Associazione Nazionale Su Storia dei cinque Violazioni dei diritti umani manifestazione 7 aprile
Nuestra America
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Cubani leali sì, spie no
Un posto impossibile per la giustizia
Senza prove di un comportamento
criminale
Nessuno spionaggio
Nessun omicidio
Il vero problema: terroristi con
impunità
Uccidete i messaggeri
Un nuovo
processo: necessario per evitare un scherzo alla giustizia
L'appello
Gli accusati
La protesta crescente come risposta
Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Antonio Guerrero Rodríguez,
Fernando González Llort e René González Sehwerert (gli ultimi due non sono parenti)
sono cinque giovani cubani arrestati in Florida nel settembre 1998. Sono stati processati
e condannati per spionaggio e per altre accuse affini nell'unico luogo dove non avrebbero
potuto ottenere un giusto processo: Miami.
Il loro caso è tipico dei processi politici criticati dagli Stati Uniti come violazione
del rispetto dei diritti umani quando avvengono in altri paesi. A meno che non vi sia un
capovolgimento dopo lappello, potrebbe essere citato, con ogni probabilità, come un
precedente per rifiutare un giusto processo ad altri uomini e donne che vengano giudicati
negli Stati Uniti.
In quello che è diventato un trattamento normale per coloro le cui convinzioni politiche
o religiose, o lorigine nazionale, siano considerate sospette negli Stati Uniti, i
cinque sono stati tenuti in prigione per 33 mesi senza garanzie, dal momento dell'arresto
fino al processo. Allo stesso modo, gli arresti sono avvenuti senza alcun incidente e mai
nessuno ha insinuato che qualsiasi di loro avesse armi o che avesse vissuto in qualche
modo diverso da quello di pacifici membri della comunità. Due sono cittadini statunitensi
poiché sono nati negli Stati Uniti da genitori cubani che erano fuggiti dalla corruzione
e dal terrore del dittatore cubano Fulgencio Batista. Tutti godevano della buona
considerazione delle comunità in cui vivevano e lavoravano.
Nonostante tutto questo, non solo è stato loro negato il diritto alle garanzie, ma sono
stati tenuti per 17 mesi in celle di confino isolate, utilizzate per punire i reclusi
colpevoli di assalti e di altri comportamenti violenti, dopo che sono stati condannati.
Gli sono stati tolti completamente i contatti con le loro famiglie e con i loro figli in
tenera età e non hanno nemmeno potuto comunicare tra di loro. Tuttavia, anche in queste
condizioni estreme la procura non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo, quello di
far sì che gli uomini detenuti si sentissero disorientati e disperati quanto basti
affinché uno o più confessassero o coinvolgessero in modo falso gli altri in cambio di
una promessa di benevolenza. Al contrario, sono andati al processo con la verità come
difesa e hanno chiamato a testimoniare funzionari militari a riposo degli Stati Uniti e
leader anticastristi residenti a Miami, al fine di dimostrare che il loro unico delitto
era quello di avvalersi di identità false (a eccezione di Antonio Guerrero e di René
González che sono cittadini statunitensi e hanno utilizzato la loro vera identità), per
essere in condizione di proteggere il loro paese dalla violenza perpetrata dalle
organizzazioni che risiedono negli Stati Uniti e di valutare la probabilità di un attacco
militare da parte di questo paese.
Cubani leali sì, spie no
Lo spionaggio a favore di Cuba e l'assassinio relativo allabbattimento di due aerei
da turismo su acque cubane, che sono state le accuse più gravi, non sono presenti come
delitti commessi realmente, bensì come cospirazione, insieme ad altri delitti meno gravi.
Come è stato detto dopo, l'impiego della termine "cospirazione" ha liberato la
procura dal lavoro di provare che tali delitti fossero realmente avvenuti.
Qualcosa di unico negli annali della giurisprudenza statunitense è stata laccusa di
"cospirazione per commettere assassinio" presentata contro Gerardo Hernández.
Si è trasformata nel centro dell'attenzione del processo ed è stata messa in relazione
allabbattimento, il 24 febbraio 1996, di due aerei da turismo - appartenenti
all'organizzazione residente a Miami che si autodefinisce "Fratelli al Riscatto"
da parte delle Forze Armate di Cuba quando hanno insistito nel violare lo spazio
aereo cubano. Il gruppo era diretto dal veterano della Baia dei Porci, residente a Miami,
José Basulto. I Cinque accusati in quel momento erano a Miami e nessuno di loro è stato
coinvolto nell'elaborazione o nell'esecuzione dell'ordine di abbattere gli aerei da
turismo dopo che questi avevano ignorato gli avvertimenti di non entrare nello spazio
aereo cubano.
