3
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Altro
che revoca!
Per
il ministro dei Trasporti tedesco Kurt Bodewig (Spd),
l'eventuale revoca del divieto di transito per i camion
sulle autostrade europee la domenica e i giorni festivi
sarebbe una autentica ''catastrofe'' per la Germania.
Riferendosi a un articolo in questo senso apparso ieri sul
domenicale Bild am Sonntag, Bodewig si e' mostrato molto
allarmato. Parlando al secondo canale Zdf ha detto di non
capire la posizione della Ue e di ritenere che l'abolizione
del divieto causerebbe il caos sulle strade della Germania
con ingorghi e file chilometriche. Bodewig ha detto di
contare sull'appoggio contro tale progetto di Francia e
Austria. Poiche' - ha aggiunto - l'Italia ha finora sempre
appoggiato i paesi tradizionalmente di transito, egli spera
che cio' avverra' anche in questa occasione. Germania,
Francia, Italia e Austria, insieme, potrebbero raccogliere
infatti i voti sufficienti a formare una minoranza di blocco
nel consiglio dei ministri dei Trasporti. Di tale problema,
secondo la Bild am Sonntag, si occuperanno i ministri dei
Trasporti comunitari in una riunione giovedi' a Lussemburgo.
E' totalmente falso'' che la Commissione europea sia
orientata ad abolire il divieto di circolazione in
autostrada per camion e altri mezzi pesanti in vigore la
domenica e i giorni festivi, cosi' come pubblicato ieri
dalla 'Bild am Sonntag'. Ad affermarlo e' Gilles Gantelet,
il portavoce della vicepresidente e commissaria europea ai
trasporti Loyola De Palacio. ''Non c'e' assolutamente nulla
di vero in quanto pubblicato ieri'', ha detto Gantelet. ''Cio'
che la Commissione propone e' di congelare la situazione
esistente per fare in modo che ogni nuova iniziativa
nazionale in questo campo sia discussa prima a livello
comunitario''. Della questione si iniziera' ad occupare
giovedi' il consiglio dei ministri dei Trasporti Ue in
programma in Lussemburgo.
3
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Le
aree dalla rada San Francesco al Baby Park
Passeranno al Comune
Ma l'Authority chiede contropartite
È stato un
comitato portuale in tono minore ma solo a prima vista. In
realtà ieri nella sala riunioni di via Vittorio Emanuele il
sindaco di Messina Salvatore Leonardi, il primo cittadino di
Milazzo Nino Nastasi, il presidente dell'Autorità portuale
Giuseppe Vermiglio, il segretario generale dell'Authority
Franco Barresi hanno discusso di rilevantissime prospettive
di sviluppo legate alla programmazione e alla gestione dei
porti di Messina e Milazzo. Dopo aver approvato alcune
autorizzazioni (le più rilevanti quelle all'uso a
parcheggio temporaneo dell'ex Gazometro e alla realizzazione
del Terminal del Tram) si è affrontato, in generale,
l'argomento dell'iter avviato dal Comune d'intesa con la
Regione e la Capitaneria per la progettazione dei nuovi
approdi destinati al traghettamento e al cabotaggio. Il
consiglio comunale, com'è noto, ha indicato due siti:
quello di Tremestieri-Larderia per un approdo commerciale
del traffico gommato pesante e collegato
all'"A18"; e quello alla foce del torrente
Annunziata per un approdo specializzato nel traffico
automobilistico in raccordo con il costruendo svincolo. Il
dibattito è scaturito da una riflessione del sindaco di
Milazzo Nastasi che, in qualità di componente del Comitato
portuale, ha posto il problema delle difficoltà che l'Autorithy
di Messina-Milazzo è destinata ad incontrare nel percorso
volto a far decollare il Piano regolatore portuale (già
rallentato dal «caso Norimberga») tenuto conto che i
procedimenti dei due nuovi approdi per traghettamento e
cabotaggio vengono oggi portati avanti dal Comune di Messina
in riferiomento ad aree su cui l'Autorità portuale non è
competente. Entrambi i siti individuati dal consiglio
comunale ricadono fuori ben al di fuori dalla giurisdizione
di quell'Autorithy che la legge del 1994 ha istituito per
assicurare l'ottimale gestione manageriale alle attività
portuali primarie, quali per eccellenza sono il trasporto
dei passeggeri e delle merci. Il presidente dell'Authority
Vermiglio e il segretario Barresi hanno ricordato dal canto
loro come tanto le dichiarazioni programmatiche del Comitato
portuale (sottoscritte, a suo tempo, da Comune e Provincia)
quanto lo studio preliminare al Prg portuale, abbiano
previsto l'estensione dell'ambito territoriale dell'Autorità
Messina-Milazzo in previsione della realizzazione di nuovi
approdi per il traghettamento nello Stretto. Il sindaco
Leonardi ha confermato l'impegno originario. Il Comune, del
resto, ha deliberato sugli approdi "pensandoli"
quali fattori di sviluppo economico e commerciale: «Si
incrementeranno gli attracchi, i passeggeri, la circolazione
delle merci – ha riflettuto ieri Leonardi – ed è quindi
logico che entreranno in gioco i fini istituzionali e una
nuova giurisdizione dell'Authority». Ma il Comune, da
questa sorta di "staffetta istituzionale", punta a
trarre grandi opportunità per i propri programmi di
sviluppo urbanistico: «Ho ricordato in Comitato – spiega
Leonardi – quanto andiamo ripetendo da tempo: cioé che la
sdemanializzazione e la cessione al Comune delle aree
pregiate che si estendono dalla Rada San Francesco al Baby
Park, non appena perderanno – coi nuovi approdi –
caratteristiche portuali, potrebbe essere un'idonea
compensazione, in coerenza con il progetto di Water Front,
delle aree che saranno acquisite dall'Authority».
4
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Referendum
sugli approdi “Offensiva” dei quartieri
Due presidenti di Quartiere, Luigi Impiduglia (Nono) e
Domenico Piccione (Undicesimo), assistiti dall'avvocato
Roberto Strani, hanno presentato ricorso al Tribunale
amministrativo contro la nota indirizzata loro dal sindaco
Salvatore Leonardi con la quale era stata comunicata la
decadenza della procedura referendaria sugli approdi
attivata nel 1997 in quanto non esaminata entro i 6 mesi di
legge dal consiglio comunale e successivamente non
riproposta. Il ricorso dei due presidenti di circoscrizione
è basato anzitutto sulla mancanza, a suo tempo, di una nota
formale da parte del consiglio comunale con cui la decadenza
della procedura avrebbe dovuto essere resa nota ai due
Quartieri. In secondo luogo Impiduglia e Piccione richiamano
la persistente mancanza di attuazione delle norme relative
all'insediamento del Comitato dei garanti e alla nomina del
difensore civico, che rappresentano la via obbligata per
indire la consultazione referendaria. Per questi adempimenti
la Regione due mesi fa mandò un commissario.
4
Aprile 2001 ( castigamatti )
Misterioso
incidente sul Boccetta
Ieri
notte verso le 23,40 all'incrocio tra il Viale Boccetta e il
Corso Cavour si sono scontrati un TIR e un'auto. I
passeggeri sono stati trasportati all'ospedale per ferite e
contusioni varie ed un comprensibile stato di chock. Oggi
nessun quotidiano e nessuna Tv hanno riportato notizie
in merito. La stessa Polizia Stradale, contattata al
telefono, ci ha dichiarato che ieri notte non c'è stato
nessun incidente sul Boccetta.
4
Aprile 2001 ( castigamatti dal TG5 )
Vettura
a gas diventa un'autobomba
4 carbonizzati in uno scontro a Roma
Uno
spaventoso incidente si è verificato alle porte di Roma
sulla via
del Mare all’altezza di Acilia. Quattro persone sono
morte carbonizzate nello scontro che ha coinvolto tre auto e
un motorino. Le vittime sono il conducente della moto, Vito
Cascioni, di 38 anni, di Fiumicino, Anna Loredana Veniamin,
di 45 anni, e i suoi figli Thomas Carmelino, di 11 e
Giorgio, di 19 anni, che erano a bordo della Lancia. Le
persone ricoverate all' ospedale Grassi sono Sonia Tomasini,
di 49 anni, il marito Ernesto Cerasaro, di 44, e Deborah
Sesta, di 44. Dalle prime ricostruzioni sembra che
un'autovettura, che dopo l' incidente non si è fermata,
abbia disturbato una delle auto non facendola rientrare in
carreggiata dopo un sorpasso: l'auto si sarebbe, quindi,
scontrata frontalmente con la vettura sull' altra corsia. Il
serbatoio a gas della Lancia Delta nell'urto è esploso:
l'effetto è stato quello di una bomba.
6
Aprile 2001 ( TG5 )
Strage
in autostrada: protagonista, come sempre, un TIR
Strage
di famiglia sull'autostrada. Vittime i componenti un nucleo
familiare di emigrati che tornava al paese per le vacanze
pasquali. E' successo sull'autostrada adriatica, lungo il
tratto che attraversa Ancona. Quattro persone, padre 41
enne, madre originaria di Brindisi, un figlio maggiorenne e,
forse la madre della donna, sono morte prima dell'alba,
lungo la corsia sud dell' A/14, tra Ancona nord e Ancona
sud. I quattro viaggiavano a bordo di una monovolume che ha
tamponato un semirimorchio.
Nell'automezzo, con targa straniera, si trovavano altre tre
persone, di età compresa fra i tre e i 15 anni, rimaste
gravemente ferite nell'incidente. I ragazzi sono ricoverati
in vari ospedali di Ancona: la bambina di tre anni si trova
in rianimazione al Salesi, ma non è ritenuta in pericolo di
vita. I quattro deceduti e i tre feriti farebbero parte
della stessa famiglia, di origini pugliesi, ma residente in
Germania. Secondo una prima ricostruzione, l'autoarticolato
si sarebbe immesso sulla corsia da una piazzola di sosta,
senza accorgersi che stava sopraggiungendo l'Ulisse, che è
andato a schiantarsi contro la parte posteriore del
semirimorchio. Illeso, ma in stato di choc, l'autista del camion.
8
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
L'Authority
chiede alla Soprintendenza tempi rapidi
Progetto Norimberga un appello al prefetto
La
Soprintendenza ai beni culturali sta esaminando da una
decina di giorni il progetto delle Ferrovie spa sul nuovo
tracciato dei binari che collegheranno il piazzale San
Raineri al molo Norimberga: la variante è stata redatta
dalla Divisione Infrastrutture Fs in ottemperanza ad alcune
prescrizioni date dalla stessa Soprintendenza. Si attende
adesso il suo pronunciamento. Nei giorni scorsi il
presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio e il segretario
generale Franco Barresi hanno chiesto al prefetto Marino una
nuova mediazione istituzionale in considerazione dei disagi
che all'economia del porto derivano dal ritardo di 4 mesi già
accumulato dalla scaletta dei lavori finanziati per il
consolidamento del più grande molo del porto. Resta fermo
infatti il percorso che dovrebbe portare alla
ristrutturazione delle banchine (28 miliardi). I lavori,
come si ricorderà, furono bloccati dopo il rinvenimento di
rilevanti resti strutturali della Cittadella spagnola. Il 12
aprile dovrebbe tenersi la conferenza Stato-Regione per
dirimere i dubbi sulla titolarità delle aree. La
Soprintendenza prende le mosse anche da un progetto di Parco
museale della Cittadella che punta a un finanziamento
comunitario di 25 miliardi e che fa riferimento, anzitutto,
alle aree della Zona falcata già vincolate. L'ente
regionale, dopo i ritrovamenti, ha richiesto un
approfondimento degli scavi e l'estensione del vincolo. Ma
l'Authority oppone l'appartenenza delle banchine al Demanio
dello Stato.
8 Aprile
2001 ( gazzetta del sud )
Attenti
all'inquinamento
Rosario
Urzì «L'asma è una malattia sociale in continua
evoluzione». Su questo tema si è ampiamente discusso al
Royal hotel palace nel corso di un incontro-dibattito
moderato dal prof. Giuseppe Girbino, direttore dell'Istituto
di malattie respiratorie del Policlinico universitario. Al
meeting hanno partecipato il presidente dell'Ordine dei
medici dott. Nunzio Romeo (il quale ha sottolineato «l'importanza
e l'utilità dei corsi Ecm - «Educazione continua in
medicina» - per l'aggiornamento permanente nella
professione sanitaria) e i dottori Umberto Alecci (che ha
relazionato sulla gestione del paziente asmatico vista dal
medico di medicina generale), Margherita Manfrè
(sull'epidemiologia dell'asma), Santi Ruggeri (sulle
peculiarità fisiopatologiche dell'asma), Fortunato Giuseppe
Picciolo (sul trattamento farmacologico) e Francesco Relo
(sulla qualità della vita e il processo di riabilitazione
respiratoria del paziente asmatico). In Italia oltre cinque
milioni di persone (15% bambini) soffrono di asma bronchiale
di natura allergica e non allergica. L'asma – ha detto il
prof. Girbino – è una malattia sottodiagnostica,
sottovalutata e in continua evoluzione, con una incidenza
epidemiologica superiore al 7%. Il paziente asmatico «nasce
con una predisposizione, a volte trasmessa ereditariamente,
sulla quale i fattori ambientali (di tipo allergico o
irritativo) vengono a esercitare un'azione determinante, con
la riduzione del carico delle vie aeree, che in un primo
momento è funzionale (reversibile) e nel tempo diventa
irreversibile, rientrando così a pieno titolo nelle
malattie croniche dell'apparato respiratorio che comporta,
progressivamente, un'insufficienza ventilatoria. La terapia
antinfiammatoria di fondo è il comune denominatore». È
importante l'attività sinergica del medico di famiglia con
lo specialista, «integrando e migliorando – grazie anche
a questi processi educazionali – le conoscenze dell'uno e
dell'altro nel "gestire" il paziente sotto il
profilo farmacologico e preventivo». Dal punto di vista
epidemiologico il problema fondamentale – ha detto il
dott. Alecci – «è nella ricerca del nuovo paziente
asmatico ancora non diagnosticato, il quale rischia di
essere scoperto tardi e quindi curato male, con una
frequenza di crisi asmatiche, un altissimo costo sociale,
una pesante perdita di ore lavorative o di scuola». Il
medico deve fornire al paziente asmatico «l'istruzione
della malattia», ossia deve indicare come «sapere
prevenire l'attacco asmatico, come trattarlo
farmacologicamente, come programmare controlli medici
periodici». L'asma – ha affermato la dott. Margherita
Manfrè – è una malattia molto diffusa soprattutto negli
ambienti industrializzati, con elevata rilevanza sociale,
ampia ospedalizzazione anche di bambini e assenza dal lavoro
e dalla scuola. Messina
è città ad elevato rischio epidemiologico
per
l'inquinamento
atmosferico da gas di scarico del traffico gommato. La «peculiare
posizione geografica determina rapide escursioni climatiche,
forti correnti che favoriscono il movimento dei pollini,
responsabili di crisi asmatiche anche acute».
La terapia – ha aggiunto poi il dott. Picciolo – è in
rapporto alla gravità della sintomatologia. Il trattamento
di base è di tipo antinfiammatorio (corticosteroidi in
particolare), associato ai broncodilatatori a risposta
immediata o ritardata (long-acting). La gestione dell'asma
è importante. Il paziente dovrà capire «quando potrà
autogestirsi nella prevenzione o nella risoluzione
dell'attacco acuto e quando, invece, è utile rivolgersi al
medico o al pronto soccorso per ricevere una terapia più
adeguata». La qualità della vita per il paziente asmatico
è importante e passa – ha infine sottolineato il dott.
Relo – attraverso un «programma terapeutico globale,
monitorato nel corretto uso dei farmaci, e adiuvato dalla
prevenzione ambientale e dalla disassuefazione al fumo».
10 Aprile
2001 ( gazzetta del sud )
Molo
Norimberga a una svolta
Si diradano le
prime nubi sulla vicenda del «blocco dei lavori» al molo
Norimberga, con la possibilità concreta che il progetto di
consolidamento delle tre banchine e il lancio del grande
terminal per l'attività commerciale escano dalla palude in
cui sono precipitati. A riaprire orizzonti migliori, nella
direzione della piena compatibilità con la salvaguardia dei
resti storico-architettonici, è la Soprintendenza ai beni
culturali. Il direttore della sezione interessata,
l'architetto Rocco Scimone, pur tra le cautele, lascia
trapelare un certo ottimismo: «Stiamo esaminando da una
settimana il nuovo progetto presentato dalla Ferrovie che
riguarda non solo il tracciato dei binari ma anche alcune
esigenze di tutela delle strutture che sono emerse: ebbene,
se risulteranno rispettate le prescrizioni della
Soprintendenza, potremmo dare il richiesto parere entro le
festività di Pasqua». Questa prospettiva, benché ancora
ipotetica, comincia a suonare come musica alle orecchie di
quanti ritengono che due interessi generali concorrenti per
il bene della collettività debbano essere prima «concertati»
e poi «armonizzati». Così, finora, non è avvenuto nel
caso del molo Norimberga laddove tra l'Autorità e la
Soprintendenza si è aperto un paralizzante conflitto in
coincidenza con i primi lavori strategici che si
intraprendevano per rilanciare un porto segnato dal bisogno
impellente di migliorare e razionalizzare i propri servizi.
La cultura certamente, mettendo per un attimo da parte
ragioni di titolarità e competenze pur importanti, trova
nella zona falcata in genere una ricchezza mai valorizzata,
che è ora di tirare fuori. Lo fa capire l'architetto
Scimone quando ricorda che durante gli scavi per il molo
sono emersi «elementali architettonici, e non archeologici:
la porta Norimberga, ad esempio, per un'altezza di tre
metri, potrebbe risultare pressoché intatta». Purché il
passato non faccia abortire il presente o questo non
cancelli il primo, ma con l'obiettivo di far nascere,
lavorando ( per la Travel Tickets © ) insieme,un futuro
migliore.
10 Aprile
2001 ( gazzetta del sud )
Approdi
Approdi
– L'incontro tra Comune e Capitaneria di porto, previsto
per ieri pomeriggio, è slittato a giovedì. «Si sta
concordando un percorso unitario – afferma il sindaco
Leonardi – al fine di procedere in maniera spedita». Se
l'ipotesi finora vagliata sarà messa in atto, entro l'anno
si potrebbe già affidare la concessione per la
realizzazione dei due approdi in project financing . Tale
modalità, infatti, prevede un accordo di programma tra
assessorato regionale al Territorio e Comune che fa superare
lo “scoglio” della variante al Prg, che comporterebbe un
inevitabile impantanamento. «Peraltro, alla Capitaneria –
spiega Maccarone – sono già state avanzate istanze di
concessione per le due opere e questi progetti potrebbero
partecipare al bando, quindi nessuno sarebbe escluso».
10
Aprile 2001 ( gds )
Crimi:
Vogliamo il Ponte,
non i TIR
L'unione
fa la forza. Un'unica segreteria per i candidati del Polo
nei Collegi del capoluogo. Presentazione ufficale ieri,
nella sede di via Maddalena degli uomini del centrodestra:
Totò Ragno, uscente, di An, schierato nel collegio
senatoriale; Gianpiero D'Alia, messo in campo nel collegio
Sud e Rocco Crimi, Forza Italia, uscente, collegio nord. Un
salone letteralmente sommerso da gadget, libri e manifesti
del leader, Silvio Berlusconi.
Sugli scaffali le ultime fatiche letterarie del cavaliere,
il carnet di cartoline "per la libertà" con la
faccia di Berlusconi da spedire ad amici e parenti, e
persino il puzzle della libertà. Componendolo viene fuori
naturalmente l'immagine del leader di Forza Italia. Una
novità tra gli alleati del centrodestra la presenza dei
repubblicani che in città sono rappresentanti dall'ex
assessore comunale al Bilancio, Pietro Currò.
A portare il saluto dei socialisti siciliani il segretario
provinciale Saro Pizzino. Il Pss locale è in lizza al
proporzionale con Nanni Ricevuto, attuale assessore
regionale ai Lavori pubblici. Ragno ha spiegato di essersi
candidato per la terza legislatura per tentare di
partecipare al rilancio della città direttamente dalla
coalizione di governo. Da Crimi un assaggio di quello che
saranno i suoi slogan in campagna elettorale: via i Tir
dalla città ed avanti con la costruzione del ponte e del
nuovo approdo. Secondo il parlamentare azzurro liberare il
viale Boccetta costituisce un'autentica priorità."Tra
le opere che il Polo realizzerà - spiega Crimi - c'è
comunque al primo posto il Ponte vero volano
dell'economia". Prudente D'Alia sullo spostamento
dell'approdo a sud, il territorio che lo vede candidato:
"L'approdo - spiega - deve essere una occasione di
sviluppo per quel territorio e non deve creare disagi per i
cittadini".
11 Aprile
2001 ( la sicilia )
Camion impazzito fa strage di
auto
Ventitre
auto incidentate, due mezzi pesanti semidistrutti, 2 feriti
gravi (tra cui Gaspare Deioma, 34 anni, di Aci S. Antonio)
almeno 8 persone raggiunte dai frammenti dei vetri
distrutti: questo il bilancio dell'ennesima tragedia
sfiorata sul viale Boccetta.L'allarme è scattato intorno
alle 20.20, in tutta la sua gravità, facendo tornare alla
mente tutti gli incidenti, gli inquietanti dati relativi
all'inquinamento ed i disagi causati da uno svincolo
autostradale divenuto un'autentica «porta infernale» per i
mezzi diretti ai traghetti delle società private.
L'ennesima «carambola» è stata causata da un
autoarticolato fermo, probabilmente senza le dovute
precauzioni, che si trovava parcheggiato nelle immediate
vicinanze della chiesa S. Francesco all'Immacolata. Nel
corso di alcuni lavori all'impianto frenante, il mezzo ha
iniziato autonomamente la marcia, investendo un meccanico,
che stava operando sotto il Tir. Santi Currò, 38 anni, è
stato letteralmente arrotato dal mezzo pesante, ma
fortunatamente le sue condizioni non sarebbero gravi. L'uomo
è stato condotto al Policlinico universitario, dov'è stato
sottoposto ad esami radiologici ed alla Tac.
Ma il cammino «impazzito» era soltanto all'inizio.
L'autoarticolato di Rosario Miceli, 35 anni, originario di
Vizzini, come un «fiume in piena», dopo avere invaso la
carreggiata opposta, ha travolto le autovetture in sosta a
ridosso della chiesa, sradicando molti alberi e pali della
luce. Dopo avere «costeggiato» il muro della struttura
religiosa, il Tir ha proseguito la marcia, schiacciando
altri mezzi parcheggiati in prossimità dell'incrocio con
via XXIV Maggio.La folle corsa è stata fermata da un altro
autoarticolato condotto da Giorgio Petrè, 46 anni, che
trasportava materiale informatico costosissimo, che si
trovava al semaforo e da una Fiat Tipo, ridotta ad un
ammasso di rottami. Sul luogo dell'incidente sono
intervenuti i vigili urbani della sezione infortunistica e i
vigili del fuoco, che hanno provveduto ad estrarre dalla
lamiere il passeggero di un'utilitaria coinvolta nella «carambola»,
mentre un altro ha avuto la prontezza di riflessi di
gettarsi fuori dal mezzo.
Non sono mancati momenti di tensione per lo sfogo di alcuni
residenti della zona, che chiedono un'immediata soluzione al
problema derivante dal costante attraversamento della città
da parte dei mezzi diretti agli imbarcaderi.I dati, infatti,
parlano di oltre 3mila veicoli (tra auto e camion) che
usufruiscono ogni giorno dello svincolo di Boccetta. Da
parte sua, l'amministrazione comunale si sta muovendo in più
direzioni. A lungo termine è previsto lo spostamento degli
approdi nella zona sud, mentre a breve viene ipotizzata la
chiusura del Boccetta a fasce orarie. Il provvedimento, già
predisposto dal sindaco Turi Leonardi, non è stato ancora
reso esecutivo a causa dell'opposizione delle associazioni
degli autotrasportatori. Nel tentativo di mediare le due
posizioni sta lavorando il prefetto, Giosuè Marino.Per
rendere l'idea della pericolosità dell'arteria, basta
guardare i numeri degli incidenti più o meno gravi. L'«antipasto»,
infatti, si era già avuto nel corso della mattinata, quando
due autovetture sono entrate in «collisione» in prossimità
del raccordo autostradale. Nel sinistro è rimasto ferito G.
B. 34 anni.Neanche il tempo di rimuovere i mezzi (uno dei
camion è stato dichiarato sotto sequestro) e «piovono» le
prese di posizione sulla vicenda. Rifondazione comunista ha
organizzato per sabato prossimo, in piazza Duomo, la «Giornata
dell'indignazione e della consapevolezza», per cercare di
liberare la città dalla «schiavitù» dei Tir. Analogo
argomento sarà discusso nella giornata odierna nei locali
dell'Ignatiaum, dove si terrà la conferenza stampa di
presentazione dell'iniziativa: «Un digiuno per la
liberazione dai Tir in città».
12
Aprile 2001 ( gds )
Le
Proposte del Comitato la Nostra Città
Dal
digiuno del pacifista Renato Accorinti al comunicato
durissimo del "comitato la nostra città" che
minaccia di bloccare viale Boccetta. Reazioni a catena dopo
l'ennesimo incidente avvenuto sul viale Boccetta.
Ieri pomeriggio Renato Accorinti, noto per aver consegnato
al presidente della Repubblica un messaggio anti-tir, ha
illustrato in conferenza stampa una singolare iniziativa che
lo vedrà protagonista da venerdì a domenica. Accorinti in
quei giorni digiunerà e darà vita ad un sit-in in
cattedrale denominato "digiuno per la liberazione dai
Tir".
"E' un contributo ha spiegato _ alla lotta civile e non
violenta contro la schiavitù del passaggio dei Tir che
procura cancro, morte, invivibilità assoluta. Una
situazione _ ha sottolineato Accorinti _ che dura da 35 anni
con complicità politiche presenti e passate".
Durissimo il commento di Saro Visicaro, portavoce del
comitato "la nostra città" che da mesi si batte
per la liberazione del centro dai mezzi pesanti. Visicaro ha
annunciato che in mancanza dei provvedimenti, già richiesti
alla magistratura, avvierà entro le prossime 24 ore una
serie di manifestazioni pubbliche che culmineranno con il
blocco del viale Boccetta.A scendere in campo anche
Rifondazione comunista che per sabato ha organizzato una
giornata di mobilitazione generale con concentramento alle
21 a piazza Duomo.A inviare una lettera aperta ai giornali,
infine, Giacomo Maiorana, dottore in economia e commercio.
La sua tesi di laurea parlava proprio della necessità di
realizzare un nuovo approdo.
