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Nazionale di Amicizia Italia-Cuba |
Aleida Guevara
Intervista a Aleida Guevara in occasione della commemorazione della morte del Che a Collegno (To)D. Aleida, sembra che quando tu sei nata tuo padre non fosse contento perché ad una bimba avrebbe preferito un maschio. Poi, quando ti ha visto, ha cambiato idea? - Sin dalle prime battute Aleida ci cattura per l'umorismo del suo narrare. R. Si, è vero, desiderava avere un maschio. D. Dei ricordi dell'infanzia con tuo padre, cosa ti è rimasto particolarmente impresso? Quale momento vissuto insieme ti torna alla mente quando lo pensi, adesso che sei adulta? R. Ricordo quando la sera mi sollevava dal suo letto dove ero rimasta addormentata accanto alla mamma, aspettandolo, e mi portava nel mio. Per quanto cercasse di essere delicato, io sentivo le sue braccia, e il bacio che mi dava, e l'abbraccio tanto stretto che mi svegliavo. La sua figura nel buio mi spaventava. Questo ricordo mi è caro. Non è un caso che io oggi faccia lo stesso lavoro con mia figlia: l'abbraccio forte e la bacio fino a svegliarla. D. Quasi sempre ti viene chiesto di tuo padre. Ma cosa dici di tua madre? R. Mia madre non è una donna molto speciale. Amò straordinariamente mio padre, ed ha
sempre cercato di fare quello che a lui fosse gradito. D. Adesso Aleida, una domanda che rievocherà momenti tristi. Ti chiediamo scusa in anticipo. Oggi siamo qui a Collegno a commemorare la morte del "Che". Cosa ricordi tu di quel giorno? Come hai appreso la notizia? R. La notizia ci venne data, ero assieme a Hildita, da mia madre anche se a prepararci
era stato Fidel, Quel giorno ci mandò a chiamare, a me e Hildita, e ci consegnò una
lettera di nostro padre. Papà anticipava gli eventi. Ci esortava a non piangere per lui
perché, diceva, non si piange per un uomo che muore come vuole morire. Ci impegnava con
la nostra parola di rivoluzione. Fu mia madre a finire di leggere la lettera, e quando
ebbe finito io mi resi conto che allora per tutto il resto della mia vita non avrei più
potuto pronunciare la parola "papà". Questo mi commosse e mi si bagnarono gli
occhi. Poi pensai a Fidel come ad un padre, e a quanto mi era stato detto. Esortai mia
madre a non piangere ripetendo quasi meccanicamente le parole di mio padre. Lui era morto
come voleva, e non si piange per chi muore combattendo. D. In tre parole, ci puoi dire cosa tuo padre ti ha trasmesso? R. L'amore per gli uomini, la consegna totale all'essere umano e il desiderio di essere sempre migliore. intervista di Sara Leonardi |