I Cinque lavoravano con il Governo cubano per proteggere Cuba da un'invasione e dal
terrorismo organizzato, finanziato e promosso da Miami e hanno presentato prove per
dimostrare la grave minaccia che significa il terrorismo che risiede a Miami. Hanno
dimostrato come si erano infiltrati in alcune delle organizzazioni radicate a Miami e come
gli organismi incaricati di fare rispettare la legge degli Stati Uniti non avevano agito a
partire dalle prove presentate dalle autorità cubane prima del loro arresto. Hanno
presentato anche prove per dimostrare che l'unica informazione militare alla quale hanno
avuto accesso era a disposizione del pubblico. Allo stesso modo, hanno presentato le
testimonianze di alti funzionari militari e dellintelligence degli Stati Uniti sul
fatto che Cuba non costituisce una minaccia militare per gli Stati Uniti ma è solo
interessata a conoscere quello che è necessario sapere per difendersi contro la minaccia
di un attacco da parte degli Stati Uniti o dei mercenari che vi risiedono.
L'atmosfera emotiva che a Miami circonda qualsiasi argomento relativo a Cuba, anche se
fosse remoto, ha reso impossibile qualunque analisi obiettiva delle prove. Nonostante il
fatto che siano state ascoltate le dichiarazioni di 74 testimoni (43 della procura e 31
della difesa), in un periodo di quasi sette mesi, una giuria di Miami ha emesso le
sentenze solamente dopo brevi periodi di tempo di 4 giorni senza neppure inviare una sola
nota o fare una sola domanda al tribunale, per arrivare al verdetto che i cinque accusati
erano colpevoli di ognuno dei 26 capi di imputazione dell'accusa. Non ha fatto una sola
domanda sui principi legali complessi, relativi al caso, né vi è stata una sola
richiesta di risentire qualcuno dei testimoni.
Ora i cinque sono gli ostaggi dell'odio irrazionale dell'enclave straordinariamente
potente degli esiliati cubani che ha trasformato Miami nella capitale provvisoria, da dove
opera - con l'appoggio dei governi federale, statale e locale - per abbattere il Governo
di Cuba. Questo gruppo ha condizionato a un grado così elevato lopinione pubblica
di Miami riguardo qualsiasi cosa relativa a Cuba, che l'organizzazione dei diritti umani
Americas Watch ha pubblicato due relazioni dal titolo "Dangerous Dialogue"
(Dialogo pericoloso) nel 1992 e "Dangerous Dialogue Revisited" - una nuova
analisi del dialogo pericoloso nel 1994. Insieme a reportage giornalistici e
attraverso altri mezzi di diffusione, presentano prove documentate dei numerosi omicidi e
delle centinaia di attentati dinamitardi e incendiari causati, come pure delle minacce e
dell'estorsione utilizzate per controllare a Miami l'opinione pubblica su Cuba.
"Un posto impossibile per la
giustizia"
Al momento di essere condannato, Antonio Guerrero ha detto al giudice che "quando
arriva l'ora di Cuba, Miami è un posto impossibile per la giustizia". Già da allora
la difesa aveva presentato non meno di cinque mozioni per trasferire il processo in una
sede più neutrale. Era evidente che Miami era l'ultimo posto del mondo dove i cinque
cubani avrebbero potuto avere un processo imparziale. La scienza sociale sostiene
l'osservazione di Guerrero. Uno degli esperti sul fenomeno dell'esilio cubano dal paese,
il Dr. Lisandro Pérez, ha scritto che "la possibilità di selezionare dodici
cittadini della contea di Miami-Dade che possano essere imparziali in un caso relativo a
persone riconosciute come agenti del Governo cubano è praticamente nulla".
Qualcosa che andava contro il diritto dell'imputato di avere un processo imparziale di
fronte a membri imparziali di una giuria, era la pressione locale intensa che propugnava
una vendetta per labbattimento degli aerei da turismo. Quando la difesa ha segnalato
che, secondo la legge vigente, lo stato di opinione ostile a Miami dava come risultato una
probabilità di ingiustizia sufficiente per "avere la necessità di un cambiamento di
sede al fine di garantire un processo giusto e imparziale", la procura ha risposto
indignata che la difesa paragonava in modo sconsiderato la Miami cosmopolita a un piccolo
paese del Texas, in relazione al caso sulla cui base la difesa presentava i suoi argomenti
(Pamplin v. Mason, 364 F.2d 1, 5 (Quinto Circuito, 1966).