"La citta - scrive Maiorana - possiede il più alto
potenziale inespresso dell'intero meridione d'Italia,
mortificato da cinque milioni e mezzo di automezzi che
attraversano il centro urbano".
12
Aprile 2001 ( gds )
Vertice
di Turi Leonardi con Turi Rizzo
Contro
i tir "assassini", un piano di emergenza. Dopo la
scampata strage a Boccetta, martedì sera, quando un
"bisonte" senza freni ha travolto venti auto,
l'amministrazione comunale cerca di correre ai ripari. E
tira fuori dal cilindro l'ipotesi di diversificare
l'utilizzo dello svincolo di Boccetta. Dimezzare cioè il
flusso dei tir, dirottandone metà, (presumibilmente quelli
provenienti da Palermo, per evitare gli effetti disastrosi
della forte pendenza della A/20) verso lo svincolo di Camaro,
o quello di Gazzi. La proposta è emersa ieri mattina, al
termine di un vertice tecnico-amministrativo, convocato in
tutta fretta dal sindaco Leonardi. Al capezzale del malato:
l'assessore alla Mobilità urbana, Turi Rizzo; il comandante
della polizia stradale, Giovanni Messina; il direttore
tecnico del Consorzio autostradale, Felice Siracusa; il
comandante dei vigili urbani, Antonio Celona e il presidente
dell'ottavo quartiere, Roberto Nicolosi. Al momento si
tratta solo di un'idea, tutta da verificare sul campo
(sopralluoghi tecnici e simulazioni al computer saranno
eseguiti oggi), come ha precisato il sindaco che questa
mattina farà il punto della situazione con il prefetto
Giosuè‚ Marino. Leonardi ha comunque ammesso che
"qualsiasi provvedimento sarà solo un palliativo, con
l'obiettivo di ridurre il rischio, in attesa della soluzione
definitiva, cioè la realizzazione dei nuovi approdi per i
traghetti all'Annunziata e a Tremestieri". Ed ha
snocciolato date e previsioni: oggi, una riunione per
definire le procedure per l'attuazione dei "project
financing" che coinvolgeranno gli imprenditori privati;
entro la fine dell'anno, la scelta del concessionario. Ed
entro tre anni, la realizzazione delle due opere.
Intanto, dal 2 maggio, entrerà in vigore il provvedimento
già preannunciato da tempo: limitare il transito ai mezzi
che trasportano merce pericolosa. Saranno istituite le fasce
orarie e individuate aree di stoccaggio, dove i tir
stazioneranno, in attesa del via libera. I vigili urbani
raddoppieranno i controlli su Boccetta, anche con l'utilizzo
di autovelox. E sarà inoltrata una richiesta ufficiale alla
Polizia stradale, per potenziare gli organici.
E intanto fioccano le polemiche. I consiglieri di
maggioranza hanno preparato un documento che presenteranno
oggi, in Aula, nella seduta delle 19. Un ordine del giorno,
come anticipa Giuseppe Capurro (Fi) che rilancia l'idea
delle fasce orarie per tutti i camion e non solo quelli che
trasportano merci pericolose. Giovanna Crifò (An) chiede un
pattugliamento, 24 ore su 24, da parte dei vigili urbani. E
Calogero Centofanti (Nuova presenza Giorgio La Pira) rinnova
la richiesta di trasferire i traghetti privati agli
imcabarderi delle Ferrovie.
12
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Lettera
aperta di Giacomo Majorana
Facendo
forza su me stesso, sull'onda dell'emozione “a caldo”
che sto vivendo, cerco di interrompere l'abitudine, tutta
messinese, di non pronunciarsi pubblicamente. Ieri sera ho
assistito all'ennesima tragedia sfiorata sul viale Boccetta.
Mio padre e i miei parenti hanno rischiato la vita su quella
strada. Circa un anno fa dedicai la mia tesi di laurea a
questo problema, mesi di lavoro che vedevano avvicendarsi i
freddi dati, le cifre, le statistiche del traffico che
attraversa la mia città con la rabbia di chi assiste al
degrado di un quartiere dove si è trascorsa la propria
infanzia. Ho seguito conferenze di ogni genere, ho
contattato le maggiori autorità cittadine e gli armatori,
quasi tutti rilasciarono dichiarazioni che ho riassunto
nella mia tesi. Ma quello che mi ha spinto a scegliere tale
argomento è stata soprattutto la disperazione della gente,
desiderosa di spezzare quell'attesa rassegnata di nuovi
provvedimenti e soluzioni da “deus ex machina”, per
scendere in strada e far sentire la propria voce. In un anno
ho assistito a mediocri spettacoli di immobilismo,
superficialità e scarso rispetto per la vita umana. Ieri
sera la mia famiglia avrebbe potuto essere coinvolta,
trovandosi sul luogo del disastro un minuto prima che
accadesse. Un “sacrificio” in nome di che cosa? La città
di Messina possiede, a mio parere, il più alto potenziale
inespresso dell'intero meridione d'Italia, mortificato da 5
milioni di automezzi che attraversano il centro urbano. Ma,
si sa, il “buddacismo” abbonda, quindi si discute, ci si
riunisce, si arzigogola, si spende, ma non si conclude. Le
decisioni sono proprie di uomini di carattere, risoluti e
liberi. Ve ne sono nella nostra classe dirigente? Mi auguro
che siano i giovani messinesi a lasciare traccia della
propria esistenza nella realtà in cui vivono, facendo
splendere di nuovo il sole pulito sulla nostra città.
12 Aprile
2001 ( gazzetta del sud )
La
strage sfiorata sul Boccetta impone provvedimenti adeguati a
un'emergenza ormai di rilevanza nazionale
Una sola
certezza, mai più tir in città
Misure
tampone? Presidiare lo svincolo 24 ore su 24
«Potrei
indossare la fascia tricolore e dire che da qui non passa più
un tir. Ma è questa una soluzione praticabile?». Se lo
chiede ad alta voce Salvatore Leonardi, all'indomani
dell'ennesima strage sfiorata sul Boccetta. La stragrande
maggioranza dei messinesi risponderebbe di sì: la città è
stanca, non ne può più di vedere le vie del centro
trasformarsi in appendici dell'autostrada, di vivere 24 ore
su 24 con l'incubo che accada qualcosa di terrificante e
irreparabile. La stragrande maggioranza dei cittadini
avrebbe voluto da decenni vedere l'inquilino di Palazzo
Zanca vestirsi della fascia e urlare alla nazione che non c'è
scritto da nessuna parte che Messina debba pagare il tributo
più alto di tutte le città siciliane. Perchè il sindaco
di Reggio Calabria può dichiarare (giustamente) che non
accetterà mai che i mezzi pesanti attraversino il centro
abitato del suo comune e la nostra città, invece, deve
rassegnarsi ad essere lo zerbino dell'Isola, la prateria
sulla quale i “bisonti” possono anche impazzire e
seminare lutti e devastazione? Il Boccetta, viale della
Libertà, via Campo delle Vettovaglie, via Vittorio
Emanuele, non sono il valico del Brennero ma parti
integranti del tessuto urbano. Quello che si chiede sono
interventi immediati, anche gesti eclatanti che facciano
sapere a tutti che a Messina esiste un problema drammatico
di qualità della vita, di protezione civile, di tutela
della pubblica e privata incolumità. E ciò ovviamente non
giustifica le responsabilità locali di chi doveva portare a
compimento le indispensabili opere pubbliche e non lo fatto,
di chi aveva e ha compiti politico-amministrativi e non ha
saputo svolgerli. Leonardi martedì sera si è recato sul
Boccetta. «Ho visto uno scenario apocalittico – dice –,
purtroppo provocato da un'incredibile leggerezza di chi non
avrebbe dovuto lasciare quel tir libero di correre
all'impazzata». E ieri mattina il sindaco ha ritenuto di
dover convocare una seduta straordinaria di giunta,
allargata ai rappresentanti del Consorzio autostradale, al
comandante della polizia municipale e al presidente dell'VIII
Quartiere. Una sorta di anticipazione della riunione del
comitato per l'ordine pubblico convocata dal prefetto Marino
per oggi pomeriggio. «La soluzione del problema è solo
strutturale – ribadisce Leonardi –, quello che si può
fare è soltanto cercare di limitare i disagi».
L'amministrazione rispolvera l'idea di diversificare
l'utilizzo degli svincoli autostradali. I mezzi che
provengono da Catania dovrebbero continuare ad uscire al
Boccetta, quelli da Palermo sarebbero dirottati o a Messina
centro oppure a Gazzi e a Tremestieri. «È stato dimostrato
– spiega il sindaco – che una delle cause possibili di
incidenti è il lungo tratto in forte pendenza che si
trovano a percorrere i tir provenienti da Palermo». Dal 2
maggio scatterà l'ordinanza, già pronta da mesi, per la
limitazione al transito dei mezzi pesanti con merci
pericolose. Restano dubbi, invece, sul sistema delle fasce
alterne: «Può andare bene – dice Leonardi – per
decongestionare il Boccetta e viale della Libertà nelle ore
di punta. Ma il piano di fluidificazione del traffico
entrato in vigore nelle scorse settimane ha già dato buoni
risultati in tale direzione. E le fasce orarie non risolvono
certo il problema della sicurezza. A questo proposito –
prosegue Leonardi – abbiamo in mente di chiedere il
potenziamento delle forze di controllo e di vigilanza. Sul
Boccetta deve intervenire stabilmente anche la polizia
stradale, non solo i vigili urbani, trattandosi di un asse
viario che interessa flussi di traffico di livello
interregionale e fa parte integrante, quindi, della viabilità
nazionale». Per quanto riguarda il trasferimento degli
approdi, Leonardi continua a difendere a spada tratta il
proprio operato. «Non è vero che non abbiamo scelto –
dichiara –, entro la fine dell'anno saremo in grado di
rendere esecutivo l'iter di realizzazione delle nuove
strutture previste a Tremestieri e all'Annunziata. Le
procedure relative alle due opere stanno seguendo distinti
percorsi, in modo che non ci sia un condizionamento tra
loro, assicurando comunque una priorità all'approdo a sud.
Abbiamo attivato il tavolo operativo tra il Comune,
l'assessorato regionale al Territorio e la Capitaneria di
porto, definendo già il percorso da seguire in base
all'articolo 37 della legge Merloni, agevolando l'intervento
dei privati che hanno già manifestato interesse alla
realizzazione delle opere. Domani (oggi per chi legge)
avremo l'incontro per definire gli atti che daranno il via
alle procedure di concessione. Entro il 30 giugno
accoglieremo le proposte dei privati e entro la fine
dell'anno potremo arrivare alla scelta del partner. Penso
che nei prossimi due anni almeno uno dei due approdi
potrebbe essere costruito». Leonardi ci crede, è
preoccupato ma convinto, nello stesso tempo, di aver
imboccato l'unico sentiero praticabile. È difficile, però,
pretendere che i messinesi si accontentino di nuovi annunci
e promesse. L'iter degli svincoli Giostra-Annunziata risale
al '90, così come quello dello svincolo di San Filippo; il
progetto della “via del mare” da tempo immemorabile non
riesce a decollare e per 30 anni si è discusso senza alcun
costrutto di possibili opere viarie alternative (tunnel,
sovrapassi, sopraelevate) in grado di differenziare i flussi
di attraversamento dello Stretto da quelli del traffico
cittadino, nell'attesa dello spostamento degli approdi dalla
rada di San Francesco. La sensazione più desolante è
quella dell'impotenza, lo stare dentro una camicia di forza
senza potersene liberare, l'assistere quasi fatalisticamente
ad eventi che ineluttabili non lo sono mai stati. E che non
devono più esserlo.
12
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Testimoni
sotto choc e abitanti stanchi di sopportare un prezzo
divenuto ormai insostenibile
«Non vogliamo più essere presi in giro»
Terrore
e indignazione negli occhi della gente del Boccetta, che ha
ormai consumato tutte le parole per esprimere la rabbia di
chi ogni giorno convive col rischio d'essere falciato e
respira i veleni dei “bisonti” che incessantemente fanno
la spola tra la tangenziale e gli imbarcaderi. Le sequenze
drammatiche di quegli istanti di terrore sono stampate
ancora sui volti di chi c'era e si sente un
“sopravvissuto”, come se sul Boccetta si fosse
combattuta una guerra. Non fa in tempo a dire il suo nome
una signora che rapidamente s'infila nella chiesa
dell'Immacolata, «per ringraziare S. Francesco d'essere
viva». Martedì sera aveva appena parcheggiato la sua auto
sul viale – le chiavi nel cruscotto per fortuna ancora
inserite – quando ha visto il “mostro” che procedeva
contromano. È salva grazie alla sua prontezza di riflessi:
ha rimesso in moto ed è partita a razzo verso il
marciapiede, salendovi e fermandosi contro il muro della
chiesa. «Mi è passato a 30 centimetri di distanza». Rosa
Altobelli e il marito Rosario Ardizzone, invece, erano a
piedi. Avevano già attraversato l'incrocio con la via
Monsignor D'Arrigo, quando hanno sentito il trambusto. «Pensavamo
si fermasse, quando ha sbattuto contro la parete della
chiesa e volevamo andare a prestare soccorso, certi di
trovare feriti o, peggio, morti: ma abbiamo visto che il tir
riprendeva a correre. Allora siamo scappati verso la via
Monsignor D'Arrigo, urlando per avvertire chi era ancora
sulla traiettoria. Meno male che il semaforo all'incrocio
era rosso e, quindi, non vi erano auto quando il camion ha
invaso la carreggiata. Mai avevamo provato tanta paura: chi
non c'era, non può capire». Non sembra ancora essersi
ripreso l'edicolante Matteo Maimone: «La strage l'abbiamo
sfiorata martedì sera, ma anche nel 1988, nel 1995, nel
1999. E siamo ancora qui, di fronte allo stesso disastro. Il
camion impazzito è salito sul marciapiede e, zigzagando, ha
sfiorato la mia edicola: trascinava una vettura come fosse
un fuscello: per trenta metri se l'è portata. Mai più i
tir sul Boccetta, non ci devono passare». «Un proiettile.
Sa cos'è un proiettile? Me lo sono visto sfilare davanti
– ricorda Paolo Aiello – come un treno in corsa. E poi
il boato, quello stridore di lamiere, le urla. Ho temuto che
entrasse dentro il mio bar, ero certo ci fossero morti.
Adesso, assisteremo ai soliti due o tre giorni di proteste:
poi tutto si sgonfierà come una bolla di sapone». Poi ci
sono quelli che sul Boccetta sono costretti a viverci:
impotenti ed esasperati, scettici e disperati. Francesco
Cappadonia non ne può più: «Dal 1971, quando sono venuto
ad abitare qui, di incidenti ne ho visti tanti: ma da
altrettanti anni sento sempre le stesse cose. L'uno
smentisce l'altro e tutti insieme non fanno nulla, oltre che
chiacchiere: questa classe politica è imbelle». «Di
possibili disastri – aggiunge Gaetano Saija – ne ho
visti ben quattro. Qual è stata la risposta dei nostri
amministratori? I pilastri continuano a essere incompiuti a
S. Michele: e gli svincoli sono l'unica soluzione. Ma non li
faranno mai, ci prendono solo in giro». «La via del mare
– incalza il pescivendolo Orazio La Spina – eviterebbe
tutto questo: si riqualifica una vasta area, si realizza una
strada che serve anche per stoccare i mezzi e si sposta il
traffico pesante. È ovvio che, con la pendenza che c'è sul
Boccetta, i tir rischiano quando scendono da qui. Bisogna
organizzare una forte manifestazione di protesta, perché
non è ulteriormente sopportabile quest'indecenza». È
stato presidente del Quartiere per tanti anni Pasquale
Scopelliti, che ormai ha le idee chiare: «Facciano gli
svincoli finalmente. E finiamola con questo tira e molla
sulla scelta degli approdi». Lungo il viale, ieri mattina,
mentre gli operai del Comune tagliavano gli alberi falciati,
gli abitanti si fermavano a discutere, rafforzandosi l'un
l'altro una consapevolezza che ormai è diffusa: Boccetta,
la città, hanno già dato. Non c'è più spazio per
pazienza e demagogia: i tir vadano a distruggere e inquinare
altrove.
12
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Le
richieste dell'VIII Circoscrizione al Comune
Subito
le fasce orarie
Non era convocata alcuna riunione straordinaria ieri mattina
all'VIII Circoscrizione. Ma diversi consiglieri si sono
ritrovati lì, attoniti e arrabbiati, ad aspettare il
presidente Roberto Nicolosi, convocato all'incontro tenutosi
a Palazzo Zanca, per sapere cosa era stato deciso. Domenico
Musiano, Antonino Torre, Carlo Cantali, Francesco Vento sono
di partiti diversi, ma su un fatto concordano: «Va adottata
una soluzione immediata. Non è tollerabile un istante di più
questa situazione. Almeno entrino in vigore le fasce orarie».
Qualcuno si spinge oltre: i tir escano ed entrino tutti da
Tremestieri, lo svincolo di Boccetta dev'essere dichiarato
inagibile ai camion. Toni accesi, a tratti: esattamente come
tra i cittadini. «Ma perché – si chiede un altro
consigliere, Federico De Gregorio – nessun vigile è
intervenuto per fare spostare il camion, rimasto fermo tre
ore in doppia fila e sicuramente intralciando la
circolazione? Quante volte dobbiamo chiedere ancora i vigili
sul Boccetta? Ma se è per questo, avevamo anche chiesto le
fasce orarie, pur consapevoli che non è la soluzione. Che
provvedimenti ha adottato finora la magistratura? E perché
si è bloccata la via del mare, l'unica alternativa affinché
la città non continui a pagare? Cosa sarebbe accaduto se
l'incidente si fosse verificato domani, durante la
processione delle Varette?». Arriva il presidente,
spiegando le scarne indicazioni raccolte al Comune. «Ma che
possiamo fare nell'immediato?», si chiede Roberto Nicolosi.
«Lo sappiamo che così – prosegue – non si risolve il
problema, ma non possiamo chiudere il Boccetta. Come
Quartiere, tuttavia, annuncio sin d'ora che se qualcuno
deciderà di organizzare manifestazioni anche plateali, noi
parteciperemo. Potremmo decidere di dimetterci in massa, o
chiedere le dimissioni del sindaco: ma non verrebbero altri
al nostro posto?». Ragiona a voce alta il presidente,
mentre tra i suoi consiglieri monta la rabbia. «Come
Circoscrizione – prosegue Nicolosi – abbiamo avanzato
due proposte. La prima è di bloccare il traffico dei camion
durante le ore notturne: escano tutti a Camaro, almeno si può
dormire. Lo sappiamo che in quella fascia oraria il traffico
è minimo, ma può rappresentare un segnale. La seconda
richiesta è di essere informati. Vogliamo che il Comune ci
aggiorni, a scadenze fisse, delle procedure in corso per
realizzare gli approdi, in modo da potere svolgere un ruolo
di pungolo e dare conto ai cittadini di quello che si sta
facendo. In ogni caso, noi ci batteremo affinché il
Boccetta diventi un caso nazionale. È profondamente
sbagliato ritenere che il traffico pesante interessi
soltanto questa zona: riguarda tutta la città e come tale
va posto». Sì, ma chi deve farlo? Una classe politica
impegnata a farsi rieleggere? Amministratori incapaci di
decidere?
12
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Reazioni
indignate, manifestazioni di protesta e scioperi della fame
Un coro unanime: non bastano i “pannicelli
caldi”
Una valanga
di e-mail, di fax e di telefonate ai centralini della
redazione. Il coro è unanime: così non si può andare
avanti, nessuno è più disposto a vedere travolti uomini e
cose dalla furia di un tir impazzito. Si chiedono atti di
coraggio e di fermezza. I capigruppo di maggioranza al
Comune hanno preannunziato per oggi la presentazione di un
ordine del giorno sui problemi del Boccetta. I consiglieri
del centrosinistra chiedono, invece, che il sindaco Leonardi
si presenti a rapporto stasera in aula. Il Comitato “La
nostra città” conferma l'intenzione di dar vita ad una
grande manifestazione pubblica, chiede le dimissioni del
sindaco, della giunta e del comandante della polizia
stradale, accusa Leonardi di non aver fatto, nelle sue
dichiarazioni, «alcun riferimento ai cittadini danneggiati,
avviliti, feriti, impauriti». Il pacifista Renato Accorinti
ha proclamato lo sciopero della fame da domani a domenica.
Le motivazioni vengono riassunte in una lettera inviata
all'arcivescovo Marra: «La sofferenza, la morte, la
resurrezione di Cristo – scrive Accorinti – possono
essere messe in parallelo con la sofferenza e la morte di
questa città. Ma la resurrezione di Messina è solo nelle
nostre mani». Sabato, alle 21, si terrà la “serata
dell'indignazione e della consapevolezza”, per ricordare i
morti e i feriti del Boccetta. Ogni messinese, se vorrà,
potrà scrivere la propria riflessione su quello che
diventerà “il libro sulla liberazione dei tir”. Alla
manifestazione, che si terrà a piazza Duomo, ha aderito
anche il Circolo “Impastato” di Rifondazione comunista.
Di «inerzia dell'attuale amministrazione» parla l'ex
sindaco Providenti, il quale difende le scelte compiute
dalla propria giunta, aventi come obiettivo la realizzazione
della nuova via Don Blasco e l'approdo a San Raineri.
Giovanna Crifò (An) chiede che il Boccetta venga
pattugliato 24 ore su 24 da polizia stradale e vigili
urbani. Secondo i segretari provinciali della Cgil, Franco
Spanò, e della Filt-Cgil, Tiziano Minuti, «è singolare la
tesi da più parti sostenuta per cui la liberazione della
città dai tir sia un problema nazionale. La servitù di
passaggio che affligge Messina è certo argomento
sovracittadino – aggiungono i responsabili del sindacato
– e lo è al punto che un accordo di programma,
trasformato poi in legge dello Stato, ha affrontato il
problema individuando rimedi, più o meno condivisibili, ma
inequivocabili e destinando ingenti finanziamenti. La
delibera “bluff” del doppio approdo e la stasi nei
lavori dei nuovi svincoli sono forse da addebitare al
destino cinico e baro, alla volontà contraria del Governo
nazionale?».
12/4/2001
gazzetta
del sud
Un
camionista: dirottare i flussi a Camaro è sbagliato!
Tommaso “Massimo” Ficili viaggia tutte le settimane tra
la Sicilia e il Nord Italia su un autoarticolato Mercedes
Actros dell'ultima generazione. Da Scicli al Nord trasporta
i nostri ortaggi freschi che finiscono poi sulle tavole
lombarde e venete. Il viale Boccetta, la “strada della
morte”, la conosce bene. Sabato notte, per esempio,
intorno all'una è passato proprio di lì. Gli abbiamo fatto
qualche domanda per capire il punto di vista dei camionisti
che giornalmente attraversano lo Stretto. Ficili ha un'idea
molto precisa per esempio sulla “tradizionale” avaria
all'impianto frenante, come causa d'incidente che viene
spesso tirata in ballo ogni volta che un tir
“impazzisce” lungo il Boccetta: «Non credo molto al
surriscaldamento dei freni in casi del genere. Nella zona di
Messina, sulla tangenziale, non ci sono molti tratti in
pendenza e poi da almeno dieci anni a questa parte su tutti
i camion e mezzi pesanti viene installato il cosiddetto “whoit-retarder”,
un freno che agisce sul meccanismo di trasmissione. È però
vero che al Boccetta – prosegue Ficili – spesso si
arriva parecchio stanchi e praticamente tutti hanno fretta
di superare la città».
– C'è l'ipotesi di dividere i flussi di traffico dei
mezzi pesanti provenienti dalle autostrade, la A20 e la A18:
quelli provenienti da Palermo verrebbero dirottati allo
svincolo di Messina-Centro, per quelli provenienti da
Catania rimarrebbe “in servizio” il Boccetta”. Lei che
ne pensa? «Guardi, secondo me è sbagliato, anche perché
le posso dire per esperienza che lo svincolo di Messina
Centro è ancora più pericoloso del Boccetta e i camion ci
arriverebbero con una sollecitazione ancora maggiore
dell'impianto frenante».
12/4/01
gazzetta del sud
Tanto
è rimasto fermo il Tir che martedì ha provocato il pauroso
incidente sul Boccetta
Tre ore in doppia fila
Inaccettabile che un mezzo occupi per tanto
tempo una via strategica
Il
camion che martedì sera – poco prima delle 20 – ha
quasi provocato una strage al Boccetta, prima della sua
folle corsa, è rimasto per tre ore fermo, in seconda fila,
sulla carreggiata di destra lungo il tratto nord-sud. Dalle
17 alle 20 il Fiat Scania carico di sacchi di sale ha
pericolosamente ostruito per quasi un terzo la carreggiata
mentre l'autista Rosario Miceli e il meccanico Santi Currò
armeggiavano nel vano motore. In due parole erano in mezzo
alla strada. Inutile dire che un pattugliamento costante del
viale da parte dei vigili urbani (ma dovrebbero essere
coinvolte tutte le forze di polizia) si rende necessario e
se ci fosse stato forse avrebbe evitato il disatroso
incidente. Un camion non può star fermo per così tanto
tempo lungo un'arteria ad altissima intensità di traffico.
Qualcuno avrebbe dovuto far spostare il mezzo pesante in una
via secondaria, e comunque trovare il modo per liberare la
corsia.
L'INDAGINE DEI VIGILI – All'incidente del Boccetta sta
lavorando un'intera squadra di vigili dell'Infortunistica: i
tenenti De Domenico e Mezzacapo, i vigili Arizzi, Frisone e
Di Bartolo. Anche i vigili del fuoco hanno lavorato a pieno
ritmo: martedì tre squadre sono rimaste fin oltre le tre
del mattino sul posto per liberare le carreggiate dai mezzi
coinvolti e dai rottami. I vigili urbani ieri pomeriggio
hanno interrogato l'autista del camion e altri testimoni
mentre un'altra parte dell'attività è stata dedicata alla
ricostruzione grafica dell'incidente. Oggi verranno eseguiti
altri rilievi al Boccetta. Dopo quest'ulteriore attività
investigativa dovrebbe essere completa l'informativa che i
vigili invieranno al sostituto procuratore Maria Pellegrino,
il magistrato che era di turno martedì sera e si occupa
delle indagini. Sarà importante verificare se il Fiat
Scania era stato adeguatamente bloccato dopo il parcheggio a
lato della strada: oltre al dispositivo di stazionamento
erano inseriti sotto le ruote i ceppi di bloccaggio? Secondo
alcune testimonianze questa precauzione non sarebbe stata
adottata. Confermata la dinamica da noi ricostruita martedì
sera con l'aiuto di alcuni testimoni. Il Fiat Scania ha
percorso zigzagando circa 200 metri. È “partito”
dall'incrocio con la via Faustina e Tertullo e dopo circa 50
metri ha cambiato bruscamente direzione, dirigendosi a
sinistra. Ha così superato il cordolo spartitraffico e si
è immesso, contromano, nella corsia nord-sud del viale.
