UMILTÀ

Un giorno, a scuola, il professore di educazione fisica ingaggiò una specie di gara, cioè: le ragazze che facevano più canestri sarebbero state scelte per il campionato. Appena arrivò il mio turno, insieme ad altre ragazze presi il pallone migliore, ma feci solo tre canestri. Nella lezione successiva facemmo la stessa cosa. Io avevo capito di aver sbagliato la prima volta. Allora pensai: "Gesù vorrei fare parecchi canestri, ma m'importa di più fare tutto per Te". Quando venne il mio turno aspettai che le altre ragazze prendessero il loro pallone, quello che rimase lo presi io ed era proprio il pallone migliore. Feci 12 canestri e fui molto contenta perché capii che a Dio era piaciuto ciò che io avevo fatto. Lucia

Mercoledì la mamma ha chiesto a mio fratello di riordinare la cucina. Verso sera, finito di studiare, sono andato a vedere la TV, e c'era un programma che m'interessava particolarmente. Però ho visto che la cucina era in disordine e ho lasciato perdere la TV per mettere tutto a posto. Quando la mamma è ritornata a casa ha detto a mio fratello che era stato molto bravo a fare la cucina; ma a me non importava di questo perché l'avevo fatto come un atto d'amore. Marco

Il mio parroco mi ha chiesto se la domenica potevo suonare l'organo in chiesa, io ho accettato volentieri quella proposta, ma, dentro di me ho pensato: tutti mi ammireranno! È stato proprio così, quel giorno ho ricevuto tanti complimenti. Io, in un primo momento, ho provato una gioia e un senso di soddisfazione, ma presto ho sentito un vuoto e un dolore tanto forte perché mi ero accorta di non aver amato Gesù, ma me stessa. Allora gli ho chiesto perdono e gli ho detto: "Fammi suonare solo per Te". La volta dopo ho fatto un po' brutta figura, ma ero contenta perché avevo suonato solo per Lui. Daniela

Facevamo un gioco nel quale ognuno doveva portare alla fine del campo un tesoro nel minor tempo possibile. Già in partenza ho capito che gli altri sarebbero stati più veloci di me, perché io ero più piccolo di loro. In più nella corsa uno mi ha calpestato facendomi molto male cosi da dovermi fermare. Stavo per sgridarlo, ma poi ho lasciato andare perché mi sono ricordato che non importa vincere, ma amare. Alla fine quel ragazzo mi ha chiesto scusa. John

La mamma mi rimprovera sempre perché sono motto disordinata. Ieri, tornando da scuola, ho pensato di fare tutte le cose bene, così ho rimesso in ordine la mia stanza, ho preparato il pranzo e lavato tutte le tazze che erano in cucina. Ero contenta, perché pensavo di aver fatto tutto bene invece, poi, mia madre ha trovato tante altre cose che c'erano da fare. lo mi stavo infastidendo e avrei voluto dirle tutto quello che avevo già fatto, ma ho pensato che non dovevo amarla una volta sola ma sempre. E ho continuato a mettete in ordine. Antonella

Qualche giorno fa per un motivo molto semplice ho litigato con mia sorella, alla fine lei si è chiusa in camera e io sono andato nella mia stanza e ci sono rimasto molto tempo. Poi ho pensato che dovevo volerle bene come a Gesù, cosi sono andato a chiederle scusa e abbiamo ricominciato a volerci bene. Per questo ho sentito una grande gioia e tutti e due siamo stati molto contenti. Antonio

La prima esperienza che ho fatto è stata bellissima per me, perché sono riuscito a costruire un rapporto chiaro con la mia mamma, mentre prima era rigido e chiuso. Un giorno l'ho fatta inquietare veramente, allora sono andato in camera molto avvilito pensando: "Non ho proprio capito niente di gen, del Vangelo!". Sono scoppiato a piangere, però poi con coraggio mi sono consolato un po' e mi son detto: "Va bene, ormai è successo! L'importante è non chiudersi in se stessi". Mi son fatto forte e sono andato da mia madre che non mi guardava nemmeno per la tristezza. Mi rimaneva difficile chiederle scusa, ma poco prima avevo fatto un patto di unità con mio fratello e quindi dovevo fidarmi della sua unità e di quella di tutti i gen. Così ci sono riuscito e subito dopo tutto e tornato normale tra me e la mia mamma ed io ero veramente felice di essermi riconciliato con lei. Marco

Quest'anno nella nostra classe abbiamo fatto i gruppi di studio e così nell'ora di chimica ci siamo divisi in vari gruppi. A me la chimica piace molto e vorrei essere tra gli organizzatori del mio gruppo; ma c'erano due altri miei compagni a cui piaceva molto questa materia e che volevano programmare lo studio... Io all'inizio non ero pronto a perdete la mia idea e volevo essere io a fare, ma alla fine ci sono riuscito e ho lasciato a loro l'iniziativa. Ora studio gli argomenti che scelgono loro e va tutto bene. Carlo

A casa ci sono i muratori, perché stanno rifacendo la mia camera e quella di mia sorella. Lei voleva che la sua la facessero più grande, per cui la mia sarebbe diventata più piccola. Questo mi faceva un po' rabbia perché volevo che la mia fosse la più bella, e stavo per bisticciare con lei, ma proprio in quel momento ho alzato gli occhi e ho visto appeso alla parete un crocifisso: Lui era lì morto per me, a ricordarmi che dovevo dare la vita per gli altri. Ma allora che importava avere la camera più piccola, o più grande? Importante era amare e vivere, come Chiara, per l'unità. Allora sono corsa da mia sorella e le ho detto: "Fai fare il muro dove vuoi, per me è lo stesso. Elisabetta

GENEROSITÀ

Con la professoressa di inglese avevamo organizzato una gita in Inghilterra. Questa gita costava L. 240.000. La mamma, anche se prima si era opposta, alla fine aveva acconsentito e mi aveva firmato l'autorizzazione e molte altre carte necessarie per il viaggio. Il lunedì mattina, mentre tutte le altre consegnavano i soldi alla professoressa, ho sentito che non poteva andare in Inghilterra perché era meglio dare quei soldi ai poveri. Così tutta contenta, senza ripensarci, sono andata dalla professoressa per dirglielo e felice ha dato tutto ai poveri. M. Antonietta

