affatto rinunciato al proprio progetto, che prevede il recupero e la rifunzionalizzazione della Cittadella, attraverso i fondi di Agenda 2000. «Né qualcuno – insiste l'arch. Scimone – può accusarci di avere ritardato l'iter: il progetto ci è stato consegnato il 30 marzo, ieri l'abbiamo restituito approvato». Le Ferrovie potrebbero riprendere già oggi gli interventi per la posa dei binari, ma è più probabile che il cantiere riparta dopo Pasqua. Permane, tuttavia, l'incertezza sui tempi di realizzazione, che inizialmente erano previsti per fine aprile. Probabilmente in due mesi, però, il nuovo tracciato potrebbe essere costruito. E così il molo Norimberga potrebbe finalmente ospitare il traffico commerciale, liberando il molo Marconi, pronto dunque per i lavori di ristrutturazione e consolidamento delle banchine, che fanno parte del progetto complessivo finanziato dal ministero con 45 miliardi. «Ma adesso – confida il segretario dell'Authority, Franco Barresi – può anche partire il progetto di 25 miliardi per il consolidamento dei tre lati del molo Norimberga». «A noi però – avverte Scimone – finora questo progetto non ci è stato inviato. Non ci dicano, poi, che ci opponiamo: non lo conosciamo».

13/4/01 2001  gds 

Una scultura per le vittime del Boccetta

Una scultura per ricordare le vittime del viale Boccetta e per dire no ai Tir. Il problema dei mezzi pesanti si può affrontare anche con un'opera d'arte. A pensarla così è lo scultore Massimo Di Prima (nella foto) che ha deciso di realizzare una scultura da donare al comitato "la nostra città" ed al consiglio dell'ottavo quartiere. Di Prima, ha quasi ultimato il lavoro. Nelle prossime ore l'opera sarà consegnata simbolicamente a Saro Visicaro, portavove del movimento ambientalista ed a Roberto Nicolosi presidente del Quartiere. L'opera in traversino e marmo, alta circa due metri, pesa circa cento chili. Di Prima chiede che la scultura venga sistemata in una piazetta o in punto ben visibile del viale Boccetta a perenne ricordo di chi è stato ucciso da quei Tir che, a milioni, ogni anno transitano dal viale. "E' anche un modo - spiega Di Prima - per incitare gli abitanti a ribellarsi".

13/4/01 gds

Le proposte del Quartiere

Dopo l'ennesimo incidente sul viale Boccetta, l'VIII quartiere si è riunito in commissione per discutere le misure da adottare immediatamente. Questi punti principali discussi dai consiglieri e dal presidente Roberto Nicolosi. Il primo è di disporre la chiusura totale dello svincolo autostradale per tutti i mezzi pesanti in entrata ed in uscita; il secondo di utilizzare la bretella autostradale di Tremestieri, l'unica priva di pendenza, che eviterebbe il rischio di surriscaldamento dei freni, causa principale degli ultimi gravi incidenti.
Il Consiglio ha anche deciso che se queste proposte non venissero accettate, si ricorrerebbe ad iniziative eclatanti, quali il blocco del torrente Boccetta. Ma da risolvere c'è ancora il problema dell'attraversamento della città da parte dei mezzi pesanti. A questo proposito la Circoscrizione chiede alComune risposte immediate, attraverso l'accelerazione di tutte le procedure per la realizzazione di un approdo fuori città.
Claudia Vitarelli (Ppi): "Il sindaco deve comunicarci quali provvedimenti ha adottato in merito alla vicenda e chiediamo di trovare una soluzione immediata perch‚ devono tutelare principalmente dei beni fondamentali quali la salute, l'incolumità e la sicurezza dei cittadini". Stefano Lucanìa e Franco Vento (De) auspicano: "Vorremmo che sia adottato il provvedimento, discusso già qualche anno fa dalla vecchia amministrazione, di riaprire la via del mare che ammortizzerebbe, e non di poco, il traffico in città".
Gianfranco Subba (Gruppo Misto): "bisogna stimolare l'amministrazione comunale a realizzare un approdo a sud, vera soluzione al problema dei mezzi pesanti in città". Per oggi è prevista una manifestazione di protesta degli abitanti del Boccetta sull'arteria, organizzata dal Comitato "La Nostra Città".

13/4/2001 gds

Turi Leonardi: la colpa è degli altri!

Sull'emergenza Boccetta, un vespaio di polemiche, ma anche proposte. I capigruppo di maggioranza suonano la sveglia alla giunta pretendendo tempi brevi per gli approdi, con un ordine del giorno che sarà discusso in Consiglio (ieri il segretario generale ha imposto la prosecuzione del dibattito sul bilancio Atm, già avviato). Dal documento del Polo scompare invece, l'idea originaria delle fasce orarie per i Tir, vietando il passaggio nelle ore di punta. E il vicepresidente dell'Assembla regionale, Gioacchino Silvestro presenta (con altri cinque deputati), un ordine del giorno all'Ars.
Ricorda che nell'89 fu sottoscritto un accordo, approvato dal Consiglio dei ministri e che, a distanza di oltre dieci anni, non sono stati ancora realizzati gli svincoli di Giostra e Annunziata. Sottolinea, che "le amministrazioni locali, mentre continuano a verificarsi gravissimi incidenti non sono riuscite a trovare soluzioni alternative al problema dell'attraversamento del centro".
Silvestro rileva che "lo stesso comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica non riesce a trovare soluzioni concrete e che la grave situazione d'inquinamento ambientale mette in serio pericolo la salute dei cittadini". Propone quindi, all'Assemblea, di impegnare il governo regionale ad adottare tempestivamente i provvedimenti di propria competenza, propedeutici alla realizzazione del nuovo approdo nella zona sud e a richiedere al presidente del Consiglio dei ministri, la convocazione di tutti gli organi istituzionali interessati per ricorrere a misure straordinarie. E inoltre, "a sollecitare il ministro degli Interni e la Protezione civile ad adottare immediati provvedimenti".

E intanto l'amministrazione comunale passa alla controffensiva. Respinge la "demagogia di chi attribuisce la responsabilità agli amministratori per un problema per la cui soluzione non possono esistere interventi idonei, a colmare nell'immediatezza, la carenza infrastrutturale cittadina".
"E' troppo semplice - tuona il sindaco Salvatore Leonardi - sostenere che i tir non debbano attraversare il centro urbano, dimenticando che il problema dell'attraversamento dello Stretto non può e non deve essere di competenza esclusiva della città. Siamo stati dimenticati dalla programmazione del governo nazionale e regionale, da autorità competenti in materia di portualità e di approdi".
Il sindaco sottolinea che l'unica vera soluzione è rappresentata dal ponte sullo Stretto e che l'amministrazione, per la prima volta ha affrontato con atti pubblici, il problema della localizzazione dei nuovi approdi.

13/4/2001 gds 

Manifestazioni di indignazione popolare

Pasqua di manifestazioni e proteste per il viale Boccetta. Non demordono ambientalisti e comitati cittadini che si battono per la liberazione del viale e della centro cittadino dai Tir. L'incidente di martedì scorso è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Il comitato "La nostra città" ha indetto per oggi una giornata di mobilitazione generale. Alle 16 appuntamento davanti alla chiesa dell'Immacolata. Poi i manifestanti si sposteranno in corteo sino alla svincolo del Boccetta. "Per la prima volta - dice il Comitato in una nota - abbiamo assistito e continuiamo ad assistere alla protesta dei cittadini. Questa volta non sarà come le altre volte. E' per questo che non faremo nessuno sconto al sindaco Salvatore Leonardi ed alla sua giunta sino a quando non lasceranno l'incarico".
Nei giorni scorsi il Comitato ha chiesto al ministero dell'Interno la rimozione del comandante della polizia stradale. Ma le proteste non finiscono qui. Domani infatti alle 21 a piazza Duomo ci sarà una nuova manifestazione indetta da Rifondazione comunista e dal Movimento non violento rappresentato in città da Renato Accorinti. Quest'ultimo da oggi in cattedrale attua una forma pacifica di presidio e lo sciopero della fame. Accorinti ha inviato una lettera al vescovo Giovanni Marra in cui spiega i motivi del digiuno. "La scelta del momento, la settimana di Pasqua - spiega - non è casuale. La sofferenza, la morte, ma poi la resurrezione di Cristo possono essere messe in parallelo con la sofferenza e la morte di questa città".

13/4/01 gazzetta del sud 

Una sull'incidente e l'altra su possibili reati di natura ambientale e amministrativa
Le inchieste aperte sono due

L'inchiesta sul maxitamponamento del viale Boccetta potrebbe essere ad un punto di svolta. Ieri il sostituto procuratore Maria Pellegrino, che si occupa del caso, ha ricevuto una prima informativa da parte dei vigili urbani dell'Infortunistica che hanno eseguito i rilievi e stanno conducendo le indagini. Dopo aver acquisito il verbale d'interrogatorio del camionista di Vizzini, Rosario Miceli, che martedì con il suo Fiat Scania ha seminato il terrore lungo il viale Boccetta, il magistrato potrebbe inviare un'informazione di garanzia. Molto dipenderà dalla versione dei fatti che ha fornito ai vigili Vizzini ma soprattutto da una circostanza ancora al vaglio degli inquirenti: l'autista ha preso tutte le precauzioni imposte dal codice della strada quando un mezzo pesante si blocca praticamente in mezzo alla strada? Ieri mattina l'attività di accertamento dei vigili è proseguita ancora: sono tornati sul Boccetta per effettuare una lunga serie di misurazioni per poter ricostruire con esattezza, con l'aiuto dei grafici, la dinamica del maxitamponamento. E ieri mattina sempre sul Boccetta si è verificato un altro incidente in cui è rimasto coinvolto un “bisonte della strada”, che ha urtato un'auto. Niente di paragonabile al “tornado” di martedì sera ma rimane il fatto che non si può più prescindere da un controllo di tutto l'asse viario 24 ore su 24, per cercare almeno di “limitare i danni”. Ma c'è dell'altro. In Procura non c'è soltanto un fascicolo che riguarda il viale Boccetta. Oltre a quello curato dal sostituto Maria Pellegrino ne esiste un altro che riguarda la «situazione complessiva» del viale, e che dovrebbe riguardare essenzialmente due ipotesi di reato, quello ambientale e quello amministrativo. Ed è un faldone che si è già “gonfiato” parecchio, visto che nei mesi scorsi le varie sezioni di polizia giudiziaria hanno effettuato numerosi sequestri e acquisizioni in copia di atti amministrativi, sia al Comune che in uffici di altri enti pubblici.

14/4/01 gazzetta del sud

L'amministrazione comunale respinge le critiche ma oggi occorrono anche gesti eclatanti
Coraggio sindaco, chiuda per un giorno la città ai tir 


«È fin troppo facile e demagogico assimilare la responsabilità degli amministratori quando si affronta un problema per la cui soluzione non possono esistere interventi idonei a colmare, nell'immediatezza, la carenza infrastrutturale cittadina». Il sindaco Leonardi respinge critiche e accuse. Lo fa con un documento approvato dalla giunta, nel quale si ammette che «il sinistro avvenuto martedì sera sul Boccetta, la cui conseguenze sono state gravi ma fortunatamente non proporzionali alle dimensioni dell'evento, pone ancora una volta all'attenzione dell'opinione pubblica il problema dell'attraversamento dello Stretto e della sicurezza cittadina». Secondo l'amministrazione comunale, «è troppo semplice sostenere che i tir non debbano attraversare il centro urbano e richiamare alle responsabilità una classe politica che “da decenni non fa altro che accumulare promesse e impegni traditi”, dimenticando che il problema dell'attraversamento dello Stretto non può e non deve essere di competenza esclusiva della città, e soprattutto omettendo di specificare quali atti l'amministrazione ha posto in essere, per la prima volta, al fine di individuare le soluzioni possibili. Si tralascia di rilevare che Messina, porta della Sicilia, per troppo tempo è stata dimenticata dalla programmazione del Governo nazionale e regionale, autorità competenti in materia di portualità e di approdi. Bisogna partire da tale premessa e dall'ineluttabile considerazione che l'unica vera soluzione alle problematiche connesse al traffico veicolare e ferroviario è rappresentata dal Ponte sullo Stretto, argomento da sempre affrontato ciclicamente prima delle tornate elettorali e in chiusura di legislatura». L'amministrazione, quindi, elenca tutti gli atti finora prodotti: 1) «Abbiamo affrontato – ricorda Leonardi – per la prima volta in maniera programmatica, con la delibera approvata dal consiglio comunale, il problema del traffico gommato, individuando in maniera chiara e inequivocabile la localizzazione del nuovo approdo per il gommato pesante (zona di Tremestieri in prossimità dello svincolo autostradale). 2) Abbiamo previsto che tale struttura debba essere realizzata in un contesto a modularità progressiva, tale da costituire per la città un chiaro modello di sviluppo commerciale incentrato sui servizi di supporto. 3) Abbiamo finalmente deciso che il Comune dovrà partecipare agli utili della gestione o comunque ricevere un vantaggio economico da reinvestire in infrastrutture e per abbattere le tasse necessarie per il funzionamento dei servizi pubblici locali. 4) Abbiamo individuato nella finanza di progetto e quindi nei soggetti privati lo strumento per la realizzazione delle opere, invitando gli imprenditori a presentare progetti entro il 30 giugno 2001. 5) Ci siamo attivati al fine di redigere con la Regione siciliana l'accordo di programma per l'inserimento della struttura nel piano regionale dei trasporti e per il superamento delle problematiche urbanistiche nascenti dalle dimenticanze della variante al Prg». In riferimento all'iter degli svincoli Giostra-Annunziata e della strada di collegamento Gazzi-via Don Blasco-San Raineri, Leonardi non risparmia frecciate nei confronti della precedente giunta. «A causa di pregresse procedure amministrative – sottolinea –, gli svincoli appaltati nel '97, erano alla data del giugno '98 inesorabilmente destinati ad essere opere incompiute. L'amministrazione si è fatta carico di apportare tutti i correttivi necessari al loro completamento». E la giunta, secondo Leonardi, è dovuta intervenire per rimediare anche ai «vizi d'origine, frutto di scelte politiche errate», che avrebbero impedito finora di far decollare «lo sbandierato collegamento viario tra lo svincolo di Gazzi e il molo Norimberga, attraverso la via Don Blasco. L'essersi illusi – prosegue il sindaco – di realizzare un collegamento esclusivo per il gommato pesante senza considerare le osservazioni poste dal Cru e dall'assessorato regionale al Territorio in sede di autorizzazione alla variante, ha comportato la sostanziale bocciatura da parte del Genio civile. La nostra amministrazione, ben più modestamente, ritiene che tale via di collegamento sia necessaria ai fini urbani per decongestionare la via La Farina, unica via di collegamento interno con gli svincoli e che solo transitoriamente potrà essere utilizzata per il gommato pesante. Abbiamo modificato il progetto, riproponendolo per l'esame del Genio civile, con espressa richiesta di una conferenza dei servizi, certi che anche tale opera potrà essere appaltata in tempi brevi». La giunta ritiene, dunque, di essere con le carte in regola, avendo posto in essere, «non progetti fumosi e inutili palliativi ma tutti gli atti che giuridicamente, politicamente e umanamente possono attenuare i disagi nell'immediato (si veda la nuova viabilità Garibaldi-Boccetta), nel medio e nel lungo periodo»

14/4/01 gazzetta del sud 

Oggi il corteo di protesta. Sarà bloccato lo svincolo?

Si terrà oggi pomeriggio la prima manifestazione pubblica dopo la strage sfiorata di martedì sera sul Boccetta. L'iniziativa è del Comitato “La nostra città”. Alle 16, dalla chiesa di San Francesco all'Immacolata, prenderà il via un corteo che si dirigerà verso l'incrocio con la Circonvallazione. Il Comitato non ha fatto mistero di voler compiere gesti “forti” di protesta, non escluso quello di impedire ai mezzi pesanti l'accesso e l'uscita dallo svincolo. Da stasera comincia, intanto, all'interno della Cattedrale, lo sciopero della fame del pacifista Renato Accorinti. E domani, con inizio alle 21 a piazza Duomo, avrà luogo la serata «dell'indignazione e della consapevolezza», per ricordare i morti e i feriti del Boccetta. Sul piano politico si registra la presa di posizione del gruppo parlamentare regionale dei Democratici di sinistra. In un ordine del giorno – firmato dal messinese Gioacchino Silvestro e dagli onorevoli Speziale, Capodicasa, Cipriani, Pignataro e Zago –, i Ds impegnano il Governo regionale: «1) Ad adottare tempestivamente i provvedimenti di propria competenza per l'individuazione urbanistica del nuovo approdo nella zona sud della città. 2) A richiedere con la massima urgenza al presidente del Consiglio dei ministri la convocazione di tutti gli organi istituzionali interessati per dare attuazione, anche attraverso l'utilizzazione di misure straordinarie, all'accordo di programma del 1989. 3) A sollecitare al ministro degli Interni e al dipartimento della Protezione civile l'adozione di immediati provvedimenti adeguati alla denunciata emergenza divenuta di rilevanza nazionale». Implicita la richiesta dell'invio di un commissario governativo che tiri fuori dalle secche e porti a compimento l'iter degli svincoli Giostra-Annunziata. Si attendeva la presentazione di un ordine del giorno anche in consiglio comunale. Ma l'aula di Palazzo Zanca, che era obbligata a proseguire la sessione dedicata al bilancio di previsione, non ha neppure sfiorato l'argomento Boccetta. Dalle dichiarazioni ufficiose dei consiglieri, sia di maggioranza sia di opposizione, si coglie una netta sensazione di rassegnazione e di sfiducia. «Cosa dobbiamo dire sul Boccetta – si chiede il vicepresidente Umberto Bonanno – più di quello che è stato detto e scritto in atti deliberativi, in documenti, note, ordini del giorno, dibattiti dedicati ai problemi della viabilità e dell'attraversamento dello Stretto?». Il capogruppo della Lista Di Pietro, Pippo Rao, polemizza con l'ex sindaco Franco Providenti (entrambi sono candidati al Senato): «Da quale pulpito viene la predica? Accusa la giunta Leonardi di non aver fatto nulla, quando la sua amministrazione in 4 anni non ha adottato alcun provvedimento concreto». Rao, però, se la prende anche con l'attuale sindaco: «È un imbroglio continuare a parlare del doppio approdo, quando si sa per certo che quello dell'Annunziata non era neppure proponibile. C'è solo una soluzione nell'immediato: costringere i mezzi pesanti a uscire a Tremestieri e a imbarcarsi sui carri ferroviari che li porterebbero direttamente alla stazione marittima». E uno dei consiglieri dell'VIII Quartiere, l'avv. Claudia Vitarelli, si spinge più in là: «Anche a Milazzo c'è un porto con i relativi collegamenti, si dirottino lì, tutti o in parte, i mezzi pesanti. In ogni caso il sindaco ha il dovere di far rispettare la priorità assoluta, che è la tutela della salute e della pubblica e privata incolumità».

