EVANGELIZZAZIONE E TESTIMONIANZA DELLA CARITA'

2. LA TRINITA' ORIGINE E MODELLO DELLA CARITA'

 

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PISTE PER LA RIFLESSIONE, LA RICERCA E LA CONDIVISIONE

 

  1. Per alcuni il termine "Nuova Evangelizzazione" ha un significato forte che indica "rifondazione della chiesa". Riteniamo prioritario e fondamentale porre a base del progetto pastorale l'amore scambievole, riflesso della vita trinitaria sulla terra, capace di quel tessuto di chiesa e di comunità che mostra un credibile volto di Dio? 
  2. Spesso la nostra pastorale consiste nel rispondere a tanti stimoli che ci provengono dalla gente, nell'attendere a tante richieste, nel seguire numerosi impegni caratterizzati dalla frammentarietà e dalla improvvisazione: riteniamo necessario aiutarci per passare da una pastorale "di risposta" ad una pastorale "di proposta" capace di progettare e generare comunità vive a partire da "cellule trinitarie" formate da chi prima di tutto attua la mutua e continua carità? La scelta dei collaboratori e il rapporto con loro tiene conto, per quanto possibile, di questa esigenza fondamentale?
  3. Chi viene in una comunità ecclesiale ha l'impressione di trovarsi in una stazione di servizio o trova una famiglia soprannaturale con cui può stabilire dei rapporti fraterni di fiducia, di reciproca accoglienza, di dialogo e di crescita? Il servizio, nostro e dei collaboratori, nella necessaria "pastorale di risposta" è occasione di rapporti che possano generare "semi trinitari"?
     
  4. Siamo certi che il primo "luogo" dell'esperienza trinitaria, da "trasferire" - perchè vissuta - nell'ambito pastorale, è la comunione fra sacerdoti, senza la quale qualsiasi attività apostolica diventa sterile? Tendiamo ad essere fra noi cellule vive per aver capacità di generare altre cellule vive tra due o più che si amano come Gesù ha amato e si donano agli altri in questo amore?
  5. Come possiamo aiutarci a reimparare a vedere, pensare ed agire nella luce e nella sapienza della Trinità in modo da non separare quelle dimensioni che sono complementari e non alternative, e rimanere così nel dialogo e nell'equilibrio? Vediamo in questa prospettiva le strutture di comunione (CPP; CPAE, i vari Consigli....)? Con quale spirito "superare" le apparenti antinomie che si incontrano: autorità e libertà, iniziativa personale e obbedienza, anziani e giovani, uomo e donna, sacerdoti e laici, ministeri e carismi, tradizione e apertura al nuovo, chiesa e mondo....?

 

DON GUIDO BONINO - Primo Lunedì - 7 NOVEMBRE 1994

TESTI CONSULTATI

* Piero Coda - Dio Uno e Trino, Edizioni Paoline. Specialmente i capitoli La vita trinitaria tra gli uomini, Verso una nuova ontologia, Prospettive sociali, da pag. 256 e seguenti. Nb. il rapporto tra Trinità e creazione a pg. 200

* Piero Coda - Verso una chiesa più trinitaria. Spunti per una lettura teologica della Christifideles laici, in Gen's 1989, n. 2; La carità: cuore della chiesa e del suo annuncio in Gen's, 1991, n. 3/4; Una antropologia misurata sulla verità della Trinità in NUm. n. 78, p.29; Un modello trinitario per l'unità delle chiese in Unità e carismi 1994,2, pg. 40; Il carisma dell'unità e la sua incidenza ecumenica in Nuova Umanità, n. 91 (1994,1), pg 17.

* Piero Coda - L'agape come grazia e libertà. Specialmente il cap. La sorgente teologica e trinitaria dell'agàpe, pg. 137 e ss.

* Marisa Cerini - Dio Amore nell'esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich. In particolare i capitoli 4 e 5.

* Fabio Ciardi - Koinonia - Specialmente il capitolo Il Mistero Trinitario, da pg. 205 a pg. 215.

* Povilus - Gesù in mezzo nel pensiero di Chiara Lubich. Specialmente i capitoli Vita di unità e vita trinitaria (da pag. 67 ess.), La Chiesa immagine della Trinità (pg. 209), Gesù in mezzo ci fa essere Chiesa (pg. 244) e Alcuni spunti sull'unità e la teologia trinitaria in rapporto a Gesù in mezzo (pg. 249).

