Lettura del Vangelo - Domenica 3a del Tempo Ordinario - Anno B

 

SCHEDA BIBLICA - 6

 

 

DAL VANGELO SECONDO MARCO (1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; Convertitevi e credete al vangelo".

Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano, infatti, pescatori. Gesù disse loro: "seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini". E subito lasciate le reti lo seguirono. Andando un poco oltre, vide anche sulla barca Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

 

IL CONTESTO

Nei versetti 1-13, Marco descrive, come introduzione, l'inizio dell'era della salvezza, ad opera di Giovanni Battista, e la preparazione e iniziazione di Gesù di Nazaret al suo ufficio di portatore della redenzione nel mondo.

Al v. 14, con una frase programmatica, incomincia quindi il racconto dell'attività salvifica di Gesù, racconto che viene sviluppato fino al v. 20, secondo questi punti di vista: l'uomo ascolta il grido di convertirsi; l'uomo stesso viene chiamato ad annunciare il regno di Dio, ormai vicino, e a viverlo. Ne risulta che non si tratta di un racconto storico preciso, sull'inizio dell'opera di Gesù, in connessione o in contrasto con la predicazione del Battista, e nemmeno di un racconto sulla successione delle vocazioni dei discepoli.

Qui viene riassunto e avvicinato quanto è accaduto in momenti storici distanti nel tempo, e in luoghi diversi. Nella stessa maniera procede Marco nel suo racconto successivo, descrivendo nei vv. 21-39, in forma molto concisa, l'opera di Gesù a Cafarnao come raccolta in una sola giornata, offrendoci tutto ciò che occorre per la comprensione della sua attività e dello scopo da lui perseguito; poi nei vv. 40-45, col racconto della guarigione del lebbroso, rileva la premura di Gesù di tener segreta la sua opera messianica, cosa che si può osservare in tutto il vangelo di Mc. e che ha significato teologico.

 

ESEGESI DEL TESTO

vv. 14-15: I racconti trasmessici dal quarto vangelo ci fanno capire che Giovanni e Gesù, per un certo tempo, devono aver operato in parallelo. Marco invece ci dà l'impressione che non solo fosse stata distinta l'attività dei due, ma che proprio il cessare dell'opera di Giovanni, per l'arresto, avesse dato il segnale a Gesù di iniziare la sua predicazione. Questa interpretazione sta ad indicare che la predicazione di Gesù adempie l'opera di Giovanni, continuandola, sostituendola ed elevandola. Gesù inizia la sua opera in Galilea, rendendosi così, sin dall'inizio, sospetto al giudaismo ortodosso. La Galilea, infatti, è considerata a Gerusalemme paese di dubbia osservanza della legge, regione poi che subisce l'influenza di un movimento nazionalistico-messianico che ha già dato molti pensieri alla gerarchia di Gerusalemme. È già qui che prende inizio il conflitto che si manifesterà più tardi tra Gesù e Gerusalemme. È proprio l'operare di Gesù in Galilea che rivela la diversità tra il vangelo e la legge, tra Gesù e il giudaismo. Qui abbiamo anche il punto di partenza del messaggio evangelico rivolto al paganesimo. Il messaggio proclamato e presentato da Gesù con le sue opere è il "vangelo". Questa parola aveva nel mondo antico un ben preciso significato: la lieta notizia della nascita e della salita al trono dell'imperatore. Di fronte a tali "vangeli" si pone ora la bella notizia dell'intervento di Dio a favore dell'uomo. L'araldo di tale buona notizia, il "Messia", è Gesù: questo messaggio evangelico non solo annuncia, ma opera anche ciò che ha annunciato.

vv. 16-17: Il contenuto del messaggio di Gesù ricorda motivi originali del Deuteroisaia. Il tempo, il "kairòs" si è adempiuto; in altre parole tutta la storia del mondo e degli uomini, come anche la storia della redenzione, annunciata da Dio nell'A.T. in favore del suo popolo, è giunta alla sua fase definitiva; tutto cambierà, completamente, radicalmente. "Convertitevi e credete al vangelo": con ciò Gesù riprende il grido di Giovanni Battista, dandogli però un altro significato: il cambiamento di vita e di atteggiamento richiesto all'uomo non riguarda solo la sua moralità, ma mira alla "fede" nel messaggio del regno di Dio ormai vicino. Ciò che dice questo Gesù non solo è vero e reale, ma diventa la "verità" e la "realtà" del mondo. Anche questa fede, scopo della penitenza e della conversione dell'uomo, è opera del Messia Gesù, che realizza ciò che annuncia. Quasi per dimostrarlo, nel successivo capoverso Mc. racconta la vocazione dei primi discepoli.

