I "MIRACOLI" DI GESÙ

Tra quegli "amici" speciali di Gesù, che anche Emmanuel aveva imparato ad amare, c'erano anche due bambini handicappati. Uno era nato con le gambe piccole e storte, e stava sempre seduto su un basso carrettino, che faceva correre spingendo con le mani per terra. L'altro era diventato cieco per una malattia.

Tutti e due questi bimbi stavano sempre soli a casa loro, perché gli altri bambini non giocavano volentieri con loro, dicendo che non erano capaci a far niente. Gesù ed Emmanuel invece andavano sovente a trovarli e si fermavano un po' di tempo per farli un po' divertire. Però tutte le volte ad Emmanuel si stringeva il cuore e, quando tornava a casa, era triste. Così un giorno disse a Gesù: "Ma perché non chiedi al tuo Papà dei cieli un miracolo, perché li faccia guarire?".

Gesù stette un po' di tempo in silenzio, pensieroso. Poi rispose: "Certo, sarebbe una cosa molto bella. Si può chiedere a Dio che faccia anche dei miracoli, e sono sicuro che tutte le volte che Egli può guarire una persona, lo faccia con grande gioia, perché anche Lui, che ci ama, soffre quando noi stiamo male. Ma ciò è possibile solo raramente. Per ora neppure il Papà dei cieli può far sparire dal mondo tutte le malattie e le disgrazie. Solo in Paradiso non ci sarà più il dolore e avremo piena gioia e felicità. Ti ricordi la storia del seme, che ti ho raccontato, quando morì Giuseppe? Però noi possiamo fare un miracolo ancora più grande: se noi amiamo davvero le persone che soffrono, possiamo aiutarle a sopportare il loro dolore e a trovare ugualmente la gioia".

Emmanuel non aveva capito subito come questo fosse davvero possibile. Ma si sforzò di amare davvero ancora di più questi due bambini sfortunati. E giorno dopo giorno incominciò a vedere che capitavano cose davvero meravigliose. Egli e Gesù aiutavano i due bambini a fare le cose che essi non potevano (per esempio portavano talvolta in braccio quello del carrettino, o conducevano dolcemente per mano il cieco). Ma dopo un po', questi due, incoraggiati dal loro amore, incominciarono a loro volta a fare delle cose bellissime, che solo loro sapevano fare così bene. Il bimbo cieco imparò a suonare il flauto e a cantare molto bene, tenendo allegri tutti. Quello sul carrettino si specializzò ad intagliare dei bellissimi oggetti nel legno, che regalava con gioia ai suoi amici.

Poco per volta questi due bambini sfortunati non furono più evitati dagli altri, che, anzi, li cercavano spesso per le belle cose che sapevano fare, anche se poi dovevano aiutarli negli altri giochi. Ma ormai avevano imparato a far questo con allegria e senza più sentirlo come un peso.

Insomma, era davvero capitato il miracolo detto da Gesù: ciascuno aiutava gli altri per quello che era capace e INSIEME si riusciva a far tutto. E c'era in tutti i cuori una grande gioia.