65

La famiglia e Maria

In: "L'Osservatore Romano", 21 aprile 1984, p. 5.

Il giorno dell'Annunciazione Giovanni Paolo II ha consacrato ed affidato l'umanità al Cuore Immacolato di Maria in occasione del Giubileo dell'Anno Santo per le famiglie. La coincidenza con questo avvenimento non è certo casuale. Passano, infatti, profonde relazioni fra Maria e la famiglia, se non altro per il fatto che l'una e l'altra sono grandi esperte nell'amore.

Maria lo ha conosciuto nel suo cuore, già semplicemente sul piano naturale, nei suoi più vari aspetti come figlia, fidanzata, sposa, madre, pur sempre vergine, e vedova. La famiglia è il regno dell'amore. In essa, nasce, cresce, e si sviluppa l'amore filiale, sponsale, materno, paterno, fraterno.

Maria, madre del bell'Amore, ha conosciuto abbondantemente anche l'amore soprannaturale: nata piena di grazia, è stata adombrata dall'Amore in persona, lo Spirito Santo, allorché il Verbo si è incarnato nel suo seno. Poi, ulteriormente è stata investita dalle sue fiamme alla Pentecoste, quando è divenuta pienamente madre spirituale di tutti noi cristiani. E, per l'una e l'altra nascita, ella è modello, tipo, forma della Chiesa. La famiglia, luogo di nascita di quelli che sono, una volta battezzati, figli di Dio, è stata santificata dallo Spirito Santo, Spirito d'amore, col grande sacramento del matrimonio, ed è divenuta miniatura e cuore della Chiesa.

Quando il Papa ha letto l'atto di affidamento dell'umanità a Maria ha esordito con queste parole: "La famiglia è il cuore della Chiesa. Si innalza oggi da questo cuore un atto di particolare affidamento al cuore della Genitrice di Gesù". E così da cuore a cuore, in quest'intensa comunione, che si era creata con la celebrazione dell'Eucaristia, è salita, quasi un grido dal cuore del Padre universale colmo di sollecitudine per le necessità dell'umanità, la preghiera di consacrazione alla Vergine Maria, affinché si prenda una cura tutta particolare della famiglia umana.

Il Papa era lì, inginocchiato davanti alla bianca effigie della Madonna di Fatima.

In quel momento il pensiero di molti di noi presenti non poteva non andare al 13 maggio 1981, giorno dell'attentato: era proprio quella la giornata che il Santo Padre aveva scelto per dare l'annunzio a tutta la Chiesa della costituzione del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

Ora nella piazza San Pietro, gremita fino all'inverosimile, accanto a lui davanti alla Madonna di Fatima, come un fiore sbocciato dal suo dolore e dal suo sangue, c'erano simbolicamente radunate tutte la famiglie della Chiesa, segno di tutte le famiglie del mondo.

Il Santo Padre, come Pastore supremo, poteva dunque contare, nel momento di affidare il mondo a Maria, non solo sulla comunione di tutti i Pastori della Chiesa, "costituendo un corpo ed un collegio", ma anche sulla piena adesione dei figli della Chiesa, rappresentati da tante famiglie di tante nazioni.

Tutti sappiamo quanto Giovanni Paolo II, nella sua infaticabile dedizione per il servizio della Chiesa, ritorni sul tema della famiglia. In essa ripone le speranze dell'umanità; ad essa affida le sorti della vita.

Nel suo caratteristico carisma di spirituale paternità, manifestata perfino nelle sue opere drammatiche, come ad esempio, in quel gioiello che è Raggi di paternità, rappresentato nell'Aula Paolo VI davanti all'Autore lo stesso giorno del Giubileo delle famiglie, egli sente come le minacce del male e le speranze del bene passano attraverso quel cuore della Chiesa che è la famiglia. Ed ora anche in questo giorno solenne, affidando il mondo alla Madre di Dio, non ha tralasciato di raccomandare che l'umanità sia liberata da alcuni mali che colpiscono la famiglia, pregando, tra l'altro, così: "Dai peccati contro la vita dell'uomo fin dai suoi albori, liberaci!".

E nella preghiera con la quale ha concluso la sua omelia-preghiera da lui composta per il Sinodo del 1980, che ebbe come tema di studio la famiglia - ha chiesto questa grazia: "Fa' che l'amore rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie".

Tutte queste coincidenze significative e queste espressioni ci permettono veramente di cogliere nell'atto di affidamento fatto dal Papa alla Madonna uno speciale riferimento alla famiglia, alle famiglie tutte della terra, specialmente a quelle di quei "popoli che per la loro situazione sono particolare oggetto del tuo amore e della tua sollecitudine". E questo, per consacrare ed affidare quel cuore pulsante di vita, che è la famiglia, all'amore misericordioso di Dio; per aprire questa cellula fondamentale dell'umanità al dono soprannaturale dell'amore di Dio che redime e santifica, che perdona e innalza la famiglia e l'amore coniugale alla sua dignità. E ancora, per implorare da Dio la liberazione da tutti i pericoli e da tutti i peccati che incombono sulla famiglia.

Ora il senso profondo di questa consacrazione non può non portare tutte le famiglie cristiane a vivere - con l'aiuto e l'esempio di Maria - il progetto luminoso ed affascinante di Dio sulla famiglia in tutte le sue espressioni: l'amore coniugale secondo il piano divino, segno dell'amore di Cristo per la Chiesa fino al totale dono di sé, la paternità e la maternità, come partecipazione all'amore fecondo del Creatore; la pace e l'armonia nel superamento di tutte le tensioni e difficoltà, come frutto di una carità sempre viva ed instancabilmente tesa a mantenere la presenza spirituale di Cristo nella famiglia e, con Lui, l'unità del pensare e dell'agire; una apertura di comunione e di servizio verso altre famiglie.

Il Papa, parlando alle Famiglie Nuove del Movimento dei Focolari, ha delineato e definito l'immagine ideale della famiglia Chiesa domestica così: "Con tutta la vostra vita, con la convivenza, con lo stile della vostra esistenza, voi costruite la Chiesa nella sua dimensione più piccola ed insieme fondamentale: la "Ecclesiola"!"

Ora se questa Chiesa domestica - questa "Ecclesiola" deve essere il "cuore della chiesa", come ha detto ancora il Papa, deve tendere a rispecchiare l'atteggiamento di Maria Santissima cui ora è consacrata; essendo come Maria trasparenza della volontà di Dio, deve far propria la semplice ma assoluta donazione di se stessa al piano divino, che è sempre un piano di redenzione e di salvezza. Il gesto del Santo Padre è infatti un invito fatto a tutte le famiglie a vivere particolarmente consacrate a Maria, a confidare a lei tutte le ansie e le gioie della vita familiare e ad avere in lei il punto di riferimento per un comune impegno di vita evangelica.

Il messaggio di Fatima, che richiama tutti alla conversione e alla fedeltà al Vangelo, diventa così la risposta della consacrazione della famiglia, un impegno di rinnovamento perché più splendente sia il volto della Chiesa che nella famiglia cristiana ha come il segno del suo essere "famiglia di Dio", dimora accogliente per tutti i figli dispersi, richiamati alla casa del Padre ed invitati ad entrarvi attraverso il cuore materno della Madre di Gesù.