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Istanza del Popolo Cubano al Governo degli Stati Uniti per i danni economi provocati a
Cuba
Al Tribunale Civile e Amministrativo Provinciale Popolare di Ciudad de La Habana
Dott. Mirna Nides Domínguez, Dott. Disney Cabrera Zayas, Dott. Tania Josefina Manzanares
Ayala e Dott. Abel Alejandro Solá López, avvocati, a nome e in rappresentanza delle
seguenti organizzazioni sociali e di massa della Repubblica di Cuba, che comprendono la
quasi totalità della popolazione del paese:
Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC), rappresentata dalloperaio e laureato in
Scienze Sociali, Pedro Ross Leal, Segretario Generale di detta organizzazione;
Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori (ANAP), rappresentata dal contadino
e laureato in Scienze Sociali, Orlando Lugo Fonte, Presidente di detta organizzazione;
Federazione delle Donne Cubane (FMC), rappresentata dallingegnere chimico
Vilma Lucila Espín Guillois, Presidente di detta organizzazione;
Federazione Studentesca Universitaria (FEU), rappresentata dallo studente del
Quarto Anno della Facoltà di Storia dellUniversità di La Habana, Hassán Pérez
Casabona, Presidente di detta organizzazione;
Federazione Studentesca di Insegnamento Medio (FEEM), rappresentata
dallalunno del Secondo Anno dellIstituto Politecnico di Elettronica
"Eduardo García Delgado", Roberto Conde Silverio, Presidente di detta
organizzazione;
Organizzazione dei Pionieri José Martí (OPJM), rappresentata dalla laureata in
Comunicazioni Sociali, Niurka Duménigo García, Presidente della Direzione Nazionale
dellorganizzazione;
Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR), rappresentati dal laureato in
Contabilità, Juan Contino Aslán, Coordinatore Nazionale di detta organizzazione;
Associazione dei Combattenti della Rivoluzione Cubana (ACRC), rappresentata dal
Comandante della Rivoluzione, Juan José Almeida Bosque, Presidente di detta
organizzazione;
compaiono davanti al Tribunale per stabilire Istanza in Processo Ordinario sulla
responsabilità civile per Danni e Pregiudizi derivati da atti illeciti che hanno colpito
il popolo di Cuba per tutto il processo storico della Rivoluzione cubana,
contro:
il Governo degli Stati Uniti dAmerica.
Questa istanza si basa sui seguenti
FATTI
PRIMO: Per oltre 40 anni, il popolo cubano è stato sottomesso a una politica
brutale di ostilità e di aggressioni di ogni tipo da parte del Governo degli Stati Uniti,
il cui proposito strategico, da ancor prima il trionfo della Rivoluzione cubana il 1°
gennaio 1959, non è stato altro se non la liquidazione del processo rivoluzionario a Cuba
e la distruzione del sistema politico, economico e sociale costruito e sviluppato
liberamente dal popolo cubano nel pieno esercizio della sua sovranità e del suo diritto
allautodeterminazione.
A tal fine il Governo degli Stati Uniti - i suoi principali dirigenti in nove successive
amministrazioni presidenziali, così come membri del ramo legislativo, funzionari e agenti
ufficiali o ufficiosi di detto Governo - è ricorso a ogni tipo di pressioni politiche,
tentativi di isolamento diplomatico, azioni propagandistiche, invito alla diserzione e
allemigrazione illegale, spionaggio, guerra chimica e aggressioni fisiche di diversa
indole, compresa la sovversione, le azioni terroristiche e di sabotaggio, la guerra
biologica, la formazione di bande armate, le infiltrazioni e incursioni armate contro il
nostro territorio, lorganizzazione di centinaia di piani di assassinio dei
principali dirigenti della Rivoluzione, la provocazione militare, la minaccia di sterminio
nucleare e perfino laggressione diretta da parte di un esercito mercenario.
Questa campagna di guerra sporca contro Cuba, che dura già da quarantanni, e i suoi
dichiarati propositi di frustrare il cammino indipendente del paese, sono documentati in
prove irrefutabili riunite lungo gli anni dalle autorità e dagli organi di difesa e
sicurezza cubani, e confermati in modo esplicito da centinaia di documenti segreti
nordamericani che sono stati progressivamente declassificati e pubblicati negli Stati
Uniti, alcuni dei quali si allegano alla presente istanza. Per esempio, vale la pena di
menzionare il denominato "Programma di Azione Segreta contro il regime di
Castro", elaborato dalla CIA e approvato dal Presidente Dwight Eisenhower il 17 marzo
1960, mediante il quale lallora governante nordamericano aveva autorizzato
personalmente le azioni intraprese e i piani proposti dalla CIA per la guerra contro Cuba.
La guerra economica e le aggressioni fisiche di ogni tipo eseguite o promosse dal Governo
degli Stati Uniti per quattro decenni, oltre a essere costate migliaia di vittime al
popolo cubano, hanno provocato enormi perdite materiali al paese e ai suoi cittadini,
oltre a sofferenze e pene morali incalcolabili.
SECONDO: Per quasi quarantanni, le successive amministrazioni del Governo
degli Stati Uniti hanno applicato una politica di sistematica aggressione economica contro
Cuba. Per la sua ampiezza e persistenza, per limpegno in essa dei più alti livelli
delle istanze esecutive e legislative degli Stati Uniti, per lutilizzo di un vasto
arsenale di strumenti economici e politici trasformati in armi aggressive, per il
carattere extraterritoriale delle loro disposizioni e la loro applicazioni a paesi terzi,
e per lobiettivo strategico non raggiunto di spezzare la resistenza del popolo
cubano, imponendogli, per mezzo della penuria, della scarsità, della malattia e della
fame, labbandono del sistema socioeconomico e politico che in modo libero e sovrano
ha adottato con il trionfo della Rivoluzione cubana, questa politica di aggressione
economica non si limita a un semplice embargo applicabile alle relazioni economiche
bilaterali, bensì rappresenta una vera guerra economica.
Questa guerra economica, condotta in tempo di pace dal Governo degli Stati Unti, ha
violato dal suo inizio il diritto internazionale, e nellultimo decennio ha avuto
unescalation che è giunta allestremo di pretendere di conferire un carattere
extraterritoriale alle azioni di guerra, pregiudicando i legittimi interessi economici di
paesi terzi, disconoscendo le norme vigenti del diritto internazionale e la legislazione
interna di numerosi paesi e provocando il crescente rifiuto della comunità
internazionale.
La guerra economica ha utilizzato come arma aggressiva principale lapplicazione di
un blocco economico totale nelle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, che si pretende di
estendere ai vincoli economici di Cuba con qualunque altro paese mediante luso del
potere finanziario, commerciale e tecnologico delleconomia più forte del pianeta
contro la piccola economia cubana per provocare il suo collasso. Mai nella storia degli
Stati Uniti è stato elaborato un intreccio legale così esteso di leggi, disposizioni,
proclami e regolamenti per cercare di asfissiare economicamente un piccolo paese con il
quale gli Stati Uniti non sono in guerra.
Il blocco economico si applica non solo in violazione del diritto internazionale e della
sovranità nazionale cubana, ma in brutale violazione del diritto alla vita, al benessere
e allo sviluppo della popolazione senza distinzione di età, sesso, razza, credenze
religiose, condizione sociale o idee politiche. Il blocco ha provocato gravi danni e
pregiudizi alleconomia nazionale e, nel farlo, ha provocato sensibili e abbondanti
danni alla popolazione cubana per varie generazioni.
La natura criminale del blocco è evidente nella sua stessa enunciazione, però lo è
ancor più nella sua lunga esecuzione per quasi quattro decenni di pressioni,
intimidazioni, ricatti e ogni tipo di azioni per ottenere la resa del popolo cubano e
asfissiare la sua Rivoluzione.
I meccanismi di applicazione e i propositi dichiarati del blocco mantenuto dal Governo
degli Stati Uniti contro Cuba permettono di qualificarlo come unazione genocida.
Così lo ha proclamato lAssemblea Nazionale del Poder Popular di Cuba, basata su
solidi fondamenti di fatto e di diritto internazionale. Questo genocidio sostenuto,
portato a effetto dal Governo degli Stati Unti, costituisce un tentativo di crimine di
massa che ancora persiste alle porte del nuovo millennio e che quel Governo cerca anche di
aggravare, per il suo stesso discredito e isolamento, di fronte alla condanna di ogni
essere umano sensibile, al rifiuto quasi unanime della comunità internazionale e
allorgoglio e alla gloria del popolo cubano, che è stato capace di resistergli per
quasi quattro decadi.
La natura genocida del blocco si è resa manifesta una volta di più lo scorso mese di
agosto, quando la Camera dei Rappresentanti degli Stati Unti ha rifiutato di considerare
un emendamento presentato da un membro del Senato nordamericano in virtù del quale si
permetterebbe la vendita a Cuba di alimenti e medicine.
TERZO: Linizio formale del blocco nordamericano avviene il 3 febbraio 1962,
data in cui il Presidente degli Stati Uniti firma lOrdine Esecutivo Presidenziale
3447, che stabilisce a partire da quel momento lembargo totale sul commercio con
Cuba, e autorizza il Segretario del Tesoro a promulgare tutte le misure e i regolamenti
per rendere effettiva la proibizione di importazione negli Stati Uniti di qualunque
prodotto di origine cubana e ordina al Segretario di Commercio di continuare e di ampliare
le misure per proibire tutte le esportazioni dagli Stati Uniti a Cuba.
Ma le azioni aggressive di carattere economico sono cominciate da molto prima,
praticamente dallo stesso istante del trionfo della Rivoluzione cubana il 1° gennaio
1959. Al momento dellinizio del blocco è già stata accumulata un ampia sequela di
aggressioni economiche sviluppate dal Governo degli Stati Uniti in coordinamento con un
profuso repertorio di misure di ostilità e di aggressioni fisiche, compresa
laggressione militare diretta, eseguita parallelamente da detto Governo. La politica
ostile sul piano economico stava funzionando dai primi momenti del trionfo della
Rivoluzione e si applica contro di essa molto prima che si dichiari il suo obiettivo
socialista alla vigilia dellinvasione mercenaria di Playa Girón nellaprile
1961.
Come si ricorda nel citato proclama del 13 settembre 1999 dellAssemblea Nazionale
del Poder Popular, il primo attacco nordamericano alleconomia cubana si verifica lo
stesso 1° gennaio 1959, quando sono ricevuti negli Stati Uniti, con gli autori dei più
abominevoli crimini e abusi contro il popolo cubano, molti dei colpevoli del saccheggio
del tesoro pubblico della nazione.. In un rapporto pubblicato il 6 febbraio di
quellanno, cinque settimane dopo il trionfo rivoluzionario, la Banca Nazionale di
Cuba rivela che i principali capi del regime abbattuto dalla Rivoluzione avevano
malversato e rubato 24 milioni di dollari delle risorse che in oro e dollari sostenevano
il peso cubano. Il prodotto di questo furto è depositato nelle banche nordamericane.
Neanche un centesimo è stato restituito a Cuba.
In quello steso mese di febbraio si reca negli Stati Uniti una delegazione della Banca
Nazionale per richiedere a questo paese modesti crediti per sostenere la moneta cubana. Il
giorno 12, il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti decide di non accettare la
richiesta. Una settimana dopo, le autorità nordamericane affermano che le difficoltà
finanziarie che affronta Cuba avrebbero "schiacciato la capacità di governare dei
migliori leader per lo meno in questo emisfero". Così, con il ritiro dei crediti da
parte di enti nordamericani che avevano mantenuto una relazione finanziaria stabile con
Cuba o avevano sviluppato ininterrottamente affari nel paese fino allultimo istante
della corrotta dittatura di Fulgencio Batista, verso la quale il Governo nordamericano non
aveva mai manifestato ostilità economica, bensì, al contrario, aveva mantenuto una
fluida relazione di sfruttamento neocoloniale, iniziano le azioni aggressive di pressione
e di intimidazione economica contro Cuba. Era il primo passo concreto nella guerra
economica contro Cuba, quando ancora non erano passate sette settimane dal trionfo della
Rivoluzione,
Gli sforzi intrapresi dal Governo cubano per spezzare la condizione neocoloniale di Cuba
fino al 1958, espressa, tra le altre cose, dallestrema dipendenza economica rispetto
agli Stati Unti, trovano immediatamente lopposizione degli interessi nordamericani
che sono i principali beneficiari di quella dipendenza. Le azioni iniziali del Governo
Rivoluzionario dirette alla difesa della sovranità, a stimolare il consumo di prodotti
cubani, a diversificare le relazioni economiche, a trasformare la struttura agraria del
paese mediante lattuazione di principi consacrati giuridicamente dal 1940 nella
Costituzione della Repubblica anche se mai applicati, quali leliminazione del
latifondo e del possesso improduttivo della terra, non sono di contenuto socialista, ma di
carattere nazionalista e popolare. Ciononostante, è evidente che lannuciata
decisione della Rivoluzione di iniziare una trasformazione radicale della società cubana
a beneficio del popolo, deve per forza entrare prima o poi in contraddizione con gli
interessi nordamericani di dominazione a Cuba.
Già il 21 gennaio 1959 si è avuta la prima menzione pubblica di cui esiste riferimento
sul tema dellutilizzo dellarma economica da parte del Governo degli Stati Unti
contro Cuba. Come parte delle aggressive provocazioni contro la Rivoluzione cubana sulla
grande stampa e nei circoli ufficiali degli Stati Uniti a causa delle giuste sanzioni
imposte ai criminali di guerra della sanguinosa tirannia abbattuta, appoggiate
unanimemente dal popolo, il rappresentante nordamericano Wayne Hays dichiara che si deve
considerare linvio di truppe a Cuba e limposizione di sanzioni economiche, tra
le quali cita espressamente la riduzione della quota di zucchero e lembargo
commerciale.
La promulgazione, il 17 maggio 1959, della Legge di Riforma Agraria, diretta
alleliminazione del latifondo e la trasformazione dellingiusta struttura di
possesso della terra, motiva il transito da una politica di ostilità e di pressione nella
sfera economica allaggressione economica diretta contro Cuba in questo campo.
L11 giugno, tre settimane dopo la promulgazione della legge, il Governo degli Stati
Uniti, in una nota diplomatica consegnata dal suo Ambasciatore a La Habana, esprime:
"Gli Stati Uniti riconoscono che, secondo il diritto internazionale, uno Stato ha la
facoltà di espropriare nella sua giurisdizione per propositi pubblici e in assenza di
disposizioni contrattuali o di qualunque altro accordo in senso contrario; tuttavia,
questo diritto deve essere accompagnato dallobbligo corrispondente da parte di uno
Stato nel senso che questa espropriazione porterà con sé il pagamento di
unimmediata, adeguata ed effettiva compensazione".
Le condizioni di indennizzo riassunte nelle parole "immediato, adeguato ed
effettivo" risultano essere chiaramente unesigenza ingiusta e impossibile da
compiere per un paese povero, storicamente sfruttato e saccheggiato proprio da coloro che
ora reclamano, e che appena sta uscendo da unintensa guerra di liberazione, ed
esprimono larrogante rifiuto di accettare la formula razionale di compensazione
stabilita dalla stessa Legge di Riforma Agraria. Tale compensazione era prevista mediante
Buoni della Riforma Agraria, redimibili in ventanni, con interesse annuo non
superiore al 4.5 %, per i quali ogni anno si sarebbero stanziati i fondi nel Bilancio
Preventivo dello Stato. Era prevista anche unesenzione dimposta sulla rendita
personale applicabile ai possessori che investissero i rendimenti dei loro buoni.
Nella risposta del Governo cubano alla nota diplomatica nordamericana del 11 giugno 1959,
si ribadisce che "è facoltà inalienabile del Governo Rivoluzionario dettare,
nellesercizio della sua sovranità e al riparo dei trattati, convenzioni e patti di
carattere universale, le misure che giudichi più adeguate per stimolare e assicurare lo
sviluppo economico, il progresso sociale e la stabilità democratica del popolo
cubano". Di conseguenza, dichiara la nota cubana, il Governo Rivoluzionario "si
arroga la facoltà di decidere ciò che stimi più consono agli interessi vitali del
popolo cubano, e non ammette, né ammetterà, nessuna indicazione o proposta che tenda a
limitare, minimamente, la sovranità e la dignità nazionale". In quanto alle
condizioni di pagamento pretese nella nota nordamericana, il Governo Rivoluzionario
argomentava limpossibilità materiale di compierle e proponeva la negoziazione di
altre alternative concrete di compensazione. Questultima proposta è ignorata dalle
autorità nordamericane, che si impuntano sulle impraticabili condizioni poste e trovano
infine nella risposta cubana il pretesto per avviare la loro politica di rappresaglie e di
aggressioni economiche, politiche e militari contro Cuba.
In una riunione convocata al Dipartimento di Stato il 24 giugno 1959, cinque settimane
dopo la promulgazione della Legge di Riforma Agraria, si tratta il criterio secondo cui
"corrispondeva al Governo degli Stati Uniti assumere immediatamente una posizione
molto ferma contro la legge e la sua implementazione", e che "il miglior modo di
ottenere il necessario risultato era la pressione economica". Si valuta la
soppressione della quota di zucchero cubana sul mercato nordamericano, il che avrebbe
prodotto che "lindustria dello zucchero avrebbe subito una brusca e immediata
caduta, provocando la generalizzazione di una maggiore disoccupazione. Grandi quantità di
persone sarebbero rimaste senza lavoro e avrebbero iniziato a patire la fame". In
questa riunione, il Segretario di Stati Christian Herter qualifica esplicitamente le
proposte come "misure di guerra economica".
L8 luglio 1959, il Congresso degli Stati Uniti decide, su richiesta
dellEsecutivo, di attribuire maggiori facoltà al Presidente per sospendere
laiuto straniero a ogni paese che "confiscasse proprietà nordamericane senza
giusta compensazione immediata". Anche se non si menziona alcuno Stato in
particolare, è chiaro che si tratta di un altro passo dellaggressione economica
contro Cuba. La minaccia di sospensione dellaiuto è considerata dagli strateghi
politici nordamericani unarma che avrebbe infuso timore ai governanti cubani.
E stato un altro errore di giudizio, dei tanti in cui sono incorsi con la
Rivoluzione cubana.
In un documento ufficiale sottoscritto il 6 aprile 1960 da L. D. Mallory, questo
importante funzionario del Dipartimento di Stato, dopo aver riconosciuto che "la
maggioranza dei cubani appoggia Castro" e che "non esiste unopposizione
politica effettiva", esprime con cinica impudenza che "lunico mezzo
prevedibile per alienare lappoggio interno è attraverso il malcontento e la
sfiducia basati sullinsoddisfazione e sulle difficoltà economiche. (...) Si deve
utilizzare subito qualunque mezzo concepibile per debilitare la vita economica di Cuba.
(...) Una linea di azione che avrebbe maggiore impatto è quella di negare denaro e
forniture a Cuba, per diminuire i salari reali e monetari al fine di provocare fame,
disperazione e labbattimento del Governo". E, in sintesi, la piattaforma
programmatica che avrebbe sostenuto per i seguenti quarantanni, e ancora sostiene,
il blocco economico nordamericano contro Cuba.
Molto presto viene loccasione per applicare uno di questi mezzi. Il rifornimento di
petrolio del paese dipende dalla fornitura di tre aziende che controllano
limportazione e la raffinazione del combustibile necessario per il funzionamento del
paese: le nordamericane Esso e Texaco e la britannica Shell. Queste multinazionali
decidono di fare il gioco dellaggressione e, su richiesta del Governo degli Stati
Uniti, iniziano a restringere limportazione con il proposito di tagliare totalmente,
qualora sia necessario, la fornitura di combustibile e di provocare la paralisi economica
delleconomia nazionale. In previsione di questo, il Governo Rivoluzionario ottiene
limpegno dellUnione Sovietica, uno dei principali produttori mondiali di
petrolio in quel momento, di garantire le quantità necessarie a prezzi ragionevoli.
Ma questa disponibilità frustra il piano concordato tra le compagnie petrolifere e il
Governo nordamericano, per cui le tre imprese si rifiutano di raffinare nei loro impianti
il greggio sovietico. Tale atteggiamento viola espressamente quanto disposto
nellArticolo 44 della Legge sui Minerali Combustibili, vigente dal 9 maggio 1938,
nella quale si stabiliva lobbligo di elaborare il petrolio greggio che venisse
somministrato dallo Stato. Di fronte a questa manifestazione di prepotenza, il Governo
Rivoluzionario annuncia il 28 giugno 1960 la nazionalizzazione dellazienda Texaco a
Cuba, compresa la sua capacità di raffinazione, e l11 luglio la misura viene estesa
alla Esso e alla Shell.
Giorni prima, il 24 giugno, il Presidente Eisenhower aveva chiesto al Congresso poteri
discrezionali per tagliare la quota di importazione di zucchero cubano. In questo modo, la
quota di esportazione di zucchero cubano verso gli Stati Uniti si aggiungeva formalmente,
insieme alle manovre relative al petrolio, alle relazioni economiche trasformate, per arte
della politica di aggressione, in armi che pretendevano di essere letali per la giovane
Rivoluzione cubana.
Il 5 luglio, il Governo degli Stati Uniti dichiara che "lintervento e
lappropriazione di queste raffinerie costituisce una prova e una conferma in più
dellesecuzione di un piano inesorabile di aggressione economica da parte del Governo
di Cuba, destinato a distruggere le tradizionali relazioni commerciali e di investimento
di Cuba con il mondo libero". Mediante questa acrobazia verbale, si pretende di
trasformare laggredito in aggressore. Non era la prima volta né sarebbe stata
lultima che si cercava di ingannare in questo modo lopinione pubblica
nordamericana e mondiale.
Il giorno dopo, il Consiglio dei Ministri del Governo Rivoluzionario concede al Presidente
della Repubblica e al Primo Ministro facoltà speciali per decidere la nazionalizzazione
delle industrie nordamericane esistenti nel paese, in previsione delle nuove rappresaglie
economiche che gli Stati Uniti sembrano avviati a prendere contro Cuba.
Quello stesso giorno, effettivamente, mediante proclama presidenziale, il Presidente
Eisenhower fa il primo passo decisivo nel percorso verso il blocco economico, decretando
la riduzione a 700.000 tonnellate della quota di zucchero di Cuba sul mercato
nordamericano. La quantità rappresenta il 95% delle esportazioni cubane di zucchero negli
Stati Uniti previste per il resto del 1960. Con questa misura, il Governo nordamericano
conta di assestare il colpo mortale alleconomia di Cuba e, di conseguenza, alla
Rivoluzione, fatto che era già stato concepito un anno prima.
La misura elimina bruscamente una parte della principale fonte di entrate del paese per
esportazioni e mostra chiaramente che la quota di zucchero è già utilizzata - e avrebbe
continuato a esserlo per un breve periodo - come strumento di ricatto per sconfiggere gli
sforzi che il paese intraprendeva per raggiungere uno sviluppo indipendente e spezzare la
dipendenza economica rispetto agli Stati Uniti, della quale la quota di zucchero era uno
dei principali strumenti. La decisione sulla quota di zucchero cubano configura
chiaramente il delitto internazionale di aggressione economica, condannato in modo
tassativo nellarticolo 15 della Carta dellOrganizzazione degli Stati
Americani. Tuttavia, è paradossale che il Governo degli Stati Uniti, protestando il 16
luglio, per mezzo del suo Ambasciatore a La Habana, per la legge di nazionalizzazione, che
la qualifica "in essenza discriminatoria, arbitraria e di confisca", abbia
avvertito che lapplicazione della misura sarebbe stata considerata un atto di
aggressione economica e politica contro gli Stati Uniti.
Di fronte ai brutali atti di coercizione e di aggressione economica eseguiti dal Governo
degli Stati Uniti, che cercano di soffocare leconomia cubana e sottomettere il paese
con la forza, il Governo di Cuba dispone il 6 agosto 1960 la nazionalizzazione di 26
grandi aziende nordamericane operanti a Cuba, oltre alle centrali dello zucchero e alle
compagnie dellelettricità e dei telefoni. La misura, presa in parte come risposta
allaggressione per lo zucchero, si realizza in concordanza alle leggi nazionali e ai
principi del diritto internazionale. Otto giorni dopo si annuncia lintervento sulle
miniere di nichel di Moa, nella provincia di Oriente, e il 17 settembre viene annunciata
la nazionalizzazione delle tre grandi banche nordamericane che operano a Cuba.
Le leggi di nazionalizzazione cubane che colpiscono interessi statunitensi, prendono in
considerazione la compensazione del valore di queste proprietà e la predisposizione dei
mezzi per garantire detta compensazione mediante le entrate generate dalle esportazioni di
zucchero aggiuntive sul mercato nordamericano, unica alternativa possibile nelle
condizioni economiche del paese in quella congiuntura. Se si fossero accettate allora le
proposte cubane, come hanno fatto altri paesi, gli enti nordamericani colpiti avrebbero
già ricevuto la compensazione corrispondente. Al contrario, limposizione da parte
degli Stati Uniti del blocco e della guerra economica contro Cuba, hanno impedito una
soluzione soddisfacente per gli stessi interessi colpiti di questa nazione.
La dinamica del colpo e del contraccolpo, avviata con la riduzione della quota dello
zucchero, ha un nuovo momento il 29 settembre, quando il Governo degli Stati Uniti
notifica a quello cubano la sospensione delle operazioni dellimpianto di
concentrazione del nichel di Nicaro, nella provincia di Oriente, di proprietà del Governo
nordamericano. Il giorno seguente, il Dipartimento di Stato annuncia di avere raccomandato
ai cittadini nordamericani di "astenersi da viaggi a Cuba a meno di ragioni
pressanti".
Quello stesso mese di settembre, il Governo nordamericano fa pressioni per sopprimere
alcuni crediti concessi precedentemente alle banche cubane da istituzioni bancarie
nordamericane. Il 13 ottobre, il Governo Rivoluzionario annuncia la nazionalizzazione di
382 grandi aziende nel paese, comprese tutte le banche. Il giorno dopo viene proclamata la
Legge di Riforma Urbana, in virtù della quale tutti gli inquilini potevano acquisire la
proprietà della propria casa.
Il secondo definitivo passo verso il blocco è stato lannuncio del Dipartimento di
Stato, il 19 ottobre 1960, nel senso che, allo scopo di "difendere gli interessi
economici legittimi del popolo di questo paese (Stati Uniti) contro la politica economica
discriminatoria, aggressiva e ingiuriosa del regime di Castro (...), il Governo degli
Stati Uniti sta mettendo in vigore in data odierna misure generali di controllo, al fine
di proibire le esportazioni nordamericane a Cuba, eccetto quelle riferite ad alimenti,
medicine e attrezzature mediche non compresi nei sussidi". Questo embargo
commerciale, che, tra gli altri effetti immediati, priva lindustria e il trasporto a
Cuba di pezzi di ricambio indispensabili per la continuità del suo funzionamento,
pretende di essere, insieme alla drastica riduzione della quota dello zucchero,
laltro colpo fatale alleconomia nazionale e alla Rivoluzione.
