Torna a italiacuba.jpg (23268 byte) Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba Cubaband.gif (7566 byte)

 

Strasburgo (Francia), 4 luglio 2002 - (EFE)
di Damiano Castano

Oggi le istituzioni europee hanno inviato un messaggio al Governo cubano affinché inizi un processo di democratizzazione a Cuba, durante un seminario nel Parlamento Europeo che si è svolto senza la presenza di quattro oppositori al regime castrista, ai quali è stato negato il visto di uscita.
Il Presidente della Camera Europea, il liberale Pat Cox, ha affermato che "l'Unione Europea ha favorito in ogni momento la transizione di Cuba verso una democrazia che rispetti i diritti umani e le libertà fondamentali".
Nonostante il suo pessimismo sulla situazione in cui vive il popolo cubano, Cox ha detto che "ci sono segnali che qualcosa stia cambiando". "E’ permessa ora una maggiore libertà religiosa, il numero dei prigionieri politici diminuisce, la pena di morte non si applica da anni e gli accordi internazionali sui diritti umani sono stati ratificati da Cuba", ha commentato Cox.
Tuttavia, si è dispiaciuto "profondamente" del fatto che si continuino a commettere azioni antidemocratiche, come la negazione del visto di uscita ai quattro leader oppositori al regime castrista che erano stati invitati dal gruppo liberale a partecipare al seminario.
"Mi dispiace profondamente questo comportamento, che non può essere considerato un buon segnale nel processo di dialogo", ha detto il Presidente.
Le quattro persone alle quali è stato negato il visto sono Osvaldo Alfonso Valdés e Wilfredo Vallin, del Partito Liberale Democratico di Cuba (PLDC); e Fernando Sánchez e Adolfo Fernández, del Partito Solidarietà Democratica (PSD).
Questo fatto ha causato il fatto che oggi la sala del Parlamento Europeo, nella quale si tiene un dibattito su Cuba, non potrà contare sulla presenza di alcun cittadino cubano. L'organizzazione del seminario ha provocato il rifiuto e la denuncia del Governo cubano, attraverso una lettera inviata agli organizzatori a cui EFE ha avuto accesso, firmata dall’Ambasciatore di Cuba presso l’UE, René Mujica.
La lettera dice che questo seminario "costituisce un'offesa contro il popolo cubano" e aggiunge che "oltre 8.200.000 dei 9 milioni di cubani - il 98.97 % della popolazione - riconosce la democrazia socialista che hanno scelto e costruito loro stessi".
Durante il seminario sono stati letti due messaggi inviati da Cuba dai partiti oppositori PLDC e PSD, con i quali denunciano la situazione in cui vive il popolo cubano e chiedono l'aiuto dell'Unione Europea per porvi rimedio.
"Il popolo cubano ha il diritto di fare la propria storia e di costruire il proprio destino, e per lui gli sforzi che farà l'UE sono importanti", sottolinea il Partito Solidarietà Democratica.
"Migliaia di cubani si lanciano ad attraversare lo stretto della Florida, perché il popolo soffre", e il "Governo cubano ha paura che si denuncino i diritti umani", segnala il PLDC.
Da parte della Commissione Europea è intervenuto al seminario il direttore per le relazioni con il Caribe e con l’Africa Occidentale, Friedrich Hamburger, che si è trovato d’accordo con i parlamentari nel denunciare la reiterata violazione dei diritti umani a Cuba.
"L'UE appoggia il processo di democratizzazione a Cuba e il miglioramento del livello di vita del popolo", ha detto, ma "per altre vie" distinte dal blocco che gli Stati Uniti realizzano da 40 anni, "che non ha avuto alcun successo". Ha ricordato che da 1993, la Commissione Europea ha donato a Cuba 120 milioni di euro, dei quali 80 milioni sono stati per aiuti umanitari.
Il Presidente del Gruppo Liberale Europeo, il britannico Graham Watson, si è detto dispiaciuto per il grande numero di "scrittori e di intellettuali imprigionati" dal regime di Fidel Castro, e ha pensato che a "forse gli succederà suo fratello Raúl", ma "non si prevede una transizione democratica come quella avvenuta in Spagna dopo la morte di Franco", ha commentato.
In tal senso, l'eurodeputato del Gruppo Popolare, José Ignacio Salafranca, ha detto che "le autorità cubane sono coscienti della necessità di cambiamento, ma questa non è accompagnata da una volontà di intraprendere questo cambiamento".
Questa opinione è stata condivisa dalla sua compagna di partito Concepción Ferrer, che ha ricordato la necessità di aprire un ufficio della Commissione Europea a La Habana, come pure dal liberale Isidoro Sánchez. Sánchez si è chiesto perché l’appena conclusa presidenza spagnola dell'UE "ha perso l'opportunità di rilanciare il dialogo" con il regime castrista.


Questa è la risposta di un simpatizzante di Cuba:

La mia attenzione è richiamata, secondo questo messaggio di stampa, dal fatto che i parlamentari europei sono molto preoccupati perché quattro signori cubani non sono stati autorizzati al viaggio per partecipare al dibattito.