Dopo aver travolto una lunga fila di auto, alberi e pali
dell'illuminazione davanti alla chiesa dell'Immacolata é
praticamente salito sul marciapiede. Dopo un altro brusco
cambio di direzione si è indirizzato verso l'incrocio con
la via XXIV Maggio, dove si è fermato “grazie”
all'impatto con un altro tir che procedeva verso l'imbocco
dell'autostrada.
LE AUTO COINVOLTE – Sono in tutto 22 le auto che
sono rimaste coinvolte nell'incidente. Nei pressi di via
Faustina e Tertullo si trovavano l'Alfa Romeo “155”, ME
583822, e la Fiat Uno, ME 620729 (questa è la vettura del
meccanico che era giunto in soccorso dell'autista del tir);
davanti alla Pasticceria “Lorino” erano parcheggiate la
Fiat Punto, ME 632087, e la Renault Safrane, AP 455952; ad
angolo con la via Monsignor Bruno si trovavano invece la
Lancia Y10, CZ 424299, e la Renault Clio, AA932WX; due le
auto centrate dal tir durante la sua corsa lungo le
carreggiate, l'Opel Kadett station wagon, SR 325009 (stava
procedendo in discesa), e l'Audi A6 station wagon, BP027RE
(si trovava nella corsia in salita); dopo aver oltrepassato
il cordolo divisorio ed essersi immesso contromano
nell'altra corsia, il tir ha travolto una serie di auto che
erano parcheggiate, lungo il marciapiede, davanti alla
chiesa dell'Immacolata: Fiat Panda, ME 518695, Volkswagen
Golf, LE 517994, Fiat Uno, ME 458859, Fiat Panda, AX464HK,
Fiat 126, ME 204197, Mercedes Pagoda, ME 567696, Citroen
Saxo, AL389YC, Lancia Dedra, ME 586724, Opel Astra, BA194RT,
Fiat Cinquecento, ME 624878, Lancia Y10, ME 498703;
proseguendo nella sua corsa il camion ha travolto e
trascinato poi la Fiat Tipo, ME 496265; le ultime due auto
rimaste coinvolte si trovavano sulla corsia in salita,
all'incrocio con la via XXIV Maggio, e sono la Daewoo Lanos,
BN251FW, e la Daewoo Matiz, BP905FE.
12/4/01
gazzetta del sud
norimberga
/ Sì della Soprintendenza ma con alcuni “paletti”
Ripartono i lavori
Possono
finalmente riprendere, dopo quattro mesi di stop, i lavori
al molo Norimberga. La Soprintendenza ha infatti dato il
“via libera” al progetto di variante per la
realizzazione dei tre binari a raso e della relativa
bretella di raccordo. Ma con alcune prescrizioni, che
rappresentano una sorta di “replay” delle polemiche
registratesi nei mesi scorsi. Il direttore della sezione
architettonica della Soprintendenza, arch. Rocco Scimone,
insiste infatti sulla «obbligatorietà della tutela e del
recupero della Cittadella» e quindi ribadisce che sia gli
interventi relativi a questo progetto, «sia le opere
accessorie e le tecniche adottate in cantiere, dovranno
improntarsi al criterio della totale reversibilità e non
invasività». Non solo: «Questa Soprintendenza resta in
attesa che l'Autorità portuale faccia pervenire il
programma delle destinazioni funzionali e dei tempi
dell'occupazione delle aree interessate dal progetto».
Perché l'Ente diretto dalla dott. Giovanna Bacci non ha
affatto rinunciato al proprio progetto, che prevede il
recupero e la rifunzionalizzazione della Cittadella,
attraverso i fondi di Agenda 2000. «Né qualcuno –
insiste l'arch. Scimone – può accusarci di avere
ritardato l'iter: il progetto ci è stato consegnato il 30
marzo, ieri l'abbiamo restituito approvato». Le Ferrovie
potrebbero riprendere già oggi gli interventi per la posa
dei binari, ma è più probabile che il cantiere riparta
dopo Pasqua. Permane, tuttavia, l'incertezza sui tempi di
realizzazione, che inizialmente erano previsti per fine
aprile. Probabilmente in due mesi, però, il nuovo tracciato
potrebbe essere costruito. E così il molo Norimberga
potrebbe finalmente ospitare il traffico commerciale,
liberando il molo Marconi, pronto dunque per i lavori di
ristrutturazione e consolidamento delle banchine, che fanno
parte del progetto complessivo finanziato dal ministero con
45 miliardi. «Ma adesso – confida il segretario dell'Authority,
Franco Barresi – può anche partire il progetto di 25
miliardi per il consolidamento dei tre lati del molo
Norimberga». «A noi però – avverte Scimone – finora
questo progetto non ci è stato inviato. Non ci dicano, poi,
che ci opponiamo: non lo conosciamo».
13/4/01
2001 gds
Una
scultura per le vittime del Boccetta
Una
scultura per ricordare le vittime del viale Boccetta e per
dire no ai Tir. Il problema dei mezzi pesanti si può
affrontare anche con un'opera d'arte. A pensarla così è lo
scultore Massimo Di Prima (nella foto) che ha deciso di
realizzare una scultura da donare al comitato "la
nostra città" ed al consiglio dell'ottavo quartiere.
Di Prima, ha quasi ultimato il lavoro. Nelle prossime ore
l'opera sarà consegnata simbolicamente a Saro Visicaro,
portavove del movimento ambientalista ed a Roberto Nicolosi
presidente del Quartiere. L'opera in traversino e marmo,
alta circa due metri, pesa circa cento chili. Di Prima
chiede che la scultura venga sistemata in una piazetta o in
punto ben visibile del viale Boccetta a perenne ricordo di
chi è stato ucciso da quei Tir che, a milioni, ogni anno
transitano dal viale. "E' anche un modo - spiega Di
Prima - per incitare gli abitanti a ribellarsi".
13/4/01
gds
Le
proposte del Quartiere
Dopo
l'ennesimo incidente sul viale Boccetta, l'VIII quartiere si
è riunito in commissione per discutere le misure da
adottare immediatamente. Questi punti principali discussi
dai consiglieri e dal presidente Roberto Nicolosi. Il primo
è di disporre la chiusura totale dello svincolo
autostradale per tutti i mezzi pesanti in entrata ed in
uscita; il secondo di utilizzare la bretella autostradale di
Tremestieri, l'unica priva di pendenza, che eviterebbe il
rischio di surriscaldamento dei freni, causa principale
degli ultimi gravi incidenti.
Il Consiglio ha anche deciso che se queste proposte non
venissero accettate, si ricorrerebbe ad iniziative
eclatanti, quali il blocco del torrente Boccetta. Ma da
risolvere c'è ancora il problema dell'attraversamento della
città da parte dei mezzi pesanti. A questo proposito la
Circoscrizione chiede alComune risposte immediate,
attraverso l'accelerazione di tutte le procedure per la
realizzazione di un approdo fuori città.
Claudia Vitarelli (Ppi): "Il sindaco deve comunicarci
quali provvedimenti ha adottato in merito alla vicenda e
chiediamo di trovare una soluzione immediata perch‚ devono
tutelare principalmente dei beni fondamentali quali la
salute, l'incolumità e la sicurezza dei cittadini".
Stefano Lucanìa e Franco Vento (De) auspicano:
"Vorremmo che sia adottato il provvedimento, discusso
già qualche anno fa dalla vecchia amministrazione, di
riaprire la via del mare che ammortizzerebbe, e non di poco,
il traffico in città".
Gianfranco Subba (Gruppo Misto): "bisogna stimolare
l'amministrazione comunale a realizzare un approdo a sud,
vera soluzione al problema dei mezzi pesanti in città".
Per oggi è prevista una manifestazione di protesta degli
abitanti del Boccetta sull'arteria, organizzata dal Comitato
"La Nostra Città".
13/4/2001
gds
Turi
Leonardi: la colpa è degli altri!
Sull'emergenza
Boccetta, un vespaio di polemiche, ma anche proposte. I
capigruppo di maggioranza suonano la sveglia alla giunta
pretendendo tempi brevi per gli approdi, con un ordine del
giorno che sarà discusso in Consiglio (ieri il segretario
generale ha imposto la prosecuzione del dibattito sul
bilancio Atm, già avviato). Dal documento del Polo scompare
invece, l'idea originaria delle fasce orarie per i Tir,
vietando il passaggio nelle ore di punta. E il
vicepresidente dell'Assembla regionale, Gioacchino Silvestro
presenta (con altri cinque deputati), un ordine del giorno
all'Ars.
Ricorda che nell'89 fu sottoscritto un accordo, approvato
dal Consiglio dei ministri e che, a distanza di oltre dieci
anni, non sono stati ancora realizzati gli svincoli di
Giostra e Annunziata. Sottolinea, che "le
amministrazioni locali, mentre continuano a verificarsi
gravissimi incidenti non sono riuscite a trovare soluzioni
alternative al problema dell'attraversamento del
centro".
Silvestro rileva che "lo stesso comitato per l'ordine e
la sicurezza pubblica non riesce a trovare soluzioni
concrete e che la grave situazione d'inquinamento ambientale
mette in serio pericolo la salute dei cittadini".
Propone quindi, all'Assemblea, di impegnare il governo
regionale ad adottare tempestivamente i provvedimenti di
propria competenza, propedeutici alla realizzazione del
nuovo approdo nella zona sud e a richiedere al presidente
del Consiglio dei ministri, la convocazione di tutti gli
organi istituzionali interessati per ricorrere a misure
straordinarie. E inoltre, "a sollecitare il ministro
degli Interni e la Protezione civile ad adottare immediati
provvedimenti".
E intanto
l'amministrazione comunale passa alla controffensiva.
Respinge la "demagogia di chi attribuisce la
responsabilità agli amministratori per un problema per la
cui soluzione non possono esistere interventi idonei, a
colmare nell'immediatezza, la carenza infrastrutturale
cittadina".
"E' troppo semplice - tuona il sindaco Salvatore
Leonardi - sostenere che i tir non debbano attraversare il
centro urbano, dimenticando che il problema
dell'attraversamento dello Stretto non può e non deve
essere di competenza esclusiva della città. Siamo stati
dimenticati dalla programmazione del governo nazionale e
regionale, da autorità competenti in materia di portualità
e di approdi".
Il sindaco sottolinea che l'unica vera soluzione è
rappresentata dal ponte sullo Stretto e che
l'amministrazione, per la prima volta ha affrontato con atti
pubblici, il problema della localizzazione dei nuovi
approdi.
13/4/2001
gds
Manifestazioni
di indignazione popolare
Pasqua
di manifestazioni e proteste per il viale Boccetta. Non
demordono ambientalisti e comitati cittadini che si battono
per la liberazione del viale e della centro cittadino dai
Tir. L'incidente di martedì scorso è stata la classica
goccia che fa traboccare il vaso. Il comitato "La
nostra città" ha indetto per oggi una giornata di
mobilitazione generale. Alle 16 appuntamento davanti alla
chiesa dell'Immacolata. Poi i manifestanti si sposteranno in
corteo sino alla svincolo del Boccetta. "Per la prima
volta - dice il Comitato in una nota - abbiamo assistito e
continuiamo ad assistere alla protesta dei cittadini. Questa
volta non sarà come le altre volte. E' per questo che non
faremo nessuno sconto al sindaco Salvatore Leonardi ed alla
sua giunta sino a quando non lasceranno l'incarico".
Nei giorni scorsi il Comitato ha chiesto al ministero
dell'Interno la rimozione del comandante della polizia
stradale. Ma le proteste non finiscono qui. Domani infatti
alle 21 a piazza Duomo ci sarà una nuova manifestazione
indetta da Rifondazione comunista e dal Movimento non
violento rappresentato in città da Renato Accorinti.
Quest'ultimo da oggi in cattedrale attua una forma pacifica
di presidio e lo sciopero della fame. Accorinti ha inviato
una lettera al vescovo Giovanni Marra in cui spiega i motivi
del digiuno. "La scelta del momento, la settimana di
Pasqua - spiega - non è casuale. La sofferenza, la morte,
ma poi la resurrezione di Cristo possono essere messe in
parallelo con la sofferenza e la morte di questa città".
13/4/01
gazzetta del sud
Una
sull'incidente e l'altra su possibili reati di natura
ambientale e amministrativa
Le
inchieste aperte sono due
L'inchiesta sul maxitamponamento del viale Boccetta
potrebbe essere ad un punto di svolta. Ieri il sostituto
procuratore Maria Pellegrino, che si occupa del caso, ha
ricevuto una prima informativa da parte dei vigili urbani
dell'Infortunistica che hanno eseguito i rilievi e stanno
conducendo le indagini. Dopo aver acquisito il verbale
d'interrogatorio del camionista di Vizzini, Rosario
Miceli, che martedì con il suo Fiat Scania ha seminato il
terrore lungo il viale Boccetta, il magistrato potrebbe
inviare un'informazione di garanzia. Molto dipenderà
dalla versione dei fatti che ha fornito ai vigili Vizzini
ma soprattutto da una circostanza ancora al vaglio degli
inquirenti: l'autista ha preso tutte le precauzioni
imposte dal codice della strada quando un mezzo pesante si
blocca praticamente in mezzo alla strada? Ieri mattina
l'attività di accertamento dei vigili è proseguita
ancora: sono tornati sul Boccetta per effettuare una lunga
serie di misurazioni per poter ricostruire con esattezza,
con l'aiuto dei grafici, la dinamica del maxitamponamento.
E ieri mattina sempre sul Boccetta si è verificato un
altro incidente in cui è rimasto coinvolto un “bisonte
della strada”, che ha urtato un'auto. Niente di
paragonabile al “tornado” di martedì sera ma rimane
il fatto che non si può più prescindere da un controllo
di tutto l'asse viario 24 ore su 24, per cercare almeno di
“limitare i danni”. Ma c'è dell'altro. In Procura non
c'è soltanto un fascicolo che riguarda il viale Boccetta.
Oltre a quello curato dal sostituto Maria Pellegrino ne
esiste un altro che riguarda la «situazione complessiva»
del viale, e che dovrebbe riguardare essenzialmente due
ipotesi di reato, quello ambientale e quello
amministrativo. Ed è un faldone che si è già
“gonfiato” parecchio, visto che nei mesi scorsi le
varie sezioni di polizia giudiziaria hanno effettuato
numerosi sequestri e acquisizioni in copia di atti
amministrativi, sia al Comune che in uffici di altri enti
pubblici.
14/4/01
gazzetta del
sud
L'amministrazione
comunale respinge le critiche ma oggi occorrono anche
gesti eclatanti
Coraggio sindaco, chiuda per
un giorno la città ai tir
«È fin
troppo facile e demagogico assimilare la responsabilità
degli amministratori quando si affronta un problema per la
cui soluzione non possono esistere interventi idonei a
colmare, nell'immediatezza, la carenza infrastrutturale
cittadina». Il sindaco Leonardi respinge critiche e
accuse. Lo fa con un documento approvato dalla giunta, nel
quale si ammette che «il sinistro avvenuto martedì sera
sul Boccetta, la cui conseguenze sono state gravi ma
fortunatamente non proporzionali alle dimensioni
dell'evento, pone ancora una volta all'attenzione
dell'opinione pubblica il problema dell'attraversamento
dello Stretto e della sicurezza cittadina». Secondo
l'amministrazione comunale, «è troppo semplice sostenere
che i tir non debbano attraversare il centro urbano e
richiamare alle responsabilità una classe politica che
“da decenni non fa altro che accumulare promesse e
impegni traditi”, dimenticando che il problema
dell'attraversamento dello Stretto non può e non deve
essere di competenza esclusiva della città, e soprattutto
omettendo di specificare quali atti l'amministrazione ha
posto in essere, per la prima volta, al fine di
individuare le soluzioni possibili. Si tralascia di
rilevare che Messina, porta della Sicilia, per troppo
tempo è stata dimenticata dalla programmazione del
Governo nazionale e regionale, autorità competenti in
materia di portualità e di approdi. Bisogna partire da
tale premessa e dall'ineluttabile considerazione che
l'unica vera soluzione alle problematiche connesse al
traffico veicolare e ferroviario è rappresentata dal
Ponte sullo Stretto, argomento da sempre affrontato
ciclicamente prima delle tornate elettorali e in chiusura
di legislatura». L'amministrazione, quindi, elenca tutti
gli atti finora prodotti: 1) «Abbiamo affrontato –
ricorda Leonardi – per la prima volta in maniera
programmatica, con la delibera approvata dal consiglio
comunale, il problema del traffico gommato, individuando
in maniera chiara e inequivocabile la localizzazione del
nuovo approdo per il gommato pesante (zona di Tremestieri
in prossimità dello svincolo autostradale). 2) Abbiamo
previsto che tale struttura debba essere realizzata in un
contesto a modularità progressiva, tale da costituire per
la città un chiaro modello di sviluppo commerciale
incentrato sui servizi di supporto. 3) Abbiamo finalmente
deciso che il Comune dovrà partecipare agli utili della
gestione o comunque ricevere un vantaggio economico da
reinvestire in infrastrutture e per abbattere le tasse
necessarie per il funzionamento dei servizi pubblici
locali. 4) Abbiamo individuato nella finanza di progetto e
quindi nei soggetti privati lo strumento per la
realizzazione delle opere, invitando gli imprenditori a
presentare progetti entro il 30 giugno 2001. 5) Ci siamo
attivati al fine di redigere con la Regione siciliana
l'accordo di programma per l'inserimento della struttura
nel piano regionale dei trasporti e per il superamento
delle problematiche urbanistiche nascenti dalle
dimenticanze della variante al Prg». In riferimento
all'iter degli svincoli Giostra-Annunziata e della strada
di collegamento Gazzi-via Don Blasco-San Raineri, Leonardi
non risparmia frecciate nei confronti della precedente
giunta. «A causa di pregresse procedure amministrative
– sottolinea –, gli svincoli appaltati nel '97, erano
alla data del giugno '98 inesorabilmente destinati ad
essere opere incompiute. L'amministrazione si è fatta
carico di apportare tutti i correttivi necessari al loro
completamento». E la giunta, secondo Leonardi, è dovuta
intervenire per rimediare anche ai «vizi d'origine,
frutto di scelte politiche errate», che avrebbero
impedito finora di far decollare «lo sbandierato
collegamento viario tra lo svincolo di Gazzi e il molo
Norimberga, attraverso la via Don Blasco. L'essersi illusi
– prosegue il sindaco – di realizzare un collegamento
esclusivo per il gommato pesante senza considerare le
osservazioni poste dal Cru e dall'assessorato regionale al
Territorio in sede di autorizzazione alla variante, ha
comportato la sostanziale bocciatura da parte del Genio
civile. La nostra amministrazione, ben più modestamente,
ritiene che tale via di collegamento sia necessaria ai
fini urbani per decongestionare la via La Farina, unica
via di collegamento interno con gli svincoli e che solo
transitoriamente potrà essere utilizzata per il gommato
pesante. Abbiamo modificato il progetto, riproponendolo
per l'esame del Genio civile, con espressa richiesta di
una conferenza dei servizi, certi che anche tale opera
potrà essere appaltata in tempi brevi». La giunta
ritiene, dunque, di essere con le carte in regola, avendo
posto in essere, «non progetti fumosi e inutili
palliativi ma tutti gli atti che giuridicamente,
politicamente e umanamente possono attenuare i disagi
nell'immediato (si veda la nuova viabilità
Garibaldi-Boccetta), nel medio e nel lungo periodo»
14/4/01
gazzetta del
sud
Oggi
il corteo di protesta. Sarà bloccato lo svincolo?
Si terrà oggi
pomeriggio la prima manifestazione pubblica dopo la strage
sfiorata di martedì sera sul Boccetta. L'iniziativa è
del Comitato “La nostra città”. Alle 16, dalla chiesa
di San Francesco all'Immacolata, prenderà il via un
corteo che si dirigerà verso l'incrocio con la
Circonvallazione. Il Comitato non ha fatto mistero di
voler compiere gesti “forti” di protesta, non escluso
quello di impedire ai mezzi pesanti l'accesso e l'uscita
dallo svincolo. Da stasera comincia, intanto, all'interno
della Cattedrale, lo sciopero della fame del pacifista
Renato Accorinti. E domani, con inizio alle 21 a piazza
Duomo, avrà luogo la serata «dell'indignazione e della
consapevolezza», per ricordare i morti e i feriti del
Boccetta. Sul piano politico si registra la presa di
posizione del gruppo parlamentare regionale dei
Democratici di sinistra. In un ordine del giorno –
firmato dal messinese Gioacchino Silvestro e dagli
onorevoli Speziale, Capodicasa, Cipriani, Pignataro e Zago
–, i Ds impegnano il Governo regionale: «1) Ad adottare
tempestivamente i provvedimenti di propria competenza per
l'individuazione urbanistica del nuovo approdo nella zona
sud della città. 2) A richiedere con la massima urgenza
al presidente del Consiglio dei ministri la convocazione
di tutti gli organi istituzionali interessati per dare
attuazione, anche attraverso l'utilizzazione di misure
straordinarie, all'accordo di programma del 1989. 3) A
sollecitare al ministro degli Interni e al dipartimento
della Protezione civile l'adozione di immediati
provvedimenti adeguati alla denunciata emergenza divenuta
di rilevanza nazionale». Implicita la richiesta
dell'invio di un commissario governativo che tiri fuori
dalle secche e porti a compimento l'iter degli svincoli
Giostra-Annunziata. Si attendeva la presentazione di un
ordine del giorno anche in consiglio comunale. Ma l'aula
di Palazzo Zanca, che era obbligata a proseguire la
sessione dedicata al bilancio di previsione, non ha
neppure sfiorato l'argomento Boccetta. Dalle dichiarazioni
ufficiose dei consiglieri, sia di maggioranza sia di
opposizione, si coglie una netta sensazione di
rassegnazione e di sfiducia. «Cosa dobbiamo dire sul
Boccetta – si chiede il vicepresidente Umberto Bonanno
– più di quello che è stato detto e scritto in atti
deliberativi, in documenti, note, ordini del giorno,
dibattiti dedicati ai problemi della viabilità e
dell'attraversamento dello Stretto?». Il capogruppo della
Lista Di Pietro, Pippo Rao, polemizza con l'ex sindaco
Franco Providenti (entrambi sono candidati al Senato): «Da
quale pulpito viene la predica? Accusa la giunta Leonardi
di non aver fatto nulla, quando la sua amministrazione in
4 anni non ha adottato alcun provvedimento concreto».
Rao, però, se la prende anche con l'attuale sindaco: «È
un imbroglio continuare a parlare del doppio approdo,
quando si sa per certo che quello dell'Annunziata non era
neppure proponibile. C'è solo una soluzione
nell'immediato: costringere i mezzi pesanti a uscire a
Tremestieri e a imbarcarsi sui carri ferroviari che li
porterebbero direttamente alla stazione marittima». E uno
dei consiglieri dell'VIII Quartiere, l'avv. Claudia
Vitarelli, si spinge più in là: «Anche a Milazzo c'è
un porto con i relativi collegamenti, si dirottino lì,
tutti o in parte, i mezzi pesanti. In ogni caso il sindaco
ha il dovere di far rispettare la priorità assoluta, che
è la tutela della salute e della pubblica e privata
incolumità».
14/4/01
castigamatti ©
Blocco del
Boccetta!
Il
primo
blocco stradale sul Viale Boccetta della storia. Dopo il
gravissimo incidente di Martedì scorso oltre 500
Messinesi hanno chiuso l’importante arteria per circa 2
ore. Dapprima davanti alla Chiesa dell’Immacolata, poi
alla Villa Mazzini e in ultimo davanti alla Prefettura. Ci
sono stati attimi di tensione quando un camionista che
voleva passare ad ogni costo, stava per travolgere la
folla che reagendo prontamente, ha assalito Il presuntuoso
camionista. Abbiamo dimostrato che il territorio è Nostro
e nessun camionista è padrone di un solo centimetro delle
nostre strade.. Abbiamo sentito, tra gli altri,
l’assessore Turi Rizzo mentre parlava con dei suoi amici
e dichiarava che il doppio approdo è
solo una presa in giro per non fare niente. Noi
chiediamo all’assessore Rizzo, di dimettersi, e subito!
L’appuntamento è stato fissato per Martedì alle ore
16,00 sempre
davanti alla Chiesa dell’Immacolata per un nuovo blocco
del Boccetta.
14/4/01
gazzetta
del sud
Marzachì
ha inviato una lettera al procuratore Croce
S'interessa anche la Procura generale
Anche
la Procura generale s'interessa del “caso Boccetta”.
Il procuratore generale Francesco Marzachì ha inviato
infatti una lunga lettera al procuratore Luigi Croce, in
cui chiede di conoscere i termini della vicenda. È un
ulteriore passo in avanti quindi nell'ambito delle
inchieste che attualmente la Procura sta gestendo sulla
vicenda. All'ufficio inquirente infatti non c'è soltanto
un fascicolo giudiziario legato al maxitamponamento di
martedì scorso che riguarda il viale Boccetta. Oltre a
quello curato dal sostituto Maria Pellegrino ne esiste –
come abbiamo scritto giovedì – un altro che riguarda la
«situazione complessiva» del viale. Un faldone che si è
già arricchito di parecchi atti, visto che nei mesi
scorsi le varie sezioni di polizia giudiziaria hanno
effettuato numerosi sequestri e acquisizioni in copia di
atti amministrativi, sia al Comune che in uffici di altri
enti pubblici (e s'indaga anche su una misteriosa
sparizione di atti che riguardano i dati sull'inquinamento
ambientale, che sarebbero andati inspiegabilmente persi).
Le ipotesi di reato che la Procura sta valutando in
relazione al Boccetta sono essenzialmente due:
l'inquinamento ambientale, vale a dire l'immissione
colposa nell'atmosfera di sostanze altamente nocive per
l'uomo, e poi gli eventuali ritardi amministrativi o le
omissioni d'atti d'ufficio di cui si sarebbero resi
responsabili amministratori pubblici, o anche privati,
nell'intero svilupparsi della vicenda. Il sostituto
procuratore Maria Pellegrino ha già ricevuto una prima
informativa da parte dei vigili urbani dell'Infortunistica
che hanno eseguito i rilievi e stanno conducendo le
indagini. Rosario Miceli, che martedì con il suo Fiat
Scania ha seminato il terrore lungo il viale Boccetta,
potrebbe ricevere un'informazione di garanzia. Molto
dipenderà dalla versione dei fatti che ha fornito ai
vigili Vizzini, ma soprattutto da una circostanza ancora
al vaglio degli inquirenti: l'autista ha preso tutte le
precauzioni imposte dal codice della strada quando un
mezzo pesante si blocca praticamente in mezzo alla strada?