La turpe argomentazione di questa misura di embargo commerciale merita qualche commento.
Al margine della bugiarda pretesa di voler presentare Cuba unaltra volta come
laggressore, non può risultare più ridicolo per una potenza tanto poderosa come
gli Stati Uniti il fatto di assumere la posizione di vedersi nella supposta necessità di
difendere la propria economia contro le presunte macchinazioni di un paese tanto piccolo e
sottosviluppato come Cuba, le cui esportazioni nel mercato statunitense, benché
significative per leconomia cubana, rappresentano una proporzione minuscola del
volume di importazioni delleconomia nordamericana. E il caso di chiedersi,
inoltre, se non risulti manifestamente assurdo difendere interessi economici proibendo
esportazioni il cui mantenimento e sviluppo era quello che, al contrario, conveniva a
quegli interessi.
Ciononostante, con la sorpresa degli strateghi politici nordamericani, Cuba non crolla di
fronte alla riduzione della quota di zucchero e allembargo commerciale. Al
contrario, alla fine del 1960 il paese dà segnali di avere assimilato i due colpi e il
popolo cubano di avere rafforzato la sua volontà di resistere e sostenere la Rivoluzione.
In vista di questo, il 16 dicembre il Presidente Eisenhower dispone la soppressione totale
della quota di zucchero cubana sul mercato nordamericano per i primi tre mesi del 1961.
Non cessa di essere significativo il termine annunciato. In quei momenti si trovano molto
avanzati i preparativi per laggressione militare che la CIA stava organizzando, il
cui lancio era previsto per aprile 1961 e che, secondo gli strateghi del Governo
nordamericano, avrebbe assestato il colpo definitivo al potere rivoluzionario a Cuba.
Il 3 gennaio 1961, meno di tre settimane prima del termine del mandato presidenziale di
Eisenhower. il Governo degli Stati Uniti annuncia la rottura delle sue relazioni
diplomatiche e consolari con Cuba. Il giorno 16 viene data la notizia a Washington che, in
futuro, "i cittadini nordamericani che desiderino recarsi a Cuba devono, fino a nuovo
avviso, ottenere passaporti con autorizzazione speciale del Dipartimento di Stato per
realizzare il viaggio". E la prima misura nella restrizione unilaterale dei
viaggi a Cuba.
La nuova amministrazione del Presidente John F. Kennedy assume il potere il 20 gennaio. Il
2 marzo il Governo nordamericano annuncia che sta considerando lapplicazione nel
caso di Cuba della cosiddetta Legge di Commercio con il Nemico, e il giorno 31 di quel
mese, mediante un proclama presidenziale sottoscritto da Kennedy, viene soppressa
totalmente, in modo ufficiale, la quota di zucchero di Cuba sul mercato nordamericano per
lanno 1961, ascendente a 3 milioni di tonnellate.
Il 12 aprile, nella stessa conferenza stampa nella quale il Presidente Kennedy afferma che
non ci sarebbe stato nessun intervento armato a Cuba mentre già le navi che trasportano
la spedizione di invasione navigavano per le acque dei Caraibi verso Cuba, il governante
nordamericano dichiara anche: "Non abbiamo intenzione di intraprendere alcuna azione
rispetto alle proprietà o agli interessi economici che cittadini nordamericani
mantenevano precedentemente a Cuba, che non siano le negoziazioni formali e normali con
una Cuba libera e indipendente". Era chiaro per Kennedy che labbattimento della
rivoluzione sarebbe stata questione, al massimo, di una settimana, e che la giunta di
Governo che sarebbe stata instaurata dai nordamericani, i cui membri a quel punto si
trovavano praticamente detenuti dalla CIA in una località isolata della Florida, avrebbe
dettato come una delle sue prime decisioni la restituzione immediata delle proprietà
nazionalizzate dal Governo Rivoluzionario.
Nei mesi successivi alla sconfitta dellinvasione armata di Playa Girón, il Governo
degli Stati Uniti concentra la sua attenzione su due linee principali di aggressione
contro il nostro paese: il fomento della sovversione e i contatti per ottenere
lisolamento politico di Cuba nel sistema interamericano, in vista di creare le
condizioni per una nuova aggressione militare. E la tappa in cui si concepisce e
inizia lesecuzione dellOperazione Mangusta, un insieme di operazioni di guerra
sporca sulle quali si tornerà più avanti. Sul piano economico, le basi della guerra
contro Cuba sono già state poste con le misure di embargo commerciale e di soppressione
della quota di zucchero. L11 dicembre 1961 il Presidente Kennedy dispone la
sospensione assoluta di detta quota sul mercato nordamericano per la prima metà del 1962.
Già a quellepoca, le misure del blocco contro il nostro paese sono scritte nella
Legge di Assistenza Straniera degli Stati Uniti del 1961, nella sua Sezione 620 (a), nei
termini seguenti: "Non si somministrerà alcuna assistenza, daccordo con questa
Legge, allattuale Governo di Cuba. Come mezzo per implementare e portare a effetto
la politica espressa nella frase precedente, il Presidente è autorizzato a stabilire e a
mantenere un embargo totale del commercio tra Stati Uniti e Cuba."
Alla fine di gennaio 1962 inizia le sue sessioni nella città di Punta del Este, in
Uruguay, lOttava Riunione di Consultazione dei Ministri degli Esteri
dellOrganizzazione degli Stati Americani, che doveva culminare nella manovra di
isolamento politico di Cuba nellemisfero. Il giorno 25, con il suo energico e
argomentato intervento a quella riunione, il capo della delegazione cubana, il Presidente
Osvaldo Dorticós, espresse: "Avremmo voluto e vogliamo (...) aumentare in modo
razionalizzato le nostre relazioni commerciali con gli Stati Uniti del Nordamerica. Ma
sono stati gli Stati Uniti del Nordamerica che, con decisione unilaterale, e come misura
di aggressione economica, hanno limitato e ristretto le nostre relazioni commerciali,
cancellando lacquisto dei nostri prodotti per immergerci nella miseria e per la
sconfitta della Rivoluzione".
Dopo intense pressioni e negoziati, la delegazione nordamericana ottiene
lapprovazione a Punta del Este di un gruppo di risoluzioni nelle quali avrebbero
avuto fondamento le decisioni successive che hanno portato alla sospensione di Cuba
dallOSA e alla rottura delle relazioni diplomatiche bilaterali della maggioranza dei
paesi latino-americani. E stato in quella situazione che, il 3 febbraio 1962, il
Presidente Kennedy decreta lembargo totale del commercio tra Stati Uniti e Cuba. Era
la dichiarazione ufficiale del blocco.
Nel comunicato emesso a tale proposito dalla Casa Bianca si sottolinea che lembargo
avrebbe privato il Governo di Cuba delle valute che otteneva con la vendita dei suoi
prodotti negli Stati Uniti, e si afferma, con la proverbiale ipocrisia delle dichiarazioni
ufficiali nordamericane in rapporto a Cuba, che "fondandosi su ragioni umanitarie
faranno eccezione da questo embargo le esportazioni di certi alimenti, medicine e altre
forniture mediche degli Stati Uniti a Cuba".
Il 24 marzo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti annuncia la proibizione
dellentrata in territorio nordamericano di qualunque prodotto elaborato, del tutto o
in parte, con prodotti di origine cubana, anche se fabbricati in paesi terzi. A maggio il
Governo nordamericano annulla unilateralmente la clausola di "nazione più
favorita" nel caso di Cuba, in aperta violazione degli statuti del GATT,
laccordo internazionale regolatore del commercio tra le nazioni, del quale entrambe
i paesi erano firmatari.
Alcuni mesi dopo, a settembre, si vengono a conoscere le trattative personali del
Segretario di Stato Dean Rusk con i Governi europei dei paesi alleati degli Stati Uniti
nella NATO, per ottenere che le navi di qualunque nazionalità non trasportassero merci a
Cuba, mentre i sindacati marittimi nordamericani, per indicazione del Dipartimento di
Stato, iniziano a negare facilitazioni portuali alle navi di qualunque nazionalità che
avessero trasportato merci a Cuba. Viene proibita anche la vendita a quei paesi di
prodotti agricoli nel programma chiamato Alimenti per la Pace.
L"embargo" finisce con il perdere la sua maschera per rivelarsi quello che
è nella realtà ed è stato da allora: un blocco economico totale.
QUARTO: Le misure di risposta applicate dal Governo di Cuba di fronte alla
dichiarazione di guerra economica implicita nei tentativi di paralizzare il paese
privandolo del rifornimento di combustibile e togliendogli con la quota di zucchero la
principale fonte di entrata da esportazione e il sostegno dellindustria agricola,
che rappresentava il nucleo di base delleconomia nazionale, sono atti sovrani di
Stato, contemplati nellordine legale nazionale e in diversi patti internazionali,
risoluzioni dellAssemblea Generale delle Nazioni Unite e in altri documenti
internazionalmente riconosciuti vigenti allinizio del decennio degli anni 60.
Successivamente, altri testi di uguale natura avrebbero ratificato la validità delle
azioni sovrane dello Stato cubano.
LAssemblea Generale delle Nazioni Unite aveva approvato il 21 dicembre 1952, nel suo
Settimo Periodo di Sessioni, una Risoluzione Speciale la quale sottolineava che "il
diritto dei popoli a disporre delle loro ricchezze e risorse naturali e a sfruttarle
liberamente è un imprescrittibile diritto sovrano e risponde agli obiettivi e ai principi
della Carta delle Nazioni Unite".
LArticolo 1 del Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali del
16 dicembre 1966, e anche lArticolo 1 del Patto Internazionale dei Diritti Civili e
Politici, stabiliscono:
"Tutti i popoli hanno il diritto di libera determinazione. In virtù di questo
diritto stabiliscono liberamente condizioni politiche e provvedono allo stesso modo al
loro sviluppo economico sociale e culturale".
"Per il raggiungimento dei loro fini, tutti i popoli possono disporre liberamente
delle loro ricchezze e delle loro risorse naturali, senza pregiudizio dagli obblighi che
derivano dalla cooperazione economica internazionale basata sul principio del beneficio
reciproco come pure dal diritto internazionale. In nessun caso si potrà privare un popolo
dei propri mezzi di sussistenza".
"Gli Stati parte del presente patto (...) promuoveranno lesercizio del diritto
di libera determinazione, e rispetteranno questo diritto in conformità alle disposizioni
della Carta delle Nazioni Unite".
La Risoluzione 2625 dellottobre 1970 dellAssemblea Generale delle Nazioni
Unite segnala: "Nessuno Stato o gruppo di Stati ha il diritto di intervenire
direttamente o indirettamente, per qualsiasi motivo, nelle questioni interne o esterne di
qualunque altro. Pertanto non solo lintervento armato ma anche qualunque altra forma
di ingerenza o minaccia che attenti alla personalità dello Stato o degli elementi
politici, economici e culturali che lo costituiscono, sono violazione del Diritto
Internazionale. Nessuno Stato può ampliare o fomentare luso delle misure
economiche, politiche o di altra indole per costringere un altro Stato al fine di ottenere
che subordini lesercizio dei suoi diritti sovrani e ottenere da esso vantaggi".
Daltra parte, la Carta dei Diritti e Doveri Economici degli Stati approvata
dallAssemblea Generale delle Nazioni Unite il 12 dicembre 1974 con la sua
Risoluzione 3281, stabilisce il diritto di ogni Stato a praticare il commercio
internazionale e altre forme di cooperazione, tra esse, quella di associarsi per fini
economici, indipendentemente da qualsiasi differenza dei sistemi politici, economici e
sociali. Inoltre esprime nellarticolo 5: "Tutti gli Stati hanno il dovere di
rispettare questo diritto, astenendosi dallapplicare misure economiche e politiche
che lo possano limitare".
Nonostante la violenta aggressione economica che già stava esercitando il Governo degli
Stati Uniti in quei momenti, la Legge numero 851 del 6 giugno 1960, che autorizza la
nazionalizzazione delle aziende statunitensi, stabilisce la compensazione per i beni
nazionalizzati. In quella Legge si dispone il pagamento di quei beni con Buoni della
Repubblica ammortizzabili in non meno di trentanni e con un interesse non inferiore
al 2 %.
Il processo di nazionalizzazione realizzato a Cuba comprese anche enti di altri paesi, i
cui Governi hanno adottato una posizione rispettosa rispetto alla decisione sovrana di
Cuba, hanno stabilito negoziati per la compensazione dei loro cittadini, Si sono conclusi
accordi con Francia, Svizzera, Gran Bretagna, Canada e Spagna, e sono stati stabiliti
termini per la loro esecuzione in accordo con la pratica internazionale in questi casi.
Tutti gli interessati sono stati compensati, mentre è in corso di esecuzione
laccordo con la Spagna.
Il Governo nordamericano rifiuta con arroganza le formule di compensazione proposte anche
in questo caso da Cuba. Lungi dallaccettare una negoziazione ragionevole,
intensifica la sua aggressione e così, nellottobre 1960, il Presidente degli Stati
Uniti stabilisce il divieto di esportazione a Cuba, con eccezione di medicine e alimenti
non sussidiati, anche se in pratica questi non sarebbero più stati esportati a Cuba e nel
1964 sarebbe stata proibita ufficialmente la loro esportazione. Questa nuova aggressione,
come già si è detto, è diretta a paralizzare lindustria, il trasporto, e in
generale, la base tecnologica delleconomia, che era di provenienza nordamericana in
schiacciante maggioranza e, pertanto, altamente dipendente dalle importazioni di pezzi di
ricambio e componenti da quel paese.
QUINTO: Le disposizioni già riferite del blocco, in virtù delle quali si
proibisce lentrata negli Stati Uniti di qualunque prodotto fabbricato in un paese
terzo nella cui elaborazione intervengano in tutto o in parte componenti di origine
cubana, applicate dal 1962, hanno colpito le possibilità di esportazione di Cuba verso
paesi terzi di prodotti quali il nichel. Si sono verificati rifiuti e anche rinunce di
imbarchi di acciaio inossidabile esportati negli Stati Unti da paesi terzi nella cui
lavorazione era presente nichel cubano. Simili disposizioni sono già dal 1962 un colpo
alleconomia cubana e uninterferenza eztraterritoriale negli interessi
economici di paesi terzi.
Daltra parte, la decisione del Governo degli Stati Uniti, del settembre 1962, di
collocare in una denominata "lista nera" e di proibire lentrata nei porti
nordamericani di tutte le navi che realizzassero commercio con Cuba, indipendentemente dal
paese di registro, oltre a significare una flagrante violazione del diritto marittimo
internazionale, è una misura aggressiva destinata a danneggiare direttamente le relazioni
economiche estere di Cuba nella sfera del trasporto marittimo, il quale deve affrontare la
ricollocazione del commercio verso mercati molto distanti dovuta alla chiusura del vicino
mercato nordamericano. Questa aggressione significa grandi erogazioni finanziarie in
eccesso per il pagamento dei noli del trasporto marittimo.
Con questa azione Cuba si vede impossibilitata a effettuare il suo trasporto marittimo
come qualunque altro paese, mediante linee regolari di navi. Il movimento dei carichi deve
appoggiarsi su navi noleggiate sul mercato internazionale con caratteristiche di
sovrapprezzo per il pagamento del nolo e molte volte in deficienti condizioni tecniche,
dato che solo a queste condizioni si possono trovare navi disposte a essere escluse dal
commercio con gli Stati Uniti. Questo non solo incrementa i costi di trasporto a causa
delleccesso dei noli, ma anche a causa di premi di assicurazione in eccesso per i
carichi, che riflettevano i maggiori rischi di perdite e danni in virtù delletà e
delle caratteristiche tecniche delle navi.
A luglio 1963 entra in vigore negli Stati Uniti il cosiddetto Regolamento per il Controllo
degli Attivi Cubani, che proibisce tutte le transazioni relazionate a Cuba, congela i
valori che lo Stato cubano abbia negli Stati Uniti e proibisce ai cittadini nordamericani
di recarsi nel nostro paese.
A maggio 1964 il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti stabilisce ufficialmente il
divieto totale di imbarchi di alimenti e di medicine per Cuba, anche se in pratica non si
effettuano già da tempo. Questo divieto di vendita di alimenti, medicine e
apparecchiature mediche come risultato del blocco, costituisce un caso insolito e unico
nellambito internazionale. Anche in tempo di guerra tra paesi, le Convenzioni di
Ginevra, relative alla protezione di persone civili in tempo di guerra, proibiscono
espressamente che si impedisca laccesso della popolazione civile ad alimenti e
medicine. Questa azione, tuttavia praticata contro il popolo cubano dal Governo
statunitense da più di trentacinque anni in tempo di pace, mostra di nuovo il carattere
genocida del blocco.
Per gli strateghi nordamericani, linsieme di misure aggressive che già significano
un blocco economico completo, deve condurre rapidamente al collasso la debole e
sottosviluppata economia cubana, privata del suo principale mercato, in cui otteneva la
maggior parte delle sue entrate in valuta, e delle sue principali fonti di
approvvigionamento per il consumo della popolazione e il funzionamento della propria
economia. Linstaurazione del blocco, in effetti, significa per Cuba, tra le altre
cose, la perdita del principale mercato e del regime di prezzi in esso per lo zucchero,
perdite finanziarie per diversi motivi, il sostanziale incremento delle spese di trasporto
per la ricollocazione geografica del suo commercio, limmobilizzazione di abbondanti
risorse, il pagamento del sovrapprezzo per i suoi acquisti, la disattivazione anticipata
di impianti e macchinari per mancanza di pezzi di ricambio e la scomparsa della principale
corrente di ingresso per turismo.
Il blocco rende più difficile alla popolazione la soluzione dei problemi della vita
quotidiana. Il popolo cubano si vede costretto ad affrontare la sfida che il blocco impone
al sistema economico e politico che aveva scelto e alla sua esistenza come nazione
indipendente, pagando unalta quota di sacrificio e di privazioni per resistere
durante gli ultimi quattro decenni.
SESTO: Durante lamministrazione di James Carter, tra il 1977 e il 1981, si
introducono alcune modifiche al Regolamento per il Controllo degli Attivi Cubani, che sono
piccoli e iniziali passi in direzione di una certa flessibilizzazione. Queste
disposizioni, che non hanno mai alterato le basi fondamentali della politica del blocco
sono state eliminate durante le amministrazioni successive di Ronald Reagan e George Bush.
Durante il mandato di questultimo il blocco conosce anche un inasprimento.
Con la scomparsa del campo socialista e la dissoluzione dellUnione Sovietica,
leconomia cubana perde bruscamente i mercati, le fonti di approvvigionamento e il
sistema di relazioni di interscambio e di cooperazione che sono stati importanti fattori
per attenuare gli effetti della guerra economica degli Stati Uniti contro Cuba fino alla
fine degli anni 80.
In quella congiuntura particolarmente avversa, quando scompare in brevissimo tempo il
sistema di relazioni economiche con i paesi socialisti, smette di esistere il CAME e la
rete di relazioni di integrazione economica, specializzazione produttiva e accesso a
mercati con prezzi e finanziamenti concordati, quando leconomia cubana e tutto il
popolo si trovano di fronte a formidabili ostacoli che sembrano invincibili per molti
osservatori esterni, quando il mondo diventa unipolare e legemonia nordamericana si
abbatte sul pianeta, quando il popolo cubano si vede obbligato dalla guerra economica a
fare per la seconda volta in un lasso di appena tre decenni un nuovo e molto costoso
processo di ristrutturazione alla base delle sue relazioni economiche estere, della sua
infrastruttura tecnologica, delle sue fonti di approvvigionamento e finanziamento, allora
il Governo nordamericano crede giunto il momento di rafforzare il blocco e di infliggere
il maggior danno alleconomia cubana per ottenere la sconfitta della Rivoluzione, che
non è stata possibile distruggere per oltre trentanni.
In effetti, lapprovazione dellEmendamento Torricelli, compreso nella Legge di
Spese per la Difesa del 1992, intensifica le misure del blocco proibendo il commercio di
Cuba con filiali di imprese degli Stati Uniti radicate in paesi terzi e soggette,
pertanto, alle leggi di quei paesi, annunciando sanzioni a quei paesi che concedano
assistenza economica a Cuba e riattivando e indurendo le sanzioni alle navi che
trasportino carichi verso o da Cuba.
Il risultato diretto è leliminazione del commercio con filiali di imprese
nordamericane radicate in paesi terzi, le quali subiscono lumiliazione di essere
aziende straniere sottomesse alle loro leggi in quanto si vedono sottoposte
allobbligo di agire in compimento dellapplicazione extraterritoriale di una
legge nordamericana.
Per leconomia cubana, la soppressione del commercio con quelle filiali, la cui
composizione era del 90 % in alimenti e medicine, è un colpo aggiuntivo alla critica
congiuntura dellinizio del decennio del 90. Questa situazione si amplia e
diventa più complessa in questi momenti, come risultato dellintenso e accelerato
processo di acquisizioni di imprese, fusioni, megafusioni e alleanze strategiche a scala
mondiale allinterno della globalizzazione neoliberista, processo nel quale gli Stati
Uniti hanno una significativa partecipazione. Ciò dà luogo al fatto che clienti o
fornitori abituali di Cuba in paesi terzi interrompano le loro relazioni commerciali o
finanziarie con il nostro paese dopo la loro acquisizione o fusione con unimpresa
nordamericana.
Inoltre, leconomia cubana si è vista impedita di approfittare della sua eccellente
posizione geografica per sviluppare fonti di entrata come lo sviluppo di porti per il
trasporto, per lapprovvigionamento di combustibile e delle attrezzature a navi che
transitano per lo stretto della Florida, per riparazioni di navi e stazionamento di
rimorchiatori stranieri per operazioni di salvataggio.
Nellagosto del 1994, il Presidente degli Stati Uniti adotta misure di proibizione
delle rimesse familiari a Cuba e di riduzione dei voli tra i due paesi come rappresaglia
per i risultati della stessa politica promossa da quel Governo di incitare
lemigrazione illegale e di accogliere con onori i terroristi e i pirati che
sequestrano navi e persone e che commettono altri crimini, compreso lomicidio.
SETTIMO: Lapprovazione nel marzo 1996 della Legge Helms-Burton significa un
altro importante passo, senza dubbio il più infame e pericoloso, nella scalata della
guerra economica contro Cuba. Con lentrata in vigore di detta Legge e delle misure
più recenti che la complementano, che vengono approvate il 21 ottobre 1998 dal Congresso
e dallEsecutivo e incluse come emendamenti alla Legge di Bilancio per il 1999, la
guerra economica raggiunge il suo punto più alto di aggressività e odio nel suo
frustrato obiettivo di piegare la resistenza del popolo cubano. La citata Legge
Helms-Burton pretende di tagliare il flusso di investimenti verso Cuba mediante
lintimidazione degli investitori effettivi o potenziali, utilizzando come strumento
di ricatto la nazionalizzazione delle proprietà nordamericane che lo Stato cubano ha
effettuato nel quadro della legalità nazionale e internazionale e la seguente mancanza di
compensazione per dette proprietà. Proprio la compensazione che vari Governi già citati
in questa istanza hanno negoziato con il Governo cubano, la hanno accettata e nella
maggioranza dei casi la hanno già ricevuta, e che il Governo nordamericano la ha
rifiutata quasi quarantanni fa per la sua errata convinzione che la guerra sporca
contro il nostro paese, compresa la guerra economica, li avrebbe portati a recuperare le
loro proprietà e con esse a reinstaurare il dominio perso sulleconomia e direzione
politica del paese.
Nella sua furia davanti alla resistenza del popolo cubano e per il recupero economico in
marcia, il Governo degli Stati Uniti è giunto a estremi tali da applicare il carattere
extraterritoriale delle sue leggi nel disprezzo dei legittimi interessi di investimento e
di relazioni economiche con Cuba di paesi terzi, a convertire in richieste ufficiali del
Governo nordamericano le proprietà che dal 1° gennaio 1959 sono state abbandonate nella
loro fuga da funzionari corrotti e da militari assassini al servizio della dittatura di
Batista e a negare il visto di ingresso in territorio nordamericano a imprenditori che
facciano investimenti nel paese o ai loro familiari. Il Governo degli Stati Uniti ha
avviato una minuziosa persecuzione contro qualunque azienda e contro il suo personale che
stabilisca o semplicemente si proponga di stabilire relazioni economiche o
scientifico-tecniche con Cuba.
La Legge Helms-Burton ha provocato danni alleconomia cubana intorpidendo possibili
affari e intimidendo potenziali investitori stranieri con le minacce e le rappresaglie
esercitate dalla maggiore potenza economica mondiale, in aperta violazione della libertà
di commercio e del libero movimento di capitali, dei quali il Governo degli Stati Uniti si
proclama fermo difensore nei suoi discorsi ufficiali.
Questo insieme più recente di azioni di guerra economica si riferisce, tra altre misure
di carattere sovversivo, al divieto di qualunque finanziamento diretto o indiretto che si
possa considerare aiuto economico a Cuba, sotto la minaccia di rappresaglie da parte degli
Stati Uniti ai paesi che lo facessero, alla decisione di non autorizzare marchi o nomi
commerciali che coincidano o siano simili a quelli provenienti da proprietà
nazionalizzate e lindicazione ai tribunali che in nessun caso devono riconoscere
alcun diritto su di essi, al divieto di spese o impegni di fondi assegnati nel Bilancio
degli Stati Uniti per finanziare qualunque assistenza o risarcimento a Cuba attraverso
istituzioni creditizie internazionali, e alla minaccia che gli Stati Uniti ridurranno i
loro contributi allAssociazione Internazionale dellEnergia Atomica in una
quantità uguale ai fondi che fossero apportati da questa istituzione per programmi a
Cuba, e si opporrà a qualunque forma di assistenza tecnica alla centrale elettronucleare
di Juraguá o al programma cubano di ricerche nucleari.
OTTAVO: Il blocco viola i principi raccolti nella Carta delle Nazioni Unite nel
colpire la pace e la cooperazione internazionale, attentando contro la sovranità di Cuba
e di paesi terzi, violando il principio di non intervento nelle questioni interne degli
Stati e danneggiando la libertà di commercio, di investimento e di navigazione. Per otto
anni consecutivi, a partire dal 1992, lAssemblea Generale delle Nazioni Unte ha
approvato in ogni occasione una risoluzione sulla necessità di porre fine al blocco
economico imposto al popolo cubano dal Governo degli Stati Uniti. Il crescente ripudio
internazionale al blocco nordamericano contro Cuba si è manifestato non solo con
lapprovazione dellassemblea Generale di queste successive risoluzioni, ma
anche con la progressione favorevole alla condanna del blocco nella votazione dei Governi
rappresentati allAssemblea Generale dal 1992 fino al 1999, che è passato in questo
periodo da 59 paesi nel 1992 a 158 nel 1999. Gli Stati Unti, che mai hanno ottenuto più
di quattro voti contro le risoluzioni cubane, sono rimasti una volta di più in totale
isolamento nel 1999 ottenendo solo il proprio voto e quello di un altro paese
incondizionatamente alleato nellopposizione alla risoluzione di condanna del blocco
contro Cuba.
