Associazione Nazionale Su Cosa è il blocco Votazioni all'ONU Necessità di porre fine al blocco 2002 Cuba nel 2003 Alarcon 2002 Risoluzione 2001 Risoluzione 2000 Roque 2000 Alarcon 1999 Lage 1996 Robaina 1998
Nuestra America
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Discorso pronunciato da Felipe Pérez Roque, Ministro degli Esteri della Repubblica di
Cuba, al 55° Periodo di Sessioni dellAssemblea Generale delle Nazioni Unite, tema
35 del programma
New York, 9 novembre 2000
Signor Presidente,
vengo a parlare a nome dellunico paese del pianeta sottoposto a un blocco economico.
Qui rappresento un popolo solidale e coraggioso che ha saputo conquistare il rispetto
dellopinione pubblica internazionale per la sua lotta ferma e decisa per
lindipendenza e in difesa del diritto dei paesi piccoli e poveri a occupare un posto
nel mondo.
A nome di Cuba presento un progetto di risoluzione che, sotto il titolo di
"Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto
dagli Stati Uniti dAmerica contro Cuba", sottoponiamo allattenzione di
questa Assemblea Generale.
Non ritengo necessario tornare a spiegare come, quando e perché è stato instaurato il
blocco degli Stati Uniti contro Cuba, né i metodi attraverso i quali è stato rafforzato
e aggravato ogni anno. Neppure credo sia necessario smascherare ancora una volta i
molteplici pretesti con cui i rappresentanti del Governo nordamericano hanno tentato ogni
anno, senza esito, di giustificare lingiustificabile. Questa Assemblea ha
sufficienti informazioni sul tema e ha appoggiato in maniera categorica, per otto anni
consecutivi, la necessità di porre fine a questa politica irrazionale e inumana.
Mi interessa in maniera particolare precisare che, al contrario di quello che si sta
ripetendo con sospetta insistenza, il blocco economico, commerciale e finanziario contro
Cuba non solo non è stato allentato come risultato delle recenti decisioni legislative
del Congresso degli Stati Uniti, ma è stato rafforzato.
E come è stato possibile questo, vi chiederete, se ormai nessuno ricorda oggi che, dopo
sette mesi di lotta esemplare a favore del ritorno del piccolo Elián González alla sua
famiglia a Cuba, limmensa maggioranza del popolo nordamericano, la stampa, una parte
che diventa ogni volta più grande della comunità dorigine cubana negli Stati
Uniti, gli imprenditori di questo paese e persino unamplissima maggioranza dentro il
Congresso, chiedono leliminazione del blocco contro Cuba? Come ha potuto la
minoranza potente ed estremista, che allinterno della comunità di origine cubana
trae benefici dal blocco, e i suoi alleati della leadership repubblicana nel Congresso,
imporre il suo tenebroso disegno se ormai, nello stesso Campidoglio, si sono avute niente
meno che sei votazioni ampiamente maggioritarie a favore di un cambiamento della politica
verso Cuba?
Il 5 agosto del 1999, il Senato ha approvato, con il voto favorevole di 70 contro 28, il
cosiddetto "Emendamento Ashcroft", che avrebbe permesso di vendere alimenti e
medicine a Cuba. Tuttavia, la leadership repubblicana, in alleanza con i settori
anticubani di Miami, è riuscita a farlo escludere dal testo finale della legge, mediante
la pressione di pratiche scandalosamente antidemocratiche.
Il 23 marzo del 2000 è stato nuovamente approvato lEmendamento Ashcroft per
consenso nel Comitato delle Relazioni con lEstero del Senato.
Il 10 maggio del 2000 è stato approvato al Comitato di Assegnazioni della Camera dei
Rappresentanti, con il voto favorevole di 35 contro 24, il cosiddetto "Emendamento
Nethercutt", che permetteva la vendita di alimenti e di medicine a Cuba. Non è stata
possibile la sua discussione in seduta plenaria della Camera.
Il 20 luglio del 2000, è stato approvato al Senato, con il voto di 79 contro 13,
lEmendamento Dorgan-Gorton, che aveva gli stessi propositi dei precedenti.