14/4/01 castigamatti ©

Blocco del Boccetta!

Il primo blocco stradale sul Viale Boccetta della storia. Dopo il gravissimo incidente di Martedì scorso oltre 500 Messinesi hanno chiuso l’importante arteria per circa 2 ore. Dapprima davanti alla Chiesa dell’Immacolata, poi alla Villa Mazzini e in ultimo davanti alla Prefettura. Ci sono stati attimi di tensione quando un camionista che voleva passare ad ogni costo, stava per travolgere la folla che reagendo prontamente, ha assalito Il presuntuoso camionista. Abbiamo dimostrato che il territorio è Nostro e nessun camionista è padrone di un solo centimetro delle nostre strade.. Abbiamo sentito, tra gli altri, l’assessore Turi Rizzo mentre parlava con dei suoi amici e dichiarava che il doppio approdo è  solo una presa in giro per non fare niente. Noi chiediamo all’assessore Rizzo, di dimettersi, e subito! L’appuntamento è stato fissato per Martedì alle ore 16,00  sempre davanti alla Chiesa dell’Immacolata per un nuovo blocco del Boccetta.

14/4/01 gazzetta del sud

Marzachì ha inviato una lettera al procuratore Croce
S'interessa anche la Procura generale


Anche la Procura generale s'interessa del “caso Boccetta”. Il procuratore generale Francesco Marzachì ha inviato infatti una lunga lettera al procuratore Luigi Croce, in cui chiede di conoscere i termini della vicenda. È un ulteriore passo in avanti quindi nell'ambito delle inchieste che attualmente la Procura sta gestendo sulla vicenda. All'ufficio inquirente infatti non c'è soltanto un fascicolo giudiziario legato al maxitamponamento di martedì scorso che riguarda il viale Boccetta. Oltre a quello curato dal sostituto Maria Pellegrino ne esiste – come abbiamo scritto giovedì – un altro che riguarda la «situazione complessiva» del viale. Un faldone che si è già arricchito di parecchi atti, visto che nei mesi scorsi le varie sezioni di polizia giudiziaria hanno effettuato numerosi sequestri e acquisizioni in copia di atti amministrativi, sia al Comune che in uffici di altri enti pubblici (e s'indaga anche su una misteriosa sparizione di atti che riguardano i dati sull'inquinamento ambientale, che sarebbero andati inspiegabilmente persi). Le ipotesi di reato che la Procura sta valutando in relazione al Boccetta sono essenzialmente due: l'inquinamento ambientale, vale a dire l'immissione colposa nell'atmosfera di sostanze altamente nocive per l'uomo, e poi gli eventuali ritardi amministrativi o le omissioni d'atti d'ufficio di cui si sarebbero resi responsabili amministratori pubblici, o anche privati, nell'intero svilupparsi della vicenda. Il sostituto procuratore Maria Pellegrino ha già ricevuto una prima informativa da parte dei vigili urbani dell'Infortunistica che hanno eseguito i rilievi e stanno conducendo le indagini. Rosario Miceli, che martedì con il suo Fiat Scania ha seminato il terrore lungo il viale Boccetta, potrebbe ricevere un'informazione di garanzia. Molto dipenderà dalla versione dei fatti che ha fornito ai vigili Vizzini, ma soprattutto da una circostanza ancora al vaglio degli inquirenti: l'autista ha preso tutte le precauzioni imposte dal codice della strada quando un mezzo pesante si blocca praticamente in mezzo alla strada?

14/4/01 gazzetta del sud

Il sindaco ha deciso di consultarsi con il collegio di difesa prima di intervenire nella sua qualità di ufficiale di governo
Pronta l'ordinanza per fermare i tir
Sit-in al Boccetta: l'autista di un camion forza il blocco e rischia il linciaggio


Nel giorno della mobilitazione dei cittadini, il sindaco compie un passo ufficiale in direzione di una possibile interdizione del transito dei tir nel centro abitato di Messina. Leonardi, infatti, ha trasmesso al collegio di difesa la richiesta di un parere relativo a due fondamentali quesiti: 1) quali poteri competono al sindaco, nella sua funzione di ufficiale di governo, in ordine alla possibilità di interdire per un periodo di tempo indefinito, con proprio provvedimento, il transito dei tir attraverso la città, o parte del suo territorio, considerato che essa è passaggio obbligato di tutti gli autoveicoli tra l'Isola e il resto del Paese; 2) se un eventuale provvedimento del sindaco possa essere adottato anche senza un preventivo intervento delle autorità centrali o regionali. Si attende, dunque, la risposta dei giuristi. Come sottolinea il prof. Aldo Tigano, il sindaco può emettere un'ordinanza (che anzi è già pronta) per vietare il passaggio dei mezzi pesanti in alcune fasce orarie o nell'arco dell'intera giornata. Si tratterebbe di un gesto eclatante che, però, rischierebbe di restare fine a sè stesso, se non ci fosse il conseguente supporto delle autorità governative. L'attraversamento dello Stretto è una questione che coinvolge Sicilia e Calabria, quindi, dovrebbero intervenire il ministero degli Interni, tramite i prefetti di Messina e di Reggio Calabria. Ed è proprio questo l'obiettivo alla base dell'eventuale ordinanza del sindaco: fare del Boccetta un'emergenza di rilevanza nazionale. È evidente che bloccare i tir per un giorno non risolve i problemi strutturali e, anzi, rischia di avere effetti deleteri nei giorni successivi, quando si riverserebbero in città tutti i mezzi pesanti rimasti fermi in Sicilia o sulla sponda calabra. Ma tutti devono sapere che qui a Messina c'è in atto una gravissima emergenza di protezione civile, che richiede atti di fermezza e risposte straordinarie. Solo un miracolo ha evitato che martedì scorso si assistesse ad una vera e propria carneficina. Si può accettare come evento ineluttabile un terremoto, non la motrice di un autoarticolato che si trasforma in una sorta di tornado, travolgendo tutto quanto incontra sul suo cammino. E anche ieri si è temuto il peggio. Erano trascorsi non più di venti minuti dall'inizio della protesta attuata nel pomeriggio sul viale Boccetta, all'altezza della chiesa dell'Immacolata, quando l'autista di un tir della ditta Puliafito Trasporti di Barcellona ha avuto un “raptus” e ha tentato di forzare il blocco. Ha premuto sull'acceleratore e si è fermato ad un metro da un gruppo di manifestanti, con in testa bambini ed anziani. A quel punto è come se fossero scoppiate le tensioni non solo di questi ultimi giorni ma, forse, di tutti i lunghi anni in cui una vasta porzione del centro urbano si è vista ridotta ad un casello autostradale, ad una pericolosa e invivibile appendice della tangenziale. Alcuni degli abitanti del Boccetta hanno preso d'assalto la cabina di guida del mezzo pesante. Se non ci fosse stato l'intervento della polizia e dei carabinieri, la situazione sarebbe potuta degenerare. Il conducente del tir è stato fermato, anche per le sue successive dichiarazioni (ha esclamato, rivolgendosi ai poliziotti, «se non c'eravate voi, avrei travolto tutti»), ed ha lasciato il Boccetta scortato dalle forze dell'ordine. È stato questo il segno tangibile della rabbia e dell'esasperazione che ha portato circa 400 messinesi a scendere in strada, bloccando per oltre due ore l'accesso al Boccetta, trasferendosi poi in via Garibaldi e arrivando in corteo davanti alla Prefettura. La città è rimasta paralizzata, anche per la concomitanza di ben tre eventi (il blocco del Boccetta e di piazza Unità d'Italia, il tragico incidente avvenuto in viale della Libertà e la processione delle Barette lungo via Garibaldi e corso Cavour). Non può essere definita oceanica la partecipazione al sit-in promosso dal comitato “La nostra città” (vi ha preso parte, in maniera sorprendente, anche l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo) ma il numero dei manifestanti è stato indubbiamente superiore a quello di altre analoghe iniziative svoltesi nel recente passato. Gli organizzatori parlano di un “risveglio delle coscienze” e dichiarano l'intenzione di proseguire ad oltranza la mobilitazione. Per martedì è stato indetto un altro corteo, che partirà sempre dal tempio di San Francesco. L'obiettivo è quello di bloccare a intervalli regolari l'accesso allo svincolo, «fino a quando non verrà posta fine, con atti concreti, allo scandalo della “città-autostrada”». Stasera, invece, a piazza Duomo, si terrà la «serata dell'indignazione e della consapevolezza», per ricordare i morti e i feriti del Boccetta. Il sindaco, intanto, ha convocato per martedì, alle 12, un incontro con tutta la deputazione nazionale e regionale. «La nostra città – scrive Leonardi ai parlamentari messinesi – vive da decenni una grave e preoccupante situazione di invivibilità urbana per l'attraversamento del traffico diretto da e per il Continente. Il centro urbano è attraversato giornalmente da un flusso stimabile in circa 3 milioni e mezzo di veicoli a motore, diretti o provenienti dagli imbarchi Fs e dalle società private di traghettamento. Tale flusso, aggiunto al traffico locale, determina situazioni di gravissima difficoltà alla mobilità urbana e ai servizi di protezione civile, nonché imponderabili condizioni di immanente rischio per la pubblica e privata incolumità. L'ultimo episodio ha evidenziato ancora una volta la pericolosità delle condizioni per la cui soluzione definitiva e strutturale l'Amministrazione ha adottato una serie di provvedimenti». E il prefetto Marino, da parte sua, ha convocato per sabato prossimo un vertice con i rappresentanti del Governo regionale, delle istituzioni e degli enti locali. Probabilmente sarà chiesta anche la presenza delle autorità di Reggio Calabria e di Villa San Giovanni. L'intenzione è di definire una volta per tutte quelle soluzioni che possono servire ad affrontare seriamente l'emergenza, non limitandosi più a inutili palliativi, a provvedimenti e atti deliberativi che hanno avuto ed hanno ancora soltanto il sapore della beffa, in aggiunta ai danni che Messina subisce da decenni

14/4/01 gazzetta del sud

Dalle 21 a piazza Duomo la “Serata dell'indignazione”
In memoria dei morti del Boccetta


Non è stata casuale la scelta del Sabato Santo per organizzare la «serata dell'indignazione e della consapevolezza». Il pacifista Renato Accorinti, che da ieri attua lo sciopero della fame, ritiene che non ci sia occasione migliore per «celebrare la passione della città», ponendo le premesse «per la sua resurrezione». Accorinti ha motivato, in una lettera inviata all'arcivescovo Giovanni Marra, la decisione di dar vita ad una forma di protesta «civile e nonviolenta» quale il digiuno. Oggi, con inizio alle 21, a piazza Duomo, si terrà un momento di riflessione personale e collettiva per ricordare i morti del Boccetta «ai quali saranno dedicati momenti di silenzio come urlo delle coscienze per solidarizzare con le famiglie e perchè tutto questo non avvenga più». Inoltre, ci saranno spazi di approfondimento sugli effetti dell'inquinamento acustico e atmosferico e «sui diritti costituzionali violati quale quello fondamentale alla salute». I cittadini che parteciperanno all'iniziativa potranno esprimere un proprio pensiero, una frase, una proposta, un disegno, una denuncia, che verranno inseriti nel “Libro dei messinesi sulla liberazione dai tir». Fioccano le adesioni alla manifestazione di piazza Duomo. La Consulta dei cittadini interverrà, ricordando le numerose battaglie condotte in questi anni sui problemi della qualità della vita, della mobilità urbana, del passaggio dei mezzi gommati pesanti diretti agli approdi pubblici e privati. La Consulta denuncia «l'assoluta indifferenza degli organi di stampa nazionali» su un problema che non può essere ridotto al rango di una vertenza localistica. Inoltre, sarà sottoposto ai candidati alle prossime elezioni politiche un decalogo relativo ai problemi del territorio della città e della provincia. Sarà presente anche una rappresentanza della federazione dei circoli socialisti, così come annuncia il portavoce Nunzio Smedile. Hanno dichiarato la loro adesione anche una serie di gruppi e associazioni impegnati nel sociale e sui temi della tutela dell'ambiente. Inoltre, saranno presenti i rappresentanti di diverse forze politiche e, così come accaduto ieri sul Boccetta, anche qualche candidato alle prossime elezioni. «Non consentiremo – avvertono i promotori – la strumentalizzazione di un'iniziativa che non ha colore politico».

14/4/01 gazzetta del sud

Inviati a Roma articoli e immagini dell'incidente di martedì
Legambiente s'appella a Ciampi


Il 24 novembre scorso il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, in visita a Messina, ha riproposto con la sua autorevolezza la centralità del problema dei trasporti nell'area dello Stretto. E ha invitato amministratori e politici locali a darsi da fare e decidere, una buona volta. A questa manifesta sensibilità istituzionale si appella Legambiente, che ha inviato immagini e articoli dell'ennesimo incidente sul Boccetta al capo dello Stato: «gli serviranno – si legge in un comunicato – a farsi un'idea di che tipo di provvedimenti siano stati adottati e sulla capacità di governo dei nostri amministratori locali!». Legambiente, nell'aderire alla manifestazione di protesta indetta dal comitato “La nostra città”, ritiene che «l'emergenza Boccetta vada letta nel più generale problema della viabilità cittadina, che nessuna amministrazione è riuscita ad affrontare in maniera strutturale, nonostante negli anni siano stati varati progetti di ogni tipo e siano stati stanziati centinaia di miliardi». Le soluzioni che si prospettano, quali il completamento degli svincoli e l'approdo all'Annunziata, a giudizio di Legambiente «non faranno che spostare il problema e crearne di nuovi». «È significativo anche il fatto – prosegue il documento – che le uniche proposte sul tappeto di un certo interesse per affrontare il problema nel breve e nel medio-lungo termine (ovvero l'interdizione del transito dei tir nelle ore di punta, l'approdo fuori dal centro abitato, far circolare meno e non meglio le auto in città) siano state avanzate e/o fortemente sostenute da comitati di cittadini e associazioni e non dagli amministratori locali. Addirittura, il comitato per l'ordine e la sicurezza, con la presenza di tutte le istituzioni, non ha potuto fare altro che prendere in considerazione la proposta delle fasce orarie, sul tappeto da circa 6 anni». «Il fatto poi – conclude Legambiente – che il problema Boccetta sia diventato di ordine pubblico, la dice lunga sulla capacità di governo non soltanto degli amministratori locali, ma anche di coloro che dicono di rappresentare la città a livello istituzionale e che oggi sono pronti a farsi eleggere o rieleggere. L'unica speranza è che i cittadini si facciano sentire sempre di più, sia sul Boccetta che in qualsiasi altra parte della città».

14/4/01 gazzetta del sud

la protesta anti-tir / Il coro dei messinesi esasperati per una situazione alla quale i politici non sembrano in grado di porre rimedio
«Basta con questa violenza quotidiana»
Tra i manifestanti anche un camionista: ho preferito incrociare le braccia per una giusta causa

Non c'è che dire: la strage sfiorata martedì sera sul viale Boccetta è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. Un “vaso” che i messinesi hanno deciso di tutelare dai continui incidenti che si ripropongono puntualmente su una delle principali arterie cittadine, invasa quotidianamente dal transito dei tir. Sono stanchi, gli abitanti del Boccetta: stanchi di parole, di promesse e di attese. Per questo ieri pomeriggio, armati di buona volontà, hanno sfidato anche i bisonti della strada. All'iniziativa organizzata dal comitato “La nostra città” hanno aderito in tanti, giovani e non, accorsi nelle prime ore del pomeriggio dalle abitazioni che si affacciano lungo il viale. «Da trentacinque anni a questa parte nessuno ha mai cercato una reale soluzione al problema – commenta Nunzio Irrera – e speriamo che la manifestazione di oggi sia l'inizio della fine di questa situazione. Noi non stiamo insultando nessuno, al contrario veniamo giornalmente insultati e violentati da quest'annosa questione». E tra la folla che si agita contro i camionisti che tentano di passare aprendo un varco nella catena umana che ostruisce il transito, si alza un'altra voce, stanca come le altre: «Speriamo che da qui parta una serie di iniziative che riportino in auge una problematica così delicata, spesso dimenticata. Lasciare che quest'episodio resti isolato è come non averlo mai concretizzato». È un coro, quello che si ripete sulla strada: «Fuori i tir dalla città». Un appello accorato che uomini e donne, giovani e anziani, pronunziano indistintamente. «Noi viviamo ogni giorno una violenza – afferma Silvana De Tommaso – che si presenta sotto mille aspetti, dai più piccoli ai più grandi. Dalla polvere che invade le nostre case ai rumori che ogni notte ci impediscono di dormire, dallo smog che respiriamo ai pericoli che incontriamo ogni volta che accadono episodi come quello di qualche giorno fa. La giunta e il nostro sindaco dovrebbero vergognarsi per i provvedimenti deliberativi che approvano. Non ultima la delibera “Misiti” sul doppio approdo a totale svantaggio di noi messinesi». Stavolta Messina fa davvero sul serio e non teme neppure la rabbia dei camionisti che sono fermi sul viale: «Sono sessant'anni che abito al Boccetta – dichiara Carmelo Cacciola – sin da quando esistevano ancora le fiumare; e in tanti anni ho visto tanta acqua passare sotto i ponti, ma sempre lo stesso risultato. Martedì ho evitato il pericolo per soli cinque minuti. I tir vanno bloccati, ma bisogna occupare lo svincolo, per impedire che possano transitare altrove». E intanto, mentre le forze dell'ordine disciplinano la situazione e riportano i tir giù del Boccetta, ci imbattiamo persino in un camionista che abita sul viale, Rosario Argurio: «stavolta – spiega – ho preferito incrociare le braccia per una giusta causa, piuttosto che continuare a lavorare». «Da trentaquattro anni vivo l'incubo diel Boccetta – rileva Olga Borgia, componente del comitato – e ancora non ho smesso. La presenza di tutte queste persone oggi è rincuorante, visto che il cittadino messinese spesso delega agli altri la soluzione dei suoi problemi. Forse ci aspettavamo qualcosa in più, ma se certe cose non si fanno sulla scia dell'emozione, non si fanno affatto. La partecipazione all'iniziativa è comunque notevole e fa comprendere l'importanza che questa tematica ha per i messinesi. Fare lo svincolo a Giostra probabilmente non risolverebbe nulla, ma è necessario che chi di dovere si smuova e trovi una via d'uscita».

