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Nuestra America

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A passo di tartaruga
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ottobre 2002 – Capace di registrare impercettibili movimenti agli occhi umani e con un’efficace precisione nel campo della ricerca e a favore della cura della fauna, un trasmettitore satellitare è stato collocato su tartarughe verdi del Costa Rica, che vanno dal mare alla spiaggia e dalla spiaggia al mare affrontando una grande quantità di pericoli.
Le spiagge del Costa Rica figurano ai primi posti di preferenza di questi animali "a duplice aspetto", per questa necessità di condividere sia l’ambiente terreste sia quello marino. Tuttavia, gli esperti hanno lanciato i loro segnali di allarme per la sempre più minore affluenza delle tartarughe verdi al tempo della deposizione delle uova.
Le vicissitudini di questi cheloni potranno da ora essere registrate con precisione matematica, dato che la Corporazione per la Conservazione dei Caraibi (CCC) ha deciso di armarsi di pazienza e di farsi carico della lentezza di questi piccoli corazzati, per sapere come vivono e quali sono le loro principali difficoltà per sopravvivere.
In un periodo "tranquillo", ossia, nel suo ciclo riproduttivo normale, solo una tartaruga su mille nate riesce a sopravvivere, mentre in tempi difficili o con molte minacce da parte dell’uomo, ne sopravvive solo una su diecimila.
Questa sarà la seconda occasione per un esperimento di questo tipo che verrà realizzato sulla spiaggia delle Tartarughe, a circa 170 km. a nord-est di San José, capitale di questa nazione centroamericana.
La CCC spera di ottenere un miglior risultato, dato che nel 2000 è stato sospeso uno studio simile, dopo che esemplari di tartarughe verdi erano finite impigliate nelle reti di pesca.
I loro spostamenti e le loro immersioni potranno essere visti curiosamente in Internet in un sito che l’organizzazione appronterà per i fans di questo animale minacciato.

Palme da cocco dipinte d’oro
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luglio 2002 – Il Costa Rica ha oltrepassato i limiti dei suoi confini continentali estendendosi fino all’Oceano Pacifico a 532 Km. da Cabo Blanco, dove si trova un isolotto non tanto piccolo e il cui nome gli era stato dato per la profusione di palme da cocco, esotici soldati vegetali in guardia perenne di fronte alle spiagge.
Anche così, i loro pennacchi non hanno potuto impedire, nel lontano passato, l’arrivo di navi, la maggior parte pirata, e ancor meno il seppellimento di fantastici tesori, portati ora alla luce del sole, e tutto questo grazie al controllo computerizzato dal cosmo.
Il Gruppo Alkor, di provenienza russa, ha trovato una statua della Vergine Maria di tre metri, d’oro massiccio, e anche i dodici apostoli di 1.2 metri ciascuno, ugualmente fusi in questo prezioso metallo.
Gli esperti non sono ancora riusciti a stimare il valore di queste reliquie, che, tuttavia, sembrano collocarsi tra i due e i quattro miliardi di dollari per la purezza dell’oro, come pure per il valore storico delle statue.
Secondo dichiarazioni del presidente di Alkor al quotidiano locale ‘Diario Extra’ nell’Isola del Cocco esistono tre tesori importanti: due in terra e uno nel mare.
"Le ricerche realizzate per mezzo della fotografia satellitare e delle mappe dell’isola, hanno dato risultati positivi. I nostri scienziati hanno ricevuto informazioni veritiere che nel territorio dell’Isola del Cocco e nelle sue vicinanze, in tre punti geografici, c’è l’oro. Questo può essere in grosse concentrazioni, o anche che ci possano essere altri metalli preziosi", ha precisato l’ingegnere e dirigente russo Borodin.
Il ritrovamento ha generato un certo fermento negli ambienti costaricani anche se le autorità governative dicono di non conoscere i vari metodi e le varie ricerche di Alkor, versione che non è sostenuta dall’azienda straniera che dichiara a propria difesa tutto il contrario.
Le ricerche iniziali, hanno segnalato i russi, erano conosciute dall’ex-Presidente José María Figueres e sono state effettuate nel 1988 su richiesta di un ex-astronauta statunitense, Alan Shepard.
Considerata come un laboratorio naturale, l’Isola del Cocco serve per studiare l’evoluzione di diverse speci e ostenta, inoltre, la categoria di Parco Nazionale, fatto che ha fatto rivalutare quale sarà la posizione di San José riguardo al ritrovamento religioso.
Il Ministero dell’Ambiente e dell’Energia inizierà un processo per determinare il valore e l’appartenenza del patrimonio, anche se bisognerà fare riferimento alle leggi internazionali relative alla scoperta di tesori da parte di paesi terzi.
La vicinanza alla teraferma e l’irregolarità della topografia hanno favorito lì le incursioni dei pirati di oltremare durante i secoli XVII e XVIII, propiziando l’occultamento di cospicui tesori come quello di Lima, consistente in tonnellate di lingotti d’oro e d’argento, lastre d’oro che ricoprivano le cupole delle chiese, oppure il tesoro di William Davies che fu nascosto nel 1684 e quello di Benito "Spada Insanguinata" Bonito, nel 1819.