NONO: Il blocco economico imposto a Cuba dal Governo degli Stati Uniti danneggia in
modo particolarmente sensibile la salute del popolo cubano, sfera nella quale manifesta
anche con maggiore nitidezza la sua natura genocida.
Cuba si è vista impossibilitata di acquisire negli Stati Uniti e in aziende sussidiarie
radicate in paesi terzi, medicine, apparecchiature e materiale di uso medico che sono
imprescindibili per la preservazione della vita umana e che sono prodotti esclusivamente
da aziende statunitensi. Non è possibile per Cuba importare neanche unaspirina
dagli Stati Uniti, o da qualunque altro paese se è prodotta da una filiale nordamericana.
Nel 1959, più dell80% di medicine, reagenti, materiale deperibile, strumenti medici
e materie prime farmaceutiche di cui disponeva il paese, proveniva da aziende straniere,
principalmente nordamericane. Il blocco degli Stati Uniti, che comprende le medicine e le
forniture mediche, ha costretto ad acquisire questi elementi in altri mercati a un costo
superiore che si stima nellordine dal 20 al 30 % addizionale. Questa differenza di
prezzi ha significato erogazioni in eccesso calcolate in più di 550 milioni di dollari.
Lincremento della distanza dei nuovi mercati fornitori ha determina un aumento di
circa il 50 % delle spese di trasporto delle forniture mediche a Cuba. Si è stimato in
modo prudente che questi incrementi provocati dal blocco hanno causato al paese erogazioni
addizionali per un valore di 105 milioni di dollari. Per un altro verso, è stato
necessario acquistare volumi superiori di forniture, il che determina a sua volta maggiori
investimenti in capacità di immagazzinamento e danni finanziari per laumento di
inventari, risorse immobilizzate e perdite.
Un caso di gravissime conseguenze per lapplicazione del blocco avviene nel 1981
quando si sprigiona nel paese unepidemia di dengue emorragico che colpisce più di
300.000 persone e provoca la morte di 158 persone, compresi 101 bambini minori di 15 anni.
Su questo episodio della guerra biologica contro Cuba si tornerà più avanti nella
presente istanza. In questo momento quello che cè mettere in risalto è che,
durante lepidemia, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, in applicazione dei
precetti del blocco, ferma lautorizzazione alla vendita e allinvio a Cuba
degli insetticidi specifici per attaccare il vettore identificato della malattia, così
come degli aspersori di fumigazione che si devono utilizzare. Cuba deve comprarli in paesi
terzi a un costo superiore di diversi milioni di dollari e con un cruciale ritardo del
loro arrivo al paese, che senza dubbio è stato un fattore importante in molte delle morti
avvenute.
Nel 1990 si registrano a Cuba i primi casi di una forma di neuropatia che diviene
unepidemia a partire dal 1994 con la dichiarazione di una media di 2.000 casi
allanno. Gli studi sulletiologia di questa malattia dimostrano in modo
inequivocabile il ruolo disimpegnato nella sua apparizione e nella sua propagazione dallo
stato nutritivo della popolazione e delle sue carenze vitaminiche, come è anche messo in
evidenza dalla risposta positiva ottenuta con la distribuzione di massa di supplementi
vitaminici. E ovvio che la causa principale dei problemi relazionati allo stato
nutrizionale dei cubani non è altra che il blocco economico degli Stati Uniti, uno dei
cui obiettivi principali è la resa per fame del popolo cubano. Il costo globale per il
paese dellepidemia di neuropatia è stato stimato in 208.7 milioni di dollari, dei
quali 165.9 milioni corrispondono solo alle spese sostenute per la fabbricazione e la
distribuzione gratuita a tutta la popolazione del supplemento vitaminico.
La guerra economica decretata dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba ha infligge gravi
danni al Sistema Nazionale di Salute di Cuba, nellostacolare lacquisizione di
tecnologie, pezzi di ricambio per macchinari, strumenti, medicine, materie prime,
reagenti, mezzi diagnostici e di trattamento. La necessità di realizzare un cambio totale
dei fornitori nordamericani dai quali il paese acquistava storicamente queste risorse,
obbliga tra le altre cose alla sostituzione di tecnologie e alla riqualificazione
professionale e tecnica. Per lindustria farmaceutica rappresenta lo sviluppo di
nuove formule, contenitori e processi tecnologici adatti alle specificità delle
differenti materie prime, con il conseguente rincaro dei costi di produzione. Le spese
straordinarie e le perdite provocate dallobbligato cambiamento dei mercati fornitori
sono state stimate a circa 1.000 milioni di dollari.
Gli effetti del blocco si manifestano anche in modo negativo sullefficienza di un
gruppo di programmi di assistenza a pazienti con malattie croniche, per il deterioramento
tecnologico e delle difficoltà di sostituzione delle apparecchiature installate e per
lacquisizione di reagenti diagnostici e medicine per trattamenti. Questi casi sono
più evidenti nei casi dei programmi per lassistenza al paziente renale cronico, di
chirurgia cardiovascolare, di oftalmologia, di chirurgia oftalmologica e microchirurgia e
di controllo del cancro. In tutti questi casi, il blocco limita la possibilità di
sopravvivenza dei pazienti cubani, prolunga o incrementa non necessariamente le loro
sofferenze e aumenta i costi dellassistenza.
Tra altri danni non quantificabili del blocco nordamericano nella sfera della salute
pubblica, potrebbero menzionarsi limpossibilità per il paese dellacquisizione
di materiale bibliografico e di informazione scientifica in materia di scienze mediche,
così come le difficoltà per la partecipazione di professionisti cubani a corsi,
conferenze, eventi e altri tipi di interscambio e aggiornamento di conoscenze. Infine,
lincoraggiamento allesodo di professionisti e di tecnici è stato
particolarmente intenso nel caso dei medici e del personale sanitario in generale.
Gli effetti del blocco sul sistema di salute pubblica cubano menzionati in questo
documento, costituiscono solo un campione parziale dei danni totali in questo settore. In
questa sfera, ovviamente, al di là dei danni materiali ed economici, le conseguenze del
blocco degli Stati Uniti sono molto più sensibili, dato che colpiscono direttamente la
salute e la vita stessa dei cittadini, soprattutto dei gruppi di popolazione più
vulnerabili, come i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani e i malati.
DECIMO: Il blocco economico ha provocato e continua a provocare sensibili danni
alleconomia e alle condizioni di vita della popolazione. La sua azione è tanto
ampia e lo è stata durante un periodo tanto lungo che non esiste settore, ramo o
attività economica che non abbia subito lincremento dei suoi costi e il
deterioramento della sua efficienza, con effetti evidenti sulla popolazione.
Quanto sopra si esprime nei seguenti elementi, tra molti altri che si potrebbero
dettagliare:
* Lincremento significativo della distanza con altri mercati, che provoca maggiori
spese di trasporto e assicurazione; lincremento dei livelli di inventario e riserve
per la produzione e il consumo, con un alto costo di immobilizzazione di risorse; maggiori
necessità di investimenti in magazzini e servizi portuali, deviando così importanti
risorse che richiedevano altre sfere per lo sviluppo economico del paese.
* Le misure adottate di divieto di accesso ai porti degli Stati Uniti a navi che
trasportino merci da Cuba o tocchino porti cubani, provocano la riduzione sostanziale
dellaccesso al mercato e come conseguenza la necessità di pagare tariffe superiori
di nolo, e impediscono che leconomia cubana possa ricevere entrate per carico,
approvvigionamento e riparazioni di navi.
* Il divieto a Cuba di utilizzare il dollaro statunitense nelle sue transazioni e di avere
conti in questa moneta in banche di paesi terzi, così come le pressioni esercitate dagli
Stati Uniti su istituzioni finanziarie su scala internazionale per ostacolare il
finanziamento al nostro paese, ha provocato, tra altri effetti, i seguenti:
Il finanziamento ottenuto da Cuba è stato a condizioni e a termini più onerosi di quelli
prevalenti nel mercato e si è vista limitata la capacità potenziale del paese per
ottenere finanziamenti.
Leconomia è stata danneggiata sensibilmente dalle variazioni dei cambi dovendo
utilizzare altre valute.
Si è vista limitata la possibilità di Cuba di ottenere una rinegoziazione multilaterale
del debito estero accumulato dal paese, e di disporre di nuove linee di finanziamento con
appoggio ufficiale e tassi e scadenze più favorevoli.
* La persecuzione su scala internazionale di qualunque operazione commerciale di Cuba, si
ripercuote in un incremento dei costi di acquisizione dei prodotti che il paese importa,
tanto per laumento dei prezzi al di sopra delle condizioni di mercato, quanto per le
garanzie collaterali o altre spese commerciali.
* La dismissione di macchinari di origine statunitense senza aver compiuto la loro vita
utile per mancanza di pezzi di ricambio, ha provocato la sostituzione anticipata con nuovi
macchinari che, a causa della loro acquisizione su altri mercati, non sempre hanno contato
sulle caratteristiche tecniche appropriate, il che ha dato luogo a spese aggiuntive nelle
loro operazioni di manutenzione.
*Il blocco a Cuba ha chiuso sistematicamente laccesso alla tecnologia avanzata e a
forme vantaggiose di interscambio tecnico-scientifico, allo stesso tempo in cui ha
esercitato la sua influenza per ostacolare qualunque possibile collaborazione con Cuba,
che avrebbero permesso di raggiungere maggiori livelli di efficienza economica e volumi di
produzione.
* Lincitamento allemigrazione e alla fuga di talenti è stato uno degli
obiettivi che hanno focalizzato lattenzione del Governo degli Stati Uniti, nella sua
politica di asfissiare Cuba privandola di professionisti e di personale qualificato in
diverse attività chiave della produzione e dei servizi. A tal fine è stata utilizzata la
corruzione, lintimidazione e il ricatto su professionisti che si recano
allestero, come una sistematica propaganda sovversiva trasmessa per radio
dallestero nella quale si incita allemigrazione.
Lemigrazione come strumento di aggressione a Cuba è utilizzato dal Governo degli
Stati Uniti dal momento stesso del trionfo della Rivoluzione cubana. Nei primi anni del
processo rivoluzionario, il 50% dei 6.000 medici su cui contava allora il sistema cubano
di salute abbandonano il paese come risultato di un lavoro diretto in questo settore dagli
agenti del Governo nordamericano per stimolare lemigrazione. Numerosi professionisti
e tecnici dellindustria dello zucchero ricevono proposte tentatrici per farli
emigrare negli Stati Uniti, così come ingegneri, economisti, professori universitari,
architetti, maestri e professionisti di altre attività economiche. Il paese ha dovuto
realizzare uno sforzo gigantesco e dedicare enormi risorse economiche per coprire il
deficit di forza lavoro qualificata determinato da questa politica deliberata di
aggressione per via dellemigrazione, che si mantiene vigente fino a oggi.
Questa incitamento alla fuga di talenti ha provocato grandi danni alleconomia, sia
per le spese occorse nella formazione del personale emigrato, già di per sé
significativo drenaggio di risorse proprie del paese, sia per il valore della produzione e
dei servizi non realizzati dal personale emigrato.
* Le entrate per esportazioni di beni e servizi del paese sono state severamente colpite
dal blocco degli Stati Uniti.
* La cancellazione della quota di zucchero nel mercato statunitense ha provocato una
sensibile perdita di entrate nel principale settore di esportazione cubano, dovendo
vendere questo zucchero nel mercato internazionale a prezzi artificialmente ribassati.
* Lobbligo imposto ai paesi che esportano negli Stati Unti di certificare che nei
loro prodotti non si sono utilizzati componenti cubani, ha ostacolato le esportazioni
cubane di zucchero e nichel in altri mercati e si sono ottenute meno entrate per sconti o
altri elementi relativi allesportazione.
* Dal settembre 1960, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha iniziato a imporre
restrizioni ai suoi cittadini e residenti per i viaggi a Cuba, le quali si sono inasprite
mesi dopo proibendo questi viaggi con il proposito di colpire le entrate per turismo del
paese, alle quali il mercato emissore statunitense apportava l86.8 % del totale dei
visitatori stranieri. Con queste misure hanno privato i loro cittadini della libertà di
recarsi a Cuba.
* Questa misura si aggiunge alla sospensione dei voli commerciali regolari tra i due
paesi, colpendo così anche le entrate generate dalle linee aeree cubane e, in aggiunta,
è stato proibito luso dei corridoi aerei nel loro territorio e alle navi che
andavano in Canada, in violazione alla Convenzione dellAviazione Civile
Internazionale, il che provoca maggiori spese e tempi di volo.
*Nella sua ostilità verso Cuba e cosciente che il turismo possa offrire risorse di
importanza per leconomia cubana, il Governo degli Stati Uniti ha gonfiato campagne
dirette a scoraggiare il flusso turistico verso il nostro paese, esercitando pressioni su
tour-operators e agenzie internazionali affinché non comprendano Cuba come destinazione e
sui possibili investimenti di paesi terzi per impedire che investano in questo settore.
* Nel settore delle comunicazioni telefoniche, la politica del blocco architettata dal
1962 è stata diretta a privare Cuba delle entrate risultanti dal traffico telefonico con
lisola e il divieto di ampliamento dei mezzi di trasmissione, il loro
perfezionamento e aggiornamento tecnologico.
Nonostante ciò, per ragioni strettamente umanitarie il Governo cubano ha continuato a
offrire il servizio senza interruzioni e si è assunto i costi di operazione sulla sua
rete, senza ricevere alcuna compensazione da parte statunitense.
Le perdite provocate alleconomia cubana non si limitano alle entrate del traffico
telefonico trattenute arbitrariamente e illegalmente fino al 1994, poiché a questo
bisognerebbe aggiungere le entrate non percepite a causa delle restrizioni imposte dal
Governo statunitense per lampliamento e ladeguamento tecnologico della rete,
restrizioni che permangono ancora adesso.
* Nella sfera delle comunicazioni postali, il divieto dei voli diretti tra Cuba e Stati
Uniti ha costretto a utilizzare vie alternative che incrementano i costi di operazione e
provocano un aumento nei tempi di consegna.
* Lindustria dello zucchero, dellelettricità, del petrolio, del nichel, i
settori delle costruzioni e dei trasporti, lagrozootecnico e dellindustria
alimentare, sono, tra le altre, le attività produttive più danneggiate direttamente.
* Il danno alle entrate per esportazione di merci e servizi, gli aumenti dei costi di
operazione delle diverse attività e dei prezzi dei prodotti che il paese importa,
comportano un effetto avverso alla disponibilità di risorse finanziarie, che, di
conseguenza, si manifesta in discontinuità e deficit di approvvigionamento che attentano
al funzionamento normale delleconomia e del consumo della popolazione.
La guerra economica sostenuta dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba per
quarantanni, e dentro di essa il blocco ininterrotto come sua manifestazione
principale, hanno causato danni di grande portata alla nostra economia e alle condizioni
di vita della popolazione cubana. Nessuna attività economica e nessun cittadino cubano
sono stati esenti dal subire danni per questa politica genocida condotta dai successivi
Governi nordamericani.
I calcoli dellammontare di questi danni, effettuati utilizzando una metodologia con
base accademica rigorosa e con comparazioni internazionali, quando è stato possibile,
rivelano che il nostro paese ha subito perdite dirette e indirette come risultato del
blocco degli Stati Uniti per più di 67 miliardi di dollari.
UNDICESIMO: Gli antefatti della politica aggressiva del Governo degli Stati Uniti
contro la Rivoluzione sono precedenti al trionfo rivoluzionario del 1° gennaio 1959. Di
fatto, questi precedenti sono presenti nellappoggio materiale e morale offerto dal
Governo degli Stati Uniti alla dittatura sanguinosa e oppressiva di Fulgencio Batista.
Basti ricordare il solido appoggio offerto al regime batistiano quasi fino allultimo
momento, quando gli strateghi politici nordamericani si sono resi conto che la permanenza
del tiranno al potere pregiudicava le loro intenzioni di dominio su Cuba.
Latteggiamento di ostilità degli Stati Uniti al processo popolare rivoluzionario a
Cuba è emerso chiaramente nei disperati sforzi realizzati dalle autorità nordamericane
nelle settimane finali della dittatura per trafugare la vittoria della Rivoluzione.
E eloquente in questo senso quanto riferito in un documento segreto nordamericano
datato 23 dicembre 1958, declassificato nel 1991, in cui si rivela che, quel giorno, nel
corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale con la presenza del Presidente
Dwight Eisenhower, nella quale si discuteva la situazione nel nostro paese, lallora
Direttore della CIA, Allen Dulles, manifestò in termini categorici: "Dobbiamo
impedire la vittoria di Castro." Tre giorni dopo, il 26 dicembre, il Presidente
Eisenhower riconosceva lesistenza di "operazioni segrete" contro Cuba e
indicava alla CIA che "non voleva che i dettagli [di quelle operazioni] fossero
presentate al Consiglio di Sicurezza Nazionale".
E stato precisamente nel momento stesso del trionfo rivoluzionario del 1° gennaio
1959 che si è prodotto il primo atto politico ostile del Governo degli Stati Uniti,
offrendo ospitalità e asilo nel territorio nordamericano a decine di criminali di guerra,
assassini, torturatori e ladri che fuggivano dalla giustizia rivoluzionaria, nonostante le
innumerevoli richieste di estradizione formulate dal Governo di Cuba contro questi
delinquenti comuni in base al trattato sottoscritto tra i due paesi e vigente in quel
momento. Molti di questi criminali hanno partecipato successivamente ad alcune delle
organizzazioni controrivoluzionarie promosse dallo stesso Governo degli Stati Uniti e
dedite alla realizzazione di aggressioni armate e azioni terroristiche contro Cuba, e la
maggior parte di loro era fuggita con i fondi e altri beni rubati allerario
pubblico, che, come si è detto, non sono mai stati restituiti allo Stato cubano.
Il 2 febbraio 1959, appena un mese dopo il trionfo della Rivoluzione, viene arrestato e
messo a disposizione dei tribunali il cittadino nordamericano Allen Robert Mayer, che si
era introdotto illegalmente nel territorio cubano a bordo di un aereo con il proposito di
attentare contro la vita del Comandante in Capo Fidel Castro.
A poche settimane dal trionfo rivoluzionario, ancora prima della promulgazione a Cuba
della Legge di Riforma Agraria - la prima grande misura di trasformazione della società
cubana che colpiva gli interessi di dominio degli Stati Uniti - in importanti settori dei
più alti livelli del Governo di quel paese già si cominciava a promuovere lidea di
intervenire attivamente per raggiungere labbattimento del potere rivoluzionario a
Cuba. Il 30 marzo 1959, il generale Maxwell D. Taylor, Capo di Stato Maggiore
dellEsercito nordamericano, dichiarò al Congresso che "la Rivoluzione cubana
potrebbe essere linizio di una serie di convulsioni in America Latina, che daranno
opportunità ai comunisti di guadagnare posizioni". Secondo quanto ha ammesso
successivamente nelle sue memorie, lallora Vicepresidente degli Stati Uniti, Richard
Nixon, divenne da aprile 1959 il "principale propulsore degli sforzi per abbattere
Castro."
Come è stato possibile confermare con la recentemente declassificazione di un rapporto
segreto elaborato nellottobre 1961 dallIspettore Generale della CIA, Lyman
Kirkpatrick, le operazioni segrete del Governo degli Stati Uniti contro Cuba sono iniziate
nellestate del 1959, poche settimane dopo la firma della Legge di Riforma Agraria.
A partire da questo momento, il Governo degli Stati Uniti ha organizzato ed eseguito
direttamente o ha incoraggiato, assistito, finanziato, appoggiato e tollerato migliaia di
atti di sabotaggio e di terrorismo, realizzati da agenti nordamericani o da elementi
controrivoluzionari che agivano allinterno di Cuba o dal territorio degli Stati
Uniti con piena conoscenza e appoggio delle autorità di quel paese. Poco tempo dopo il
Governo nordamericano ha avviato lorganizzazione di unaggressione armata
diretta e lutilizzo di altre forme di aggressione fisica che sono state eseguite in
modo costante praticamente fino a oggi.
Le molteplici e diverse forme di aggressione fisica condotte dalle differenti
amministrazioni del Governo degli Stati Uniti per quattro decenni, sono state ampiamente
descritte e documentate nel recente processo giudiziario dallistanza presentata
contro detto Governo per danni umani causati al popolo cubano. In detto processo è stata
dimostrata la partecipazione diretta del Governo degli Stati Uniti nella promozione,
direzione, organizzazione, finanziamento ed equipaggiamento di agenti terroristi e di
bande mercenarie che hanno realizzato molti dei piani di aggressione disegnati da quel
Governo e dalle sue agenzie specializzate di spionaggio e di sovversione contro il nostro
paese.
Però queste azioni non solo hanno provocato la perdita di 3.478 vite umane e
linabilità totale o parziale di altre 2.099. Questa politica di aggressione
praticata dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba, ha provocato enormi perdite materiali
e la distruzione di una parte significativa della ricchezza nazionale del paese, il che ha
danneggiato e continua a danneggiare severamente le possibilità di sviluppo economico e
il livello di benessere della nazione cubana.
Neppure una sola attività economica o sociale è stata esente dallazione
distruttrice e destabilizzatrice risultante dalla politica aggressiva del Governo degli
Stati Uniti. Per più di quarantanni, sono state tanto numerose e diverse le
aggressioni perpetrate e sono state colpite tante attività e settori nel paese, che a
questo livello risulta impossibile riunire uninformazione completa su tutte e ognuna
di esse. Da ciò deriva che la relazione di casi che illustrano e sostengono questa
istanza, sebbene estesa, costituisce solo un pallido riflesso della quantità, ampiezza e
portata delle aggressioni commesse sistematicamente dal Governo degli Stati Uniti contro
il nostro popolo.
DODICESIMO: Poche settimane dopo la firma della Legge di Riforma Agraria, nel
maggio 1959, il Governo degli Stati Uniti scatena con grande violenza e intensità la
guerra sporca contro Cuba. Una delle sue prime decisioni è quella di intraprendere una
campagna di attività sovversive utilizzando inizialmente i suoi rappresentanti
diplomatici a La Habana. L'8 agosto 1959 le autorità cubane arrestano il sergente Stanley
F. Wesson, accreditato come membro del servizio di sicurezza dell'Ambasciata degli Stati
Uniti, e un'altra impiegata della sede diplomatica, poiché partecipavano a una riunione
di elementi controrivoluzionari in cui si preparavano atti di sabotaggio coordinati con i
piani di invasione di Cuba che si stavano preparando per quella data nella Repubblica
Dominicana.
Alla fine di ottobre di quello stesso anno, come già detto, il Presidente nordamericano,
Dwight D. Eisenhower, approva personalmente un programma di azioni segrete contro Cuba
proposto dal Dipartimento di Stato e dall'Agenzia Centrale di Intelligenza (CIA) che
comprendeva, tra gli altri obiettivi, lo sviluppo di "una poderosa offensiva di
propaganda", la promozione e l'appoggio di gruppi controrivoluzionari rivolti alla
sovversione all'interno di Cuba, la realizzazione di incursioni pirata aeree e navali
contro il territorio cubano e, infine, la preparazione all'esterno di Cuba di "una
forza paramilitare appropriata.
Comincia in questi mesi una serie di voli sul territorio cubano di piccoli aeroplani
provenienti dal territorio nordamericano, con missioni come l'infiltrazione di agenti, di
armi di altri mezzi di appoggio all'attività dei gruppi controrivoluzionari promossi
dalla CIA all'interno di Cuba, e la realizzazione di atti di sabotaggio, bombardamenti e
altre azioni terroristiche. Il 6 ottobre 1959 il Governo Rivoluzionario informa di questa
attività pirata quello degli Stati Uniti e sollecita l'immediata adozione di misure da
parte delle autorità nordamericane al fine di evitarla. Tuttavia, pochi giorni dopo
queste incursioni si intensificano. E da quel momento evidente che il Governo degli
Stati Uniti non è estraneo a queste azioni, eseguite dalle sue agenzie o tollerate da
esse.
Il 26 ottobre il Governo degli Stati Uniti nega l'utilizzo del suo territorio come base
per i voli pirata su Cuba. Poche ore più tardi il disertore Pedro Luis Díaz Lanz, autore
di molti di questi attacchi, riconosce pubblicamente che gli aeroplani usati in essi hanno
le loro basi nella Florida e l'11 novembre viene scoperto uno di questi apparecchi
nell'aeroporto di Pompano Beach, nello stato della Florida.
L'11 dicembre 1959, il colonnello J. C. King, capo della divisione della CIA relative alle
operazioni nell'emisfero occidentale, formula un piano di azione contro Cuba il cui
obiettivo è "il rovesciamento di Castro nel giro di un anno e la sua sostituzione
con una giunta amica degli Stati Uniti". Tra altre misure, il piano comprende
"attacchi attraverso la radio clandestina, l'interferenza interna della radio e della
televisione cubane e "l'appoggio ai gruppi di opposizione a favore degli Stati
Uniti" affinché possano stabilire con la forza un'area sotto controllo all'interno
di Cuba". Il documento contiene un'altra importante e molto significativa
raccomandazione: "Bisogna dare seria considerazione all'eliminazione di Fidel
Castro".
Mentre si sviluppa l'escalation di azioni terroristiche dall'aria, il Governo degli Stati
Uniti intraprende una serie di manovre diplomatiche destinate a ostacolare l'acquisizione
da parte di Cuba dei mezzi necessari per la difesa del territorio di fronte a queste
incursioni aeree pirata, compresa la pressione sul Governo della Gran Bretagna per
ostacolare la vendita a Cuba di quindici aeroplani da combattimento. Ma il fatto più
significativo nella cronologia delle azioni dirette a ostacolare il rafforzamento della
difesa del paese, è l'esplosione della nave francese 'La Coubre' il 4 marzo 1960. La nave
aveva caricato in un porto europeo un importante lotto di armamenti e munizioni acquistato
dal Governo cubano. Il carico è sabotato da agenti della CIA nel porto di imbarco, e gli
ordigni esplosivi posizionati esplodono quel giorno nel porto di La Habana mentre sono in
corso le operazioni di scarico. Le esplosioni causano 101 morti e più di 200 feriti, la
distruzione della nave, delle installazioni portuali vicine e di circa 800 tonnellate di
armamenti, per un totale di danni e perdite materiali stimato in 17,5 milioni di dollari.
Il 21 marzo 1960 viene abbattuto vicino a Matanzas un aereo pilotato dai nordamericani
Howard Lewis Rundquist e William J. Shergales che sono catturati, e il 12 maggio è
abbattuto a ovest di La Habana, vicino alla costa, un altro aereo pilotato anche questo
dal nordamericano Matthew Edward Duke il cui cadavere è reso alla rappresentanza
diplomatica degli Stati Uniti. Si è potuto determinare che questa era l'incursione pirata
numero 33 di questo pilota.
