La cineteca di Cuba
A La Habana in fondo a Calle 23, quasi allangolo storico con Calle 12 (lì fu
proclamato il carattere socialista della Rivoluzione nel 1961), il penultimo palazzo è
occupato dalla sede della Cinemateca de Cuba e dal Chaplin, il cinema della
Cinemateca, una bella sala da mille posti con annessa saletta video.
La cineteca di Cuba nacque nel 1959 insieme allICAIC, lIstituto Cubano di Arte
e Industria Cinematografica, e il direttore della Cinemateca oggi è Reynaldo Gonzáles,
storico del cinema e scrittore.
Reynaldo, come nacque il cinema a Cuba?
Lo importò dalla Francia il pioniere Payret nel 1897 e per molti anni, come in molti
altri paesi, il cinema circolò nelle province lontane con i camioncini che proiettavano a
sera sui teloni nelle piazze. Qui a Cuba una vera industria cinematografica iniziò con il
trionfo della Rivoluzione e con la fondazione dellICAIC cui fanno capo anche la
Cinemateca e il Festival Internazionale.
A proposito, durante il Festival ho visto una partecipazione incredibile di pubblico. In
dieci giorni sono stati venduti oltre seicentomila biglietti per le proiezioni. E un
fenomeno unico.
Sì, viene molta gente al cinema qui a Cuba. Cè gente che prende le ferie per
seguire il Festival, altri arrivano dalla provincia ospiti di familiari e amici, e si
vedono decine e decine di film che costano solo due pesos. Nonostante i film del Festival
vengano proiettati in oltre 20 sale, cè sempre coda. Ci sono anziane signore che
conoscono i film di Bresson, Dreyer e Bergman e anche il cinema iraniano.
Quale è la situazione della Cinemateca de Cuba che dirigi?
Abbiamo lavorato molto per rinnovare i nostri impianti. Abbiamo sistemato tutti i
magazzini climatizzati di conservazione del grande patrimonio di pellicole che abbiamo e
ora cercherò anche un aiuto internazionale per avere un certo numero di pellicole vergini
sulle quali duplicare molti nostri film che abbiamo ripulito e restaurato, ma che abbiamo
in copia unica. In questo modo potremo avere nuove copie di lavoro per proiezioni, studi,
analisi e ricerche.
Quante pellicole possiede la Cinemateca de Cuba?
Abbiamo oltre 4.000 film, tutti in celluloide e non in nitrato (il nitrato è il supporto
del cinema più antico, il muto - n.d.r.), Anche perché il nitrato è molto pericoloso
poiché altamente infiammabile. In Messico ci fu un enorme incendio che distrusse quasi
tutte le pellicole.
Cosa vi manca ancora in maniera adeguata?
Un laboratorio di restauro più grande e più moderno. Credo che prossimamente con
laiuto dello Stato riusciremo a realizzarlo.
Quali iniziative culturali di maggior importanza svolge la Cinemateca?
Proiettiamo tutto lanno qui nella nostra sala Chaplin con rassegne di
vario tipo, con settimane di molte cinematografie estere. Naturalmente siamo
una delle sedi del grande Festival Internazionale di dicembre e nel 1999 abbiamo
proiettato tutto il cinema cubano, proprio tutto, documentari e film lungometraggi a
soggetto, e lo abbiamo fatto circolare nelle altre città dellIsola. Devo dire che
al nostro pubblico che riempie le sale diamo una completa panoramica del cinema
internazionale.
Comè la situazione del cinema latinoamericano?
Nonostante i problemi economici produttivi e certe difficoltà di distribuzione è un
cinema vivo, approfondito culturalmente e anche in certo modo spettacolare. Credo che
molti nel mondo siano stanchi di tutto quel cinema di Hollywood che ci invade pieno di
esplosioni, sparatorie, criminalità, droga. Non sono problemi cubani di sicuro, e dove ci
sono in altri paesi sudamericani vengono trattati dal cinema in un altro modo, più
intelligente e più approfondito.
Reynaldo, unultima domanda sulla tua attività di scrittore. Hai ricevuto di recente
il Premio Italo Calvino.
Sono fondamentalmente uno scrittore più che un uomo di cinema. Ho pubblicato dodici
libri, quattro dei quali hanno ricevuto premi importanti. Questultimo è un racconto
ambientato nella Spagna del 500 ai tempi della regina Isabella la
Cattolica, con i problemi culturali e religiosi della repressione della Santa
Inquisizione. In Italia lo pubblicherà leditore Marco Tropea e spero che potrà
interessare come in Spagna.
MARZIO CASTAGNEDI
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