Lo stesso giorno ci sono stati altri due voti significativi alla Camera dei
Rappresentanti: sono stati approvati, 232 voti contro 186, lEmendamento Sanford, che
avrebbe permesso ai nordamericani di viaggiare liberamente a Cuba, e con 301 voti a favore
contro 116, lEmendamento Morán, che autorizzava la vendita di alimenti e medicine a
Cuba.
Dunque, era logico pensare che, con questi precedenti, si stava producendo un cambiamento
reale nellarbitraria politica che per più di quarantanni gli Stati Uniti
avevano imposto a Cuba?
Tuttavia, la leadership repubblicana e i congressisti cubano-americani sono riusciti non
solo a impedire che queste proposte venissero inserite ma, violentando le norme della
procedura legislativa nordamericana, sono riusciti a imporre altri emendamenti che, in
realtà, inaspriscono il blocco contro Cuba. Sia la Camera dei Rappresentanti sia il
Senato sono stati costretti poi ad approvare linfame risultato mediante
linsolita imposizione di proibire ai legislatori la possibilità di discutere o di
tentare di cambiare questi nuovi emendamenti. Alla fine, il 28 ottobre, il Presidente
degli Stati Uniti ha firmato il progetto, trasformando in Legge le nuove misure che
rafforzano il blocco contro Cuba, nonostante prima avesse dichiarato quanto segue:
"Spero di sbagliarmi, ma quello che mi hanno detto è che pare che si allenti
lembargo nei confronti di medicine e alimenti, però probabilmente non in modo
considerevole, perché non offre nessun tipo di credito né di finanziamento, di quelli
che noi diamo ai paesi poveri. Inoltre, in modo definitivo, limita le capacità del ramo
esecutivo per incrementare i contatti popolo a popolo, tra nordamericani e cubani,
castigando e restringendo di più anche le possibilità del popolo cubano. [...]
Certamente questo accordo è restrittivo.
Credo che in maniera completamente ingiustificata, si riduca la capacità degli Stati
Uniti di prendere decisioni sulla politica dei viaggi [...]. Credo sia scorretto.
[...] Io non posso credere che la maggioranza appoggi realmente questo, e credo che sia
stato un gran errore." ha concluso il Presidente.
Ed è giusto dire la verità senza raggiri: lapparente autorizzazione alle compagnie
degli Stati Uniti per vendere alimenti e medicine a Cuba, si sottopone a tali restrizioni
e ostacoli che la rendono, in pratica, impossibile.
Si può forse considerare possibile la vendita di alimenti e medicine a Cuba se si
mantiene in vigore la complessa e burocratica procedura di rilascio di licenze per
commerciare con lisola - concepita allo scopo di renderla impossibile - se si
proibisce qualunque tipo di assistenza governativa alle vendite e perfino il finanziamento
privato, se si proibisce anche limportazione di prodotti di origine cubana come
pagamento? Come potrebbe Cuba comprare alimenti e medicine negli Stati Uniti se si
continua a proibire il trasporto marittimo e aereo tra i due paesi, se non si permettono
le relazioni dirette tra le istituzioni bancarie nordamericane e cubane, se si mantengono
vigenti, tra le altre, disposizioni tanto assurde quanto quella di proibire a Cuba
luso del dollaro nei suoi rapporti commerciali esteri?
Però questo non è tutto. Perché, diciamo inoltre che il blocco è stato rafforzato?
Perché non solo si continua a impedire la vendita di alimenti e medicine a Cuba, ma, da
adesso, per la prima volta in questi quattro decenni, si proibisce anche espressamente,
per legge, ai cittadini nordamericani di viaggiare liberamente a Cuba. Fino a oggi,
autorizzare questi viaggi era una prerogativa del Presidente. Non lo è più: Nessun
Presidente degli Stati Uniti potrà prendere una decisione di questo tipo, se prima non
viene approvata dal Congresso.
Se ancora ci fossero dei dubbi, ho qui due testimonianze chiarificatrici:
La congressista repubblicana per lo stato della Florida, Ileana Ros-Lehtinen, una delle
principali promotrici del sequestro del bimbo cubano, sulla legislazione approvata ha
dichiarato: "Non è nientaltro che fumo e illusione. [...] Abbiamo raggiunto
una grande vittoria rendendo definitiva la proibizione che impedisce ai turisti
nordamericani di andare a Cuba".
