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Nuestra America

Presenza del coccodrillo americano

Suggerire alla Convenzione Internazionale per il Traffico di Specie in Pericolo di Estinzione (secondo la sua Risoluzione 315) che Cuba inizi un progetto per lo sfruttamento sostenibile del coccodrillo americano Acutus, può sembrare realmente curioso se si considera la minaccia che a livello mondiale grava sopra questo rettile a causa del calo numerico della sua popolazione.
La conferma, tuttavia, che tale progetto è perfettamente fattibile, è stata offerta dal Primo Laboratorio Internazionale sull’Acutus che, per sei giorni, ha avuto luogo nei rifugi naturali faunistici di Monte Cabaniguán e Delta del Cauto, nella palude più importante della metà orientale dell’Isola, a più di 700 chilometri dalla capitale cubana, nelle province de Las Tunas e Granma.
Sessioni teoriche e intensa attività sul campo a cui hanno preso parte specialisti degli Stati Uniti, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Giamaica e Cuba, hanno confermato - con sorpresa e piacere dei visitatori - la locale esistenza di un’abbondante e sana popolazione di Acutus, molto ben equilibrata per età e sesso, con densità di nidificazione non registrata in nessun’altra parte del mondo e tendenza al calo delle morti embrionali.
Ma la possibilità di suggerire il suddetto progetto per lo sfruttamento sostenibile della specie non è stata né l’unica né la più attrattiva raccomandazione del laboratorio. Di fatto la proposta di ripeterlo qui parla da sé dell’utilità di questo incontro le cui prossime edizioni possono favorire un miglior seguito, ampliare gli studi nella zona come pure il fraterno e specializzato scambio di esperienze.
In tal senso ha avuto buona accoglienza la costruzione - già in progresso - di una stazione biologica che, anche conformemente alle raccomandazioni della manifestazione, può trasformarsi in un grande laboratorio naturale e centro idoneo per la ricerca, l’addestramento e il trattamento del coccodrillo americano da parte di scienziati, ricercatori, studenti e appassionati in merito nella regione.
In virtù della provata esperienza acquisita dagli specialisti cubani (ciò che ha richiamato molto l’attenzione della ricercatrice peruviana Ana María Trelancia) questo primo laboratorio ha tenuto conto anche dell’autorevole consulenza che in questo terreno Cuba potrebbe offrire sia per la cura e la preservazione della specie nel suo habitat naturale che per le tecniche di trattamento in cattività.
Altri, come il tedesco Andreas Schubert (che ha approfondito l’argomento per sette anni nella Repubblica Dominicana), o il messicano Luis Sigler, convengono che al di là delle magnifiche condizioni delle due aree protette, è evidente che nella preservazione del coccodrillo americano a Cuba è stata determinante "la volontà del Governo e l’appoggio che con personale e risorse si offre a questo tipo di programmi".
Ma ha tutte le ragioni Roberto Rodríguez Soberón - capo del Programma Nazionale del Coccodrillo a Cuba - quando riporta che assieme all’Acutus in questa zona ci sono altre specie e altre particolarità di incalcolabile significato.
La serena delicatezza del fenicottero rosa, il volo di un pellicano, i misteri del Manatí. L’iguana, la presenza di sevillas, di trampolieri, di cocos (specie di ibis tutto bianco esistente solo a Cuba) e di altre specie ogni volta più "estranee" allo sguardo umano (per via del loro reale pericolo di estinzione) fanno parte qui di una natura protetta dalle lagune meglio estese del paese con un sistema di estuario tra i più interessanti ed ampi, base per la pescosità del Golfo di Guacanayabo.
Persone come Charles Swaby (rappresentante della Black River Safari, impresa turistica giamaicana che sponsorizza la preservazione del coccodrillo) rilevano, non per complimento, che per i valori di questa zona sarebbe mutuamente vantaggioso per entrambi i paesi concertare anche un tipo di accordo di cooperazione.
Impressionato dal "livello degli esperti cubani e lo sviluppo dell’Acutus", Paul E. Moler - ricercatore della Florida, USA - ritiene che quest’area abbia un alto potenziale per l’ecoturismo e che "molte persone di altri paesi sarebbero interessate a visitarla"
La sera comincia a calare sopra le paludi. In una piccola imbarcazione si avvicina un gruppo di bambini. A loro non importa che abbia piovuto o che le zanzare attacchino a legioni. Sono venuti a raccontare ciò che sanno del coccodrillo. Ana María, il dominicano Hermógenes e tutti gli altri sono presi dalla commozione. E’ che gli abitanti della zona stanno prendendo a cuore l’Acutus. Così qualsiasi progetto risulta più facile e sicuro.
Il giorno seguente, dopo aver accertato l’esistenza di numerosi nidi, aver visto schiudersi una gran quantità di uova, misurato, pesato e fatto le più svariate analisi, uno dei gruppi di lavoro si prepara al ritorno. Vari animaletti appena nati camminano a fatica. Senza che nessuno dica niente, Eliécer Núñez (marinaio cubano) e Mitchel Cherkiss (studente americano laureato) li prendono con cura per collocarli nelle radici delle mangrovie.
E mentre lo yacht procede, quell’immagine - tramutata in simbolo naturale e senza frontiere - non mi esce dal pensiero... Magari ciò avvenisse in tutti i posti dove vive l’Acutus (dalla Florida al Perù). Magari non ci fosse nel calendario nemmeno un giorno in cui l’uomo veda il coccodrillo come nemico mortale e lo liquidi solo per la foga di convertire in bigliettoni la sua preziosa pelle.