14/4/01
gazzetta del sud
Il sindaco ha deciso
di consultarsi con il collegio di difesa prima di
intervenire nella sua qualità di ufficiale di governo
Pronta l'ordinanza per fermare i tir
Sit-in al Boccetta: l'autista di un camion
forza il blocco e rischia il linciaggio
Nel giorno della mobilitazione dei cittadini, il sindaco
compie un passo ufficiale in direzione di una possibile
interdizione del transito dei tir nel centro abitato di
Messina. Leonardi, infatti, ha trasmesso al collegio di
difesa la richiesta di un parere relativo a due
fondamentali quesiti: 1) quali poteri competono al
sindaco, nella sua funzione di ufficiale di governo, in
ordine alla possibilità di interdire per un periodo di
tempo indefinito, con proprio provvedimento, il transito
dei tir attraverso la città, o parte del suo territorio,
considerato che essa è passaggio obbligato di tutti gli
autoveicoli tra l'Isola e il resto del Paese; 2) se un
eventuale provvedimento del sindaco possa essere adottato
anche senza un preventivo intervento delle autorità
centrali o regionali. Si attende, dunque, la risposta dei
giuristi. Come sottolinea il prof. Aldo Tigano, il sindaco
può emettere un'ordinanza (che anzi è già pronta) per
vietare il passaggio dei mezzi pesanti in alcune fasce
orarie o nell'arco dell'intera giornata. Si tratterebbe di
un gesto eclatante che, però, rischierebbe di restare
fine a sè stesso, se non ci fosse il conseguente supporto
delle autorità governative. L'attraversamento dello
Stretto è una questione che coinvolge Sicilia e Calabria,
quindi, dovrebbero intervenire il ministero degli Interni,
tramite i prefetti di Messina e di Reggio Calabria. Ed è
proprio questo l'obiettivo alla base dell'eventuale
ordinanza del sindaco: fare del Boccetta un'emergenza di
rilevanza nazionale. È evidente che bloccare i tir per un
giorno non risolve i problemi strutturali e, anzi, rischia
di avere effetti deleteri nei giorni successivi, quando si
riverserebbero in città tutti i mezzi pesanti rimasti
fermi in Sicilia o sulla sponda calabra. Ma tutti devono
sapere che qui a Messina c'è in atto una gravissima
emergenza di protezione civile, che richiede atti di
fermezza e risposte straordinarie. Solo un miracolo ha
evitato che martedì scorso si assistesse ad una vera e
propria carneficina. Si può accettare come evento
ineluttabile un terremoto, non la motrice di un
autoarticolato che si trasforma in una sorta di tornado,
travolgendo tutto quanto incontra sul suo cammino. E anche
ieri si è temuto il peggio. Erano trascorsi non più di
venti minuti dall'inizio della protesta attuata nel
pomeriggio sul viale Boccetta, all'altezza della chiesa
dell'Immacolata, quando l'autista di un tir della ditta
Puliafito Trasporti di Barcellona ha avuto un “raptus”
e ha tentato di forzare il blocco. Ha premuto
sull'acceleratore e si è fermato ad un metro da un gruppo
di manifestanti, con in testa bambini ed anziani. A quel
punto è come se fossero scoppiate le tensioni non solo di
questi ultimi giorni ma, forse, di tutti i lunghi anni in
cui una vasta porzione del centro urbano si è vista
ridotta ad un casello autostradale, ad una pericolosa e
invivibile appendice della tangenziale. Alcuni degli
abitanti del Boccetta hanno preso d'assalto la cabina di
guida del mezzo pesante. Se non ci fosse stato
l'intervento della polizia e dei carabinieri, la
situazione sarebbe potuta degenerare. Il conducente del
tir è stato fermato, anche per le sue successive
dichiarazioni (ha esclamato, rivolgendosi ai poliziotti,
«se non c'eravate voi, avrei travolto tutti»), ed ha
lasciato il Boccetta scortato dalle forze dell'ordine. È
stato questo il segno tangibile della rabbia e
dell'esasperazione che ha portato circa 400 messinesi a
scendere in strada, bloccando per oltre due ore l'accesso
al Boccetta, trasferendosi poi in via Garibaldi e
arrivando in corteo davanti alla Prefettura. La città è
rimasta paralizzata, anche per la concomitanza di ben tre
eventi (il blocco del Boccetta e di piazza Unità
d'Italia, il tragico incidente avvenuto in viale della
Libertà e la processione delle Barette lungo via
Garibaldi e corso Cavour). Non può essere definita
oceanica la partecipazione al sit-in promosso dal comitato
“La nostra città” (vi ha preso parte, in maniera
sorprendente, anche l'assessore alla viabilità Salvatore
Rizzo) ma il numero dei manifestanti è stato
indubbiamente superiore a quello di altre analoghe
iniziative svoltesi nel recente passato. Gli organizzatori
parlano di un “risveglio delle coscienze” e dichiarano
l'intenzione di proseguire ad oltranza la mobilitazione.
Per martedì è stato indetto un altro corteo, che partirà
sempre dal tempio di San Francesco. L'obiettivo è quello
di bloccare a intervalli regolari l'accesso allo svincolo,
«fino a quando non verrà posta fine, con atti concreti,
allo scandalo della “città-autostrada”». Stasera,
invece, a piazza Duomo, si terrà la «serata
dell'indignazione e della consapevolezza», per ricordare
i morti e i feriti del Boccetta. Il sindaco, intanto, ha
convocato per martedì, alle 12, un incontro con tutta la
deputazione nazionale e regionale. «La nostra città –
scrive Leonardi ai parlamentari messinesi – vive da
decenni una grave e preoccupante situazione di invivibilità
urbana per l'attraversamento del traffico diretto da e per
il Continente. Il centro urbano è attraversato
giornalmente da un flusso stimabile in circa 3 milioni e
mezzo di veicoli a motore, diretti o provenienti dagli
imbarchi Fs e dalle società private di traghettamento.
Tale flusso, aggiunto al traffico locale, determina
situazioni di gravissima difficoltà alla mobilità urbana
e ai servizi di protezione civile, nonché imponderabili
condizioni di immanente rischio per la pubblica e privata
incolumità. L'ultimo episodio ha evidenziato ancora una
volta la pericolosità delle condizioni per la cui
soluzione definitiva e strutturale l'Amministrazione ha
adottato una serie di provvedimenti». E il prefetto
Marino, da parte sua, ha convocato per sabato prossimo un
vertice con i rappresentanti del Governo regionale, delle
istituzioni e degli enti locali. Probabilmente sarà
chiesta anche la presenza delle autorità di Reggio
Calabria e di Villa San Giovanni. L'intenzione è di
definire una volta per tutte quelle soluzioni che possono
servire ad affrontare seriamente l'emergenza, non
limitandosi più a inutili palliativi, a provvedimenti e
atti deliberativi che hanno avuto ed hanno ancora soltanto
il sapore della beffa, in aggiunta ai danni che Messina
subisce da decenni
14/4/01
gazzetta del
sud
Dalle
21 a piazza Duomo la “Serata dell'indignazione”
In
memoria dei morti del Boccetta
Non è stata casuale la scelta del Sabato Santo per
organizzare la «serata dell'indignazione e della
consapevolezza». Il pacifista Renato Accorinti, che da
ieri attua lo sciopero della fame, ritiene che non ci sia
occasione migliore per «celebrare la passione della città»,
ponendo le premesse «per la sua resurrezione». Accorinti
ha motivato, in una lettera inviata all'arcivescovo
Giovanni Marra, la decisione di dar vita ad una forma di
protesta «civile e nonviolenta» quale il digiuno. Oggi,
con inizio alle 21, a piazza Duomo, si terrà un momento
di riflessione personale e collettiva per ricordare i
morti del Boccetta «ai quali saranno dedicati momenti di
silenzio come urlo delle coscienze per solidarizzare con
le famiglie e perchè tutto questo non avvenga più».
Inoltre, ci saranno spazi di approfondimento sugli effetti
dell'inquinamento acustico e atmosferico e «sui diritti
costituzionali violati quale quello fondamentale alla
salute». I cittadini che parteciperanno all'iniziativa
potranno esprimere un proprio pensiero, una frase, una
proposta, un disegno, una denuncia, che verranno inseriti
nel “Libro dei messinesi sulla liberazione dai tir».
Fioccano le adesioni alla manifestazione di piazza Duomo.
La Consulta dei cittadini interverrà, ricordando le
numerose battaglie condotte in questi anni sui problemi
della qualità della vita, della mobilità urbana, del
passaggio dei mezzi gommati pesanti diretti agli approdi
pubblici e privati. La Consulta denuncia «l'assoluta
indifferenza degli organi di stampa nazionali» su un
problema che non può essere ridotto al rango di una
vertenza localistica. Inoltre, sarà sottoposto ai
candidati alle prossime elezioni politiche un decalogo
relativo ai problemi del territorio della città e della
provincia. Sarà presente anche una rappresentanza della
federazione dei circoli socialisti, così come annuncia il
portavoce Nunzio Smedile. Hanno dichiarato la loro
adesione anche una serie di gruppi e associazioni
impegnati nel sociale e sui temi della tutela
dell'ambiente. Inoltre, saranno presenti i rappresentanti
di diverse forze politiche e, così come accaduto ieri sul
Boccetta, anche qualche candidato alle prossime elezioni.
«Non consentiremo – avvertono i promotori – la
strumentalizzazione di un'iniziativa che non ha colore
politico».
14/4/01
gazzetta del sud
Inviati
a Roma articoli e immagini dell'incidente di martedì
Legambiente
s'appella a Ciampi
Il 24 novembre scorso il presidente della Repubblica,
Carlo Azeglio Ciampi, in visita a Messina, ha riproposto
con la sua autorevolezza la centralità del problema dei
trasporti nell'area dello Stretto. E ha invitato
amministratori e politici locali a darsi da fare e
decidere, una buona volta. A questa manifesta sensibilità
istituzionale si appella Legambiente, che ha inviato
immagini e articoli dell'ennesimo incidente sul Boccetta
al capo dello Stato: «gli serviranno – si legge in un
comunicato – a farsi un'idea di che tipo di
provvedimenti siano stati adottati e sulla capacità di
governo dei nostri amministratori locali!». Legambiente,
nell'aderire alla manifestazione di protesta indetta dal
comitato “La nostra città”, ritiene che «l'emergenza
Boccetta vada letta nel più generale problema della
viabilità cittadina, che nessuna amministrazione è
riuscita ad affrontare in maniera strutturale, nonostante
negli anni siano stati varati progetti di ogni tipo e
siano stati stanziati centinaia di miliardi». Le
soluzioni che si prospettano, quali il completamento degli
svincoli e l'approdo all'Annunziata, a giudizio di
Legambiente «non faranno che spostare il problema e
crearne di nuovi». «È significativo anche il fatto –
prosegue il documento – che le uniche proposte sul
tappeto di un certo interesse per affrontare il problema
nel breve e nel medio-lungo termine (ovvero l'interdizione
del transito dei tir nelle ore di punta, l'approdo fuori
dal centro abitato, far circolare meno e non meglio le
auto in città) siano state avanzate e/o fortemente
sostenute da comitati di cittadini e associazioni e non
dagli amministratori locali. Addirittura, il comitato per
l'ordine e la sicurezza, con la presenza di tutte le
istituzioni, non ha potuto fare altro che prendere in
considerazione la proposta delle fasce orarie, sul tappeto
da circa 6 anni». «Il fatto poi – conclude Legambiente
– che il problema Boccetta sia diventato di ordine
pubblico, la dice lunga sulla capacità di governo non
soltanto degli amministratori locali, ma anche di coloro
che dicono di rappresentare la città a livello
istituzionale e che oggi sono pronti a farsi eleggere o
rieleggere. L'unica speranza è che i cittadini si
facciano sentire sempre di più, sia sul Boccetta che in
qualsiasi altra parte della città».
14/4/01
gazzetta del sud
la
protesta anti-tir / Il coro dei messinesi esasperati per
una situazione alla quale i politici non sembrano in grado
di porre rimedio
«Basta
con questa violenza quotidiana»
Tra
i manifestanti anche un camionista: ho preferito
incrociare le braccia per una giusta causa
Non c'è che dire: la strage sfiorata martedì sera sul
viale Boccetta è stata la classica goccia che fa
traboccare il vaso. Un “vaso” che i messinesi hanno
deciso di tutelare dai continui incidenti che si
ripropongono puntualmente su una delle principali arterie
cittadine, invasa quotidianamente dal transito dei tir.
Sono stanchi, gli abitanti del Boccetta: stanchi di
parole, di promesse e di attese. Per questo ieri
pomeriggio, armati di buona volontà, hanno sfidato anche
i bisonti della strada. All'iniziativa organizzata dal
comitato “La nostra città” hanno aderito in tanti,
giovani e non, accorsi nelle prime ore del pomeriggio
dalle abitazioni che si affacciano lungo il viale. «Da
trentacinque anni a questa parte nessuno ha mai cercato
una reale soluzione al problema – commenta Nunzio Irrera
– e speriamo che la manifestazione di oggi sia l'inizio
della fine di questa situazione. Noi non stiamo insultando
nessuno, al contrario veniamo giornalmente insultati e
violentati da quest'annosa questione». E tra la folla che
si agita contro i camionisti che tentano di passare
aprendo un varco nella catena umana che ostruisce il
transito, si alza un'altra voce, stanca come le altre: «Speriamo
che da qui parta una serie di iniziative che riportino in
auge una problematica così delicata, spesso dimenticata.
Lasciare che quest'episodio resti isolato è come non
averlo mai concretizzato». È un coro, quello che si
ripete sulla strada: «Fuori i tir dalla città». Un
appello accorato che uomini e donne, giovani e anziani,
pronunziano indistintamente. «Noi viviamo ogni giorno una
violenza – afferma Silvana De Tommaso – che si
presenta sotto mille aspetti, dai più piccoli ai più
grandi. Dalla polvere che invade le nostre case ai rumori
che ogni notte ci impediscono di dormire, dallo smog che
respiriamo ai pericoli che incontriamo ogni volta che
accadono episodi come quello di qualche giorno fa. La
giunta e il nostro sindaco dovrebbero vergognarsi per i
provvedimenti deliberativi che approvano. Non ultima la
delibera “Misiti” sul doppio approdo a totale
svantaggio di noi messinesi». Stavolta Messina fa davvero
sul serio e non teme neppure la rabbia dei camionisti che
sono fermi sul viale: «Sono sessant'anni che abito al
Boccetta – dichiara Carmelo Cacciola – sin da quando
esistevano ancora le fiumare; e in tanti anni ho visto
tanta acqua passare sotto i ponti, ma sempre lo stesso
risultato. Martedì ho evitato il pericolo per soli cinque
minuti. I tir vanno bloccati, ma bisogna occupare lo
svincolo, per impedire che possano transitare altrove». E
intanto, mentre le forze dell'ordine disciplinano la
situazione e riportano i tir giù del Boccetta, ci
imbattiamo persino in un camionista che abita sul viale,
Rosario Argurio: «stavolta – spiega – ho preferito
incrociare le braccia per una giusta causa, piuttosto che
continuare a lavorare». «Da trentaquattro anni vivo
l'incubo diel Boccetta – rileva Olga Borgia, componente
del comitato – e ancora non ho smesso. La presenza di
tutte queste persone oggi è rincuorante, visto che il
cittadino messinese spesso delega agli altri la soluzione
dei suoi problemi. Forse ci aspettavamo qualcosa in più,
ma se certe cose non si fanno sulla scia dell'emozione,
non si fanno affatto. La partecipazione all'iniziativa è
comunque notevole e fa comprendere l'importanza che questa
tematica ha per i messinesi. Fare lo svincolo a Giostra
probabilmente non risolverebbe nulla, ma è necessario che
chi di dovere si smuova e trovi una via d'uscita».
14/4/01
gazzetta del sud
Approdi,
definito l'accordo di programma
La giunta Leonardi ritiene di aver fatto quello che non
sono state capaci di fare le amministrazioni comunali
degli ultimi 30 anni. Aver definito l'accordo di programma
con la Regione siciliana è un traguardo che il sindaco
considera di cruciale importanza per la realizzazione, in
tempi relativamente brevi, dei nuovi approdi. Al
contrario, c'è chi paventa l'ennesima promessa quasi
impossibile da rispettare, ritenendo solo un “bluff”
la scelta del doppio approdo. In realtà, restano i
profondi dubbi sulla realizzabilità della struttura
prevista all'Annunziata, che dovrebbe essere servita da un
tunnel che per 800 metri costeggerà uno dei torrenti a
maggiore rischio idrogeologico del territorio comunale.
Inoltre, molti messinesi continuano a non comprendere
quale sia stata la logica di un simile provvedimento,
visto che si è detto a chiare lettere che l'approdo deve
essere localizzato fuori dal centro abitato, che il
litorale dell'Annunziata va inserito nei progetti del
recupero del water-front (nè più nè meno della rada di
San Francesco) e che, per consentire il passaggio
esclusivo dei mezzi leggeri, potrebbero essere utilizzate
le aree all'interno del sistema portuale (servite dalla
strada di collegamento che passa per la via Don Blasco).
L'accordo di programma, spiegano a Palazzo Zanca, è lo
strumento di attuazione degli indirizzi e dei programmi
espressi dalla maggioranza del consiglio comunale con la
delibera del giugno 2000. I progetti degli approdi a sud e
a nord sono stati inseriti nel Piano regionale della
portualità ed entro fine giugno sarà pubblicato
dall'amministrazione comunale l'elenco delle opere
realizzabili attraverso il project-financing. All'incontro
di ieri hanno preso parte l'assessore Gianfranco Scoglio,
il rappresentante dell'Avvocatura dello Stato, avv.
Antonio Ferrara, e il comandante della Capitaneria di
porto Carmelo Maccarone. «L'intesa raggiunta – dichiara
il sindaco – consentirà di chiudere finalmente la
stagione del dibattito e di passare a quella delle
realizzazioni. Aver attivato un percorso chiaro e certo
nei tempi per liberare la città dalla schiavitù imposta
dai flussi di transito costituisce certamente un primo
significativo risultato conseguito dall'amministrazione e
dal consiglio comunale. Con la soluzione della
diversificazione dei flussi e sulla conseguente
localizzazione dei nuovi approdi, si è contestualmente
aperta la prospettiva di eliminare le interferenze dei
flussi da e per il Continente sul traffico urbano. Sia per
l'approdo di Tremestieri destinato al gommato pesante sia
per quello dell'Annunziata, abbiamo provveduto ad inserire
un'osservazione che modifica le norme di attuazione del
Prg, proponendo l'inserimento delle relative opere nei
documenti di pianificazione pluriennale della città. E ciò
a prescindere dal fatto che l'approvazione dell'accordo di
programma contiene, comunque, la compatibilità dell'opera
con lo strumento urbanistico». Leonardi ha più volte
ribadito che i due progetti cammineranno in maniera
distinta, lasciando una corsia preferenziale per quello
dell'approdo a sud.
14/4/01
gazzetta del sud
Sono
arrivati da ogni parte della città per protestare «Bisognerebbe
fermare l'intera economia siciliana»
Non si respirava soltanto smog ieri pomeriggio sul viale
Boccetta, ma anche tensione. Una tensione scaturita dal
desiderio mai sopito – e ieri esternato – dei
messinesi di scrivere la parola «fine» al capitolo del
transito dei mezzi pesanti sulla strada che sempre più
spesso “regala” alla città incidenti e vittime da
ricordare. La solidarietà dei messinesi ieri pomeriggio
ha superato se stessa e le frontiere del centro: venivano
un po' da tutte le zone della città, pronti a portare il
proprio apporto alla manifestazione. «In questa città
non sono né un sindaco né l'amministrazione a comandare
– dichiara Giuseppe Bruni – ma soltanto i “poteri
forti”. Io sono un notaio e questo pomeriggio ho
lasciato le mie carte per portare il mio contributo e il
mio sostegno a tutti coloro che giornalmente vivono questo
calvario. Gli abitanti del Boccetta, infatti, sono
quotidianamente prostrati dall'inquinamento acustico e
atmosferico: il tasso di particolato è quattro volte
superiore rispetto al minimo consentito dalla legge. Un
sindaco intelligente, di fronte a una situazione
incresciosa come questa, bloccherebbe il passaggio dei tir
e fermerebbe l'intera economia siciliana pur di trovare
risposte al problema. Chiederebbe i soldi a Roma per
realizzare gli approdi a Sud e, in questo periodo, non
avrebbe difficoltà ad ottenere i finanziamenti né dalla
destra né dalla sinistra visto che siamo in piena
campagna elettorale». Per protestare sono scesi in piazza
proprio tutti, anche chi a Messina non aveva mai
soggiornato prima d'ora: «Prendo parte alla
manifestazione – commenta un venticinquenne bolognese
che preferisce mantenere l'anonimato – perché ritengo
che non sia giusto anteporre la scelta economicamente più
conveniente a un problema ambientale e di pericolosità
sociale. Situazioni incresciose come questa esistono un
po' ovunque, ma in altri luoghi sono attutite da scelte
politiche più intelligenti». Intanto cominciano ad
accorrere i primi personaggi politici al capezzale del
Boccetta, ma la gente non sembra affatto gradirne la
presenza: «Io vengo da Provinciale per partecipare a
questa manifestazione – afferma Rita Ciancio – ma
stavo andando via quando ho visto i politici della nostra
città precipitarsi all'iniziativa solo per trarne
vantaggio in vista delle prossime competizioni elettorali.
Io sono calabrese e messinese d'adozione, ma soprattutto
sono per l'uomo. Non sopporto queste strumentalizzazioni:
i politici oggi non avevano posto qui, non sarebbero
dovuti intervenire. Al contrario, avrebbero dovuto
trovarsi al Comune a cercare una soluzione certa e
definitiva al problema che sta devastando questa città e
i loro abitanti». E mentre il corteo si allontana
raggiungendo il corso Cavour, c'è chi si chiede: «Servirà
a qualcosa tutto il freddo preso questo pomeriggio?».
Resta vivo negli occhi delle persone il ricordo di quelle
tante volte in cui, rientrando a casa la sera dopo
l'ennesima strage consumatasi sul viale Boccetta, si è
tirato un sospiro di sollievo, ringraziando la sorte per
non essere stati coinvolti.
15
Aprile 2001 ( gds )
Le
proposte del Comitato
Dalla
protesta alla proposta. Il Comitato "la nostra città",
che venerdì ha portato sul viale Boccetta oltre
cinquecento persone, ha presentato al prefetto un piano
alternativo per alleviare la sofferenza degli abitanti di
quella porzione di città. Ed intanto annuncia che martedì
porterà di nuovo tutti in piazza. Nella ricetta anti-tir
spiccano la proposta sull'istituzione di tre fasce orarie
vietate ai bestioni della strada; la richiesta di
licenziamento dell'esperto del traffico Vincenzo Torrieri;
lo spostamento degli approdi della rada San Francesco
temporaneamente al molo Norimberga. Il documento sarà
illustrato ai cittadini che parteciperanno alla
manifestazione di martedì prossimo. Si tratta anche di
una serie di consigli ed indicazioni che il Comitato
fornisce al sindaco, ai consiglieri comunali ed ai
deputati regionali e nazionali che martedì incontreranno
il primo cittadino. Ma andiamo per ordine. Il Comitato
suggerisce la chiusura totale dello svincolo del Boccetta
ai TIr nei giorni di sabato, domenica e lunedì; la
chiusura totale degli svincoli di Gazzi e del centro nelle
giornate di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì; il
divieto su tutto il territorio riguarderebbe invece tre
fasce orarie:8-9; 12,30-13,30; e 19-20. In pratica i
disagi sarebbero distribuiti equamente tra le diverse zone
della città. Il Comitato chiede inoltre che vengano
applicati rigidamente i divieti di transito per i camion
nelle giornate festive già in vigore su tutto il
territorio nazionale. Un divieto che spesso dalla nostre
parti viene aggirato. Il sodalizio ambientalista si spinge
anche oltre. Le ferrovie dovrebbero inviare 5 navi
bidirezionali da utilizzare sullo Stretto. I consiglieri
comunali dovrebbero abolire, con una nuova delibera, il
provvedimento che ipotizza la realizzazione di un approdo
all'Annunziata. E poi c'è il capitolo che riguarda la
rada San Francesco. Dal comitato arriva un "no"
secco al rinnovo della concessione alle compagnie private.
Quell'approdo, in attesa di realizzare un nuovo scalo a
sud, andrebbe trasferito al molo Norimberga.I consiglieri
inoltre, secondo il Comitato, dovrebbero battersi per la
revoca dell'incarico all'esperto del traffico Vincenzo
Torrieri. I soldi risparmiati potrebbero andare, si legge
nel documento, come forma di risarcimento danni, ai
cittadini che hanno subito danni nell'incidente di martedì
scorso. Gli ultimi consigli riguardano la sicurezza.
Secondo il Comitato il codice della strada va applicato
15/4/2001
( gds )
Monsignor
Marra:un'Authority per il Boccetta
Costituire
subito un'Authority per il problema approdi e per liberare
il Boccetta dei Tir. La proposta non viene da un politico
o da un ambientalista ma a sorpresa, a scendere in campo,
al fianco del comitato "la nostra città" e
degli abitanti del viale Boccetta è l'arcivescovo
monsignor Giovanni Marra. Il presule, ieri mattina, nel
messaggio augurale indirizzato ai messinesi ha dedicato un
intero paragrafo al caso Boccetta. In mattinata
l'arcivescovo ha portato anche un messaggio di solidarietà
cristiana al pacifista Renato Accorinti che da venerdì
mattina attua lo sciopero della fame ed un sit-in di
protesta (proprio sull'argomento Tir) in cattedrale.
"Non possiamo trascurare - ha detto l'arcivescovo-che
la nostra città soffre di mali propri, che attengono alla
vita ed alla sicurezza dei cittadini. Mi riferisco
particolamente in questa occasione - ha
spiegato-all'intensificarsi sempre creescente del traffico
stradale, che taglia in due la città e la ferisce
profondamente soprattutto per l'attraversamento dei
mastodontici Tir che, nella discesa del Boccetta,
costituiscono, come accaduto di recente, una drammatica
costante causa di gravissimi incidenti non piu'
tollerabili. Si richiedono e s'invocano - ha quindi
sottolienato il presule-provvedimenti urgenti, che
garantiscano sicurezza su quella che potremmo definire una
delle piu' pericolose strade d'Italia all'interno di una
città, e che rimuovano l'inquinamento acustico ed
ambientale, superiore, certamente, ad ogni livello di
guardia e nocivo alla salute dei cittadini. Pur
comprendendo le difficoltà di scelte rapide - ha aggiunto
-ho fiducia che l'impegno e la buona volontà delle
competenti autorità sapranno trovare le soluzioni idonee
immediate ed a breve termine che diano ai cittadini
certezze e fondate speranze per il presente ed il futuro,
di ottenere finalmente quella sicurezza e quella serenità
a cui hanno diritto".