Parallelamente alla campagna di terrorismo dall'aria, nei mesi finali del 1959 la
controrivoluzione interna, organizzata e appoggiata direttamente dalle agenzie del Governo
degli Stati Uniti, incrementa le sue attività sovversive e terroristiche di altra indole,
mediante lo scatenamento di un'onda di sabotaggi e di azioni di diversa natura che hanno
particolare intensità nei primi mesi dell'anno 1961, come parte della creazione di un
clima che la CIA avrebbe considerato propizio per il lancio dell'invasione mercenaria la
cui preparazione era allora in piena fase. Cinema, negozi, uffici, fabbriche, scuole, sono
oggetto di attentati terroristici con esplosivi o con sostanze incendiarie, quasi sempre
in momenti in cui erano pieni di persone. Aumentano allo stesso modo gli incendi di campi
di canna da zucchero. Tutte questi azioni provocano danni economici considerevoli.
Il 15 febbraio 1960 viene incendiato il negozio per dipartimenti 'Ten Cent' nella città
di Santa Clara.
Nel mese di ottobre di questo stesso anno viene denunciata l'attività della stazione
della CIA nell'Ambasciata nordamericana a La Habana, nelle persone del colonnello Erickson
S. Nichols e del maggiore Roberto Van Horn, entrambi addetti militari reclutati
dall'Agenzia. L'obiettivo di queste spie è quello di incoraggiare la controrivoluzione
nella capitale del paese mediante la messa in pratica di un ampio piano sovversivo che
include l'esplosione della raffineria di petrolio Ñico López e della centrale elettrica
di Tallapiedra.
Nei mesi precedenti l'invasione trova impulso l'attività di infiltrazione clandestina di
agenti individuali e di gruppi in territorio cubano, fatto che risultava in linea con
l'intenzione di creare tutte le condizioni interne possibili per il successo di quello che
veniva considerato il colpo decisivo al regime rivoluzionario. Per tanto delicata missione
la CIA aveva deciso molte volte di utilizzare agenti nordamericani.
Il 5 ottobre 1960 sbarca nella baia di Navas, tra Moa e Baracoa, sulla costa nord della
provincia di Oriente, un gruppo di 27 infiltrati a capo dei quali c'erano tre
nordamericani; tutti sono catturati dalle forze ribelli e dalle milizie contadine. Un
altro gruppo di sei nordamericani è scoperto poco tempo dopo, dopo essere sbarcato in un
punto della costa nord di Pinar del Río.
Nei primi mesi del 1961 sono sequestrati in alcuni isolotti delle coste di Pinar del Río
e di Las Villas, e in altri punti all'interno del territorio dell'Isola, grandi
quantitativi di armi introdotti clandestinamente. In aprile viene scoperto e catturato a
Pinar del Río un carico di otto tonnellate di armi, esplosivi e attrezzature introdotto
da due infiltrati nordamericani che vengono arrestati.
In pieno apogeo della campagna di sabotaggi, di promozione di organizzazioni e bande
mercenarie e di terrorismo dall'aria, portata a termine con lo stimolo e l'evidente
partecipazione e complicità delle autorità degli Stati Uniti, il 26 gennaio 1960 il
Presidente Eisenhower sostiene in una dichiarazione pubblica che "il Governo degli
Stati Uniti aderisce strettamente alla sua politica di non intervento nei fatti interni di
altri paesi, compresa Cuba", e afferma con insuperabile cinismo che, allo stesso
tempo, "vede con crescente preoccupazione la tendenza dei portavoce del Governo
cubano [...] a creare l'illusione di atti aggressivi e di attività cospirative diretti
contro il Governo cubano e attribuite alle autorità o alle agenzie degli Stati
Uniti".
L'8 aprile, in una lettera a un gruppo di studenti cileni, il Presidente nordamericano
sfodera in maniera ufficiale, per la prima volta, il tipo di "tradimento" degli
ideali rivoluzionari da parte del Governo cubano, ed esprime chiaramente:
"Permettetemi di assicurarvi che l'idea di un intervento straniero nei fatti cubani
è tanto sgradevole agli Stati Uniti come lo è l'intervento nei fatti interni di
qualunque altra repubblica americana". Già da allora, lo stesso Eisenhower aveva
autorizzato di persona l'esecuzione dei piani per l'invasione a Cuba.
Tra i mesi di settembre e dicembre del 1960, vengono attuate più di cinquanta violazioni
aeree solamente nella provincia di La Habana, molte di esse con la finalità di
distribuire propaganda controrivoluzionaria e di lanciare bombe su obiettivi strategici
della capitale. In questo stesso periodo si contano più di cento azioni di sabotaggio e
di atti terroristici contro la popolazione.
Tra i fatti più significativi che accadono nel mese di dicembre 1960, c'è da ricordare
l'incendio provocato il giorno 15 negli studi della stazione radio CMQ di La Habana; la
bomba collocata nell'Università di La Habana che, oltre ai danni causati, ferisce
gravemente uno studente; il sabotaggio del cinema 'Candido', a Marianao, con sette giovani
feriti, e la distruzione totale e parziale, rispettivamente, per incendi dei negozi 'La
Epoca' e 'Flogar', due dei maggiori di La Habana. Nel resto del paese si incrementa pure
l'attività terroristica: incendi di capanne per il tabacco a Pinar del Río, 39 azioni di
diverso tipo a Las Villas, 16 sabotaggi e un assalto di una stazione di polizia a
Camagüey e sette sabotaggi importanti a Santiago de Cuba.
Il quotidiano 'Revolución' pubblica nella sua edizione del 30 dicembre 1960 la notizia
dell'arresto di un gruppo terroristico composto da 17 agenti della CIA che erano stati
addestrati ed equipaggiati per portare a termine azioni di sabotaggio. Tra i terroristi
arrestati figura Armando Valladares, che 27 anni dopo sarebbe stato nominato dal
Presidente Ronald Reagan come Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Commissione dei
Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Il 28 febbraio 1961 avviene un attentato terroristico alla Nobel Academy a La Habana che
causa il ferimento di nove studenti e di un'insegnante e danni materiali considerevoli.
Il 3 marzo una bomba collocata nel Consorzio della Costruzione a Rancho Boyeros causa
grandi danni e causa la morte dell'operaio di 18 anni, José María Méndez Marrero. Tre
giorni dopo è assassinato il miliziano Carlos Rodríguez Borbolla, all'interno di una
capannone per lo stoccaggio di bobine di carta per giornali, a La Habana, incendiata
successivamente. Il giorno 11 un sabotaggio effettuato ai tralicci nel quartiere di La
Habana della Vibora lascia senza corrente elettrica un'ampia zona di La Habana. Il giorno
14 esplodono incendi simultanei nelle succursali dei grandi stabilimenti commerciali
denominati 'Ten Cent' nelle vie Monte e Obispo, nella capitale del paese.
Il 4 aprile un incendio doloso distrugge un magazzino e 180.000 sacchi di zucchero nella
centrale Hershey, a Santa Cruz del Norte. Il giorno 7 è sabotata la condotta
centrale dellacqua della Cuenca Sur e viene interrotto il rifornimento in gran parte
di Ciudad de La Habana per 48 ore. Il 13 aprile, due giorni prima dellinizio
dell'attacco aereo precedente l'invasione dell'esercito mercenario della CIA, un
sabotaggio con fosforo vivo distrugge totalmente l'edificio occupato dal negozio El
Encanto, nella capitale, il maggiore del paese, e causa la morte della lavoratrice e
miliziana Fe del Valle, lesioni ad altre 18 persone e perdite materiali stimate in 5.7
milioni di dollari.
Il 15 aprile 1961, aeroplani mercenari appartenenti alla forza dinvasione
organizzata dalla CIA bombardano tre aeroporti del paese, come preambolo dell'invasione. A
Santiago de Cuba sono danneggiati gli hangar e altre installazioni, distrutti un aeroplano
Catalina, un DC-3 e vari apparecchi leggeri, e danneggiati un C-47 ed un B-26 della Forza
Aerea Ribelle. A La Habana vengono distrutti vari aeroplani e danneggiate installazioni e
abitazioni.
Due giorni dopo la CIA scatena il colpo che considerava decisivo: l'invasione di un
esercito mercenario attraverso la Baia dei Porci. All'alba del 17 aprile 1961, la brigata
composta da circa 1.500 controrivoluzionari cubani, organizzati, addestrati, equipaggiati
e finanziati dalla CIA, sbarca, secondo il piano previsto, a Playa Larga e a Playa Girón,
nella Bahía de Cochinos, con il proposito di stabilire una testa di ponte e costituire un
governo provvisorio controrivoluzionario che chiederebbe e otterrebbe limmediato
intervento degli Stati Uniti. Le forze dinvasione contano su grandi quantità di
moderni armamenti, munizioni, artiglieria, carri armati, aeroplani e tutti gli altri mezzi
necessari per una campagna rapida e di successo.
Il 18 aprile, al secondo giorno di combattimento, lo stesso Presidente degli Stati Uniti,
John F. Kennedy, riafferma che gli Stati Uniti non hanno l'intenzione di intervenire
militarmente a Cuba, e aggiunge in un'aperta dimostrazione di cinismo: "Benché si
astengano da un intervento militare diretto a Cuba, il popolo degli Stati Uniti non
nasconde la propria ammirazione per i patrioti cubani".
Già in quel momento, i presunti patrioti di Kennedy marciavano verso la sconfitta che
sarebbe avvenuta il 19 aprile. In meno di 72 ore, il poderoso esercito della CIA si
arrende o fugge sconfitto. La rapida e schiacciante risposta del popolo cubano vanifica i
così tanto accurati piani elaborati per più di un anno e impediva l'intervento militare
diretto delle forze armate degli Stati Uniti.
L'ultimo giorno della battaglia, il 19 aprile, viene confermata la partecipazione attiva
nordamericana all'attacco essendo stati abbattuti dalle forze cubane due aeroplani B-26
con equipaggio di cittadini degli Stati Uniti, piloti della Guardia Nazionale di questo
paese. Lo stesso giorno 19, all'alba, aeroplani da combattimento della Forza Aerea
nordamericana sono avvistati sulla zona di operazioni. Il Presidente Kennedy in persona
aveva autorizzato questo intervento diretto a sostegno della già decimata aviazione della
CIA. Questi aeroplani appartenevano a squadriglie di combattimento della portaerei
Essex che si mantiene per tutta la battaglia una certa distanza di fronte alle
coste di Playa Girón insieme alla sua flottiglia di cacciatorpedinieri di scorta e di
altre navi. Quel giorno, alcune di queste unità navali della Marina degli Stati Uniti si
avvicinano alla costa, per compiere gli ordini espressi del Presidente, di partecipare
alle operazioni di recupero della brigata controrivoluzionaria sconfitta dalla pressione
insostenibile delle forze dell'Esercito Ribelle e delle milizie popolari.
Nonostante ciò il 20 aprile, in un discorso pubblico, il Presidente Kennedy pretende di
continuare a sostenere la bugiarda favola tessuta dal Governo degli Stati Uniti
sullinvasione: "Ho insistito prima sul fatto che questa era una lotta di
patrioti cubani contro un dittatore cubano. Benché non si possa sperare che nascondiamo
le nostre simpatie, chiariamo ripetutamente che le forze armate di questo paese non
interverranno in alcun modo". Tuttavia, appena quattro giorni dopo, davanti
all'innegabile evidenza dei fatti che venivano resi noti e davanti al crescente scambio di
accuse reciproche tra la CIA e le altre agenzie del Governo nordamericano sulla
responsabilità del sonoro e ridicolo fallimento, la Casa Bianca emette una dichiarazione
nella quale esprimeva testualmente: "Il Presidente ha dichiarato dal primo momento
che, come Presidente, assume la responsabilità degli avvenimenti degli ultimi
giorni".
L'invasione mercenaria di Playa Girón costa al paese cubano la vita di 176 dei suoi
figli. Centinaia di combattenti rivoluzionari sono feriti nelle azioni. Questa
aggressione, inoltre, provoca un enorme costo materiale al nostro paese, compresi gli
enormi danni causati dagli invasori.
TREDICESIMO: Benché già dal primo anno della Rivoluzione appaiano bande armate
mercenarie in diverse zone montagnose del paese, è a partire dall'anno seguente che il
fenomeno del banditismo si trasforma in uno dei principali strumenti di sovversione e di
terrorismo utilizzati dal Governo degli Stati Uniti come parte della sua politica di
aggressione contro la Rivoluzione cubana. Si può affermare in maniera categorica, sulla
base di irrefutabili evidenze documentate, testimonianze e rapporti esistenti al riguardo
negli archivi cubani, confermati dalla stessa documentazione segreta nordamericana che è
stata declassificata ed edita negli Stati Uniti negli ultimi anni, che il banditismo è
stato promosso, organizzato, diretto, rifornito, finanziato e appoggiato in diversi modi
dall'Agenzia Centrale di Intelligenza come elemento fondamentale della strategia del
Governo degli Stati Uniti contro Cuba.
Prima di Playa Girón, come è stato dimostrato ed è stato riconosciuto dagli stessi
nordamericani, gli sforzi della CIA per trasformare il banditismo in un supporto decisivo
per il successo dei suoi piani di invasione fallirono completamente per la decisa risposta
delle forze armate rivoluzionarie e del popolo che si è mobilitato in modo massiccio in
una fulminante campagna che, in pochi mesi prima dell'invasione, aveva disarticolato quasi
completamente le bande mercenarie che operavano nel paese in quel periodo,
fondamentalmente nella regione montagnosa dell'Escambray, nella vecchia provincia di Las
Villas. Nonostante questo, dopo il disastro di Girón, le amministrazioni dei Presidenti
Kennedy e Johnson continuano a scommettere su questo tipo di guerra, promuovendola di più
e incrementando il loro appoggio alle bande, fatto che ha obbligato il nostro popolo a
realizzare sforzi e sacrifici ancora maggiori per combatterle fino alla loro definitiva
liquidazione nel 1965.
Fino a questo momento è stato stabilito che tra il 1959 e il 1965 hanno agito in tutto il
territorio cubano 299 bande mercenarie che hanno raggruppato un totale di 3.995
controrivoluzionari. Nella lotta tenace del popolo contro queste bande si registrano fino
al momento 549 vittime, tra combattenti caduti nelle azioni contro i banditi e civili
assassinati.
E stato nell'Escambray dove il Governo degli Stati Uniti aveva considerato che
esistevano le migliori condizioni geografiche e socioeconomiche per lo sviluppo di questo
tipo delle sua aggressione contro Cuba. Così questa zona diventa il teatro principale di
operazioni delle bande mercenarie e in essa la CIA concentra il maggiore appoggio
materiale e finanziario ai banditi. Sette delle dieci missioni già citate esplicitamente
dal direttore generale dell'Agenzia nella sua menzionata relazione segreta declassificata,
compiute dalla CIA per rifornire le bande di armi, munizioni ed equipaggiamenti dall'aria
tra settembre 1960 e marzo 1961, hanno come obiettivo le zone montagnose di Las Villas.
Nella provincia di Las Villas si riscontrano 168 bande che contano 2.005
controrivoluzionari. Solamente nell'Escambray operano 136 bande, cioè, quasi la metà del
totale nazionale. Ma il fenomeno delle bande controrivoluzionarie è di portata nazionale,
con incidenza maggiore o minore in ognuna delle sei province in cui era diviso allora il
territorio nazionale, con preferenza nelle altre due province montagnose: Pinar del Río e
Oriente.
La partecipazione diretta degli Stati Uniti nell'appoggio alle bande mercenarie si
manifesta anche nella presenza in esse di agenti nordamericani. Il 22 settembre 1959 forze
dell'Esercito Ribelle e delle milizie contadine sostengono uno scontro e catturano un
gruppo di banditi a Pinar del Río tra i quali si trovano i nordamericani Austin Frank
Young e Peter John Lambton. Nellagosto 1960 è catturato nell'Escambray l'agente
della CIA Richard Allen Pecoraro, infiltrato in territorio cubano con la missione di
supervisionare la situazione delle bande che operano su queste montagne.
Nei loro anni di malefatte, le bande mercenarie appoggiate dalla CIA incendiano,
distruggono e saccheggiano decine di scuole, negozi del popolo, abitazioni contadine,
fattorie, cooperative, stalle, magazzini, mezzi di trasporto, piantagioni di canna da
zucchero, seminati agricoli, bestiame e innumerevoli altri beni del popolo. La loro azione
terroristica costa al paese e a innumerevoli famiglie contadine abbondanti perdite
materiali.
A questo bisogna aggiungere che, per disarticolare e liquidare queste bande, è stato
necessaria, oltre all'impiego delle forze regolari dell'Esercito Ribelle, la mobilitazione
volontaria di oltre 70.000 miliziani di diversi centri di lavoro e studenteschi, che è
stato necessario addestrare, equipaggiare, rifornire e accollarsi il pagamento dei loro
averi e salari, senza contare gli incalcolabili danni economici causati ai loro rispettivi
centri di lavoro.
QUATTORDICESIMO: La schiacciante sconfitta di Playa Girón e la conseguente
umiliazione subita dal Governo degli Stati Uniti, porta a un piano di massima priorità,
ai più alti livelli di questo Governo, la distruzione della Rivoluzione cubana, come
riflette la documentazione segreta nordamericana corrispondente a questo periodo,
recentemente declassificata. L'esame e la rivalutazione integrale della strategia contro
Cuba, ordinate dal Presidente Kennedy, conducono alla fine nei mesi di gennaio e febbraio
1962 alla formulazione del cosiddetto Progetto Cuba che consiste in una
totalmente nuova impostazione della guerra segreta contro il nostro paese, organizzata a
partire da questo momento in quella che viene definita Operazione Mangusta.
In un documento in data 14 marzo 1962, si stabiliscono come premesse dell'Operazione
Mangusta quanto segue:
"Intraprendendo l'obiettivo di provocare labbattimento del governo in questione
[quello di Cuba], gli Stati Uniti faranno un uso massimo delle risorse native, sia interne
come esterne, ma riconosce che il successo finale richiederà l'intervento militare
decisivo degli Stati Uniti.
Nella misura in cui si sviluppino, dette risorse native saranno utilizzate per preparare e
giustificare questo intervento, e dopo per facilitarlo e appoggiarlo".
Secondo il cronogramma elaborato dal generale Edward Lansdale, incaricato da Kennedy del
coordinamento e dellesecuzione dell'Operazione Mangusta, e stabilito in documento in
data 20 febbraio 1962, il culmine dell'operazione è previsto per la seconda quindicina
del mese di ottobre di quello stesso anno, quando verrà eseguita la Fase
Sesta o Finale del piano con l'intervento militare nordamericano. Nel
frattempo, la scalata sovversiva include, tra altre linee di azione, l'infiltrazione di
agenti e gruppi di sabotaggio, l'appoggio all'attività incrementata delle bande armate,
l'organizzazione di attentati contro i principali dirigenti della Rivoluzione, la
realizzazione di una vasta offensiva di propaganda anticubana e l'esecuzione di sabotaggi
diretti specialmente contro l'industria del nichel, il rifornimento di petrolio, le
comunicazioni e la generazione di energia.
L'Operazione Mangusta viene ufficialmente tralasciata dal Presidente Kennedy nel gennaio
1963, tre mesi dopo la cosiddetta Crisi di Ottobre, sorta come risultato delle
misure adottate congiuntamente da Cuba e dall'Unione Sovietica davanti all'evidenza dei
preparativi di un'aggressione militare diretta degli Stati Uniti. Durante il periodo di
validità ufficiale dell'Operazione, cioè, in un lasso di circa quattordici mesi, sono
registrate 5.780 azioni terroristiche contro il nostro paese, di queste 716 sabotaggi
importanti contro obiettivi economici.
Negli anni seguenti, le infiltrazioni di gruppi terroristici, le incursioni aeree, gli
attacchi di imbarcazioni pirata provenienti dal territorio nordamericano e la campagna di
azioni di sabotaggio contro negozi, fabbriche, magazzini, piantagioni e altri obiettivi
sociali, mantengono un ritmo simile.
Da parte loro, gli anni della decennio del 1970 sono testimoni di una recrudescente ondata
di azioni terroristiche contro Cuba, portate a termine da organizzazioni
controrivoluzionarie che, come riconoscono testimonianze declassificate della CIA,
offrirono una facciata di origine cubana a quelle e ad altre malefatte. Il 17 aprile 1970
un gruppo di tredici membri dell'organizzazione Alpha 66 sbarca sulla costa di nordest
dalla provincia di Oriente, vicino alla città di Baracoa, con lo scopo di realizzare
operazioni armate e sabotaggi in quella zona montagnosa. Il gruppo viene liquidato pochi
giorni dopo con la decisiva partecipazione delle milizie contadine della montagna, al
prezzo di quattro combattenti morti.
Il 12 ottobre dell'anno seguente è mitragliato il villaggio di Boca de Samá, nella zona
di Banes, pure nella provincia di Oriente, da una lancia rapida e da un'imbarcazione più
grande provenienti dal territorio degli Stati Uniti. Ci sono due morti e vari feriti, tra
questi due bambini. In dicembre sono catturati vicino alle coste cubane le navi
Layla Express e Johnny Express, utilizzate come navi di appoggio
per le incursioni pirata contro Cuba i cui capitani confessano di essere agenti della CIA.
Negli anni seguenti prosegue l'attività di infiltrazione di agenti attraverso le coste
cubane, come pure gli attacchi terroristici a impianti costieri del paese.
Nel giugno 1976 la CIA riunisce cinque gruppi terroristici di origine cubana radicati
negli Stati Uniti che aveva sostenuto, addestrato e avuto al suo servizio, e crea il
cosiddetto Comando di Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU).
Nellagosto 1976, appena due mesi dopo la creazione del CORU, un giornale
dell'estrema destra di origine cubana radicata a Miami pubblica un articolo a carattere
militare in cui, dopo avere narrato di un attentato dinamitardo contro l'Ambasciata di
Cuba in Colombia e di un altro che ha distrutto alcuni uffici di Air Panamá,
si annuncia: "Molto presto attaccheremo aerei in volo". L'annuncio era firmato
dai i cinque gruppi terroristici che compongono il CORU. Sei settimane dopo, esplode in
pieno volo, dopo dieci minuti dalla partenza dall'aeroporto internazionale dell'isola
caraibica delle Barbados, un aeroplano civile cubano con 73 persone a bordo, atto
mostruoso di terrorismo sul quale torneremo più avanti.
Il crimine delle Barbados è il fatto più rilevante della catena di aggressioni contro il
nostro paese in quegli anni, ma non l'unico. In altre sezioni di questa domanda verrà
riferito l'incremento in questa fase dei sequestri di imbarcazioni, degli attentati contro
impianti e funzionari cubani all'estero e di altre azioni, in molte delle quali è stato
riconosciuto o è stato determinato l'intervento del CORU. La violenza è scatenata
particolarmente contro gli interessi cubani negli Stati dei Caraibi e dellAmerica
Centrale che mantengono relazioni con Cuba. Per eseguire i loro colpi i terroristi del
CORU utilizzano senza difficoltà come principali basi di operazioni i territori di Stati
Uniti, Puerto Rico, Nicaragua e Cile. In quegli anni sono eseguiti atti terroristici che
provocano morti, feriti e danni materiali, in rappresentanze diplomatiche, consolari e
commerciali di Cuba in Canada, Messico, Cile, Perù, Spagna, Giamaica, Gran Bretagna,
Francia, Venezuela, Portogallo, Costa Rica e Stati Uniti.
In un altro ordine di cose, si possono citare come esempio di azioni di sabotaggio in
quegli anni la distruzione totale per incendio del teatro Amadeo Roldán, uno dei
principali di La Habana, il 30 giugno 1977, che produce danni per un valore di 15.8
milioni di dollari, e l'incendio di grandi proporzioni provocato il 12 ottobre di quello
stesso anno nella scuola secondaria di base Manuel Valdés Rodríguez, pure a
La Habana, con grave pericolo per la vita di centinaia di studenti.
L8 maggio 1980 è incendiato intenzionalmente a Marianao un edificio di dieci piani
dove era situato lasilo infantile Le Van Tham, il più grande di Cuba.
Solo grazie all'azione eroica di pompieri, miliziani, studenti di una scuola secondaria
vicina al posto e della popolazione in generale, si è riusciti a salvare 570 bambini e
lavoratori imprigionati dal fuoco. La similitudine dei mezzi utilizzati in questa azione a
quelli sequestrati ad agenti della CIA catturati o impiegati in altri attentati
terroristici precedenti, permette agli esperti di giungere alla conclusione che la loro
provenienza era la stessa. Questa spregevole azione causa abbondanti danni materiali.
QUINDICESIMO: Tra il 30 e il 31 gennaio 1990, un'unità del Servizio di Guardacoste
degli Stati Uniti aveva mitragliato e cercato di affondare la nave mercantile
Herman, battente bandiera panamense, ma noleggiata da Cuba e dotata di un
equipaggio di marinai cubani, mentre navigava attraverso le acque internazionali del Golfo
del Messico con un carico di minerali destinato al porto di Tampico. La brutale e
ingiustificata aggressione al Herman, che fortunatamente non ha prodotto
vittime umane benché avesse causato seri danni all'imbarcazione, aveva aperto in maniera
simbolica un decennio nel quale riappaiono in scena gli attacchi pirata, le infiltrazioni
e i piani di attentati come modalità di terrorismo contro Cuba, istigati dai settori di
estrema destra, sostenitori della violenza, radicati a Miami e raggruppati attorno alla
cosiddetta Fondazione Nazionale Cubano-Americana.
Durante i primi cinque anni del decennio 1990, gli organi di sicurezza cubani fecero
fallire numerose infiltrazioni e neutralizzarono un considerevole numero di agenti
incaricati portare a termine azioni terroristiche di ogni genere allinterno di Cuba.
Qui di seguito, alcuni dei fatti più significativi di quegli anni:
Il 7 ottobre 1992, i terroristi Guillermo Casasús Toledo, Miguel Hernández e Jesús
Areces Bolívar, appartenenti allorganizzazione Comandos L, mitragliano
da un'imbarcazione proveniente dagli Stati Uniti le strutture dellalbergo Meliá
Varadero. Questa azione segna la nuova strategia terroristica di focalizzarsi sul turismo
straniero a Cuba, per tentare di colpire l'immagine internazionale del paese e una delle
voci principali dello sviluppo della sua economia.
Il 2 aprile 1993 la petroliera Mykonos, battente bandiera maltese, con
equipaggio cubano-cipriota, veniva mitragliata a 7 miglia a nord di Matanzas da lancia
rapida con a bordo membri del cosiddetto Esercito Armato Segreto, gruppo terroristico
radicato a Miami.
Il 2 settembre 1993 viene arrestato il cittadino messicano Marcelo García Rubalcava,
residente negli Stati Uniti, il quale era stato imbottito di esplosivi e di propaganda
sovversiva. Il terrorista ha ammesso i suoi legami con l'organizzazione Alpha 66 e la
partecipazione personale di Andrés Nazario Sargén nei preparativi della sua operazione
che consisteva nel portare a termine attentati contro strutture turistiche e perfino
contro il Presidente Fidel Castro.
