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Gli Orichas della Santería cubana – 1

Aggayú Solá - Babalú Ayé - Changó - Elegguá - Gli Ibeyi - Inle - Obatalá - Obba - Ochosi - Ochún - Oddúa - Oggún - Olofi Oloddumare Olorun - Oricha Oko - Orula - Osaín - Oyá - Yemayá - Yewá

Carlo Nobili *

Aggayú Solá

Aggayú Solá č l’oricha assimilato a San Cristoforo. Č il padrone delle forze terrene e il padre di Changó.

Babalú Ayé

Babalú Ayé č l’oricha delle malattie, sincretizzato con San Lázaro. Per rendere tributo al santo cattolico e alla divinitŕ africana, ogni anno in questo giorno un gran numero di fedeli percorre in processione i tre chilometri che separano il villaggio di Santiago de las Vegas al santuario di Babalú-Ayé/San Lázaro.

Changó

Changó, č l’oricha del fuoco, del lampo, del tuono e della guerra. A lui appartengono i tambores batá. Il suo corrispettivo cattolico č Santa Barbara. Č spesso rappresentato nei templi a lui dedicati con il suo fedele cane chiamato Lube. Caminos di Changó (ossia i vari modi in cui la divinitŕ si manifesta) sono: Obba Lube č Changó quando č con Obba; Obbara č il Changó povero, straccione e bugiardo; Obbańa quando č il re dei tamburi batá; Changó Eyée č il Changó guerriero; Changó Alaye e Changó Elueke quando si presenta con l’ascia bipenne; Oba Koso č il Changó impiccato; Changó Olufina quando č in relazione con la ceiba; Alafi Alafi č il Changó re dei re.

Elegguá

Elegguá, assimilato al Bambino di Atocha e a Sant’Antonio di Padova, č il dio dei viaggi, padrone degli incroci e guardiano delle porte. Tutte le feste della Santería cominciano e terminano con canti, ritmi e danze per Elegguá. Egli balla con il suo attributo, il garabato, una sorta di gancio o di ramo curvo con il quale apre il cammino agli uomini. elegguŕ

Gli Ibeyi

Gli Ibeyi sono i due orichas gemelli identificati con San Cosma e San Damiano.

Inle

Inle (Erinle, Ynle) č l’oricha identificato con l’Arcangelo Raffaele e con l’Angelo Custode.

Obatalá

Obatalá č il creatore del genere umano, l’oricha della pace e della giustizia, "dueńo de todas las cabezas". Il suo corrispettivo cattolico č la Virgen de la Mercedes.

Obba

Obba (Obba Yurú) č l’oricha, figlia di Obatalá, identificato con Santa Rita da Cascia, Santa Caterina da Siena e Santa Caterina d’Alessandria.

Ochosi

Dio della caccia e dei cacciatori, č il protettore dei carcerati e dei latitanti; il corrispettivo cattolico di Ochosi č San Norberto ma anche Sant’Alberto.

Ochún

Ochún č la dea dei fiumi, della bellezza, della maternitŕ, della ricchezza, del miele e dell’oro. Suoi attributi cono un ventaglio (chiamato Abebe) tempestato di perle gialle, uno specchio e il corallo. Il suo colore č il giallo, il suo metallo l’oro. Č identificata con la Patrona di Cuba, la Virgen de la Caridad del Cobre, titolo che le fu riconosciuto da Papa Benedetto XV il 26 maggio 1916. La Virgen de la Caridad del Cobre č anche chiamata dai Cubani "la Cachita". La tradizione racconta che una mattina del 1628 due indiani, Rodrigo e Juan de Hoyos, e uno schiavo negro di dieci anni, Juan Morteno, venivano da Barajagua alla Bahía de Nipe per cercare sale. Quando furono arrivati in quel luogo si accorsero che non era possibile raccogliere sale a causa del mare agitato. Cercarono allora rifugio e dopo tre giorni riuscirono a partire su di una canoa per dirigersi verso le saline della costa. Non era molto che navigavano, quando videro sopra le onde un oggetto bianco, che essi immaginarono essere il cadavere di un qualche uccello marino. All’improvviso e con grande sorpresa si accorsero che l’oggetto sulle onde era invece una immagine della Vergine Maria posta sopra una tavola. Presa l’immagine e depositata nella canoa, lessero sulla tavola questa iscrizione: "Io sono la Virgen de la Caridad". Sistemata la Virgen nella canoa, senza aver raccolto sale, tornarono a Barajagua dove giŕ era arrivata la notizia. L’immagine fu portata nell’altare maggiore della chiesa parrocchiale e un uomo di grande fede, di nome Marías de Olivera, si offrě di dedicarsi al suo servizio. L’immagine della Virgen de la Caridad č piccola e la sua base rotonda; nel braccio sinistro sostiene il Bambino Gesů che a sua volta sorregge un globo terracqueo. Il Santuario de Nuestra Seńora de la Caridad č situato nel villaggio El Cobre, a 16 km circa da Santiago.

ochun

Oddúa

Oddúa, divinitŕ dei misteri e dei segreti della morte, č l’oricha identificato con il Figlio di Dio e con San Manuel.

Oggún

Oggún č l’oricha che forma insieme a Elegguá e a Ochosi la trilogia degli dei guerrieri del pantheon yoruba. I canti a Oggún seguono, nelle feste, quelli a Elegguá. Suo attributo č il machete. Il corrispettivo cattolico di Oggún č San Pietro. Č il padrone dei metalli, delle fucine, delle montagne, delle chiavi, delle catene e dei parafulmini. oggun

Olofi-Oloddumare-Olorun

Olofi-Oloddumare-Olorun č la trilogia di orichas identificata con la Divina Trinitŕ.

Oricha Oko

Protettore di coloro che lavorano la terra, divinitŕ della terra, dell’agricoltura e del raccolto, Oricha Oko č associato a San Isidro el Labrador, ossia il santo spagnolo Sant’Isidoro l’Agricoltore, patrono di Madrid e dei lavoratori. A San Isidro viene riconosciuto il potere di provocare o arrestare la pioggia: quando il cielo minaccia temporali si fa una croce con la polvere e si recita questa formula: "San Isidro el Labrador, quita el agua y pon el sol". San Isidro, patrono dei contadini e delle cittŕ di Madrid, León, Saragozza e Sevilla, era un umile agricoltore, vissuto nei pressi di Madrid tra il 1070 e il 1130; fu canonizzato da Papa Gregorio XV nel 1622.

Orula

Orula, č l’oricha della divinazione; č identificato con San Francesco d’Assisi, San Giuseppe della Montagna e San Filippo.

Osaín

Osaín č l’oricha assimilato a San Giuseppe e a San Raimondo Nonnato. Č il padrone di tutte le specie vegetali.

Oyá

Sposa di Changó, Oyá (Yansá, Yansán) č l’oricha il cui corrispettivo cattolico č la Virgen de la Candelaria (La Purificazione della Vergine), ossia Santa Teresita de Jesús, e la Virgen del Carmen.

Yemayá

Yemayá, divinitŕ dell’acqua salata e della maternitŕ, č l’oricha assimilato alla Virgen de Regla. Le sue danze sono dolci e soavi, come a rappresentare le onde del mare. Indossa sette braccialetti d’argento e sette gonne come a rappresentare i sette mari profondi e misteriosi.

Yewá

Yewá č l’oricha assimilato a Nostra Signora degli Abbandonati, Nostra Signora di Monserrat, La Vergine dei Dolori, Santa Chiara d’Assisi e Santa Rosa da Lima.

* Carlo Nobili č antropologo americanista del Museo Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" di Roma.