Lincoln Díaz-Balart, anchegli congressista repubblicano per la Florida, stretto
alleato e parente dei gruppi terroristici di origine cubana a Miami, ha applaudito:
"E la più importante vittoria sin dalla Legge Helms-Burton. [...] Nessun
commercio, nessuna concessione di crediti, nessuna importazione da Cuba, nessun
finanziamento pubblico né privato. [...] Il rifiuto di crediti e di turismo a Cuba
costituisce una straordinaria e importante vittoria".
Chiunque potrà comprendere che i responsabili di aver rafforzato il blocco contro il mio
paese, hanno tentato allo stesso tempo, cinicamente, di ingannare lopinione pubblica
internazionale.
Unaltra precisazione risulta necessaria: in modo ricorrente il Governo degli Stati
Uniti argomenta che autorizza linvio a Cuba di donazioni di centinaia di milioni di
dollari ogni anno, come aiuto umanitario. Posso assicurare che questo è assolutamente
falso. In realtà le donazioni a Cuba di organizzazioni non governative e religiose
nordamericane hanno raggiunto una media di circa quattro milioni di dollari allanno.
Ciò che mi interessa sottolineare è che le suddette donazioni, realizzate di solito in
piena sfida alle restrizioni, agli ostacoli e alle persecuzioni del Governo Federale e ai
loro organizzatori, costituiscono una testimonianza inequivocabile dello spirito di
solidarietà e della sensibilità di molti dei migliori e dei più onesti figli del popolo
nordamericano.
Signor Presidente,
come se non fosse sufficiente ciò che ho appena sottoposto alla considerazione
dellAssemblea, devo ora avvisare sulla nuova aggressione perpetrata dagli Stati
Uniti contro Cuba. Il passato 28 ottobre, il Presidente degli Stati Uniti ha firmato il
progetto della "Legge di Protezione delle Vittime del Traffico e della
Violenza", nella quale si autorizza il Governo di questo paese ad appropriarsi dei
fondi di oltre 161 milioni di dollari appartenenti ad aziende e banche cubane, congelati
nelle banche nordamericane. Si stabilisce, inoltre, il diritto ad attuare questo esproprio
nel futuro, di fronte a eventuali affari, quando sarà eliminato il blocco.
Si consegnerà questo denaro ai gruppi terroristici di Miami e ai loro avvocati, con il
pretesto che verranno impiegati per compensare i parenti dei piloti di una di queste
organizzazioni terroristiche, morti mentre partecipavano a una delle tante provocazioni
contro Cuba, ponendo in pericolo la vita di persone innocenti e la navigazione aerea nella
zona. Il Governo degli Stati Uniti sa molto bene come si è verificato quello sfortunato
incidente e chi è il vero responsabile di quanto avvenuto.
Con questa nuova azione si produce unaltra escalation nella politica di aggressione
contro Cuba, e allo stesso tempo si stabilisce un negativo precedente internazionale che,
con tutta sicurezza, creerà nuovi problemi nel futuro.
Cuba ribadisce davanti allAssemblea la sua determinazione di affrontare questa nuova
aggressione, e il suo fermo proposito di far compiere le recenti disposizioni adottate dal
nostro Governo come risposta allinfame legge nordamericana.
Signori rappresentanti,
lAssemblea Generale delle Nazioni Unite non ha lasciato sola Cuba in questi duri
anni in cui ha dovuto affrontare, oltre alle proprie difficoltà, la guerra economica che
gli Stati Uniti hanno reso più intensa quando hanno pensato che era giunta lora di
dare lassalto finale contro il mio paese. Mentre gli Stati Uniti inasprivano il
blocco con una rabbia senza precedenti, Cuba ha ricevuto dallAssemblea Generale
delle Nazioni Unite più solidarietà e appoggio. Tuttavia, anche se ogni anno un numero
maggiore di membri di questa Assemblea chiedeva agli Stati Uniti di cambiare la loro
politica, il ripetuto richiamo era ignorato con imperiale arroganza.
Quando nel 1992 è stata approvata la Legge Torricelli, tuttora in vigore, che ha
proibito, tra le altre cose, il commercio con Cuba delle filiali delle compagnie
nordamericane in paesi terzi e ha stabilito seri ostacoli al trasporto marittimo
internazionale, lallora Presidente Bush dichiarava: "La mia amministrazione
continuerà esercitando pressioni sui Governi in tutto il mondo sulla necessità di
isolare economicamente il regime di Castro", 59 membri di questa Assemblea hanno
votato per la prima volta contro il blocco.