Parallelamente a questo incremento dell'attività terroristica, si moltiplicano in questa
epoca le trasmissioni radiofoniche realizzate, dal territorio degli Stati Uniti, dalle
stazioni radio di diverse organizzazioni terroristiche nelle quali si istigava a compiere
azioni violente. Solo in un mese, tra il 26 gennaio ed il 25 febbraio 1993, dette
emittenti hanno trasmesso non meno di venti messaggi che istigavano all'eliminazione
fisica di Fidel Castro, cento appelli a compiere atti di sabotaggio all'economia, 124
esortazioni ai militari cubani ad abbattere il Governo cubano e 471 convocazioni per
eseguire azioni di propaganda contro lo Stato.
Alla fine 1993 si moltiplica il lavoro di reclutamento da parte della Fondazione Nazionale
Cubano-Americana, di persone disposte a compiere azioni terroristiche a Cuba. Uno di
questi agenti, scoperto in seguito dagli organi della sicurezza cubana, aveva avuto la
missione di portare a termine azioni di avvelenamento del bestiame bovino, sabotaggi
contro auto di stranieri e del turismo e collocazione di bombe in strutture alberghiere e
ricreative a La Habana, compreso il cabaret Tropicana. Un altro aveva come incarico
lincendio di campi di canna da zucchero e la localizzazione di obiettivi economici
mediante l'utilizzo di un sistema di posizionamento via satellite in vista del loro
successivo sabotaggio.
L11 marzo 1994, da una lancia rapida condotta da membri dell'organizzazione
Alpha 66, viene mitragliato lalbergo Guitart-Cayo Coco, azione che si
ripete il 6 ottobre di quello stesso anno.
Il 1995 segna unescalation dei piani della Fondazione Nazionale Cubano-Americana per
incrementare le azioni violente allinterno del territorio cubano, con speciale
riguardo agli attentati terroristici contro installazioni turistiche e obiettivi
economici. Si conserva con uguale priorità la linea di azione volta ad attentare alla
vita del Comandante in Capo Fidel Castro. Durante questi ultimi anni, senza contare i vari
noti piani per assassinare il Presidente cubano, risaltano per la loro importanza le
seguenti azioni o piani terroristici:
Il 20 marzo 1995 vengono arrestati all'aeroporto di La Habana i cittadini nordamericani di
origine cubana Santos Armando Martínez Rueda e José Enrique Ramírez Oro, che avevano
collocato una carica esplosiva di 1.38 chilogrammi di C-4 in un albergo di Varadero,
carica che viene individuata e disattivata. I due terroristi avevano viaggiato con
documenti costaricani falsi e precedentemente si erano infiltrati nel paese attraverso la
zona di Puerto Padre. In quell'occasione avevano nascosto un recipiente con 51 libbre di
C-4, micce, batterie, orologi e altro materiale per la preparazione di manufatti esplosivi
che intendevano collocare in strutture turistiche. Martínez Rueda ha dichiarato di avere
ricevuto l'assistenza logistica e il finanziamento da Angel Bonet, Guillermo Novo e
Arnaldo Monzón, tutti capoccia della Fondazione Nazionale Cubano-Americana.
Il 20 maggio 1995 un'altra lancia rapida abilitata e condotta da elementi
dell'organizzazione Alpha 66, ha mitragliato nuovamente lalbergo
Guitart-Cayo Coco. Gli autori del fatto hanno raccontato la loro azione in un programma
televisivo a Miami al quale partecipò anche Nazario Sargén.
Il 12 gennaio 1996 sono stati arrestati a La Habana i cubani Cecilio Reynoso Sánchez e
Juan Ramos Reynoso, il primo residente a Miami, mentre stavano trasportando 900 grammi di
esplosivo C-4 e altro materiale. Reynoso Sánchez stava eseguendo i dettami di Rufino
Alvarez Oquendo, segretario generale del Fronte Nazionale dei Prigionieri Politici, ma ha
ammesso i suoi contatti con Hernán Santiesteban, Horacio García e Roberto Martín
Pérez, della Fondazione Nazionale Cubano-Americana. L'intenzione di questi terroristici
era di collocare manufatti esplosivi in centri turistici o nei locali di aziende a
capitale misto.
L11 febbraio 1996 sono stati catturati tre cubani residenti negli Stati Uniti che
erano penetrati a bordo di una lancia rapida nella baia di Cárdenas per prendere a
fucilate lalbergo Meliá Las Américas e diffondere propaganda sovversiva.
Nellagosto di quell'anno viene arrestato il cittadino nordamericano Walter Van der
Veer, inviato dal cosiddetto Fronte Cubano di Liberazione, che aveva introdotto nel paese
materiale militare e incendiario, aveva portato a termine azioni di propaganda sovversiva
e organizzato piani terroristici contro centri economici.
Il 17 settembre 1996 viene arrestato il cittadino di origine cubana, residente a Miami,
Pedro Pablo Pulido Ortega, che si era infiltrato attraverso la zona di Chambas, nella
provincia di Ciego de Avila, con un carico di armi, munizioni e altri materiali destinati
al compimento di azioni terroristiche. L'arsenale avrebbe dovuto essere consegnato a Noel
Ramos Rojas, pure di origine cubana e residente negli Stati Uniti, che era entrato
legalmente nel paese in varie occasioni come membro della comunità cubana
allestero, con lo scopo di preparare le condizioni per lesecuzione di
sabotaggi contro installazioni economiche. Il piano era stato organizzato dal gruppo
denominato Progetto Cuba Governo Provvisorio, con base a Miami, e dal suo capo Julio
Codias.
Nellottobre 1996 si viene a sapere dell'esistenza di un piano terroristico tramato
da membri dell'organizzazione denominata Brigata 2506 che consisteva nel
mettere a punto piccoli aeroplani o altri mezzi aerei carichi di esplosivo che sarebbero
stati puntati mediante telecomando contro un assembramento popolare in Piazza della
Rivoluzione e analoghi obiettivi quali le centrali termoelettriche di Tallapiedra, di
Mariel e di Santa Cruz del Norte e la raffineria Ñico López. E stato
appurato il legame e l'appoggio a questo piano della Fondazione.
Il 12 aprile 1997 esplode un manufatto costituito da circa 600 grammi di C-4 in uno dei
gabinetti della discoteca Aché dellalbergo Meliá-Cohíba, a La Habana.
Il 30 di quello stesso mese viene scoperto un altro manufatto, formato da 401 grammi di
C-4, nel corridoio del 15° piano dello stesso albergo. Indagini successive hanno permesso
di determinare che le due bombe, una delle quali aveva causato considerevoli danni
materiali, erano state collocate dal terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca.
Il 24 maggio 1997 esplode una bomba all'entrata degli uffici della rappresentanza
dell'azienda turistica cubana Cubanacán a Città del Messico. Un altro ordigno simile
esplode all'entrata degli uffici di Havanatur, un'altra azienda turistica cubana, nella
città di Nassau, il 3 agosto.
Lescalation terroristica ha preso nuove sfumature con l'esplosione quasi simultanea
di diverse bombe nelle hall degli alberghi Capri e Nacional, a La Habana, il 12 luglio
1997, con un bilancio totale di quattro feriti e di considerevoli danni materiali. Come si
è potuto appurare in seguito, gli ordigni erano stati collocati dal mercenario di origine
salvadoregna Raúl Ernesto Cruz León, al servizio del noto terrorista Luis Posada
Carriles e della Fondazione Nazionale Cubano-Americana.
Meno di un mese dopo, il 4 agosto, esplode una bomba nella hall dellalbergo
Meliá-Cohíba. Il giorno 22, un altro ordigno scoppia in un corridoio dellalbergo
Sol Palmeras, a Varadero.
Lo stesso Raúl Ernesto Cruz Léon il 4 settembre 1997 colloca quattro bombe negli
alberghi Copacabana, Chateau e Tritón e nel ristorante La Bodeguita del Medio. Una di
esse causa la morte del turista italiano Fabio di Celmo. Ma questa volta Cruz León viene
scoperto e arrestato alcune ore dopo. Ha dichiarato di essere stato arruolato dal
salvadoregno Francisco Chávez Abarca, autore del primo attentato terrorista commesso.
Il 30 ottobre 1997 viene individuato un potente ordigno esplosivo sotto un chiosco di
vendita al Terminale 2 dell'Aeroporto Internazionale José Martí, a La Habana. Indagini
successive hanno permesso di stabilire che i responsabili della collocazione di questa
bomba erano i cittadini guatemaltechi Jorge Venancio Ruiz e Marlon Antonio González
Estrada, autori anche dell'attentato contro lalbergo Sol Palmeras.
Il 4 marzo 1998 vengono arrestati a La Habana i cittadini guatemaltechi Nader Kamal
Musalam Barakat e María Elena González Meza che tentavano di introdurre a Cuba esplosivi
e altri materiali necessari per fare attentati terroristici per ognuno dei quali avrebbero
ricevuto 1.500 dollari. Due settimane dopo viene arrestato il pure guatemalteco Jazid
Iván Fernández Mendoza, marito di María Elena González e complice dei suoi piani
terroristici. Nelle loro dichiarazioni i tre hanno rivelato la partecipazione di Francisco
Chávez Abarca nei preparativi dell'operazione che era finanziata e diretta da Arnaldo
Monzón, Ramón Medina - uno degli pseudonimi di Luis Posada Carriles e da un altro
individuo identificato soltanto "come il signore del New Jersey".
Il 28 maggio 1998 vengono arrestati i terroristi Ernestino Abreu Horta e Vicente Marcelino
Martínez Rodríguez che si erano infiltrati alcuni giorni prima a Cuba attraverso la
costa della municipio di Minas de Matahambre, nella provincia di Pinar del Río e avevano
tentato di introdurre un grosso carico di armi. Militavano, rispettivamente, nelle
organizzazioni Alpha 66 e Partito Protagonista del Popolo, questultima organizzata
dal terrorista Orlando Bosch. Il piano prevedeva la successiva infiltrazione di un gruppo
più numeroso di uomini.
Il 10 giugno 1998 viene arrestato allaeroporto di La Habana il cittadino
salvadoregno Otto René Rodríguez Llerena che intendeva introdurre nel paese 1.519 grammi
di esplosivo plastico e altro materiale per la fabbricazione di bombe destinate a centri
turistici e ad altri obiettivi. Questo terrorista era stato l'autore dell'attentato
dellagosto 1997 contro lalbergo Meliá-Cohíba. Nelle sue dichiarazioni ha
identificato Luis Posada Carriles come la persona che, sotto lo pseudonimo di Ignacio
Medina, gli aveva proposto la realizzazione di queste azioni e gli aveva fornito tutti i
mezzi per portarle a termine. Con la testimonianza dell'agente della Sicurezza di Stato
cubana, infiltrato nella Fondazione, Juan Francisco Fernández Gómez, rilasciata al
processo contro Rodríguez Llerena, viene messo in luce ancora una volta il legame diretto
di questa organizzazione con questi piani, e la sua intenzione di estendere gli obiettivi
degli attentati terroristici a installazioni di particolare significato patriottico ed
emotivo per il popolo cubano, come il memoriale e mausoleo del Che e dei suoi compagni a
Santa Clara, la Piazza Antonio Maceo a Santiago di Cuba e il Museo della Rivoluzione con
il Memoriale Granma a La Habana.
I piani terroristici contro Cuba, promossi e finanziati dalla Fondazione Nazionale
Cubano-Americana e da altre organizzazioni controrivoluzionarie radicate nel territorio
nordamericano, si sono mantenuti latenti nonostante le reiterate denunce pubbliche del
Governo cubano. Il Governo degli Stati Uniti ha tutte le informazioni e l'enorme
abbondanza di mezzi a portata di mano per potere neutralizzare queste azioni se solo lo
volesse. La continua impunità con cui questi elementi terroristi proseguono i loro atti
criminali contro Cuba, trasforma di fatto questo Governo in favoreggiatore e complice del
terrorismo contro il nostro paese.
Per gli eventi di carattere penale che appaiono narrati nei fatti contenuti nella presente
richiesta, si sono istruite le corrispondenti pratiche investigative e le cause che a suo
tempo hanno trasmesso i tribunali competenti.
SEDICESIMO: Non c'è stato settore alcuno della vita sociale ed economica della
nazione cubana che non si sia visto colpito in maniera diretta in questi quaranta anni, in
grado maggiore o minore, dalla politica aggressiva del Governo degli Stati Uniti contro
Cuba. Ma, tra tutti questi, sono state probabilmente le attività in rapporto alla
produzione di alimenti per la popolazione e di derrate alimentari esportabili per il
sostegno dell'economia del paese, quelle che sono figurate nel modo più costante nei
piani e nei programmi concreti della sporca guerra nordamericana contro Cuba.
Per quattro decenni, il settore agro-zootecnico è stato un obiettivo primario nei piani
di aggressione degli Stati Uniti contro Cuba. Fonte dei principali prodotti di
esportazione cubana e della maggior parte degli alimenti che la popolazione consuma,
questo settore costituisce un elemento chiave nei propositi destabilizzatori di questo
paese e nelle sue intenzioni di piegare per fame la ferma volontà del nostro popolo di
difendere la sua Rivoluzione, il suo sistema socialista, la sua libertà e la sua
indipendenza.
Il principale versante di questa guerra contro l'agricoltura, l'allevamento e la pesca
cubane è stato, senza dubbio, l'aggressione biologica, alla quale si dedicherà più
avanti uno spazio speciale in questa richiesta. In aggiunta a questa linea di azione,
tuttavia, bisogna sottolineare anche l'impiego preferenziale del sabotaggio e di altre
forme di terrorismo. Complessi adibiti ad allevamento, stalle di mungitura, fattorie
avicole, depositi di concime, fertilizzanti e prodotti agricoli e zootecnici, capannoni
per il trattamento del tabacco, per il trasporto di carichi e macchinari agricoli, tra
laltro, sono stati oggetto di azioni terroristiche e di sabotaggio con un elevato
bilancio di danni materiali e di perdite economiche significative per la produzione e con
conseguenze sensibili nella disponibilità dei prodotti per il consumo della popolazione e
per l'esportazione.
In particolare il settore dello zucchero, principale attività economica per generare
posti di lavoro e introiti nel paese, dai primi giorni seguiti al trionfo della
Rivoluzione nel gennaio 1959, è stato oggetto di un'intensa e prolungata aggressione da
parte degli Stati Uniti e dei loro agenti. Non è bastato agli strateghi nordamericani di
sopprimere la quota di zucchero di Cuba sul mercato degli Stati Uniti e di ostacolare in
modo sistematico la commercializzazione internazionale dello zucchero cubano, come è
stato ripetutamente denunciato da Cuba. Contro le canne nei campi, contro gli impianti e i
magazzini dello zucchero, è stata sferrata dall'inizio una feroce campagna terroristica
di distruzione.
Subito dopo la promulgazione della Legge di Riforma Agraria e di altre misure di profonda
giustizia sociale, come parte della catena di voli di aerei e di piccoli velivoli pirata
provenienti dal territorio nordamericano che si moltiplicano a partire dal secondo
semestre 1959, decine di quei voli
hanno come missione il lancio di sostanze incendiarie sui canneti e di bombe sugli
impianti dello zucchero cubani. Queste azioni hanno causato danni e perdite milionarie e
costose interruzioni della produzione dello zucchero.
Benché recentemente la richiesta presentata a questo stesso tribunale contro il Governo
degli Stati Uniti da queste organizzazioni sociali cubane per una sentenza di riparazione
dei danni e di indennizzo per i danni umani, raggruppi diversi incidenti relativi a questa
linea di aggressione, non è inutile tornare a ricordarne alcuni di essi, presi quasi a
caso:
Il 26 ottobre 1959, un aeroplano lanciò due bombe incendiarie sulla centrale
Niágara, nella provincia di Pinar del Río. Quello stesso mese, la centrale
Punta Alegre, nella provincia di Camagüey, fu oggetto di tre attacchi con
bombe lanciate dall'aria, e la centrale Violeta fu attaccata in due occasioni.
A partire dal mese di gennaio 1960, allapice della zafra di quell'anno, si
moltiplicarono i voli sui canneti. Il giorno 12 vennero incendiate dall'aria 5.750
tonnellate di canne nelle aree dellimpianto Hershey, nella provincia di
La Habana. Il giorno 18 un piccolo velivolo proveniente dagli Stati Uniti lanciò sostanze
incendiarie sui canneti di Rancho Veloz e di Quemado de Güines, nella provincia di Las
Villas, provocando la distruzione di oltre 4.600 tonnellate di canna e di due abitazioni
contadine.
Il 28 gennaio un aeroplano bianco bimotore, con matricola nordamericana numero CN-325,
lasciò cadere ordigni incendiari sui canneti della centrale Adelaida, nella
provincia di Camagüey, causando la perdita di 172.500 tonnellate di canne. I danni furono
stimati in 2.8 milioni di pesos. Dopo incursioni pirata contro i canneti degli impianti
Corazón de Jesús e Santa Teresa, nella provincia di Las Villas,
vennero scoperti diversi ordigni lanciati ma inesplosi, con l'iscrizione "Bristol
Marines, Made in USA". Il giorno 30 andarono perdute oltre 575 tonnellate nella
centrale Chaparra, nella provincia di Oriente, e l11 febbraio vennero
incendiate oltre 1.150 tonnellate nella provincia di Matanzas.
Il 7 febbraio 1960 un piccolo velivolo incendiò 17.250 tonnellate di canna nelle centrali
Violeta, Florida, Céspedes ed Estrella a
Camagüey. Il 23 febbraio diversi piccoli velivoli lanciano ordigni incendiari sugli
zuccherifici Washington e Ulacia, a Las Villas, e
Araujo a Manguito, nella provincia di Matanzas. In totale sono stati perduti
69.000 tonnellate di canna. Soltanto nella zona di Manguito le perdite sono state stimate
in più di un milione di pesos.
In marzo, le canne delle centrali Trinidad, a Sancti Spíritus; di nuovo
quelle delle centrali Delicias e Chaparra in Oriente; quelle delle
centrali Australia e Tinguaro, a Matanzas, e
Perseverancia, a Cienfuegos. In agosto, un'altra volta i canneti della
centrale Violeta, e così innumerevoli altre aggressioni accadute in anni
successivi, alle quali parteciparono anche attivamente le bande mercenarie organizzate,
finanziate e armate dagli Stati Uniti.
Le perdite causate tra il 1960 e il 1965 solo come conseguenza dellincendio dei
canneti nelle diverse province del paese per attacchi pirata e per l'azione delle bande
mercenarie organizzate e finanziate dagli Stati Uniti, superano l'equivalente di 1,5
milioni di tonnellate di zucchero. A ciò si sommano abbondanti perdite economiche per
ricadute sulla produzione e sull'esportazione, risultato di decine di sabotaggi agli
impianti produttivi, alle attrezzature agricole, ai magazzini e ai mezzi di trasporto per
questa attività, eseguiti da agenti al servizio degli Stati Uniti.
Non meno di 46 importanti zuccherifici sono stati aggrediti direttamente, di essi alcuni
in ripetute occasioni. Nella citata richiesta presentata da queste organizzazioni sociali,
si riportano un centinaio di aggressioni diverse contro impianti dello zucchero che hanno
provocato considerevoli danni materiali a queste installazioni. Tra questi casi, si
ricorda l'attacco lanciato il 18 febbraio 1960 contro la centrale España,
nella provincia di Matanzas, in cui il piccolo velivolo aggressore esplode per
lesplosione al proprio interno di una delle sue bombe. Come conseguenza
dell'incidente sono morti i due piloti del velivolo, identificati come il cittadino
nordamericano Robert Ellis Frost e il suo copilota Onelio Santana Roque, questo ultimo ex
membro dei corpi di repressione della tirannia di Batista, che avevano compiuto almeno
altre tre simili missioni aeree contro obiettivi cubani partendo dall'aeroporto di
Tamiami, nello stato nordamericano della Florida.
L'intensa campagna lanciata dal Governo degli Stati Uniti tra i tecnici dell'industria
zuccheriera per indurli a emigrare, ha avuto pesanti conseguenze economiche negative su
questa industria che si è vista anche colpita dalla mobilitazione di un importante numero
di lavoratori per rispondere alla necessità di difesa del paese di fronte alle continue
aggressioni a cui era sottoposta la nazione.
Le azioni di sabotaggio e gli attacchi contro campi di canne e le installazioni
dell'industria dello zucchero, intraprese dagli Stati Uniti contro questo ramo chiave
dell'economia cubana, hanno avuto lobiettivo di provocare il collasso dell'economia
dello zucchero e, con questa, quello di tutto il sistema economico cubano.
Tra le innumerevoli aggressioni contro altre attività e impianti agricoli si possono
citare come esempio le seguenti: nel 1960 l'incendio di quattro capannoni per il
trattamento del tabacco a Limonar, provincia di Matanzas; nel 1963 le fattorie José
Martí a Florida, provincia di Camagüey, Conrado Benítez, a Trinidad,
attuale provincia di Sancti Spíritus, e Yuri Gagarin a Los Palacios,
provincia di Pinar del Río; nel 1964 la fattoria Hermanos Mayo a Las Tunas, e
Julio Antonio Mella ad Aguada de Pasajeros, attuale provincia di Cienfuegos;
nel 1980 la piantagione di caffè Santa Martha a Guantánamo. In tutti questi
casi e decine di altri simili, i terroristi e i sabotatori al servizio del Governo degli
Stati Uniti hanno causato rilevanti danni materiali a impianti, attrezzature,
fertilizzanti, raccolti e produzioni agro-zootecniche.
L'incendio e la distruzione di un elevato numero di impianti adibiti all'avicoltura, con
la perdita di centinaia di migliaia di volatili, attrezzature, integratori speciali per il
mangime dei polli e altri settori di quell'attività, hanno causato perdite economiche
milionarie e gravi conseguenze alla produzione e al consumo della popolazione. Tra gli
innumerevoli impianti avicoli che sono stati bersaglio di queste aggressioni si contano
una fattoria a Madruga, provincia di La Habana, nel 1960; l'attacco contro vari impianti
di allevamento di maiali e polli a Martí, provincia di Matanzas, nel 1963; il sabotaggio
delle installazioni di El Cubano, a Pedro Betancourt, e della fattoria
España a Perico, provincia di Matanzas, nel 1964; nell'anno seguente, contro
altre cinquanta impianti avicoli a Martí; nel 1980 contro la fattoria Buena
Vista a Santiago de las Vegas.
Anche il settore della pesca è stato uno di quelli che ha dovuto subire con maggiore
intensità le provocazioni, le azioni terroristiche e le aggressioni di ogni tipo
contemplate dai piani del Governo degli Stati Uniti contro Cuba. È naturale che un ramo
tanto importante nella produzione di alimenti per la popolazione e nella generazione di
introiti in valuta attraverso lesportazione dei prodotti marini, sia stato un
bersaglio prediletto del terrorismo nordamericano, tenendo inoltre conto del carattere
particolarmente vulnerabile di molte delle sue strutture che, come le imbarcazioni per la
pesca di altura, lavorano separate e distanti del territorio nazionale.
Un totale di 294 pescherecci di diversa portata e specializzazione per il tonno, le
aragoste, i gamberi, i pesci con squame, per la pesca di tartarughe, spugne e altro in
altura e da piattaforma - sono stati oggetto di diverse aggressioni. Alcune di queste
imbarcazioni sono state distrutte o affondate, altre seriamente danneggiate; un numero
considerevole di queste sono state sequestrate e portate nel territorio degli Stati Uniti,
e una gran parte di esse non sono mai state restituite a Cuba.
L'istigazione all'emigrazione e la continua campagna radiofonica di emittenti che
trasmettono illegalmente dagli Stati Uniti contro Cuba promuovendo l'emigrazione illegale,
con la copertura che offre a questo comportamento la cosiddetta Legge di Transizione
Cubana, in virtù della quale le persone provenienti da Cuba che approdino al suolo
statunitense ottengono permesso di lavoro immediato e dopo un anno il permesso di
residenza in quel paese, assieme all'impunità che godono perfino coloro che sequestrano
imbarcazioni per arrivare negli Stati Uniti, compresi coloro che per queste azioni
commettono assassini, sono stati un forte impulso per il sequestro di pescherecci cubani,
di imbarcazioni da diporto o di qualsiasi altro tipo. Come promotore dell'emigrazione
illegale, il Governo degli Stati Uniti contrae la responsabilità civile per i danni e per
le perdite economiche causati da queste azioni che hanno colpito non solo il settore della
pesca, poiché imbarcazioni adibite ad attività di trasporto, turismo o costruzione, per
menzionare soltanto questi altri settori, sono state pure sequestrate.
Sarebbe interminabile enumerare le decine di imbarcazioni cubane che sono state attaccate
in alto mare o sequestrate e portate al territorio nordamericano, dove i sequestratori
hanno goduto immancabilmente di totale impunità. Vengono riportati qui di seguito
soltanto alcuni casi di speciale significato.
Il 13 febbraio 1962 sono stati attaccati i pescherecci Sigma I e Sigma
V, nel Banco di Cayo Sal. Il 13 ottobre di quello stesso anno, l'aggressione è
stata subita dal peschereccio pilotato da Filiberto Suárez Lima e da Miguel Medina che
sono stati feriti; l'imbarcazione è stata affondata e i due pescatori sono stati
sequestrati e condotti a Miami, dove sono stati liberati soltanto trenta giorni dopo.
Ancora un 13 febbraio, ma del 1963, sono stati sequestrati i pescherecci Sigma
XV e Sigma II e condotti a Cayo Elbow, nelle Bahamas. I pescatori
Armando e Ramón López Ruiz sono stati feriti e abbandonati alla loro sorte dai pirati
provenienti dal territorio nordamericano. Sono stati salvati giorni dopo da unità della
Marina di Guerra Rivoluzionaria.
Il 20 novembre 1968 viene cannoneggiato a 100 miglia delle coste venezuelane il
motopeschereccio cubano Alecrín. Il 10 maggio 1970, i pescherecci
Plataforma I e Plataforma IV vengono sequestrati e i loro undici
marinai condotti in un isolotto delle Bahamas, da cui vengono salvati giorni dopo.
Il 23 febbraio 1971, il guardacoste nordamericano Cape York cattura in acque
internazionali quattro pescherecci cubani il cui equipaggio viene accusato di operare in
acque giurisdizionali statunitensi. I quattro capitani e i 47 pescatori vengono multati e
rispediti il 2 maggio a Cuba, dove sono oggetto di unaccoglienza popolare di massa
davanti all'edificio dell'ex Ambasciata degli Stati Uniti. Durante la loro permanenza sono
stati molestati, interrogati abusivamente ed esortati a disertare. Un'aggressione simile
viene commessa il 26 maggio contro quattro lance ausiliari di altri due pescherecci che
operavano in acque internazionali a ovest dell'isola delle Bahamas Dry Tortuga.
Il 10 ottobre 1972 lequipaggio di due lance armate abborda i pescherecci
Aguja e Plataforma IV, sequestra i pescatori, mina le imbarcazioni
e le affonda vicino alle coste dell'isola di Andros. Gli undici pescatori cubani, in una
piccola lancia alla deriva, sarebbero stati salvati da un elicottero delle Bahamas il
giorno 13. Un anno dopo, il 4 ottobre 1973, i pescherecci cubani Cayo Largo 17
e Cayo Largo 34 vengono attaccati da due cannoniere i cui equipaggi
assassinano il pescatore Roberto Torna Mirabal e abbandonano gli altri in canotti, senza
acqua né viveri.
