Lettura del Vangelo - BATTESIMO Dl GESÙ - Anno B

SCHEDA BIBLICA - 4

 

DAL VANGELO SECONDO MARCO (1,7-11)

In quel tempo Giovanni predicava dicendo: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo".

In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto".

 

IL CONTESTO

Il brano si trova in una sezione caratterizzata, nei suoi motivi fondamentali, dall'intestazione: "Inizio del vangelo di Gesù Cristo, figlio di Dio" (v. 1). Il contesto parla quindi dell'inizio dell'epoca messianica, la nuova parola e la nuova azione di Dio verso il suo popolo.

Dopo la citazione biblica (vv. 2-3) e un breve ragguaglio sull'attività di Giovanni (vv. 4-8), l'evangelista passa a narrare il battesimo di Gesù e la prova della tentazione (vv. 12-13). E dopo che Giovanni ha terminato il suo servizio, annuncia che i tempi sono ormai giunti alla loro pienezza (vv. 14-15).

Il carattere messianico di questa prefazione si rifà ai motivi teologici dell'antica Alleanza. Dio interviene ora nel suo popolo, come sta scritto: prima attraverso Giovanni e poi, in modo più pieno, mediante il Figlio, portando a compimento la sua opera.

 

L'ESEGESI DEL TESTO

vv. 7-6: La lettura inizia con le parole del Battista che ci danno la possibilità di constatare come tra l'opera di Giovanni e il battesimo dello Spirito vi sia un notevole divario. Giovanni stesso chiama la sua attività un umile servizio di schiavo. Tra i due battesimi c'è tuttavia una certa continuità, poiché quello di Gesù fluisce da quello di Giovanni come una maggiore pienezza. "Colui che viene dopo di me è più forte di me". quel "dopo di me" riferisce sia la sua persona che la sua opera a qualcosa di futuro; afferma di trovarsi all'inizio di una realtà che supera la sua.

Nel vangelo di Marco, Gesù entra nella nostra storia attraverso il battesimo di Giovanni. Questo avvenimento viene messo in risalto dalla formula introduttiva: "in quei giorni avvenne". Marco non è spinto a fare questa osservazione per sottolineare solo la storicità dell'evento. Il suo scopo invece è quello di rimarcare il legame storico-salvifico della realtà stessa. "In quei giorni" la venuta di Gesù porta a compimento i giorni del Battista.

La figura di Gesù non viene introdotta in modo "preciso": non si dice da che famiglia proviene, né quanti anni abbia. L'unica cosa che di lui ci viene riferita è il poco glorioso villaggio di provenienza: Nazaret. Egli si presenta liberamente, non spinto dalla colpa; non ha peccati da confessare; accetta volontariamente il battesimo...Egli conferma così l'azione di Giovanni attraverso il quale si compie la volontà del Padre. Con questo gesto entra nella storia della salvezza del popolo di Dio, compendiata nel battesimo di Giovanni.

v. 9: alcuni esegeti non sono d'accordo nel ritenere che qui Marco volesse intendere che Gesù nel Giordano sia stato immerso nei peccati degli altri. Sarà Luca ad accentuare il momento della solidarietà con i peccatori. La tradizione dei Padri ha sempre parlato del valore di remissione dei peccati del battesimo di Gesù. Gesù con il suo battesimo pose un segno messianico che con gli altri segni rappresentano la definizione di salvezza di Dio.

vv. 10 - 11: Dopo il racconto del battesimo, troviamo in Marco un avvenimento che si rifà a generi letterari dell'A.T. Lo scopo di tutta questa impostazione è di manifestare al lettore che Gesù è colui che battezzerà nello spirito, come era stato promesso, e per di più il Figlio di Dio.

L'avvenimento comporta tre elementi: il cielo aperto sopra Gesù, lo Spirito che scende su di lui sotto la forma di colomba, la voce dal cielo che rivela in Gesù il Figlio prediletto. I cieli squarciati indicano che è giunta la salvezza definitiva di Dio che gli autori apocalittici avevano preannunciato e che Isaia aveva invocato. Dato che il termine "i cieli" per i rabbini sta va a indicare Dio e il suo mondo divino, i "cieli squarciati" significano che Dio è unito a Gesù in modo definitivo. Per questa intima comunione con Dio, su Gesù scende lo Spirito. Anche quest'ultimo fatto ha in primo luogo un carattere di rivelazione. Lo Spirito infatti scende dal cielo, ma rimane opera di Gesù quasi a presentarlo, a indicarlo.

 

IL MESSAGGIO

Sulle rive del Giordano, Giovanni Battista predica la conversione dei peccati per accogliere il regno di Dio che è vicino. Gesù scende con la folla nell'acqua per farsi battezzare. Il battesimo per i Giudei era un rito penitenziale, perciò vi si accostavano confessando i proprii peccati.

I1 battesimo che Gesù riceve non è tuttavia solo un battesimo di penitenza: la manifestazione improvvisa del Padre e dello Spirito Santo gli danno un significato preciso.

Gesù è proclamato "figlio diletto" e su di lui si posa lo Spirito che lo investe della missione di PROFETA (annuncio del messaggio della salvezza), SACERDOTE (l'unico sacrificio accetto al Padre), RE (Messia atteso come salvatore).

Gli evangelisti presentano il battesimo di Gesù all'inizio della sua vita pubblica. Dopo trent'anni di anonimato, un'iniziativa inattesa e carica di conseguenze. In mezzo al popolo che Giovanni chiama alla penitenza, Gesù vive improvvisamente un'esperienza indicibile. Per lui, che è senza peccato, il battesimo del precursore diventa la condizione che gli permette di andare verso i peccatori, di condividere la loro sorte, di orientare di nuovo verso Dio la creazione.

Nell'episodio del Battesimo, Dio non si limita ad accreditare Gesù come suo profeta o anche a sostenerlo con la potenza del suo Spirito. Va oltre: manifesta qualcosa del suo ineffabile mistero e proclama solennemente che egli è il suo stesso "figlio", che, cioè, il suo volto umano cela e rivela una realtà divina. E quindi se è figlio di Dio, va ascoltato come si ascolta Dio stesso.

Gesù di Nazaret si è presentato ai suoi contemporanei, e oggi si presenta a noi, con un messaggio paradossale: la felicità e la vita passano attraverso lo scandalo ignominioso della croce.

Ma chi è questo Gesù? perché gli dobbiamo dar credito fin oltre la morte? su che cosa si fonda l'autorità del suo messaggio? È questo l'itinerario che anche noi oggi dobbiamo seguire, per una progressiva crescita della nostra fede fino alla sua maturazione piena: dalla conoscenza di Cristo come figlio di Dio, all'ascolto concreto del suo messaggio, fino all'adesione incondizionata e totale alla persona di lui, figlio dell'uomo e figlio di Dio.

Gesù è il nostro salvatore, perché è stato ad un tempo e servo e figlio. SERVO fino al punto di dare la sua vita; FIGLIO che animava di amore ogni suo gesto di servizio. Nel Figlio anche noi siamo figli per adozione. Anche la nostra vita, quindi, dev'essere un servizio...nella carità.

Battezzato nel Cristo Gesù, il cristiano non deve dimenticare di essere stato battezzato nella sua morte per condurre una vita nuova. Aperto come lui all'invisibile, dovrà essere disponibile a un impegno a cui non può venir meno senza tradire il dono ricevuto.