Pericolo tra la crisi delle banane e gli aggiustamenti neoliberisti
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giugno 2002 – Il raccolto costaricano di banane è in grave pericolo per l’impatto delle piogge torrenziali che hanno colpito la regione centroamericana, aspetto che rientra in quello dei fenomeni naturali. Un altro aspetto, tuttavia, di indole umana, inizia a muoversi in questa nazione per la crescente possibilità di instaurazione di misure neoliberiste, che stanno generando un esteso dibattito sociale.
Fonti ufficiali hanno informato sulla reale congiuntura del fatto che il paese perda il secondo posto mondiale come produttore di banane se non giunge alla meta di cento milioni di casse di frutto da 18.5 Kg. e se non arriva inoltre a recuperare nell’area i rendimenti degli anni recenti.
Gli acquazzoni che stanno cadendo a profusione nella zona atlantica influiscono sull’ottima fonte di esportazione del Costa Rica, che sta anche attraversando una crisi delle banane dalla fine del 2000, a causa della sospensione da parte dell’Unione Europea del sistema di quote preferenziali.
Per questo fatto i costaricani hanno perso i vantaggi che avevano le loro compagnie di esportazione locali in riferimento agli altri paesi produttori di banane.
Tuttavia, sarebbe più disastroso per questa società, secondo considerazioni regionali di livello accademico, che l’attuale Presidente Abel Pacheco dia maggior spazio ai programmi di aggiustamento strutturale secondo le raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
I lavoratori costaricani sono pure della stessa opinione ed esempio di questo sono state le loro proteste lo scorso 1° maggio per l’elevamento dell’età e per le quote dei pensionati e le loro marce contro l’approvazione di riforme legali in materia di libertà sindacali, contrarie a quanto stabilito dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Una maggioritaria indagine sociale mette sotto giudizio le proposte governative di "flessibilizzare" i rapporti di lavoro e la struttura salariale vigente nel settore pubblico, con cui migliaia di famiglie si vedrebbero colpite restando alla mercé di interessi politici e di partito.
La dollarizzazione crescente dell’economia e l’aumento dell’indebitamento in dollari, colloca, allo stesso tempo, questa nazione centroamericana in una situazione di vulnerabilità sempre maggiore. Il FMI non ha trovato niente di meglio che raccomandare la privatizzazione dell’elettricità e delle telecomunicazioni.
Questa idea è stata decisamente respinta dall’opinione pubblica, allo stesso modo di quella riferita a un’eventuale riduzione delle risorse per l’Istituto Nazionale della Previdenza, misura sbandierata dai difensori del neoliberismo.
Questa corrente sta guadagnando terreno nella Casa de Zapote. Pacheco, che ha assunto il potere lo scorso 7 aprile, si è pronunciato per far partire i Trattati di Libero Commercio con il Canada e con gli Stati Uniti, senza considerare il fatto che questi costituiranno una seria minaccia per gli agricoltori e per i produttori nazionali.
Ha dichiarato, allo stesso modo, con sorpresa di molti, che non modificherà la struttura tributaria, definita regressiva e ingiusta dai lavoratori. Ha affermato, al contrario, che migliorerà solamente le riscossioni aumentando le imposte sia sul Valore Aggiunto, sia sulle Vendite.
In Costa Rica le rendite non sono uguali e l’innalzamento delle imposte porterà con sé un’ingiustizia tributaria il cui risultato finale, sostengono i lavoratori, sarà l’allargamento della breccia tra i diversi settori della popolazione.
La crisi economica costaricana e lo 0.3 % di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) colpiscono direttamente le entrate famigliari, poiché le entrate nazionali disponibili pro-capite si sono ridotte al 2.3 % in relazione al PIL e si è registrata la caduta dell’1 % nelle spese dei consumi finali dei nuclei familiari.
Il sociologo Carlos Sojo, direttore della Facoltà Latinoamericana di Scienze Sociali, ha avvertito recentemente che il Governo costaricano deve decidersi una volta per tutte a risolvere problemi pendenti, ereditati dalle promesse elettorali non mantenute, e non addentrarsi in vicoli senza uscita.
"Si devono creare con urgenza condizioni per diminuire i livelli di povertà che colpiscono il 38.7 % dei nostri nuclei familiari, e far fronte al rischio di un ulteriore impoverimento, difficile da osservare quando le politiche si interrompono bruscamente al filo della linea di povertà per entrate", ha sottolineato lo studioso.
Continuando con le attuali linee di condotta, la presunta "Svizzera" centroamericana non potrà dare garanzie per molto altro tempo un benessere duraturo poiché l’esclusione sociale nelle sue varie forme si accumulano dietro l’angolo, e non proprio per le piogge di maggio né per la "caduta" delle banane.