Monsignor Marra ha precisato di non essere un tecnico e di
non avere soluzioni a portata di mano ma ai poliici ha
dato un suggerimento:"Una sola autorità non basta.
Bisogna che tutti reminonella stessa direzione. E' un
fatto tra l'altro che riguarda lo Stato. Sarebbe opportuno
a questo punto costituire un'autorità che snellisca ogni
procedura che possa portare poi alla realizzazione di
solzioni alterantiva come strade del mare ed i nuovi
approdi". Nel messaggio dell'arcivesco hanno trovato
posto anche altri temi:dalla disoccupazione dell'isola
alla famiglia a cui va riservata, ha spiegato Marra, una
particolare cura.
17
Aprile 2001 ( gds )
Nuovo
Corteo sul Boccetta
Tornano
oggi in piazza gli insorti del viale Boccetta. Questo
pomeriggio nuova manifestazione di protesta indetta dal
comitato "La Nostra città". L'appuntamento è
sttao fissato per le 16 davanti alla chiesa
dell'Immacolata e poi partirà un corteo sino allo
svincolo autostradale.
Gli organizzatori vogliono bissare il successo di venerdì
scorso quando, sula viale Boccetta, hanno sfilato circa
cinquecento persone. Oggi sarà illustrato ai partecipanti
il piano anti-tir destinato al prefetto.
Un documento che prevede l'istituzione di tre fascie
orarie vietate ai Tir (8-9, 12,30-13,30, 19-20) e lo
spostamento temporaneo dell'approdo della rada San
Francesco al Molo Norimberga. Ma anche una suddivisione
equa del disagio causato dal passaggio dei Tir tra i vari
svincoli cittadini: "Gazzi", "Centro"
e "Boccetta".
Tra i suggerimenti c'è anche la richiesta di
licenziamento dell'esperto del Comune al traffico,
l'ingegnere Vincenzo Torrieri. I soldi risparmiati,
secondo il comitato, dovrebbero andare a chi martedì
scorso ha subito un danno dall'incidente causato da un Tir
proveniente da Caltanissetta.Una settimana di passione per
il caso Boccetta quella appena trascorsa che ha visto
scendere in campo persino l'arcivescovo monsignor Giovanni
Marra. Il presule ha chiesto ai politici l'istituzione di
un'autority che serva ad accelerare la procedura per la
realizzazione dei nuovi approdi. L'arcivescovo, sul caso
Boccetta ha usato parole dure definendo quell'arteria: la
strada piu' pericolosa d'Italia.
La Chiesa torna a prendere posizione così come aveva
fatto due ani fa con l'omelia con cui lo stesso
arcivescovo ha bacchettato i politici per le condizioni in
cui venivano lasciati i cimiteri. Il discorso di monsignor
Marra è giunto alla fine di una settimana di grande
tensione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso,
martedì scorso, quando, un Tir, senza nessuno alla guida,
ha travolto 23 auto. Soltanto due feriti in quella che,
soltanto per miracolo, non si è tasformata in una
tragedia.
Venerdì scorso, poi il corteo di protesta sul viale
Boccetta dove si sono vissuti momenti di tensione a causa
dell'autista di un Tir, che, spazientito dalla presenza
della folla, ha minacciato di forzare il blocco.Lo stesso
giorno Renato Accorinti, del Movimento non violento, ha
iniziato uno sciopero della fame in cattedrale conclusosi
ieri sera. Sabato la giornata della mobilitazione
organizzata dallo stesso pacifista e da Rifondazione
comunista. Un appuntamento che ha visto la partecipazione
massiccia soltanto delle forze dell'ordine.
La pioggia ed il vento hanno fatto saltare la
manifestazione. Oggi nuovo appello.
17/4/2001
( gds )
Vertice
al Comune sul "Caso Boccetta"
Doppio
appuntamento istituzionale questa mattina sul caso
"viale Boccetta".
Alle 12 il sindaco Salvatore Leonardi incontrerà i
deputati regionali e nazionali per individuare soluzioni a
medio e breve termine. In tarda mattinata il primo
cittadino si sposterà in prefettura dove il Comitato per
l'ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Giosuè
Marino dovrà decidere un piano di emergenza.
Nell'ultimo appuntamento della settimana scorsa il
programma è stato soltanto abbozzato. Le fasce orarie,
soltanto due, dovrebbero entrare in vigore dal 2 maggio.
Bisogna superare gli ultimi ostacoli rappresentati anche
dalla resistenza degli autotrasportatori ed individuare
eventuali aree di stoccaggio.
Il Comitato, presieduto dal prefetto Marino, vorrebbe
dirottare parte del traffico pesante ed in particolare
quello proveniente da Palermo sullo svincolo di
"Messina centro". Il sindaco nei giorni scorsi
ha trasmesso al Collegio di difesa un preciso quesito. Il
primo cittadino vuole sapere in particolare quali
possobilità esistano di interdire per un periodo di tempo
indefinito con un proprio provvedimento, il transito dei
Tir attraverso il territorio cittadino.
Il centro urbano è attraversato ogni anno da un traffico
di veicoli impressionante: è stato calcolato un numero
vicino ai tre milioni e mezzo.
18
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Si è svolta senza
intoppi la seconda manifestazione anti-tir che ha
comportato forti ripercussioni anche sul traffico nello
Stretto
Città
in tilt per tre ore, code fino a mezzanotte
Perfino i
poliziotti del Reparto celere di Catania che ieri
pomeriggio sono stati impiegati per garantire l'ordine
pubblico sul Boccetta lo ripetevano sottovoce, mentre
muniti di elmetto e manganello assistevano al continuo
andirivieni dei manifestanti che erano indecisi se
“presidiare” o meno il serpentone degli imbarcaderi
privati: «la protesta è sacrosanta, non si può
trascinare un problema del genere per decenni». E sono
state due ore ad alta tensione anche per il traffico
impazzito e caotico come non mai, praticamente bloccato
in una vastissima area della città e anche nello
Stretto, tra le 16 e le 18. Mentre per quel che riguarda
il cosiddetto “ordine pubblico” tutto è filato
liscio. Civile la protesta, civile l'atteggiamento delle
forze dell'ordine, nessun tafferuglio, nessuna polemica
ma automobilisti ancora una volta esasperati. Alle 18,30
era quasi tutto finito lungo i due incroci “caldi”
del Boccetta presidiati dai manifestanti, quello con via
Garibaldi e l'altro con il corso Cavour: il traffico si
è normalizzato molte ore dopo, quando tutte le lunghe
code che si erano create praticamente dall'Annunziata e
fino a piazza Cairoli, e anche lungo la via La Farina,
sono state faticosamente smaltite. Oltre alle due ore di
blocco dei transiti quasi totale tra le 16 e le 18, agli
imbarcaderi delle Ferrovie e a quelli privati della
“Tourist-Caronte” in coincidenza con il rientro dei
vacanzieri della Pasqua, ieri per il resto della
giornata si sono registrate lunghe attese. Il periodo di
massima affluenza di mezzi agli imbarchi si è
registrato tra le 13 e le 15. Intorno alle 22,30 altro
picco con code “estive”, con il viale della Libertà
impraticabile e destinato solo alla sosta dei camion in
partenza dalla Sicilia (code di tir si sono registrate
anche lungo la via La Farina, fino quasi alla
mezzanotte). Ma torniamo alla protesta. Già alle 17,
un'ora dopo che la gente aveva cominciato a presidiare i
due incroci della parte bassa del viale Boccetta
(Garibaldi e corso Cavour) si sono formate due colonne
di auto lunghissime nei due sensi di marcia, con la
gente che scendeva dalle auto e attendeva rassegnata. E
intorno alle 17 il questore Zannini Quirini, che è
rimasto in strada a controllare di persona la
situazione, ha deciso di bloccare il transito dei tir a
Villa San Giovanni per non complicare ulteriormente la
situazione. Durante la protesta i mezzi pesanti che
provenivano da Catania e Palermo sono stati dirottati e
bloccati dai vigili urbani nell'area di stoccaggio allo
svincolo di Tremestieri, e anche lungo la cosiddetta
“zona cuscinetto” in via Acireale, la parallela alla
via Bonino che viene spesso adoperata per rallentare il
flusso dei camion in situazioni di emergenza. Alle 18 in
punto il corteo ha “liberato” l'incrocio
Boccetta-Garibaldi e le auto hanno cominciato
progressivamente a riprendere la marcia, la gente è
salita frettolosamente a bordo per non perdere nemmeno
un secondo. Venti minuti dopo è stato liberato anche
l'incrocio con il corso Cavour. Intorno alle 19 i vigili
urbani hanno sospeso lo stoccaggio dei mezzi pesanti,
che hanno cominciato ad affluire regolarmente agli
imbarcaderi. Alcune considerazioni sul
“caso-Boccetta”. L'esigenza di presidiare 24 ore su
24 un asse viario che serve l'Italia e l'Europa intera
è emersa in modo chiaro ancora una volta, dopo il
devastante incidente di martedì scorso quando un tir
impazzito ha fatto “strage” di auto, ma ancora non
è stato deciso nulla su questo aspetto che è
fondamentale per cercare di ridurre la percentuale di
rischio sull'arteria (la vigilanza non deve coinvolgere
solo i vigili urbani ma tutte le forze di polizia, il
Boccetta è un problema nazionale e non locale). La
protesta di ieri, anche se indirettamente, pone
l'accento su un altro problema “storico” di Messina
che si sviluppa principalmente in lunghezza e che ha
carenza di strade sul versante sud-nord-sud. Basta
bloccare uno o due incroci nevralgici per paralizzare
l'intera città, e non esiste alcuna “via di fuga”
alternativa. Se ieri un'ambulanza si fosse trovata in
quel caos sarebbe rimasta letteralmente bloccata. Una è
passata da via Garibaldi, quando il blocco era già
stato rimosso a sirene spiegate intorno alle 18,30. E a
questo proposito la Digos ha svolto una serie di
accertamenti, per verificare se nei confronti dei
manifestanti si può ipotizzare l'ipotesi di reato di
interruzione di pubblico servizio (la figura penale del
blocco stradale non esiste più). E sempre a proposito
di vie di fuga ormai pochi ricordano che durante
l'alluvione che si abbattè sulla città nell'ottobre
del '96, per molte ore si dovette registrare il totale
isolamento di Messina. Un fatto gravissimo, una
situazione che ancora oggi, sul piano della protezione
civile, non è stata risolta
Centove.it
Boccetta ad
orologeria
Impermeabile
bianco, accento partenopeo, nervi alle stelle. Di fronte
a lui, centinaia di cittadini incavolati. Alle sue
spalle, l'Ancora, il self service simbolo della
colonizzazione della rada di San Francesco, a Messina.
Il "water front" perduto
polizia.jpgImpermeabile bianco, accento partenopeo,
nervi alle stelle. Di fronte a lui, centinaia di
cittadini incavolati. Alle sue spalle, l'Ancora, il self
service simbolo della colonizzazione della rada di San
Francesco, a Messina. Il "water front" perduto
(per dirla con il sindaco Salvatore Leonardi), dove da
trent'anni partono e arrivano le navi traghetto della
Tourist e della Caronte. Il suo nome è Antonio
Mignacca, e nella vita fa il vice questore vicario di
Messina. Un uomo di fiducia di Giuseppe Zannini Quirini,
sangue partenopeo e accento smaccato. Mignacca passa in
rassegna i celerini, parla ad alta voce, discute
animatamente con Nicola Bozzo, segretario provinciale
dei Ds e candidato del centro sinistra al collegio Sud
per la Camera dei deputati. E' giovedì 19, e il dubbio
del vicequestore è uno solo: lanciare la carica oppure
no. "Qui si sta interrompendo un pubblico servizio!
La manifestazione era autorizzata fino alla chiesa di
Portosalvo...". Cammina avanti e indietro,
Mignacca. Un semplice allontanamento dei manifestanti ha
procurato una ferita alla testa di una ragazza. E già
si dice che, praticamente, sia stata lei a dare una
formidabile capocciata al manganello fermo nell'aria.
Adesso, la situazione sta precipitando. Che fare? Tutto
si poteva pensare, a Messina. Tutto, tranne che più di
mille persone scendessero per strada a protestare.
18/4/
2001 ( gazzetta del sud )
Emergenza Boccetta /
Dopo il bis di ieri i manifestanti domani marceranno
verso la rada San Francesco
La protesta
si allarga
Attesa per il vertice
convocato sabato mattina in Prefettura
Sono
scesi nuovamente in strada. Difficile stabilire quanti
in più rispetto a venerdì scorso. Non proprio una
folla oceanica ma si è trattato certamente di una folta
mobilitazione, civile e spontanea. I messinesi chiedono
risposte immediate, al di là dei tentativi strumentali
di chi cerca di cavalcare l'onda della protesta (siamo
in piena campagna elettorale, nessuno deve
dimenticarlo). Finora non era mai accaduto che gli
abitanti del Boccetta facessero sentire finalmente la
propria voce, spezzando il silenzio dell'attesa e della
rassegnazione. Da quando il 10 aprile un tir impazzito
ha seminato per l'ennesima volta terrore e distruzione,
nulla appare più come prima. Stavolta l'intera città,
senza distinzione di colore politico, reclama atti di
forza e di coraggio, che pongano finalmente le premesse
perchè Messina non sia più “schiava” del traffico
di attraversamento dello Stretto. Il blocco attuato ieri
pomeriggio, all'altezza degli incroci con via XXIV
Maggio, corso Cavour, via Garibaldi e poi in prossimità
dello svincolo, all'intersezione con viale Regina
Margherita e viale Principe Umberto, ha causato infiniti
disagi in tutta la città. Ci sono state file da incubo,
dall'Annunziata fino a Gazzi, e fino a notte le strade
del centro hanno dovuto sopportare l'inarrestabile fiume
dei tir che erano rimasti fermi non solo nel pomeriggio
ma anche durante il periodo delle festività pasquali.
È questo l'inferno da cui Messina vuole liberarsi. Il
problema riguarda il Boccetta e viale della Libertà
(approdi Tourist-Caronte), ma interessa anche via La
Farina e Campo delle Vettovaglie (approdi Fs) e quella
porzione di viale San Martino che conduce agli imbarchi
delle società private che gestiscono i collegamenti con
Reggio Calabria. La questione è complessiva e ruota
tutta attorno a un nodo cruciale: nessun tir deve
attraversare strade del centro abitato e, perchè ciò
accada, occorre il coraggio di scelte politiche nette e
determinate, se è necessario di gesti eclatanti che
affrettino la soluzione dei problemi strutturali. Dei
collegamenti tra la Sicilia e la Calabria si occuperà
oggi il Governo nazionale, visto che l'argomento è
stato inserito all'ordine del giorno del Consiglio dei
ministri. Il ferro va battuto quando è caldo. Il caso
Boccetta può e deve diventare il simbolo di una
vertenza che non può essere certo ridotta ad un puro e
semplice problema di carattere locale. È evidente che
bisogna avere le carte in regola, dimostrando con i
fatti che si sta facendo di tutto per sbloccare opere di
assoluta rilevanza (la “Via del Mare”, gli svincoli
Giostra-Annunziata, il nuovo approdo), il cui iter
rientra nelle competenze dell'ente locale. La
manifestazione di ieri ha dimostrato come la protesta
stia assumendo varie “anime”. C'è l'ala
movimentista e “sessantottina”, nostalgica dei
cortei anti-sistema e dei sit-in sulla strada. C'è il
comitato “La nostra città” che ha organizzato il
primo corteo e che si è giustamente dissociato dalle
ipotesi di un blocco ad oltranza delle strade cittadine
(«Non possiamo farci odiare dalla cittadinanza –
dicono i promotori del Comitato – questa è una
battaglia che deve vedere impegnati tutti i messinesi»).
Ci sono gruppi, associazioni, forze politiche, che hanno
dichiarato la loro adesione alla campagna di
mobilitazione contro il passaggio dei tir nel centro
abitato. Ci sono i candidati alle prossime elezioni che,
più o meno in buona fede, si fanno vedere in prima
fila. Ci sono, però anche ragazzi e ragazze, anziani,
intere famiglie che hanno deciso di non far mancare il
loro sostegno alla forte richiesta di una città
finalmente vivibile. Per domani, alle 21, è previsto il
terzo appuntamento sotto la statua di San Francesco,
nella piazzetta davanti alla chiesa dell'Immacolata.
L'intenzione degli organizzatori è quella di dar vita
ad una fiaccolata, un corteo che dal Boccetta arrivi
alla rada di San Francesco. È stato scelto l'orario
serale per non penalizzare ulteriormente gli
automobilisti messinesi. Venerdì sera dovrebbe tenersi
un momento “di riflessione e di scambio di proposte”
a piazza Duomo. Sabato si terrà un nuovo sit-in davanti
a Palazzo del Governo, in occasione del vertice
convocato dal prefetto Marino e al quale prenderanno
parte, tra gli altri, il presidente della Regione
Vincenzo Leanza, il sindaco Leonardi, il presidente
della Provincia Buzzanca. Difficile dire se la
mobilitazione, nata in modo spontaneo, alla fine riuscirà
a cogliere i suoi obiettivi. Sarebbe però sbagliato
vanificare i buoni propositi scaricando i disagi sulle
spalle dei messinesi (come sostanzialmente è accaduto
ieri) o individuando come bersaglio gli imprenditori che
operano nel settore. Prima di ogni altra cosa ci sono
precise responsabilità politiche e sono di coloro che
non hanno capito la rilevanza del sistema dei
collegamenti nell'area dello Stretto, che non hanno dato
seguito ai progetti, che non hanno portato a compimento
le opere appaltate, che non hanno indicato con chiarezza
come, dove e quando devono essere realizzate le
infrastrutture utili a liberare Messina dalla schiavitù
del traffico pesante.
18/4/
2001 ( gazzetta del sud )
l'emergenza boccetta /
Secondo il legale del Comune avv. Rosario Cucinotta «il
sindaco non può impedire il transito dei tir»
Ma solo il coraggio
sconfigge l'ignavia
Anche la salute è
un sacrosanto diritto costituzionale da far rispettare
Il
transito dei tir non può essere impedito. A sostenerlo
è l'avv. Rosario Cucinotta, uno dei legali del Comune,
in una relazione di cinque pagine che verrà sottoposta
all'esame del Collegio di difesa. La risposta era
scontata, anche alla luce di come era stata formulata la
richiesta di parere da parte dell'amministrazione
comunale. «In relazione ai quesiti postimi – scrive
Cucinotta – appare opportuno far riferimento ad alcuni
principi di ordine generale quale quello previsto
dall'art. 117 della Costituzione per il quale
l'interesse nazionale è da configurarsi come limite
alle leggi regionali e, “a fortiori”, a qualunque
atto regolamentare o amministrativo emanato da qualunque
altra autonomia locale. Resta da esaminare come si
sostanzi l'interesse nazionale: di sicuro lo stesso è
riscontrabile in quegli ambiti la cui regolamentazione
è demandata alla potestà legislativa statuale
esclusiva quali la difesa, la giustizia, l'ordine
pubblico, i rapporti con gli Stati stranieri. Già sotto
tale profilo un eventuale provvedimento interdittivo del
transito dei tir appare illegittimo in quanto idoneo ad
ostacolare direttamente (ad esempio transito di convogli
militari) o indirettamente (transito di automezzi civili
che trasportino approvvigionamenti per strutture
militari) funzioni primarie di sicura pertinenza
statuale. Nè appare possibile che lo stato maggiore
dell'Esercito debba chiedere al sindaco di Messina (e
perchè non anche a quello di Scaletta, di Alì, Itala,
Furci, eccetera) l'autorizzazione a far transitare i
propri convogli per il territorio comunale in
determinati orari. D'altra parte, tale transito non
potrebbe svolgersi in itinerari alternativi attesa
l'obbligatorietà del passaggio sul territorio del
Comune di Messina per tutto il traffico ferroviario e
gommato tra la Sicilia e il Continente. Anche la libertà
di circolazione – insiste il legale del Comune –
corrisponde ad un rilevante interesse nazionale:
l'articolo 16 della Costituzione afferma che ogni
cittadino può circolare e soggiornare liberamente in
qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le
limitazioni che la legge stabilisce in via generale per
motivi di sanità o sicurezza. Sembra escluso che
limitazioni possano essere poste per casi particolari e
mediante atti amministrativi. L'articolo 120 della
Costituzione afferma poi che la Regione non può
adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo
la circolazione delle persone e delle cose fra le
Regioni. Se tale potere interdittivo è negato alle
Regioni, lo stesso non può essere esercitato dai
Comuni; d'altra parte appare indubbio che il blocco dei
tir è idoneo ad ostacolare la circolazione delle
persone e delle cose tra la Sicilia e la Calabria. Poiché
la norma parla di ostacolo (e non di blocco) ritengo
siano da considerare illegittimi anche provvedimenti
atti a limitare il traffico dei tir in determinate fasce
orarie, per periodi di tempo non definiti e per fatti
non eccezionali ed urgenti. Appare, infine, priva di
pregio l'obiezione per la quale esisterebbero vie di
collegamento alternative tra la Sicilia e il resto
d'Italia, quali quelle aeree e marittime, idonee a
scongiurare l'isolamento dal resto del Paese. Anche a
prescindere dalla dubbia veridicità, sul piano
fattuale, di tale affermazione la stessa appare del
tutto erronea sotto il profilo giuridico: la libera
circolazione sul territorio non può essere limitata
senza lederne irreparabilmente la sovranità e ciò a
differenza di quanto avviene per le rotte marittime ed
aeree. Blocchi marittimi ed aerei non hanno impedito la
sopravvivenza dell'Istituzione statuale (si vedano i
casi dell'Iraq e della Jugoslavia), di contro non si è
mai verificata l'ipotesi di uno Stato che sia
sopravvissuto alla perdita del suo territorio (o del
controllo sullo stesso). In conclusione la libera
circolazione sul territorio è espressione della
sovranità statale e non può essere limitata se non da
atti promanati dallo Stato stesso». L'avv. Cucinotta
esclude anche la possibilità che il sindaco intervenga
nella sua qualità di ufficiale di governo «per
interdire per un periodo indefinito (anche nel senso
dell'istituzione delle fasce orarie) il transito dei tir
attraverso la città». In ogni caso, afferma il legale
del Comune, il sindaco quale ufficiale di governo è un
organo periferico dello Stato e «non sembra sussistano
i requisiti dell'assenza sul territorio di organi
statali idonei a valutare la situazione di effettivo
pericolo per l'incolumità pubblica».
18/4/
2001 ( gazzetta del sud )
Il Comune chiede
una conferenza dei servizi per sbloccare la Via del Mare
Il Comune
ha chiesto al Genio civile la convocazione di una
conferenza dei servizi per l'approvazione del progetto
della “Via del Mare”, trasmesso per la terza volta
lo scorso 4 aprile dopo che l'organo tecnico lo aveva
rispedito senza istruttoria in quanto non conforme alle
osservazioni del Cru su diversi punti. Oltre ai
chiarimenti richiesti dal Genio civile, l'assessore alle
Infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio ha
inviato la richiesta di un incontro che sblocchi
l'approvazione del progetto di massima per l'intero
tracciato della “Via del Mare”, del cui tratto
iniziale (dalla via Don Blasco al viale Europa) verrebbe
quindi redatto il progetto esecutivo da mandare in
appalto, per una spesa di 6 miliardi sui 17 totali,
attraverso l'accensione di un mutuo o l'inserimento
nell'asse-città di Agenda 2000. «Abbiamo sottolineato
l'alta valenza della via Don Blasco come strada urbana
– spiega Scoglio – superando così le obiezioni del
Cru. Si tratta comunque di una soluzione di medio
termine, perché per appaltare l'opera e realizzarla
occorreranno da sei a dodici mesi. Nel frattempo
puntiamo sulla differenziazione dei flussi di traffico
mentre, nel lungo termine, ci sono gli approdi che
dovranno essere aggiudicati entro il 31 dicembre 2001
tra quanti avranno presentato progetti entro giugno». E
sulla possibile risposta all'emergenza-Boccetta
costituita dalla “Via del Mare” in collegamento col
Norimberga interviene anche l'ex sindaco Franco
Providenti: «Nel 1996, a seguito di un esame
approfondito della situazione viaria, mi ero accorto che
Messina aveva necessità di creare in tempi brevi
un'arteria a valle della via La Farina, sia per smaltire
il traffico in entrata da Sud sia per creare un nuovo
collegamento fra gli svincoli di Tremestieri, San
Filippo, Gazzi e il molo Norimberga. Mi sono reso subito
conto che l'operazione era facilmente realizzabile perché
bastava riunire le esistenti vie Don Blasco, Maregrosso
e Acireale con degli opportuni raccordi viari, aprendo
così una nuova ampia strada cittadina che avrebbe
contribuito anche a risanare una zona degradata». «Ho
immediatamente dato incarico all'ing. Antonio Rizzo –
prosegue Providenti – ed ho provveduto agli
adempimenti di legge per reperire i fondi necessari. Nel
giugno '98 era pronto il progetto di massima ed in due
mesi sarebbe stato disponibile quello esecutivo.
Purtroppo non sono arrivato in tempo (come mi ero
proposto) ad indire l'appalto e, successivamente
(stranamente) sono insorte difficoltà inattese e
talvolta incomprensibili. Si è arrivati a confondere il
completamento di una esistente strada cittadina con un
nuovo raccordo autostradale. Si pensa forse che i Tir
debbano passare sempre e soltanto su autostrade? Se così
fosse, dovremmo concludere che il Genio civile ritiene
Boccetta e viale della Libertà autostrade
impropriamente destinate anche al traffico locale». «La
soluzione via Don Blasco – conclude Providenti – era
fattibile in 12 mesi nel '98 e lo è ancora oggi, e non
pregiudica alcuna altra soluzione di lungo termine.
Tutte le altre ipotesi, rispettabili e fantasiose che
siano, richiedono tempi che, nella logica messinese,
vanno da dieci anni all'eternità. Mi auguro che questa
concreta ipotesi possa essere sostenuta con forza e
determinazione da tutti coloro che vogliono realmente
risolvere il dramma del Boccetta in tempi brevi».