Cecilia aveva conosciuto nella chiesa del Borgo, Ludovico, un vecchietto ed una sera incontrandolo si fermò per salutarlo. Questi, che cammina su una carrozzella a motore, aveva finito la miscela e non aveva più soldi per comprarla. Cecilia non aveva del denaro da dargli ma non poteva abbandonarlo perché anche in lui c'era Gesù da amare, e pensò quindi di portarlo a casa senza preoccuparsi di quello che avrebbero potuto dire i suoi familiari. Era l'ora di cena e Ludovico non sapeva ne dove ne come cenare e Cecilia chiese alla madre di invitarlo a restare con loro, preoccupandosi poi di telefonare ad un volontario per poter riaccompagnare Ludovico nella sua baracca. Cecilia ha continuato a parlare con lui perché le sembrava importante amarlo fino in fondo; e così vedendo che aveva abiti sporchi e mal messi lì ha portati a casa per lavarli e ricucirli. Poi è arrivato l'autunno e insieme ad altre gen, ha visto che la sua baracca, essendo di legno, faceva penetrare la pioggia e così tutte insieme hanno deciso di rivestirla con carta catramata sia dentro che fuori. Hanno visto che era anche molto sporca e ogni tanto, ancora adesso, vanno a pulirla, facendosi aiutare anche dalle simpatizzanti. Insieme a queste hanno coinvolto anche Maria, una ragazza di strada che abitava lì vicino e che aveva sempre espresso il desiderio di aiutarle in questo lavoro. Stando con lei, le gen 3 hanno capito che questa ragazza è sempre stata priva di affetto e cosi il minimo che possono fare è andarla a salutare nella sua roulotte, perché questo la rende molto felice. Giorni fa, mentre stavano pulendo la baracca di Ludovico, è venuto un signore che abita lì vicino e dopo averle tanto contraddette e criticate per 'l'inutile lavoro" che stavano facendo, si e messo anche lui ad aiutarle. Cecilia

Un giorno sono andato in un bar a comperarmi un gelato e avevo in tasca solo pochi soldi. Mentre entravo un ragazzo di 14 anni ha inciampato con un vassoio di gelati. Io ho visto e son corso subito a confortarlo e gli ho chiesto: "Come ti chiami ?" e lui "Luigi". L'ho accompagnato al bar dove faceva servizio e ho chiesto al barista a quanto ammontavano i danni; erano di L. 950. Come fare? Mi è balenata un'idea per la mente. Mi sono messo davanti a un supermercato e, ho portato la merce che i clienti comperavano, facendomi passare per un garzone. Ho messo da parte quella somma con le mance dei clienti, poi sono andato al bar e ho saldato il conto. Il ragazzo mi è venuto incontro e mi ha detto: "Mi ricorderò di te". Claudio

Ieri ero a scuola, mancava poco alla fine della lezione. La mia insegnante era andata a parlare con un'altra maestra e aveva dato l'ordine ad un mio compagno di scrivere alla lavagna i nomi di quelli che avrebbero disturbato, e questi avrebbero fatto un compito in più. Io stavo disegnando, quando è venuto un mio amico a chiedermi il temperino in prestito. Io non ho parlato, perché altrimenti sarei stato segnalato alla maestra. Il compagno alla lavagna ha scritto però il nome del mio amico, e allora lui si è allontanato tutto mortificato. Prima che arrivasse la maestra sono andato alla lavagna, e ho chiesto al compagno se poteva scrivere il mio nome al posto del suo, lui l'ha fatto. Quando e arrivata, la maestra ha detto: "Ah, Luciano! Adesso ti do il compito", ma dei miei compagni che avevano visto quel che avevo fatto le hanno detto: "Guardi, che lui e stato buono, ma ha fatto scrivere il suo nome al posto di un altro". Allora la maestra non mi ha dato più da fare quel compito. Gian Antonio

Un giorno mi sono incontrato con un bambino che era solo e triste. Mi sono ricordato che dovevo amarlo. L'ho salutato e ho parlato con lui. Mi ha raccontato che era scappato di casa per le botte e i maltrattamenti. Era molto sporco e non aveva nemmeno le calze, allora gli ho regalato le mie ed anche la mia maglietta. Dopo un po' mi ha detto il suo desiderio di studiare, ma che era senza casa. Gli ho dato appuntamento in chiesa o alla porta della mia scuola. Intanto a casa mia ho chiesto il permesso di ospitarlo per un periodo, però i miei non hanno voluto. Il giorno dopo non mi hanno lasciato andare a salutarlo, neppure a dargli un paio di scarpe ed alcune lezioni. Le scarpe gliele ho mandate da mio fratello, ho aggiunto anche un portamonete con dei soldi affinché potesse comprarsi qualcosa da mangiare. Avrei voluto fare qualcosa di più per lui, ma non ho potuto perché mio fratello maggiore lo ha accompagnato alla polizia. Malgrado questo però qualcosa ho potuto fare, le parole che gli avevo detto: 'Dio sarà il tuo papà e Maria la tua mamma'! rimanevano. Gli avevo regalato anche il crocifisso del mio rosario, affinché gli parlasse tutti i giorni. E lui si è rallegrato con me, perché gli avevo anche detto che sarebbe andato un giorno in una casa migliore, "il cielo". Jose di Columbia

Portai a scuola le lenticchie con un fusto di cm. 15 ed una radice di cm. 10. O perché nessuno aveva fatto l'esperimento o perché non era riuscito, quasi metà della classe me ne chiese una da far Vedete alla professoressa di scienze. Volevo fate un atto d'amore a ciascuno che me le chiedeva, e così fu. La voce si sparse per tutta la classe e anche Ruggero e Del Vecchio vennero insieme da me a chiedermene una. Erano le ultime due, ma le donai con tutto il cuore anche se io sarei rimasto senza. Lucio

Quando ho saputo che andavo da mia zia mi sono portato i miei risparmi: 1.000 pesetas. Così potevo comperare una chitarra nel suo negozio. Quando sono arrivato in città, ho visto davanti alla casa una vecchietta che conoscevo ed ho saputo che siccome aveva una malattia ai denti li ha dovuti togliere tutti e non avendo soldi non poteva rimetterli. Allora, invece di comperare la chitarra, le ho regalato le mie "pesetas". Mia zia, quando si e accorta di quello che avevo fatto mi ha regalato cinque dischi. La notte sono andato a letto molto felice perché pensavo che quella vecchietta avrebbe potuto mangiare senza difficoltà. Salvador (11 anni) Spagna

Per S. Nicola mi è stata regalata una bella bambola. Alcuni giorni dopo, a scuola, abbiamo ricevuta una lettera circolare dove si chiedevano vestiti, giocattoli ed altre cose per i bambini poveri. Così sono tornata a casa con la lettera e l'ho data alla mamma che me ha detta: "Sì, scegli una bambola che vuoi dare". Prima ne ho scelta una bionda, poi un'altra e poi ho preso quella nuova, perché la trovavo talmente bella che ho deciso di dare proprio quella ai bambini poveri. Il giorno dopo a scuola l'insegnante mi ha chiesto: "Perché dai una bambola così bella?". Allora io te ho risposto: "Perché Gesù ha detto: qualunque cosa avrete fatto al più piccolo l'avrete fatto a me. Io voglio tanto bene a Gesù in quei poveri bambini e voglio dar loro la mia bambola più bella". Joelle del Belgio

Era sabato sera; ero veramente stanco. Mia mamma mi ha domandato se potevo lucidare le sue scarpe, perché l'indomani sarebbe partita al mattino presto. Ma lì dove si trovavano c'erano anche le scarpe del papa e dei miei fratelli. Dopo aver lucidato quelle della mamma, mi sono fermato un attimo, ho pensato a Gesù e gli ho detto "per Te" e ho finito di lucidare anche tutte le altre scarpe. Luc