I pescherecci Ferro 119 e Ferro 123 vengono attaccati il 6 aprile
1976 in acque internazionali, tra Cayo Anguila e Cayo Sal, nelle Bahamas. I pescatori
Bienvenido Mauriz Díaz e Luis Orlando Díaz Pérez cadono assassinati nella codarda
operazione, nella quale vengono feriti altri due marinai. I feriti e il resto degli
equipaggi sono stati abbandonati alla loro sorte, finché hanno potuto essere salvati da
un'altra nave cubana e da una nave mercantile battente bandiera norvegese.
Tra le numerose imbarcazioni sequestrate in porti o in acque cubane con l'intento di
portarle nel territorio degli Stati Uniti, è bene citare, a titolo di esempio, i casi del
peschereccio per aragoste Olguita, della cooperativa di pesca di Batabanó,
nellaprile del 1962, in cui perì affogata la cittadina María Cabrera García;
della nave Conchita, della cooperativo di pesca di La Coloma a Pinar del Río,
l11 novembre 1964; della Santa María nel 1967, della cooperativo di
pesca di Pinar del Río; del peschereccio per gamberi Martín Gutiérrez,
della Flotta del Golfo, portato a Cayo Hueso il 27 aprile 1969; dei pescherecci per labri
della cooperativa di pesca di Batabanó il 17 maggio 1991; dell'imbarcazione numero 10
della cooperativa di pesca di Isola della Gioventù il 13 novembre 1991; dei pescherecci
La Luz, Elba, Tilapia, Carpa e
Patria, dellAssociazione di Pesca Acuabana tra la fine 1993 e inizio
1994; delle imbarcazioni Lambda 319 il 3 maggio 1993, e Lambda
329, il 13 giugno di quello stesso anno, entrambe della Flotta del Golfo di Ciudad
de La Habana.
I casi enumerati fanno parte di un'esteso elenco di atti di pirateria promossi o istigati
dalla politica di ostilità attuata sistematicamente per quattro decenni dagli Stati
Uniti, dei cui autori non si conosce un solo caso in cui la giustizia statunitense abbia
imposto una sanzione.
Le aggressioni contro installazioni e imbarcazioni di pesca cubane, oltre a un numero
considerevole di vittime umane, hanno causato perdite economiche che si calcolano in
centinaia di milioni di dollari, senza considerare il loro significativo influsso nella
fornitura di una fonte importante di alimentazione e di apporto di proteine per la
popolazione. Un peschereccio è come una fabbrica alimentare. La sua distruzione, il suo
furto o sequestro non può, pertanto, essere considerato esclusivamente come un danno
economico per la perdita o l'impossibilità di disporre di un attivo, perché
l'interruzione della sua attività non solo priva il paese di prodotti di alto valore che
possono essere esportati, ma colpisce significativamente la disponibilità di alimenti
della popolazione.
DICIASSETTESIMO: Il settore industriale, elemento chiave nello sviluppo economico
del paese, che ha sperimentato un favorevole e importante cambiamento strutturale dopo il
trionfo rivoluzionario, è stato considerato sistematicamente nei diversi piani di
aggressione degli Stati Uniti e delle sue agenzie speciali di intelligence. I rami che
costituiscono l'industria di base nazionale sono stati bersaglio di attacchi pirata,
sabotaggi e azioni terroristiche che hanno causato abbondanti perdite materiali alla
stessa industria e si sono ripercosse negativamente sulla restante attività economica del
paese, come è il caso delle industrie elettriche ed energetiche.
Sabotaggi e azioni terroristiche perpetrati contro linee elettriche, reti di trasmissione
e di distribuzione, impianti generatori di elettricità, hanno interrotto il servizio
elettrico colpendo sia il settore residenziale che le attività produttive e i servizi. I
danni causati si riferiscono non solo all'industria in questione, bensì ai danneggiamenti
causati all'economia del paese a causa dellenergia non erogata, ciò che colpisce le
restanti attività produttive e di servizio, e la popolazione. Sabotaggi a linee e reti
hanno lasciato temporaneamente senza servizio località densamente popolate dove sono
dislocate varie industrie. Limpianto termoelettrico di Tallapiedra a La Habana, è
stato oggetto di un attentato terroristico, mentre una delle caldaie della centrale
elettrica 10 de Octubre a Matanzas, è stata sabotata.
Il 13 marzo 1961, un mese prima dell'attacco mercenario di Playa Girón, una lancia pirata
armata attaccò la raffineria di petrolio Hermanos Díaz, a Santiago de Cuba,
causando danni agli impianti tecnologici e a diversi serbatoi. Lazione causò
vittime umane. In quello stesso anno, la raffineria Ñico López a La Habana,
è stata attaccata in due occasioni.
Il 18 agosto 1963 il porto di Casilda, a Cienfuegos, viene attaccato da una lancia pirata
che spara contro 24 vagoni ferroviari carichi di combustibile, colpendo e incendiando uno
di essi. Altre azioni terroristiche sono portate a termine contro autobotti e stazioni di
servizio di carburante in diversi punti del paese con gravi danni materiali.
Il 25 ottobre 1962 viene paralizzata la produzione delle miniere di rame di Matahambre a
Pinar del Río, per un tentativo di sabotaggio. In quella stessa zona, il 19 agosto 1963,
due lance pirata armate attaccano limpianto di solfometalli Patricio
Lumumba, producendo danni rilevanti alle installazioni
Il 13 novembre 1966 un aereo pirata lancia tre bombe contro limpianto della
Cubanitro Cepero Bonilla e contro la fabbrica di concime Frank
País a Matanzas. L8 agosto 1968 viene sabotata la produzione di fertilizzanti
della stessa impresa Cubanitro. Altre attività dell'industria di base, come la produzione
di gomma e di carta, l'industria grafica e quella del rayon, sono state oggetto di
sabotaggi in diversi loro impianti.
In generale, è stato possibile accumulare informazioni da più di un centinaio di
fabbriche e di impianti di altri rami industriali in tutto il paese che sono stati oggetto
di azioni terroristiche, sabotaggi e incendi dolosi. In alcuni casi, queste azioni hanno
causato la totale distruzione degli impianti, in altri la paralisi della produzione per
periodi prolungati, interruzioni della produzione e dei servizi e perdite considerevoli
sia per i beni colpiti come per la mancata produzione.
Segue una brevissima relazione di alcune di queste azioni terroristiche: nel 1960 i
sabotaggi fatti ai telai dellindustria tessile Mayabeque nella provincia
di La Habana, e il sabotaggio con vetriolo alla produzione di sapone della fabbrica
Gravi a Jovellanos, provincia di Matanzas; nel 1961 gli incendi della fabbrica
di materassi O.K. e della distilleria Bodegas Morera a Lawton,
ambedue a Ciudad de La Habana, e la distruzione della fabbrica di conserve La
Campesina a Colón, provincia di Matanzas; nel 1962 viene compiuta un'azione
terroristica con fosforo vivo nella fabbrica di bambole che era stata inaugurata poco
prima a Madruga, provincia di La Habana; nel 1965 viene sabotata la produzione della
distilleria "Arrechabala" di Cárdenas nella provincia di Matanzas; nel 1968
vengono incendiate e distrutte la conceria Patricio Lumumba a Caibarién, e la
fabbrica di mangime per volatili di Santiago de Cuba; nel 1970 viene completamente
distrutta da un incendio la fabbrica di fosfati René Bedia e nel 1976 la
fabbrica Sergio González entrambe a Ciudad de La Habana.
DICIOTTESIMO: Nei piani destabilizzatori dell'economia cubana concepiti dagli Stati
Uniti, il trasporto e il commercio, come attività che garantiscono i nessi tra le
differenti attività e rami dell'economia, sono stati oggetto di un'attenzione particolare
per la realizzazione di sabotaggi e aggressioni.
Il trasporto aereo ha sofferto direttamente gli effetti della politica di ostilità verso
Cuba, come parte del tentativo sistematico di isolare internazionalmente Cuba e ostacolare
ogni via di contatto o vincolo del paese con l'esterno. L'aviazione civile di trasporto
cubana ha svolto un importante ruolo nella neutralizzazione di questi propositi del vicino
del Nord, e in anni recenti ha partecipato attivamente al processo di sviluppo del settore
turistico, aumentando significativamente il numero di visitatori trasportati
all'arcipelago cubano e diversificando i suoi punti di destino in diversi paesi del mondo.
Per questo motivo, un altra delle armi più utilizzate contro la Rivoluzione è stata il
sequestro di aeroplani e imbarcazioni cubane, e i tentativi di sabotaggio contro questi
mezzi. I primi fatti di questa natura registrati sono accaduti nello stesso anno 1959.
Rappresentativo di questi è stato il sequestro in pieno volo, il 10 ottobre di
quell'anno, di un aereo DC-3 di Cubana de Aviación da parte di vari terroristi armati di
pistole e granate a mano che hanno obbligato l'equipaggio a deviare l'aeroplano verso
Miami. Né i sequestratori né il velivolo sono stati restituiti.
Un totale di 78 aerei di diversi tipi sono stati colpiti da atti terroristici, tentativi
di sequestro e sequestri, molte volte con l'impiego della violenza e la perdita di vite
umane. Di queste aeronavi, alcune sono state distrutte o hanno subito forti avarie; un
numero apprezzabile degli aeroplani sequestrati e condotti al territorio nordamericano,
non sono stati restituiti dal Governo statunitense.
Nel 1960 avvengono varie azioni di questo tipo che in alcuni casi hanno già altre
connotazioni più gravi. Il 5 luglio è dirottato con la forza verso Miami un aeroplano
Britannia di Cubana che copriva la rotta regolare Madrid-La Habana, e il 14 ottobre
vengono sequestrati in una sola operazione sei aeroplani cubani. Il 29 di questo mese
viene sequestrato da nove terroristi l'aeroplano DC-3 che copriva la rotta regolare da La
Habana a Nueva Gerona, azione nella quale viene assassinato il soldato Cástulo Acosta
Hernández e feriti il pilota dell'aereo, Candelario Delgado, e il bambino di 14 anni
Argelio Rodríguez Hernández. L8 dicembre si produce un nuovo tentativo di
sequestro di un altro DC-3 di Cubana de Aviación in volo regolare da Santiago de Cuba a
La Habana, ma l'azione è frustrata dal coraggioso atteggiamento del pilota Francisco
Martínez Malo che poi morì in conseguenza delle ferite ricevute.
Il 3 luglio 1961 è obbligato a deviare la rotta verso Miami un DC-3 di Cubana in volo da
La Habana a Santiago de Cuba, nel quale viaggiavano 16 passeggeri. L'aeroplano è stato
trattenuto dalle autorità nordamericane e poi da loro venduto arbitrariamente. Il 9
agosto di quell'anno è stato sequestrato laereo C-46, matricola CUT-607, azione
nella quale perirono il pilota Luis Alvarez Regato e la guardia Silvino Rómulo Sánchez
Almaguer.
Tra i mesi di settembre e dicembre di quell'anno sono stati sottratti dal territorio
nazionale altri sei aeroplani leggeri. In questi casi, come in quelli di azioni in cui vi
erano stati assassini o feriti più o meno gravi tra lequipaggio o tra i passeggeri,
è continuata a prevalere l'impunità concessa ai sequestratori dalle autorità degli
Stati Uniti, con totale ignoranza dei reclami cubani di restituzione degli autori di tali
fatti criminali e delle aeronavi sequestrate.
Tra il 1962 e il 1965 sono avvenuti altri sette sequestri di aeronavi leggere cubane. In
tutti i casi i velivoli erano portati dai sequestratori al territorio nordamericano. Un
altro fatto di gravità è stato il sequestro l8 luglio 1966 di un aeroplano di
fumigazione nella regione di Bayamo e l'assassinio del suo custode, il combattente
Elúcido Torres.
Nella sua pazzesca politica contro il nostro paese, il Governo degli Stati Uniti ha
iniziato e fomentato la pirateria aerea e il sequestro di aeronavi, azioni che in seguito
hanno stimolato perfino un fenomeno internazionale di pirateria altamente pericoloso per
la sicurezza aerea dei voli internazionali che ha colpito numerosi paesi, compreso il loro
stesso paese.
A partire dalla firma nel 1973, su iniziativa cubana, dell'accordo tra Cuba e Stati Uniti
sui sequestri e sui dirottamenti aerei, la strategia della CIA è cambiata: è stato
abbandonato lo stimolo ai sequestri di aeroplani, ma elementi terroristici storicamente
vincolati all'Agenzia hanno cominciato allora a forgiare una modalità di aggressione
contro il trasporto aereo più tenebrosa e criminale.
Il 9 luglio 1976 esplode all'aeroporto di Kingston, in Giamaica, una bomba posizionata in
una delle valigie che stavano per essere caricate come bagaglio in un volo commerciale di
Cubana de Aviación. Un ritardo imprevisto nella partenza dell'aeroplano impedì
casualmente che l'ordigno esplodesse in pieno volo.
Ma il sinistro piano dà i suoi frutti il 6 ottobre di quell'anno. Una bomba posizionata
dentro l'aeroplano CUT-1201 di Cubana de Aviación esplode in pieno volo pochi minuti dopo
il decollo dell'aeronave dall'aeroporto delle Barbados. Nel criminale sabotaggio muoiono
le 73 persone che viaggiavano nell'aereo, di esse 57 cubani tra i quali si trovavano i
membri della squadra giovanile di scherma. I rei confessi del ripugnante crimine hanno
agito contrattati da due dei più noti terroristi di origine cubana legati alla CIA.:
Orlando Bosch Ávila e Luis Posada Carriles. Nonostante i principali responsabili di
questo barbaro attentato terrorista siano stati arrestati e sottoposti a processo in
Venezuela, alla lunga sono riusciti a eludere lazione della giustizia con il
concorso della CIA e della Fondazione Nazionale Cubano-Americana. I danni materiali
causati da questa barbara azione, uno dei fatti più atroci della guerra sporca contro
Cuba, sono stati calcolati molto prudentemente all'epoca in 1.3 milioni di dollari.
Agli inizi degli anni 90 sono avvenuti nuovamente vari sequestri di aeroplani, nei
quali erano coinvolti aerei da fumigazione e perfino un aereo da combattimento della Forza
Aerea Rivoluzionaria sottratto da un traditore. Il 29 dicembre 1992 è sequestrato un
aereo AN-26 della compagnia Aerocaribbean, con 47 persone a bordo, e condotto a Miami. Il
7 luglio 1996 è stato sequestrato a Santiago de Cuba un aeroplano AN-2 e condotto alla
base navale di Guantánamo. Il pirata è stato assolto nel processo intentato negli Stati
Uniti.
Anche il trasporto marittimo, su strada e ferroviario è stato vittima delle aggressioni e
dei sabotaggi che il Governo degli Stati Uniti ha realizzato o incoraggiato.
Nell'attività del trasporto marittimo, le navi mercantili sono state oggetto di attacchi
pirati e di altre aggressioni; imbarcazioni da diporto, rimorchiatori e altre imbarcazioni
sono state aggredite o sequestrate e portate al territorio degli Stati Uniti; le
installazioni portuali sono state banco di azioni terroristiche e di sabotaggi. Non meno
di 36 imbarcazioni cubane hanno subito aggressioni. Imbarcazioni con bandiere di altri
paesi che trasportavano merci per Cuba sono state pure oggetto di azioni terroristiche e
di attacchi.
Una delle prime azioni terroristiche effettuate contro navi mercantili che trasportavano
prodotti a Cuba, è stata condotta contro la nave francese La Coubre il 4
marzo 1960, già riferita. Venti giorni dopo, durante l'azione di sequestro di un yacht da
diporto, è assassinato il soldato Raúl Pupo Morales.
Il 12 maggio 1962, la lancia SV-28 del servizio di vigilanza costiero viene attaccata in
maniera sorprendente da un'imbarcazione fortemente armata, appartenente all'organizzazione
terroristico Alpha 66. Tre uomini dequipaggio muoiono e altri cinque
sono feriti. La stessa organizzazione, le cui imbarcazioni salpavano del porto di Miami in
presenza delle autorità di guardacoste degli Stati Uniti, rivendicano nei mesi seguenti
la paternità di altri fatti simili, tra essi il mitragliamento di navi mercantili di
altri paesi.
Una grave provocazione accade il 23 febbraio 1963, quando la goletta cubana di cabotaggio
Joven Amalia è stata inseguita e speronata in acque cubane della provincia di
Oriente dal cacciatorpediniere nordamericano Harold J. Allen. Il 27 dicembre
di quello stesso anno, sabotatori al servizio della CIA fanno saltare una lancia della
Marina da Guerra Rivoluzionaria attraccata nella baia di Siguanea, allIsola dei
Pini, e causano la morte di tre marinai.
Una nuova modalità di aggressione viene inaugurata il 9 agosto 1964, quando il mercantile
cubano María Teresa, attraccato nel porto canadese di Montreal, è vittima di
un attentato terroristico. Il 12 settembre è attaccato in acque internazionali a nord di
Maisí la nave spagnola Sierra de Aranzazu che portava un carico di giocattoli
per Cuba. Muoiono il capitano e due marinai.
Riguardo al sequestro di imbarcazioni, negli anni 90 si sono prodotte non meno di
dodici azioni, tra realizzate e sventate. Bisogna ricordare la serie di azioni pirata di
cui sono stati oggetto nel 1994 varie lance di passeggeri e rimorchiatori della baia di La
Habana. Uno di questi sequestri ha portato allaffondamento del rimorchiatore
13 de Marzo, incidente intorno al quale si è scatenata una virulenta campagna
di notizie infondate sui mezzi di informazione nordamericani.
L8 agosto di quello stesso anno viene sequestrata una nave ausiliare della Marina da
Guerra Rivoluzionaria e assassinato il tenente di vascello Roberto Aguilar Reyes.
L'assassino, e sequestratore, è riuscito a fuggire negli Stati Uniti, dove permane in
libertà.
Il trasporto di passeggeri e il trasporto ferroviario e di carico per camion sono stati
ugualmente aggrediti o sabotati in diverso modo, lasciando inservibili un numero
considerevole di mezzi. Queste aggressioni fanno parte dei piani di destabilizzazione
dell'economia colpendo il normale svolgimento delle attività del commercio estero e della
circolazione di prodotti per l'economia interna, come pure gli spostamenti della
popolazione. I danni economici a questo settore dell'economia raggiungono una grandezza
considerevole, ma le loro conseguenze al resto delle attività economiche e ai servizi del
paese e i danni causati alla popolazione sono ancora maggiori.
Il settore del commercio e la distribuzione di prodotti sono stati tra gli obiettivi
considerati per la loro distruzione dentro la strategia terroristica, con il proposito di
propiziare la destabilizzazione dell'economia, in particolare la distribuzione dei
prodotti alla popolazione. Centinaia di negozi di articoli industriali e di prodotti
alimentari, sia in zone urbane sia in zone rurali in tutto il paese, grandi negozi per
dipartimento e per impianti rurali conosciute come negozi del popolo, sono stati sabotati,
distrutti o saccheggiati da agenti terroristi al servizio del Governo degli Stati Uniti,
compresi i componenti delle bande armate mercenarie organizzate e appoggiate dalla CIA
negli anni 60.
In un'altra parte di questa domanda sono stati riportati alcuni dei casi più notevoli di
sabotaggi e di azioni terroristiche portate a termine contro decine di negozi grandi e
medi a Ciudad de La Habana e in quasi tutte gli altri insediamenti importanti del paese.
Le perdite materiali causate da queste azioni sono state notevolissime.
Le restrizioni imposte dal blocco degli Stati Uniti e la sua politica per isolare Cuba dal
suo ambiente geografico che, come si è visto, ha condizionato la ricollocazione del suo
commercio a grandi distanze, così come le costanti aggressioni degli Stati Uniti e dei
suoi agenti che hanno obbligato il paese a disporre di ampie riserve per contingenze,
hanno determinato la necessità di costruire un gran numero di magazzini in tutto il
paese. Contro questi obiettivi, che dovevano garantire la fornitura di prodotti per un
normale funzionamento dell'economia e per la distribuzione al consumo della popolazione,
sono state pure dirette le aggressioni degli Stati Uniti e dei loro agenti.
Non meno di 37 magazzini nei differenti rami economici del paese hanno subito azioni
terroristiche, sabotaggi, incendi, che hanno causato perdite materiali considerevoli, e in
quel periodo hanno provocato danni importanti alla produzione e ai servizi per il ritardo
nella sostituzione dei beni distrutti.
Solamente nel 1961 sono stati incendiati e distrutti, tra gli altri magazzini, quattro
capannoni per immagazzinare patate nella comunità Juan Abrahantes, a Madruga;
un magazzino di viveri a Jagüey Grande; uno per rotoli di carta a Franco y Clavel, fatto
già menzionato nel quale è rimasto assassinato l'operaio Carlos Rodríguez; un magazzino
di cotone a Luyanó e uno di tabacchi a Centro Habana. È stato attaccato anche il
magazzino di sigarette Regalías El Cuño a Clavel y Mercado, a La Habana,
dove rimane assassinato il lavoratore Lázaro García.
Nel 1963 è stato distrutto il magazzino di concime Quintero, a Jagüey
Grande; un magazzino della centrale Elia, a Las Tunas, dove si custodiva
cotone, sementi e altri prodotti; il magazzino della cooperativa Camilo
Cienfuegos, a Cifuentes; un magazzino di concime nella fattoria
Guasimal, a Sancti Spíritus, tra altri impianti di questo tipo. Nel 1964
viene distrutto il magazzino numero 27 dell'azienda José Antonio Echeverría,
a Cárdenas, con centinaia di barili di idrosolfito di sodio. Nel 1966 viene incendiato un
magazzino centrale dell'Istituto Cubano dell'Industria Cinematografica, a Ciudad de La
Habana.
Nel 1968 viene provocato un incendio di grandi proporzioni in un magazzino di pelli a
Cerro, a La Habana, e a Camagüey viene distrutto il magazzino centrale di vestiti e
tessuti. Nel 1970 terroristi piromani distruggono un magazzino di calzature e un altro di
materassi della Scuola Formatrice di Maestri a Guantánamo, e nel porto di Isabela de
Sagua risulta completamente distrutto il magazzino di zucchero, dove si verificano perdite
milionarie.
Nel 1976 viene distrutto a Marianao un magazzino di attrezzature didattiche. Nel 1978
viene incendiato un magazzino industriale di alimenti a Banes, Holguín, e nel 1980 viene
incendiato il magazzino di zucchero della centrale Máximo Gómez, a Chambas, e il
magazzino centrale dell'ECOA n°10 del Ministero della Costruzione a Pueblo Nuevo,
Matanzas.
I diversi attentati terroristici dei quali si menzionano alcuni esempi, non solo hanno
distrutto in maggioranza gli edifici, bensì hanno provocato perdite milionarie di
prodotti e di attrezzature per la produzione, per i servizi e per il consumo della
popolazione, fatto che a sua volta ha causato seri danni alla produzione e ai servizi per
l'intermittenza o lassenza di forniture in determinati periodi.
Da parte sua, l'attività turistica, per la sua capacità potenziale di generare
importanti entrate in valute per la nazione, è stata negli anni più recenti un obiettivo
priorizzato nei piani terroristici. Anche se gli attentati preparati e attuati contro le
installazioni turistiche, dei quali alcuni dei più importanti sono stati riferiti
precedentemente, hanno causato danni materiali considerevoli e perfino vittime umane, il
loro obiettivo principale è stato diretto a provocare il terrore e a scoraggiare
possibili investitori di paesi terzi affinché non realizzino commerci a Cuba e i turisti
di altre regioni del mondo affinché non visitino l'arcipelago cubano. In questo modo si
cerca di privare il paese delle valute che richiede nell'attuale congiuntura economica,
nella quale questo settore occupa un posto distinto nella generazione di entrate a Cuba e
mobilita altri importanti settori economici del paese nel processo di recupero economico e
di reinserimento nell'economia internazionale.
DICIANNOVESIMO: L'essenza mercenaria e fascista della politica di ostilità
esercitata dal Governo degli Stati Uniti contro Cuba, ha un'evidente manifestazione nelle
aggressioni portate a termine contro il sistema educativo sviluppato dalla Rivoluzione
Cubana che conta, tra gli altri straordinari risultati, lo sradicamento dell'analfabetismo
e il numero più alto pro capite di maestri per abitante del mondo.
Mentre Cuba si impegnava a portare l'educazione a tutto il popolo e a culminare l'impresa
senza precedenti dell'alfabetizzazione, bande mercenarie e altri agenti al servizio degli
Stati Uniti assaltavano e bruciavano scuole, distruggevano libri e la base materiale di
studio e assassinavano maestri e alunni. Fino a ora è stato possibile raggruppare
informazioni verificate per un totale di 135 scuole urbane e rurali che sono state oggetto
di aggressione dagli agenti terroristi al servizio del Governo norteamericano.
Molte di queste installazioni erano umili e piccole scuole rurali, di costruzione rustica,
ubicate in montagne o in zone appartate, il cui principale valore non consisteva nel loro
costo, bensì nella funzione sociale che svolgevano nelle loro località. All'essere
distrutte, i bambini della zona non disponevano di un'altra scuola vicina per ricevere le
lezioni, delle quali sono stati privati fino a quando si poteva edificare un'altra
installazione. Nonostante ciò, in molti di questi posti appartati sono state improvvisate
aule nelle stesse case dei contadini della zona affinché i bambini continuassero a
ricevere l'insegnamento.
Nel loro impegno di attentare a tutte le manifestazioni della vita sociale della
popolazione cubana, gli aggressori hanno diretto anche la loro azione terroristica su
obiettivi puramente culturali. Un totale di 30 teatri e sale cinematografiche nel paese
sono state distrutte o danneggiate parzialmente da atti terroristici di agenti al servizio
degli Stati Uniti. Queste azioni sono state perpetrate contro strutture dove abitualmente
cè una grande quantità di pubblico, prova evidente della natura criminale e priva
di ogni sentimento umano dei mercenari utilizzati dagli Stati Uniti contro il nostro
popolo. Un esempio di ciò è stato il barbaro sabotaggio effettuato al cinema
Riesgo, di Pinar del Río, il 28 maggio 1961, in uno spettacolo per ragazzi,
in cui sono rimasti feriti 26 bambini e 14 adulti e si sono verificati notevoli danni
materiali.
I danni a questo settore dell'attività culturale in cui molte strutture sono rimaste
completamente distrutte da queste azioni terroristiche, non si limitano ai danni materiali
causati alle strutture e alle attrezzature, di per sé notevoli, o alle mancate entrate.
C'è un danno ancora maggiore causato alla popolazione privandola del piacere
dell'attività culturale e ricreativa, limitando il suo sviluppo culturale e ostacolando
la sua piena realizzazione spirituale.