18/4/
2001 ( ansa )
ore 14.00
Il Consiglio dei ministri e' favorevole alla
realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina per un
costo complessivo di circa 10 mila mld, ma solo se
interverra' anche il mercato finanziario italiano e
internazionale con ''un investimento che certamente non
potra' essere inferiore alla cifra di 5 mila mld''. Lo
ha detto il ministro dei Lavori pubblici Nerio Nesi in
una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine di una
riunione di governo.
ore 14.35
Entro 60 giorni saranno rese note le modalita'
dell'operazione 'Ponte sullo stretto'. Lo ha detto il
ministro dei Lavori Pubblici Nerio Nesi nella conferenza
stampa che ha seguito il consiglio dei ministri di oggi.
''La cornice finanziaria verra' fissata entro 60
giorni'' ha detto Nesi precisando che ''la ricerca del
promotore partira' da domani'' e che l'iter per
realizzare le opere ''comunque necessarie'' verra'
avviato subito.
ore 14.56
'Per il Ponte di Messina ci sara' una procedura veloce:
entro 60 giorni si porranno le condizioni perche' ci sia
un bando di gara in cui si stabilira' se questa opera
infrastrutturale sia appetibile da parte del mercato
privato''. Lo ha detto il ministro degli Affari
Regionali Agazio Loiero al termine del Consiglio dei
Ministri. ''In coerenza con tutto quello che e' stato
fatto da questo governo si e' deciso di andare al
mercato: ovviamente se il mercato dice di no il ponte
non si fara'''. In questo modo, ha concluso Loiero, il
governo ha confermato la sua attenzione ai problemi
dello sviluppo del Mezzogiorno.
20 Aprile 2001 (
Corriere del Mezzogiorno )
Mille Fiaccole contro
i TIR al Boccetta ma i celerini sfoderano i
manganelli
Il no del
questore al sit in nella rada di San Francesco con il
blocco dei traghetti non ha fermato la nuova protesta
anti-tir. Per la terza volta la rabbia dei messinesi è
scesa per strada e un fiume umano sotto le scintille
delle fiaccole si è riversato dapprima sul viale
boccetta ( bloccando per circa mezz'ora l'incrocio con
la Via Garibaldi), successivamente ( erano circa 1000
persone ) verso il viale della libertà. Striscioni e
cori di protesta hanno attirato l'attenzione di
automobilisti e si può dire, di tutta la città. I
manifestanti, arrivati all'altezza della chiesa di Porto
Salvo, si sono trovati davanti uno schieramento di forze
dell'ordine, voluto dal questore che aveva deciso di
impedire il blocco della rada. Nonostante all'inizio
della protesta il responsabile del comitato "La
nostra città" , Saro Visicaro, avesse comunicato
che anche il prefetto, nel pomeriggio aveva negato il
sit in agli approdi privati, un centinaio di persone ha
deciso di forzare il blocco della polizia e riversarsi
all'inizio del serpentone di sosta che avvia ai
traghetti. Inevitabili le conseguenze della
manifestazione sul traffico cittadino, praticamente
impazzito per la terza volta in pochi giorni,tanto che i
TIr provenienti dal boccetta sono stati dirottati su Via
Garibaldi perchè l'accesso alla rada era stato
totalmente impedito con il blocco al serpentone. Non è
finita. I manifestanti hanno poi voluto, "con forza
", andare ad occludere tutta la rada di san
Francesco. Significativa l'immagine di una nave
costretta a partire senza alcun automezzo a bordo per
evitare di essere occupata. E poi due navi, la
"Giuseppe Franza e la "Caronte",
provenienti da Villa San Giovanni, sono rimaste ferme
agli ormeggi, con il loro carico impossibilitato a
sbarcare. Davanti a questa protesta decisa, però, sono
rimaste incredule anche le forze dell'ordine, che non si
aspettavano una simile reazione, che sa tanto di
esasperazione per una situazione che si protrae da un
trentennio senza che gli amministratori abbiano mai
voluto, o saputo, porvi rimedio. Alla fine gli
agenti, per ordine del questore, hanno dovuto caricare i
manifestanti che non permettevano nè il carico delle
navi, nè che i TIR abbandonassero i traghetti che
giungevano da Villa San Giovanni. Una ragazza, colpita
alla testa, è stata accompagnata in ospedale. La
situazione si è trascinata, tra un colpo di scena e un
altro, sino a tarda notte. La rabbia si è
manifestata sin dall'inizio della protesta ed è
sfociata con il blocco totale di una rada considerata la
principale causa del continuo attraversamento dei mezzi
pesanti lungo il boccetta. Non a caso il primo
striscione che apriva il corteo così recitava: Caronte,
un traghetto per l'Inferno". Ed erano tanti gli
striscioni in sintonia. Nel momento in cui è stato
organizzato il blocco all'incrocio con Via GarIbaldi,
soprattutto i giovani ( erano in tanti ), hanno alzato
gli striscioni elevando cori di protesta e cercando di
coinvolgere tanti automobilisti rimasti bloccati ( anche
diversi consiglieri comunali che avevano lasciato la
seduta consiliare di Palazzo Zanca ). Che questa
protesta non presentasse le caratteristiche delle
precedenti lo si era capito sin dall'inizio: infatti,
dopo i discorsi tenuti da Saro Visicaro e Renato
Accorinti, a prendere il megafono è stato Giuseppe
Richichi, presidente dell'Aias, l'associazione degli
autotrasportatori siciliani. Le parole di Richichi hanno
sorpreso i presenti. " Il problema - ha detto
Richichi - è che non c'è la volontà politica di
risolvere la questione". E il rappresentante degli
autotrasportatori ha anche annunciato che il giorno
successivo all'ultimo incidente sul boccetta era stata
inviata una nota al prefetto, al sindaco, all'assessore
regionale ai trasporti ed al governo, per denunciare
" la pericolosità del Boccetta". "
Vogliamo - si legge nella nota degli autotrasportatori -
uno studio di fattibilità per costruire la via del mare
che sino ad oggi non è stata realizzata per la mancanza
di una volontà politica. la responsabilità è di tutti
- ha concluso Richichi. Da sottolineare anche un fatto
che ha mandato in collera lo stesso Richichi. A quanto
pare i camion diretti allo svincolo di Boccetta sono
stati dirottati a Villafranca, tanto che il Presidente
dell'Aias in serata si è recato dal prefetto a
Protestare. L'impressione che si è avuta ieri sera,
comunque, è stata quella di una città che ha voglia di
rompere eventuali giochi a suo discapito e di volersi
riscattare da anni e anni di procurata sonnolenza.
" quello del Boccetta - ha gridato una signora - è
solo uno dei mille problemi di Messina. Non
dimentichiamo che i nostri figli prendono un traghetto
per andare a lavorare al Nord".
22
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Consiglio
comunale / La seduta di giovedì 26
Dedicata al Boccetta
Il
consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria
giovedì prossimo per trattare l'ordine del giorno
presentato da Calogero Centofanti in merito
all'emergenza Boccetta. Si tratta di una tardiva
convocazione, visto che in molti avevano sollecitato
l'aula di Palazzo Zanca ad esprimere quanto meno
solidarietà nei confronti degli abitati del Boccetta,
in occasione del gravissimo incidente dello scorso 10
aprile. L'ufficio di presidenza ha, però, chiarito che,
essendo incardinato il dibattito sulla sessione di
bilancio, non si potevano trattare argomenti diversi.
24
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Incontri
da oggi a venerdì Silvestro: nessuna illusione
La marcia a
“tappe forzate” il cui itinerario è stato tracciato
durante il vertice in Prefettura di sabato scorso
prosegue senza sosta. Dopo il sopralluogo alla foce del
torrente Zafferia effettuato ieri dal comandante della
Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, dall'ingegnere
capo del Genio civile Domenico Fiore e dai funzionari
dei due enti, infatti, già da oggi si svolgeranno
incontri e riunioni tecniche per gli approfondimenti
sulla delicata tematica. Stamani il comandante Patrizio
Zumbo, responsabile del Demanio, sarà infatti a Palermo
per discutere con i tecnici dell'assessorato regionale
Territorio e ambiente. Le somme verranno invece tirate
venerdì sempre a Palermo ma alla Presidenza della
Regione, in un incontro con il presidente Vincenzo
Leanza dal quale ci si attende che giunga l' input
decisivo per far partire le procedure propedeutiche alla
realizzazione dell'approdo nella zona Sud e del
collegamento con l'autostrada così come indicato sabato
scorso: dalla foce del torrente Zafferia – 900 metri
più a nord rispetto all'area di Mili-Tremestieri
individuata come possibile localizzazione dei progetti
sin qui presentati sulla base del rapporto Misiti.
Giovedì, intanto, sarà dedicata alle problematiche del
Boccetta la seduta straordinaria del consiglio comunale
convocata dal presidente Filippo Livio per trattare
l'ordine del giorno presentato dal consigliere Calogero
Centofanti dopo la strage sfiorata lo scorso 10 aprile,
quando un Tir senza freni travolse in una folle corsa
ben ventitrè autovetture causando, per fortuna, solo
due feriti. Come riportiamo nella pagina seguente,
l'aula consiliare sarà anche la meta finale della
fiaccolata organizzata proprio per giovedì dal comitato
“La nostra città” che protesterà per la mancata
presa di posizione del consiglio sulla vicenda. E sulla
questione del nuovo approdo a Mili-Tremestieri, ma
soprattutto sui compiti attribuiti alla Regione è
intervenuto anche il vicepresidente dell'Ars Gioacchino
Silvestro: «Sono convinto – scrive il parlamentare
diessino – che il sistema del project financing sia
oggi l'unico strumento che possa consentire in tempi
brevi la soluzione del problema dell'attraversamento del
centro cittadino da parte del traffico gommato. Dopo
anni di sterili discussioni e di inutile dispendio di
risorse economiche, è ormai unanime l'intendimento di
localizzare nell'area Mili-Tremestieri la costruzione
del nuovo approdo della città di Messina per il
traffico leggero e pesante. La volontà di
“bruciare” i tempi previsti per gli adempimenti
burocratici emersa dall'ultima riunione convocata dal
prefetto, tuttavia, impone improrogabilmente che la
Regione, al di là delle dichiarazioni dei suoi
rappresentanti, adotti con immediatezza gli atti
indispensabili e propedeutici previsti per la promozione
del sistema del proje financing ct». In particolare,
Silvestro rimarca che «l'applicazione della Merloni-ter
in Sicilia imporrà il rispetto del termine perentorio
del 30 giugno per le attività di programmazione
dell'opera. Soltanto in tal caso, entro il 31 ottobre
del 2001 la Regione potrà esaminare il programma e
quindi bandire entro il mese di dicembre la gara
d'appalto per la costruzione e gestione del nuovo
approdo. Quindi – ammonisce il parlamentare –
nessuna euforica illusione circa la brevità dei tempi:
se si supera il termine del 30 giugno ci sarà un sicuro
slittamento di dodici mesi che la città non può
ulteriormente sopportare».
24/4/2001
( gazzetta del sud )
emergenza tir / La
realizzazione dell'approdo per i mezzi pesanti diretti a
Villa San Giovanni
Sopralluogo a Zafferia
La zona prescelta distante 900 metri dallo
svincolo di Tremestieri
Un mini approdo
temporaneo a due invasature poco più a nord della foce
del torrente Zafferia: è l'ipotesi, tutta da
verificare, che è maturata nel vertice istituzionale
tenutosi in Prefettura per fronteggiare l'emergenza
legata all'attraversamento del centro da parte dei Tir.
Su input del prefetto Giosuè Marino, il comandante
della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e
l'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore,
accompagnati da funzionari e tecnici, hanno compiuto un
accurato sopralluogo lungo il torrente. Discendendo
dalla bretella collegata al bivio per Zafferia (sulla
statale 114) hanno percorso la strada, prima asfaltata e
poi sterrata, che scende a fianco del greto, giungendo
fino alla foce del torrente. Un'area, quest'ultima,
morta e degradata: sul confine nord il terreno incolto a
valle del binario Fs – laddove si progettava di
trasferire il campo nomadi – mentre su quello sud le
pareti sbriciolate dell'ex Sanderson e i resti di Villa
Melania affidati in custodia a un'impresa. La
Capitaneria ha proposto di ubicare su questo litorale
due invasature da destinare al traghettamento dei Tir
sulla rotta Messina-Villa San Giovanni. Due punti di
ormeggio per 4 navi traghetto e un annesso piazzale
(nell'area "ex Rom") nascerebbero come un
anticipo del piano globale ma verrebbero reinseriti, in
un secondo tempo, in quell'approdo che si punta a
realizzare più a sud, nelle vicinanze della foce del
torrente Larderia. Insomma «il modulo» rientrerebbe
nelle procedure burocratiche e finanziarie del «project-financing»
alle quali il Comune e la Regione ricorreranno a norma
della legge Merloni Ter: entro il 30 giugno le scelte
pubbliche; entro il 31 ottobre la presentazione dei
progetti dei privati; poi i pareri e le approvazioni
finali. Nell'immediato, però, si potrebbe affermare, a
Zafferia, la logica dell'emergenza.
– Ma come è nata la nuova prospettiva di due
invasature alla foce del torrente? «Quest'ipotesi
marittima non è nuova – premette Maccarone – anche
se non erano stati presentati progetti in merito: quelli
fino ad oggi proposti per la zona sud, infatti, erano
partiti dal presupposto che occorresse evitare del tutto
la percorrenza della statale 114». È dunque una
prospettiva "a termine" ma in direzione della
quale ha fatto propendere un elemento: la viabilità
oggi esistente. «Era impossibile parlare di interventi
rapidi – spiega Maccarone – senza
"bypassare" la questione della costruzione di
nuovi raccordi viari: l'unica ubicazione, tra Larderia e
San Filippo, già munita di una buona viabilità, era
appunto quella situata alla foce del torrente Zafferia.
Siamo a soli 900 metri dallo svincolo di Tremestieri e
alla stessa distanza da quello di San Filippo. I Tir,
provenienti oggi da Tremestieri, passerebbero dunque per
900 metri sulla statale 114 e poi scenderebbero da
un'arteria in gran parte esistente che necessiterebbe
solo di alcune opere soprattutto ai lati del torrente:
tali interventi, come ha rilevato l'ingegnere capo del
Genio civile, appaiono al momento realizzabili senza
difficoltà rilevanti».
–Dal punto di vista marittimo le due invasature
ipotizzate a Zafferia disterebbero meno di 7 miglia
dall'approdo calabrese di Villa San Giovanni: 3 miglia e
mezzo in più rispetto alla rada di San Francesco. Il
tempo di percorrenza aumenterebbe da 20 a circa 30
minuti. E le condizioni tecniche della navigazione? «Le
caratteristiche di tale ubicazione – risponde
Maccarone – sono pressoché uguali a quelle di
Larderia-Tremestieri. Corrispondono, in breve, i profili
geomorfologico, meteomarino e idraulico-marittimo». Va
comunque detto che le 2 invasature previste per quattro
navi, a fronte delle attuali 6 che oggi collegano
Messina a Villa San Giovanni (5 a San Francesco, 1 al
porto), potranno assorbire soltanto una "buona
parte" dei Tir, non certo l'intero gommato pesante.
All'ipotesi-Zafferia si è arrivati dopo il forte invito
rivolto dal prefetto a tutti gli enti e le autorità
perché fornissero ogni minima indicazione per una
soluzione a breve-medio termine. Dopo gli ultimi gravi
incidenti a Boccetta, nell'attesa degli approdi
definitivi, occorreva e occorre sondare ogni possibilità.
Oggi, sulla prospettiva delle due invasature a Zafferia,
si terrà una riunione a Palermo, nella sede
dell'assessorato regionale al Territorio. Venerdì 26
aprile al tavolo della presidente della Regione Vincenzo
Leanza, alla presenza del prefetto Giosué Marino, si
tireranno le prime somme.
SOPRALLUOGO – Abbiamo verificato ieri la «viabilità
esistente» che dalla Statale 114 conduce all'arenile di
Zafferia. Il conducente di un Tir proveniente da
Tremestieri deve percorrere 900 metri per arrivare al
bivio per Zafferia. Dovrebbe quindi imboccarlo, salire
per qualche decina di metri e svoltare subito a destra
per immettersi nella strada asfaltata che discende verso
la foce del torrente Zafferia: in questa prima manovra
però incontrerebbe, nelle attuali condizioni, grande
difficoltà (se non impossibilità): il raggio di curva,
infatti, è molto ridotto. L'intervento d'allargamento
comunque non sarebbe difficile grazie anche a un piccolo
piazzale adiacente. Una volta percorsa buona parte della
discesa asfaltata, per far raggiungere ai camionisti la
foce sono ipotizzabili due diversi innesti nella arteria
in terra battuta che scende lungo argine (già oggi
percorsa dai camion di due imprese): il Genio Civile
dovrà dire se e dove l'innesto è "sicuro"
dal punto di vista dell'equilibrio idrogeologico della
fiumara. Giunti oggi alla foce, ci si indigna di fronte
al degrado e all'illegalità che infestano la foce e i
litorali: cataste di tegole di Eternit, masse di
ferraglia, detriti edili, il beffardo cartello di
sequestro di vecchie discariche abusive. Da questo punto
di vista la realizzazione delle invasature, con
l'annessa regimentazione idraulica del torrente, sarebbe
un toccasana.
24/4/2001
( gazzetta del sud )
emergenza tir / Il
gruppo Franza ha presentato un progetto di massima di
attracco per il traffico pesante, individuato in località
Bolano
Approdo a Sud, l'interfaccia è Villa S.
Giovanni
Il terminal verrebbe collegato direttamente
all'autostrada evitando interferenze con le rotte delle
Fs
Se a Messina
la scelta dell'approdo per il traffico gommato pesante
sembra ormai compiuta, con la localizzazione alla foce
del torrente Zafferia individuata nei giorni scorsi in
Prefettura (anche se ovviamente non può ancora
trattarsi di una soluzione definitiva), a tutt'oggi non
è stata avanzata alcuna ipotesi di localizzazione di un
sito sulla sponda calabra che possa costituire
l'interfaccia di quello nella zona Sud. La prima, in
effetti, risale a questi giorni ed è stata presentata
dalle società del gruppo Franza (“Caronte” e
“Tourist Ferry-Boat” attraverso la loro joint
venture “Travel Tickets srl”) insieme alla richiesta
di concessione demaniale depositata lo scorso 19 marzo
all'Autorità marittima di Reggio Calabria: si tratta di
località Bolano, a sud del centro urbano di Villa San
Giovanni e dunque degli attuali imbarcaderi privati e
delle Ferrovie. Questi ultimi, secondo il gruppo Franza,
«nonostante la limitata superficie dei piazzali e
l'impossibilità di realizzarvi delle funzionali
attrezzature di supporto, hanno dimensioni e capacità
sufficienti a garantire il transito ed il traghettamento
del solo traffico leggero, nelle more della
realizzazione del Ponte, almeno per il prossimo
quindicennio». Il che significa che saranno
interfacciati con l'approdo dell'Annunziata, destinato
al traffico leggero, e collegati direttamente alla rete
autostradale dal Comune di Villa S. Giovanni con i fondi
dell'accordo di programma del '90. Ma né l'attracco
attuale né una soluzione a Reggio Calabria (la cui
disponibilità, peraltro, è stata recisamente negata
dal sindaco Italo Falcomatà) possono – sempre secondo
“Caronte” e “Tourist” – garantire
l'assorbimento dei crescenti volumi di traffico dei
mezzi pesanti: si rende quindi necessaria la
realizzazione di nuove infrastrutture anche sulla sponda
calabra, in un punto che è stato individuato a sud di
Villa come prevede l'accordo di programma e precisamente
in località Bolano. «La realizzazione di un approdo in
tale sito – recita un comunicato stampa diffuso ieri
dalle due società – consentirebbe di realizzare un
terminal traghetti collegato direttamente con la rete
autostradale, di evitare l'incrocio delle rotte tra le
navi Fs dedicate al traghettamento dei treni e quelle
dedicate ai mezzi pesanti, di garantire una rotta di
lunghezza analoga a quella per raggiungere Reggio
Calabria, riducendo però il percorso autostradale dei
mezzi diretti al Nord». L'infrastruttura (comprendente
anche la viabilità di collegamento all'autostrada
Salerno-Reggio Calabria), per la quale sono previsti
tempi di realizzazione di 24/36 mesi dal rilascio delle
autorizzazioni e una spesa complessiva di 40 miliardi,
si articola in 6 accosti: 2 per navi traghetto di
dimensioni da 120x20 metri e 4 per navi da 90x18 metri.
L'orientamento delle opere di accosto è stato
selezionato sulla base degli studi meteomarini e allo
scopo di consentire l'attracco simultaneo di tutte le
navi (20 e 12 metri le distanze di sicurezza di
interspazio rispettivamente per i traghetti più grandi
e quelli più piccoli). Le opere edili riguardano la
rete dei sottoservizi e una palazzina di due piani fuori
terra per uffici e centro gestionale del terminal, oltre
a 5 box prefabbricati per la biglietteria. Le opere
stradali, infine, consistono in una bretella di
collegamento con lo svincolo di Villa S. Giovanni della
A3, quasi interamente su viadotto con campate di 30
metri e pile di altezza massima di 20 metri e fondazioni
su pali. È stato progettato anche lo svincolo sulla Ss
18 Tirrena Inferiore per il traffico locale. Insomma,
con la presentazione del terzo progetto di nuovi approdi
(dopo quello per l'Annunziata e quello per
Mili/Larderia) “Caronte” e “Tourist” annunciano
il completo adeguamento alle prescrizioni della delibera
adottata dall'amministrazione comunale di Messina sulla
base del rapporto Misiti e, anzi, rispetto ai primi due
elaborati redatti accettano anche l'individuazione di
Villa S. Giovanni anziché di Reggio Calabria come
interfaccia sulla sponda calabra. Naturalmente –
essendo stato presentato oltre un mese fa alla
Capitaneria di Reggio – il progetto non tiene conto
della nuova soluzione prospettata in Prefettura sabato
scorso, vale a dire lo spostamento di circa 900 metri in
linea d'aria più a nord dal confine tra Mili Marina e
Tremestieri alla foce del torrente Zafferia. A lume di
naso, però, questa variazione dovrebbe facilitare
ulteriormente il collegamento, diminuendo la lunghezza
della tratta e consentendo la realizzazione dell'approdo
con minori opere a terra per la conformazione più
favorevole del litorale in quel punto.
24/4/2001
( gazzetta del sud )
Boccetta:
oggi assemblea, giovedì protesta in Consiglio
Non si ferma
la mobilitazione dei cittadini sull'emergenza-Tir: oggi
alle 16,45 si terrà un'assemblea nei locali della
parrocchia S. Maria di Gesù a Provinciale. Nel corso
dell'iniziativa, organizzata dal prof. Renato Accorinti
del Movimento non violento, verrà fatto un resoconto
delle tre manifestazioni di protesta adottate dai
cittadini e del vertice svoltosi in Prefettura, e quindi
tracciato un percorso comune stabilendo metodo, tempi e
obiettivi per continuare a lottare fino ad ottenere
certezze per liberare la città dai Tir. Giovedì,
invece, verrà riproposta l'ultima manifestazione
organizzata dal comitato “La nostra città”: la
fiaccolata di giovedì sera. Partenza anche stavolta
fissata per le 21 dalla chiesa di S. Francesco
all'Immacolata nel viale Boccetta, ma la meta sarà
diversa. Dopo la discussa occupazione degli imbarcaderi
privati alla rada San Francesco (non condivisa da gran
parte dei duemila manifestanti e conclusa con lievi
scontri con la Polizia, in seguito ai quali una ragazza
è rimasta ferita), giovedì la meta del corteo sarà
Palazzo Zanca: il coordinamento intende infatti portare
la propria protesta alla seduta del consiglio comunale
che è fissata proprio per giovedì. La protesta sposta
dunque il proprio obiettivo: dalla rada San Francesco
– e di conseguenza dalle compagnie private di
traghettamento “Caronte” e “Tourist” –
all'ambito della politica e delle istituzioni, accusate
di non aver fatto il necessario per alleviare il disagio
per i cittadini del Boccetta e, più in generale, per i
messinesi. L'identificazione con l'amministrazione
comunale, e in particolar modo con il sindaco Leonardi,
dell'«ostacolo principale allo spostamento degli
approdi dal viale della Libertà e dal centro della città»,
era peraltro stata già avanzata dal comitato nella nota
diffusa subito dopo la manifestazione di giovedì
scorso. Nel prossimo periodo, tra l'altro, è prevista
una nuova tappa delle iniziative di protesta messe in
atto dai cittadini. Un corteo – la data non è stata
ancora fissata – dovrebbe recarsi nel luogo in cui un
Tir uccise una donna facendo manovra per raggiungere gli
approdi delle Ferrovie dello Stato e delle compagnie
private “Meridiano” e “Ngi” che effettuano il
collegamento tra Messina e Reggio Calabria. La lotta per
liberare la città dal traffico pesante, dunque,
continua.
24/4/2001
( gazzetta del sud )
Stamani
conferenza stampa di Matacena sullo scalo per i
traghetti di Tremestieri
Si muovono i
Franza e si muove anche Amedeo Matacena senior.
L'armatore di origine napoletana terrà stamani alle 11
all'Hotel Jolly una conferenza stampa sul tema
dell'approdo per traghetti di Tremestieri. Matacena ha
infatti presentato il 20 aprile dello scorso anno alla
Capitaneria di porto, per conto della “Amadeus spa”,
un progetto per la realizzazione di un approdo alla foce
del torrente Larderia (in località Mili Marina, al
confine con Tremestieri) con la relativa richiesta di
concessione di aree demaniali per una durata
trentennale. Il progetto redatto dalla “Amadeus”
riguarda esclusivamente un approdo per veicoli (non
quindi il porto commerciale previsto dalla relazione
Misiti) con la realizzazione di due invasature a 200
metri di distanza l'una dall'altra e servite da un
piazzale d'ingresso con un “serpentone” di circa
quattro chilometri in collegamento con lo svincolo
autostradale e la ferrovia. Il costo complessivo
previsto nell'elaborato è di 70 miliardi. L'istanza di
concessione trentennale, invece, interessa 137.365 metri
quadrati di demanio (47.698 di superficie catastale,
41.507 di aree prive di dati catastali e 48.160 di
specchio acque) a circa novecento metri di distanza dal
punto alla foce del torrente Zafferia che è stato
recentemente individuato dalle istituzioni – in un
vertice svoltosi in Prefettura – come possibile
localizzazione dell'approdo a Sud.
25 Aprile
2001 ( lettera aperta di Bruno Alibrandi al Cavaliere
Amedeo Matacena )
Caro
Cavaliere Matacena ho seguito attentamente in questi
due anni i suoi tentativi per liberare la città
di Messina e di Villa San Giovanni dalla schiavitù
dei TIR ed oggi mi sento di farle un'esortazione:
Adesso che
Prefetto,Sindaco, Presidente della Regione etc hanno
finalmente capito che l'unico approdo possibile deve
essere ubicato a Sud, la prego di non
"turbare" questo idialliaco clima di
concordia e di lasciare che i "signori" di
Messina provvedano a risolvere il problema.