Recentemente mi hanno dato un compito da fare sulla nicotina e gli svantaggi del tabacco. Quando ho saputo il tema sono rimasta un po' stupita ed ho pensato che sarebbe stato molto difficile svilupparlo. Quando sono tornata a casa ho cercato di fare tutta la mia parte ed ho impiegato tutto il pomeriggio per far questo. Alla fine ero molto contenta anche se mi sembrava che non ero riuscita a fare un tema bellissimo . Verso sera ho sentito bussare alla porta e sono andata a rispondere. Era una mia compagna che mi chiedeva di aiutarla a svolgere il tema. Sono rimasta un po' indecisa perché volevo aiutarla ma, cosa potevo dirle sulla nicotina? In quel momento mi sono ricordata del Vangelo e subito ho pensato di darle il mio tema ma, come facevo dopo a farlo nuovamente? La risposta l'ho sentita dentro di me: "Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo, l'avrete fatta a me"; non ho dubitato più e le ho dato il mio tema con un sorriso. Lei e andata via molto felice. Ho cominciato a rifarlo e in mezz'ora ho finito. Alcuni giorni dopo non ricordavo quasi più di quel tema, quando mi hanno chiamato dalla presidenza. Ero un po' agitata perché non sapevo quale era il motivo di quella chiamata. La preside mi ha lodato perché avevo fatto molto bene il tema, era il più bello di tutta la scuola", m'ha detto. E come premio mi ha regalato un libro. Sono rimasta stupita, meravigliata. Ho potuto sperimentare l'amore di Dio che ricompensa anche per un piccolo atto d'amore. Genina

Ho un'amica che frequenta la seconda media. I suoi genitori sono analfabeti, quindi non possono aiutarla nello studio, inoltre tante volte non può andare a scuola perché ha i fratellini da accudire. Come si può immaginare non è molto brava a scuola, perché le mancano le basi fondamentali. Per incoraggiarla a studiare, l'ho invitata a fare i compiti a casa mia, dove c'è più tranquillità, offrendomi di aiutarla nelle cose più difficili. Però, visto che lei non sa fare tante cose, ho capito che dovevo testimoniarle in modo ancora più concreto il mio amore. Ho fatto così un programma delle cose più importanti e più elementari che lei doveva imparare e nel pomeriggio cerco di finire presto i miei compiti per aiutare la mia amica e farle imparare qualcosa. Lei è molto contenta e dice: "È la .prima volta che qualcuno si occupa di me". Maria Lucia


PUREZZA

L'altro giorno era giovedì grasso. Durante l'ora di religione, i miei compagni hanno tanto insistito che son riusciti ad avere il permesso dall'insegnante di poter ballare in classe, abbassando tutte te tapparelle. Mi sono ricordato di Chiara: solo contro tutti! Sono andato in un angolo, vicino alla lavagna, dove da una finestra filtrava della luce. Ad un certo punto mi è venuto in mente che non doveva pensare solo a me... Allora ha disegnato sulla lavagna tanti cerchi concentrici (N. d. r. : è un gioco a punteggio) ed ho invitato i ragazzi a giocare con me. In poco tempo sono stati ben nove i compagni che me hanno seguito, lasciando da parte il ballo. Franco

La mia professoressa ci ha detto di leggere un libro che non era molto bello perché impuro. Mi sono messa d'accordo con la mia assistente gen e abbiamo visto insieme che non era Volontà di Dio leggerlo. Dopo mi sono sentita in pace, e non mi sono preoccupata più del voto che avrei preso. Mentre tutti leggevano il libro io cercavo di andare controcorrente, non leggendolo. È arrivato il giorno in cui dovevamo presentare il riassunto di quel libro e sentivo che Gesù mi metteva dentro il coraggio d'essere fedele fino alla fine. Quando la professoressa e entrata in classe ho detto: "Per Te", e subito ho cominciato ad amarla cancellando quello che era scritto sulla lavagna, perché lei potesse cominciare subito la lezione. Lei aveva annunciato che avrebbe fatto soltanto delle domande orali sul libro, ma prima di cominciare ha chiesto chi non lo aveva letto. Non era Volontà di Dio che io tacessi perché sarebbe stato andare contro l'8° comandamento: "Non dire cose false". Allora ho alzato la mano e ho aspettato che si rivolgesse a me. Lei era tanto sorpresa e mi ha chiesto se non avevo semplicemente finito di leggerlo e io le ho risposto: "No, professoressa, io non l'ho letto". Si e fermata un po' e poi mi ha chiesto il perché. Avevo paura a dirlo perché pensavo che potevano sorgere delle persecuzioni e anche una discussione in classe, ma per essere fedele fino alla fine, ho risposto: "Professoressa, io non l'ho letto perché penso che questo non è un libro da leggere". In quel momento è cominciata veramente un'agitazione nell'aula , ma era proprio al rovescio di quello che pensavo, perché i miei compagni erano tutti d'accordo con me. Era bello vedere ragazze e ragazzi più grandi di me (io sono un anno avanti) dire che quel libro non era buono neanche per loro!!! La professoressa rivolgendosi a me ha detto: "Simone, io rispetto il tuo modo di vedere e non ti darò zero!". Sentendo questa risposta, avevo nel cuore la certezza che il mondo non ha bisogno di "bambine buone", ma di bambine che vivono per Dio, e se la mia professoressa avesse visto in me soltanto una "bambina buona" sarebbe stato ancora troppo poco. Finita la lezione siamo uscite insieme e mi sono accorta che lei era contenta, più contenta che se mi avesse tolto dal raggio della Volontà di Dio su di me. Arrivando a casa ho cercato di fare subito un "pacchettino" per Gesù, perché tutto era Suo. Alla fine del semestre la professoressa ha detto che per tutti quelli che avevano letto il libro avrebbe aumentato di un punto il voto. Io, naturalmente, ero sicura di non averlo, invece, con grande sorpresa, lei aveva aumentato di un punto anche la mia media finale. Poi quel libro è stato tolto definitivamente dal curriculum scolastico. Simone del Brasile

Volevo comprare un giornale dove c'era una foto che mi piaceva tanto. Mi è poi venuto in mente però che in quel giornale avrei trovato altri articoli un po' brutti. Così, per non lasciarmi tentare di leggerli, non ho comperato il giornale. Il giorno dopo però un mio amico mi ha regalato proprio quella foto che desideravo. Peter della Germania

Il carnevale è stato un periodo molto difficile per me perché a casa nessuno capiva il mio atteggiamento di non voler partecipare a certe feste e danze, che non sono per niente belle e pure. I miei fratelli volevano portarmi a tutti i costi, ed io non sapevo come fare. Loro erano proprio seccati con me. Ad un certo punto sono stata anche tentata di andare, per farli tacete e soffrire meno persecuzioni. In quel momento però ho sentito Come se Gesù stesso mi dicesse dentro di essere forte e perseverare fino alla fine. Sono riuscita ad andare contro tutti, anche contro i miei genitori vincendo la battaglia delle tentazioni. Ho ringraziato Maria e Gesù ed ho provato una grande gioia di esser stata loro fedele. Maria del Brasile

