Lettura del Vangelo - Domenica la di Quaresima - Anno B

SCHEDA BIBLICA - 8

 

DAL VANGELO SECONDO MARCO (Mc. 1,12-15)

In quel tempo, (12) lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (13) ed egli vi rimase quaranta giorni, tentato da Satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. (14) Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: (15) "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo"

 

IL CONTESTO

Marco è l'unico evangelista che ha intitolato "vangelo" il suo libro su Cristo. Solo più tardi questo termine è passato a in dicare anche l'opera degli altri autori che hanno descritto la vita di Gesù. Prima di lui questa espressione, che ritroviamo in Is 52,7 e nel culto dell'imperatore di epoca augustea, non era molto usata. Colui che si serve più spesso del termine "evangelo di Gesù Cristo " è Paolo.

Il titolo indica già l'aspetto letterario della nostra pericope e di tutto il vangelo, nel senso che l'origine della tradizione è la comunità pòst-pasquale. Il risorto e identico al Gesù storico. L'opera va dunque collocata nell'ambito della predicazione all'interno della comunità.

L'opera di Mc. non è in primo luogo un resoconto su una persona, ma l'annuncio di Gesù. Il suo vangelo è la proclamazione della vittoria di Dio sui suoi nemici. Questo potente messaggio è indirizzato a tutto il mondo, non solo a Israele.

Gesù si trova dove c'è l'annuncio, poiché in esso e presente ciò che viene annunciato, o meglio la persona di cui si parla. Questo è il motivo per cui il vangelo trabocca di fatti su Gesù.

Certo la proclamazione deve coinvolgere gli ascoltatori; o meglio i lettori nel caso di Mc. .Ed è così che le tradizioni sono costruite in modo da esprimere chiaramente che il messaggero di gioia ricalca il destino del "servo di Dio" di Isaia e si manifesta quale "Figlio di Dio".

 

L'ESEGESI DEL TESTO

vv. 12-13: Viene espresso qui un tipico momento dell'annuncio di Mc. : il Messia nascosto è una persona che deve subire tentazioni, superare pericoli, correre rischi. Il deserto è la terra di satana: le "fiere" sottolineano questa affermazione. Anche Elia viene nutrito dagli angeli. Il deserto è anche il luogo dove si incontra Dio. A differenza degli altri predicatori che stanno nel deserto, Gesù è ripieno di Spirito di Dio.

v. 14: La Galilea, non Gerusalemme è il luogo dell'evangelo. Si tratta di una tipica concezione di Mc. con cui si documenta e si spiega il nascondimento del Messia. È lui il Vangelo: non si va più incontro a Dio, ma insieme con Dio si cammina fino a raggiungere i confini del mondo. In Gesù si ha la nuova adunata del popolo di Dio. Secondo la concezione del vangelo di Mc. l'annuncio non è tanto destinato ai contemporanei di Gesù ma alla comunità dell'epoca di Mc. Il 'Vangelo del regno di Dio' è uno dei primissimi motivi teologici missionari .

"Dopo che Giovanni fu arrestato": è più un'indicazione teologica che di tempo. Giovanni infatti era solo colui che doveva preparare la strada, mentre Gesù è colui che porta a termine il regno di Dio.

v. 15: Il regno è la realtà che trascende il mondo degli uomini: per questo vengono invitati a convertirsi. La metanoia è la fede stessa. Tuttavia la frase significa senza dubbio anche conversione da azioni concrete che si oppongono al comando di Dio. La frase di Mc. non è riferita all'inizio della vita di Gesù, ma all'inizio dell'annuncio del risorto; non è per i contemporanei di Gesù ma per la comunità di Galilea. In sintesi essa significa: presto verrò! il "credere" esprime la fede in Gesù Cristo che sta per venire. L'inizio del regno di Dio esige che si passi attraverso il deserto. Da qui ha inizio la salvezza di Dio. La pericope costituisce una meravigliosa introduzione alla liturgia quaresimale.

 

IL MESSAGGIO

La vigilia di un grande avvenimento è segnata da un tempo di riflessione, quasi un raccogliersi in sé per slanciarsi nella nuova vita. Il battesimo di un adulto comporta questa radicalità, un cambiamento di abitudini, di atteggiamenti. Analoga è l'esperienza del matrimonio, della consacrazione sacerdotale o religiosa. Cristo è spinto nel deserto dallo Spirito per prepararsi alla sua missione: lascia dietro di sé le abitudini quotidiane, il ritmo di vita, i legami di famiglia e di amicizia per seguire una strada che lo porterà alla sua pasqua: questo tagliare i ponti dietro a sé è già un anticipo del sacrificio della sua vita.

Anche a noi l'annuncio del vangelo odierno è lanciato in termini che fanno pensare. "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo ". Cioè: cambiate la vostra vita, disponetevi a fare ciò che il vangelo (=cioè la realtà di Cristo) vi propone.

Oggi si considera il tempo pasquale come il ritorno al battesimo e si pone la fede al centro della quaresima. Il battesimo e l'eucaristia, la penitenza e il rinnovamento della vita hanno qui il loro fondamento. Il problema della fede è la questione fondamentale, nella situazione della chiesa contemporanea.

Secondo lo spirito del Concilio Vat. II si deve passare dalla conversione individuale alla conversione verso gli altri. La risposta lieta e gioiosa all'invito del vangelo porta a combattere contro la malinconia, la noia, la cattiveria, la menzogna, la discordia. Non siamo abbandonati da Dio. Durante la quaresima il regno di Dio è "vicino".

All'inizio della quaresima la comunità deve conoscere molto bene il significato di questo tempo. La conversione è un atteggiamento che coinvolge tutto l'uomo, non solo come rinuncia al peccato, ma soprattutto come orientamento nuovo per l'avvenire.

La Quaresima ci incita come individui e come comunità a credere al Vangelo, e cioè: a liberarci da ogni idolo; a dare fiducia piena a Cristo e alla sua parola; a impegnarci fino in fondo sulla strada da lui indicata, passando per il sacrificio e la croce allo scopo di giungere alla liberazione della pasqua. La conversione a Cristo si esprime "a breve distanza" cioè tra uomo e uomo, sia a "lunga distanza" cioè nelle istituzioni che reggono la società.

Dalla quaresima si comprende che prima di intraprendere gran di compiti è necessario "digiunare": ciò che è richiesto è un grande impegno, non un "fioretto". È il momento del rischio della fede e dell'amore, non c'è più posto per le pratiche da scolaretti.

L'epoca del cristiano eternamente triste è ormai passata! Il tempo della penitenza, come è presentato nel vangelo di Mc, è un invito al grande rischio, a superare la mediocrità, a maturare uno stile cristiano fatto di servizio e di donazione.

Pensare a conversioni rapide, improvvise, è proprio non voler cambiare niente; bisogna invece impegnarsi in qualcosa di concreto, fare un passo ogni giorno. Bisogna interrogarsi giorno per giorno che cosa si può fare, e volerlo fare.

Il nostro vangelo di quaresima ci pone l'urgente interrogativo: la nostra comunità cristiana sa ancora comprendere la sua funzione di comunità che cammina nella gioia di manifestare la sua partecipazione al regno di Dio?

Una quaresima annoiata o addirittura sopportata malvolentieri sarebbe infatti la più profonda contraddizione con il vangelo.