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Lavaggi e purificazioni cerimoniali della Regla de Ocha

Carlo Nobili  *


Il "rinfrescare la casa", così come il santo o anche se stessi, ha a Cuba (e in special modo nella Regla de Ocha) un significato ben profondo e articolato, essendo questa una operazione fortemente legata a processi di difesa o prevenzione da possibili malefici.

Molte sono le piante utilizzate nelle purificazioni (sarayeyeos), alcune di queste sono:

 il piñon botija (Curcas curcas), appartenente a Elegguá e a Changó, è molto usato per respingere e neutralizzare gli ndiambos (i malefici). Questo potere del ricino d’Inferno si utilizza perlopiù per lavare le porte (quando si teme che vi abbiano gettato qualche stregoneria) o per immunizzarle da eventuali malefici. In questo caso è consigliabile aggiungervi salvia, basilico, igname, olio di palma e zenzero; ma allo scopo si possono aggiungere alle foglie di piñon anche quelle della ciguaraya o siguaraya (Trichilia havanensis), del curujey (Tillandsia balbisiana), del fico delle pagode (Ficus religiosa), dell’eupatorio (Eupatorium odoratum, Eupatorium cannabinum), del sácu-sácu o malanguilla (Sagittaria intermedia), del raspalengua (Casearia hirsuta) e del trifoglio (Trifolium incarnatum);

 il tè del Messico o Chenopodio (Chenopodium ambrosiodes), conosciuto come apasote, appartiene a Babalú Ayé; Nelle case che sono state purificate con questa pianta se ne lasciano esposti i semi per un intero giorno. Per pulire e spaventare gli spiriti maligni si battono le pareti della casa con i rami del tè del Messico, poi finita questa purificazione si rovesciano sul pavimento dei secchi d’acqua con chiara d’uovo. Il Chenopodium ambrosiodes (famiglia delle Chenopodiacee, ordine delle Cariofillali – dal greco chen chenós, oca e pús podós, piede). fu importato in Europa dal Messico nel XVII secolo dai Gesuiti per coltivarlo come succedaneo del tè. Si dice inoltre che i Guanci, gli antichi abitatori delle Canarie, usassero il Chenopodio per preparare le loro mummie all’eternità;

 il palo caja (Allophyllus cominia), usato nei bagni purificatori del corpo in quanto, si dice, distrugge le stregonerie. Appartiene a Changó;

 il prezzemolo (Petroselinum crispum, Petroselinum hortense, famiglia delle Ombrellifere, ordine delle Ombrellifere – dal greco petrosélinon, propriamente sedano che nasce tra le pietre, da pétra, pietra e sélinon, sedano), è usato per i bagni purificatori. Appartiene a Ochún;

 la lattuga (Lactuca sativa, Lactuca scariola, famiglia delle Composite), è usata per liberare le case dagli influssi malefici: si lava il pavimento con acqua e lattuga, prezzemolo, cannella, uova, acqua di Florida e miele. Appartiene a Ochún e a Yemayá;

 il basilico maggiore (Ocimum micranthum), usato nelle purificazioni corporali;

 il basilico cedrato (Ocimum basilicum, var. anisatum); bollito o senza bollire, è molto usato per le purificazioni e gli esorcismi corporali. Appartiene a Obatalá;

 l’Albahaca mondonguera, ossia il basilico genovese (Ocimum basilicum, var. minimum), bollito, si usa per le purificazioni corporali. Appartiene a Oggué, l’oricha protettore del bestiame;

 il riso (Oriza sativa). L’acqua in cui si è lavato il riso distrugge i malefici, per cui è usata per pulire le soglie delle porte;

 la spigelia (Spigelia anthelmia), usata per bagni purificatori. Appartiene a Ochún;

 la ciguaraya (Trichilia havanensis), usata nei bagni per liberare e purificare il corpo dagli influssi malefici. Appartiene a Changó e a Elegguá;

 il sacusacu (Sagittaria intermedia), usato, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per le purificazione della casa. Appartiene a Inle e a Osaín;

 il curujey, usato in bagni corporali. Appartiene a Elegguá;

 il fico delle pagode (Ficus religiosa). La linfa è usata per lustrazioni corporali, eliminando gli influssi nefasti. È anche usato nei lavaggi dell’abitazione per distruggere le stregonerie e scacciare gli spiriti maligni. Appartiene a Changó;

 la raspalengua, usato, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per le purificazione della casa. Appartiene a Elegguá;

 la trichilia (Trichilia hirta); il decotto delle foglie è usato in bagni che purificano e distruggono gli influssi nefasti. Appartiene a Oyá, è anzi l’albero di battaglia della dea;

 la ruta (Ruta chalepensis), usata, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per la purificazione del corpo. Appartiene a Changó;