Spesso vado in città per vedere quali sono i films che si proiettano nei vari cinema. Ora in uno di questi erano esposte per la pubblicità delle foto molto brutte. Quando sono passato lì davanti, pensando a Gesù che ci vuole puri, ho cercato di non guardarle. Stefan - Germania

Una volta a scuola mancava la professoressa e allora è venuto in classe un custode, che è molto famoso, perché racconta barzellette brutte. Allora tutti i miei amici hanno cominciato ad applaudirlo e a dire: "Bene bene, raccontaci le barzellette!". Lui ha cominciato subito, ed io sentivo che non dovevo ascoltartle, Dio non voleva, perché erano contro la purezza, era contro quello che avrebbe fatto la Madonna. Allora mi sono subito tappata le orecchie, come ci aveva detto Chiara, e poi anche gli occhi. La mia amica se n'è accorta e mi ha detto: "Ma che cosa fai? guarda, senti come è interessante! " . lo ho risposto: "No, queste non sono cose che io desidero, non sono cose che fanno per me, non fanno per me: io voglio essere pura!". Allora anche lei ha detto: "Sì hai ragione, hai ragione" e anche lei, si è tappata le orecchie. Gli altri compagni hanno cominciato a guardarci e a dite: "Ma guardatele che cosa fanno!". Dapprincipio la mia amica si vergognava, ma ha continuato ugualmente a non ascoltare. Tutti gli altri poi vedendo che noi eravamo contente, anche se non sentivamo, hanno detto: "È meglio smettere". E il custode vedendo che le barzellette non facevano più effetto ci ha detto di studiare. Chiara

Sono uscita a fare delle spese con una mia amica. Ad un certo punto 5 o 6 ragazzi ci sono venuti vicini e ci hanno circondato. Si vedeva che avevano delle brutte intenzioni e noi ci siamo spaventate moltissimo. Siamo entrate in una gioielleria lì vicino e abbiamo chiesto aiuto al padrone. Lui e uscito fuori e ha detto a quei ragazzi di andarsene e di non darci più noia. Ma appena fuori dal negozio, li avevamo di nuovo dietro. Abbiamo cominciato o correte, la mia amica e riuscita a scappare, ma io sono inciampata e me li sono trovati quasi addosso. Avevo tantissima paura, la strada era deserta. Allora mi sono rivolta a Gesù e Gli ho chiesto di aiutarmi e in quel momento mi è venuto da piangere. Sono rimasti interdetti. Allora ho cominciato a parlare; sentivo dentro di me risuonare le parole di Gesù: "Fai del bene o chi ti fa del male" quindi Gesù mi chiedeva di amarli. Ho detto toto di non farlo più, di smettere di dare noia alle ragazze e loro mi stavano ad ascoltare: poi se ne sono andati ad uno ad uno. Valeria

Il professore di storia brasiliana, un giorno, ha portato un foglio che ha mostrato ad alcuni ragazzi della classe. Gli altri volevano sapere cos'era e lui allora ha detto che lo avrebbe letto a tutti. Ho capito subito che non era una cosa bella e che se fossi restata non sarei andata controcorrente. Ho chiesto al professore di uscire dalla classe dato che non ci sarebbe stata la normale lezione. Lui non m'ha dato il permesso, ma io sono uscita lo stesso. Allora mi ha chiamata chiedendomi perché non volevo ascoltare. Gli ho risposto che quel foglio non costruiva nulla... Mi ha detto di sedermi, ha lasciato il foglio e ha incominciato a fare lezione. Un altro giorno quello stesso professore ha cominciato a dite cose impure. Mi sono alzata e gli ho chiesto se doveva spiegarci qualcosa che io avrei potuto scrivere per lui alla lavagna. Lui mi ha guardata con un sorriso e m'ha dato subito una lezione da scrivere. Adesso tutte le volte che lui entra in classe mi dice: "Non preoccuparti Rosiclere, oggi farò lezione normalmente". Rosiclere del Brasile

Mi trovavo all'assemblea studentesca con due miei compagni, avevo a fianco una ragazza di IV ragioneria con una minigonna cortissima. Era molto attraente ed infatti molte volte mi accorgevo di posate lo sguardo su di lei. Ad un certo punto mi sono detto: "Sono un rivoluzionario o no?". Allora di scatto mi sono voltato e ho detto un grazie a Gesù. Non temendo più di essere soggiogato da quella ragazza così attraente. Enrico

MORTIFICAZIONE

Avevo un pacchetto di caramelle e volevo tenerlo nascosto, perché in famiglia siamo cinque fratelli e se si comincia a dividere, succede che si mangia un po' poco ognuno. Allora volevo mangiarle di nascosto, poi ho pensato che non dovevo fare così, ma darle a tutti perché avevo capito che dovevamo volerci bene. Allora le ho offerte ai miei fratelli. Per fare in modo che le gradissero di più, ho detto loro che ne avevo già mangiate abbastanza, mentre non ne avevo presa ancora una. I miei fratelli le hanno mangiate tutte e sono rimasti contenti cosi io ho gioito della loro gioia. Luca

Andavo per la strada ed avevo 2.500 pesos; volevo comperare qualcosa perché avevo fame. In quel momento ho visto un cieco che chiedeva l'elemosina. Ho dubitato un po' se dargli quei soldi o no, ma Gesù mi ha fatto capire che quell'uomo aveva più bisogno di me e che dovevo dargli tutto quello che avevo. Cosi mi sono avvicinato e gli ho dato tutto. Poi ho continuato a camminare, non sentivo più fame ma una grande gioia, perché avevo saputo scegliere Gesù in quel povero. Peque dell'Argentina

Un giorno, sono andata al cinema con alcune compagne. Mi ero comprata 5 liquirizie per mangiarle durante il film (devo dire che a me piacciono tanto anzi, ne sono proprio ghiotta!). Appena sedute, una compagna che mi era accanto, me ne ha chiesta una e dopo un po' un'altra, confidandomi che le era piaciuta molto. lo, ci sono rimasta un po' male e non avrei voluto dargliene più; poi mi sono ricordata della parola di vita che stavo vivendo: "Sempre, subito, con gioia" ed ho pensato che dovevo amare sempre, subito, quindi non valeva l'atto d'amore di prima, dovevo farlo ora e con gioia. In verità me costava un po'... e allora, gliene ho date due. Antonella

