LA GARA PIÙ BELLA

Emmanuel era un bambino onesto. Dopo il fatto del pollaio poi, aveva imparato a non toccare più niente che non fosse suo, e anzi, aveva scoperto, imitando Gesù, che era molto bello privarsi talvolta di qualcosa per regalarlo agli altri.

Però in certi momenti diventava un po' furfante, truffava nel gioco e raccontava un sacco di bugie. Il fatto era che... non sapeva perdere! Non voleva mai ammettere che qualcuno fosse più bravo o in gamba di lui. Perciò era disposto a far lo sgambetto mentre giocava a palla, a mettere in tasca di nascosto le pietrine degli altri (che si usavano allora come le nostre birille), a raccontare storie inventate agli amici (e anche alla mamma!)... pur di non dover accettare di perdere al gioco o di aver sbagliato qualcosa!

Ma un giorno Gesù lo fece restare di nuovo a bocca aperta. Emmanuel sapeva benissimo che Gesù era un piccolo campione in tutti i giochi, ma soprattutto nelle gare di corsa e di salto. Per questo i compagni lo consideravano un po' il loro capo banda e lo ammiravano molto. Un giorno si incontrarono sulla piazza del paese con la banda degli altri bambini, quelli che abitavano in una piccola frazione lontana, e che loro consideravano un po' come dei buoni a nulla. Nacque subito una discussione di quale fosse la banda più in gamba e si decise che si sarebbero sfidati i due "capi", Gesù appunto e quello degli altri, un certo Giacomo. La gara doveva essere quella della corsa ad ostacoli: chi arrivava prima a quel campo di grano laggiù, saltando alcuni muretti e due o tre fossi. Emmanuel era contentissimo: sapeva che Gesù sarebbe stato certamente il vincitore.

Invece, quando i due "campioni" partirono, si accorse che Gesù rimaneva sempre più indietro, finché l'altro arrivò per primo con un certo distacco. I bambini della banda avversaria furono naturalmente molto contenti ed andarono a casa soddisfatti, sapendo che da allora sarebbero stati guardati con molto più rispetto dagli altri. I compagni di Gesù invece erano furenti: se la presero con lui, dicendo che da allora non sarebbe stato più il loro capo.

Tornando a casa da solo con Gesù, Emmanuel lo guardava un po' di traverso, e ad un certo punto non si tenne più e gli disse: "Dimmi la verità, Gesù! L'hai fatto apposta a perdere! Ma perché?". Gesù rispose sorridendo: "Vedi, Emmanuel, l'importante non è arrivare sempre primi, e tantomeno farsi credere bravi e in gamba anche quando non lo si è...". (A queste parole Emmanuel diventò tutto rosso, perché capì che Gesù parlava proprio di lui...). "Qualche volta - continuò Gesù - è bello saper perdere per far contenti gli altri. Questa è in fondo la più bella vittoria, quella dell'amore".

Emmanuel aveva imparato un'altra grande lezione. E la mise subito in pratica, arrivato a casa: facendo finta di non sapersela cavare da solo, chiese a Miriam di aiutarlo a mettere in ordine la sua collezione di foglie. In realtà la sorellina fece un po' di pasticci, ma si sentì molto importante, ed Emmanuel fu pieno di gioia nel vedere come era rimasta contenta.