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Vergini d'oggi

In: Meditazioni, cit., pp. 118-122.

L'epoca moderna, come vede le sue scoperte e innovazioni ed esigenze nel campo tecnico ed in tutti i campi della vita umana, così offre nuove forme della vita dello spirito, manifestazioni impensate qualche tempo addietro, che si affiancano a tutte le altre, plurisecolari e sempre attuali.

Attraverso, ad esempio, gli istituti secolari, la vita di perfezione, la consacrazione a Dio, è distribuita - anziché raccolta nelle fortezze di Dio, che furono e sono i conventi - in mezzo al mondo.

E questo è un progresso. È un fatto che denota una maturazione e che, se da un lato manifesta l'amore di Dio verso l'umanità pur sempre avida del puro e del divino, umanità alla quale la vergine è destinata in servizio, dall'altra svela, nonostante le perfide eresie del nostro secolo, una maggior fiducia del Signore nelle sue creature, fiducia corredata senz'altro di grazie adeguate.

Oggi la vergine, la consacrata a Dio, è allo sbaraglio in mezzo al mondo, negli uffici, nelle scuole, sui tram, anche nei bar, perché - nonostante la fragilità caratteristica del sesso essa non ha più un velo per coprirsi, non le mura del convento che la possano custodire, né le grate, né l'orario della comunità che regola la vita ed è freno e aiuto, non l'occhio sempre vigile di un superiore.

Meno apparato esterno, dunque, che possa aiutare la sua donazione e la sua promessa, e l'esigenza quindi di una carica interna che in mezzo al mondo stacchi la vergine da esso, la mantenga costantemente unita a Colui che s'è scelto, o meglio l'ha scelta per sposa ed è per sua natura incompatibile col mondo

Manca senz'altro ad essa il fascino d'un chiostro, il silenzio, la clausura, che renderebbe più vivo il senso stesso della sua donazione, ma le resta, di conforto e di sprone e d'esempio, un fatto incomparabile, una stella per il suo cammino, che ogni altra luce supera senza confronto: la Vergine delle vergini, colei che in bellezza ed in altezza, in santità e in grazia supera non solo gli uomini, ma tutti gli angeli, e dagli uni e dagli altri è acclamata Regina.

Maria viveva fra gli uomini in mezzo al mondo, eppure non s'è mai data e non si darà creatura più unita di lei al Signore.

È Maria che indica alle vergini d'oggi il segreto della perfezione, della salita a Dio, pur fra lo stordir del mondo.

Maria ha la via sua: è Vergine ed è Madre. Madre del suo Figlio e per Lui Madre dell'umanità. Per questa Vergine il convento assume le dimensioni del mondo. In esso ella è come pubblica fontana a cui tutti possono abbeverarsi: piena di maternità verso le anime, perché viva purissima ed incandescente immagine di Dio che è amore, quasi incarnazione dell'amore o braccia tese dalla Provvidenza celeste all'umanità per servirla, per asciugare lacrime, per chiudere piaghe, per indicare l'Eterno.

La Vergine Maria non aveva un vestito particolare. Indossava le vesti del suo tempo, per cui, guardando lei, la vergine d'oggi non sente di mancar in qualche cosa perché veste come le altre. Anzi, quei suoi indumenti che adatta il meglio possibile alla moda dei suoi giorni, moda che più non ama per sé ma per gli altri, le diventan cari: son essi che permettono l'accesso del suo cuore infiammato per Iddio ad altri cuori che Dio non conoscono. Diventano un mezzo per svolgere la sua

missione, un'arma per combattere per il Signore e, perché il fine è ottimo, il mezzo è pure amato.

La Vergine Maria non aveva altre vergini compagne che sempre convenissero con lei. Ella era sola con Dio: con Dio prima dell'Incarnazione, con Dio Figlio suo dopo la natività, con Dio in cielo dopo l'Ascensione .

Per questa solitudine non perdette la contemplazione; anzi è proprio la solitudine che favorisce l'unione mistica con il Signore.