Lettura del Vangelo - 1a Domenica di avvento Anno B

 

Scheda biblica - 1

 

 

DAL VANGELO SECONDO MARCO (13, 33-37)

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso. È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.

Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate"IL CONTESTOIl brano evangelico è la conclusione del cosiddetto "Discorso escatologico". Marco lo inizia con l'espressione soddisfatta di un discepolo: "Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!" (13,1) in riferimento al tempio di Gerusalemme (cf. Lc. 21,5).

Ci troviamo anche qui di fronte a una certezza materiale, tanto più ambigua in quanto legata intimamente alla presenza di Dio. Ma non poteva essere identificata con Dio stesso. Gesù annuncia la fine di quella realtà magnifica che aveva sempre rappresentato il vanto del popolo d'Israele (Ger. 7,4; Ez. 24,21).

In Marco il discorso apocalittico del c. 13 sulla distruzione del tempio, sul tempo della desolazione che ne seguirà e sui "novissimi", costituisce l'unico grande brano oratorio accanto al capitolo 4, cioè il capitolo delle parabole. Le profezie sui "novissimi" rientrano in ciò che il vangelo di Marco dice del Regno di Dio e dell'attesa del Messia. L'autore ha preso ammonimenti di Gesù, originariamente tramandati in forma autonoma, e ha raccolto in una unità tematica quelli che contenevano riferimenti a parabole ormai note.

Il quadro nel quale si inserisce tutto il brano: servi che attendono il loro Signore, è notte, bisogna vigilare, corrisponde all'enunciato fondamentale del cap 13: la vita dei discepoli dovrà essere caratterizzata dalla vigilanza.

 

 

L'ESEGESI DEL TESTO

Il testo differisce dal genere apocalittico strettamente detto poiché vi mancano alcuni elementi caratteristici di esso (guerre, carestie, sconvolgimento degli elementi...). Inoltre l'assenza di qualsiasi allusione a una resa finale dei conti lascia supporre che il brano scelto (pericope) per questa domenica non si riferisca tanto alla vigilanza richiesta ad ogni cristiano per essere preparati al giudizio, quanto alla vigilanza che il cristiano deve avere per rendersi attento ai segni della venuta del Signore attraverso gli avvenimenti quotidiani che fanno progredire il suo regno.

v 33 : lo "state attenti" sottolinea l'urgenza dell'ammonimento. Nessuno conosce il momento preciso del ritorno del Signore quindi il v 33 riassume il contenuto dei vv 2832.

v 34 : richiama la parabola dei talenti (Mt 24,14) o delle mine (Le 19,12).

vv. 35-37: la situazione tracciata al v 34 presuppone che tutti i servi abbiano l'ordine di restare svegli. Il Signore arriverà all'improvviso. Se li trovasse immersi nel sonno? Il "Padrone di casa" è l'unico Signore della comunità solitamente definita nel NT mediante il termine di "casa" in derivazione da "casa d'Israele".

Marco ricorre al sistema orario romano che divideva la notte in quattro vigilie: sera, mezzanotte, canto del gallo, mattino.

 

IL MESSAGGIO

Quando il Figlio di Dio è venuto in mezzo agli uomini storicamente solo pochi erano i "servi vigilanti" che hanno saputo riconoscerlo. Il Vangelo di oggi rivolge a tutti l'ammonimento alla vigilanza, per essere pronti a riconoscere il Signore che viene in ogni momento e avvenimento della vita.

L'invito alla vigilanza va dunque inteso in rapporto alla sicurezza nel possesso di un bene, come se si trattasse di qualcosa di definitivo e di assoluto. La realtà terrena si presenta infatti come un valore grande, capace di soddisfare le esigenze dell'uomo. Molti si legano a questa realtà e vi si adagiano beati. Dormono tranquilli, come se non esistesse nient'altro al di fuori di quanto essi sperimentano.

Ma questa è un'illusione. L'ambiente giudaico dell'epoca di Gesù indicava il tempo, la vita dell'uomo, con l'immagine della notte. L'esperienza terrena era quindi presentata come qualcosa di incerto, pericoloso, incompleto in se stesso. Come la notte anticipa il giorno e tende a quello, così la vita terrena non è definitiva ma tende a realizzarsi in una dimensione diversa.

L'invito di Gesù a vegliare può dunque essere allargato al senso da dare alla vita presente in rapporto a quella futura. L'uomo non può accontentarsi di quello che ha su questa terra. Deve essere sveglio e lavorare per prepararsi all'incontro con il "Padrone" che rappresenta, chiaramente, Gesù stesso.

Duplice il rischio del cristiano di fronte al mistero del ritorno di Cristo:

  1. quello di considerarlo un evento lontano, che non interessa la nostra generazione;
  2. quello di considerarlo come un alibi per sottrarsi ai molti e urgenti problemi del mondo. Occorre vigilare. Cristo non lo incontreremo fuori della storia e lontano dall'uomo, ma in fondo al cammino dell'uomo: lui che per salvarci ha voluto farsi uomo.

Il cristiano che vive nell'attesa del suo Signore, che agisce negli avvenimenti, deve assumere le proprie responsabilità. La vigilanza a cui è invitato viene esplicitata altrove come preghiera (Lc. 21,36), sobrietà, fede e carità instancabile (1 Tess. 5,8) e resistenza al male (Ef. 6,10-20) .È quindi necessario mettere in luce, della vigilanza, non solo l'atteggiamento dell'attesa interiore nella fede e nella preghiera, ma anche quello della ricerca dei segni concreti, attraverso i quali il Signore continua a manifestarsi: il creato, la Parola di Dio, le persone amiche, i poveri, gli avvenimenti sociali...e illustrare le disposizioni della fede con cui vanno accolti.

L'insieme della liturgia di questa prima domenica di Avvento introduce molto bene il tempo di preparazione al Natale. Il desiderio di incontrarsi con Cristo in modo autentico e vitale non è qual cosa di artificiale, ma fa parte delle aspirazioni esistenziali del l'uomo. Però è necessario un impegno continuo per tenere viva questa tensione che corre sempre il rischio di rimanere soffocata o "addormentata".