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Non far morire Gesù

In: "Mariapoli", 5 (1988), n. 11/12, pp. 20-21.

Carissimi, mancano pochi giorni ormai a Natale ed è questa l'occasione per rivestirci a festa, per rinascere nuovamente al nostro Ideale.

Ci spingerà a questa rinascita l'approfondimento della nuova tappa della "via Mariae": la fuga in Egitto.

L'altra volta abbiamo parlato di Gesù Abbandonato, del dolore più grande. La croce è, infatti, condizione per camminare sicuri nella nostra via: la via dell'amore.

Questa volta prendiamo in considerazione il primo episodio, che il Vangelo descrive, in cui Maria con Giuseppe ha dovuto affrontare e superare la vera croce: Erode vuole togliere di mezzo Gesù bambino, facendolo morire, ma un angelo avverte Giuseppe in sogno ed egli fugge in Egitto con la famiglia (cf. Mt 2, 13 -14) .

C'è dunque per Maria il pericolo di perdere Gesù. Così piccolo e già minacciato di morte.

Ma Maria, per evitare questo tremendo pericolo, affronta con Gesù e Giuseppe i disagi di un lungo viaggio.

Perdere Gesù. Far morire Gesù. Il nostro ideale ha fatto vivere con pienezza Gesù nel nostro cuore. Ed ha operato ciò accendendovi l'amore. Ed ecco che sulla morte del nostro "uomo vecchio", è apparso il Risorto con tutto un corteo di doni a gioia della nostra anima e a edificazione del regno di Dio nel mondo.

Ma occorre mantenere acceso questo amore, questo vero amore, e allontanare tutto ciò che lo può spegnere, che può, in certo modo, far morire Gesù dentro di noi. (…)

La fuga in Egitto. Maria è fuggita perché a Gesù non venisse tolta la vita. Fuggiamo anche noi da quegli attaccamenti, da quel poco o tanto di consumismo che è penetrato, magari involontariamente, nella nostra vita...