Lei non
vive a Messina e quindi non può notare lo splendido
momento che la città sta vivendo dove un Sindaco
viene preso a braccetto (o al guinzaglio?) dal
"rampollo" della famiglia dei traghettatori
per festeggiare la vittoria sul Palermo, dove un
Sindaco, nel ricevere Katia Ricciarelli, viene
"accompagnato" dall'altro
"rampollo" della stessa famiglia.
Adesso non
pensi male o, addirittura, denunci il Sindaco
alla magistratura (come ha già fatto in un passato
recente).......che ne sa Lei se non ci sia addirittura
un rapporto di "collaboratore
coordinato" e tutto questo per il bene della città?
Del resto
anche la matrona della famiglia di cui sopra ha
dimostrato l'interesse e l'amore per questa città
annunciando, a mezzo stampa e con lettere personali
indirizzate, tutti i progetti che il gruppo, o gli
uffici tecnici degli assessorati competenti (che
importanza ha?), ha elaborato per risolvere il
problema TIR nel breve medio e lungo periodo.
Lei in
passato ha più volte tentato, assieme ad imprenditori
alleati, di far valere il principio della libera
concorrenza facendo richiesta di concessioni a San
Francesco e a Villa San Giovanni e tale principio,
caro Cavaliere, a Messina non può valere giacchè in
questa città è stato istituito il punto
"franco" Franza e quindi è inutile
appellarsi a principi comunitari o quant'altro.
Perchè
non pensa caro Cavaliere alla sua venerabile età e,
soprattutto, ad un modo meno stressante di viverla
anche perchè il clima di "caccia alle
streghe" (così riferì qualche organo di stampa)
che si creò dopo l'omicidio Bottari sta
scemando.......
25/4/2001
( gazzetta del sud )
Nella
chiesa di S. Maria si è discusso del ventilato
passaggio dei mezzi pesanti da sud
E gli abitanti di
Tremestieri chiedono garanzie
Saranno
forse soluzioni diverse quelle proposte ieri
pomeriggio nel corso dell'assemblea tenutasi nella
chiesa di Santa Maria del Gesù sul «caso Boccetta»,
ma hanno sempre una matrice comune: liberare la città
dai tir. Una cinquantina di persone hanno preso parte
all'incontro organizzato da Renato Accorinti per
proporre idee concrete, all'indomani della fiaccolata
che ha visto scendere in piazza oltre 1500 messinesi
contro il passaggio dei tir dal viale Boccetta. «Ormai
abbiamo un'esperienza trentennale in questo campo –
ha detto Accorinti – e per questo sappiano bene che
alle parole devono seguire i fatti. È lo stesso
diritto costituzionale alla salute di cui ogni uomo è
portatore che ci spinge a intervenire. E la mia
proposta è semplice: scegliamo Tremestieri perché lo
svincolo è a quota zero, visto che non ci sono
pendenze, realizziamo una bretella che colleghi
l'autostrada direttamente al mare e,
contemporaneamente, favoriamo il libero mercato,
abbattendo ogni forma di monopolio nella gestione del
servizio di traghettamento, magari anche con la
costituzione di una società mista alla quale
partecipi il Comune». Assente all'assemblea Saro
Visicaro, il presidente del comitato “La nostra città”,
che giovedì scorso si è dissociato dall'iniziativa
dei tanti che, dopo aver «sfondato» il blocco delle
forze dell'ordine, posto all'altezza della chiesa di
Portosalvo, avevano raggiunto gli imbarcaderi della
Tourist e della Caronte. «Conosco Saro da trent'anni
– aggiunge Accorinti – e son certo che la sua
assenza oggi non voglia significare una spaccatura tra
noi e il comitato. Per questo tutti noi parteciperemo
alla fiaccolata in programma giovedì sera, convinti
che si vince soltanto restando uniti». Ma l'idea di
dirottare i tir dall'altro capo della città non fa
certo impazzire gli abitanti della zona sud, che non
hanno tardato a far sentire la propria voce: «Noi
della zona sud viviamo da anni una situazione
drammatica – ha esordito Giovanni Ferrara – che ci
è stata regalata dal depuratore di Mili, dalla
discarica di Vallone Guidari (chiusa, ma mai risanata)
e dalla creazione dell'area artigianale di Larderia,
una vera e propria cattedrale nel deserto. La delibera
del giugno 2000 è stata approvata
dall'amministrazione comunale senza che i quartieri
interessati all'approdo avesse dato il benestare, ma
non si può pensare di liberare la città trasferendo
i problemi da una zona all'altra». E non si può
certo dire che questa sia stata un'opinione isolata.
«Abito nella zona sud – ha sottolineato Flavia
Cantio – ma ho partecipato con convinzione ed
entusiasmo alle manifestazioni sul Boccetta. Ma adesso
non posso restar zitta e inerme di fronte alle
continue prese in giro che ci vengono propinate.
L'approdo a Tremestieri servirà solo a creare lo
stesso problema nella zona sud e noi non possiamo
permetterlo. Abbiamo dato noi a questi signori il
potere di decidere e sempre noi possiamo mandarli a
casa». E, tra i tanti intervenuti, c'è stato anche
chi ha proposto come Ninni Artemisia, di astenersi
alle prossime consultazioni elettorali, o chi, come
Anna Stancanelli, ha parlato della costruzione di
pontoni mobili che evitino approdi di cemento nella
zona sud, oppure chi, come Giuseppe Restifo, ha
sottolineato la necessità di realizzare un approdo
leggero a Tremestieri, sollecitando il collegamento
marittimo tra Gioia Tauro e Milazzo. «La nostra non
deve diventare una guerra tra poveri – ha concluso
Dario Nicoletti – ma un momento di confronto e di
unione tra tutti gli abitanti dei tre torrenti. Solo
così potremo far sentire veramente la nostra voce».
L'appuntamento è per domani sera alle 21 davanti la
chiesa di San Francesco dell'Immacolata, da dove
partirà una nuova fiaccolata con direzione Palazzo
Zanca
24/2/2001 (
gazzetta del sud )
Emergenza
tir / Esaminati ieri a Palermo gli aspetti tecnici
relativi alla realizzazione del primo modulo
dell'approdo
La scelta ricade su
Larderia
Amedeo Matacena
ribadisce: l'interfaccia deve essere Reggio Calabria
Realizzare
il mini-approdo temporaneo, con le prime due
invasature, alla foce del torrente Zafferia o del
Larderia? Andare avanti con le procedure del
“project financing” oppure riavviare l'iter delle
istanze di concessione demaniale già presentate dalle
società Amadeus (Matacena senior) e Travel Tickets
(gruppo Tourist-Caronte)? È su questi interrogativi
che i tecnici dell'assessorato regionale al
Territorio, del Genio civile e della Capitaneria di
porto hanno lavorato per ore ieri pomeriggio a
Palermo. Si è partiti dall'indicazione emersa al
termine del vertice di sabato scorso convocato dal
prefetto Marino: trovare una soluzione che sia
concretamente realizzabile in tempi relativamente
brevi. Sul piano strettamente tecnico tutti ieri si
sono dichiarati d'accordo nel ritenere facilmente
superabili i problemi di accesso alle invasature del
mini-approdo alla foce del torrente Zafferia. Ma
trattandosi del primo “modulo” del progetto
complessivo che dovrebbe essere realizzato nel
litorale sud, c'è chi considera più utile ed
efficace prevedere i due attracchi alla foce del
Larderia, cioè 900 metri più a sud, in quello
specchio di mare dove sono state previste le nuove
strutture portuali dalle società che nel '98 hanno
fatto richiesta di concessione demaniale. Le due
localizzazioni – chiarisce il comandante della
Capitaneria Carmelo Maccarone – non sono, comunque,
in antitesi ed anzi potrebbero essere perfettamente
compatibili tra loro. «Non va dimenticato – afferma
Maccarone – che oggi la città utilizza 9 approdi,
tra quelli della rada di San Francesco, dei privati
che operano al molo Rizzo e delle Ferrovie dello Stato».
Alla fine, comunque, la scelta è ricaduta sulla foce
del Larderia e la decisione dovrebbe essere ratificata
nel corso della riunione che è stata convocata per
venerdì dal presidente della Regione Vincenzo Leanza.
La società Amadeus, intanto, non recede
dall'obiettivo di realizzare l'approdo a Tremestieri.
Il presidente Amedeo Matacena ieri mattina, nel corso
di una movimentata conferenza stampa svoltasi nel
salone del Jolly Hotel, ha annunciato di aver
presentato a Palermo tutti gli atti indispensabili per
arrivare all'affidamento della concessione in
“project financing”. È stato chiesto, infatti,
l'inserimento del progetto redatto dalla Technical nel
piano triennale delle opere pubbliche della Regione.
Inoltre, è stata prodotta l'istanza per la
classificazione della struttura nella categoria dei
porti di interesse regionale. Matacena non ha
risparmiato velenosi strali nei confronti
dell'amministrazione comunale e dei vertici delle
Autorità portuali di Messina e di Reggio Calabria. «Quello
del doppio approdo Annunziata-Tremestieri – ha
ribadito – è stato ed è solo un trucco per
lasciare le cose come stanno. Tutte le richieste di
concessione presentate per spezzare il monopolio
esistente alla rada di San Francesco non sono state
neppure prese in considerazione. L'interfaccia
dell'approdo di Tremestieri non può non essere Reggio
e il sindaco Falcomatà non ha alcuna competenza su
scelte riguardanti aree del Demanio». L'ex
amministratore della società Caronte (è stato
presidente del Cda fino al 1990 e la sua famiglia ha
detenuto il 43% del pacchetto azionario fino al 1998)
ha rivendicato a sè il merito di aver impiantato in
riva allo Stretto i servizi di traghettamento privati:
«Cominciammo nel 1965 alla rada di San Francesco –
dice – ma era un'altra epoca. Adesso mi muove solo
un obiettivo: realizzare il terzo tempo della storia
dei traghetti tra Messina e la Calabria. Si può
credere o meno, ma anche se altri costruissero
l'approdo a sud sarei egualmente contento,
l'importante è liberare la città dalla schiavitù
dei tir». Matacena, però, ha poi difeso a spada
tratta il progetto della “Technical”, definendolo
il migliore che ci sia in circolazione. La foce del
Larderia – hanno ribadito i tecnici della
“Amadeus” – è la zona del litorale sud che
presenta le migliori condizioni baltimetriche e
meteomarine. Inoltre, la contiguità con lo svincolo
di Tremestieri è un prezioso punto a favore, poiché
il tempo che si perderebbe “via mare” lo si
recupererebbe “via terra”, grazie al collegamento
diretto con l'autostrada. Il progetto prevede quattro
ormeggi per navi bidirezionali, con possibilità di
ricavarne anche un quinto. In una prima fase
verrebbero realizzate le invasature, in un secondo
momento la diga foranea galleggiante ancorata sui
fondali e, come si legge nella relazione progettuale,
«tenuta in posizione lato terra con un moderno
sistema di cerniere sferiche, così da garantire
l'agibilità dello scalo anche nelle peggiori
condizioni meteomarine». Il costo della prima fase si
aggira intorno ai 28 miliardi, il progetto complessivo
raggiunge gli 80 miliardi. Durante l'incontro sono
stati numerosi gli interventi e gli spunti polemici. A
prendere la parola è stato anche il responsabile
della Società di navigazione incremento, il
comandante Bonaccorsi, il quale ha sottolineato come
da oltre due anni rimangono inevase le richieste di
concessione demaniale per l'utilizzo di una o più
invasature nei pressi della foce del torrente Giostra.
«Non è possibile – ha dichiarato Bonaccorsi –
che, in attesa di realizzare il nuovo approdo, chi ha
tutte le carte in regola per operare nel settore non
venga messo nelle condizioni di poterlo fare. Abbiamo
il massimo rispetto per tutti i soggetti
imprenditoriali ed abbiamo sempre detto di essere
pronti ad attenerci alle indicazioni delle autorità
in merito alla localizzazione degli attracchi. Ma è
avvilente scontrarsi con un muro di gomma e avere una
flotta, anziché di marittimi, di giuristi ed avvocati».
Sulle questioni dell'emergenza tir, infine, interviene
nuovamente l'Associazione imprese autotrasportatori
siciliani. «L'Aias – afferma il presidente Giuseppe
Richichi – esprime tutta la sua solidarietà agli
abitanti di viale Boccetta per i disagi ambientali
evidenziati con le proteste messe in atto in questi
giorni. Ci auguriamo che l'attuale amministrazione
comunale sappia porre rimedio al danno urbanistico
venutosi a creare, causato dalle disattenzioni di anni
e anni. Nell'interesse della categoria, manifestiamo
però serie perplessità sui metodi messi in atto
perché protestare impedendo il solo transito dei tir
assume un carattere discriminatorio nei confronti di
lavoratori che non hanno alcuna responsabilità».
Richichi si appella al «senso di ospitalità che ha
sempre contraddistinto il popolo messinese». Fin
troppo “ospitale”, ci permettiamo di aggiungere.
26
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Emergenza
tir / Mentre stasera è prevista una nuova fiaccolata
diretta dal Boccetta a Palazzo Zanca
Approdo a sud, domani le decisioni definitive
Riprenderanno
in mano le fiaccole e marceranno stasera alla volta di
Palazzo Zanca. Non cala la tensione sull'emergenza
Boccetta. Stasera è prevista la quarta manifestazione
di protesta contro il passaggio dei mezzi gommati
pesanti nel centro abitato. L'appuntamento è alle 21
alla piazzetta della chiesa di San Francesco
all'Immacolata. Il corteo si muoverà in direzione
dell'aula comunale. Il sit-in organizzato dal comitato
“La nostra città” e da una serie di gruppi e
associazioni avrà oggi un taglio più “politico”,
visto che il consiglio è il luogo istituzionale dove
sono state prese le decisioni strategiche – si veda
la delibera del “doppio approdo” – e dove sono
stati approvati gli indispensabili strumenti di
programmazione (a partire dal nuovo Prg). E proprio
stasera l'assemblea comunale è chiamata a discutere
l'argomento-tir, a seguito della presentazione di un
ordine del giorno da parte del consigliere Calogero
Centofanti. Si prevede, dunque, una seduta
particolarmente “calda”. Domani a Palermo, invece,
dovrebbe essere ratificata la scelta concernente la
realizzazione del nuovo approdo a sud, già tracciata
dai tecnici dell'assessorato regionale al Territorio,
del Genio civile e dai rappresentanti della
Capitaneria di porto nel corso dell'incontro svoltosi
martedì pomeriggio. Il dilemma riguardante
l'ubicazione alla foce del torrente Zafferia o della
fiumara Larderia è stato sciolto in favore di
quest'ultima. L'altra ipotesi, però, non è stata
definitivamente accantonata. La foce del Zafferia si
lasciava preferire per una più agevole realizzazione
delle strutture a mare. Ma Larderia è stata indicata
come la soluzione migliore, in virtù del collegamento
diretto tra lo svincolo autostradale di Tremestieri e
il futuro approdo. Appare, quindi, più conveniente
porre mano al primo “modulo” del progetto in
quella parte di litorale dove era stato previsto
l'approdo a sud. In ogni caso, si potrebbe anche
pensare di realizzare altre invasature alla foce del
torrente Zafferia, in modo da arricchire la dotazione
strutturale. Il vertice di domani, che sarà
coordinato dal presidente della Regione Vincenzo
Leanza, dovrebbe servire non solo a individuare la
soluzione definitiva ma anche a calendarizzare tutte
le tappe dell'iter tecnico-amministrativo secondo una
serie di rigorose scadenze. Il primo traguardo
intermedio è certamente quello del 30 giugno, un
termine previsto dalla legge entro il quale devono
essere presentati i progetti da parte degli
imprenditori che intendono realizzare il nuovo approdo
secondo le procedure del “project financing”.
Secondo il comandante della Capitaneria di porto
Carmelo Maccarone, i progetti che sono stati
presentati nella prima fase ('98-99) – dalla società
Amadeus di Matacena senior e dalla Travel Tickets del
gruppo Tourist-Caronte – sono tra loro
armonizzabili. La scelta definitiva, in ogni caso,
rientra nelle competenze regionali, tramite
l'istruttoria dell'autorità demaniale. Ed una delle
condizioni essenziali è l'inserimento del progetto
dell'approdo a sud nel piano triennale delle opere
pubbliche della Regione siciliana. Così come occorre
la classificazione della nuova struttura tra i porti
di interesse nazionale o regionale. Nei prossimi
giorni si capirà se quello dell'approdo a sud è un
percorso realmente concreto o se è soltanto
l'ennesima illusione di una città che da decenni va
piangendosi addosso sull'emergenza-tir. Nel frattempo,
si dovranno avere risposte certe anche sull'iter di
attuazione dell'accordo di programma del 1989 (con il
completamento degli svincoli Giostra-Annunziata),
sulla costruzione della “strada del Mare” e di
tutte quelle infrastrutture in grado di alleviare i
disagi sopportati dai messinesi. Non sono certo
sufficienti le fasce orarie che scatteranno sul
Boccetta a partire dal 7 maggio e che inevitabilmente
aggraveranno la situazione lungo viale Europa o le
altre arterie collegate alla tangenziale.
27
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Le
questioni del transito dei tir e degli approdi sono
considerate dal ministro emergenza da Protezione
civile
Bianco: pronto a intervenire
Oggi il vertice da Leanza. Oltre mille
persone hanno sfilato in corteo fino al Comune
Missione a
Palermo. Mentre il ministro degli Interni Enzo Bianco
dice di essere pronto a intervenire come massima
autorità di Protezione civile, il sindaco Leonardi,
accompagnato dai professori Aldo Tigano e Raffaele
Tommasini, incontrerà oggi il presidente della
Regione Vincenzo Leanza e l'assessore al Territorio
Carmelo Lo Monte. Dal vertice si attendono risposte
immediate sul piano operativo. Da un lato, c'è da
definire l'accordo di programma in base al quale si
potrebbero accelerare le procedure per la costruzione
dei nuovi approdi. Dall'altro, emerge la necessità di
concordare un percorso comunale, di fissare un
calendario, con tempi ristretti e scadenze da
rispettare rigorosamente, per realizzare una prima
parte degli interventi previsti. I tecnici della
Regione, della Capitaneria di porto e del Genio civile
hanno indicato la soluzione dell'approdo alla foce del
torrente Larderia, nel territorio di Tremestieri. Oggi
quel che si attende è la decisione definitiva sul
piano politico. La tensione in città resta alta, le
proteste non accennano a placarsi. L'emergenza
Boccetta e le questioni complessive
dell'attraversamento dello Stretto non cadono nel
dimenticatoio. Anche ieri sera, all'appello del
comitato “La nostra città” e di altri gruppi e
associazioni, hanno risposto oltre mille messinesi,
che hanno dato vita ad un corteo dalla chiesa
dell'Immacolata fino a Palazzo Zanca. In serata era
stato convocato il consiglio comunale per discutere un
ordine del giorno presentato da Calogero Centofanti.
L'ufficio di presidenza ha deciso, però, di
sospendere i lavori d'aula e di rinviarli di 24 ore,
aspettando di conoscere e di approfondire i contenuti
delle proposte annunciate dal comitato. Una decisione,
quella di far slittare il dibattito, che ha scatenato
l'ira di molti dei manifestanti, che hanno inveito
contro i consiglieri comunali. Sono sette i punti
elencati nel documento distribuito ieri sera durante
la quinta manifestazione contro il passaggio dei tir
nel centro abitato: 1) istituzione di un costante
presidio di polizia municipale lungo tutto il percorso
di viale Boccetta e di viale della Libertà; 2)
installazione di tre nuovi impianti semaforici in
corrispondenza dei passaggi pedonali; 3) collocazione
di telecamere per un continuo monitoraggio; 4)
relazione mensile delle infrazioni e delle sanzioni
comminate ai tir; 5) installazione di un sistema di
rilevamento sull'inquinamento dell'aria e su quello
acustico, con comunicazione quotidiana dei dati
rilevati; 6) adeguamento della segnaletica e
dell'illuminazione stradale; 7) risarcimento immediato
dei danni subiti dai cittadini a causa del transito
dei mezzi pesanti. Ma gli obiettivi cruciali restano
quelli della chiusura del Boccetta, dello spostamento
degli approdi dalla rada di San Francesco e della
parziale revoca della delibera del consiglio comunale
riguardante l'ipotesi dell'Annunziata. Di questo si
discuterà stasera e si prevede un nuovo sit-in del
“popolo anti-tir” davanti al Comune. Dalla
convention dell'Ulivo risuona, intanto, la minaccia
del ministro degli Interni. «Se le amministrazioni
locali – dichiara Enzo Bianco – non troveranno un
accordo in tempi brevi, mi vedrò costretto a
intervenire come responsabile della Protezione civile,
per garantire sicurezza e vivibilità ai messinesi».
Bianco ieri ha avuto un incontro con il prefetto
Marino. Era presente anche il candidato premier
Francesco Rutelli, il quale ha accennato, nel corso
del suo intervento in Fiera (così come aveva fatto in
precedenza il sottosegretario Marco Minniti), agli
insopportabili disagi che da troppi anni si scaricano
sulla pelle dei messinesi hanno ribadito i due. E il
candidato del Centrosinistra alla presidenza della
Regione siciliana, Leoluca Orlando, ha espresso la
piena solidarietà ai messinesi. «L'attuale governo
regionale – afferma Orlando – dovrà subito dare
risposta ai fondamentali diritti di cittadinanza. Lo
spostamento degli approdi sarà comunque impegno forte
del prossimo governo che nascerà dalle elezioni del
giugno 2001». Su questi temi la Consulta dei
cittadini ha organizzato per domani pomeriggio, con
inizio alle 17, nella sala riunioni della parrocchia
di San Nicolò, un confronto pubblico alla presenza
del sindaco Leonardi.
27/4/2001
( gazzetta del sud )
Rutelli ha
presentato in Fiera il piano strategico delle opere
nel “Meridione, ponte dell'Italia”
Indicati risorse tempi e priorità
Sul collegamento stabile il candidato
premier dell'Ulivo invita gli ambientalisti a rivedere
il no ideologico
«La
differenza tra l'Ulivo e il Centrodestra è
sostanziale. Qui c'è una classe dirigente di alto
livello, seria e preparata, un gioco di squadra che ha
già prodotto e che produrrà ancora grandi risultati
per il nostro Paese. Dall'altra parte c'è un padrone
che non vuole neppure mostrare sui manifesti le facce
dei suoi candidati». Comincia con un attacco diretto
a Silvio Berlusconi l'intervento del candidato premier
del Centrosinistra. Francesco Rutelli torna per la
seconda volta a Messina nel giro di un mese e sceglie
la città dello Stretto per presentare, con lo slogan
“Meridione, ponte dell'Italia”, il programma delle
grandi infrastrutture per i prossimi dieci anni. In un
affollatissimo padiglione della cittadella fieristica,
Rutelli lancia il suo ambizioso piano da 64 mila 700
miliardi di lire: «Quello che abbiamo fatto negli
anni scorsi per consentire l'ingresso dell'Italia
nell'Euro – dice –, lo faremo adesso per il
Meridione». Il suo non è un comizio, ma una
relazione tecnica ricca di dati, di cifre e di
scadenze. «Noi indichiamo risorse, tempi e priorità
– afferma Rutelli –, quelle degli altri sono solo
fanfaluche. Ecco il nostro programma: è fatto di
traguardi raggiunti, di opere progettate e già
avviate. Dov'è il programma di Berlusconi? Dice che
lo ha dato alle stampe ma forse le tipografie sono
state impegnate con il fotoromanzo della sua vita che
sta arrivando nelle case degli italiani. Finora
abbiamo visto solo disegnini televisivi e nient'altro».
Insiste sul concetto di “gioco di squadra”.
Accanto a lui siedono i ministri del Tesoro, Vincenzo
Visco, e dell'Interno, Enzo Bianco; il candidato alla
presidenza della Regione siciliana ed ex sindaco di
Palermo Leoluca Orlando; il sottosegretario alla
Difesa Marco Minniti e la moderatrice della
“convention”, una delle donne-sindaco degli anni
Novanta, Doris Lo Moro, che ha guidato il Comune di
Lamezia Terme. «Nei prossimi dieci anni – insiste
Rutelli – il Mediterraneo diventerà un'enorme area
di libero scambio e il traffico merci in Europa è
destinato ad aumentare del 40 per cento. E allora è
qui che si gioca il futuro, non solo del Meridione
d'Italia. O la Sicilia e la Calabria saranno al centro
di questa regione vitale oppure saranno tagliate
fuori. Altri forse se lo augurano. Il nostro programma
invece è la più seria e concreta delle garanzie.
Cambieremo quello che viene dopo la “P”: il
Meridione non sarà più un “problema”, come lo è
per Bossi e Berlusconi, ma una “priorità”».
Nell'arco di un decennio – assicura il candidato
premier del Centrosinistra – il gap infrastrutturale
del Sud con il resto dell'Europa sarà interamente
colmato. «E le nostre – ribadisce Rutelli – non
sono leggende ma atti e impegni concreti».