Tra alcune delle strutture che sono state oggetto di aggressione nel 1960 si contano i
sabotaggi e gli incendi del cinema Lido, Manzanares, 23 y
12, La Rampa e Candido, tutti a Ciudad de la Habana, e dei
cinema Apolo e Rex, a Jovellanos, provincia di Matanzas. Nel 1961,
oltre al citato cinema Riesgo a Pinar del Río, si possono ricordare l'ordigno
esplosivo che ha causato ferite a una persona nel cinema Patria, l'incendio
del teatro Negrete e lincendio di grandi proporzioni che ha distrutto il
teatro della Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC), a Ciudad de La Habana. Nel 1975 è
avvenuto il sabotaggio, lincendio e la totale distruzione del cinema
Infanta, pure a La Habana.
Le strutture dei mezzi di comunicazione di massa - la radio, la televisione e la stampa -
sono stati ugualmente oggetto di azioni terroristiche con il proposito di privare la
popolazione di ogni fonte di informazione e di orientamento. Così, per esempio, il
sabotaggio già menzionato perpetrato nel 1960 alla stazione radiotelevisiva più
importante del paese, la CMQ, allora praticamente l'unica di portata nazionale, ha messo
sull'orlo del collasso il sistema di televisione, fatto evitato grazie all'iniziativa e
alle capacità professionali dei tecnici della stazione radio nonostante i significativi
danni causati alla struttura e alle attrezzature e la carenza di una riserva di pezzi di
ricambio. Altre strutture, come gli edifici del quotidiano Revolución, della
rivista Verde Olivo e di altri organi di stampa, sono stati pure oggetto di
sabotaggi e di azioni terroristiche.
Le aggressioni e le azioni terroristiche non solo sono state commesse contro strutture
produttive e di servizi. Anche la popolazione è stata vittima di fatta criminali che
hanno colpito o distrutto i suoi beni personali e patrimoniali. Centinaia di case di
operai e di contadini hanno subito queste aggressioni perpetrate da agenti al servizio del
Governo degli Stati Uniti. La gran parte di queste abitazioni sono stati bruciate e
distrutte, con i beni e larredamento esistenti al loro interno, da bande mercenarie
o per attacchi pirata di imbarcazioni e di aeroplani provenienti dagli Stati Uniti.
VENTESIMO: Una delle manifestazioni più vigliacche della politica di aggressione
contro Cuba portata a termine dalle organizzazioni terroristiche patrocinate dall'Agenzia
Centrale di Intelligenza degli Stati Uniti, è stata la realizzazione di attentati e di
altre azioni violente contro funzionari e uffici cubani radicati in altri paesi. Gli
agenti terroristi, paurosi dell'efficiente risposta degli organi di sicurezza cubani, si
sentono più fiduciosi di portare a termine le loro azioni criminali fuori dal territorio
nazionale, dove a volte possono trovare, perfino, la tolleranza o la complicità delle
autorità di alcuni dei paesi dove eseguono questi fatti per i vincoli stabiliti in essi
dai servizi speciali nordamericani.
Contro le rappresentazioni diplomatiche, consolari e commerciali di Cuba in differenti
paesi sono stati portati a termine un grande numero di attentati terroristici che hanno
causato, oltre a vittime, danni notevoli ai locali e ad altri mezzi di queste
rappresentanze. Queste azioni, portate a termine molte volte da mercenari appartenenti a
organizzazioni terroristiche di origine cubana radicate negli Stati Uniti e da altri
agenti addestrati e finanziati dalle agenzie speciali del Governo degli Stati Uniti,
prendono come obiettivo non solo le nostre rappresentanze diplomatiche e commerciali
all'esterno ma sono dirette anche contro istituzioni commerciali di paesi terzi che
mantengono vincoli col nostro paese, con la finalità di seminare il terrore tra quegli
imprenditori, spaventarli e formare all'estero un'immagine di Cuba di instabilità e di
incertezza sul suo futuro, che colpisca negativamente le relazioni politiche, economiche e
commerciali esterne del paese.
I primi fatti di questa natura accadono appena alcune settimane dopo il trionfo
rivoluzionario a Cuba. Il 5 giugno 1959, l'Ambasciata cubana a Santo Domingo è attaccata
da elementi controrivoluzionari. Muore il bambino dominicano Ovidio Méndez e i
diplomatici cubani Juan José Díaz del Real e Mario Rivas Patterson sono colpiti
brutalmente. In quell'anno hanno subito aggressioni i Consolati cubani a Miami e a New
York e le Ambasciate ad Haiti e in Guatemala. Il 4 agosto 1959 sono stati distrutti con
esplosivi, in un hangar dell'aeroporto di Miami, due aeroplani C-46 che erano stati
comprati dall'abbattuto Governo di Fulgencio Batista e non erano stati consegnati ancora a
Cuba.
Tra il 1960 e il 1964 avvengono 59 aggressioni notevoli a diplomatici e a uffici cubani.
Il 15 marzo 1963 muoiono i corrieri diplomatici Juan de Dios Mulén Quirós ed Enrique
Valdés Morgado essendo stato sabotato l'aeroplano commerciale boliviano su cui
viaggiavano. Sono le prime perdite mortali cubane su questo versante della guerra sporca
contro Cuba. Non saranno le uniche.
Il 3 aprile 1967, l'addetto commerciale di Cuba presso l'ONU, Nicolás Rodríguez, rimane
ferito dentro il suo ufficio a causa dell'esplosione di un artefatto nascosto dentro un
libro inviato alla missione. Esattamente un mese dopo esplode una bomba a frammentazione
nel giardino dell'Ambasciata cubana di Città del Messico, causando ferite a quattro
persone e notevoli danni.
Negli anni seguenti avvengono altri attentati terroristici con esplosivi. Il 4 aprile 1972
uno di questi congegni esplode nella sede dell'ufficio commerciale cubano nella città
canadese di Montreal. Nell'esplosione muore il funzionario Sergio Armando Pérez Castillo
e altre sette persone subiscono ferite. L'immobile resta gravemente danneggiato.
Le dipendenze cubane a Santiago del Cile sono banco di tre attentati dinamitardi nel 1973.
Sono stati utilizzati in queste azioni terroristiche portasigari esplosivi simili a quelli
utilizzati a Cuba da agenti forniti di tali mezzi dalla CIA. Il 3 dicembre di quello
stesso anno, una potente bomba a tempo causa una grande strage negli uffici del Consolato
di Cuba di Città del Messico.
Durante questi anni, coincidendo con la creazione dell'organizzazione controrivoluzionaria
di stampo terroristico conosciuta con la sigla CORU, si moltiplica all'estero la scalata
di azioni violente contro installazioni cubane, tanto in quantità come in intensità. Nel
1974 avvengono 51 attacchi terroristici in Messico, Perù, Giamaica, Spagna, Gran
Bretagna, Francia, Venezuela e in altri paesi, 29 di essi direttamente contro interessi
cubani. Il 28 novembre 1975 è distrutta da una bomba l'automobile dell'Ambasciatore
cubano in Messico, Fernando López Muiño.
Nel 1976 avvengono 53 aggressioni terroristiche, di queste 28 contro interessi cubani a
New York, in Portogallo, Messico, Spagna e in altri paesi. Varie di esse lasciano saldi
deplorevoli di vittime umane. Tutte producono danni materiali considerevoli. Il 6 giugno
di quell'anno un ordigno esplosivo posizionato nella sede della Missione di Cuba presso le
Nazioni Unite, a New York, causa notevoli danni. Il 7 novembre, in un atto terroristico
rivendicato pubblicamente dal CORU, una bomba distrugge gli uffici di Cubana de Aviación
a Madrid e colpisce tre locali attigui.
Tra il 1977 e il 1980 si registrano altri 96 attentati terroristici perpetrati in diversi
paesi da gruppi terroristici vincolati alla CIA. Di essi, 24 sono stati diretti contro
interessi cubani, comprese tre aggressioni a navi ancorate in porti stranieri. Il 22
luglio 1977 viene sabotato e affondato nel porto peruviano di El Callao il peschereccio
Río Jobabo. Unaltra delle azioni più gravi è stato l'incendio della
nave Mar Caribe il 14 febbraio 1978 nel porto spagnolo di Vigo. Anche a El
Callao, il 10 ottobre 1997, è stato collocato un ordigno esplosivo sulla nave Río
Damuji, che ha provocato danni considerevoli.
Significativamente, durante questi anni quasi la metà delle azioni di questo tipo hanno
avuto per banco le strutture diplomatiche cubane a Washington e a New York, in un momento
di relativo miglioramento del clima di tensione nelle relazioni tra Cuba e Stati Uniti
durante lamministrazione del Presidente James Carter. Più recentemente, i casi di
attentati con ordigni esplosivi in alcuni uffici commerciali cubani in America Latina,
eseguiti dalla rete terroristica diretta da Luis Posadas Carriles, indicano che questa
modalità di aggressione contro Cuba non è stata abbandonata dai nostri nemici.
VENTUNESIMO: Dal 1962 fino a oggi, il Governo degli Stati Uniti ha utilizzato la
risorsa dell'aggressione biologica come una delle armi principali nella sua guerra sporca
contro Cuba, con il risultato di sensibili danni all'economia del paese e, quello che è
molto più grave e criminale, alla salute e alla vita dei cittadini cubani. Nell'ordine
economico, questa guerra biologica è stata diretta principalmente contro la produzione
agro-zootecnica cubana, con l'obiettivo di sabotare le fonti di alimentazione della
popolazione, di ostacolare le entrate derivate dall'esportazione di produzioni agricole e
di causare abbondanti perdite per produzioni perse e per spese affrontate per combattere
le plaghe e le malattie introdotte.
In un documento in data 18 gennaio 1962, in cui con il titolo di Progetto Cuba
si esponevano gli obiettivi e i 32 punti originali di quella che si sarebbe chiamata poi
'Operazione Mangusta, appare la seguente formulazione del Punto 21: "La CIA
farà partire il 15 febbraio un piano per provocare insuccessi nei raccolti alimentari a
Cuba". Le due seguenti righe del testo declassificato di questo documento, nelle
quali si può supporre che si precisava il metodo che sarebbe stato impiegato per
finalizzare questo proposito, appaiono censurate: evidentemente il suo contenuto risulta
tanto ripugnante che perfino i funzionari incaricati della declassificazione hanno
considerato conveniente mantenerle ancora in segreto.
Alla luce di questa rivelazione, non può risultare una semplice coincidenza il fatto che,
quello stesso anno, si scoprì l'apparizione simultanea nella popolazione avicola delle
province di Pinar del Río, La Habana, Matanzas e Oriente, della malattia conosciuta come
newcastle. Nelle indagini realizzate allora, è stato comprovato che
l'apparizione di questa malattia è stato il risultato di un sabotaggio realizzato in un
laboratorio dell'Istituto Nazionale della Riforma Agraria di un vaccino per il vaiolo del
pollame, la cui distribuzione e uso provocò la morte di oltre un milione di uccelli sul
territorio nazionale. Il danno economico, tra le perdite di carne e le spese di
risanamento, ammontarono a 3.36 milioni di pesos al prezzo corrente. Fu questo il primo
caso di cui si ha notizia dell'uso da parte della CIA dell'aggressione biologica contro
l'economia del paese.
Nel 1971 si manifestò il primo principio di febbre porcina africana nel municipio di
Boyeros, nella vecchia provincia di La Habana, da dove si diffuse nel resto di questa
provincia e ad alcune zone della provincia di Pinar del Río. La causa di questa grave
malattia del bestiame porcino è stata l'introduzione nel paese da Fort Gullick, base
militare nordamericana nella zona del Canale di Panama, del virus altamente patogeno da
parte di un agente della CIA, come si è saputo in maniera inequivocabile ed è stato poi
confermato da notizie apparse sulla stampa internazionale dopo l'ammissione pubblica da
parte dello stesso agente. Per impedire la propagazione della malattia, è stato
necessario sacrificare circa 500.000 maiali, che significò per l'economia del paese
perdite milionarie dovute agli animali cremati, costo del sacrificio, spese della
campagna, indennizzo a produttori privati e danni alla qualità dellallevamento e al
suo sviluppo futuro. Senza una quantificazione possibile è rimasto l'impatto
sull'alimentazione del popolo della drastica riduzione della massa di bestiame porcina.
Nel gennaio 1980 si scopre e si conferma la presenza di questa stessa malattia in tutti i
municipi contigui o vicini al territorio occupato dalla base navale degli Stati Uniti
nella baia di Guantánamo. Questa volta è stato necessario sacrificare un totale di
297.037 maiali. Come nell'occasione precedente, i danni economici per le perdite di
animali, pagamenti di indennità ad allevatori privati, spese di campagne e perdite in
transazioni di commercio estero, sono state considerevoli. Ma più grave è stato il danno
allo sviluppo futuro dellallevamento porcino e a un ramo di importanza strategica
nella sicurezza alimentare della popolazione.
Nel settembre 1978 si localizzano nella provincia di Holguín aree di canna da zucchero
colpite dalla maculatura, una delle malattie più aggressive della canna da zucchero. La
plaga, che subito si è estesa a tutto il paese, colpiva seriamente soprattutto la
varietà Barbados-4362, che era a quell'epoca predominante nelle piantagioni di canna
cubane. L'apparizione brusca ed estremamente virulenta della malattia, la sua propagazione
quasi istantanea e la non corrispondenza della distribuzione dei focolai con i sistemi
delle correnti di aria prevalenti, hanno indicato dal primo momento che si trattava di
un'infestazione attribuibile a cause non naturali. La presenza e la propagazione della
maculatura della canna ha costretto alla distruzione immediata del 34 % dell'area di canna
piantata a livello nazionale, e alla sua sostituzione con altre varietà di maggiore
resistenza alla malattia ma di inferiore rendimento agroindustriale. Durante i primi anni
la maculatura della canna ha prodotto gravi effetti sull'economia. Solamente nella zafra
del 1980-81 per questa causa sono state prodotte quasi un milione di tonnellate di
zucchero in meno.
La muffa azzurra del tabacco è stata scoperta nel novembre 1979, nella provincia di Villa
Clara. Si trattava già di una malattia riscontrata a Cuba nel 1957, correlata all'impiego
da parte dei nostri agricoltori di tessuto di coperta che si importava normalmente dagli
Stati Uniti, dove era abbastanza estesa. Azioni adottate in quel periodo liquidarono i
focolai e non si erano verificate altre manifestazioni. La forma di propagazione della
malattia e l'apparizione quasi all'unisono di focolai dispersi in un ampio territorio,
hanno permesso di determinare che i funghi hanno potuto essere disseminati deliberatamente
per via aerea.
L'impatto economico della muffa azzurra è stato di tale grandezza nella coltivazione del
tabacco del 1979 che calcoli prudenti hanno constatato perdite ascendenti a quasi 350
milioni di dollari solamente in quell'anno per la diminuzione delle esportazioni e per il
danno al consumo nazionale che ha dovuto essere coperto in buona misura con importazioni
che, per la prima volta nella sua storia, il paese si è visto obbligato a realizzare.
E stato necessario adottare misure eccezionali per sradicare la malattia, con alti
costi per importazioni di mezzi fitosanitari per combattere e per prevenire la
riapparizione della plaga, per sussidi e per indennità ai produttori. L'economia del
paese si è vista colpita non solo dalle perdite miliardarie di entrate per esportazioni
non realizzate, ma dal fatto che l'assenza sui mercati tradizionali ha creato spazi ad
altri produttori concorrenti, per cui sono stati necessarie ulteriori spese promozionali
straordinarie.
Il caso più sinistro della guerra biologica scatenata dal Governo degli Stati Uniti
contro il popolo cubano, è stato l'epidemia di dengue emorragico introdotto a Cuba nel
1981, che ha causato la morte di 158 persone, tra queste 101 bambini. I ceppi del virus
isolati allora, distinti geneticamente da quelli che stavano circolando in altri paesi dei
Caraibi in quel periodo, avevano invece una correlazione unicamente con ceppi di
laboratorio sviluppati in strutture nordamericane. D'altra parte, i tre focolai
determinati come primari, mancanti di alcuna relazione epidemiologica tra di loro, si
trovavano appena a pochi chilometri da due dei tre corridoi aerei che attraversavano
l'Isola. Si è potuto verificare inoltre che nella base navale di Guantánamo ha avuto
luogo quell'anno un processo di vaccinazione contro la malattia, e che lì non è avvenuto
alcun caso di dengue durante lo sviluppo dell'epidemia a Cuba. Tutte queste considerazioni
hanno permesso di determinare categoricamente a suo tempo che l'introduzione del virus del
dengue tipo 2 a Cuba nel 1981 non è stato un fenomeno naturale, cosa confermata
successivamente dalla confessione di un capoccia dell'organizzazione terroristica Omega 7,
al servizio della CIA.
L'azione immediata, energica e integrale delle autorità cubane davanti alla violenta
propagazione della malattia, della quale si arrivo ad avere un totale di 344.203 casi
certificati, arrivò alla totale liquidazione dall'epidemia in un lasso di tempo di
quattro mesi e mezzo. Per il paese, la lotta contro il dengue ha rappresentato un totali
di spesa di 103.2 milioni di dollari, secondo i prezzi dell'epoca.
In quello stesso anno venne dichiarato nel paese un principio di congiuntivite emorragica
causata da un agente patogeno, l'enterovirus 70, che, secondo l'Ufficio Panamericano della
Salute, non era stato mai presente nell'emisfero. Altrettanto si può dire del principio
di dissenteria successo nella stessa epoca nella provincia di Guantánamo, sede della base
navale nordamericana, che causò la morte di 18 bambini, prodotto da un batterio,
Shiguella, non riportato precedentemente nel paese.
Anche nel 1981, il 4 agosto, si scoprì nella provincia di Villa Clara la malattia virale
conosciuta come pseudodermatosi nodulare bovina. In appena 21 giorni la malattia si estese
a nove province del paese. Questa malattia, endemica in Africa, non era mai esistita prima
a Cuba. L'agente eziologico era stato isolato in Italia e negli Stati Uniti, le cui
autorità non ne avevano mai informato ufficialmente gli organismi sanitari
internazionali. A quell'epoca si lavorava col virus nel laboratorio nordamericano di
malattie esotiche situato a Plum Island. La lotta contro questa epidemia significò per il
paese spese abbondanti. Date le caratteristiche cliniche della malattia, è stato
necessario prendere strette misure di quarantena, di immobilità della massa bovina e di
eliminazione della produzione di latte nei 2.895 focolai scoperti, con un danno totale di
226.181 animali malati. Tutte questi misure hanno causato significative perdite economiche
e danni nella somministrazione e nel consumo del latte della popolazione. Gli effetti di
questa malattia continuano a produrre perdite considerevoli.
Risulta significativo il fatto che a quell'epoca il paese aveva raggiunto importanti
progressi genetici nell'allevamento bovino, con un favorevole ricambio della struttura
della massa bovina mediante razze con proprietà superiori per la produzione di carne e
latte. Era stato realizzato un gigantesco sforzo di investimenti in infrastrutture e in
attrezzature. Si apprezzava un progressivo incremento della produzione di latte, aspetto
alimentare essenziale per la popolazione e, in particolare, per i bambini, gli anziani e i
malati.
Un'altra sospetta malattia del bestiame bovino, la mamilitis ulcerativa, venne
scoperta il 4 aprile del 1989 nella provincia di Granma, da dove si estese rapidamente ad
altri territori vicini. Principi simili sono apparsi, tuttavia, nelle distanti province di
La Habana e Pinar del Río, in un schema di propagazione completamente anormale. Questa
patologia produce un'altissima morbilità dell80 % e causa un danno del 25 % nella
produzione del latte. Prevede inoltre il trattamento speciale degli animali malati, il
loro isolamento e l'applicazione di intense misure di disinfezione e di quarantena.
Dall'apparizione di questa malattia, che non ha potuto essere completamente sradicata,
sono stati scoperti circa 400 focolai. Alle perdite nella produzione del latte si
aggiungono i costi in medicine, misure di disinfezione e di trattamento e altre azioni
necessarie
Nella decennio degli anni 90, con linterruzione delle condizioni di commercio
e di scambio prevalenti nelle relazioni economiche che Cuba manteneva con i paesi
dell'Europa dell'Est e la scomparsa Unione Sovietica, il settore agro-zootecnico ha dovuto
affrontare una sfida di grandi proporzioni. Da una parte, ha visto sostanzialmente ridotti
gli articoli di cui tradizionalmente disponeva per garantire le coltivazioni e la
produzioni del bestiame per l'esportazione e per il consumo; dallaltra parte, doveva
rispondere a una domanda incrementata dalle restrizioni nelle importazioni di alimenti,
come conseguenza delle nuove misure prese dal Congresso e dall'Amministrazione degli Stati
Uniti.
In questa complessa congiuntura, il settore agro-zootecnico si trasforma in uno dei
principali obiettivi delle aggressioni nordamericane, in particolare della guerra
biologica scatenata contro il nostro paese, con un'intensità e con una dimensione che non
ha conosciuto nessun altro paese del mondo. Nel paese si stava portando a termine un
significativo sforzo per sviluppare quello che era conosciuto come il Programma
Alimentare, che pretendeva di riuscire a ottenere a poco a poco l'autosufficienza
alimentare nelle linee principali dell'alimentazione della popolazione. In questo
programma aveva un spazio importante la produzione di banane, di cui si sviluppavano
grandi piantagioni in diverse regioni dal paese.
Nellottobre 1990 venne scoperta la presenza della sigatoka nera della banana, nella
provincia di Camagüey. Quella malattia non era mai stata rilevata prima a Cuba e
risultava sospetta la coincidenza della sua apparizione con lo sforzo che realizzava il
paese per estendere e per ottimizzare la produzione di banane in quel periodo. I focolai
iniziali erano situati molto vicino al corridoio aereo internazionale Maya. Fino a oggi
l'introduzione di questa plaga a Cuba ha rappresentato spese e perdite ascendenti a oltre
100 milioni di dollari. Il totale di aree seminate con cloni tipo AAB di banana da pasto
è diminuito del 77 % tra 1990 e 1995. Ai notevoli danni alla produzione e al consumo e
alle perdite economiche della produzione e al costo dei mezzi impiegati per combattere la
malattia, si somma il danno causato allo sviluppo e allespansione della produzione
di un componente basilare della dieta del cubano.
La produzione di agrumi, da parte sua, è stata una delle attività economiche nel settore
agro-zootecnico che ha sperimentato il maggiore sviluppo con la Rivoluzione. Nel decennio
degli anni 80 la produzione annuale ha raggiunto livelli attorno al milione di
tonnellate e le esportazioni hanno oltrepassato il mezzo milione di tonnellate, con
prospettive di una maggiore espansione. Nella complessa congiuntura economica che ha
affrontato il paese agli inizi degli anni 90, gli agrumi dovevano svolgere un ruolo
distinto come fonte di entrate di esportazione e nel consumo alimentario della
popolazione.
Nel dicembre 1992 è stata identificata la presenza del gorgoglione nero, il vettore più
efficiente della malattia conosciuta come tristezza dell'agrume, in
piantagioni del municipio di Caimanera, dove è situata la base navale nordamericana.
Questo insetto non era mai stato rilevato prima nel paese. Un anno dopo appare nella
provincia di La Habana il guastatore degli agrumi, plaga che quattro mesi più
tardi si estende da Pinar del Río fino a Camagüey. Questo insetto non era mai stato
scoperto fino ad allora in America. Non è necessario associare queste sospette malattie
al significato della coltivazione degli agrumi e al loro sviluppo nell'economia del paese.
Tra entrambe le plaghe il paese ha dovuto affrontare spese e perdite miliardarie, tra esse
un notevole calo delle possibili entrate in valuta per l'esportazione di agrumi.
La cosiddetta malattia emorragica virale del coniglio, anche questa estranea a Cuba, è
stata diagnosticata nel 1993 a Ciudad de La Habana, da dove si è estesa rapidamente ad
altri territori. Nel continente americano si era solamente registrata la sua presenza in
Messico, in 1989. L'apparizione dei focolai non rispondeva in generale a un processo di
propagazione normale. Tra le perdite economiche prodotte da questa epidemia che hanno
potuto essere quantificate, si contano i 122.135 animali morti o abbattuti. Il danno al
programma di sviluppo del coniglio e la privazione di un'alternativa complementare alla
somministrazione di proteine animali nel consumo della popolazione è molto più difficile
da quantificare.
Nel febbraio 1995 è stata scoperta nelle province di Granma e di Santiago di Cuba la
broca del caffè, considerata la peggiore plaga del caffè. Questa malattia
era estranea al nostro paese e non c'è possibilità plausibile che sia comparsa per
ragioni naturali. Al contrario, esistono elementi sufficienti per affermare che è stata
introdotta in maniera intenzionale e per determinare il procedimento utilizzato. Alla
broca sono attribuite a volte perdite superiori all80 % della
produzione. La si conosce anche come causa di un serio deterioramento della qualità del
grano, fattore che colpisce negativamente, in modo molto sensibile, i prezzi della sua
commercializzazione. Tutto ciò fa sì che le spese e le perdite economiche causate da
questa plaga siano molto significative.
La varroasis dell'ape è stata diagnosticata nellaprile 1996 in tre
alveari del settore privato nel municipio di Limonar, nella provincia di Matanzas. Da lì
si è diffusa a grande velocità ad altre regioni del paese. Secondo lo studio realizzato,
questo malattia sarebbe potuta solamente entrare in modo naturale dalle province di Pinar
del Río o di Guantánamo. La sua propagazione è stata dalla regione occidentale verso
quella orientale, quando per il predominio dei venti dell'est la sua distribuzione
naturale avrebbe dovuto avvenire all'inverso. Molti focolai sono apparsi in maniera
isolata, senza legame alcuno con i precedenti. Limportazione di prodotti per il
controllo della malattia, il calo nella produzione di miele e in altri prodotti che si
ottengono dalle api, le perdite per morte negli alveari e i costi per le misure di
quarantena hanno rappresentato un forte impatto economico per il settore.
Pure nel 1996 si è diagnosticata la presenza nel bacino Zaza, nella provincia di Sancti
Spiritus, della malattia ulcerativa della trota, che si è estesa ad altre speci di
interesse commerciale come la tilapia. Ancora non esiste una valutazione
definitiva sull'impatto economico di questa malattia per un settore tanto importante della
produzione alimentare nel paese come l'acquicoltura, nel quale la nazione ha realizzato un
ingente sforzo di sviluppo come via alternativa alle difficoltà generali che per Cuba,
come per quasi tutti i paesi, presenta lo sviluppo della pesca marittima.
Il 21 ottobre 1996, l'aeronave di fumigazione modello SR2 con matricola N3093M del
registro di aeronavi civili degli Stati Uniti, predisposta dal Dipartimento di Stato
nordamericano per la lotta contro la produzione di droghe in Colombia, è stata vista
mentre polverizzava una sostanza nellattraversamento del territorio cubano per il
corridoio aereo internazionale Girón, sulla provincia di Matanzas. Il fatto è stato
oggetto di una nota di protesta del Ministero delle Relazioni Estere. Il 18 dicembre di
quell'anno, due mesi dopo, appaiono in quella provincia i primi indizi della presenza di
una plaga Thrips su coltivazioni di patata. Nel mese di gennaio seguente, focolai dello
stesso insetto sono stati rilevati in altri municipi della provincia di Matanzas e della
provincia di La Habana. Il 14 febbraio 1997, il Laboratorio Centrale di Quarantena ha
confermato che l'insetto analizzato era il Thrips palmi Karny, fino a quel momento
estraneo al territorio cubano.
