LA MAMMA DI GESÙ
Emmanuel e Gesù avevano giocato
tutto il pomeriggio senza mai fermarsi. Gesù era vivacissimo e
molto simpatico. Era molto divertente stare con lui, perché ne
trovava sempre una nuova e, con scherzi e battute, c'era da
ridere a crepapelle. E poi era molto in gamba a fare un sacco di
cose: arrampicarsi velocissimo sugli alberi, tirare con la fionda
per colpire delle pietre anche molto lontane, suonare un piccolo
strumento a fiato... Gli aveva anche fatto vedere come si
costruiva lui stesso dei piccoli giocattoli col legno, nel laboratorio
da falegname di Giuseppe, che in quel momento non c'era. (Emmanuel
capì che Giuseppe doveva essere il papà di Gesù, ma si stupì che lo
chiamasse per nome e non "il mio papà". Ma non osò
chiedere nulla.)
Finalmente, mentre il sole era
già un po' basso all'orizzonte, arrivarono trafelati e tutti
sudati da una lunga corsa nei prati. In casa era arrivata la Mamma
di Gesù e li attendeva con la merenda pronta e un catino di
acqua limpida per rinfrescarsi.
Emmanuel ebbe una nuova grande
sorpresa. Guardando la Mamma di Gesù, s'accorse subito che
assomigliava moltissimo a suo figlio: erano come due gocce
d'acqua. Era molto bella e ancora molto giovane.
Ma soprattutto, quando lei lo
prese in braccio per aiutarlo ad asciugarsi la faccia e a
rimettere a posto la tunica, Emmanuel sentì nel suo cuore una dolcezza
infinita. Restò qualche attimo in più fra le sue braccia per
farsi coccolare un po' e gli parve quasi che quella fosse anche
la sua mamma, la sua vera mamma.
Glielo disse a Gesù, mentre egli lo accompagnava per un pezzo di strada verso il ritorno. Gli disse anche che gli sarebbe piaciuto portare quella mamma nella propria casa, perché fosse lei a metterlo a letto, a raccontargli qualche favola e a cantargli la ninna-nanna, proprio come certo faceva con Gesù. Gesù sorrise contento e disse che il cuore della sua Mamma era nel cuore di ogni mamma e che se lui, Emmanuel, avesse voluto ancor più bene alla sua, poco per volta avrebbe sentito la stessa dolcezza.