Oggi a pranzo, poiché avevo aiutato in cucina, sono arrivato a tavola un po' più tardi degli altri. Così per me è rimasta solo un po' di pasta. Però era così tanta la fame che non mi sarebbe stata sufficiente. In più ci siamo accorti che mancavano ancora dei piatti per gli altri. Allora io che all'inizio volevo tirarmi indietro per non dare nulla, per amare i fratelli come me stesso, ho fatto le parti con gli altri. Poi quando è stato servito il secondo, tanti erano accorsi a prendere le patatine fritte, e quando è toccato il mio turno non ce n'erano più. Non mi sono preoccupato e ho continuato a mangiare. Poi è arrivato il centuplo. Infatti, per quelli che non ne avevano prese ne sono state date delle altre. Paolo

Alcuni giorni fa, avevo fame e ho pensato di mangiare dei grissini; dopo aver preso il pacchetto ho visto che ce ne erano pochi, e allora prima di aprire un pacchetto nuovo, ho preso quelli, li ho assaggiati e il gusto mi diceva che erano di qualche giorno o forse di qualche settimana fa. Allora ho deciso di aprire il pacchetto nuovo, poi ho pensato che non era giusto fare così, perché molti bambini in quel preciso istante morivano di fame. Cosi contenta ho mangiato quelli vecchi. Annalisa

Una notte e arrivata a casa una donna, chiedeva del riso. Siccome neanche la mia famiglia è ricca, avevamo solo il riso necessario per ognuno di noi e se volevamo darglielo qualcuno di noi sarebbe rimasto senza mangiare. Nessuno dei miei fratelli voleva dare il suo; io mi sono ricordato che potevo amate quella donna dandole il mio riso, perché giustamente quel pomeriggio, nel raduno gen, avevo ascoltato che Dio vuote che amiamo i nostri fratelli fino a dare la propria vita. Allora gliel'ho dato ed io ho mangiato un po' di mais bollito. Ma ho sperimentato una gioia immensa. Chaiyasit buddista della TAILANDIA

Una domenica mi sono alzato tardi, e ormai era ora di andare a messa. Non sono arrivato neppure a far colazione, ma l'ho lasciata volentieri per poter prendere Gesù Eucarestia. Roberto

Un giorno ero triste e avevo fame. In tasca avevo 50 lire, così ho pensato di comperarmi qualcosa, poi però mi sono ricordato che dovevo vivere la virtù della mortificazione ed allora ho risparmiato quei soldi per metterli nella cassa gen. Sergio

Pochi giorni fa la mia mamma non aveva più soldi per fare la spesa; nel borsellino le erano rimaste poche lire. Non sapeva come fare e per alcuni giorni si arrangiava dandoci o il primo o la frutta oppure soltanto del pane. Ad un certo punto, ho iniziato ad avere fame... Mi sono però subito ricordata che anche Gesù sulla croce aveva provato un simile dolore quando ha gridato: "Ho sete" e al posto della fame mi è rimasta solo la gioia di poter essere come lui. Alle mie sorelle e ai miei fratelli però questa situazione non andava ed hanno cominciato a brontolare. Io sentivo che dovevo amarli ed essere pronta a dare la vita per loro, quindi, anche se mi costava, distribuivo o facevo a meta con loro della parte di cibo che la mamma mi dava. Dopo qualche giorno mia sorella adiratissima ha chiesto alla mamma il perché di tutto questo. La mamma le ha risposto che il babbo non le dava più soldi perché li aveva spesi tutti e che lei non poteva fare nulla. Quando il babbo è rientrato a casa, mia sorella malamente si è rivolta a lui e il babbo le ha risposto arrabbiatissimo dicendo che lui non ci chiedeva niente e che quindi non dovevamo aspettarci nulla da lui. Poi è uscito di casa sbattendo la porta e rinfacciando a mia madre due camicette che le aveva comprato qualche tempo prima. Io ero disperata e stavo per rinchiudermi nella mia stanza a piangere, poi mi sono ricordata che anche questo era Gesù che veniva a visitarmi, che era il mio sposo e io volevo accoglierlo facendogli festa. Cosi mi sono asciugata le lacrime e sono andata a consolare la mamma che era triste dicendole che lei non aveva nessuna colpa. Quando ho visto la mamma più serena sono andata dalle mie sorelle e ho fatto capire loro che anziché protestare dovevamo aiutare la mamma e non far pesare di più al papà queste cose quando era nervoso. Quando loro si sono calmate, sono andata nella stanza dove c'erano i fratelli più piccoli, ho giocato con loro e li ho distratti. Non avevo però ancora fatto tutta la mia parte, perché papà se ne era andato senza che io facessi nulla, per impedirglielo. Allora sono rimasta alzata fino all'una di notte, aspettando che rientrasse in casa. Quando è arrivato, ho fatto come se niente fosse successo, gli ho preparato qualcosa da mangiare e tutto quello che gli serviva. Piano piano il babbo si è rasserenato e il giorno dopo e ritornato a casa con dei soldi che ha dato alla mamma perché aveva capito che quello che aveva fatto non era una cosa giusta. Anna

Stamattina mia madre aveva poco latte e non bastava per me e mio fratello. Io ho pensato : "Dai Gianni! ecco un'occasione per amare Gesù" e così ho lasciato tutto il latte a mio fratello. Gianni

Il dottore mi ha proibito di mangiare dolci e caramelle. Per questo la mamma evitava di comperarle. Però un giorno mio fratellino insisteva con mamma per andare a comprare dei dolci; la mamma gli diceva continuamente di no, perché altrimenti li avrei voluti anch'io. Allora pensai di far contento il mio fratellino dicendo alla mamma di comprarglieli perché io non li avrei mangiati. Teresa

PAZIENZA

Una domenica, prima di andare in chiesa, mia madre mi chiese di asciugare i piatti. Poi mi disse: "Quando hai finito, portami l'apirapolvere" . Poi mio fratello mi chiamò, mi disse di mettermi il cappotto e di andare da mio cugino a prendergli un libro. Andai e non lo trovai, così tornai a casa a dirglielo. Lui allora mi disse di mettere via il cappotto e di andare da un altro mio cugino. Ci andai e riportai due libri. Quando salii mia madre mi disse di andare a sbatterle il tappeto e lo feci. Feci tutto per amore di Gesù. Laurie di Toronto

Mia sorella prende spesso le mie maglie, i miei vestiti, ecc. dall'armadio e li usa. Io sono contenta ma dopo li lascia in disordine, e qualche volta mette in disordine anche l'armadio. Questo mi da molto fastidio e vorrei sempre sgridarla ma so che Maria avrebbe amato, così cerco di non dirle niente e di riordinare l'armadio quando lo lascia in disordine. Inés