14/4/01 gazzetta del sud

Approdi, definito l'accordo di programma

La giunta Leonardi ritiene di aver fatto quello che non sono state capaci di fare le amministrazioni comunali degli ultimi 30 anni. Aver definito l'accordo di programma con la Regione siciliana è un traguardo che il sindaco considera di cruciale importanza per la realizzazione, in tempi relativamente brevi, dei nuovi approdi. Al contrario, c'è chi paventa l'ennesima promessa quasi impossibile da rispettare, ritenendo solo un “bluff” la scelta del doppio approdo. In realtà, restano i profondi dubbi sulla realizzabilità della struttura prevista all'Annunziata, che dovrebbe essere servita da un tunnel che per 800 metri costeggerà uno dei torrenti a maggiore rischio idrogeologico del territorio comunale. Inoltre, molti messinesi continuano a non comprendere quale sia stata la logica di un simile provvedimento, visto che si è detto a chiare lettere che l'approdo deve essere localizzato fuori dal centro abitato, che il litorale dell'Annunziata va inserito nei progetti del recupero del water-front (nè più nè meno della rada di San Francesco) e che, per consentire il passaggio esclusivo dei mezzi leggeri, potrebbero essere utilizzate le aree all'interno del sistema portuale (servite dalla strada di collegamento che passa per la via Don Blasco). L'accordo di programma, spiegano a Palazzo Zanca, è lo strumento di attuazione degli indirizzi e dei programmi espressi dalla maggioranza del consiglio comunale con la delibera del giugno 2000. I progetti degli approdi a sud e a nord sono stati inseriti nel Piano regionale della portualità ed entro fine giugno sarà pubblicato dall'amministrazione comunale l'elenco delle opere realizzabili attraverso il project-financing. All'incontro di ieri hanno preso parte l'assessore Gianfranco Scoglio, il rappresentante dell'Avvocatura dello Stato, avv. Antonio Ferrara, e il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone. «L'intesa raggiunta – dichiara il sindaco – consentirà di chiudere finalmente la stagione del dibattito e di passare a quella delle realizzazioni. Aver attivato un percorso chiaro e certo nei tempi per liberare la città dalla schiavitù imposta dai flussi di transito costituisce certamente un primo significativo risultato conseguito dall'amministrazione e dal consiglio comunale. Con la soluzione della diversificazione dei flussi e sulla conseguente localizzazione dei nuovi approdi, si è contestualmente aperta la prospettiva di eliminare le interferenze dei flussi da e per il Continente sul traffico urbano. Sia per l'approdo di Tremestieri destinato al gommato pesante sia per quello dell'Annunziata, abbiamo provveduto ad inserire un'osservazione che modifica le norme di attuazione del Prg, proponendo l'inserimento delle relative opere nei documenti di pianificazione pluriennale della città. E ciò a prescindere dal fatto che l'approvazione dell'accordo di programma contiene, comunque, la compatibilità dell'opera con lo strumento urbanistico». Leonardi ha più volte ribadito che i due progetti cammineranno in maniera distinta, lasciando una corsia preferenziale per quello dell'approdo a sud.
 

14/4/01 gazzetta del sud

Sono arrivati da ogni parte della città per protestare «Bisognerebbe fermare l'intera economia siciliana»

Non si respirava soltanto smog ieri pomeriggio sul viale Boccetta, ma anche tensione. Una tensione scaturita dal desiderio mai sopito – e ieri esternato – dei messinesi di scrivere la parola «fine» al capitolo del transito dei mezzi pesanti sulla strada che sempre più spesso “regala” alla città incidenti e vittime da ricordare. La solidarietà dei messinesi ieri pomeriggio ha superato se stessa e le frontiere del centro: venivano un po' da tutte le zone della città, pronti a portare il proprio apporto alla manifestazione. «In questa città non sono né un sindaco né l'amministrazione a comandare – dichiara Giuseppe Bruni – ma soltanto i “poteri forti”. Io sono un notaio e questo pomeriggio ho lasciato le mie carte per portare il mio contributo e il mio sostegno a tutti coloro che giornalmente vivono questo calvario. Gli abitanti del Boccetta, infatti, sono quotidianamente prostrati dall'inquinamento acustico e atmosferico: il tasso di particolato è quattro volte superiore rispetto al minimo consentito dalla legge. Un sindaco intelligente, di fronte a una situazione incresciosa come questa, bloccherebbe il passaggio dei tir e fermerebbe l'intera economia siciliana pur di trovare risposte al problema. Chiederebbe i soldi a Roma per realizzare gli approdi a Sud e, in questo periodo, non avrebbe difficoltà ad ottenere i finanziamenti né dalla destra né dalla sinistra visto che siamo in piena campagna elettorale». Per protestare sono scesi in piazza proprio tutti, anche chi a Messina non aveva mai soggiornato prima d'ora: «Prendo parte alla manifestazione – commenta un venticinquenne bolognese che preferisce mantenere l'anonimato – perché ritengo che non sia giusto anteporre la scelta economicamente più conveniente a un problema ambientale e di pericolosità sociale. Situazioni incresciose come questa esistono un po' ovunque, ma in altri luoghi sono attutite da scelte politiche più intelligenti». Intanto cominciano ad accorrere i primi personaggi politici al capezzale del Boccetta, ma la gente non sembra affatto gradirne la presenza: «Io vengo da Provinciale per partecipare a questa manifestazione – afferma Rita Ciancio – ma stavo andando via quando ho visto i politici della nostra città precipitarsi all'iniziativa solo per trarne vantaggio in vista delle prossime competizioni elettorali. Io sono calabrese e messinese d'adozione, ma soprattutto sono per l'uomo. Non sopporto queste strumentalizzazioni: i politici oggi non avevano posto qui, non sarebbero dovuti intervenire. Al contrario, avrebbero dovuto trovarsi al Comune a cercare una soluzione certa e definitiva al problema che sta devastando questa città e i loro abitanti». E mentre il corteo si allontana raggiungendo il corso Cavour, c'è chi si chiede: «Servirà a qualcosa tutto il freddo preso questo pomeriggio?». Resta vivo negli occhi delle persone il ricordo di quelle tante volte in cui, rientrando a casa la sera dopo l'ennesima strage consumatasi sul viale Boccetta, si è tirato un sospiro di sollievo, ringraziando la sorte per non essere stati coinvolti.

15 Aprile 2001 ( gds )

Le proposte del Comitato

Dalla protesta alla proposta. Il Comitato "la nostra città", che venerdì ha portato sul viale Boccetta oltre cinquecento persone, ha presentato al prefetto un piano alternativo per alleviare la sofferenza degli abitanti di quella porzione di città. Ed intanto annuncia che martedì porterà di nuovo tutti in piazza. Nella ricetta anti-tir spiccano la proposta sull'istituzione di tre fasce orarie vietate ai bestioni della strada; la richiesta di licenziamento dell'esperto del traffico Vincenzo Torrieri; lo spostamento degli approdi della rada San Francesco temporaneamente al molo Norimberga. Il documento sarà illustrato ai cittadini che parteciperanno alla manifestazione di martedì prossimo. Si tratta anche di una serie di consigli ed indicazioni che il Comitato fornisce al sindaco, ai consiglieri comunali ed ai deputati regionali e nazionali che martedì incontreranno il primo cittadino. Ma andiamo per ordine. Il Comitato suggerisce la chiusura totale dello svincolo del Boccetta ai TIr nei giorni di sabato, domenica e lunedì; la chiusura totale degli svincoli di Gazzi e del centro nelle giornate di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì; il divieto su tutto il territorio riguarderebbe invece tre fasce orarie:8-9; 12,30-13,30; e 19-20. In pratica i disagi sarebbero distribuiti equamente tra le diverse zone della città. Il Comitato chiede inoltre che vengano applicati rigidamente i divieti di transito per i camion nelle giornate festive già in vigore su tutto il territorio nazionale. Un divieto che spesso dalla nostre parti viene aggirato. Il sodalizio ambientalista si spinge anche oltre. Le ferrovie dovrebbero inviare 5 navi bidirezionali da utilizzare sullo Stretto. I consiglieri comunali dovrebbero abolire, con una nuova delibera, il provvedimento che ipotizza la realizzazione di un approdo all'Annunziata. E poi c'è il capitolo che riguarda la rada San Francesco. Dal comitato arriva un "no" secco al rinnovo della concessione alle compagnie private. Quell'approdo, in attesa di realizzare un nuovo scalo a sud, andrebbe trasferito al molo Norimberga.I consiglieri inoltre, secondo il Comitato, dovrebbero battersi per la revoca dell'incarico all'esperto del traffico Vincenzo Torrieri. I soldi risparmiati potrebbero andare, si legge nel documento, come forma di risarcimento danni, ai cittadini che hanno subito danni nell'incidente di martedì scorso. Gli ultimi consigli riguardano la sicurezza. Secondo il Comitato il codice della strada va applicato

15/4/2001 ( gds )

Monsignor Marra:un'Authority per il Boccetta

Costituire subito un'Authority per il problema approdi e per liberare il Boccetta dei Tir. La proposta non viene da un politico o da un ambientalista ma a sorpresa, a scendere in campo, al fianco del comitato "la nostra città" e degli abitanti del viale Boccetta è l'arcivescovo monsignor Giovanni Marra. Il presule, ieri mattina, nel messaggio augurale indirizzato ai messinesi ha dedicato un intero paragrafo al caso Boccetta. In mattinata l'arcivescovo ha portato anche un messaggio di solidarietà cristiana al pacifista Renato Accorinti che da venerdì mattina attua lo sciopero della fame ed un sit-in di protesta (proprio sull'argomento Tir) in cattedrale.
"Non possiamo trascurare - ha detto l'arcivescovo-che la nostra città soffre di mali propri, che attengono alla vita ed alla sicurezza dei cittadini. Mi riferisco particolamente in questa occasione - ha spiegato-all'intensificarsi sempre creescente del traffico stradale, che taglia in due la città e la ferisce profondamente soprattutto per l'attraversamento dei mastodontici Tir che, nella discesa del Boccetta, costituiscono, come accaduto di recente, una drammatica costante causa di gravissimi incidenti non piu' tollerabili. Si richiedono e s'invocano - ha quindi sottolienato il presule-provvedimenti urgenti, che garantiscano sicurezza su quella che potremmo definire una delle piu' pericolose strade d'Italia all'interno di una città, e che rimuovano l'inquinamento acustico ed ambientale, superiore, certamente, ad ogni livello di guardia e nocivo alla salute dei cittadini. Pur comprendendo le difficoltà di scelte rapide - ha aggiunto -ho fiducia che l'impegno e la buona volontà delle competenti autorità sapranno trovare le soluzioni idonee immediate ed a breve termine che diano ai cittadini certezze e fondate speranze per il presente ed il futuro, di ottenere finalmente quella sicurezza e quella serenità a cui hanno diritto".
Monsignor Marra ha precisato di non essere un tecnico e di non avere soluzioni a portata di mano ma ai poliici ha dato un suggerimento:"Una sola autorità non basta. Bisogna che tutti reminonella stessa direzione. E' un fatto tra l'altro che riguarda lo Stato. Sarebbe opportuno a questo punto costituire un'autorità che snellisca ogni procedura che possa portare poi alla realizzazione di solzioni alterantiva come strade del mare ed i nuovi approdi". Nel messaggio dell'arcivesco hanno trovato posto anche altri temi:dalla disoccupazione dell'isola alla famiglia a cui va riservata, ha spiegato Marra, una particolare cura.

17 Aprile 2001 ( gds )

Nuovo Corteo sul Boccetta

Tornano oggi in piazza gli insorti del viale Boccetta. Questo pomeriggio nuova manifestazione di protesta indetta dal comitato "La Nostra città". L'appuntamento è sttao fissato per le 16 davanti alla chiesa dell'Immacolata e poi partirà un corteo sino allo svincolo autostradale.
Gli organizzatori vogliono bissare il successo di venerdì scorso quando, sula viale Boccetta, hanno sfilato circa cinquecento persone. Oggi sarà illustrato ai partecipanti il piano anti-tir destinato al prefetto.
Un documento che prevede l'istituzione di tre fascie orarie vietate ai Tir (8-9, 12,30-13,30, 19-20) e lo spostamento temporaneo dell'approdo della rada San Francesco al Molo Norimberga. Ma anche una suddivisione equa del disagio causato dal passaggio dei Tir tra i vari svincoli cittadini: "Gazzi", "Centro" e "Boccetta".
Tra i suggerimenti c'è anche la richiesta di licenziamento dell'esperto del Comune al traffico, l'ingegnere Vincenzo Torrieri. I soldi risparmiati, secondo il comitato, dovrebbero andare a chi martedì scorso ha subito un danno dall'incidente causato da un Tir proveniente da Caltanissetta.Una settimana di passione per il caso Boccetta quella appena trascorsa che ha visto scendere in campo persino l'arcivescovo monsignor Giovanni Marra. Il presule ha chiesto ai politici l'istituzione di un'autority che serva ad accelerare la procedura per la realizzazione dei nuovi approdi. L'arcivescovo, sul caso Boccetta ha usato parole dure definendo quell'arteria: la strada piu' pericolosa d'Italia.
La Chiesa torna a prendere posizione così come aveva fatto due ani fa con l'omelia con cui lo stesso arcivescovo ha bacchettato i politici per le condizioni in cui venivano lasciati i cimiteri. Il discorso di monsignor Marra è giunto alla fine di una settimana di grande tensione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, martedì scorso, quando, un Tir, senza nessuno alla guida, ha travolto 23 auto. Soltanto due feriti in quella che, soltanto per miracolo, non si è tasformata in una tragedia.
Venerdì scorso, poi il corteo di protesta sul viale Boccetta dove si sono vissuti momenti di tensione a causa dell'autista di un Tir, che, spazientito dalla presenza della folla, ha minacciato di forzare il blocco.Lo stesso giorno Renato Accorinti, del Movimento non violento, ha iniziato uno sciopero della fame in cattedrale conclusosi ieri sera. Sabato la giornata della mobilitazione organizzata dallo stesso pacifista e da Rifondazione comunista. Un appuntamento che ha visto la partecipazione massiccia soltanto delle forze dell'ordine.
La pioggia ed il vento hanno fatto saltare la manifestazione. Oggi nuovo appello.

17/4/2001 ( gds )

Vertice al Comune sul "Caso Boccetta"

Doppio appuntamento istituzionale questa mattina sul caso "viale Boccetta".
Alle 12 il sindaco Salvatore Leonardi incontrerà i deputati regionali e nazionali per individuare soluzioni a medio e breve termine. In tarda mattinata il primo cittadino si sposterà in prefettura dove il Comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Giosuè Marino dovrà decidere un piano di emergenza.
Nell'ultimo appuntamento della settimana scorsa il programma è stato soltanto abbozzato. Le fasce orarie, soltanto due, dovrebbero entrare in vigore dal 2 maggio. Bisogna superare gli ultimi ostacoli rappresentati anche dalla resistenza degli autotrasportatori ed individuare eventuali aree di stoccaggio.
Il Comitato, presieduto dal prefetto Marino, vorrebbe dirottare parte del traffico pesante ed in particolare quello proveniente da Palermo sullo svincolo di "Messina centro". Il sindaco nei giorni scorsi ha trasmesso al Collegio di difesa un preciso quesito. Il primo cittadino vuole sapere in particolare quali possobilità esistano di interdire per un periodo di tempo indefinito con un proprio provvedimento, il transito dei Tir attraverso il territorio cittadino.
Il centro urbano è attraversato ogni anno da un traffico di veicoli impressionante: è stato calcolato un numero vicino ai tre milioni e mezzo.

18 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Si è svolta senza intoppi la seconda manifestazione anti-tir che ha comportato forti ripercussioni anche sul traffico nello Stretto
Città in tilt per tre ore, code fino a mezzanotte

Perfino i poliziotti del Reparto celere di Catania che ieri pomeriggio sono stati impiegati per garantire l'ordine pubblico sul Boccetta lo ripetevano sottovoce, mentre muniti di elmetto e manganello assistevano al continuo andirivieni dei manifestanti che erano indecisi se “presidiare” o meno il serpentone degli imbarcaderi privati: «la protesta è sacrosanta, non si può trascinare un problema del genere per decenni». E sono state due ore ad alta tensione anche per il traffico impazzito e caotico come non mai, praticamente bloccato in una vastissima area della città e anche nello Stretto, tra le 16 e le 18. Mentre per quel che riguarda il cosiddetto “ordine pubblico” tutto è filato liscio. Civile la protesta, civile l'atteggiamento delle forze dell'ordine, nessun tafferuglio, nessuna polemica ma automobilisti ancora una volta esasperati. Alle 18,30 era quasi tutto finito lungo i due incroci “caldi” del Boccetta presidiati dai manifestanti, quello con via Garibaldi e l'altro con il corso Cavour: il traffico si è normalizzato molte ore dopo, quando tutte le lunghe code che si erano create praticamente dall'Annunziata e fino a piazza Cairoli, e anche lungo la via La Farina, sono state faticosamente smaltite. Oltre alle due ore di blocco dei transiti quasi totale tra le 16 e le 18, agli imbarcaderi delle Ferrovie e a quelli privati della “Tourist-Caronte” in coincidenza con il rientro dei vacanzieri della Pasqua, ieri per il resto della giornata si sono registrate lunghe attese. Il periodo di massima affluenza di mezzi agli imbarchi si è registrato tra le 13 e le 15. Intorno alle 22,30 altro picco con code “estive”, con il viale della Libertà impraticabile e destinato solo alla sosta dei camion in partenza dalla Sicilia (code di tir si sono registrate anche lungo la via La Farina, fino quasi alla mezzanotte). Ma torniamo alla protesta. Già alle 17, un'ora dopo che la gente aveva cominciato a presidiare i due incroci della parte bassa del viale Boccetta (Garibaldi e corso Cavour) si sono formate due colonne di auto lunghissime nei due sensi di marcia, con la gente che scendeva dalle auto e attendeva rassegnata. E intorno alle 17 il questore Zannini Quirini, che è rimasto in strada a controllare di persona la situazione, ha deciso di bloccare il transito dei tir a Villa San Giovanni per non complicare ulteriormente la situazione. Durante la protesta i mezzi pesanti che provenivano da Catania e Palermo sono stati dirottati e bloccati dai vigili urbani nell'area di stoccaggio allo svincolo di Tremestieri, e anche lungo la cosiddetta “zona cuscinetto” in via Acireale, la parallela alla via Bonino che viene spesso adoperata per rallentare il flusso dei camion in situazioni di emergenza. Alle 18 in punto il corteo ha “liberato” l'incrocio Boccetta-Garibaldi e le auto hanno cominciato progressivamente a riprendere la marcia, la gente è salita frettolosamente a bordo per non perdere nemmeno un secondo. Venti minuti dopo è stato liberato anche l'incrocio con il corso Cavour. Intorno alle 19 i vigili urbani hanno sospeso lo stoccaggio dei mezzi pesanti, che hanno cominciato ad affluire regolarmente agli imbarcaderi. Alcune considerazioni sul “caso-Boccetta”. L'esigenza di presidiare 24 ore su 24 un asse viario che serve l'Italia e l'Europa intera è emersa in modo chiaro ancora una volta, dopo il devastante incidente di martedì scorso quando un tir impazzito ha fatto “strage” di auto, ma ancora non è stato deciso nulla su questo aspetto che è fondamentale per cercare di ridurre la percentuale di rischio sull'arteria (la vigilanza non deve coinvolgere solo i vigili urbani ma tutte le forze di polizia, il Boccetta è un problema nazionale e non locale). La protesta di ieri, anche se indirettamente, pone l'accento su un altro problema “storico” di Messina che si sviluppa principalmente in lunghezza e che ha carenza di strade sul versante sud-nord-sud. Basta bloccare uno o due incroci nevralgici per paralizzare l'intera città, e non esiste alcuna “via di fuga” alternativa. Se ieri un'ambulanza si fosse trovata in quel caos sarebbe rimasta letteralmente bloccata. Una è passata da via Garibaldi, quando il blocco era già stato rimosso a sirene spiegate intorno alle 18,30. E a questo proposito la Digos ha svolto una serie di accertamenti, per verificare se nei confronti dei manifestanti si può ipotizzare l'ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio (la figura penale del blocco stradale non esiste più). E sempre a proposito di vie di fuga ormai pochi ricordano che durante l'alluvione che si abbattè sulla città nell'ottobre del '96, per molte ore si dovette registrare il totale isolamento di Messina. Un fatto gravissimo, una situazione che ancora oggi, sul piano della protezione civile, non è stata risolta

