Lettura del Vangelo - Domenica 1a di Quaresima - Anno A

 

SCHEDA BIBLICA - 35

 

 

DAL VANGELO SECONDO MATTEO (4,1-ll)

In quel tempo, (l) Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. (2) E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. (3) Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane". (4) Ma egli rispose: "Sta scritto: 'non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni paro la che esce dalla bocca di Dio".

(5) Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio (6) e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: 'Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede"'. (7) Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo".

(8) Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: (9) "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". (10) Ma Gesù gli rispose: "Vattene, Satana! Sta scritto: 'Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto"'.

(11) Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

 

IL CONTESTO

La pericope della tentazione va vista strettamente connessa con il battesimo di Gesù. Colui che nel battesimo ha ricevuto lo Spirito di Dio viene tentato da Satana. L'inizio della pericope presenta Gesù sotto la guida dello Spirito, la fine, poi, ce lo descrive circondato da angeli. Questa è dunque la cornice dell'episodio. Sotto il profilo esegetico non è possibile seguire con esattezza l'origine letteraria e la tradizione della pericope. Il confronto con Marco indica che è esistita una tradizione della tentazione di Gesù indipendente da Mt 4,1-ll (cf Mc 1,9-12). Le tre scene del racconto sono il deserto, la città santa e un alto monte, tutte e tre lontane dalla vita quotidiana.

 

L'ESEGESI DEL TESTO

v. 1 : Nel battesimo lo Spirito ha preso possesso di Gesù e lo conduce nel deserto. Il deserto è il luogo dove il Battista proclama il suo annuncio, dove Gesù prega. Secondo la tradizione veterotestamentaria è soprattutto il luogo dei demoni e degli spiriti cattivi. Il deserto è il luogo e il tempo in cui Dio ha dimorato continuamente presso il suo popolo, l'ha condotto, l'ha provato; è il luogo in cui il popolo ha messo alla prova Dio. Ne consegue la fede escatologica che il deserto sarà il luogo in cui apparirà il messia nell'epoca della salvezza. Gesù invece deve essere tentato dal demonio. Le tentazioni fanno parte dei racconti letterari riguardanti eroi e grandi personaggi dell'antichità. Nelle leggende ebraiche, Adamo e Abramo sono esposti alla tentazione. Tre sono i significati che può avere la tentazione: a) seduzione a trasgredire la volontà di Dio; b) prova del giusto per mezzo del dolore; c) provocazione di Dio da parte di uomini che esigono prodigi divini.

v. 2 : Come Abramo e Mosé, Gesù digiuna quaranta giorni. Riguardo al numero 40 c'è da dire: il popolo d'Israele visse nel deserto 40 anni. 40 è il numero della pienezza, della totalità. Nella tradizione sinottica non si trova in nessun altro passo che Gesù abbia digiunato. Al contrario Gesù rifiuta decisamente il digiuno (cf 9,14 s).

v. 3 : Secondo la concezione apocalittica l'uomo è il campo di battaglia tra Dio e Belial. Riguardo la tentazione del pane, vi è ancora vivo il ricordo della promessa che Dio nell'epoca escatologica nutrirà nuovamente il suo popolo di pane come ha già fatto nel deserto (=manna). Se Gesù - Figlio di Dio deve compiere il prodigio della manna.

v. 4 : Gesù risponde con la citazione scritturistica: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio" (Sap. 16,26). Il racconto serve ad esporre e attualizzare tradizioni della Sacra Scrittura. Parola e pane fanno par te della vita. Ma la parola è più grande del pane.

v. 5ss: Il demonio porta Gesù sul pinnacolo del tempio. ell'A.T. i profeti vengono portati in volo dagli angeli. Il tempio è il luogo esclusivo di Dio. Ora il tentatore mette alla prova Dio, perché il tentatore cita il Salmo 91,11: "Egli darà or dine ai suoi angeli, sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede". Ancora una volta si chiede un segno della figliolanza divina. Con un'altra citazione Gesù risponde: "Non tentare il Signore Dio tuo" (Dt 6,16).

v. 8ss: La terza scena è il monte. E gli mostra tutti i regni e le glorie del mondo. Il tentatore vuole sottomettere a sé tutto il mondo. Cerca di spingere Gesù a riconoscere lui quale signore del mondo. Prostrarsi è segno di sottomissione a un'autorità. Ora Gesù caccia satana, svela al tempo stesso chi egli è, svela la realtà che è in gioco. Ciò che a lui interessa è soltanto il regno di Dio. Gesù cita Dt 5,9: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". Vi è un solo potere sul mondo ed è l'autorità di Dio. Ma vi è anche un solo essere che mette in discussione questo potere di Dio, ed è satana. Gesù sa di essere battezzato con lo Spirito di Dio e si sente chiamato a instaurare il potere di Dio. È la situazione di lotta: il Regno di Dio non viene da sé!

 

IL MESSAGGIO

Non è difficile cogliere il messaggio del vangelo delle tentazioni. Due soli personaggi occupano la scena: Gesù e il diavolo; il dramma si svolge fra loro, nel loro scontro. Attorno a loro il deserto che esclude ogni distrazione. Il mondo, più che il contesto, è la posta in gioco in questa sfida.

 

LA ''PROVA" RADICALE E LA "SCELTA" FONDAMENTALE

La tentazione non è lo scandalo e neppure, genericamente, l'incitamento al male. Si tratta di una "potenza" all'opera con l'intenzione precisa di spezzare, separare. Il verbo greco è l'equivalente ebraico, che noi traduciamo con "tentare", significano letteralmente "provare" una cosa o una persona, quasi per saggiarne la resistenza, controllarne la consistenza.