In questo periodo la mia famiglia è cresciuta, perché è arrivata una sorellina, Anna Maria, che ora ha due mesi. Potete immaginare la gioia che c'è in casa, ma anche quanto ci sia da fare in più! specie per la mamma, che deve assisterla continuamente in tutto e tra l'altro è un po' stanca. Da parte mia spesso devo avere pazienza, o quando piange mentre studio, o nel doverla cullare quando non riesce a dormire, rinunciando a quello che avevo in mente di fare, come vedere la televisione o giocare. Tutte queste cose cerco di farle con amore; però qualche volta mi stanco, amare mi costa e diventa più difficile. Però l'unico modo per vincere l'uomo vecchio dentro di me è sempre quello di buttarmi ad amare per primo. La mamma non riesce a far tutto e capita spesso che, tornando a casa da scuola, devo apparecchiare la tavola, lavare i piatti, perché lei si riposi un po'. Con i miei fratelli qualche volta è difficile, perché mi pare che non ce la mettano tutta nel fare la loro parte. Mi verrebbe da mollare e chiudermi in me stesso. Ma poi ricomincio, anche perché Chiara una volta ha detto ai gen 3: `'Dove non c'è amore, metti amore e troverai amore". Marco

Un giorno volevo andare a trovare una coppia di anziani che sono molto poveri. Preparai per loro anche un pacchetto con qualcosa. Arrivata nella loro casa però mi sentii a disagio perché era come se non fossero contenti della mia visita. lo, lì per lì, rimasi demoralizzata dall'accoglienza fredda che mi avevano fatto; pensai però che non mi dovevo scoraggiare e siccome ero andata lì per amare Gesù in loro, dovevo cercare di amarli fino in fondo. Prima di tutto diedi loro il mio piccolo dono, poi cominciai a parlare con loro cercando di esprimermi con molta semplicità, e di capire anche i loro bisogni. Mi accorsi che a poco a poco cambiavano, che si stabiliva con loro un rapporto di amicizia e che erano felici di parlare con me. Alla fine mi chiesero se potevo tornare ancora a far loro visita, io capii allora di essere riuscita ad amare. Cristina

Mia sorella è andata in viaggio venerdì ed ha portato con se la borsa di sport che mi aveva regalato, per portare le sue cose, senza dirmi niente. Quando me ne sono accorta, ho protestato ed ho cominciato a dire che era meglio che non l'avessi ricevuta. Ma mi sono accorto che in quel modo non ero un rivoluzionario perché brontolavo come avrebbe fatto un qualsiasi altro ragazzo. Da quel momento ho deciso di dividere tutto con i miei fratelli. Sebastián di Sevilla

Stavo leggendo una mia esperienza a mio padre quando mia madre, che era dietro di me e leggeva quel che avevo scritto, bruscamente mi ha interrotto: "Guarda hai fatto un errore". In quel momento, questa cosa mi ha infastidito, perché mi sembrava più importante comunicare a mio padre ciò che avevo scritto piuttosto che come lo avevo scritto. Così dapprima ho fatto finta di non averla sentita, ma poi ho pensato che a Gesù non avrei mai fatto così; allora ho smesso di leggere e ho corretto prima l'errore. Giuseppe

Una mia compagna mi aveva dato delle perline chiedendomi se le facevo un braccialetto. Così il pomeriggio, dopo aver fatto i compiti mi sono messa a fare il suo braccialetto, non avevo ancora finito quando mia mamma mi ha chiamata per andare a mangiare. Dopo cena sono tornata in camera mia ed ho trovato tutte le perline in terra, subito ho chiesto alle mie sorelle se erano state loro, ma nessuna mi rispondeva allora io stavo per spazientirmi però ho capito che dovevo essere paziente ed ho raccolto tutte le perline per Gesù. Lucia

Avevo un compagno di scuola che per una particolare situazione familiare, trattava sempre tutti male. Questo suo carattere lo rendeva particolarmente antipatico, per questo non aveva nessun amico. Per me era particolarmente difficile stare con lui: mi dava sempre fastidio e mi prendeva in giro così promisi vendetta. Ricordo che un giorno avevo proprio perso la pazienza: un pugno che avevo già stretto sarebbe andato a finirgli sulla faccia, dimostrando una volta per tutte che non ero più debole di lui. Solo un attimo prima di far partire quel pugno riuscii a vedere ancora una volta Gesù in lui. Un giorno mi chiese di aiutarlo in matematica: non avrei mai voluto farlo, ma vedendo in lui Gesù per parecchi giorni andai a casa sua a spiegargli le lezioni. Un giorno mentre ero a casa sua mi sono ricordato che avevo un appuntamento per le sette e questo mio compagno perché terminassimo la lezione, mi fece uscire con molto ritardo. Ho dovuto avete proprio pazienza, ma mentre stavo uscendo incontrai un altro amico, in bicicletta, che mi diede un passaggio, permettendomi di arrivare giusto giusto in tempo. Aldo

Avevo portato al Congresso un pallone nuovo e lo prestavo ad alcune gen che me lo chiedevano. Però una volta non l'ho più trovato al suo posto. L'ho cercato ed era tutto sgonfio in una siepe. Allora m'è venuta dentro una grande ira e quando sono andata a tavola non c'era Gesù in mezzo perché io ero molto seria con tutti. Poi mi sono detta: ma se io non sono pronta a dare un pallone, come sarò pronta a dare la vita per le altre gen quando ce ne sarà bisogno? Ho cercato di superarmi e di farmela passare ed ho visto che sono stata tanto più contenta e tra noi è tornato Gesù in mezzo. Laura

Stavo tornando da canottaggio ed ero stanco morto per l'allenamento fatto. Per arrivare a casa dovevo prendere l'autobus. Dopo un po' di tempo ne è passato uno, ma era già pieno, con pazienza ne ho aspettato un altro; infatti dopo poco è arrivato ed era vuoto. Così sono salito sull'autobus e finalmente mi sono seduto. Alla fermata successiva però, è salita tantissima gente, anche se ero stanco ho cercato di amare, allora mi sono alzato ed ho ceduto il mio posto. Aldy

Tempo fa ero a casa di una mia amica. Alle l8,30 le ho detto che dovevo andar via perché volevo andare a ricevere Gesù Eucarestia. Lei ha cominciato a prendermi in giro. Ma non mi sono spazientita, era Gesù Abbandonato: un'occasione di più per fargli festa. Quando stavo per uscire lei mi ha detto che mi avrebbe accompagnata per un pezzo di strada insieme a sua sorella, perché non credevano che io stessi andando a messa e così tutte e due hanno incominciato a prendermi in giro. lo ho spiegato loro come era importante per me ricevere tutti i giorni Gesù, per poter vivere meglio il Vangelo e avere la forza di ricominciare sempre quando sbagliavo. Loro sono rimaste colpitissime e la domenica dopo sono venute insieme a me alla Messa e si sono confessate dopo molto tempo. Ora vengono con me a messa quasi tutti t giorni e leggono la Parola de Vita. Liliana

Un giorno giocavo a ping-pong con un ragazzo, ma siccome non mi era simpatico e non sapeva giocare volevo smettere subito. Poi mi sono deciso a volergli bene e gli ho insegnato qualche trucco. Ho visto che così era sempre più contento di giocare con me, e questo mi ha dato una grande gioia. Markus - Germania