Centove.it

Boccetta ad orologeria
Impermeabile bianco, accento partenopeo, nervi alle stelle. Di fronte a lui, centinaia di cittadini incavolati. Alle sue spalle, l'Ancora, il self service simbolo della colonizzazione della rada di San Francesco, a Messina. Il "water front" perduto polizia.jpgImpermeabile bianco, accento partenopeo, nervi alle stelle. Di fronte a lui, centinaia di cittadini incavolati. Alle sue spalle, l'Ancora, il self service simbolo della colonizzazione della rada di San Francesco, a Messina. Il "water front" perduto (per dirla con il sindaco Salvatore Leonardi), dove da trent'anni partono e arrivano le navi traghetto della Tourist e della Caronte. Il suo nome è Antonio Mignacca, e nella vita fa il vice questore vicario di Messina. Un uomo di fiducia di Giuseppe Zannini Quirini, sangue partenopeo e accento smaccato. Mignacca passa in rassegna i celerini, parla ad alta voce, discute animatamente con Nicola Bozzo, segretario provinciale dei Ds e candidato del centro sinistra al collegio Sud per la Camera dei deputati. E' giovedì 19, e il dubbio del vicequestore è uno solo: lanciare la carica oppure no. "Qui si sta interrompendo un pubblico servizio! La manifestazione era autorizzata fino alla chiesa di Portosalvo...". Cammina avanti e indietro, Mignacca. Un semplice allontanamento dei manifestanti ha procurato una ferita alla testa di una ragazza. E già si dice che, praticamente, sia stata lei a dare una formidabile capocciata al manganello fermo nell'aria. Adesso, la situazione sta precipitando. Che fare? Tutto si poteva pensare, a Messina. Tutto, tranne che più di mille persone scendessero per strada a protestare.

18/4/ 2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza Boccetta / Dopo il bis di ieri i manifestanti domani marceranno verso la rada San Francesco
La protesta si allarga
Attesa per il vertice convocato sabato mattina in Prefettura

Sono scesi nuovamente in strada. Difficile stabilire quanti in più rispetto a venerdì scorso. Non proprio una folla oceanica ma si è trattato certamente di una folta mobilitazione, civile e spontanea. I messinesi chiedono risposte immediate, al di là dei tentativi strumentali di chi cerca di cavalcare l'onda della protesta (siamo in piena campagna elettorale, nessuno deve dimenticarlo). Finora non era mai accaduto che gli abitanti del Boccetta facessero sentire finalmente la propria voce, spezzando il silenzio dell'attesa e della rassegnazione. Da quando il 10 aprile un tir impazzito ha seminato per l'ennesima volta terrore e distruzione, nulla appare più come prima. Stavolta l'intera città, senza distinzione di colore politico, reclama atti di forza e di coraggio, che pongano finalmente le premesse perchè Messina non sia più “schiava” del traffico di attraversamento dello Stretto. Il blocco attuato ieri pomeriggio, all'altezza degli incroci con via XXIV Maggio, corso Cavour, via Garibaldi e poi in prossimità dello svincolo, all'intersezione con viale Regina Margherita e viale Principe Umberto, ha causato infiniti disagi in tutta la città. Ci sono state file da incubo, dall'Annunziata fino a Gazzi, e fino a notte le strade del centro hanno dovuto sopportare l'inarrestabile fiume dei tir che erano rimasti fermi non solo nel pomeriggio ma anche durante il periodo delle festività pasquali. È questo l'inferno da cui Messina vuole liberarsi. Il problema riguarda il Boccetta e viale della Libertà (approdi Tourist-Caronte), ma interessa anche via La Farina e Campo delle Vettovaglie (approdi Fs) e quella porzione di viale San Martino che conduce agli imbarchi delle società private che gestiscono i collegamenti con Reggio Calabria. La questione è complessiva e ruota tutta attorno a un nodo cruciale: nessun tir deve attraversare strade del centro abitato e, perchè ciò accada, occorre il coraggio di scelte politiche nette e determinate, se è necessario di gesti eclatanti che affrettino la soluzione dei problemi strutturali. Dei collegamenti tra la Sicilia e la Calabria si occuperà oggi il Governo nazionale, visto che l'argomento è stato inserito all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri. Il ferro va battuto quando è caldo. Il caso Boccetta può e deve diventare il simbolo di una vertenza che non può essere certo ridotta ad un puro e semplice problema di carattere locale. È evidente che bisogna avere le carte in regola, dimostrando con i fatti che si sta facendo di tutto per sbloccare opere di assoluta rilevanza (la “Via del Mare”, gli svincoli Giostra-Annunziata, il nuovo approdo), il cui iter rientra nelle competenze dell'ente locale. La manifestazione di ieri ha dimostrato come la protesta stia assumendo varie “anime”. C'è l'ala movimentista e “sessantottina”, nostalgica dei cortei anti-sistema e dei sit-in sulla strada. C'è il comitato “La nostra città” che ha organizzato il primo corteo e che si è giustamente dissociato dalle ipotesi di un blocco ad oltranza delle strade cittadine («Non possiamo farci odiare dalla cittadinanza – dicono i promotori del Comitato – questa è una battaglia che deve vedere impegnati tutti i messinesi»). Ci sono gruppi, associazioni, forze politiche, che hanno dichiarato la loro adesione alla campagna di mobilitazione contro il passaggio dei tir nel centro abitato. Ci sono i candidati alle prossime elezioni che, più o meno in buona fede, si fanno vedere in prima fila. Ci sono, però anche ragazzi e ragazze, anziani, intere famiglie che hanno deciso di non far mancare il loro sostegno alla forte richiesta di una città finalmente vivibile. Per domani, alle 21, è previsto il terzo appuntamento sotto la statua di San Francesco, nella piazzetta davanti alla chiesa dell'Immacolata. L'intenzione degli organizzatori è quella di dar vita ad una fiaccolata, un corteo che dal Boccetta arrivi alla rada di San Francesco. È stato scelto l'orario serale per non penalizzare ulteriormente gli automobilisti messinesi. Venerdì sera dovrebbe tenersi un momento “di riflessione e di scambio di proposte” a piazza Duomo. Sabato si terrà un nuovo sit-in davanti a Palazzo del Governo, in occasione del vertice convocato dal prefetto Marino e al quale prenderanno parte, tra gli altri, il presidente della Regione Vincenzo Leanza, il sindaco Leonardi, il presidente della Provincia Buzzanca. Difficile dire se la mobilitazione, nata in modo spontaneo, alla fine riuscirà a cogliere i suoi obiettivi. Sarebbe però sbagliato vanificare i buoni propositi scaricando i disagi sulle spalle dei messinesi (come sostanzialmente è accaduto ieri) o individuando come bersaglio gli imprenditori che operano nel settore. Prima di ogni altra cosa ci sono precise responsabilità politiche e sono di coloro che non hanno capito la rilevanza del sistema dei collegamenti nell'area dello Stretto, che non hanno dato seguito ai progetti, che non hanno portato a compimento le opere appaltate, che non hanno indicato con chiarezza come, dove e quando devono essere realizzate le infrastrutture utili a liberare Messina dalla schiavitù del traffico pesante.

18/4/ 2001 ( gazzetta del sud )

l'emergenza boccetta / Secondo il legale del Comune avv. Rosario Cucinotta «il sindaco non può impedire il transito dei tir»
Ma solo il coraggio sconfigge l'ignavia
Anche la salute è un sacrosanto diritto costituzionale da far rispettare

Il transito dei tir non può essere impedito. A sostenerlo è l'avv. Rosario Cucinotta, uno dei legali del Comune, in una relazione di cinque pagine che verrà sottoposta all'esame del Collegio di difesa. La risposta era scontata, anche alla luce di come era stata formulata la richiesta di parere da parte dell'amministrazione comunale. «In relazione ai quesiti postimi – scrive Cucinotta – appare opportuno far riferimento ad alcuni principi di ordine generale quale quello previsto dall'art. 117 della Costituzione per il quale l'interesse nazionale è da configurarsi come limite alle leggi regionali e, “a fortiori”, a qualunque atto regolamentare o amministrativo emanato da qualunque altra autonomia locale. Resta da esaminare come si sostanzi l'interesse nazionale: di sicuro lo stesso è riscontrabile in quegli ambiti la cui regolamentazione è demandata alla potestà legislativa statuale esclusiva quali la difesa, la giustizia, l'ordine pubblico, i rapporti con gli Stati stranieri. Già sotto tale profilo un eventuale provvedimento interdittivo del transito dei tir appare illegittimo in quanto idoneo ad ostacolare direttamente (ad esempio transito di convogli militari) o indirettamente (transito di automezzi civili che trasportino approvvigionamenti per strutture militari) funzioni primarie di sicura pertinenza statuale. Nè appare possibile che lo stato maggiore dell'Esercito debba chiedere al sindaco di Messina (e perchè non anche a quello di Scaletta, di Alì, Itala, Furci, eccetera) l'autorizzazione a far transitare i propri convogli per il territorio comunale in determinati orari. D'altra parte, tale transito non potrebbe svolgersi in itinerari alternativi attesa l'obbligatorietà del passaggio sul territorio del Comune di Messina per tutto il traffico ferroviario e gommato tra la Sicilia e il Continente. Anche la libertà di circolazione – insiste il legale del Comune – corrisponde ad un rilevante interesse nazionale: l'articolo 16 della Costituzione afferma che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza. Sembra escluso che limitazioni possano essere poste per casi particolari e mediante atti amministrativi. L'articolo 120 della Costituzione afferma poi che la Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni. Se tale potere interdittivo è negato alle Regioni, lo stesso non può essere esercitato dai Comuni; d'altra parte appare indubbio che il blocco dei tir è idoneo ad ostacolare la circolazione delle persone e delle cose tra la Sicilia e la Calabria. Poiché la norma parla di ostacolo (e non di blocco) ritengo siano da considerare illegittimi anche provvedimenti atti a limitare il traffico dei tir in determinate fasce orarie, per periodi di tempo non definiti e per fatti non eccezionali ed urgenti. Appare, infine, priva di pregio l'obiezione per la quale esisterebbero vie di collegamento alternative tra la Sicilia e il resto d'Italia, quali quelle aeree e marittime, idonee a scongiurare l'isolamento dal resto del Paese. Anche a prescindere dalla dubbia veridicità, sul piano fattuale, di tale affermazione la stessa appare del tutto erronea sotto il profilo giuridico: la libera circolazione sul territorio non può essere limitata senza lederne irreparabilmente la sovranità e ciò a differenza di quanto avviene per le rotte marittime ed aeree. Blocchi marittimi ed aerei non hanno impedito la sopravvivenza dell'Istituzione statuale (si vedano i casi dell'Iraq e della Jugoslavia), di contro non si è mai verificata l'ipotesi di uno Stato che sia sopravvissuto alla perdita del suo territorio (o del controllo sullo stesso). In conclusione la libera circolazione sul territorio è espressione della sovranità statale e non può essere limitata se non da atti promanati dallo Stato stesso». L'avv. Cucinotta esclude anche la possibilità che il sindaco intervenga nella sua qualità di ufficiale di governo «per interdire per un periodo indefinito (anche nel senso dell'istituzione delle fasce orarie) il transito dei tir attraverso la città». In ogni caso, afferma il legale del Comune, il sindaco quale ufficiale di governo è un organo periferico dello Stato e «non sembra sussistano i requisiti dell'assenza sul territorio di organi statali idonei a valutare la situazione di effettivo pericolo per l'incolumità pubblica».

18/4/ 2001 ( gazzetta del sud )

Il Comune chiede una conferenza dei servizi per sbloccare la Via del Mare

Il Comune ha chiesto al Genio civile la convocazione di una conferenza dei servizi per l'approvazione del progetto della “Via del Mare”, trasmesso per la terza volta lo scorso 4 aprile dopo che l'organo tecnico lo aveva rispedito senza istruttoria in quanto non conforme alle osservazioni del Cru su diversi punti. Oltre ai chiarimenti richiesti dal Genio civile, l'assessore alle Infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio ha inviato la richiesta di un incontro che sblocchi l'approvazione del progetto di massima per l'intero tracciato della “Via del Mare”, del cui tratto iniziale (dalla via Don Blasco al viale Europa) verrebbe quindi redatto il progetto esecutivo da mandare in appalto, per una spesa di 6 miliardi sui 17 totali, attraverso l'accensione di un mutuo o l'inserimento nell'asse-città di Agenda 2000. «Abbiamo sottolineato l'alta valenza della via Don Blasco come strada urbana – spiega Scoglio – superando così le obiezioni del Cru. Si tratta comunque di una soluzione di medio termine, perché per appaltare l'opera e realizzarla occorreranno da sei a dodici mesi. Nel frattempo puntiamo sulla differenziazione dei flussi di traffico mentre, nel lungo termine, ci sono gli approdi che dovranno essere aggiudicati entro il 31 dicembre 2001 tra quanti avranno presentato progetti entro giugno». E sulla possibile risposta all'emergenza-Boccetta costituita dalla “Via del Mare” in collegamento col Norimberga interviene anche l'ex sindaco Franco Providenti: «Nel 1996, a seguito di un esame approfondito della situazione viaria, mi ero accorto che Messina aveva necessità di creare in tempi brevi un'arteria a valle della via La Farina, sia per smaltire il traffico in entrata da Sud sia per creare un nuovo collegamento fra gli svincoli di Tremestieri, San Filippo, Gazzi e il molo Norimberga. Mi sono reso subito conto che l'operazione era facilmente realizzabile perché bastava riunire le esistenti vie Don Blasco, Maregrosso e Acireale con degli opportuni raccordi viari, aprendo così una nuova ampia strada cittadina che avrebbe contribuito anche a risanare una zona degradata». «Ho immediatamente dato incarico all'ing. Antonio Rizzo – prosegue Providenti – ed ho provveduto agli adempimenti di legge per reperire i fondi necessari. Nel giugno '98 era pronto il progetto di massima ed in due mesi sarebbe stato disponibile quello esecutivo. Purtroppo non sono arrivato in tempo (come mi ero proposto) ad indire l'appalto e, successivamente (stranamente) sono insorte difficoltà inattese e talvolta incomprensibili. Si è arrivati a confondere il completamento di una esistente strada cittadina con un nuovo raccordo autostradale. Si pensa forse che i Tir debbano passare sempre e soltanto su autostrade? Se così fosse, dovremmo concludere che il Genio civile ritiene Boccetta e viale della Libertà autostrade impropriamente destinate anche al traffico locale». «La soluzione via Don Blasco – conclude Providenti – era fattibile in 12 mesi nel '98 e lo è ancora oggi, e non pregiudica alcuna altra soluzione di lungo termine. Tutte le altre ipotesi, rispettabili e fantasiose che siano, richiedono tempi che, nella logica messinese, vanno da dieci anni all'eternità. Mi auguro che questa concreta ipotesi possa essere sostenuta con forza e determinazione da tutti coloro che vogliono realmente risolvere il dramma del Boccetta in tempi brevi».

18/4/ 2001 ( ansa )

ore 14.00 Il Consiglio dei ministri e' favorevole alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina per un costo complessivo di circa 10 mila mld, ma solo se interverra' anche il mercato finanziario italiano e internazionale con ''un investimento che certamente non potra' essere inferiore alla cifra di 5 mila mld''. Lo ha detto il ministro dei Lavori pubblici Nerio Nesi in una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine di una riunione di governo.

ore 14.35 Entro 60 giorni saranno rese note le modalita' dell'operazione 'Ponte sullo stretto'. Lo ha detto il ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi nella conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei ministri di oggi. ''La cornice finanziaria verra' fissata entro 60 giorni'' ha detto Nesi precisando che ''la ricerca del promotore partira' da domani'' e che l'iter per realizzare le opere ''comunque necessarie'' verra' avviato subito.

ore 14.56 'Per il Ponte di Messina ci sara' una procedura veloce: entro 60 giorni si porranno le condizioni perche' ci sia un bando di gara in cui si stabilira' se questa opera infrastrutturale sia appetibile da parte del mercato privato''. Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali Agazio Loiero al termine del Consiglio dei Ministri. ''In coerenza con tutto quello che e' stato fatto da questo governo si e' deciso di andare al mercato: ovviamente se il mercato dice di no il ponte non si fara'''. In questo modo, ha concluso Loiero, il governo ha confermato la sua attenzione ai problemi dello sviluppo del Mezzogiorno.