vv. 18-20 : La vocazione dei discepoli, all'inizio dell'opera di Gesù, viene raccontata in modi diversi. La maggiore verosimiglianza storica la troviamo nel racconto di Giovanni che parla del passaggio dei discepoli di Giovanni nella scia di Gesù. Luca spiega l'accaduto con l'immagine della pesca miracolosa di Pietro. Matteo, infine, prima della vocazione dei discepoli, parla del viaggio di Gesù a Cafarnao, che sarà il centro delle sue migrazioni per convocare i suoi discepoli. Soltanto Marco trascura del tutto i dettagli storici per fare centro sull'essenziale: annuncio del regno di Dio da una parte e, dall'altra, la prontezza degli uomini nel seguire Gesù mettendosi al suo servizio. Lo stesso accade nella vita delle prime comunità cristiane per le quali Mc. scrive il suo vangelo: la proclamazione del vangelo non solo attende la risposta, ma la suscita anche.

 

IL MESSAGGIO

Tutto comincia con una buona notizia. Che alle origini del Cristianesimo ci sia una buona notizia può sembrare evidente.

Eppure...se ci pensiamo bene, dobbiamo riconoscere che spesso ci raffiguriamo la nostra fede alla stregua delle altre grandi religioni, come un insieme di credenze, un sistema di concetti spirituali e morali, ereditati da coloro che li ricevettero da Dio e li trasmisero alla Chiesa. All'origine del cristianesimo non c'è un insegnamento di alcune verità "divine": la fede ha inizio e si sviluppa a partire da un avvenimento decisivo, da una venuta, da una Parola che è Gesù Cristo. La buona notizia di Dio è il suo figlio Gesù, che può dire: il regno di Dio è in mezzo a voi, perché egli è in mezzo a noi. In lui e per mezzo di lui, Dio instaura il suo regno operando la salvezza dell'umanità.

Appunto perché il regno di Dio è vicino, l'uomo può venire da esso "afferrato", si può convertire. La conversione è un dono del regno di Dio. Prima che impegno personale, è una parola che prende una convinzione (una grazia) che rinnova.

Da questo punto di vista il primo "pescatore di uomini" è Gesù stesso. Egli non conquista gli uomini imponendosi loro con durezza ma annunciando loro che tutto, nel mistero cristiano, è buona notizia. I dogmi cristiani hanno un'attrattiva particolare: le beatitudini, i sacramenti, la chiesa, il perdono dei peccati sono altrettante buone notizie che si riassumono nella persona di Gesù, che ci salva e ci rivela l'amore del Padre.

"Passare", "vedere", "chiamare", "dire", "seguire", "lasciare" sono parole della vita di ogni giorno. Con queste parole Gesù ha cambiato i programmi e le esistenze dei primi discepoli che lo hanno saputo accogliere "subito", "in fretta", "lasciando tutto" e "seguendolo" senza nostalgia e rimpianti.

Il "chiamare" è lo stesso "chiamare" che costruisce la Chiesa (in greco Ecclesia da "kalèo" = chiamo, convoco). Quando i cristiani si radunano e formano la Chiesa, essi sono nella condizione migliore per risentire la chiamata del Signore. Nessun uomo e nessuna donna viene escluso da questa chiamata. Nessuna età è discriminata (uomini maturi come Pietro e Andrea; giovani come Giacomo e Giovanni). Nessuna professione o condizione è privilegiata (pescatori, operai, professionisti, impiegati, militari e politici, disoccupati e pensionati, sposati e non sposati.

Sapremo convincerci che ogni tempo, ogni luogo, ogni professione e condizione possono diventare "il tempo" e "il luogo" del passaggio e della chiamata del Signore?

La tiepidezza non è tollerata, l'esitazione non ha ragione di essere. Alcuni lo comprendono; i più decisi abbandonano tutto per consacrarsi unicamente al vangelo. Mediante l'esempio e la testimonianza dei cristiani, Gesù sprona ogni uomo a rimettere tutto in discussione.

Saprà ognuno rispondere "subito", "oggi stesso", "lasciando tutto"?