* AA.VV: - Dio Amore nella tradizione cristiana e nella domanda dell'uomo contemporaneo, nel cap. Dio Amore nei Padri e nei grandi teologi di S. Cola (pg.87 e ss.)

* UPM. - La Chiesa salvezza dell'uomo (I), nel cap. La Chiesa, profezia dell'umanità compiuta. Abbozzo di antropologia trinitaria di Piero Coda (pg. 78 e ss.)

* UPM. - Il Dio di Gesù Cristo. Specialmente: Piero Coda in Vaticano II°: la chiesa immagine vivente della Trinità (pg. 239 ess.), Jesus Castellano Cervera in Il mistero del Dio Uno e Trino nella testimonianza dei mistici cristiani (pg. 253), Judith Povilus in Considerazioni su un'esperienza comunitaria di Dio-Trinità, oggi (pg. 275)

* Marisa Cerini - Trinità e Chiesa: una riflessione teologica a partire dall'esperienza di Gesù in mezzo in Nuova Umanità n. 30 (1983) pg.99 e ss.

* Toni Weber - Sapienza della Trinità. Distintivi dell'esperienza cristiana in Gen's 1990, numero 5; e La pedagogia del carisma dell'unità in Gen's, 1992, n. 3/4

* Enrique Cambon - Trinità: Modello sociale - Tema alla Scuola internazionale di Umanità Nuova, Castelgandolfo 1-8 maggio 1994. Sarà pubblicato su Gen's.

* Silvano Cola - La Chiesa in dialogo. Il contributo del carisma dell'unità in Gen's, 1993, n 4/5 e Nuova evangelizzazione e immagini di Dio in Gen's, 1991, n. 3/4

* K. Hemmerle - Chiesa trinitaria, chiesa comunione. Una prospettiva ecclesiologica a partire dal mistero trinitario in Gen's, 1988, n. 6; Matrimonio e famiglia in una antropologia trinitaria in Nuova Umanità n. 31 (1984), pg. 3-32; Decalogo del sacerdote in Gen's, 1992, n. 5, pg. 182

* Pastorale oggi: partire dall'unità. Da una pastorale di risposta ad una pastorale di proposta. Art. della Redazione di Gen's nel n. 4, anno 1985, dopo l'articolo di Enrico Pepe Svolta trinitaria.

* G.M. Zanghì - Chiesa icona della Trinità per il dialogo e per l'annuncio in Nuova Umanità, n.84 (1992), pg. 55 e ss.

* AA.VV. (Coda, Forte, Heinz, Hemmerle, Mura, Rossé, Zani) - La Trinità, Vita di Dio e progetto dell'uomo - Per una risposta alla sfida di oggi - ed. C.Nuova

 

DOCUMENTAZIONE

Occorre guardare alla pericoresi delle Persone divine per capire quale deve essere la mutua conoscenza tra di noi, la reciprocità della accoglienza, dell'appartenenza, dell'amore e per mettersi nelle condizioni di vedere Dio come Egli è.
"Cristo - scrive De Margerie - ci invita a credere alle relazioni di reciproca in-esistenza (o inabitazione) tra il Padre e Lui, perchè possiamo giungere, più tardi, a conoscerle nella visione, o, almeno, nella loro anticipazione mistica, cioè attraverso l'esercizio della mutua in-esistenza (inabitazione) della carità unitiva tra cristiani, come pure tra questi, da una parte, e il Padre e il Figlio, dall'altra (Cfr. Gv. 17,21).
L'esercizio della imperfetta mutua in-esistenza (inabitazione) creata e della intersoggevità dell'amore costituisce dunque, per il Nuovo Testamento, la condizione per il pieno svelamento, nella visione, della perfetta mutua mutua in-esistenza (inabitazione) e intersoggetività increata del Padre e del Figlio nello Spirito". 
"Dio - ha scritto De Lubac in una delle sue pagine più note - non ci ha creati perchè dimorassimo nei confini della natura, né perchè vivessimo una vicenda solitaria; ci ha creati per essere introdotti insieme nella sua vita trinitaria. Gesù Cristo si è offerto in sacrificio perchè noi fossimo una cosa sola in questa unità delle Persone divine. C'è un Luogo in cui, fin da questa terra, incomincia questa riunione di tutti nella Trinità. C'è una famiglia di Dio, misteriosa estensione della Trinità nel tempo, che non soltanto ci prepara a questa vita unitaria e ce ne dà la sicura garanzia, ma ce ne fa già partecipi. Unica società pienamente "aperta", essa è la sola che sia all'altezza della nostra intima aspirazione e nella quale possiamo attingere finalmente tutte le nostre dimensioni. "Un popolo radunato dall'unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo": tale è la Chiesa. "Essa è piena della Trinità".
Così De Lubac - commenta Marisa Cerini - ci rimette davanti al nostro fine: essere una cosa sola nell'unità della Trinità, e ci indica il luogo dove iniziare ad essere: la Chiesa, "misteriosa estensione della Trinità nel tempo", icona di Dio Uno e Trino, il "già" e "non ancora" della nostra vita definitiva. Come dice Tertulliano: "Dove sono i Tre, cioè il Padre e il Figlio e lo Spirito santo, qui è la Chiesa che è il corpo dei Tre