20 Aprile 2001 ( Corriere del Mezzogiorno )

Mille Fiaccole contro i TIR al Boccetta ma i celerini sfoderano i manganelli

Il no del questore al sit in nella rada di San Francesco con il blocco dei traghetti non ha fermato la nuova protesta anti-tir. Per la terza volta la rabbia dei messinesi è scesa per strada e un fiume umano sotto le scintille delle fiaccole si è riversato dapprima sul viale boccetta ( bloccando per circa mezz'ora l'incrocio con la Via Garibaldi), successivamente ( erano circa 1000 persone ) verso il viale della libertà. Striscioni e cori di protesta hanno attirato l'attenzione di automobilisti e si può dire, di tutta la città. I manifestanti, arrivati all'altezza della chiesa di Porto Salvo, si sono trovati davanti uno schieramento di forze dell'ordine, voluto dal questore che aveva deciso di impedire il blocco della rada. Nonostante all'inizio della protesta il responsabile del comitato "La nostra città" , Saro Visicaro, avesse comunicato che anche il prefetto, nel pomeriggio aveva negato il sit in agli approdi privati, un centinaio di persone ha deciso di forzare il blocco della polizia e riversarsi all'inizio del serpentone di sosta che avvia ai traghetti. Inevitabili le conseguenze della manifestazione sul traffico cittadino, praticamente impazzito per la terza volta in pochi giorni,tanto che i TIr provenienti dal boccetta sono stati dirottati su Via Garibaldi perchè l'accesso alla rada era stato totalmente impedito con il blocco al serpentone. Non è finita. I manifestanti hanno poi voluto, "con forza ", andare ad occludere tutta la rada di san Francesco. Significativa l'immagine di una nave costretta a partire senza alcun automezzo a bordo per evitare di essere occupata. E poi due navi, la "Giuseppe Franza e la "Caronte", provenienti da Villa San Giovanni, sono rimaste ferme agli ormeggi, con il loro carico impossibilitato a sbarcare. Davanti a questa protesta decisa, però, sono rimaste incredule anche le forze dell'ordine, che non si aspettavano una simile reazione, che sa tanto di esasperazione per una situazione che si protrae da un trentennio senza che gli amministratori abbiano mai voluto, o saputo, porvi rimedio. Alla fine gli agenti, per ordine del questore, hanno dovuto caricare i manifestanti che non permettevano nè il carico delle navi, nè che i TIR abbandonassero i traghetti che giungevano da Villa San Giovanni. Una ragazza, colpita alla testa, è stata accompagnata in ospedale. La situazione si è trascinata, tra un colpo di scena e un altro, sino a tarda notte. La rabbia si è manifestata sin dall'inizio della protesta ed è sfociata con il blocco totale di una rada considerata la principale causa del continuo attraversamento dei mezzi pesanti lungo il boccetta. Non a caso il primo striscione che apriva il corteo così recitava: Caronte, un traghetto per l'Inferno". Ed erano tanti gli striscioni in sintonia. Nel momento in cui è stato organizzato il blocco all'incrocio con Via GarIbaldi, soprattutto i giovani ( erano in tanti ), hanno alzato gli striscioni elevando cori di protesta e cercando di coinvolgere tanti automobilisti rimasti bloccati ( anche diversi consiglieri comunali che avevano lasciato la seduta consiliare di Palazzo Zanca ). Che questa protesta non presentasse le caratteristiche delle precedenti lo si era capito sin dall'inizio: infatti, dopo i discorsi tenuti da Saro Visicaro e Renato Accorinti, a prendere il megafono è stato Giuseppe Richichi, presidente dell'Aias, l'associazione degli autotrasportatori siciliani. Le parole di Richichi hanno sorpreso i presenti. " Il problema - ha detto Richichi - è che non c'è la volontà politica di risolvere la questione". E il rappresentante degli autotrasportatori ha anche annunciato che il giorno successivo all'ultimo incidente sul boccetta era stata inviata una nota al prefetto, al sindaco, all'assessore regionale ai trasporti ed al governo, per denunciare " la pericolosità del Boccetta". " Vogliamo - si legge nella nota degli autotrasportatori - uno studio di fattibilità per costruire la via del mare che sino ad oggi non è stata realizzata per la mancanza di una volontà politica. la responsabilità è di tutti - ha concluso Richichi. Da sottolineare anche un fatto che ha mandato in collera lo stesso Richichi. A quanto pare i camion diretti allo svincolo di Boccetta sono stati dirottati a Villafranca, tanto che il Presidente dell'Aias  in serata si è recato dal prefetto a Protestare. L'impressione che si è avuta ieri sera, comunque, è stata quella di una città che ha voglia di rompere eventuali giochi a suo discapito e di volersi riscattare da anni e anni di procurata sonnolenza. " quello del Boccetta - ha gridato una signora - è solo uno dei mille problemi di Messina. Non dimentichiamo che i nostri figli prendono un traghetto per andare a lavorare al Nord".

 

22 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Consiglio comunale / La seduta di giovedì 26
Dedicata al Boccetta


Il consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria giovedì prossimo per trattare l'ordine del giorno presentato da Calogero Centofanti in merito all'emergenza Boccetta. Si tratta di una tardiva convocazione, visto che in molti avevano sollecitato l'aula di Palazzo Zanca ad esprimere quanto meno solidarietà nei confronti degli abitati del Boccetta, in occasione del gravissimo incidente dello scorso 10 aprile. L'ufficio di presidenza ha, però, chiarito che, essendo incardinato il dibattito sulla sessione di bilancio, non si potevano trattare argomenti diversi.

24 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Incontri da oggi a venerdì Silvestro: nessuna illusione

La marcia a “tappe forzate” il cui itinerario è stato tracciato durante il vertice in Prefettura di sabato scorso prosegue senza sosta. Dopo il sopralluogo alla foce del torrente Zafferia effettuato ieri dal comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, dall'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore e dai funzionari dei due enti, infatti, già da oggi si svolgeranno incontri e riunioni tecniche per gli approfondimenti sulla delicata tematica. Stamani il comandante Patrizio Zumbo, responsabile del Demanio, sarà infatti a Palermo per discutere con i tecnici dell'assessorato regionale Territorio e ambiente. Le somme verranno invece tirate venerdì sempre a Palermo ma alla Presidenza della Regione, in un incontro con il presidente Vincenzo Leanza dal quale ci si attende che giunga l' input decisivo per far partire le procedure propedeutiche alla realizzazione dell'approdo nella zona Sud e del collegamento con l'autostrada così come indicato sabato scorso: dalla foce del torrente Zafferia – 900 metri più a nord rispetto all'area di Mili-Tremestieri individuata come possibile localizzazione dei progetti sin qui presentati sulla base del rapporto Misiti. Giovedì, intanto, sarà dedicata alle problematiche del Boccetta la seduta straordinaria del consiglio comunale convocata dal presidente Filippo Livio per trattare l'ordine del giorno presentato dal consigliere Calogero Centofanti dopo la strage sfiorata lo scorso 10 aprile, quando un Tir senza freni travolse in una folle corsa ben ventitrè autovetture causando, per fortuna, solo due feriti. Come riportiamo nella pagina seguente, l'aula consiliare sarà anche la meta finale della fiaccolata organizzata proprio per giovedì dal comitato “La nostra città” che protesterà per la mancata presa di posizione del consiglio sulla vicenda. E sulla questione del nuovo approdo a Mili-Tremestieri, ma soprattutto sui compiti attribuiti alla Regione è intervenuto anche il vicepresidente dell'Ars Gioacchino Silvestro: «Sono convinto – scrive il parlamentare diessino – che il sistema del project financing sia oggi l'unico strumento che possa consentire in tempi brevi la soluzione del problema dell'attraversamento del centro cittadino da parte del traffico gommato. Dopo anni di sterili discussioni e di inutile dispendio di risorse economiche, è ormai unanime l'intendimento di localizzare nell'area Mili-Tremestieri la costruzione del nuovo approdo della città di Messina per il traffico leggero e pesante. La volontà di “bruciare” i tempi previsti per gli adempimenti burocratici emersa dall'ultima riunione convocata dal prefetto, tuttavia, impone improrogabilmente che la Regione, al di là delle dichiarazioni dei suoi rappresentanti, adotti con immediatezza gli atti indispensabili e propedeutici previsti per la promozione del sistema del proje financing ct». In particolare, Silvestro rimarca che «l'applicazione della Merloni-ter in Sicilia imporrà il rispetto del termine perentorio del 30 giugno per le attività di programmazione dell'opera. Soltanto in tal caso, entro il 31 ottobre del 2001 la Regione potrà esaminare il programma e quindi bandire entro il mese di dicembre la gara d'appalto per la costruzione e gestione del nuovo approdo. Quindi – ammonisce il parlamentare – nessuna euforica illusione circa la brevità dei tempi: se si supera il termine del 30 giugno ci sarà un sicuro slittamento di dodici mesi che la città non può ulteriormente sopportare».

24/4/2001 ( gazzetta del sud )

emergenza tir / La realizzazione dell'approdo per i mezzi pesanti diretti a Villa San Giovanni
Sopralluogo a Zafferia
La zona prescelta distante 900 metri dallo svincolo di Tremestieri

Un mini approdo temporaneo a due invasature poco più a nord della foce del torrente Zafferia: è l'ipotesi, tutta da verificare, che è maturata nel vertice istituzionale tenutosi in Prefettura per fronteggiare l'emergenza legata all'attraversamento del centro da parte dei Tir. Su input del prefetto Giosuè Marino, il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e l'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore, accompagnati da funzionari e tecnici, hanno compiuto un accurato sopralluogo lungo il torrente. Discendendo dalla bretella collegata al bivio per Zafferia (sulla statale 114) hanno percorso la strada, prima asfaltata e poi sterrata, che scende a fianco del greto, giungendo fino alla foce del torrente. Un'area, quest'ultima, morta e degradata: sul confine nord il terreno incolto a valle del binario Fs – laddove si progettava di trasferire il campo nomadi – mentre su quello sud le pareti sbriciolate dell'ex Sanderson e i resti di Villa Melania affidati in custodia a un'impresa. La Capitaneria ha proposto di ubicare su questo litorale due invasature da destinare al traghettamento dei Tir sulla rotta Messina-Villa San Giovanni. Due punti di ormeggio per 4 navi traghetto e un annesso piazzale (nell'area "ex Rom") nascerebbero come un anticipo del piano globale ma verrebbero reinseriti, in un secondo tempo, in quell'approdo che si punta a realizzare più a sud, nelle vicinanze della foce del torrente Larderia. Insomma «il modulo» rientrerebbe nelle procedure burocratiche e finanziarie del «project-financing» alle quali il Comune e la Regione ricorreranno a norma della legge Merloni Ter: entro il 30 giugno le scelte pubbliche; entro il 31 ottobre la presentazione dei progetti dei privati; poi i pareri e le approvazioni finali. Nell'immediato, però, si potrebbe affermare, a Zafferia, la logica dell'emergenza.
– Ma come è nata la nuova prospettiva di due invasature alla foce del torrente? «Quest'ipotesi marittima non è nuova – premette Maccarone – anche se non erano stati presentati progetti in merito: quelli fino ad oggi proposti per la zona sud, infatti, erano partiti dal presupposto che occorresse evitare del tutto la percorrenza della statale 114». È dunque una prospettiva "a termine" ma in direzione della quale ha fatto propendere un elemento: la viabilità oggi esistente. «Era impossibile parlare di interventi rapidi – spiega Maccarone – senza "bypassare" la questione della costruzione di nuovi raccordi viari: l'unica ubicazione, tra Larderia e San Filippo, già munita di una buona viabilità, era appunto quella situata alla foce del torrente Zafferia. Siamo a soli 900 metri dallo svincolo di Tremestieri e alla stessa distanza da quello di San Filippo. I Tir, provenienti oggi da Tremestieri, passerebbero dunque per 900 metri sulla statale 114 e poi scenderebbero da un'arteria in gran parte esistente che necessiterebbe solo di alcune opere soprattutto ai lati del torrente: tali interventi, come ha rilevato l'ingegnere capo del Genio civile, appaiono al momento realizzabili senza difficoltà rilevanti».
–Dal punto di vista marittimo le due invasature ipotizzate a Zafferia disterebbero meno di 7 miglia dall'approdo calabrese di Villa San Giovanni: 3 miglia e mezzo in più rispetto alla rada di San Francesco. Il tempo di percorrenza aumenterebbe da 20 a circa 30 minuti. E le condizioni tecniche della navigazione? «Le caratteristiche di tale ubicazione – risponde Maccarone – sono pressoché uguali a quelle di Larderia-Tremestieri. Corrispondono, in breve, i profili geomorfologico, meteomarino e idraulico-marittimo». Va comunque detto che le 2 invasature previste per quattro navi, a fronte delle attuali 6 che oggi collegano Messina a Villa San Giovanni (5 a San Francesco, 1 al porto), potranno assorbire soltanto una "buona parte" dei Tir, non certo l'intero gommato pesante. All'ipotesi-Zafferia si è arrivati dopo il forte invito rivolto dal prefetto a tutti gli enti e le autorità perché fornissero ogni minima indicazione per una soluzione a breve-medio termine. Dopo gli ultimi gravi incidenti a Boccetta, nell'attesa degli approdi definitivi, occorreva e occorre sondare ogni possibilità. Oggi, sulla prospettiva delle due invasature a Zafferia, si terrà una riunione a Palermo, nella sede dell'assessorato regionale al Territorio. Venerdì 26 aprile al tavolo della presidente della Regione Vincenzo Leanza, alla presenza del prefetto Giosué Marino, si tireranno le prime somme.
SOPRALLUOGO – Abbiamo verificato ieri la «viabilità esistente» che dalla Statale 114 conduce all'arenile di Zafferia. Il conducente di un Tir proveniente da Tremestieri deve percorrere 900 metri per arrivare al bivio per Zafferia. Dovrebbe quindi imboccarlo, salire per qualche decina di metri e svoltare subito a destra per immettersi nella strada asfaltata che discende verso la foce del torrente Zafferia: in questa prima manovra però incontrerebbe, nelle attuali condizioni, grande difficoltà (se non impossibilità): il raggio di curva, infatti, è molto ridotto. L'intervento d'allargamento comunque non sarebbe difficile grazie anche a un piccolo piazzale adiacente. Una volta percorsa buona parte della discesa asfaltata, per far raggiungere ai camionisti la foce sono ipotizzabili due diversi innesti nella arteria in terra battuta che scende lungo argine (già oggi percorsa dai camion di due imprese): il Genio Civile dovrà dire se e dove l'innesto è "sicuro" dal punto di vista dell'equilibrio idrogeologico della fiumara. Giunti oggi alla foce, ci si indigna di fronte al degrado e all'illegalità che infestano la foce e i litorali: cataste di tegole di Eternit, masse di ferraglia, detriti edili, il beffardo cartello di sequestro di vecchie discariche abusive. Da questo punto di vista la realizzazione delle invasature, con l'annessa regimentazione idraulica del torrente, sarebbe un toccasana.

24/4/2001 ( gazzetta del sud )

emergenza tir / Il gruppo Franza ha presentato un progetto di massima di attracco per il traffico pesante, individuato in località Bolano
Approdo a Sud, l'interfaccia è Villa S. Giovanni
Il terminal verrebbe collegato direttamente all'autostrada evitando interferenze con le rotte delle Fs


Se a Messina la scelta dell'approdo per il traffico gommato pesante sembra ormai compiuta, con la localizzazione alla foce del torrente Zafferia individuata nei giorni scorsi in Prefettura (anche se ovviamente non può ancora trattarsi di una soluzione definitiva), a tutt'oggi non è stata avanzata alcuna ipotesi di localizzazione di un sito sulla sponda calabra che possa costituire l'interfaccia di quello nella zona Sud. La prima, in effetti, risale a questi giorni ed è stata presentata dalle società del gruppo Franza (“Caronte” e “Tourist Ferry-Boat” attraverso la loro joint venture “Travel Tickets srl”) insieme alla richiesta di concessione demaniale depositata lo scorso 19 marzo all'Autorità marittima di Reggio Calabria: si tratta di località Bolano, a sud del centro urbano di Villa San Giovanni e dunque degli attuali imbarcaderi privati e delle Ferrovie. Questi ultimi, secondo il gruppo Franza, «nonostante la limitata superficie dei piazzali e l'impossibilità di realizzarvi delle funzionali attrezzature di supporto, hanno dimensioni e capacità sufficienti a garantire il transito ed il traghettamento del solo traffico leggero, nelle more della realizzazione del Ponte, almeno per il prossimo quindicennio». Il che significa che saranno interfacciati con l'approdo dell'Annunziata, destinato al traffico leggero, e collegati direttamente alla rete autostradale dal Comune di Villa S. Giovanni con i fondi dell'accordo di programma del '90. Ma né l'attracco attuale né una soluzione a Reggio Calabria (la cui disponibilità, peraltro, è stata recisamente negata dal sindaco Italo Falcomatà) possono – sempre secondo “Caronte” e “Tourist” – garantire l'assorbimento dei crescenti volumi di traffico dei mezzi pesanti: si rende quindi necessaria la realizzazione di nuove infrastrutture anche sulla sponda calabra, in un punto che è stato individuato a sud di Villa come prevede l'accordo di programma e precisamente in località Bolano. «La realizzazione di un approdo in tale sito – recita un comunicato stampa diffuso ieri dalle due società – consentirebbe di realizzare un terminal traghetti collegato direttamente con la rete autostradale, di evitare l'incrocio delle rotte tra le navi Fs dedicate al traghettamento dei treni e quelle dedicate ai mezzi pesanti, di garantire una rotta di lunghezza analoga a quella per raggiungere Reggio Calabria, riducendo però il percorso autostradale dei mezzi diretti al Nord». L'infrastruttura (comprendente anche la viabilità di collegamento all'autostrada Salerno-Reggio Calabria), per la quale sono previsti tempi di realizzazione di 24/36 mesi dal rilascio delle autorizzazioni e una spesa complessiva di 40 miliardi, si articola in 6 accosti: 2 per navi traghetto di dimensioni da 120x20 metri e 4 per navi da 90x18 metri. L'orientamento delle opere di accosto è stato selezionato sulla base degli studi meteomarini e allo scopo di consentire l'attracco simultaneo di tutte le navi (20 e 12 metri le distanze di sicurezza di interspazio rispettivamente per i traghetti più grandi e quelli più piccoli). Le opere edili riguardano la rete dei sottoservizi e una palazzina di due piani fuori terra per uffici e centro gestionale del terminal, oltre a 5 box prefabbricati per la biglietteria. Le opere stradali, infine, consistono in una bretella di collegamento con lo svincolo di Villa S. Giovanni della A3, quasi interamente su viadotto con campate di 30 metri e pile di altezza massima di 20 metri e fondazioni su pali. È stato progettato anche lo svincolo sulla Ss 18 Tirrena Inferiore per il traffico locale. Insomma, con la presentazione del terzo progetto di nuovi approdi (dopo quello per l'Annunziata e quello per Mili/Larderia) “Caronte” e “Tourist” annunciano il completo adeguamento alle prescrizioni della delibera adottata dall'amministrazione comunale di Messina sulla base del rapporto Misiti e, anzi, rispetto ai primi due elaborati redatti accettano anche l'individuazione di Villa S. Giovanni anziché di Reggio Calabria come interfaccia sulla sponda calabra. Naturalmente – essendo stato presentato oltre un mese fa alla Capitaneria di Reggio – il progetto non tiene conto della nuova soluzione prospettata in Prefettura sabato scorso, vale a dire lo spostamento di circa 900 metri in linea d'aria più a nord dal confine tra Mili Marina e Tremestieri alla foce del torrente Zafferia. A lume di naso, però, questa variazione dovrebbe facilitare ulteriormente il collegamento, diminuendo la lunghezza della tratta e consentendo la realizzazione dell'approdo con minori opere a terra per la conformazione più favorevole del litorale in quel punto.