Quando nel 1993 gli Stati Uniti hanno imposto come condizione per offrire assistenza
economica a qualsiasi paese, che questi rompesse le sue relazioni economiche con Cuba,
ampliando ancor più lapplicazione extraterritoriale del blocco, sono stati 88 i
paesi che hanno richiesto in questa Assemblea la fine della suddetta politica.
Quando nel 1994 gli Stati Uniti hanno intensificato laggressione radiofonica contro
il mio paese, hanno proibito linvio di denaro e di pacchi alimentari e di medicine a
Cuba, così come i viaggi per motivi familiari tra i due paesi, con il proposito
dichiarato dal Dipartimento del Tesoro di "rafforzare ancor di più il blocco contro
Cuba e, per questo, limitare la capacità del Governo cubano di accumulare valuta
estera", 101 paesi hanno votato allora in questAssemblea contro tale politica.
Quando nel 1995 questa Assemblea Generale è venuta a sapere, tra altre informazioni che
mettevano in evidenza il progressivo rafforzamento del blocco, che le due uniche aziende,
entrambe di paesi terzi, fornitrici di by-pass per malati cardiopatici avevano smesso di
fornirli a Cuba la prima perché le apparecchiature contenevano componenti
nordamericani e la seconda perché era stata acquistata da una ditta radicata negli Stati
Uniti - e quando ormai si dibattevano in questo paese nuove iniziative per
internazionalizzare il blocco, sono stati 117 i paesi che hanno appoggiato il diritto di
Cuba.
Quando nel 1996 si è stata approvata la Legge Helms-Burton e lo stesso Presidente Clinton
dichiarava: "Nessuno al mondo appoggia la nostra politica verso Cuba",
lAssemblea Generale delle Nazioni Unite chiedeva la cessazione del blocco con il
voto favorevole di 137 paesi.
Quando nel 1997 gli Stati Uniti hanno imposto allUnione Europea le loro condizioni,
e hanno impedito che il blocco a Cuba venisse discusso allOrganizzazione Mondiale
del Commercio, mentre sanzionavano compagnie e aziende che, sfidando il blocco,
sostenevano relazioni con Cuba, è salito a 143 il numero dei paesi che allAssemblea
Generale hanno votato a favore della risoluzione cubana.
Quando nel 1998, da una parte, il Governo nordamericano intensificava la sua persecuzione
contro le aziende che mantenevano relazioni con il nostro paese e dichiarava che:
"erano sottoposte ad accertamenti dodici compagnie di oltre sette paesi per la loro
attività a Cuba" con il proposito di sanzionarle, e, dallaltra parte,
lAssociazione Americana per la Salute Mondiale asseriva che: "il blocco degli
Stati Uniti ha aumentato significativamente la sofferenza a Cuba" e affermava che:
"un blocco simile viola i più elementari accordi e patti internazionali che
stabiliscono le norme sui diritti umani", lAssemblea Generale ancora una volta
ha condannato il blocco contro Cuba con 157 voti.
Quando nel 1999 gli accordi internazionali sui marchi e i brevetti sono stati
arbitrariamente violati nel Congresso degli Stati Uniti per rafforzare il blocco, e gli
agricoltori nordamericani e perfino il Senato domandavano lautorizzazione per la
vendita di alimenti e di medicine a Cuba, 158 paesi hanno appoggiato in questa Assemblea
la fine del blocco contro Cuba.
Così siamo arrivati al giorno doggi.
Nessuno deve essere tratto in inganno. Tutto quanto è stato legiferato contro Cuba
durante tutti questi anni, con odio irrazionale e senza alcun rispetto per il diritto
internazionale, è tuttora in vigore.
Signori rappresentanti,
il prossimo Presidente degli Stati Uniti dovrà decidere se promuovere, al Congresso, il
cambiamento di questa politica obsoleta, o se continuare a essere un ostaggio degli
interessi meschini e dei deliri di vendetta di una minoranza estremista e senza scrupoli,
superata ormai da molto tempo dalla storia.