 l’albero da rosari o dei Padrenostri (Melia azederach; conosciuta a Cuba come Paraíso), usato per purificare la casa ed eliminare gli influssi malefici e attirare la fortuna. Un informatore di Lydia Cabrera disse alla studiosa: "I pavimenti della casa si lavano versando, dall’interno verso la porta, dei secchi d’acqua con foglie di paraíso. Coi rami si spazzano i tetti e nel farlo si dice: "Paraíso santo, fammi salire in alto come te". Prima si pulisce il portico della casa; poi quel ramo che si è portato via tutto il male, si butta in strada e se ne usa un altro per spazzare la casa". Appartiene a Changó;

 l’igname (Dioscorea alata). Grattugiato con gombo, cenere, acqua e sangue mestruale, distrugge ogni stregoneria; si getta questa mistura o la si sparge nel posto in cui si sospetta che vi siano state gettate sostanze del maleficio;

 la salvia (Salvia officinalis, Salvia sclarea), usata, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per le purificazione della casa. Appartiene a Obatalá;

 olio di palma; usato, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per le purificazione della casa;

 lo zenzero (Zingiber officinale), usato, insieme ad altri elementi, nella preparazione dell’acqua per le purificazione della casa. Appartiene a Babalú Ayé;

 l’aglio (Allium sativum), aggiunto alla fumigazione con abrotano (Artemisia abrotanum, Artemisia camphorata), mirra (Balsamodendron myrrha), benzoino (Stirax tonkinnensis, Stirax benzoin), laurel (Ficus nitida) e zucchero di canna;

 il palo café (Amaioua corymbosa); usato per purificare le stanze dei malati;

 l’erba da porri (Amaranthus viridis), insieme ad anile (Indigofera suffruticosa) ed eupatorio (Eupatorium odoratum, Eupatorium cannabinum). Si mettono nell’acqua questi tre elementi, dopo di che si cospargono tutti gli angoli della casa con farina e miele;

 l’artemisilla (Parthenium hysterophorus, famiglia delle Composite), appartenente a Obatalá e a Babalú Ayé, produce allegria e procura beni materiali, morali e intellettuali.;

 la buncosia (Bunchosia media), chiamata popolarmente Abrán de costa, appartiene a Inle;

 l’albero del mandorlo o terminalia (Terminalia catappa, Terminalia glaucescens, Terminalia ivorensis, famiglia delle Combretacee), le cui foglie vengono adoperate, per attirare la buona sorte, per bagni e lavaggi purificatori della casa. Appartiene a Obatalá e a Orulá;

 l’Astro della Cina (Callistephus hortensis, famiglia delle Composite), chiamata popolarmente Extraña rosa, appartiene a Obatalá e a Ochún;

 l’amaranto bianco (Celosia argentea, famiglia delle Amarantacee), chiamato popolarmente Cresta de gallo, appartiene a Changó e a Aggayú Solá;

 il cestro (Cestrum diurnum, famiglia delle Solanacee – dal greco késtron, martello appuntito, con riferimento alla forma delle foglie), chiamato popolarmente Galán de día, è usato per purificare la casa dai cattivi influssi e attirarvi buona sorte e crearvi un’atmosfera allegra e franca. Appartiene a Obatalá e a Oddúa;

 il clerodendro giapponese (Clerodendron fragrans, Clerodendrum japonicum), chiamato popolarmente Mil Flores, si usa per purificazioni e bagni per attirare la buona sorte. Appartiene a Oyá e a Yewá;

 la Malva tè (Corchorus siliquosus, famiglia delle Tiliacee), si usa per le purificazioni e le pulizie; per lavare le pietre e gli oggetti di culto dell’oricha. Appartiene a Ochún;

 la Cupania cubensis, chiamata popolarmente Guara, appartiene a Oyá;

 la Baría (Cordia gerascanthus, famiglia delle Borraginacee). Appartiene a Changó, a Oyá e a Elegguá;

 la datura (Datura suaveolens, famiglia delle Solanacee), chiamata popolarmente Campana, si usa per l’omiero di Obatalá (al quale appartiene) e per i lavaggi e le purificazioni delle case;

 la Peregrina (Jatropha diversifolia, famiglia delle Euforbiacee). Appartiene a Ochún;

 la lagerstroemia (Lagerstroemia indica, famiglia delle Litracee), chiamata popolarmente Astronomia, appartiene a Orulá;

 il caprifoglio (Lonicera japonica, Lonicera caprifolium, Lonicera periclymenum, famiglia delle Caprifoliacee), chiamato popolarmente a Cuba Madre selva, si usa per bagni purificatori e per l’omiero;

 la luffa (Luffa luffa, famiglia delle Cucurbitacee), chiamata popolarmente Estropajo, appartiene a Obatalá;

 la maranta (Maranta arundinacea; dal nome del botanico veneziano Bartolomeo Maranta, 1500-1571, famiglia delle Marantacee), chiamata popolarmente Sagu, appartiene agli Ibeyi;