24/4/2001 ( gazzetta del sud )

Boccetta: oggi assemblea, giovedì protesta in Consiglio

Non si ferma la mobilitazione dei cittadini sull'emergenza-Tir: oggi alle 16,45 si terrà un'assemblea nei locali della parrocchia S. Maria di Gesù a Provinciale. Nel corso dell'iniziativa, organizzata dal prof. Renato Accorinti del Movimento non violento, verrà fatto un resoconto delle tre manifestazioni di protesta adottate dai cittadini e del vertice svoltosi in Prefettura, e quindi tracciato un percorso comune stabilendo metodo, tempi e obiettivi per continuare a lottare fino ad ottenere certezze per liberare la città dai Tir. Giovedì, invece, verrà riproposta l'ultima manifestazione organizzata dal comitato “La nostra città”: la fiaccolata di giovedì sera. Partenza anche stavolta fissata per le 21 dalla chiesa di S. Francesco all'Immacolata nel viale Boccetta, ma la meta sarà diversa. Dopo la discussa occupazione degli imbarcaderi privati alla rada San Francesco (non condivisa da gran parte dei duemila manifestanti e conclusa con lievi scontri con la Polizia, in seguito ai quali una ragazza è rimasta ferita), giovedì la meta del corteo sarà Palazzo Zanca: il coordinamento intende infatti portare la propria protesta alla seduta del consiglio comunale che è fissata proprio per giovedì. La protesta sposta dunque il proprio obiettivo: dalla rada San Francesco – e di conseguenza dalle compagnie private di traghettamento “Caronte” e “Tourist” – all'ambito della politica e delle istituzioni, accusate di non aver fatto il necessario per alleviare il disagio per i cittadini del Boccetta e, più in generale, per i messinesi. L'identificazione con l'amministrazione comunale, e in particolar modo con il sindaco Leonardi, dell'«ostacolo principale allo spostamento degli approdi dal viale della Libertà e dal centro della città», era peraltro stata già avanzata dal comitato nella nota diffusa subito dopo la manifestazione di giovedì scorso. Nel prossimo periodo, tra l'altro, è prevista una nuova tappa delle iniziative di protesta messe in atto dai cittadini. Un corteo – la data non è stata ancora fissata – dovrebbe recarsi nel luogo in cui un Tir uccise una donna facendo manovra per raggiungere gli approdi delle Ferrovie dello Stato e delle compagnie private “Meridiano” e “Ngi” che effettuano il collegamento tra Messina e Reggio Calabria. La lotta per liberare la città dal traffico pesante, dunque, continua.

24/4/2001 ( gazzetta del sud )

Stamani conferenza stampa di Matacena sullo scalo per i traghetti di Tremestieri

Si muovono i Franza e si muove anche Amedeo Matacena senior. L'armatore di origine napoletana terrà stamani alle 11 all'Hotel Jolly una conferenza stampa sul tema dell'approdo per traghetti di Tremestieri. Matacena ha infatti presentato il 20 aprile dello scorso anno alla Capitaneria di porto, per conto della “Amadeus spa”, un progetto per la realizzazione di un approdo alla foce del torrente Larderia (in località Mili Marina, al confine con Tremestieri) con la relativa richiesta di concessione di aree demaniali per una durata trentennale. Il progetto redatto dalla “Amadeus” riguarda esclusivamente un approdo per veicoli (non quindi il porto commerciale previsto dalla relazione Misiti) con la realizzazione di due invasature a 200 metri di distanza l'una dall'altra e servite da un piazzale d'ingresso con un “serpentone” di circa quattro chilometri in collegamento con lo svincolo autostradale e la ferrovia. Il costo complessivo previsto nell'elaborato è di 70 miliardi. L'istanza di concessione trentennale, invece, interessa 137.365 metri quadrati di demanio (47.698 di superficie catastale, 41.507 di aree prive di dati catastali e 48.160 di specchio acque) a circa novecento metri di distanza dal punto alla foce del torrente Zafferia che è stato recentemente individuato dalle istituzioni – in un vertice svoltosi in Prefettura – come possibile localizzazione dell'approdo a Sud.

25 Aprile 2001 ( lettera aperta di Bruno Alibrandi al Cavaliere Amedeo Matacena )

Caro Cavaliere Matacena ho seguito attentamente in questi due anni i suoi tentativi  per liberare la città di Messina e di Villa San Giovanni dalla schiavitù dei TIR ed oggi mi sento di farle un'esortazione:
Adesso che Prefetto,Sindaco, Presidente della Regione etc hanno finalmente capito che l'unico approdo possibile deve essere ubicato a Sud, la prego di non "turbare" questo idialliaco clima di concordia e di lasciare che i "signori" di Messina provvedano a risolvere il problema.
Lei non vive a Messina e quindi non può notare lo splendido momento che la città sta vivendo dove un Sindaco viene preso a braccetto (o al guinzaglio?) dal "rampollo" della famiglia dei traghettatori per festeggiare la vittoria sul Palermo, dove un Sindaco, nel ricevere Katia Ricciarelli, viene "accompagnato" dall'altro "rampollo" della stessa famiglia.
Adesso non pensi male o, addirittura, denunci il Sindaco alla magistratura (come ha già fatto in un passato recente).......che ne sa Lei se non ci sia addirittura un rapporto di "collaboratore coordinato" e tutto questo per il bene della città?
Del resto anche la matrona della famiglia di cui sopra ha dimostrato l'interesse e l'amore per questa città annunciando, a mezzo stampa e con lettere personali indirizzate, tutti i progetti che il gruppo, o gli uffici tecnici degli assessorati competenti (che importanza ha?), ha elaborato per risolvere il problema TIR nel breve medio e lungo periodo.
Lei in passato ha più volte tentato, assieme ad imprenditori alleati, di far valere il principio della libera concorrenza facendo richiesta di concessioni a San Francesco e a Villa San Giovanni e tale principio, caro Cavaliere, a Messina non può valere giacchè in questa città è stato istituito il punto "franco" Franza e quindi è inutile appellarsi a principi comunitari o quant'altro.
Perchè non pensa caro Cavaliere alla sua venerabile età e, soprattutto, ad un modo meno stressante di viverla anche perchè il clima di "caccia alle streghe" (così riferì qualche organo di stampa) che si creò dopo l'omicidio Bottari sta scemando.......

25/4/2001 ( gazzetta del sud )

Nella chiesa di S. Maria si è discusso del ventilato passaggio dei mezzi pesanti da sud
E gli abitanti di Tremestieri chiedono garanzie


Saranno forse soluzioni diverse quelle proposte ieri pomeriggio nel corso dell'assemblea tenutasi nella chiesa di Santa Maria del Gesù sul «caso Boccetta», ma hanno sempre una matrice comune: liberare la città dai tir. Una cinquantina di persone hanno preso parte all'incontro organizzato da Renato Accorinti per proporre idee concrete, all'indomani della fiaccolata che ha visto scendere in piazza oltre 1500 messinesi contro il passaggio dei tir dal viale Boccetta. «Ormai abbiamo un'esperienza trentennale in questo campo – ha detto Accorinti – e per questo sappiano bene che alle parole devono seguire i fatti. È lo stesso diritto costituzionale alla salute di cui ogni uomo è portatore che ci spinge a intervenire. E la mia proposta è semplice: scegliamo Tremestieri perché lo svincolo è a quota zero, visto che non ci sono pendenze, realizziamo una bretella che colleghi l'autostrada direttamente al mare e, contemporaneamente, favoriamo il libero mercato, abbattendo ogni forma di monopolio nella gestione del servizio di traghettamento, magari anche con la costituzione di una società mista alla quale partecipi il Comune». Assente all'assemblea Saro Visicaro, il presidente del comitato “La nostra città”, che giovedì scorso si è dissociato dall'iniziativa dei tanti che, dopo aver «sfondato» il blocco delle forze dell'ordine, posto all'altezza della chiesa di Portosalvo, avevano raggiunto gli imbarcaderi della Tourist e della Caronte. «Conosco Saro da trent'anni – aggiunge Accorinti – e son certo che la sua assenza oggi non voglia significare una spaccatura tra noi e il comitato. Per questo tutti noi parteciperemo alla fiaccolata in programma giovedì sera, convinti che si vince soltanto restando uniti». Ma l'idea di dirottare i tir dall'altro capo della città non fa certo impazzire gli abitanti della zona sud, che non hanno tardato a far sentire la propria voce: «Noi della zona sud viviamo da anni una situazione drammatica – ha esordito Giovanni Ferrara – che ci è stata regalata dal depuratore di Mili, dalla discarica di Vallone Guidari (chiusa, ma mai risanata) e dalla creazione dell'area artigianale di Larderia, una vera e propria cattedrale nel deserto. La delibera del giugno 2000 è stata approvata dall'amministrazione comunale senza che i quartieri interessati all'approdo avesse dato il benestare, ma non si può pensare di liberare la città trasferendo i problemi da una zona all'altra». E non si può certo dire che questa sia stata un'opinione isolata. «Abito nella zona sud – ha sottolineato Flavia Cantio – ma ho partecipato con convinzione ed entusiasmo alle manifestazioni sul Boccetta. Ma adesso non posso restar zitta e inerme di fronte alle continue prese in giro che ci vengono propinate. L'approdo a Tremestieri servirà solo a creare lo stesso problema nella zona sud e noi non possiamo permetterlo. Abbiamo dato noi a questi signori il potere di decidere e sempre noi possiamo mandarli a casa». E, tra i tanti intervenuti, c'è stato anche chi ha proposto come Ninni Artemisia, di astenersi alle prossime consultazioni elettorali, o chi, come Anna Stancanelli, ha parlato della costruzione di pontoni mobili che evitino approdi di cemento nella zona sud, oppure chi, come Giuseppe Restifo, ha sottolineato la necessità di realizzare un approdo leggero a Tremestieri, sollecitando il collegamento marittimo tra Gioia Tauro e Milazzo. «La nostra non deve diventare una guerra tra poveri – ha concluso Dario Nicoletti – ma un momento di confronto e di unione tra tutti gli abitanti dei tre torrenti. Solo così potremo far sentire veramente la nostra voce». L'appuntamento è per domani sera alle 21 davanti la chiesa di San Francesco dell'Immacolata, da dove partirà una nuova fiaccolata con direzione Palazzo Zanca

24/2/2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir / Esaminati ieri a Palermo gli aspetti tecnici relativi alla realizzazione del primo modulo dell'approdo
La scelta ricade su Larderia
Amedeo Matacena ribadisce: l'interfaccia deve essere Reggio Calabria

Realizzare il mini-approdo temporaneo, con le prime due invasature, alla foce del torrente Zafferia o del Larderia? Andare avanti con le procedure del “project financing” oppure riavviare l'iter delle istanze di concessione demaniale già presentate dalle società Amadeus (Matacena senior) e Travel Tickets (gruppo Tourist-Caronte)? È su questi interrogativi che i tecnici dell'assessorato regionale al Territorio, del Genio civile e della Capitaneria di porto hanno lavorato per ore ieri pomeriggio a Palermo. Si è partiti dall'indicazione emersa al termine del vertice di sabato scorso convocato dal prefetto Marino: trovare una soluzione che sia concretamente realizzabile in tempi relativamente brevi. Sul piano strettamente tecnico tutti ieri si sono dichiarati d'accordo nel ritenere facilmente superabili i problemi di accesso alle invasature del mini-approdo alla foce del torrente Zafferia. Ma trattandosi del primo “modulo” del progetto complessivo che dovrebbe essere realizzato nel litorale sud, c'è chi considera più utile ed efficace prevedere i due attracchi alla foce del Larderia, cioè 900 metri più a sud, in quello specchio di mare dove sono state previste le nuove strutture portuali dalle società che nel '98 hanno fatto richiesta di concessione demaniale. Le due localizzazioni – chiarisce il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone – non sono, comunque, in antitesi ed anzi potrebbero essere perfettamente compatibili tra loro. «Non va dimenticato – afferma Maccarone – che oggi la città utilizza 9 approdi, tra quelli della rada di San Francesco, dei privati che operano al molo Rizzo e delle Ferrovie dello Stato». Alla fine, comunque, la scelta è ricaduta sulla foce del Larderia e la decisione dovrebbe essere ratificata nel corso della riunione che è stata convocata per venerdì dal presidente della Regione Vincenzo Leanza. La società Amadeus, intanto, non recede dall'obiettivo di realizzare l'approdo a Tremestieri. Il presidente Amedeo Matacena ieri mattina, nel corso di una movimentata conferenza stampa svoltasi nel salone del Jolly Hotel, ha annunciato di aver presentato a Palermo tutti gli atti indispensabili per arrivare all'affidamento della concessione in “project financing”. È stato chiesto, infatti, l'inserimento del progetto redatto dalla Technical nel piano triennale delle opere pubbliche della Regione. Inoltre, è stata prodotta l'istanza per la classificazione della struttura nella categoria dei porti di interesse regionale. Matacena non ha risparmiato velenosi strali nei confronti dell'amministrazione comunale e dei vertici delle Autorità portuali di Messina e di Reggio Calabria. «Quello del doppio approdo Annunziata-Tremestieri – ha ribadito – è stato ed è solo un trucco per lasciare le cose come stanno. Tutte le richieste di concessione presentate per spezzare il monopolio esistente alla rada di San Francesco non sono state neppure prese in considerazione. L'interfaccia dell'approdo di Tremestieri non può non essere Reggio e il sindaco Falcomatà non ha alcuna competenza su scelte riguardanti aree del Demanio». L'ex amministratore della società Caronte (è stato presidente del Cda fino al 1990 e la sua famiglia ha detenuto il 43% del pacchetto azionario fino al 1998) ha rivendicato a sè il merito di aver impiantato in riva allo Stretto i servizi di traghettamento privati: «Cominciammo nel 1965 alla rada di San Francesco – dice – ma era un'altra epoca. Adesso mi muove solo un obiettivo: realizzare il terzo tempo della storia dei traghetti tra Messina e la Calabria. Si può credere o meno, ma anche se altri costruissero l'approdo a sud sarei egualmente contento, l'importante è liberare la città dalla schiavitù dei tir». Matacena, però, ha poi difeso a spada tratta il progetto della “Technical”, definendolo il migliore che ci sia in circolazione. La foce del Larderia – hanno ribadito i tecnici della “Amadeus” – è la zona del litorale sud che presenta le migliori condizioni baltimetriche e meteomarine. Inoltre, la contiguità con lo svincolo di Tremestieri è un prezioso punto a favore, poiché il tempo che si perderebbe “via mare” lo si recupererebbe “via terra”, grazie al collegamento diretto con l'autostrada. Il progetto prevede quattro ormeggi per navi bidirezionali, con possibilità di ricavarne anche un quinto. In una prima fase verrebbero realizzate le invasature, in un secondo momento la diga foranea galleggiante ancorata sui fondali e, come si legge nella relazione progettuale, «tenuta in posizione lato terra con un moderno sistema di cerniere sferiche, così da garantire l'agibilità dello scalo anche nelle peggiori condizioni meteomarine». Il costo della prima fase si aggira intorno ai 28 miliardi, il progetto complessivo raggiunge gli 80 miliardi. Durante l'incontro sono stati numerosi gli interventi e gli spunti polemici. A prendere la parola è stato anche il responsabile della Società di navigazione incremento, il comandante Bonaccorsi, il quale ha sottolineato come da oltre due anni rimangono inevase le richieste di concessione demaniale per l'utilizzo di una o più invasature nei pressi della foce del torrente Giostra. «Non è possibile – ha dichiarato Bonaccorsi – che, in attesa di realizzare il nuovo approdo, chi ha tutte le carte in regola per operare nel settore non venga messo nelle condizioni di poterlo fare. Abbiamo il massimo rispetto per tutti i soggetti imprenditoriali ed abbiamo sempre detto di essere pronti ad attenerci alle indicazioni delle autorità in merito alla localizzazione degli attracchi. Ma è avvilente scontrarsi con un muro di gomma e avere una flotta, anziché di marittimi, di giuristi ed avvocati». Sulle questioni dell'emergenza tir, infine, interviene nuovamente l'Associazione imprese autotrasportatori siciliani. «L'Aias – afferma il presidente Giuseppe Richichi – esprime tutta la sua solidarietà agli abitanti di viale Boccetta per i disagi ambientali evidenziati con le proteste messe in atto in questi giorni. Ci auguriamo che l'attuale amministrazione comunale sappia porre rimedio al danno urbanistico venutosi a creare, causato dalle disattenzioni di anni e anni. Nell'interesse della categoria, manifestiamo però serie perplessità sui metodi messi in atto perché protestare impedendo il solo transito dei tir assume un carattere discriminatorio nei confronti di lavoratori che non hanno alcuna responsabilità». Richichi si appella al «senso di ospitalità che ha sempre contraddistinto il popolo messinese». Fin troppo “ospitale”, ci permettiamo di aggiungere.