Entra in carica il Presidente costaricano Abel Pacheco
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maggio 2002 – Medico psichiatra di professione, 68 anni di età e membro del partito al potere, la Unità Socialcristiana, Abel Pacheco è entrato in carica l’8 maggio come Presidente della Repubblica. Alla cerimonia hanno assistito 78 delegazioni estere, tra queste 7 presidenti latinoamericani. Pacheco ha vinto le elezioni lo scorso 7 aprile, contro il Presidente uscente Miguel Angel Rodríguez, che non ha potuto raggiungere la maggioranza dei voti al secondo turno elettorale. Il programma del nuovo Governo, come lo renderà noto lo stesso Pacheco, sarà incentrato a combattere il 21 % di povertà e la crescente corruzione.

Una relazione governativa del Costa Rica riconosce l’aumento della disoccupazione e della povertà
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marzo 2002 – Nel 1998 gli indici di povertà nel Costa Rica erano del 19.7 % e, lontani dal diminuire negli anni successivi, sono aumentati nel 2001 al 20.3 %. La stessa cosa è successa con la disoccupazione che negli ultimi tre anni è raddoppiata fino a colpire il 10 % della popolazione economicamente attiva. La relazione governativa termina con una panoramica nazionale prima delle prossime elezioni. Una delle questioni più nevralgiche della situazione costaricana attuale, secondo questo studio, si riferisce alle perdite di cinque milioni di dollari causate dall’alto costo delle importazioni di petrolio e alla diminuzione delle entrate per l’abbassamento dei prezzi delle esportazioni.

Prevista un’alta astensione per il secondo turno elettorale in Costa Rica
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febbraio 2002 – Un elevato indice di astensione condizionerà il secondo turno elettorale previsto per il prossimo 7 aprile, nelle elezioni presidenziali del Costa Rica. Il Partito Unità Socialcristiana (PUSC) al Governo e il socialdemocratico Partito di Liberazione Nazionale (PLN) non sono stati in grado di raggiungere il 40 % dei voti, soglia minima stabilita per accedere al potere, per l’apatia della popolazione nel recarsi alle urne. L’astensionismo ha fatto sì che fosse raggiunto solo il 31 %, il terzo peggior risultato negli ultimi 50 anni, fatto che costringe questa nazione centroamericana, per la prima volta nella sua storia politica, a una seconda tornata elettorale.