BENEVOLENZA

Era sabato e, con alcune mie amiche, avevo deciso di impiegare il pomeriggio andando a pattinare. A mandare all'aria i miei progetti ci pensò mio padre, il quale mi affidò un lavoro che mi avrebbe impegnato tutto il pomeriggio. Avrei voluto lamentarmi con mia madre e dite che non era giusto che io dovessi rinunciare a divertirmi, ma poi pensai che quella era una buona occasione per amare Gesù nei genitori e scacciando l'invidia che provavo nei confronti delle mie amiche che erano a pattinare, aiutai mio padre. Il pomeriggio trascorse con una velocità supersonica, anche se alla sera avevo un po' di male alla schiena. Ma questo piccolo dolore era largamente ricompensato dalla gioia che provavo per essere stata utile a mio padre! Antonella

Tempo fa sono stata interrogata in scienze ed ho preso 7 e mezzo. Poco dopo e stata chiamata una mia compagna. Mentre veniva interrogata mi sono accorta che stava andando molto bene e dentro di me ho sentito un po' d'invidia, ma volevo combatterla e le ho suggerito una cosa, anche se controvoglia. Lei ha preso 9; dentro di me c'era ancora l'uomo vecchio, però ho capito che dovevo combatterlo fino in fondo; così le sono andata vicino e le ho detto che ero contenta del suo voto. Lei mi ha ringraziato per questo e anche per quello che le avevo suggerito. Cinzia

Una mattina, arrivato a scuola, un mio compagno mi ha chiesto se gli prestavo un libro ed il mio quaderno. Io non volevo, ma poi gliel'ho dato. Gesù però non mi chiedeva solo questo. Anche un altro mio compagno aveva bisogno di me: infatti mi ha chiesto se gli spiegavo la lezione di storia. In un primo momento gli ho detto che avevo da ripassare anch'io qualcosa, ma poi, vedendo Gesù in lui, l'ho amato fino in fondo e gli ho spiegato la lezione. Ho avuto poi il centuplo, perché questo mio compagno è stato interrogato ed ha avuto un voto positivo ed io non ho sentito nessuna gelosia, ma la gioia. Paolo

lo sono appassionato di ciclocross e proprio quel giorno ero pronto per fare la gara. La mattina però accusai un po' di mal di gola. Andai a scuola lo stesso ma dovetti tornare a casa perché avevo la febbre a 39°. Ero disperato e non sapevo come fare, ma pensai che quella era la Volontà di Dio. Verso le 11 venne Paolo a chiedermi se avevo qualcosa da dare per aiutare a pagare le spese della gara, ma io non volevo dargli nulla perché non avrei partecipato. Poi pensai che non dovevo invidiare gli altri ragazzi, ma dare tutto quello che potevo per amarli. E allora gli detti tutti i soldi che avevo. Alessandro

Quest'estate mio zio mi invitò a fare un giro in barca a vela. Subito i miei genitori approvarono con soddisfazione. Però dopo aver saputo i particolari, non furono più molto contenti. L'inconveniente numero uno era che il viaggio si sarebbe svolto di notte e sarebbe durato 13 ore. Io a forza di insistere ero riuscito a convincere i miei genitori. Però dopo avevo perso lo slancio che avevo all'inizio perché mi accorgevo che loro, anche se mi avevano dato il permesso, non erano contenti e i miei fratelli, poi, erano invidiosi di me. Allora pensai che era meglio rinunciare, cosi fummo tutti più contenti. Andrea

Mia sorella doveva andare con i miei genitori in Spagna. Volevo andarci io perché mi piaceva. Poi coi genitori si è visto che sarebbe andata mia sorella più piccola. Ero molto invidiosa perché lei sarebbe andata ed io no. Invece poi ho capito che Maria non avrebbe fatto così anzi avrebbe goduto per lei. Perciò ho incominciato a prepararle la valigia, ed amarla nelle piccole cose. Quando è ritornata dal viaggio ,mi ha raccontato tutto quello che aveva visto e io non ho fatto più fatica a mandare via il mio... vizio anzi ero proprio contenta che fosse andata lei. Mi sembrava di aver visto attraverso i suoi occhi tutte quelle belle cose. Aurea

Avevo un buon amico. Eravamo spesso insieme ed in classe, compagni di banco; un giorno mi ha detto: "Non voglio più stare con te, tu non mi piaci...". Questo mi ha fatto molto male. Ne ho parlato con un gen, che mi ha detto: "Vedi, veramente è lui che tu devi amare di più, perché lì il tuo amore diventa come quello di Gesù. Di ritorno a scuola, mi sono rimesso nell'amore ed ho trovato tante occasioni per farlo contento. E così ci siamo rimessi d'accordo. Bertrand

Ieri durante l'ora di geografia una mia compagna mi ha chiesto se le prestavo la cartina della Spagna. Invece di accontentarmi di dargliela, gliel'ho copiata sul suo quaderno con tutti i colori che erano necessari. Alla fine la sua era più bella della mia ed io ero contenta per questo. Giusi

Io vado a nuoto tre volte la settimana e subito mi sono accorta che nel mio gruppo c'era molta invidia. Allora ho fatto un patto con Gesù e gli ho detto che volevo amare fino a dare la vita. Ho cominciato ad amare tutte facendo per ognuna un atto d'amore. Ad esempio quando qualcuna aveva paura di fare i tuffi, io andavo a farli con lei, oppure aspettavo la bambina che nuotava più piano per evitare di farla arrivare ultima alla fine della vasca o facevo con un'altra un esercizio noioso. Cosi piano piano l'atmosfera si e scongelata. Anche le altre bambine hanno cominciato a cambiare, a non parlare male l'una dell'altra, a non essere invidiose fra loro! Ora è bello e in piscina oltre all'acqua c'è dappertutto amore, perché ognuna ha cominciato a vivere l'Ideale ed io ho capito che il mondo nuovo comincia anche li in una piscina, ma soprattutto ho capito che davvero non c'è un'occasione in un punto della terra dove io non possa amare. Carla

LABORIOSITÀ

Stamattina il babbo mi ha svegliata, non mi volevo alzare, ma poi ho pensato "Gesù farebbe cosi?". No, allora se io voglio diventare come Lui devo obbedire. Sono uscita subito dal letto e sono andata a scuola, e quando sono tornata ho aiutato la nonna, senza che nessuno me lo dicesse, ho rimesso a posto la cartella e sono andata in camera. Mi è venuto in mente che dovevo rimettere a posto il cappotto e via di corsa ad attaccarlo. Mentre leggevo la mamma è venuta a chiedermi qualcosa, volevo finire di leggere, ma ho pensato "Sì , subito, con gioia" e mi sono alzata. Stavo facendo i compiti quando mi telefona una mia compagna per chiedermi le lezioni e siccome non avevo i libri per guardare, ho fatto una decina di corse. Ci siamo salutate ed io ho pensato: "Proprio a me doveva capitare e poi mi telefona tutti i giorni!...". Allora mi sono subito ricordata che dovevo amarla e mi sono detta: "Domani, se non telefona, le telefonerò io". La sera sono andata a letto stanca ma felice di aver amato. Annalisa