 la sensitiva (Mimosa pudica, famiglia delle Mimosacee, ordine delle Leguminose), chiamata popolarmente Vergonzosa;

 il geranio odoroso (Pelargonium odaratissimum, famiglia delle Geraniacee);

 il fillanto (Phillanthus niruri), chiamata popolarmente Yerba de la niña, si usa per le purificazioni corporali e per i lavaggi delle case;

 il Platanillo de Cuba (Piper aduncum, famiglia delle Piperacee), appartenente a Changó, si adopera per bagni purificatori e nei "lavori" di Santeria;

 la Cordován (Rhoeo discolor, Rhoeo spathacea, Tradescantia discolor), usata per bagni purificatori e nell’omiero per lavare le pietre e le reliquie dell’oricha;

 l’Abrojo (Tribulus maximus, famiglia delle Zigofillacee). Appartiene a Inle;

 l’Ofón o Ofún (Vitex doniana, famiglia delle Verbenacee), appartenente a Obatalá, si usa per lavare le reliquie del Santo e nelle cerimonie dell’Iniziazione;

 la portulaca o porcellana (Portulaca oleracea, Tanilum paniculatum, famiglia delle Portulacacee), chiamata popolarmente Verdolaga, è usata per coprire e rinfrescare l’oricha e per purificare e lavare le case. Appartiene a Yemayá;

 l’agrifoglio (Ilex aquifolium, Ilex montana, famiglia delle Aquifoliacee), chiamato popolarmente Acebo de sierra o Acebo de tierra, si usa per bagni lustrali. Appartiene a Obatalá;

 l’eliotropio peruviano (Heliotropium indicum, famiglia delle Boraginacee), usato per bagni lustrali. Appartiene a Obatalá;

 l’eupatorio (Eupatorium odoratum, Eupatorium cannabinum), adoperato nei bagni per mondare e purificare la casa. Un informatore di Lydia Cabrera disse alla studiosa: "L’eupatorio distrugge il malocchio e i malefici. Con un solo bagno di eupatorio, ruta, prezzemolo, tè del Messico, ricino d’Inferno, albero da rosari, eliotropio peruviano, bolliti, si libera il corpo da una mañúnga". L’eupatorio (pianta erbacea arbustacea – famiglia delle Composite o Asteracee, ordine delle Asterali) è chiamato popolarmente quita maldición (scaccia maledizioni) o rompe zaragüey (rompi malasorte). Appartiene a Changó;

 l’ambrosia (Ambrosia artemisifolia, Chenopodium ambrosioides, Cochlearia coronopus, famiglia delle Composite), usata per le purificazioni in bagni lustrali. Appartiene a Osaín e a Obatalá;

 l’alpinia (Alpinia aromatica, famiglia delle Zinziberacee); è adoperata nei bagni lustrali per attirare la buona sorte e con foglie di ricino d’Inferno e di ambrosia per distruggere gli influssi cattivi. È molto usata anche insieme alle foglie di basilico per allontanare gli Eggún (i morti), liberarsi di un maleficio e purificare la casa. Appartiene a Obatalá (a Matanzas, a Ochún);

 il giacinto d’acqua (Eichornia azurea, Eichornia crassipes, Pontederia crassipes, famiglia delle Pontederiacee – dal nome del botanico Giulio Pontedera, 1688-1757), chiamata popolarmente Flor de agua, è uno degli ewes principali dell’omiero dell’Iniziazione e dell’omiero con cui si lavano gli oggetti di culto di Yemayá (alla quale appartiene);

 l’Incienso de playa, ossia, la Tournefortia gnaphalodes. Per purificarsi si usano i rami della pianta, immersi nell’acqua di mare;

 gli ewes di Oyá: la grosella (Phyllantus acidus, Cicca disticha), il basilico rosso (Ocimum basilicum, var. purpureum), la cucaracha morada (Zebrina purpusii, Zebrina pendula, Tradescanzia tricolor, famiglia delle Aracee), la poinciana (Poinciana pulcherrima, famiglia delle Cesalpiniacee), il croton (Croton variegatum, Croton cubanus, famiglia delle Euforbiacee), l’amelia (Hamelia patens, famiglia delle Rubiacee), la gramigna (Cynodon dactylon, Agropyrum repens) e la Xantosoma (Xanthosoma sagittifolium, Xanthosoma violaceum, Colocasia atiquorum);

 gli ewes di Ochún: il fraillecillo (Adenoropium gossypifolium), il crescione inglese (Lepidum virginicum), l’angarilla, il mataperro, il platanillo de costa (Canna coccinea), lo jaboncillo (Saponaria officinalis, Gouania lupuloides, Gouania Polygama), foglie di papaia (Carica papaya), il cainito (Chrysophillum cainito, famiglia delle Sapotacee) e il laurel (Ficus nitida).


 * Carlo Nobili è antropologo americanista del Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" di Roma