Incerto futuro elettorale
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febbraio 2002
Anche se alcuni politici costaricani pretendono di ignorare che non stia accadendo niente di speciale nell’arena sociale del loro paese, la necessità di un secondo turno elettorale sembra mettere in luce la stanchezza del cittadino comune davanti alle campagne di proselitismo, che alla lunga finiscono con il disinteresse per la precaria vita nazionale.
Al fine di eleggere il Presidente del Costa Rica, due Vicepresidenti, 57 deputati e 501 sindaci municipali, sono state indette all’inizio di questo mese le elezioni, caratterizzate dalla grande quantità di schede che la gente non ha utilizzato.
Il 30 % dei costaricani ha preferito uscire a fare spese, prendere il fresco in uno dei parchi nazionali o semplicemente restare a casa, in quella mattinata domenicale famigliare, anziché recarsi alle urne.
Il Partito Unità Socialcristiana (PUSC) e il Partito Liberazione Nazionale (PLN) torneranno ad affrontarsi il prossimo 7 aprile, ma i due candidati di questi gruppi dovranno fare salti mortali per cercare di persuadere almeno il 40 % degli elettori, e ottenere i voti necessari per dirigere il paese.
Questa nazione dell’America Centrale ha davanti a sé la realtà di un 20 % di povertà in una popolazione relativamente piccola di 3.8 milioni di abitanti. Inoltre, le denunce di corruzione di alti funzionari pubblici hanno colpito duramente il sentimento patrio e condizionato, secondo quanto riferiscono gli analisti, un’emigrazione in aumento.
Roberto Salom, sociologo dell’Università di Costa Rica, afferma che "qui la società è in un momento di transizione e pertanto diventa urgente cercare altri spazi per la coscienza".
L’accademico sostiene, tra le altre cose, la situazione non più rimandabile che "il prossimo Governo sia capace di discutere il nostro progetto come nazione, e alla luce del giorno, perché non si potranno più fare patti sotto il tavolo. Abbiamo bisogno di una maggiore onestà", ha affermato.
Uno studio effettuato dal Programma dell’ONU per lo Sviluppo (PNUD) evidenzia un deterioramento crescente per il Costa Rica, con una mortalità infantile di 10.2 per ogni mille bambini nati vivi e la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2001 è stata solo dell’1.7 % in contrapposizione all’8.4 % del 1999.
Di fronte all’imperativo di "togliere la sabbia" dagli occhi degli elettori, i politici contendenti hanno coinciso di cercare di attrarre la simpatia della gioventù costaricana, dato che costituisce la terza parte dei votanti, tuttavia, gli esperti sociali cercano di pensare come potranno farlo se le prospettive del futuro sembrano, a queste latitudini, tanto incerte.

Le famiglie costaricane colpite dalla crisi economica
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gennaio 2002 – Da un 2.88 % nell’anno 2000 a uno 0.4 % nell’anno 2001 si è ridotto drasticamente il consumo di beni e di servizi per le famiglie del Costarica. I centroamericani attribuiscono questa situazione alla diminuzione delle entrate personali, alla sempre più minore esportazione nazionale, come pure a un crescente deterioramento dell’economia locale. Secondo la Banca Centrale di questo paese, la gran parte dei risparmi privati sono calati per la caduta dei mezzi disponibili per acquistare alimenti, vestiti, scarpe e attività turistiche.

Cortei di protesta contro l'Organizzazione degli Stati Americani
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giugno 2001 - Centinaia di dirigenti sindacali e studenti universitari hanno manifestato contro l'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) a San José di Costarica nello stesso giorno in cui i delegati di 34 Paesi del continente si apprestavano a dare avvio ai lavori della 31° Assemblea Generale.
Al grido di "Fuori la OEA", i manifestanti si sono radunati vicino al Teatro Nacional, nel centro di San José, dove i Ministri degli Esteri e i delegati stavano arrivando per partecipare alla cerimonia di apertura dell'incontro.
L'obiettivo della protesta - secondo quanto reso noto dal Comitato Civile di Lotta contro la OEA, che ne è stato promotore - è quello di denunciare la natura inumana e lesiva dei diritti fondamentali dell'individuo propria delle politiche neoliberiste attuate dai governi dell'America Latina.
In una lettera indirizzata al Segretario Generale dell'OEA, César Gaviria, il Comitato ha ribadito che l'Organizzazione non possiede alcuna autorità morale per poter discutere di diritti umani - uno dei temi più importanti in agenda - "quando le politiche neoliberiste imposte dai governi che ne fanno parte rappresentano la loro più grande violazione".
"Referendum per il Trattato di Libero Commercio" - si legge in uno dei volantini diffusi durante la manifestazione. (AFP)