In realtà, e come ha riconosciuto successivamente il Pubblico Ministero degli Stati Uniti
per il Distretto, nel momento di rappresentare un cliente che compariva in un processo
civile a Miami, le similitudini erano maggiori delle differenze. Rispetto al processo di
questi cinque cubani, Miami non era un'area cosmopolita, diversa, dove nessun gruppo o
nessuna ideologia avrebbe controllato l'opinione pubblica, bensì una zona in cui quegli
esiliati cubani pieni di rancore detenevano il potere politico ed economico e che, anche
se questo non risultava, ricorrevano al terrorismo per controllare l'opinione pubblica su
qualunque tema relativo a Cuba. In un lungo articolo giornalistico che è stato presentato
al tribunale come una prova documentata in riferimento alla sede, il giornalista di Miami
Jim Mullin ha criticato la "violenza e le intimidazioni illegali (che) sono state il
segno distintivo dell'esilio per oltre 30 anni" e poi ha spiegato nel dettaglio i
numerosi attentati dinamitardi, assalti, tentativi di assassinio e perfino omicidi a Miami
e in altri posti (come quello di Letelier e Moffit nel Distretto di Columbia) da parte di
terroristi anticubani.
In nessun altro distretto gli accusati avrebbero affrontato la possibilità che non meno
del 20 % dei membri della giuria fossero uomini e donne che se ne erano andati da Cuba
perché non erano daccordo con il Governo che gli imputati cercavano di proteggere.
Tra quelli che si sono presentati per far parte della giuria cera un direttore della
Fondazione Nazionale Cubano-Americana che aveva finanziato i voli di Basulto verso lo
spazio aereo cubano così come pure altre avventure più apertamente terroristiche. Venne
scartato solo perché, persino il giudice, definì la sua "condotta fuori dal
comune". In nessunaltra giurisdizione gli imputati sarebbero stati costretti a
utilizzare 9 dei loro 15 veti perentori, solamente per eliminare esiliati cubani o i loro
discendenti come membri della giuria. In nessunaltra giurisdizione avrebbero avuto
di fronte almeno sedici possibili membri della giuria che conoscevano personalmente
qualcuno identificato dall'accusa come una vittima o come un parente. Uno raccontò come
avevano concesso nellaeroporto locale a Basulto la condizione ufficiale di VIP.
Solo a Miami questi imputati sarebbero stati giudicati da una giuria i cui membri
provenivano da una comunità permeata da quello che il Dr. Pérez chiamò
"un'ideologia dell'esilio" che favorisce l'intervento militare degli Stati Uniti
per abbattere il Governo di Cuba e che appoggia le invasioni armate da parte degli
esiliati - atteggiamenti che sono stati confermati in inchieste indipendenti non in
relazione al caso. Queste posizioni - e le conseguenze di dissentire da esse - sono così
note che i possibili membri della giuria hanno riconosciuto immediatamente che avrebbero
avuto paura delle rappresaglie "se non si fosse arrivati a un verdetto che fosse a
tono con quello che avrebbe dovuto essere il verdetto che pensa la comunità cubana".
Miami è l'unica città degli Stati Uniti dove i musicisti cubani non possono esibirsi e
dove gli artisti cubani non possono mostrare la loro arte senza essere oggetto della
protesta violenta e gli organizzatori di conferenze di accademici hanno bisogno di una
protezione speciale se accademici cubani sono presenti. Miami è l'unica città degli
Stati Uniti dove si preferisce cancellare eventi sportivi internazionali piuttosto di
avere la presenza di atleti cubani. Perfino il prestigioso Grammy Latino ha dovuto essere
spostato da Miami per due volte dopo che la violenza e le minacce di violenza hanno
obbligato il suo trasferimento in un'altra sede. La contea di Miami-Dade è l'unica
giurisdizione dove è stato approvato un decreto incostituzionale in cui si stabilisce che
tutti coloro che cercano fondi per l'arte devono giurare di non avere avuto relazioni con
Cuba negli ultimi dieci anni. Ed è l'unica giurisdizione dove esiste un monumento
nell'edificio del Governo della contea alla memoria di quelli che sono stati abbattuti
nell'incidente degli aerei da turismo, come pure strade e una piazza portano i loro nomi.
Questi fatti riflettono il potere straordinario di una comunità di esiliati che è
riuscita a controllare la politica locale di Miami-Dade in un modo che non ha precedenti
nella storia dell'immigrazione. Nel corso di due generazioni sono stati eletti tre cubani
ferventi anticastristi come membri del Congresso degli Stati Uniti. Uno di loro, Ileana
Ross Leithen, è stata informata sull'arresto degli imputati per una questione di cortesia
professionale. Suo marito è l'ex-Pubblico Ministero degli Stati Uniti. Il suo direttore
della campagna elettorale è stato Jeb Bush. Sei dei delegati della contea di Miami-Dade
sono cubani, come lo sono il sindaco, il Pubblico Ministero dello Stato, il capo della
polizia della contea, il capo dei pompieri, il sovrintendente delle scuole e il capo dei
sistemi universitari e degli istituti superiori comunitari pubblici. I cubani non
costituiscono la minoranza più numerosa di Miami ma, semplicemente, sono il gruppo etnico
più grande. A differenza della maggior parte degli immigrati, non rappresentano i poveri
e gli oppressi bensì il settore più ricco e privilegiato del loro territorio di
residenza. A Miami, i magnati del potere conservatore garantiscono che avanzino solamente
i candidati che adottino la linea più dura rispetto a Cuba affinché rappresentino la
comunità nelle inchieste e in altri centri del potere. Allo stesso modo gli impiegati
più importanti e i principali contribuenti finanziari dei due partiti politici
controllano la maggior parte dei mezzi di diffusione locali.