L'analisi dei fatti e i risultati delle ricerche realizzate hanno permesso di determinare
che i focolai primari di infezione avevano una relazione immediata con il corridoio aereo
Girón, e che, tenendo conto la popolazione di insetti osservata a dicembre e il tempo di
riproduzione di quella specie, si poteva stimare l'inizio dell'infestazione intorno al 21
ottobre, cioè, la data in cui è avvenuto il volo dell'aeronave nordamericana. Essendo
stata segnalata la presenza del vettore ad Haiti, nella Repubblica Dominicana e in
Giamaica, era da supporre che la sua introduzione in forma naturale sul territorio cubano
avvenisse nella regione orientale, la più vicina a questi paesi. La sua apparizione a
oltre 600 chilometri da quella regione risultava, almeno, strana e sospetta. In questo
caso esistono giustificate evidenze che portano facilmente a concludere, con un alto grado
di certezza, che, un'altra volta, Cuba è stata oggetto di un'aggressione biologica.
Dalla sua apparizione nel nostro paese, il Thrips palmi ha colpito 17 coltivazioni nelle
aree contaminate, tra queste la patata, il fagiolo, il peperone, il cetriolo e la zucca.
Fino a ora la produzione è stata danneggiata in 3 milioni di quintali, e le spese e le
perdite economiche totali ammontano a varie decine di milioni di dollari.
Nel settembre 1997 si rilevava nel municipio di Nueva Paz, nella provincia di La Habana la
plaga dell'acaro del riso. Questa plaga ha colpito dodici delle quattordici province del
paese. Questa plaga, di origine asiatica, non esiste in nessun altro posto del continente
americano. Il posto della sua apparizione è particolarmente vulnerabile, per la sua
ubicazione attigua all'Autostrada Nazionale, per un'introduzione intenzionale. Un'altra
volta coincide un danno di questa natura con un programma agricolo prioritario del paese,
in questo caso lo sviluppo della produzione del riso per ridurre la dipendenza dalle
importazioni e, eventualmente, raggiungere l'autosufficienza di questo cereale basilare
nella dieta del cubano. La presenza della plaga ha contribuito in modo significativo alla
riduzione di un 50 % del raccolto del 1998 riferito all'anno precedente. L'introduzione
dell'acaro del riso ha rappresentato considerevoli perdite totali per l'economia.
Come si può osservare, la caratteristica comune di queste aggressioni è la loro
coincidenza nel tempo con l'impulso a piani di sviluppo di attività produttive
specifiche. Le perdite causate si riferiscono non solo alla distruzione o al
danneggiamento diretto di coltivazioni o di animali, bensì al loro effetto sui piani di
sviluppo che venivano portati avanti in ognuno dei rami oggetto di aggressione.
Praticamente tutte le coltivazioni e le produzioni agro-zootecniche fondamentali del paese
hanno subito in questi anni gli attacchi di plaghe che prima non erano mai state presenti
a Cuba e che erano state mantenute lontane grazie alle strette politiche di controllo
fitosanitario applicate in maniera sistematica dalle autorità cubane. In molti casi la
partecipazione di agenti intenzionali è stata documentata. In alcuni si conta sulla
conferma esplicita delle proprie colpe dell'aggressione biologica. In molti altri esistono
elementi sufficienti per arrivare a una certezza quasi assoluta che l'introduzione delle
plaghe è stata deliberata, come parte della campagna di guerra biologica scatenata contro
il nostro paese dal Governo degli Stati Uniti.
Le perdite economiche causate dalle malattie indicate sono state enormi. I danni alle
produzioni agro-zootecniche in quasi tutti i casi importanti e in molti fondamentali per
il paese, come la canna da zucchero, il tabacco, il riso, gli agrumi o la banana, sono
stati significativi, in alcune occasioni sono durati vari anni, e hanno causato sensibili
diminuzioni dei livelli di fornitura alimentare al paese e delle entrate che avrebbe
potuto percepire il paese per l'esportazione di zucchero, tabacco, agrumi e di alcuni
altre di queste produzioni.
Questa guerra biologica è, senza dubbio, una delle manifestazioni più perfide, spietate
e criminali della politica aggressiva degli Stati Uniti contro il popolo cubano.
VENTIDUESIMO: L'aggressione radio e televisiva è stata per quattro decenni uno dei
principali strumenti della politica nordamericana contro Cuba, nei suoi propositi di
sovvertire l'ordine interno, di distorcere la realtà della società cubana e di sottrarre
prestigio alla sua Rivoluzione e ai suoi dirigenti, come quello di stimolare azioni
terroristiche contro canneti, centrali dello zucchero, magazzini, centri turistici,
impianti dell'industria del petrolio e altri obiettivi economici e sociali e contro la
vita di dirigenti del paese, e quello di incitare all'emigrazione di professionisti,
tecnici, intellettuali, artisti, sportivi e funzionari.
L'esempio più recente e più indegno dei risultati di questo incitamento costante
all'emigrazione illegale, favorita dalla permanente validità dell'iniqua Legge di
Transizione Cubana, è il caso del bambino cubano Elián González, di 6 anni di età,
sequestrato in territorio nordamericano e trattenuto lì arbitrariamente dalle autorità
degli Stati Uniti, piegate alla pressione degli elementi più reazionari e anticubani
della comunità cubano-nordamericana della città di Miami, in violazione flagrante dei
diritti di suo padre e dei nonni residenti a Cuba e contro la volontà di tutto il popolo
cubano, espressa in massicce manifestazioni nazionali, e della schiacciante opinione
pubblica mondiale.
Dallo stesso anno 1959 sono cominciate le trasmissioni radio contro il nostro paese da
Radio Swan, stazione radio situata in quell'isola caraibica. Nel 1960 altre stazioni radio
di altri paesi e negli Stati Uniti si sono aggiunte a questo lavoro destabilizzante e
contrario agli accordi internazionali dei quali Cuba e gli Stati Uniti fanno parte. Alla
fine del 1961 la Voce delle Americhe (VOA), organo ufficiale del Governo degli Stati
Uniti, si univa a questo programma di aggressioni contro la nazione cubana.
Tra il 1966 e il 1980 altri emittenti pirata a onde corte hanno portato a termine 3.904
trasmissioni contro Cuba. Nel 1980, nel cosiddetto Documento di Santa Fé, piattaforma
programmatica dell'ultradestra nordamericana che appoggiava l'aspirazione presidenziale
del candidato Ronald Reagan, si suggeriva di ricominciare con nuova spinta le trasmissioni
progettate per la popolazione cubana, il cui ascolto si era ridotto tra il 1974 e il 1979.
Nel 1981 il già Presidente Reagan annuncia l'uscita nell'aria della mal chiamata Radio
Martí. Da allora, e in modo moltiplicato dopo la sparizione dell'Unione Sovietica e del
campo socialista europeo, si è spiegata un'offensiva propagandistica di grandi
proporzioni contro il nostro paese, con più di 200 ore giornaliere di trasmissioni radio
verso Cuba che hanno raggiunto nel gennaio 1999 una media di 1.935 ore settimanali di
veleno radiofonico. Tra il 1990 e il 1998, un totale di 63 stazioni radiofoniche
sovversive hanno trasmesso contro il territorio cubano, di queste 60 dagli Stati Uniti.
All'aggressione radio si sommano i tentativi di aggressione televisiva, concepiti dal 1962
e materializzati a partire dal 1989, quando il Senato e l'Amministrazione nordamericani
avallarono l'uscita nell'aria di una stazione di televisione destinata alla sovversione
anticubana.
Un straordinario sforzo dei tecnici cubani e la destinazione di abbondanti risorse
materiali e finanziarie sono stati necessari per affrontare questaltra modalità di
aggressione e neutralizzare od ostacolare la ricezione di questi segnali televisivi sul
nostro territorio che violano flagrantemente il diritto internazionale e gli accordi
internazionali in questa materia.
VENTITREESIMO: Cuba, paese piccolo bloccato, costantemente minacciato e aggredito
dalla potenza più poderosa di tutta la storia dell'umanità, situata a sole 90 miglia
delle nostre coste, si è vista obbligata durante questi quarantanni a spingere
simultaneamente il suo sviluppo economico e sociale e un accelerato rafforzamento della
propria capacità difensiva, della sicurezza e dell'ordine interno, di fronte alle
costanti aggressioni e azioni terroristiche promosse, organizzate, finanziate e messe in
pratica dagli Stati Uniti.
Nessunaltra nazione nella storia ha avuto un nemico dichiarato tanto poderoso e
vicino, che abbia portato a termine contro di lei un così alto e variegato numero di
azioni aggressive, né si è visto un altro caso simile di tale resistenza vittoriosa, di
fronte a una correlazione di forze schiaccianti tanto avverse.
Queste condizioni eccezionalmente anormali alle quali è stata sottoposta la nazione
cubana per quattro decenni, hanno provocato il fatto di realizzare un enorme sacrificio di
risorse umane, materiali e finanziarie per garantire la difesa del paese, in
corrispondenza con il pericolo delle minacce che incombono sulla sua stessa esistenza come
nazione indipendente e sopra la sua identità e integrità nazionale, e con la realtà
concreta delle migliaia di atti di aggressione che ha dovuto sopportare e resistere.
Conseguentemente a questa situazione, il paese si è visto obbligato a sovradimensionare
le spese e le risorse usate nella sua difesa e nel mantenimento dell'ordine interno.
Un esempio concreto è la situazione posta dalla presenza della base navale nordamericana
nella baia di Guantánamo. Tra l 1962 e il 1998 hanno avuto luogo 13.498 provocazioni e
violazioni perpetrate dal territorio occupato dagli Stati Uniti in virtù di un trattato
fondamentalmente illecito per il suo contenuto e per le circostanze in cui è stato
imposto a un Governo cubano venduto e incapace. Qualsiasi di questi fatti avrebbe potuto
dare luogo a un incidente di maggiore gravità. Solo la preparazione, la serenità e la
fermezza dei combattenti della Brigata di Frontiera che hanno custodito il territorio
libero della Patria per tutti questi anni, hanno impedito la escalation che,
senza dubbio, ha sempre figurato nei piani dei comandi militari e politici degli Stati
Uniti con il proposito di precostituire un incidente che servisse da pretesto a
un'aggressione maggiore.
In realtà, la posizione della base navale di Guantánamo dentro il territorio cubano è
stata ben sfruttata dalle amministrazioni di turno degli Stati Uniti per trasformarla dal
1959 in una punta di lancia nella sua guerra contro la Rivoluzione cubana. Questa
installazione è stata impiegata in diverse azioni che vanno da semplici provocazioni fino
a piani di autolesionismo con lobiettivo di avere una giustificazione davanti
all'opinione pubblica internazionale per aumentare le azioni aggressive contro Cuba. La
base navale di Guantánamo costituisce un centro di spionaggio radioelettronico e di
provocazioni e violazioni che possono degenerare in un confronto armato, come una piazza
darmi in caso di un'invasione.
Oltre alle forze e ai mezzi dislocati permanentemente in questa installazione, sotto il
pretesto di attività di addestramento la base navale è stata rinforzata in diversi
momenti ed è stata provata in varie occasioni l'evacuazione del suo personale civile.
Solamente negli ultimi dieci anni si possono menzionarsi i seguenti casi:
Nel 1990, in momenti di elevata tensione per la realizzazione da parte delle forze armate
degli Stati Uniti delle esercitazioni Global Shield-90 e Solid Shield-90, è stata portata
a termine l'esercitazione di difesa Defex-1/90 che ha obbligato alla realizzazione da
parte delle FAR dell'esercizio Scudo Cubano.
Nel 1993 la base navale è stata rinforzata con circa 2.000 effettivi della Fanteria di
Marina e delle Forze di Operazioni Speciali sotto il pretesto della situazione sorta ad
Haiti.
A partire dal 18 maggio 1994, in un momento di esplosione dell'esodo di haitiani verso gli
Stati Uniti, è stato creato un centro di internamento degli emigranti nella base che è
arrivato a ospitare circa 25.000 cittadini di Haiti. Parallelamente è stata attivata la
Forza di Compito Unito 160 (JTF-160) che raggruppava circa 1 500 effettivi militari.
Di fronte all'incremento delle partenze illegali da Cuba verso gli Stati Uniti nell'estate
del 1994, il 19 agosto di quell'anno il Presidente Clinton ordinò che tutti gli emigranti
cubani intercettati nello stretto della Florida fossero trasportati verso la base. In
totale furono sistemati in questa installazione circa 31.725 emigranti cubani. Per questo
fatto la base è stata rinforzata con circa 6.896 effettivi militari.
Il 13 agosto 1961 è stato scoperto un piano di aggressione preparato nella base navale di
Guantánamo, come parte del quale si progettava di assassinare il Comandante Raúl Castro
e di postazioni Forze Armate Rivoluzionarie.
Il territorio occupato dai nordamericani è stato utilizzato molte volte come rifugio di
terroristi e di sabotatori. Aeroplani provenienti dalla base hanno compiuto durante il
decennio degli anni 60 atti gravi di sabotaggio e di terrorismo, come il lancio di
bombe o lincendio di canneti. L'installazione nordamericana è servita ugualmente da
base di operazioni di spie, infiltrati, sabotatori e terroristi. Dal territorio occupato
per la base navale hanno ricevuto appoggio molte delle bande mercenarie che hanno operato
nella vecchia provincia di Oriente.
Questa situazione di provocazioni costanti, di perenne minaccia e di frequenta atti
aggressivi concreti, ha obbligato Cuba a mantenere un dispositivo di difesa intorno al
territorio occupato dagli Stati Uniti che hanno causato spese incomparabilmente maggiori
di quelle che sarebbero state necessarie in altre situazioni, e totalmente non necessarie
se non fosse esistita la base navale.
L'utilizzo da parte degli Stati Uniti delle esercitazioni militari delle sue forze armate
attorno a Cuba come strumento di provocazione e di minaccia, è stato un'altra delle
ragioni per il mantenimento di un livello speciale di preparazione e di disposizione al
combattimento. Dal 1964 fino a oggi, le forze armate nordamericane hanno realizzato un
totale di 104 esercitazioni militari importanti intorno a Cuba o in zone vicine al
territorio cubano, o che in qualche modo hanno rappresentato un pericolo per il nostro
paese. Tra le più significative si possono menzionare le esercitazioni Defex nel decennio
60 e ai principi degli anni 70 che avevano per scenario la base navale il
Guantánamo; la manovra Reinforcex del 1979, realizzata come dimostrazione di forza di
fronte a un eventuale rafforzamento della presenza militare sovietica a Cuba; le
esercitazioni Ocean Venture, soprattutto quella del 1981, la maggiore manovra realizzata
dalle forze armate nordamericane dopo la Seconda Guerra Mondiale; le manovre Solid Shield,
soprattutto quelle realizzate nel 1980 e nel 1987, e, più recentemente, l'esercitazione
Bulwark Bronze nel settembre 1996, nel Golfo del Messico e sulla costa est degli Stati
Uniti, nella quale sono stati simulati attacchi aerei contro Cuba; la manovra Purple
Dragón, tra gennaio e febbraio del 1998, con la partecipazione di 33 mille effettivi, che
consisteva in sbarchi aerotrasportati e anfibi in un'isola con caratteristiche simili a
Cuba, e l'esercizio navale combinato effettuato nellagosto 1998 con la
partecipazione di effettivi nordamericani e di vari paesi latinoamericani il cui
presupposto strategico era l'invasione di un'isola dei Caraibi diretta da "un
dittatore marxista".
La stessa documentazione segreta nordamericana che è stata declassificata negli Stati
Uniti, permette di confermare senza alcun dubbio l'invariabile intenzione degli strateghi
politici e militari degli Stati Uniti di propiziare la creazione di condizioni favorevoli
per una soluzione del loro "problema cubano" mediante un intervento militare
diretto a Cuba delle forze armate statunitensi.
La strategia essenziale è stata quella di frustrare queste intenzioni di aggressione
militare dirette mediante il mantenimento di un potenziale di risposta armata efficace con
la partecipazione di tutto il popolo e lo sviluppo di una dottrina di lotta di fronte a
un'invasione militare che comporterà un costo tanto elevato agli invasori da scoraggiare
l'aggressione diretta. Di questo si tratta, contando sulle limitate risorse economiche
disponibili, di preparare tutto il popolo e di mettere nelle sue mani le armi che facciano
desistere qualunque invasore dalle sue intenzioni di occupare il nostro paese.
In linea con questa strategia, all'inizio della decennio 80 sono state create le
condizioni per applicare i concetti della "guerra di tutto il popolo", fatto che
ha permesso di ridurre gli effettivi regolari delle forze armate, con il conseguente
risparmio di risorse. Ciononostante, lo sforzo che implica l'addestramento ogni anno di
milioni di uomini e di donne e il mantenimento della capacità combattiva del popolo,
così come la necessità di costruire costosi rifugi e altre opere fortificate per la
protezione della popolazione civile e dei combattenti, in cui è stata messa una
particolare attenzione per il vertiginoso sviluppo tecnologico raggiunto dagli Stati Uniti
nella sfera militare, hanno richiesto linvestimento di considerevoli risorse
materiali.
Le direzioni principali del sovradimensionamento delle spese militari e di sicurezza e
ordine interno, come conseguenza della sistematica politica di aggressione del Governo
degli Stati Uniti e dei loro agenti, sono riferite, tra laltro, a spese di
armamento, tecnica militare, tecnica speciale e altri mezzi materiali, spese di
preparazione, addestramento e mobilitazione, ad avere del personale permanente e quello
mobilitato, alimentazione, vestiario, servizi medici e altre spese materiali del
personale, spese di funzionamento, investimenti in installazioni militari e spese di
condizionamento del teatro di operazioni militari e nell'interesse della protezione della
popolazione.
I danni morali e materiali causati dalle azioni terroristiche e dalle aggressioni militari
e biologiche portate a termine dagli Stati Uniti contro il nostro popolo, per quattro
decenni e su tutta l'estensione del territorio nazionale e all'estero, superano
abbondantemente i fatti che sono stati raccontati nel presente reclamo. A ciò si
aggiungono le abbondanti risorse destinate a mantenere la capacità difensiva, di
sicurezza e di ordine interno di cui il paese ha avuto bisogno per difendersi dalle
sistematiche aggressioni e minacce di intervento diretto da parte del Governo degli Stati
Uniti.
I fatti sui quali si basa questa domanda costituiscono una prova irrefutabile del cinismo
di quella politica e il suo carattere genocida e terrorista contro un paese che non
rinuncerà mai alla sua indipendenza e alla sua autodeterminazione.
La quantificazione dei danni economici causati da questa politica aggressiva, escluso il
blocco e la guerra economica, raggiunge una stima preliminare che supera la somma di 54.000
milioni di dollari statunitensi.
Come è stabilito nella dottrina e dalla pratica giuridica internazionale, un Stato è
responsabile dei danni morali e dei danni materiali causati dalla sua condotta e dalle sue
azioni - tanto di carattere legislativo come amministrativo e giudiziale - quelle dei suoi
agenti e funzionari, e perfino quelle realizzati da persone naturali quando gli organi
corrispondenti dello Stato in questione omettono di prendere misure ragionevoli e
possibili di prevenzione o di soppressione. In conseguenza, detto Stato assume la
responsabilità civile per questi atti ed è in dovere di riparare i danni morali e
materiali da loro causati.
Questa domanda si basa, ugualmente, nei seguenti:
FONDAMENTI DI DIRITTO
1. LArticolo 1 della Costituzione della Repubblica di Cuba che contiene i fondamenti
politici, sociali ed economici dello Stato che garantiscono il godimento della libertà
politica, della giustizia sociale, del benessere individuale e collettivo e della
solidarietà umana, i quali si sono visti colpiti dalle azioni illecite che sono descritte
nel corpo di questa domanda.
2. LArticolo 12 della Costituzione della Repubblica di Cuba, infranto dalle azioni
illegali realizzate dal querelato che hanno attaccato i principi di indipendenza, di
sovranità dei popoli e il diritto all'autodeterminazione.
3. LArticolo 14 della Costituzione della Repubblica di Cuba che definisce che il
sistema di economia è basato sulla proprietà socialista di tutto il popolo dei mezzi
fondamentali di produzione, per cui tutte le trasgressioni realizzate dal querelato
colpiscono il popolo che rappresentiamo.
4. Il Capitolo VII della Costituzione della Repubblica di Cuba, relativo ai diritti,
doveri e garanzie fondamentali dei cittadini, che sono stati colpiti dall'imposizione del
blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal Governo degli Stati Uniti e dalle
aggressioni di diverso carattere commesse contro Cuba.
5. LArticolo 6, inciso 1, della Legge di Procedimento Civile, Amministrativo e
Lavorativo, in quanto alla competenza del Tribunale Provinciale Popolare per la conoscenza
di questa domanda in ragione della materia e dell'ammontare che si reclama.
6. LArticolo 8, in relazione all'Articolo 10, inciso 1, della Legge di Procedimento
Civile, Amministrativo e Lavorativo in quanto alla competenza del Tribunale al quale ci
rivolgiamo in ragione del luogo.
7. LArticolo 146 della Legge di Procedimento Civile, Amministrativo e Lavorativo che
stabilisce la congruenza della sentenza con le pretese del querelante.
8. Gli Articoli 223 e seguenti della Legge di Procedimento Civile, Amministrativo e
Lavorativo, in quanto allargomento stabilito per listruzione del Processo
Ordinario, i temi che si inoltrano nello stesso, i requisiti della domanda e dei documenti
allegati.
9. LArticolo 229, in relazione agli Articoli 230 e 170, tutti della Legge di
Procedimento Civile, Amministrativo e Lavorativo in quanto a che si citi il querelato
attraverso la Commissione Rogatoria per tramite del Ministero di Relazioni Estere di Cuba.
10. LArticolo 16 del Codice Civile, in quanto al fatto che la Legge applicabile è
la Legge Nazionale Cubana per essersi prodotti nel territorio nazionale della Repubblica
di Cuba o in imbarcazioni e aeronavi cubane, sedi diplomatiche e altri immobili di
proprietà dello Stato cubano, i fatti che danno luogo alla presente richiesta.
11. Gli Articoli 39, incisi 1 e 2.c, 40, 41 e 42 del Codice Civile, in relazione
all'Articolo 64 della Legge di Procedimento Civile, Amministrativo e Lavorativo, e
all'Articolo 7 della Costituzione della Repubblica di Cuba che legittimano per promuovere
questo processo i relazionati nell'intestazione della domanda, nella loro condizione di
Presidente, Coordinatore Nazionale o Segretario Generale, come corrisponde, a nome delle
persone giuridiche che rappresentano, per essere quelli che esercitano la massima
autorità di queste organizzazioni, quelle che a loro volta rappresentano gli interessi
specifici dei loro membri.
12. Gli Articoli 81 e 82 del Codice Civile, dato che si considerano atti illeciti i fatti
che causano danni ad altri e l'obbligo di risarcire gli stessi da parte di chi li causa,
come l'Articolo 83, incisi b e c, quando il risarcimento comprende la riparazione del
danno materiale e l'indennità del danno, e l'Articolo 111, inciso d, che stabilisce
l'obbligo di indennizzare gli stessi come protezione ai diritti civili, tutti questi in
relazione all'Articolo 47, inciso c, del proprio corpo legale, sulle cause che generano la
relazione giuridica.
13. Gli Articoli 85 e 86, incisi d, e e f, del Codice Civile, che regolano quello che si
riferisce alla riparazione del danno materiale comprende il bonifico del valore del bene
la cui restituzione non è possibile, o della diminuzione subita da questo, comprendendo
inoltre come indennità dei danni altre entrate o benefici non percepiti, qualunque altro
pagamento fatto dalla vittima, dai suoi familiari o da altra persona, a causa dell'atto
illecito, e, nel caso di danni all'ecosistema, le spese necessarie per la sua bonifica
totale, in relazione all'Articolo 87, inciso c, dello stesso Codice Civile.
14. L'Articolo 95 della già menzionata Legge Sostantiva, riguardo al fatto che le persone
giuridiche sono obbligate a riparare i danni causati ad altri per atti illeciti commessi.
15. La Prima Disposizione Transitoria del Codice Civile in quanto a che le norme del
Codice Civile vigenti alle quali abbiamo fatto riferimento, risultano da applicare al
contenuto di questo reclamo nella sua totalità, dato che le relazioni giuridiche
obbligatorie, costituite a difesa delle leggi precedenti, mantengono la loro validità
quando i loro effetti posteriori alla validità dell'attuale Codice Civile si reggono per
le disposizioni di questo.
16. Che la rappresentazione ostentata dagli avvocati firmatari si sostiene in quello
precisato nell'Articolo 414 del Codice Civile.
PRETESA CONCRETA CHE SI DEDUCE:
Che si dichiari responsabile civilmente il Governo degli Stati Uniti d'America per gli
atti illeciti realizzati contro Cuba, e che si condanni detto Governo a riparare e a
indennizzare il popolo cubano nell'ammontare di 121.000 milioni di dollari statunitensi
per i danni causati a detto popolo per questi atti.
PERTANTO
ALLA SALA INTERESSA: Che, essendo stato presentato questo scritto con le sue copie
e con i documenti che giustificano la rappresentazione e il diritto che invochiamo, si
serva di averci per dignità e per parte, a nome di chi compariamo, ordinando con noi i
successivi tramiti e notificazioni del processo.
Avere per stabilita istanza in Processo Ordinario, sulla Responsabilità Civile per Danni
e per Indennizzo di Danni derivati da Atti Illeciti contro il Popolo Cubano.
Conferire gli atti al querelato affinché si presenti e risponda alla domanda, citandolo
attraverso la Commissione Rogatoria, e, in definitiva, previo i tramiti di rigore, dettare
sentenza dichiarando A LUOGO la domanda e, in conseguenza, si dichiari responsabile
civilmente il Governo degli Stati Uniti d'America per gli atti illeciti realizzati contro
Cuba e lo si condanni a riparare e a indennizzare il popolo cubano per un ammontare di 121.000
milioni di dollari statunitensi per i danni causati a detto paese.
ALTRESÌ: Interessiamo il Tribunale che in virtù di quanto stabilito nell'Articolo
170 della Legge di Procedimento Civile, Amministrativo e Lavorativo, si invii un dispaccio
al Ministero di Relazioni Estere della Repubblica di Cuba affinché dia corso alla
pratica.
La Habana, 3 gennaio del 2000.
Lic. Mirna Nides Domínguez
Avvocato
Lic. Disney Cabrera Zayas
Avvocato
Lic. Tania Josefina Manzanares Ayala
Avvocato
Lic. Abel Alejandro Solá López
Avvocato
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