Che cosa è in gioco in queste tentazioni? Anzitutto la scelta fondamentale di campo. Gesù sta per iniziare la sua vita pubblica, che lo metterà a contatto con persone, avvenimenti, interessi diversi e contraddittori: come si comporterà? da che parte starà?

C'è una scelta radicale da compiere: Dio o Satana. In secondo luogo è in gioco la comprensione della persona di Gesù. Infine è in gioco la concezione del rapporto con Dio: chi è Dio? che cosa comporta riconoscere Dio come Dio? fino a che punto può e deve spingersi la fiducia in lui? Tutti questi interrogativi sono in gioco!

 

LE TENTAZIONI DI GESÙ

Nel racconto di Matteo, il Tentatore cerca di separare Gesù dal progetto del Padre, ossia dalla strada di un Messia sofferente, umiliato, rifiutato, per fargli prendere un cammino di facilità, di successo, di potenza. Il diavolo, per staccare Gesù dalla via della croce, gli propone le varie speranze messianiche del tempo.

Prima di tutto un messianismo concepito come speranza terrena, limitato al benessere economico (trasformare le pietre in pane). Ossia ridurre la speranza della salvezza a un progetto materiale.

Quindi un messianismo all'insegna dello spettacolare (buttarsi dal pinnacolo del tempio), che eviti la strada difficile della fede per aprirsi su un palcoscenico dove Dio è costretto a continui inter venti miracolistici, tali da togliere ogni "dubbio".

Infine il messianismo del potere, della politica, dell'azione rivoluzionaria. Non la strada dell'amore e della libertà, ma la scorciatoia del dominio, della forza.

Gesù respinge decisamente queste suggestioni e ribadisce la pro pria ferma volontà di seguire la via stabilita dal Padre, anche se non coincide con le attese dei contemporanei. La "tentazione dei pani" si risolve nell'adesione alla Parola di Dio. La "tentazione del tempio" si risolve nel rifiuto della pseudo-religione che, anziché servire Dio, pretende di servirsi di Dio. La "tentazione del monte" si risolve nel rifiuto del potere oppressivo ed egoistico e nell'amore nell'unica signoria, quella di Dio.

Tre tentazioni che, invece di produrre magia, infedeltà e orgoglio, producono in Gesù fede, amore e abbandono al progetto di Dio. In questa biografia spirituale di Gesù si può e si deve misurare la nostra biografia.

 

LE TENTAZIONI DEL CRISTIANO

Quando parliamo di tentazioni spesso nel linguaggio corrente immediatamente si pensa a certi peccati. Il linguaggio della morale e della casistica ecclesiastica ha favorito questa interpretazione.

Ma quali sono le grandi tentazioni del nostro tempo e quindi anche di noi cristiani? "La più terribile tentazione non è quella che nasce dalla carne e dal mondo, ma quella che nasce da una situazione in cui l'agire benevolo di Dio non entra nel nostro campo di percezione. 1l cristiano può allora dire: "Dov'è dunque Dio"?; egli non trova che indifferenza e silenzio: Dio si fa così lontano che egli prova l'abbandono di Cristo. Tali situazioni sono la tentazione suprema per lo Spirito. Non fa dunque meraviglia che la Chiesa e i cristiani preghino ogni giorno perché Dio esca dal suo silenzio". (C. Duquoc).

La prova di Gesù nel deserto ci pone di fronte a quelle che devono essere le nostre scelte, davanti all'attrattiva dei consumi, al la seduzione del guadagno, alla forza dell'ambizione, che spesso so no gli unici impulsi animatori della nostra civiltà. - "Non di solo pane..." L'uomo è per natura sua un essere debole e bisognoso, per questo ricattabile. È debole: per vivere ha bisogno di cibo, di riposo, di salute, di tranquillità; c'è da stupirsi se l'uomo si attacca a queste cose come alla sua salvezza? Ora questo attaccamento pub portare fino all'ingiustizia. Le cose del mondo mi dicono: "Hai bisogno di noi se vuoi vivere; dunque fa' quello che noi ti diciamo: lavora e se vuoi di più mentisci, inganna, fatti furbo"!

"Non di solo pane": l'uomo è più dello stomaco e anche del portafogli. I suoi orizzonti non possono essere circoscritti alla ricerca esclusiva del benessere economico. I suoi ideali non possono essere sacrificati alle mode e ai conformismi. L'uomo è su questa terra non soltanto per produrre, consumare, accumulare, fare carriera. Deve imparare ad avere fame e sete di Dio. La fede in Dio ci sottrae al sottile ricatto delle cose. - "Non tentare il Signore Dio tuo..."È la tentazione più sottile, quella di pretendere da Dio una salvezza mondana. La strada della fede passa anche attraverso i silenzi di Dio, il buio, il dubbio, le contraddizioni. La fede non si nutre di miracoli, ma di pazienza, attesa, coraggio. Il credente deve preferire la fiducia ai prodigi. - ''Adorerai il Signore Dio tuo..." L'uomo è debole di fronte a un mondo più grande di lui, che lo pub schiacciare in qualsiasi momento. Non c'è da stupirsi che l'uomo cerchi di accrescere la sua forza per diminuire il suo senso di piccolezza. La ricerca ossessiva del potere e una spia indicativa di questa sete dell'uomo. Ma anche il potere é pericoloso. Devi piegarti a Satana se vuoi conquistare il potere; de vi accettare dei compromessi con la tua coscienza, devi adattarti al la violenza, alla prepotenza, all'inganno. "Adorerai il Signore": ossia bisogna disfarsi degli idoli, centrare la propria vita sull'essenziale. Non cedere al fascino delle sciocchezze. Non lasciarsi sedurre dall'effimero. Resistere agli allettamenti della vanità!

Diceva Bonhoeffer: "Nei nostri cuori c'è posto per una sola devozione totale e possiamo essere fedeli a un solo Dio".