26 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir / Mentre stasera è prevista una nuova fiaccolata diretta dal Boccetta a Palazzo Zanca
Approdo a sud, domani le decisioni definitive


Riprenderanno in mano le fiaccole e marceranno stasera alla volta di Palazzo Zanca. Non cala la tensione sull'emergenza Boccetta. Stasera è prevista la quarta manifestazione di protesta contro il passaggio dei mezzi gommati pesanti nel centro abitato. L'appuntamento è alle 21 alla piazzetta della chiesa di San Francesco all'Immacolata. Il corteo si muoverà in direzione dell'aula comunale. Il sit-in organizzato dal comitato “La nostra città” e da una serie di gruppi e associazioni avrà oggi un taglio più “politico”, visto che il consiglio è il luogo istituzionale dove sono state prese le decisioni strategiche – si veda la delibera del “doppio approdo” – e dove sono stati approvati gli indispensabili strumenti di programmazione (a partire dal nuovo Prg). E proprio stasera l'assemblea comunale è chiamata a discutere l'argomento-tir, a seguito della presentazione di un ordine del giorno da parte del consigliere Calogero Centofanti. Si prevede, dunque, una seduta particolarmente “calda”. Domani a Palermo, invece, dovrebbe essere ratificata la scelta concernente la realizzazione del nuovo approdo a sud, già tracciata dai tecnici dell'assessorato regionale al Territorio, del Genio civile e dai rappresentanti della Capitaneria di porto nel corso dell'incontro svoltosi martedì pomeriggio. Il dilemma riguardante l'ubicazione alla foce del torrente Zafferia o della fiumara Larderia è stato sciolto in favore di quest'ultima. L'altra ipotesi, però, non è stata definitivamente accantonata. La foce del Zafferia si lasciava preferire per una più agevole realizzazione delle strutture a mare. Ma Larderia è stata indicata come la soluzione migliore, in virtù del collegamento diretto tra lo svincolo autostradale di Tremestieri e il futuro approdo. Appare, quindi, più conveniente porre mano al primo “modulo” del progetto in quella parte di litorale dove era stato previsto l'approdo a sud. In ogni caso, si potrebbe anche pensare di realizzare altre invasature alla foce del torrente Zafferia, in modo da arricchire la dotazione strutturale. Il vertice di domani, che sarà coordinato dal presidente della Regione Vincenzo Leanza, dovrebbe servire non solo a individuare la soluzione definitiva ma anche a calendarizzare tutte le tappe dell'iter tecnico-amministrativo secondo una serie di rigorose scadenze. Il primo traguardo intermedio è certamente quello del 30 giugno, un termine previsto dalla legge entro il quale devono essere presentati i progetti da parte degli imprenditori che intendono realizzare il nuovo approdo secondo le procedure del “project financing”. Secondo il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, i progetti che sono stati presentati nella prima fase ('98-99) – dalla società Amadeus di Matacena senior e dalla Travel Tickets del gruppo Tourist-Caronte – sono tra loro armonizzabili. La scelta definitiva, in ogni caso, rientra nelle competenze regionali, tramite l'istruttoria dell'autorità demaniale. Ed una delle condizioni essenziali è l'inserimento del progetto dell'approdo a sud nel piano triennale delle opere pubbliche della Regione siciliana. Così come occorre la classificazione della nuova struttura tra i porti di interesse nazionale o regionale. Nei prossimi giorni si capirà se quello dell'approdo a sud è un percorso realmente concreto o se è soltanto l'ennesima illusione di una città che da decenni va piangendosi addosso sull'emergenza-tir. Nel frattempo, si dovranno avere risposte certe anche sull'iter di attuazione dell'accordo di programma del 1989 (con il completamento degli svincoli Giostra-Annunziata), sulla costruzione della “strada del Mare” e di tutte quelle infrastrutture in grado di alleviare i disagi sopportati dai messinesi. Non sono certo sufficienti le fasce orarie che scatteranno sul Boccetta a partire dal 7 maggio e che inevitabilmente aggraveranno la situazione lungo viale Europa o le altre arterie collegate alla tangenziale.

27 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Le questioni del transito dei tir e degli approdi sono considerate dal ministro emergenza da Protezione civile
Bianco: pronto a intervenire
Oggi il vertice da Leanza. Oltre mille persone hanno sfilato in corteo fino al Comune


Missione a Palermo. Mentre il ministro degli Interni Enzo Bianco dice di essere pronto a intervenire come massima autorità di Protezione civile, il sindaco Leonardi, accompagnato dai professori Aldo Tigano e Raffaele Tommasini, incontrerà oggi il presidente della Regione Vincenzo Leanza e l'assessore al Territorio Carmelo Lo Monte. Dal vertice si attendono risposte immediate sul piano operativo. Da un lato, c'è da definire l'accordo di programma in base al quale si potrebbero accelerare le procedure per la costruzione dei nuovi approdi. Dall'altro, emerge la necessità di concordare un percorso comunale, di fissare un calendario, con tempi ristretti e scadenze da rispettare rigorosamente, per realizzare una prima parte degli interventi previsti. I tecnici della Regione, della Capitaneria di porto e del Genio civile hanno indicato la soluzione dell'approdo alla foce del torrente Larderia, nel territorio di Tremestieri. Oggi quel che si attende è la decisione definitiva sul piano politico. La tensione in città resta alta, le proteste non accennano a placarsi. L'emergenza Boccetta e le questioni complessive dell'attraversamento dello Stretto non cadono nel dimenticatoio. Anche ieri sera, all'appello del comitato “La nostra città” e di altri gruppi e associazioni, hanno risposto oltre mille messinesi, che hanno dato vita ad un corteo dalla chiesa dell'Immacolata fino a Palazzo Zanca. In serata era stato convocato il consiglio comunale per discutere un ordine del giorno presentato da Calogero Centofanti. L'ufficio di presidenza ha deciso, però, di sospendere i lavori d'aula e di rinviarli di 24 ore, aspettando di conoscere e di approfondire i contenuti delle proposte annunciate dal comitato. Una decisione, quella di far slittare il dibattito, che ha scatenato l'ira di molti dei manifestanti, che hanno inveito contro i consiglieri comunali. Sono sette i punti elencati nel documento distribuito ieri sera durante la quinta manifestazione contro il passaggio dei tir nel centro abitato: 1) istituzione di un costante presidio di polizia municipale lungo tutto il percorso di viale Boccetta e di viale della Libertà; 2) installazione di tre nuovi impianti semaforici in corrispondenza dei passaggi pedonali; 3) collocazione di telecamere per un continuo monitoraggio; 4) relazione mensile delle infrazioni e delle sanzioni comminate ai tir; 5) installazione di un sistema di rilevamento sull'inquinamento dell'aria e su quello acustico, con comunicazione quotidiana dei dati rilevati; 6) adeguamento della segnaletica e dell'illuminazione stradale; 7) risarcimento immediato dei danni subiti dai cittadini a causa del transito dei mezzi pesanti. Ma gli obiettivi cruciali restano quelli della chiusura del Boccetta, dello spostamento degli approdi dalla rada di San Francesco e della parziale revoca della delibera del consiglio comunale riguardante l'ipotesi dell'Annunziata. Di questo si discuterà stasera e si prevede un nuovo sit-in del “popolo anti-tir” davanti al Comune. Dalla convention dell'Ulivo risuona, intanto, la minaccia del ministro degli Interni. «Se le amministrazioni locali – dichiara Enzo Bianco – non troveranno un accordo in tempi brevi, mi vedrò costretto a intervenire come responsabile della Protezione civile, per garantire sicurezza e vivibilità ai messinesi». Bianco ieri ha avuto un incontro con il prefetto Marino. Era presente anche il candidato premier Francesco Rutelli, il quale ha accennato, nel corso del suo intervento in Fiera (così come aveva fatto in precedenza il sottosegretario Marco Minniti), agli insopportabili disagi che da troppi anni si scaricano sulla pelle dei messinesi hanno ribadito i due. E il candidato del Centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana, Leoluca Orlando, ha espresso la piena solidarietà ai messinesi. «L'attuale governo regionale – afferma Orlando – dovrà subito dare risposta ai fondamentali diritti di cittadinanza. Lo spostamento degli approdi sarà comunque impegno forte del prossimo governo che nascerà dalle elezioni del giugno 2001». Su questi temi la Consulta dei cittadini ha organizzato per domani pomeriggio, con inizio alle 17, nella sala riunioni della parrocchia di San Nicolò, un confronto pubblico alla presenza del sindaco Leonardi.

27/4/2001 ( gazzetta del sud )

Rutelli ha presentato in Fiera il piano strategico delle opere nel “Meridione, ponte dell'Italia”
Indicati risorse tempi e priorità
Sul collegamento stabile il candidato premier dell'Ulivo invita gli ambientalisti a rivedere il no ideologico


«La differenza tra l'Ulivo e il Centrodestra è sostanziale. Qui c'è una classe dirigente di alto livello, seria e preparata, un gioco di squadra che ha già prodotto e che produrrà ancora grandi risultati per il nostro Paese. Dall'altra parte c'è un padrone che non vuole neppure mostrare sui manifesti le facce dei suoi candidati». Comincia con un attacco diretto a Silvio Berlusconi l'intervento del candidato premier del Centrosinistra. Francesco Rutelli torna per la seconda volta a Messina nel giro di un mese e sceglie la città dello Stretto per presentare, con lo slogan “Meridione, ponte dell'Italia”, il programma delle grandi infrastrutture per i prossimi dieci anni. In un affollatissimo padiglione della cittadella fieristica, Rutelli lancia il suo ambizioso piano da 64 mila 700 miliardi di lire: «Quello che abbiamo fatto negli anni scorsi per consentire l'ingresso dell'Italia nell'Euro – dice –, lo faremo adesso per il Meridione». Il suo non è un comizio, ma una relazione tecnica ricca di dati, di cifre e di scadenze. «Noi indichiamo risorse, tempi e priorità – afferma Rutelli –, quelle degli altri sono solo fanfaluche. Ecco il nostro programma: è fatto di traguardi raggiunti, di opere progettate e già avviate. Dov'è il programma di Berlusconi? Dice che lo ha dato alle stampe ma forse le tipografie sono state impegnate con il fotoromanzo della sua vita che sta arrivando nelle case degli italiani. Finora abbiamo visto solo disegnini televisivi e nient'altro». Insiste sul concetto di “gioco di squadra”. Accanto a lui siedono i ministri del Tesoro, Vincenzo Visco, e dell'Interno, Enzo Bianco; il candidato alla presidenza della Regione siciliana ed ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando; il sottosegretario alla Difesa Marco Minniti e la moderatrice della “convention”, una delle donne-sindaco degli anni Novanta, Doris Lo Moro, che ha guidato il Comune di Lamezia Terme. «Nei prossimi dieci anni – insiste Rutelli – il Mediterraneo diventerà un'enorme area di libero scambio e il traffico merci in Europa è destinato ad aumentare del 40 per cento. E allora è qui che si gioca il futuro, non solo del Meridione d'Italia. O la Sicilia e la Calabria saranno al centro di questa regione vitale oppure saranno tagliate fuori. Altri forse se lo augurano. Il nostro programma invece è la più seria e concreta delle garanzie. Cambieremo quello che viene dopo la “P”: il Meridione non sarà più un “problema”, come lo è per Bossi e Berlusconi, ma una “priorità”». Nell'arco di un decennio – assicura il candidato premier del Centrosinistra – il gap infrastrutturale del Sud con il resto dell'Europa sarà interamente colmato. «E le nostre – ribadisce Rutelli – non sono leggende ma atti e impegni concreti». L'offensiva sul fronte delle grandi opere sarà a 360 gradi: si interverrà su strade, autostrade, linee ferrate, porti, collegamenti aeroportuali, autostrade del mare. In tale scenario il Ponte sullo Stretto sarà la “ciliegina sulla torta”. Rutelli decide di esagerare, indicando perfino la data in cui potrebbe essere inaugurata l'opera più grandiosa mai realizzata in Italia: «Il 2 giugno 2012, festa della Repubblica». Sembra una “boutade” ma il sindaco di Roma parla di un “azzardo calcolato” ed elenca una serie di date: entro il 2001 il reperimento dei fondi investiti dai privati; dal 2002 al 2005 la fase della progettazione esecutiva e dell'impatto ambientale; dal 2005 i lavori di costruzione e nell'estate del 2012 l'inaugurazione. A confortare le ottimistiche previsioni di Rutelli interviene anche il ministro del Tesoro: «Entro due mesi – dice Visco – sarà pronto il bando per la partecipazione dei capitali privati. Questo è un atto concreto, che verrà portato avanti qualunque sarà il Governo che s'insedierà dopo il 13 maggio». Rutelli si è caricato sulle spalle un compito difficile: convincere una parte rilevante della sua stessa coalizione (quella che si è sempre ritrovata sul fronte del “no ideologico” al Ponte) a digerire l'inequivocabile scelta compiuta il 18 aprile dal governo Amato. Anzi, di più: convincere verdi e organizzazioni ambientaliste a scrollarsi di dosso i pregiudizi e valutare obiettivamente gli aspetti positivi di un'opera del genere. «Rispettiamo le diverse opinioni ma il Ponte che intendiamo costruire – afferma – non è e non sarà una cattedrale nel deserto. Vogliamo che sia un simbolo positivo, il segno dell'Italia che si allunga, la dimostrazione che si può realizzare una grande opera pubblica nel pieno rispetto dell'ambiente, all'interno di un progetto organico di infrastrutture e di un piano di sviluppo sostenibile». Rutelli dedica almeno dieci minuti del suo intervento agli effetti benefici della costruzione del Ponte anche in termini di tutela dell'ambiente. «Si ridurrà l'inquinamento marittimo locale – ricorda –, si limiteranno i processi di erosione delle coste, il rilancio del traffico ferroviario, destinato ad aumentare del 65 per cento, diminuirà l'impatto del gommato. Inoltre, ingenti risorse saranno destinate alla creazione di un centro di analisi, controllo e tutela ambientale dell'intera area dello Stretto». Tra gli altri dati evidenziati, i 15 mila posti di lavoro all'anno, il rilancio del turismo e della stessa immagine delle regioni interessate, lo sviluppo di nuove attività economiche, la riqualificazione urbanistica di Messina, Reggio, Villa San Giovanni. E poi – lo ripete anche Visco – occorre sfatare la “favola” secondo la quale il Ponte è l'opera più inutile, costosa e faraonica. «Tra le soluzioni possibili – dichiara il ministro – è la più conveniente per i costi, per l'impatto ambientale e per la sicurezza. Non si tratta di una spesa rilevantissima nella misura in cui il mercato finanzierà la parte residua, cosa che avverrà facilmente viste le convenienze economiche per chi deciderà di investire su quest'opera. Il costo, quindi, è molto contenuto». Allo Stato – fa eco Rutelli – il Ponte costerà meno della metà di un altro importante intervento infrastrutturale, quale la ristrutturazione e l'ampliamento della strada statale 106 Ionica, tra Calabria, Basilicata e Puglia, per cui si prevede uno stanziamento di ben 16 mila 540 miliardi. Secondo il candidato premier dell'Ulivo, la cosa più importante sarà l'istituzione di una “cabina di regia”, sul modello di quanto avvenuto per il Giubileo. Ma questo centro di coordinamento, stavolta, dovrà insediarsi nel Meridione e non a Roma, lavorando in stretta intesa con gli enti locali, guidata da validi commissari, senza far caso al loro colore politico. «Di fronte allo sviluppo del Sud – afferma – noi non guarderemo alle casacche e vi posso assicurare che il nostro Governo lavorerà in accordo anche con le amministrazioni guidate da altri schieramenti». Rutelli non si sente il leader di una coalizione perdente. «Il 13 maggio vinceremo noi», è la sua “sfida” ai sondaggi e alla scaramanzia. Infine lancia un appello agli “scontenti” della sinistra: «In America – dice –, molti hanno deciso di votare quello che si presentava come il candidato più “di sinistra” rispetto al democratico Gore. Il risultato che hanno ottenuto è aver fatto insediare alla Casa Bianca il conservatore Bush, che tra i suoi primi atti di governo ha ridotto le prestazioni sociali e sanitarie, ha mandato in frantumi gli accordi di Kyoto, ha deciso di violare il santuario ambientale dell'Alaska con nuove trivellazioni petrolifere. Noi intendiamo coniugare tutela dell'ambiente e innovazione. Accettiamo il dialogo serrato e le obiezioni più critiche, ma lo si faccia all'interno della coalizione. Chi sta fuori, farà il gioco di Bossi e Berlusconi».

28 Aprile 2001  ( gazzetta del sud )

emergenza tir / Non discusse le richieste del comitato “La nostra città” e degli abitanti del Boccetta
Occupata stanotte l'aula del Consiglio
Da una cinquantina di manifestanti. La seduta rinviata al 3 maggio


I rappresentanti del comitato «La nostra città» e una quarantina di cittadini hanno occupato questa notte l'aula del consiglio comunale dopo che i consiglieri hanno deciso di rinviare alla seduta del 3 maggio prossimo la discussione sui sette punti dell'ordine del giorno sull'emergenza-Tir che il comitato di Saro Visicaro aveva presentato per l'approvazione. I manifestanti sono intenzionati a mantenere l'occupazione fino a quando il Consiglio non discuterà il problema. La situazione è precipitata verso la mezzanotte. In precedenza il consiglio comunale aveva avviato il dibattito sull'ordine del giorno presentato da Calogero Centofanti in merito all'emergenza Boccetta. Come era stato annunciato dal comitato “La nostra città”, l'aula consiliare era stata “presidiata” da una folta delegazione dei cittadini che avevano partecipato alle iniziative di mobilitazione delle ultime due settimane. Non sono mancati momenti di tensione e per qualche minuto i lavori sono stati interrotti a causa di un violento battibecco tra alcuni manifestanti e il consigliere di An Antonio Crupi. In apertura di seduta il presidente del consiglio Filippo Livio aveva dato lettura del testo dell'accordo di programma sottoscritto dai rappresentanti del Governo regionale, delle istituzioni e degli enti locali messinesi. L'amministrazione (presenti ieri il vicesindaco Barbera e gli assessori Scoglio, Rizzo e Cardile) ritiene che con il passo avanti compiuto a Palermo siano state avviate a concreta soluzione le problematiche relative al trasferimento degli approdi in un'ottica sia di breve sia di medio periodo. I consiglieri delle opposizioni non hanno rinunciato, invece, a criticare l'operato della giunta e dello stesso governo regionale. Agli atti del consiglio è stato quindi presentato il pacchetto di proposte elaborato dal comitato “La nostra città”, che ha sollecitato una serie di provvedimenti immediati per alleviare i disagi del Boccetta, in attesa che diventi realtà la prospettiva dello spostamento degli approdi dalla rada di San Francesco. È stata chiesta l'istituzione di un pattugliamento costante, 24 ore su 24, da parte della polizia stradale e dei vigili urbani, lungo tutto il percorso che dallo svincolo va agli imbarcaderi. Inoltre, è stata sottolineata la necessità di collocare telecamere nei punti strategici del Boccetta e di installare un sistema di rilevamento sull'inquinamento atmosferico e acustico. Tra gli altri punti, l'adeguamento della segnaletica, dell'illuminazione stradale e degli impianti semaforici ed il risarcimento dei danni subiti dai cittadini a causa del passaggio dei tir

28/4/2001 ( gazzetta del sud )