Lattuale Presidente nordamericano è forse un buon esempio. Probabilmente al
principio voleva trasformare la situazione che aveva ereditato. Nonostante ciò, passerà
alla storia come il Presidente che, potendolo fare, è stato costretto ad agire
esattamente nel senso opposto. Forse dopo aver normalizzato le relazioni degli Stati Uniti
con Cina e Viet Nam, e persino con un gruppo di paesi che una volta ha definito
"terroristi", quando ha fatto un viaggio nella Repubblica Popolare Democratica
di Corea, paese con il quale gli Stati Uniti non hanno ancora firmato la pace, avrà
riflettuto sopra le sue azioni nei confronti di Cuba. Ci sono uomini che entrano a far
parte della storia per il loro valore e per la convinzione presente nelle loro azioni;
altri ne escono per quello che non hanno potuto fare o non hanno voluto fare per
incapacità o per paura.
Il Presidente eletto e il nuovo Congresso degli Stati Uniti dovranno decidere. Cuba,
frattanto, più ferma e ottimista che mai nella sua decisione di continuare a essere un
popolo libero, aspetta pronta sia a sostenere relazioni normali e di rispetto con gli
Stati Uniti, verso il cui popolo non manifesta odio né lo ritiene responsabile della
nostra sofferenza, sia ad affrontare un altro secolo di blocco e di aggressioni. Non
invano tutta la mia generazione e il sessanta per cento dei cubani ha vissuto tutta la
loro vita sotto i rigori del blocco. Anche i nostri figli sapranno farlo.
Il nostro attaccamento allindipendenza, alla libertà e alla piena dignità
delluomo, e al giusto godimento dei diritti umani, che per la prima volta nella
nostra storia abbiamo conquistato quarantanni fa, è superiore alle sofferenze che
il blocco ci impone.
Al rappresentante di Israele, il cui Governo, legato in mutua complicità agli Stati
Uniti, è stato lunico che, insieme a questi, per otto anni ha votato contro il
nostro diritto alla vita, il cui popolo però, che è stato perseguitato e decimato per
fame e malattie, e sono sicuro che ci comprende e che ci appoggia, ricordo che la nostra
lotta contro il blocco che il suo paese non condanna, è anche a favore dei diritti della
comunità ebraica cubana che con tutto rispetto, libertà e considerazione vive oggi nella
nostra patria.
Al rappresentante del Governo degli Stati Uniti confesso che riconosco che deve essere
molto duro per lui, tentare di difendere, senza argomentazione alcuna, il diritto del suo
paese a uccidere per fame e per malattie i bambini cubani. Dopo la votazione, quando
lonorevole ambasciatore nordamericano abbandonerà questa sala, dovrebbe ricordare
quello che ora gli dico:
Si può ispirare terrore mediante lesercizio della forza, però mai si può ispirare
simpatia. Si può essere il più forte, però non amato e rispettato. Si può imporre il
potere, però non avere autorità morale davanti agli altri. Si può essere il più ricco,
però non il più coraggioso. Si può mentire, però non è possibile riuscire a ingannare
tutti indefinitamente. Si può martirizzare un popolo, però non gli si può impedire che
lotti con tutte le sue forze per il diritto alla libertà e alla vita.
Il voto che voi oggi eserciterete, signori rappresentanti, non risolve un contenzioso
bilaterale tra Cuba e gli Stati Uniti, bensì la validità dei principi del diritto
internazionale, il rifiuto allapplicazione extraterritoriale delle leggi, il
rispetto per luguaglianza sovrana degli Stati e per la libertà del commercio e
della navigazione internazionale.
Nel nome del popolo a cui invasioni, blocchi e aggressioni non gli hanno fatto perdere il
coraggio e lottimismo, i cui figli sono stati disposti a combattere, insegnare,
costruire o curare in qualunque angolo della Terra; nel nome del popolo che sente come sua
ogni ingiustizia o dolore nel mondo, per il quale la patria è stata lumanità, e
che oggi là, nel nostro paese, aspetta con giustificata fiducia che questa Assemblea
Generale voti nuovamente contro lingiustizia e a favore del diritto internazionale,
vi chiedo, distinti rappresentanti, di esprimere nuovamente il vostro appoggio alla
cessazione effettiva del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati
Uniti contro Cuba.
Molte grazie.
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