"L'accresciuta coscienza del mistero della Chiesa e dello Spirito Santo, che per certi aspetti ha caratterizzato la vita cristiana e la teologia di questo secolo, non poteva non portare con sé una più approfondita coscienza del mistero trinitario.
Poichè la Chiesa è Icona della Trinità, non si poteva contemplare la sua natura e il suo mistero senza risalire alla sorgente del suo essere.
Lo stesso possiamo dire della riscoperta dello Spirito: egli lavora per il Padre e per il Figlio, per cui instaurare un rapporto nuovo con lo Spirito significa ritrovarsi nella Trinità. facendoci gridare "Abbà" e portandoci a confessare che "Gesù è il Signore", egli ci introduce nel mistero di comunione con i Tre.
La terza grande linea di pensiero cristiano contemporaneo va verso il mistero del Dio Crocifisso e l'approfondimento del Mistero Pasquale. Anche questa realtà, al pari di quella ecclesiologica e pneumatologica,, si risolve nella contemplazione del mistero trinitario di cui quello pasquale è manifestazione e comunicazione. "Chi pensa la croce dice la Trinità". (Fabio Ciardi, Koinonia, pg. 208

Dall'Omelia di Giovanni Paolo II° nella concelebrazione con oltre 7.000 sacerdoti nell'aula Paolo VI° il 30 aprile 1982. C'è un'altra componente della spiritualità evangelica che il Movimento dei Focolari ha fatto propria e che merita anche qualche altra considerazione: l'unità che Gesù ha chiesto al Padre prima di morire (cfr. Gv. 17,21). E' per lo spogliamento del Cristo fino all'abbandono e alla morte che noi siamo stati fatti uno con Lui e fra noi (cfr. Gal. 3,26-28; Ef. 2,14-18). E quando Gesù ci dà il comando di amarci come egli ci ha amati (cf. Gv. 15, 12), ci invita ad avere come misura del nostro reciproco amore la sua stessa misura: ed è questa appunto che può fruttare l'unità, poichè l'amore sempre unifica chi vi partecipa. Nell'unità poi si sperimenta viva la presenza del Cristo Risorto, nel quale appunto siamo uno. Ben si esprimeva S. Leone Magno: "Il Figlio di Dio ha assunto la natura umana con una unione così intima da essere l'unico e identico Cristo non soltanto in Colui che è il primogenito di ogni creatura, ma anche in tutti i suoi santi". Nell'unità realizzata nella loro vita presbiterale, i sacerdoti trovano la loro vera casa, che si amplia e si rinsalda nella comunione con i Vescovi ed il Papa. Riuniti nel suo nome, Cristo non può non essere in mezzo a loro (cfr. Mt. 18,20): sia per dare efficacia alla Parola di Dio "che tutti hanno il diritto di cercare sulle labbra dei sacerdoti", sia per una feconda celebrazione dell'Eucarestia e degli altri sacramenti, sia per riunire in quanto pastori "la famiglia di Dio come fraternità animata dall'unità. I Religiosi, in più, trovano nella pratica della comunione fraterna un rapporto più stretto con i loro fondatori e la possibilità di far brillare la specificità dei loro carismi. In tal modo, tutti insieme si trasmette al mondo un raggio almeno di quella superiore e ineguagliabile comunione che vincola l'una all'altra le persone della Santissima Trinità, in un mistero fecondo di vita. (da "Il sacerdote oggi, il religioso oggi" che contiene i testi del Congresso Internazionale dii sacerdoti e religiosi effettuato il 30 aprile 1982.