Il testo dell'accordo firmato ieri a Palermo

Pubblichiamo il testo del documento sottoscritto ieri a Palermo dal presidente della Regione Vincenzo Leanza, dall'assessore al Territorio e Ambiente Carmelo Lo Monte, dal prefetto Giosuè Marino, dal sindaco Salvatore Leonardi, dal presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca, dal comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e dall'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore. «Tutti gli interventi hanno confermato la necessità di conseguire l'obiettivo prioritario di liberare la città di Messina dal passaggio di milioni di veicoli amplificando i margini di sostenibilità dell'ecosistema rispetto al peso inquinante di flussi eccezionalmente consistenti di traffico gommato. Per conseguire tali obiettivi, comprensivi anche delle esigenze primarie di tutela delle incolumità delle persone e di salvaguardia dei beni, il sistema di approdo deve rispettare i vincoli già individuati dal consiglio comunale, fra i quali assolutamente prioritaria è la realizzazione degli approdi in area che consenta l'accesso autonomo all'asse autostradale. La realizzazione degli obiettivi obbliga alla ricerca di nuove soluzioni tecniche, finanziarie, sociali e giuridiche, a breve e a medio termine. Gli studi, i dibattiti ed ogni altro intervento hanno confermato che sia la soluzione a breve sia quella a medio termine in questa prima fase possono essere perseguite attraverso la costruzione di nuovi approdi in idonee aree del demanio marittimo nella zona sud della città. Mentre la soluzione a medio termine può essere conseguita attraverso l'impiego del capitale privato, quella a breve termine e di emergenza sembra poter essere perseguita attraverso l'intervento diretto dei competenti organi regionali con capitale pubblico. In questa direzione appare necessario dare formale incarico agli uffici tecnici del Genio civile opere marittime e del Genio civile di Messina per la predisposizione di un progetto preliminare dei due punti di approdo e dei collegamenti viari da realizzare in prossimità dello svincolo di Tremestieri nell'ambito delle aree già individuate dal consiglio comunale con la specificazione della spesa necessaria. Il perseguimento di tale soluzione per il suo carattere di emergenza e necessaria tempestività potrebbe avvalersi anche degli strumenti straordinari della Protezione civile a disposizione dell'autorità statale. Una delle soluzioni definitive a medio termine consiste nella realizzazione dells struttura portuale, sempre in questa prima fase nella zona sud, mediante la collaborazione del capitale privato attraverso lo strumento del “progetto finanza”. A tal fine va enunciata tempestivamente l'esigenza di avvalersi dello strumento confermando il termine di legge del 30 giugno 2001 per la presentazione di idonei progetti. Appare necessario entro il termine del 18 maggio 2001 procedere all'individuazione dell'organismo competente allo svolgimento delle procedure in forma rapida efficiente e trasparente, attraverso le sottoscrizioni di uno specifico accordo di programmma»

28/4/2001 ( gazzetta del sud )

La progettazione affidata ai tecnici del Genio civile

Sarà la Regione ad assumersi l'onere finanziario per la realizzazione delle prime due invasature dell'approdo a sud. È questa la decisione scaturita dal vertice svoltosi ieri mattina a Palermo, al quale hanno preso parte il presidente Vincenzo Leanza, l'assessore regionale Carmelo Lo Monte, il prefetto Marino, il sindaco Leonardi, il presidente della Provincia Buzzanca, il comandante Carmelo Maccarone e l'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore. I circa 20 miliardi occorrenti saranno, dunque, ricavati dalle pieghe del bilancio regionale. I tecnici del Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio civile di Messina dovranno consegnare entro 15 giorni il progetto preliminare per quelli che sono stati definiti gli “attracchi di emergenza”. La localizzazione del sito resta quella della foce del torrente Larderia, nel territorio di Tremestieri. Per le ore 10 del 16 maggio è stato convocato un nuovo vertice durante il quale saranno esaminate le proposte progettuali fornite dagli uffici tecnici. In quell'occasione sarà anche approvato l'accordo di programma riguardante la realizzazione del sistema complessivo di approdi e collegamenti viari con lo svincolo di Tremestieri. La soluzione definitiva a medio termine, infatti, rimane quella del “project financing” da realizzarsi con il contributo dei privati che dovranno presentare entro il 30 giugno i progetti così come previsto dalla legge regionale 32 del 2000. Nella prima fase, dunque, il Governo siciliano assumerà il ruolo di protagonista in questa vicenda. Non tutti (a partire dal sindaco Leonardi) erano d'accordo sulla proposta di utilizzare per gli approdi di emergenza il capitale pubblico e di far ricorso successivamente agli investimenti dei privati. C'è stato chi ha espresso dubbi sulla rapidità dell'intervento pubblico e sulla convenienza per i privati di impiegare ingenti risorse per la realizzazione di una struttura portuale già parzialmente costruita. È prevalsa, però, la tesi dell'assessore Lo Monte, il quale ritiene sia possibile ricorrere agli strumenti straordinari della Protezione civile, visto il carattere di emergenza assunto dalla complessiva questione del traffico di attraversamento dello Stretto. Le procedure, quindi, sarebbero notevolmente accelerate ed entro un anno potrebbero essere completate le prime due invasature a Tremestieri. Se tale ottimistica previsione dovesse trovare riscontro nella realtà, nel 2002 il traffico gommato pesante potrebbe essere dirottato a sud, mentre la rada di San Francesco resterebbe temporaneamente in funzione per il traghettamento dei mezzi leggeri, in attesa che si chiarisca una volta per tutte se sarà realizzato o meno l'approdo all'Annunziata (decisamente mal visto dalla stragrande maggioranza dei messinesi). Le notizie provenienti da Palermo potrebbero, dunque, costituire una svolta storica per la nostra città. Ma è ovvio che l'iter individuato ieri è ancora solo sulla carta. Occorrerà verificare se davvero le fasi della progettazione esecutiva potranno essere velocizzate al massimo e, soprattutto, in quali tempi saranno espletate le complesse procedure di valutazione d'impatto ambientale, indispensabili per qualunque opera portuale. Va ricordato che per il pontile di Giammoro la “Via” ha richiesto un iter lungo circa nove mesi. Nè si può trascurare il fatto che si è in piena campagna elettorale e che fra due mesi i siciliani saranno chiamati a votare per il nuovo Governo regionale. Sarà compito della deputazione messinese, così come dei responsabili delle istituzioni e degli enti locali, vigilare sul rispetto dell'accordo stipulato ieri e di quello che verrà sottoscritto il 16 maggio, cioè tre giorni dopo le elezioni politiche. L'aspetto più importante è quello connesso alla volontà di avvalersi degli strumenti straordinari della Protezione civile a disposizione dell'autorità statale. Si tratta di un indubbio successo per tutti quei messinesi che hanno sempre sottolineato come l'emergenza del passaggio dei tir nel centro abitato debba essere considerata una questione di rilevanza regionale e nazionale. Per decenni non è stato così. Quando finalmente si è capita la portata del problema, si è dato vita (1989-90) ad un accordo di programma tra lo Stato e le amministrazioni locali di Messina, Reggio e Villa che, però, è rimasto in gran parte inattuato e che oggi va, comunque, rivisto alla luce dei nuovi scenari (compresa la prospettiva non più utopistica di veder realizzato il Ponte sullo Stretto). Adesso, dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno Enzo Bianco il quale ha detto di essere pronto a intervenire come massima autorità di Protezione civile, gli impegni assunti a Palermo sembrano tracciare un percorso dal quale non è più possibile tornare indietro.

28/4/2001 ( gazzetta del sud )

Dal 2 maggio transito consentito per rifornire ospedali e distributori
Merci pericolose solo da Tremestieri

Dal 2 maggio, gli automezzi che trasportano merci pericolose non potranno attraversare il centro urbano in entrata o in uscita dagli svincoli di Boccetta, Centro e Gazzi e, nelle ore diurne, neanche da Tremestieri che sarà invece l'unica via percorribile dalla mezzanotte alle 6 del mattino dei giorni consentiti. Faranno eccezione esclusivamente i Tir con un carico destinato all'approvvigionamento di presidi ospedalieri e distributori di carburante ricadenti nel centro abitato di Messina, che comunque dovranno utilizzare lo svincolo di Tremestieri. «Non è escluso, tuttavia – ha spiegato il vicesindaco Salvatore Barbera al termine dell'incontro di ieri mattina per informare le categorie interessate – che per le forniture agli ospedali della provincia l'ordinanza sia rivista». A discutere l'applicazione del provvedimento adottato dall'amministrazione con Barbera, l'assessore alla Mobilità urbana Turi Rizzo e il dirigente della Viabilità, Mario Pizzino, hanno partecipato i rappresentanti della Polizia municipale, della Polizia stradale, dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Capitaneria di porto, dell'Autorità portuale, della direzione di esercizio del Consorzio autostrade siciliane, dell'Ufficio navigazione delle Fs e delle società di traghettamento Tourist, Caronte, Ngi e Meridiano. Le novità salienti della riunione, oltre alla percorribilità di Tremestieri, riguardano i controlli che saranno disposti proprio agli imbarcaderi per regolamentare l'attraversamento. In precedenza, Barbera aveva contattato telefonicamente il sindaco di Villa S. Giovanni e il viceprefetto di Reggio Calabria per la conferma del provvedimento che entrerà in vigore dal 2 maggio: «In particolare – ha proseguito il vicesindaco – dal momento che le merci pericolose non possono essere trasportate per tutta la notte e che a Messina non ci sono aree di stoccaggio, occorrerà bloccare i mezzi sulla sponda calabra, nelle zone già attrezzate». L'amministrazione ha quindi chiesto ai rappresentanti delle società di traghettamento di verificare le bolle d'accompagnamento dei carichi per stabilire quali Tir (vale a dire quelli diretti nel centro abitato) possano attraversare lo Stretto. Il transito, peraltro, dovrà essere comunicato con almeno 24 ore di anticipo al comando della Polizia municipale e della Polizia stradale, che informeranno i vettori interessati per l'approntamento di corsie speciali. Quando verrà attivato lo svincolo di San Filippo, infine, sarà possibile utilizzarlo in alternativa a quello di Tremestieri per il passaggio delle merci pericolose in città.

28/4/2001 ( gazzetta del sud )

Ricognizione dei beni dell'Autorità portuale

Il Comitato portuale per i porti di Messina e Milazzo ha approvato l'impinguamento, per 500 milioni, del capitolo di finanziamento previsto nel bilancio dell'Autorità portuale per gli incarichi a professionisti esterni. L'obiettivo, illustrato nella seduta di ieri, è quello di una ricognizione completa dei beni mobili e immobili sul demanio portuale di Messina-Milazzo, in adesione alle sollecitazioni dal Collegio dei revisori dei conti e dal ministero dei Trasporti, e di redigere uno studio analitico sull'area portuale ricompresa tra Milazzo e Giammoro (incarico al prof. Mallandrino). Per il porto di Messina si punterà invece su progetti-obiettivo che verranno affidati, con termini brevi e spesa contenuta, ad équipe di giovani professionisti. Nella seduta di ieri, inoltre, il Comitato portuale ha approvato il conto consuntivo e la manovra di assestamento per l'anno 2000 presentati dall'Authority. Il bilancio fa registrare un attivo di svariati miliardi che è dipendente in gran parte dalle cautele finanziarie adottate dai vertici dell'ente durante il contenzioso (poi vinto) per la titolarità della giurisdizione sul porto di Milazzo. I risultati raggiunti e programmati, con riferimento alle linee operative di inizio d'anno ed ai lavori di ristrutturazione in corso sulle banchine messinesi, sono stati illustrati dal presidente dell'Authority prof. Giuseppe Vermiglio e dal segretario generale Franco Barresi. All'incontro – al quale erano assenti i rappresentanti delle Ferrovie – si è registrata ancora una volta una certa contestazione da parte dei sindacati, in particolare la Fit Cisl, nei confronti del «ruolo» assolto dalle Ferrovie nella complessiva programmazione delle attività portuali. Si è discusso anche, in un'ottica generale, delle procedure avviate da Comune e Regione di concerto con la Prefettura per arrivare a una soluzione del problema dell'ubicazione dei nuovi approdi per il traghettamento nello Stretto. Cresce, infine, l'attenzione per il futuro nebuloso della Cittadella fieristica in relazione, anzitutto, ai progetti per il pontile da riservare alle navi da crociera. È stata avanzata ed accolta la proposta di una seduta dedicata all'importante obiettivo, che si terrà ai primi di maggio

29 Aprile 2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir / Sono ancora molti i nodi da sciogliere e gli interrogativi ai quali dare risposta
Approdi, è presto per cantar vittoria
Leonardi: abbiamo fatto ciò che non è stato fatto in 30 anni. Silvestro: è una burla


A ridosso delle elezioni diventa sempre difficile districarsi nei meandri della vita amministrativa. Non si riesce a capire se dietro un atto, un provvedimento, un accordo raggiunto, ci siano solo manovre di facciata e nasce il sospetto che ogni intervento o dichiarazione politica siano soltanto strumentali. La vicenda degli approdi è ancora una volta emblematica. Venerdì mattina a Palermo è stato sottoscritto un protocollo d'intesa che potrebbe rappresentare una svolta storica per la nostra città. La Regione e il Comune (con l'importante garanzia della firma del prefetto Marino) hanno concordato una linea di azione sinergica – è stato detto – che nel giro di 12 mesi dovrebbe portare alla realizzazione delle prime due invasature dell'approdo a sud. Secondo le previsioni più ottimistiche, entro l'estate del prossimo anno i tir non passerebbero più dal Boccetta ma uscirebbero allo svincolo di Tremestieri e si dirigerebbero verso gli imbarchi di emergenza ubicati alla foce del torrente Larderia. La velocità dei tempi di attuazione – assicura l'assessore regionale al Territorio Carmelo Lo Monte, tra i candidati alle prossime elezioni politiche nelle file di Democrazia europea – sarebbe resa possibile dall'attivazione delle procedure e degli strumenti straordinari previsti nei casi di Protezione civile. Se sono rose, fioriranno. C'è un interrogativo, però, al quale chi ha partecipato al vertice di Palermo dovrebbe dare risposta per non ingenerare dubbi e perplessità tra i messinesi. Nella prima fase, si conta di realizzare con capitale interamente pubblico solo due attracchi per consentire di liberare la rada di San Francesco. Mancando l'interfaccia con Reggio Calabria, la rotta inevitabilmente sarebbe quella Tremestieri-Villa San Giovanni. E allora ci si chiede: come si pensa di convincere gli autotrasportatori a indirizzarsi verso gli approdi di emergenza di Tremestieri, nel momento in cui gli altri punti di imbarco (Fs e società private che operano nel porto) resteranno al loro posto, offrendo un percorso molto più breve tra Messina e Reggio Calabria? Non si correrà il rischio di mantenere i flussi di traffico lungo il Boccetta, stavolta diretti tutti verso il porto e il molo Norimberga? Oppure sarà obbligatoria l'uscita di Tremestieri e verrà chiuso definitivamente lo svincolo Boccetta? Ma in quest'ultimo caso, non sarebbero danneggiate le attività delle Fs e delle altre compagnie di navigazione visto che s'imporrebbe ai mezzi pesanti di incanalarsi verso gli approdi di emergenza della Tourist-Caronte (se saranno queste due società a trasferirsi a Tremestieri)? Sono nodi che ci auguriamo vengano sciolti al più presto.
I PRO – Sul piano politico c'è da registrare la soddisfazione dell'amministrazione comunale e dei rappresentanti dei gruppi del Centrodestra. Durante la seduta consiliare di venerdì sono stati il vicesindaco Salvatore Barbera e l'assessore Gianfranco Scoglio ad elencare i meriti “storici” che, a loro avviso, devono essere attribuiti alla Giunta Leonardi, la prima che «è riuscita ad avviare a soluzione concreta un problema che si va trascinando da oltre 30 anni». È stata questa amministrazione – hanno detto Barbera e Scoglio – ad arrivare, tramite un atto deliberativo approvato dal consiglio comunale, alla scelta della localizzazione dei nuovi approdi. Ed è stata sempre la Giunta Leonardi a trovare l'accordo con la Regione, stabilendo un percorso preciso per interventi nel breve e nel medio periodo. Inoltre, è sempre l'Amministrazione Leonardi la prima ad aver deciso di sperimentare il sistema delle fasce orarie (che partirà dal 7 maggio) e di non far più transitare sul Boccetta i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose.
... E I CONTRO – A non credere assolutamente all'efficacia dell'accordo di programma definito a Palermo è, invece, il deputato regionale dei Democratici di sinistra Gioacchino Silvestro, il quale anzi parla di «nuove intese, vecchia burla». Secondo il parlamentare diessino, si tratta di una pura manovra preelettorale e ciò sarebbe dimostrato dal fatto che tra i firmatari dell'accordo non figura proprio colui che, a livello regionale, ha le competenze in materia, cioè l'assessore ai Lavori pubblici. «Per la programmazione e per la gestione delle opere pubbliche, comprese quelle marittime regionali – spiega Silvestro –, l'assessore al Territorio e ambiente non ha alcuna voce in capitolo». Il deputato della Quercia non si ferma qui: «È tutta un'invenzione – dice –, un procedimento tortuoso, dai tempi incerti e dall'improbabile conclusione. Sarà difficile far rientrare l'opera pubblica in questione tra quelle realizzabili con i fondi e gli strumenti della Protezione civile. E perchè, anzichè velocizzare i tempi e procedere subito con i finanziamenti privati (in presenza di progetti già presentati alla Regione), si è scelto di affidare il progetto preliminare al Genio civile opere marittime, con una mossa che sembra voler solo far ripartire le cose da zero? Sono alchimie giuridiche che hanno il sapore democristiano di altri tempi, così come democristiani (e messinesi) sono il presidente della Regione, l'assessore al Territorio e il sindaco di Messina».

29/4/2001 ( gazzetta del sud )

Il prefetto convoca i manifestanti, liberata l'aula consiliare

È durata fino al pomeriggio inoltrato l'occupazione dell'aula consiliare messa in atto ieri, dopo la mezzanotte, dai rappresentanti del comitato “La nostra città”, in segno di protesta contro il consiglio comunale. La convocazione di un incontro, previsto per domani a Palazzo del Governo, da parte del prefetto Marino, ha indotto i manifestanti a sospendere l'iniziativa di lotta. «Sottoporremo al prefetto – afferma Saro Visicaro – le stesse richieste che il consiglio comunale non ha voluto prendere in considerazione». Tra i consiglieri, c'è chi parla di «chiare azioni di strumentalizzazione elettorale». A dichiararlo è il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Capurro: «Non ho visto abitanti del Boccetta – dice – nel momento dell'occupazione dell'aula ma solo rappresentanti di gruppi e movimenti di sinistra e giovani dei centri sociali. Credo che le giuste rivendicazioni dei messinesi stiano finendo in secondo piano e che stia prevalendo solo il desiderio di protagonismo di qualche ex amministratore o candidato alle prossime elezioni».