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La Condottiera

In: "Città Nuova", 2 (1958), n. 3, p. 1.

È stato detto che Gesù è l'atteso nell'ora presente, che urge il suo ritorno, che il suo spirito ha da saziare gli animi disorientati, scoraggiati, indeboliti di alcuni uomini e ha da confondere gli spiriti superbi, alteri, autosufficienti di altri, che fanno barcollare l'umanità verso l'assurdo, l'autodecapitazione, verso l'ateismo.

Ma quando Gesù venne sulla terra duemila anni fa, volle aver bisogno d'una via che con divina fantasia nei cieli s'era pensata e preparata.

Era Maria.

Volle averne bisogno per la sua nascita, dopo la sua nascita, durante la vita privata, anche nella vita pubblica, persino dopo la sua morte e resurrezione. Si servì di lei per sé e per la sua opera, la sua Chiesa, il suo Corpo mistico.

Oggi, come allora, Gesù non tornerà se non per Maria.

Noi siamo veri cristiani, come Cristo ci vuole, se siamo …mariani.

Perché Gesù quindi torni in molti uomini e anche in noi, deve passarci Maria. L'umanità, il Corpo mistico di Cristo, le anime scelte dal cielo come canale per tanti, devono esser lavorate da Maria.

E il posto di Maria, in questo secolo, ce l'ha indicato il Papa Pio XII: è il posto di Regina.

Ricordiamo ancora - e chi ce lo toglierà dall'anima? - il giorno della proclamazione della Regalità di Maria. Sulla piazza San Pietro gremita, guardavamo quella maestosa figura bianca e ascoltavamo con tripudio grande le parole di lode e di esaltazione a Maria , riconosciuta Regina del mondo e dell'universo. Ad un tratto un fremito passò per la folla: il Papa taceva, ma parlava il suo comportamento. Come uno dei tanti si scostò a un lato del balcone e innalzò al centro l'immagine di Maria incoronata Regina. Il Papa ci disse con quel gesto, più che con mille parole, qual era il posto di Maria. Egli, vicario di Cristo, non disdegnò d'esser con noi al posto di figlio e suddito di Maria, come Gesù aveva già fatto.

E allora, se è Regina, bisogna che regni!

Ma come quella del Figlio, la sua regalità è regalità d'amore, il che significa che lei regnerà se noi la lasceremo fare, perché l'amore è rispetto della libertà. È regalità d'amore, ma è regalità, e come i migliori re governerà i suoi sudditi con somma dedizione, ma vorrà e dovrà farsi condottiera d'un esercito e combattere se i figli sono in pericolo.

Anche oggi Maria penserà a condurre una guerra. C'è tanta tenebra in questo mondo, c'è tanto odio, c'è tanta persecuzione alla sua Chiesa delle cui membra è Madre, che non potrà star ferma, proprio perché la sua è una regalità materna. E allora, non potendo ritornare lei sulla terra, muoverà i suoi figli fedeli a questa battaglia.

Quando nel mondo si seppe per la prima volta di lei, ai nostri progenitori fu presentata come vincitrice di una lotta, e l'Immacolata, che alza lo sguardo al cielo, riflettendo nei suoi occhi purissimi la pacifica beatitudine del paradiso, tien sotto il piede il serpente schiacciato.

È l'amore evangelico che nel mondo, dove la Chiesa è militante, non può non assumere anche questa forma.

Maria dunque condurrà anche oggi una battaglia e vincerà. Istruirà i suoi sudditi e soldati all'uso delle armi celesti con le quali vorrà trarre prigionieri più uomini possibili dell'esercito avversario, confondendoli con un amore più forte della morte, nella speranza che all'inferno ritorni Satana, magari accompagnato dalle false filosofie, teorie, eresie bandite decisamente dal mondo, col minor numero possibile di uomini sconfitti, ma chiamati reiteratamente con tutti i mezzi e tutti i sistemi a tornare da lei, nella Chiesa che suo Figlio ha fondato non perché i peccatori si perdano, ma perché si convertano e vivano.