Arrestata banda di trafficanti e sequestrato più di un milione di dollari in Costa Rica
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settembre 1999 - La polizia del Costa Rica ha scovato una banda di sei cubani e una costaricana che trasportava droga negli Stati Uniti in carichi di ananas e di yucca, mettendogli sotto sequestro 1.100.000 dollari, secondo quanto diffuso il 2 settembre.
La notizia, del quotidiano ‘La Nación’, indicava che i presunti narcotrafficanti avevano creato due compagnie export per inviare cocaina verso il mercato nordamericano, la quale proveniva dalla Colombia per via marittima.
Le persone coinvolte sono state identificate come Juan Quintana, Mayuli Pérez, Alain Jiménez, Javier García, Carlos Fonseca e Abelardo Vera, tutti di nazionalità cubana, così come la costaricana Elsy Bolaños.
La droga di contrabbando arrivava in barche veloci a Limón (sull'Atlantico), da dove veniva trasferita a San José per poi spedirla agli esportatori a San Carlos (a nord), i quali si incaricavano di imballarla in casse per restituirle a Limón.
I carichi di stupefacenti partivano, nascosti dall’esportazione della frutta e del tubero, sembra per via marittima con destinazione Miami, dove li aspettavano altri membri della banda ed erano sorvegliati da due colombiani fuggiti, secondo quanto pubblicato dalla nota.
Il resoconto ha precisato che, dopo la consegna della cocaina, uno dei cubani fermati era l'incaricato per portare il denaro in quantità di 100.000 dollari con l'aiuto di persone conosciute come "asini", che lo consegnavano agli hotel di San José..
Il guadagno dato dalla cocaina è stato investito per la maggior parte in vari conti bancari, acquisti di proprietà e in affari commerciali.
Il direttore del'organismo di investigazione giudiziaria del Costa Rica, Jorge Rojas, ha commentato che questo caso "mostra ciò che sta avvenendo nel Paese, in cui sono state create compagnie per il riciclaggio di dollari".
Il sequestro della moneta statunitense realizzato dalla polizia è stato il secondo più grande nella storia di questa nazione centroamericana, dopo il sequestro di 739.000 dollari al costaricano Ricardo Alem.
I detenuti sono stati posti a disposizione di un tribunale della capitale, che ha stabilito un anno di custodia cautelare contro i cubani e tre mesi alla cittadina costaricana per traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro.

Un ospite sgradito
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dicembre 1998 - Una superzanzara nota come tigre asiatica, parente prossima della Aedes Aegypti, e come portatrice del dengue, preoccupa le autorità sanitarie per la sua grande capacità di adattamento e per le "abitudini" che hanno reso difficile la sua eliminazione.
La Aedes Albopictus, che è stata trovata in due località dell’Atlantico, può trasmettere 28 tipi di virus, compresi quelli della febbre gialla e dell’encefalite. Il medico Mario Vargas, un rispettabile entomologo dell’Università del Costarica, ha spiegato che proviene dall’Asia, conserva le sue abitudini selvatiche, però si adatta all’ambiente urbano. Un’altra delle sue caratteristiche è che, a differenza della Aedes Aegypti, non punge soltanto gli esseri umani, bensì anche una vasta gamma di animali, ciò che le procura una maggiore possibilità di propagazione in territori molto più ampi e di contagiare l’uomo con malattie peculiari delle specie selvatiche.
Lo specialista ha indicato, secondo la IPS, che l’ipotesi più credibile sulla presenza di questo insetto in America, è che sia arrivata con carichi di pneumatici usati importati dall’Asia attraverso gli Stati Uniti, dove è stata individuata nel 1985. I molteplici tentativi di sradicarla nei 27 stati dell’Unione sono falliti, "ciò che dimostra che sta vincendo la battaglia", ha detto Vargas.
Dopo averla trovata in Costa Rica due mesi fa, tutta l’America Centrale è oggi infettata.
Vargas ha anche manifestato preoccupazione in quanto le strategie dei ministeri della Salute della regione si basano sull’uso di larvicidi e sull’applicazione di insetticidi inefficaci per l’Aedes Albopictus, poiché la maggior parte della sua prole è nascosta e non viene avvistata dal personale addestrato per sradicare altri tipi di insetti.
L’Università del Costarica sta preparando i tre tipi di trappole esistenti per determinare la dimensione della popolazione di questo animale e promuove con il Ministero della Salute alternative al controllo biologico, come l’uso di peschiere con una varietà di pesci piccoli ed economici che si alimentano di insetti.
Lo specialista ha segnalato che la presenza dello sgradito ospite pone più interrogativi che certezze a causa della mancanza di indagini "per valutare il rischio a cui ci troviamo di fronte".
Negli Stati Uniti, la tigre asiatica - il cui corpo ha strisce nere e gialle - sembra sia la causa della trasmissione di vari tipi di arbovirus che provocano l’encefalite.