62

L'uomo del dialogo

In: "Città Nuova", 26 (1982) n. 10, p. 30.

( )

Carissimi sacerdoti, diocesani e religiosi, c'è un dialogo ancora, particolare, che ogni sacerdote di Cristo è chiamato a sviluppare, c'è un'unità singolare che è chiamato a realizzare. Dialogo, unità che il sacerdote legato all'Opera di Maria è doppiamente invitato a coltivare: quello con Maria, la mamma di Gesù, la mamma di ogni suo sacerdote.

"... e il discepolo la prese nella sua casa" (Gv 19, 27). Gesù morente si era rivolto a sua madre e, indicando Giovanni, le aveva detto: "Donna, ecco il tuo figlio" (Gv 19, 26). Poi, guardando Giovanni, aveva aggiunto: "Ecco la tua madre" (Gv 19, 27).

Lo sappiamo: in Giovanni Gesù affidava in quel momento a Maria tutti noi cristiani. Ma non si può negare che Giovanni era sacerdote. Dunque i sacerdoti hanno avuto da Gesù, in quel giorno, nella persona di Giovanni, un indirizzo, un invito, un comando: veder in Maria la loro madre, prenderla con loro.

Giovanni con Maria: questo è il sacerdozio cristiano. Maria è di casa per i sacerdoti. I sacerdoti lo devono ricordare; ma anche se tristemente essi dimenticassero di prendere Maria con loro, la Madre di Gesù non dimenticherà mai, per tutti i secoli, d'assolvere questo desiderio del Figlio suo morente.

Stralcio del discorso iniziale pronunciato nell'Aula Paolo VI in Vaticano, al Congresso Internazionale di sacerdoti e religiosi aderenti al Movimento dei Focolari, 30 aprile 1982.

Maria è il validissimo aiuto che Gesù ha donato ai sacerdoti per il loro servizio alla Chiesa. È fuori dubbio che Giovanni ha potuto volare così in alto e contemplare il Verbo presso Dio, il Verbo che è Dio, perché la madre di Dio abitava con lui '

Questa straordinaria convivenza, questa comunione con quell'anima che conservava e meditava tutte quelle cose nel suo cuore (cf. Lc 2, 19), gli ha aperto gli occhi. Egli ha visto la Chiesa, il suo futuro, le sue lotte, il suo trionfo, perché il modello della Chiesa era davanti a lui.

La Vergine è il tipo della Chiesa, e ogni sacerdote che è chiamato a edificare la Chiesa, non saprà mai svolgere così bene il suo compito come di fronte a Maria.

Se i sacerdoti vivranno in comunione con Maria, ella, Madre dell'unità, svelerà loro come va ordinata nei cuori e fra i cuori la carità, come va edificato il corpo di Cristo secondo quell'eterno supremo dialogo d'amore che è la Santissima Trinità.

Maria è lì accanto ad ogni sacerdote. Occorre scoprire la sua presenza. Un modo, per i nostri sacerdoti, è quello di accoglierla sempre più e sempre meglio in ciò che ella offre loro: questo ideale di vita nuova.

Accogliere il suo invito ad immedesimarsi e rivivere il suo Figlio, il Crocifisso, l'Abbandonato, così come lei l'ha accettato e vissuto, quando ha dovuto perdere, nella sua immensa desolazione, Gesù; quando se l'è visto sostituire da uno di noi, da un sacerdote, pagando così, con un secondo fiat, la sua seconda maternità, quella della Chiesa.

È con lei, Madre della Chiesa, Madre dell'unità, che i nostri sacerdoti, i nostri religiosi, si realizzeranno oggi quali autentici "uomini del dialogo", è con lei che diverranno costruttori d'unità "affinché tutti siano uno" (Gv 17, 21).