Ero sul tram ed ho visto una signora anziana carica di tre borse molto grandi. Anche se era già tardi le ho tenuto le borse fino alla sua stazione. Poi sono sceso anch'io e l'ho accompagnata all'uscita dove un'altra ragazza l'ha aiutata. Alberto

L'altro giorno sono andato in gita ed ho avuto l'occasione di fare tante esperienze: La mia borraccia era piccola e non avevo voglia di riempirla spesso. Non volevo dare perciò acqua a nessuno, ma poi ci ho ripensato e l'ho data a tutti coloro che me ne chiedevano. Per riempire la borraccia si doveva fare molta strada e attraversare alcune volte un fiume. Un ragazzo m'ha chiesto di accompagnarlo perché non conosceva la strada. Volevo dirgli di no, ma: ho capito che era pigrizia e allora sono andato subito con lui. Miguel - Sevilla

Siccome in famiglia siamo tanti, quest'estate abbiamo traslocato. La casa nuova era tutta da pulire; per collegare i due piani e stato fatto un buco dove è stata messa una scala a chiocciola. Come "consulente domestica" e venuta la nonna. A me e stato affidato il compito di pulire le persiane, un lavoro che non mi piaceva. L'ho fatto e aspettavo di poter dipingere la scala, cosa che mi piaceva. Invece mio padre mi ha fatto dipingere i termosifoni. Anche questo non mi piaceva ma l'ho fatto. Intanto la scala era stata montata, ma era tutta coperta di grasso e l'ho dovuta pulire tutta con straccio e benzina e alla fine ho anche potuto dipingerla. Claudio

Un giorno ero appena tornata dalla ginnastica e avevo un forte male alle gambe da... vedere le stelle. La mamma mi ha detto che era stanca e che era bene che mettessi in ordine la credenza. Dapprima mi sarebbe venuto spontaneo dirle che anch'io ero stanca e poi non ne avevo nessuna voglia. Ma ho visto in lei Gesù e allora ho detto a me stessa: "È Gesù che me lo chiede...". Mi sono tolta la giacca e ho iniziato a pulire la credenza. Ero contenta di poter fare felice la mamma cosi non solo ho pulito la credenza e messo a posto ciò che c'era sopra, ma ho vuotato la lavastoviglie, vi ho messo dentro le stoviglie sporche e l'ho fatta andare. Poi ho preso una scopa ed ho iniziato a scopare il pavimento della cucina e scopando non sentivo più il male alle gambe. Mezz'ora dopo la cucina era veramente a posto. La mamma quando è tornata mi ha detto: "Grazie, Elena, sei stata molto brava". E questo è stato il centuplo più grande che Gesù mi abbia mai dato. Elena

Durante l'estate ho visto che mi poteva accadere di essere pigro con la scusa del riposo. Sapevo che Maria non lo sarebbe mai stata. Mi sono offerto cosi di raccogliere ogni giorno la frutta dalla campagna di una nostra vicina di casa, per vivere la laboriosità. Bosho

Un giorno, quando sono tornata a casa dopo aver avuto un raduno, era l'ora della cena. Dopo la cena ho lavato i piatti. Poi sono andata nella mia camera dopo essermi lavata. In quel momento la mamma mi ha chiesto di lavare una camicia. Ero stanca e pensavo di dover studiare perché avrei avuto l'esame pochi giorni dopo. Ma ho pensato che dovevo ascoltare la mamma e fare come Maria al mio posto. Cosi ho cominciato a lavare la camicia Mentre la lavavo mi veniva la preoccupazione per l'esame, ma ho pensato che dovevo amare in quel momento solo Gesù perdendo tutto ed ho lavato bene la camicia affidando tutte le preoccupazioni a Gesù ed ero molto contenta. Chiaretta

Qualche tempo fa sono stato un po' male e sono dovuto stare a letto 3 giorni. Proprio in quella circostanza il diavolo voleva attaccarmi con la pigrizia suggerendomi di lasciarmi andare e mi dava filo da torcere. Ho pensato allora di vincermi scrivendo ai gen 3 assenti per aggiornarli dell'incontro che avevamo avuto in precedenza. Cosi ho scritto cinque lettere. Questo mi e servito molto, anche perché io sono un po' solo, essendo il più lontano, e ciò ha contribuito a mettermi in unita con gli altri e farmi vivere fino in fondo per Gesù. Antonio

Dato che mia mamma tardava a tornare da un incontro, d'accordo anche con mio fratello (che e pure lui un gen 3) abbiamo apparecchiato la tavola. Quel lavoro che ci è sempre sembrato una cosa noiosa, era in quel momento una cosa bellissima che ci veniva spontanea dato che avevamo messo Gesù in mezzo a noi. Siccome la mamma non tornava, abbiamo preparato una cenetta molto semplice e quando è tornata e stata contentissima perché era molto stanca e dopo cena avrebbe ricevuto dei colleghi di papà, quindi bisognava cenare presto. Dopo cena sono arrivati questi amici di papa e i miei genitori li hanno accolti in salotto. Allora, zitti, zitti, noi abbiamo sparecchiato, lavato i piatti, pulito i fornelli e i ripiani delle credenze, e scopato. Quando mamma e tornata in cucina e stata contentissima e ancora di più lo eravamo noi. Gian Piero

Un giorno mi sono affacciata al balcone ed ho visto una signora che stendeva la biancheria. Ad un certo punto le è caduta una tovaglia che è andata a finire in un recinto; la signora era anziana, vedova e senza figli. Allora sono corso, ho scavalcato il recinto e ho raccolto la tovaglia. Subito gliel'ho data. Allora lei mi ha detto che mi avrebbe dato un regalo ma io non ho voluto ricompensa e me ne sono andato. Giuseppe

Il testo di Antologia adottata nella mia classe non era assolutamente valido perché, oltre a non possedere una sufficiente scelta di brani e autori predicava l'immoralità e ostentava idee politiche estremiste. D'accordo con la mia classe decidemmo quindi di proporre all'assemblea degli insegnanti, l'adozione di un nuovo testo, più adeguato alla nostra età e alle nostre esigenze . Andai tranquillamente al consiglio dei professori sicura che il compagno che rappresentava con me la classe mi avrebbe appoggiata come d'accordo; invece lui tacque ed io mi ritrovai sola davanti agli insegnanti che non erano propensi ad accettare ciò che io proponevo. Il mio compagno mi faceva segni di lasciar perdete perché, secondo lui, non era conveniente contraddire i professori. Per me, però, tutto ciò non era giusto perché sentivo di dover difendete gli interessi della mia classe e , soprattutto volevo essere coerente con le mie idee gen. Questo mi dette il coraggio di non mollare. Terminata l'assemblea, uno dei professori che fino ad allora non aveva mai parlato mi disse che aveva apprezzato molto il coraggio che avevo dimostrato nel difendere i miti principi. Dopo qualche giorno ,seppi che il consiglio aveva deciso di sostituire il testo. Raffaella