L'offensiva sul fronte delle grandi opere sarà a 360
gradi: si interverrà su strade, autostrade, linee
ferrate, porti, collegamenti aeroportuali, autostrade
del mare. In tale scenario il Ponte sullo Stretto sarà
la “ciliegina sulla torta”. Rutelli decide di
esagerare, indicando perfino la data in cui potrebbe
essere inaugurata l'opera più grandiosa mai
realizzata in Italia: «Il 2 giugno 2012, festa della
Repubblica». Sembra una “boutade” ma il sindaco
di Roma parla di un “azzardo calcolato” ed elenca
una serie di date: entro il 2001 il reperimento dei
fondi investiti dai privati; dal 2002 al 2005 la fase
della progettazione esecutiva e dell'impatto
ambientale; dal 2005 i lavori di costruzione e
nell'estate del 2012 l'inaugurazione. A confortare le
ottimistiche previsioni di Rutelli interviene anche il
ministro del Tesoro: «Entro due mesi – dice Visco
– sarà pronto il bando per la partecipazione dei
capitali privati. Questo è un atto concreto, che verrà
portato avanti qualunque sarà il Governo che
s'insedierà dopo il 13 maggio». Rutelli si è
caricato sulle spalle un compito difficile: convincere
una parte rilevante della sua stessa coalizione
(quella che si è sempre ritrovata sul fronte del
“no ideologico” al Ponte) a digerire
l'inequivocabile scelta compiuta il 18 aprile dal
governo Amato. Anzi, di più: convincere verdi e
organizzazioni ambientaliste a scrollarsi di dosso i
pregiudizi e valutare obiettivamente gli aspetti
positivi di un'opera del genere. «Rispettiamo le
diverse opinioni ma il Ponte che intendiamo costruire
– afferma – non è e non sarà una cattedrale nel
deserto. Vogliamo che sia un simbolo positivo, il
segno dell'Italia che si allunga, la dimostrazione che
si può realizzare una grande opera pubblica nel pieno
rispetto dell'ambiente, all'interno di un progetto
organico di infrastrutture e di un piano di sviluppo
sostenibile». Rutelli dedica almeno dieci minuti del
suo intervento agli effetti benefici della costruzione
del Ponte anche in termini di tutela dell'ambiente. «Si
ridurrà l'inquinamento marittimo locale – ricorda
–, si limiteranno i processi di erosione delle
coste, il rilancio del traffico ferroviario, destinato
ad aumentare del 65 per cento, diminuirà l'impatto
del gommato. Inoltre, ingenti risorse saranno
destinate alla creazione di un centro di analisi,
controllo e tutela ambientale dell'intera area dello
Stretto». Tra gli altri dati evidenziati, i 15 mila
posti di lavoro all'anno, il rilancio del turismo e
della stessa immagine delle regioni interessate, lo
sviluppo di nuove attività economiche, la
riqualificazione urbanistica di Messina, Reggio, Villa
San Giovanni. E poi – lo ripete anche Visco –
occorre sfatare la “favola” secondo la quale il
Ponte è l'opera più inutile, costosa e faraonica. «Tra
le soluzioni possibili – dichiara il ministro – è
la più conveniente per i costi, per l'impatto
ambientale e per la sicurezza. Non si tratta di una
spesa rilevantissima nella misura in cui il mercato
finanzierà la parte residua, cosa che avverrà
facilmente viste le convenienze economiche per chi
deciderà di investire su quest'opera. Il costo,
quindi, è molto contenuto». Allo Stato – fa eco
Rutelli – il Ponte costerà meno della metà di un
altro importante intervento infrastrutturale, quale la
ristrutturazione e l'ampliamento della strada statale
106 Ionica, tra Calabria, Basilicata e Puglia, per cui
si prevede uno stanziamento di ben 16 mila 540
miliardi. Secondo il candidato premier dell'Ulivo, la
cosa più importante sarà l'istituzione di una
“cabina di regia”, sul modello di quanto avvenuto
per il Giubileo. Ma questo centro di coordinamento,
stavolta, dovrà insediarsi nel Meridione e non a
Roma, lavorando in stretta intesa con gli enti locali,
guidata da validi commissari, senza far caso al loro
colore politico. «Di fronte allo sviluppo del Sud –
afferma – noi non guarderemo alle casacche e vi
posso assicurare che il nostro Governo lavorerà in
accordo anche con le amministrazioni guidate da altri
schieramenti». Rutelli non si sente il leader di una
coalizione perdente. «Il 13 maggio vinceremo noi»,
è la sua “sfida” ai sondaggi e alla scaramanzia.
Infine lancia un appello agli “scontenti” della
sinistra: «In America – dice –, molti hanno
deciso di votare quello che si presentava come il
candidato più “di sinistra” rispetto al
democratico Gore. Il risultato che hanno ottenuto è
aver fatto insediare alla Casa Bianca il conservatore
Bush, che tra i suoi primi atti di governo ha ridotto
le prestazioni sociali e sanitarie, ha mandato in
frantumi gli accordi di Kyoto, ha deciso di violare il
santuario ambientale dell'Alaska con nuove
trivellazioni petrolifere. Noi intendiamo coniugare
tutela dell'ambiente e innovazione. Accettiamo il
dialogo serrato e le obiezioni più critiche, ma lo si
faccia all'interno della coalizione. Chi sta fuori,
farà il gioco di Bossi e Berlusconi».
28
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
emergenza tir /
Non discusse le richieste del comitato “La nostra
città” e degli abitanti del Boccetta
Occupata stanotte l'aula
del Consiglio
Da una cinquantina di
manifestanti. La seduta rinviata al 3 maggio
I
rappresentanti del comitato «La nostra città» e una
quarantina di cittadini hanno occupato questa notte
l'aula del consiglio comunale dopo che i consiglieri
hanno deciso di rinviare alla seduta del 3 maggio
prossimo la discussione sui sette punti dell'ordine
del giorno sull'emergenza-Tir che il comitato di Saro
Visicaro aveva presentato per l'approvazione. I
manifestanti sono intenzionati a mantenere
l'occupazione fino a quando il Consiglio non discuterà
il problema. La situazione è precipitata verso la
mezzanotte. In precedenza il consiglio comunale aveva
avviato il dibattito sull'ordine del giorno presentato
da Calogero Centofanti in merito all'emergenza
Boccetta. Come era stato annunciato dal comitato “La
nostra città”, l'aula consiliare era stata
“presidiata” da una folta delegazione dei
cittadini che avevano partecipato alle iniziative di
mobilitazione delle ultime due settimane. Non sono
mancati momenti di tensione e per qualche minuto i
lavori sono stati interrotti a causa di un violento
battibecco tra alcuni manifestanti e il consigliere di
An Antonio Crupi. In apertura di seduta il presidente
del consiglio Filippo Livio aveva dato lettura del
testo dell'accordo di programma sottoscritto dai
rappresentanti del Governo regionale, delle
istituzioni e degli enti locali messinesi.
L'amministrazione (presenti ieri il vicesindaco
Barbera e gli assessori Scoglio, Rizzo e Cardile)
ritiene che con il passo avanti compiuto a Palermo
siano state avviate a concreta soluzione le
problematiche relative al trasferimento degli approdi
in un'ottica sia di breve sia di medio periodo. I
consiglieri delle opposizioni non hanno rinunciato,
invece, a criticare l'operato della giunta e dello
stesso governo regionale. Agli atti del consiglio è
stato quindi presentato il pacchetto di proposte
elaborato dal comitato “La nostra città”, che ha
sollecitato una serie di provvedimenti immediati per
alleviare i disagi del Boccetta, in attesa che diventi
realtà la prospettiva dello spostamento degli approdi
dalla rada di San Francesco. È stata chiesta
l'istituzione di un pattugliamento costante, 24 ore su
24, da parte della polizia stradale e dei vigili
urbani, lungo tutto il percorso che dallo svincolo va
agli imbarcaderi. Inoltre, è stata sottolineata la
necessità di collocare telecamere nei punti
strategici del Boccetta e di installare un sistema di
rilevamento sull'inquinamento atmosferico e acustico.
Tra gli altri punti, l'adeguamento della segnaletica,
dell'illuminazione stradale e degli impianti
semaforici ed il risarcimento dei danni subiti dai
cittadini a causa del passaggio dei tir
28/4/2001
( gazzetta del sud )
Il testo dell'accordo firmato
ieri a Palermo
Pubblichiamo il testo del documento sottoscritto ieri
a Palermo dal presidente della Regione Vincenzo
Leanza, dall'assessore al Territorio e Ambiente
Carmelo Lo Monte, dal prefetto Giosuè Marino, dal
sindaco Salvatore Leonardi, dal presidente della
Provincia Giuseppe Buzzanca, dal comandante della
Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e
dall'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore.
«Tutti gli interventi hanno confermato la necessità
di conseguire l'obiettivo prioritario di liberare la
città di Messina dal passaggio di milioni di veicoli
amplificando i margini di sostenibilità
dell'ecosistema rispetto al peso inquinante di flussi
eccezionalmente consistenti di traffico gommato. Per
conseguire tali obiettivi, comprensivi anche delle
esigenze primarie di tutela delle incolumità delle
persone e di salvaguardia dei beni, il sistema di
approdo deve rispettare i vincoli già individuati dal
consiglio comunale, fra i quali assolutamente
prioritaria è la realizzazione degli approdi in area
che consenta l'accesso autonomo all'asse autostradale.
La realizzazione degli obiettivi obbliga alla ricerca
di nuove soluzioni tecniche, finanziarie, sociali e
giuridiche, a breve e a medio termine. Gli studi, i
dibattiti ed ogni altro intervento hanno confermato
che sia la soluzione a breve sia quella a medio
termine in questa prima fase possono essere perseguite
attraverso la costruzione di nuovi approdi in idonee
aree del demanio marittimo nella zona sud della città.
Mentre la soluzione a medio termine può essere
conseguita attraverso l'impiego del capitale privato,
quella a breve termine e di emergenza sembra poter
essere perseguita attraverso l'intervento diretto dei
competenti organi regionali con capitale pubblico. In
questa direzione appare necessario dare formale
incarico agli uffici tecnici del Genio civile opere
marittime e del Genio civile di Messina per la
predisposizione di un progetto preliminare dei due
punti di approdo e dei collegamenti viari da
realizzare in prossimità dello svincolo di
Tremestieri nell'ambito delle aree già individuate
dal consiglio comunale con la specificazione della
spesa necessaria. Il perseguimento di tale soluzione
per il suo carattere di emergenza e necessaria
tempestività potrebbe avvalersi anche degli strumenti
straordinari della Protezione civile a disposizione
dell'autorità statale. Una delle soluzioni definitive
a medio termine consiste nella realizzazione dells
struttura portuale, sempre in questa prima fase nella
zona sud, mediante la collaborazione del capitale
privato attraverso lo strumento del “progetto
finanza”. A tal fine va enunciata tempestivamente
l'esigenza di avvalersi dello strumento confermando il
termine di legge del 30 giugno 2001 per la
presentazione di idonei progetti. Appare necessario
entro il termine del 18 maggio 2001 procedere
all'individuazione dell'organismo competente allo
svolgimento delle procedure in forma rapida efficiente
e trasparente, attraverso le sottoscrizioni di uno
specifico accordo di programmma»
28/4/2001
( gazzetta del sud )
La progettazione affidata ai
tecnici del Genio civile
Sarà la
Regione ad assumersi l'onere finanziario per la
realizzazione delle prime due invasature dell'approdo
a sud. È questa la decisione scaturita dal vertice
svoltosi ieri mattina a Palermo, al quale hanno preso
parte il presidente Vincenzo Leanza, l'assessore
regionale Carmelo Lo Monte, il prefetto Marino, il
sindaco Leonardi, il presidente della Provincia
Buzzanca, il comandante Carmelo Maccarone e
l'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore. I
circa 20 miliardi occorrenti saranno, dunque, ricavati
dalle pieghe del bilancio regionale. I tecnici del
Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio
civile di Messina dovranno consegnare entro 15 giorni
il progetto preliminare per quelli che sono stati
definiti gli “attracchi di emergenza”. La
localizzazione del sito resta quella della foce del
torrente Larderia, nel territorio di Tremestieri. Per
le ore 10 del 16 maggio è stato convocato un nuovo
vertice durante il quale saranno esaminate le proposte
progettuali fornite dagli uffici tecnici. In
quell'occasione sarà anche approvato l'accordo di
programma riguardante la realizzazione del sistema
complessivo di approdi e collegamenti viari con lo
svincolo di Tremestieri. La soluzione definitiva a
medio termine, infatti, rimane quella del “project
financing” da realizzarsi con il contributo dei
privati che dovranno presentare entro il 30 giugno i
progetti così come previsto dalla legge regionale 32
del 2000. Nella prima fase, dunque, il Governo
siciliano assumerà il ruolo di protagonista in questa
vicenda. Non tutti (a partire dal sindaco Leonardi)
erano d'accordo sulla proposta di utilizzare per gli
approdi di emergenza il capitale pubblico e di far
ricorso successivamente agli investimenti dei privati.
C'è stato chi ha espresso dubbi sulla rapidità
dell'intervento pubblico e sulla convenienza per i
privati di impiegare ingenti risorse per la
realizzazione di una struttura portuale già
parzialmente costruita. È prevalsa, però, la tesi
dell'assessore Lo Monte, il quale ritiene sia
possibile ricorrere agli strumenti straordinari della
Protezione civile, visto il carattere di emergenza
assunto dalla complessiva questione del traffico di
attraversamento dello Stretto. Le procedure, quindi,
sarebbero notevolmente accelerate ed entro un anno
potrebbero essere completate le prime due invasature a
Tremestieri. Se tale ottimistica previsione dovesse
trovare riscontro nella realtà, nel 2002 il traffico
gommato pesante potrebbe essere dirottato a sud,
mentre la rada di San Francesco resterebbe
temporaneamente in funzione per il traghettamento dei
mezzi leggeri, in attesa che si chiarisca una volta
per tutte se sarà realizzato o meno l'approdo
all'Annunziata (decisamente mal visto dalla stragrande
maggioranza dei messinesi). Le notizie provenienti da
Palermo potrebbero, dunque, costituire una svolta
storica per la nostra città. Ma è ovvio che l'iter
individuato ieri è ancora solo sulla carta. Occorrerà
verificare se davvero le fasi della progettazione
esecutiva potranno essere velocizzate al massimo e,
soprattutto, in quali tempi saranno espletate le
complesse procedure di valutazione d'impatto
ambientale, indispensabili per qualunque opera
portuale. Va ricordato che per il pontile di Giammoro
la “Via” ha richiesto un iter lungo circa nove
mesi. Nè si può trascurare il fatto che si è in
piena campagna elettorale e che fra due mesi i
siciliani saranno chiamati a votare per il nuovo
Governo regionale. Sarà compito della deputazione
messinese, così come dei responsabili delle
istituzioni e degli enti locali, vigilare sul rispetto
dell'accordo stipulato ieri e di quello che verrà
sottoscritto il 16 maggio, cioè tre giorni dopo le
elezioni politiche. L'aspetto più importante è
quello connesso alla volontà di avvalersi degli
strumenti straordinari della Protezione civile a
disposizione dell'autorità statale. Si tratta di un
indubbio successo per tutti quei messinesi che hanno
sempre sottolineato come l'emergenza del passaggio dei
tir nel centro abitato debba essere considerata una
questione di rilevanza regionale e nazionale. Per
decenni non è stato così. Quando finalmente si è
capita la portata del problema, si è dato vita
(1989-90) ad un accordo di programma tra lo Stato e le
amministrazioni locali di Messina, Reggio e Villa che,
però, è rimasto in gran parte inattuato e che oggi
va, comunque, rivisto alla luce dei nuovi scenari
(compresa la prospettiva non più utopistica di veder
realizzato il Ponte sullo Stretto). Adesso, dopo le
dichiarazioni del ministro dell'Interno Enzo Bianco il
quale ha detto di essere pronto a intervenire come
massima autorità di Protezione civile, gli impegni
assunti a Palermo sembrano tracciare un percorso dal
quale non è più possibile tornare indietro.
28/4/2001
( gazzetta del sud )
Dal
2 maggio transito consentito per rifornire ospedali e
distributori
Merci
pericolose solo da Tremestieri
Dal 2 maggio, gli automezzi che trasportano merci
pericolose non potranno attraversare il centro urbano
in entrata o in uscita dagli svincoli di Boccetta,
Centro e Gazzi e, nelle ore diurne, neanche da
Tremestieri che sarà invece l'unica via percorribile
dalla mezzanotte alle 6 del mattino dei giorni
consentiti. Faranno eccezione esclusivamente i Tir con
un carico destinato all'approvvigionamento di presidi
ospedalieri e distributori di carburante ricadenti nel
centro abitato di Messina, che comunque dovranno
utilizzare lo svincolo di Tremestieri. «Non è
escluso, tuttavia – ha spiegato il vicesindaco
Salvatore Barbera al termine dell'incontro di ieri
mattina per informare le categorie interessate – che
per le forniture agli ospedali della provincia
l'ordinanza sia rivista». A discutere l'applicazione
del provvedimento adottato dall'amministrazione con
Barbera, l'assessore alla Mobilità urbana Turi Rizzo
e il dirigente della Viabilità, Mario Pizzino, hanno
partecipato i rappresentanti della Polizia municipale,
della Polizia stradale, dei Carabinieri, della Guardia
di finanza, della Capitaneria di porto, dell'Autorità
portuale, della direzione di esercizio del Consorzio
autostrade siciliane, dell'Ufficio navigazione delle
Fs e delle società di traghettamento Tourist,
Caronte, Ngi e Meridiano. Le novità salienti della
riunione, oltre alla percorribilità di Tremestieri,
riguardano i controlli che saranno disposti proprio
agli imbarcaderi per regolamentare l'attraversamento.
In precedenza, Barbera aveva contattato
telefonicamente il sindaco di Villa S. Giovanni e il
viceprefetto di Reggio Calabria per la conferma del
provvedimento che entrerà in vigore dal 2 maggio: «In
particolare – ha proseguito il vicesindaco – dal
momento che le merci pericolose non possono essere
trasportate per tutta la notte e che a Messina non ci
sono aree di stoccaggio, occorrerà bloccare i mezzi
sulla sponda calabra, nelle zone già attrezzate».
L'amministrazione ha quindi chiesto ai rappresentanti
delle società di traghettamento di verificare le
bolle d'accompagnamento dei carichi per stabilire
quali Tir (vale a dire quelli diretti nel centro
abitato) possano attraversare lo Stretto. Il transito,
peraltro, dovrà essere comunicato con almeno 24 ore
di anticipo al comando della Polizia municipale e
della Polizia stradale, che informeranno i vettori
interessati per l'approntamento di corsie speciali.
Quando verrà attivato lo svincolo di San Filippo,
infine, sarà possibile utilizzarlo in alternativa a
quello di Tremestieri per il passaggio delle merci
pericolose in città.
28/4/2001
( gazzetta del sud )
Ricognizione
dei beni dell'Autorità portuale
Il Comitato portuale per i porti di Messina e Milazzo
ha approvato l'impinguamento, per 500 milioni, del
capitolo di finanziamento previsto nel bilancio
dell'Autorità portuale per gli incarichi a
professionisti esterni. L'obiettivo, illustrato nella
seduta di ieri, è quello di una ricognizione completa
dei beni mobili e immobili sul demanio portuale di
Messina-Milazzo, in adesione alle sollecitazioni dal
Collegio dei revisori dei conti e dal ministero dei
Trasporti, e di redigere uno studio analitico
sull'area portuale ricompresa tra Milazzo e Giammoro
(incarico al prof. Mallandrino). Per il porto di
Messina si punterà invece su progetti-obiettivo che
verranno affidati, con termini brevi e spesa
contenuta, ad équipe di giovani professionisti. Nella
seduta di ieri, inoltre, il Comitato portuale ha
approvato il conto consuntivo e la manovra di
assestamento per l'anno 2000 presentati
dall'Authority. Il bilancio fa registrare un attivo di
svariati miliardi che è dipendente in gran parte
dalle cautele finanziarie adottate dai vertici
dell'ente durante il contenzioso (poi vinto) per la
titolarità della giurisdizione sul porto di Milazzo.
I risultati raggiunti e programmati, con riferimento
alle linee operative di inizio d'anno ed ai lavori di
ristrutturazione in corso sulle banchine messinesi,
sono stati illustrati dal presidente dell'Authority
prof. Giuseppe Vermiglio e dal segretario generale
Franco Barresi. All'incontro – al quale erano
assenti i rappresentanti delle Ferrovie – si è
registrata ancora una volta una certa contestazione da
parte dei sindacati, in particolare la Fit Cisl, nei
confronti del «ruolo» assolto dalle Ferrovie nella
complessiva programmazione delle attività portuali.
Si è discusso anche, in un'ottica generale, delle
procedure avviate da Comune e Regione di concerto con
la Prefettura per arrivare a una soluzione del
problema dell'ubicazione dei nuovi approdi per il
traghettamento nello Stretto. Cresce, infine,
l'attenzione per il futuro nebuloso della Cittadella
fieristica in relazione, anzitutto, ai progetti per il
pontile da riservare alle navi da crociera. È stata
avanzata ed accolta la proposta di una seduta dedicata
all'importante obiettivo, che si terrà ai primi di
maggio
29
Aprile 2001 ( gazzetta del sud )
Emergenza
tir / Sono ancora molti i nodi da sciogliere e gli
interrogativi ai quali dare risposta
Approdi, è presto per cantar vittoria
Leonardi: abbiamo fatto ciò che non è stato
fatto in 30 anni. Silvestro: è una burla
A ridosso
delle elezioni diventa sempre difficile districarsi
nei meandri della vita amministrativa. Non si riesce a
capire se dietro un atto, un provvedimento, un accordo
raggiunto, ci siano solo manovre di facciata e nasce
il sospetto che ogni intervento o dichiarazione
politica siano soltanto strumentali. La vicenda degli
approdi è ancora una volta emblematica. Venerdì
mattina a Palermo è stato sottoscritto un protocollo
d'intesa che potrebbe rappresentare una svolta storica
per la nostra città. La Regione e il Comune (con
l'importante garanzia della firma del prefetto Marino)
hanno concordato una linea di azione sinergica – è
stato detto – che nel giro di 12 mesi dovrebbe
portare alla realizzazione delle prime due invasature
dell'approdo a sud. Secondo le previsioni più
ottimistiche, entro l'estate del prossimo anno i tir
non passerebbero più dal Boccetta ma uscirebbero allo
svincolo di Tremestieri e si dirigerebbero verso gli
imbarchi di emergenza ubicati alla foce del torrente
Larderia. La velocità dei tempi di attuazione –
assicura l'assessore regionale al Territorio Carmelo
Lo Monte, tra i candidati alle prossime elezioni
politiche nelle file di Democrazia europea – sarebbe
resa possibile dall'attivazione delle procedure e
degli strumenti straordinari previsti nei casi di
Protezione civile. Se sono rose, fioriranno. C'è un
interrogativo, però, al quale chi ha partecipato al
vertice di Palermo dovrebbe dare risposta per non
ingenerare dubbi e perplessità tra i messinesi. Nella
prima fase, si conta di realizzare con capitale
interamente pubblico solo due attracchi per consentire
di liberare la rada di San Francesco. Mancando
l'interfaccia con Reggio Calabria, la rotta
inevitabilmente sarebbe quella Tremestieri-Villa San
Giovanni. E allora ci si chiede: come si pensa di
convincere gli autotrasportatori a indirizzarsi verso
gli approdi di emergenza di Tremestieri, nel momento
in cui gli altri punti di imbarco (Fs e società
private che operano nel porto) resteranno al loro
posto, offrendo un percorso molto più breve tra
Messina e Reggio Calabria? Non si correrà il rischio
di mantenere i flussi di traffico lungo il Boccetta,
stavolta diretti tutti verso il porto e il molo
Norimberga? Oppure sarà obbligatoria l'uscita di
Tremestieri e verrà chiuso definitivamente lo
svincolo Boccetta? Ma in quest'ultimo caso, non
sarebbero danneggiate le attività delle Fs e delle
altre compagnie di navigazione visto che s'imporrebbe
ai mezzi pesanti di incanalarsi verso gli approdi di
emergenza della Tourist-Caronte (se saranno queste due
società a trasferirsi a Tremestieri)? Sono nodi che
ci auguriamo vengano sciolti al più presto.
I PRO – Sul piano politico c'è da registrare la
soddisfazione dell'amministrazione comunale e dei
rappresentanti dei gruppi del Centrodestra. Durante la
seduta consiliare di venerdì sono stati il
vicesindaco Salvatore Barbera e l'assessore Gianfranco
Scoglio ad elencare i meriti “storici” che, a loro
avviso, devono essere attribuiti alla Giunta Leonardi,
la prima che «è riuscita ad avviare a soluzione
concreta un problema che si va trascinando da oltre 30
anni». È stata questa amministrazione – hanno
detto Barbera e Scoglio – ad arrivare, tramite un
atto deliberativo approvato dal consiglio comunale,
alla scelta della localizzazione dei nuovi approdi. Ed
è stata sempre la Giunta Leonardi a trovare l'accordo
con la Regione, stabilendo un percorso preciso per
interventi nel breve e nel medio periodo. Inoltre, è
sempre l'Amministrazione Leonardi la prima ad aver
deciso di sperimentare il sistema delle fasce orarie
(che partirà dal 7 maggio) e di non far più
transitare sul Boccetta i mezzi pesanti che
trasportano merci pericolose.
... E I CONTRO – A non credere assolutamente
all'efficacia dell'accordo di programma definito a
Palermo è, invece, il deputato regionale dei
Democratici di sinistra Gioacchino Silvestro, il quale
anzi parla di «nuove intese, vecchia burla». Secondo
il parlamentare diessino, si tratta di una pura
manovra preelettorale e ciò sarebbe dimostrato dal
fatto che tra i firmatari dell'accordo non figura
proprio colui che, a livello regionale, ha le
competenze in materia, cioè l'assessore ai Lavori
pubblici. «Per la programmazione e per la gestione
delle opere pubbliche, comprese quelle marittime
regionali – spiega Silvestro –, l'assessore al
Territorio e ambiente non ha alcuna voce in capitolo».
Il deputato della Quercia non si ferma qui: «È tutta
un'invenzione – dice –, un procedimento tortuoso,
dai tempi incerti e dall'improbabile conclusione. Sarà
difficile far rientrare l'opera pubblica in questione
tra quelle realizzabili con i fondi e gli strumenti
della Protezione civile. E perchè, anzichè
velocizzare i tempi e procedere subito con i
finanziamenti privati (in presenza di progetti già
presentati alla Regione), si è scelto di affidare il
progetto preliminare al Genio civile opere marittime,
con una mossa che sembra voler solo far ripartire le
cose da zero? Sono alchimie giuridiche che hanno il
sapore democristiano di altri tempi, così come
democristiani (e messinesi) sono il presidente della
Regione, l'assessore al Territorio e il sindaco di
Messina».
29/4/2001
( gazzetta del sud )
Il
prefetto convoca i manifestanti, liberata l'aula
consiliare
È durata
fino al pomeriggio inoltrato l'occupazione dell'aula
consiliare messa in atto ieri, dopo la mezzanotte, dai
rappresentanti del comitato “La nostra città”, in
segno di protesta contro il consiglio comunale. La
convocazione di un incontro, previsto per domani a
Palazzo del Governo, da parte del prefetto Marino, ha
indotto i manifestanti a sospendere l'iniziativa di
lotta. «Sottoporremo al prefetto – afferma Saro
Visicaro – le stesse richieste che il consiglio
comunale non ha voluto prendere in considerazione».
Tra i consiglieri, c'è chi parla di «chiare azioni
di strumentalizzazione elettorale». A dichiararlo è
il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Capurro: «Non
ho visto abitanti del Boccetta – dice – nel
momento dell'occupazione dell'aula ma solo
rappresentanti di gruppi e movimenti di sinistra e
giovani dei centri sociali. Credo che le giuste
rivendicazioni dei messinesi stiano finendo in secondo
piano e che stia prevalendo solo il desiderio di
protagonismo di qualche ex amministratore o candidato
alle prossime elezioni».
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