Che casualità che siano stati invitati questi quattro illustri mercenari pseudodissidenti, pagati dalla Sezione di Interessi degli Stati Uniti a La Habana e dalla Fondazione Cubano-Americana, che dimenticanza così "involontaria" quella dei signori parlamentari organizzatori del dibattito, non si sono ricordati di invitare uno solo degli otto milioni e mezzo di cubani che hanno espresso con la propria firma la loro volontà di continuare a difendere il socialismo.

Di quale democrazia ci parlano questi signori europarlamentari, della democrazia "made in USA", una democrazia che riconosce il diritto di quattro mercenari e calpesta la volontà di un popolo di 11 milioni di persone che per oltre 40 anni ha resistito con il suo sacrificio ai tentativi delle ripetute amministrazioni yankee di imporre la loro volontà a Cuba?

Di sicuro gli europei non appoggeranno più questi illustri deputati se pretenderanno di raccomandare per l'Europa un modello di democrazia tanto discutibile.

Sarebbe una cosa molto buona quella di domandare a questi illustri eurodeputati, chi in Europa ha dato loro il mandato per raccomandare a un Stato SOVRANO E INDIPENDENTE (come pochi, per questo motivo viene scritto con le maiuscole) quale modello di democrazia debba scegliere.

Questi illustri signori stanno rispondendo a un mandato del popolo europeo o stanno facendo un favore al Dipartimento di Stato nordamericano e alla Fondazione Cubano-Americana, sua filiale?

Sembra sia giunta l’ora che si moltiplichino le voci delle persone degne dell'Europa e che facciate sapere a questi illustri eurodeputati che ci sono altre opinioni e altre visioni oltre a quelle che vuole imporre al mondo il Governo degli Stato Uniti, e che l'Europa deve assumere definitivamente rispetto a Cuba una posizione più indipendente dalla politica e dagli interessi nordamericani che su questo tema, come su tanti altri, non è coincidente con l'amministrazione yankee.

Che cosa buona che si riconosca che Cuba ha aderito a nuovi accordi internazionali in materia di diritti umani, ma che pena che non si ricordi ai cittadini europei che gli eurodeputati eletti dai paesi europei nel loro insieme non hanno firmato documenti come:

Convenzione sull'applicazione dei crimini di Guerra e dei crimini contro l'Umanità.
Convenzione per la soppressione del Traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione
Protocollo facoltativo alla Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro la donna
Protocollo facoltativo alla Convenzione relativa ai diritti dei bambini, alla vendita di minori e al loro utilizzo nella pornografia e nella prostituzione infantile

O che non si sappia che Cuba ha promosso alla 58° sessione della CDH, la stessa dove è stata ingiustamente condannata, diverse risoluzioni che hanno avuto il voto contrario o l'astensione di vari, se non di tutti i paesi membri dell'UE. Tra queste risoluzioni figurano:

Utilizzo di mercenari come mezzo di violare i diritti umani e ostacolare il libero esercizio del diritto dei paesi alla libera determinazione (approvata da 36 paesi, si sono astenute: Austria, Francia, Italia, Portogallo e Spagna, tra gli altri).
Conseguenze delle politiche di aggiustamento strutturale e del debito estero per il pieno esercizio dei diritti umani specialmente per quelli economici, sociali e culturali (approvata da 29 paesi, hanno votato contro: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Svezia, tra gli altri).
Promozione di un ordine internazionale giusto ed equo (approvata da 31 paesi, hanno votato contro: Gran Bretagna, Germania, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Portogallo, Svezia, tra gli altri).
Promozione del diritto dei popoli alla pace (approvata da 29 paesi, hanno votato contro Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, Gran Bretagna, Svezia, tra gli altri).
Diritti umani e solidarietà internazionale (approvata da 38 voti, hanno votato contro i 9 paesi europei membri della CDH, tra gli altri)

Questo risultato si è ripetuto in altre risoluzioni, ma bastano quelle citate per domandare a quegli illustri eurodeputati organizzatori di un seminario per dare lezioni a Cuba sui diritti umani se non risulta loro un tanto ipocrita occuparsi di intervenire su temi sovrani di un altro paese e non informarsi sulle ragioni di tanti voti contrari della democratica Europa.

Dov’è la vera vocazione di questi illustri signori?

Quale dialogo esige da Cuba il Presidente dell'Eurocamera, se l'Europa non ha avuto il coraggio di continuare con Cuba il dialogo che ha ricominciato nel dicembre dell'anno scorso? Come non domandarsi perché Europa col suo silenzio ha assunto come sue le differenze che il presidente del Governo spagnolo (per gli altri dell'UE negli ultimi sei mesi) ha con Cuba, che vale chiarire non rappresentano i sentimenti del popolo spagnolo verso Cuba?.

Credo che siate d’accordo sul fatto che è ora di verificare i conti.