Secondo il Dr. Lisandro Pérez, due avvenimenti negli ultimi anni sono serviti per
incentivare questa comunità e per rafforzare ancora di più la sua peculiare
"ideologia dell'esilio" caratterizzata da una mentalità di stato di guerra. Uno
è stato il dibattito che ha portato il sindaco di Miami ad annunciare che non avrebbe
autorizzato la polizia locale ad aiutare lesecuzione di un ordine federale per
restituire un bambino - Elián González - a suo padre. L'altro è stato l'incidente che
è al centro delle imputazioni contro i Cinque: la decisione del 24 febbraio 1996 di
abbattere gli aerei da turismo.
E stato in questo scenario che si è svolto il processo a Miami.
Non avendo prove su un
comportamento criminale, la procura ha presentato laccusa di cospirazione, ha
controllato le prove che avrebbero dovuto essere sottoposte allanalisi della giuria
e ha commesso unazione rozza di condotta indebita rivolgendosi alla giuria
L'accusa comprendeva 26 capi separati con ciascuno dei quali veniva imputato un delitto
specifico a un accusato, a vari o a tutti. La maggior parte erano accuse di minore
gravità relativi allutilizzo di falsa identità. Tuttavia, le accuse più gravi,
che erano quelle di spionaggio e di assassinio, prevedevano la sentenza
dellergastolo. Nell'accusa non erano realmente compresi questi delitti contro gli
accusati bensì, al contrario, la cospirazione per commetterli. Questo liberava la procura
dal dovere dimostrare realmente che qualsiasi accusato aveva commesso di fatto spionaggio
o compiuto un omicidio, o almeno che questi delitti erano accaduti nella realtà. La
cospirazione, definita come il "concetto preferito nell'arsenale del pubblico
ministero" fa sì che l'approvazione o "l'accordo" costituiscano un delitto
se il fine o il mezzo da impiegare siano illegali. Fa sì che anche il lavoro della
procura sia più facile poiché permette l'uso di molte prove che in un altro caso non
sarebbero prese in considerazione come testimonianze basate su quanto detto da terzi
(diceria).
Questo non era l'unico vantaggio che sarebbe stato dato alla procura. Invocando le
disposizioni molto controverse e segrete della Legge di Procedura sullInformazione
Classificata (CIPA), la procura era in condizioni di controllare le prove che alla giuria
sarebbe stato permesso vedere negando alla difesa l'accesso alla documentazione raccolta
dalla procura durante le sue indagini, tra cui figuravano alcuni documenti sequestrati
agli imputati al momento del loro arresto.
Col suo caso appena costruito e con una totale esagerazione, la procura, nelle sue ultime
parole alla giuria, ha aumentato con falsità e pregiudizio la sua retorica contro i
Cinque proclamando, non meno di tre volte, che gli accusati erano venuti negli Stati Uniti
"per distruggere gli Stati Uniti".
Nessuno spionaggio
Mentre nei titoli appariva sempre di più l'affermazione di "Spie tra di noi",
quando la procura ha dovuto spiegare la sua posizione legale si è tirata indietro dal
fatto di assumere qualsiasi obbligo di dimostrare effettivamente che "qualunque
accusato di cospirazione, di fatto abbia compiuto atti di spionaggio o di fatto abbia
raccolto qualsiasi informazione pubblica o non pubblica". Nel momento degli arresti,
i portavoce dellFBI hanno dato assicurazioni al paese che l'informazione militare
"non è mai stata in pericolo" mentre il portavoce del Pentagono ha aggiunto che
"non ci sono indizi che abbiano avuto accesso a informazioni classificate o accesso
ad aree riservate".
Quello che la procura aveva erano più che altro prove che uno dei cinque, Antonio
Guerrero, aveva lavorato per cinque anni in unofficina metallurgica della base di
addestramento di Boca Chica nel sud della Florida. La base era totalmente aperta al
pubblico e aveva perfino un'area di veranda speciale situata a un lato affinché la gente
potesse prendere foto degli aeroplani sulle piste. Mentre lavorava lì, Guerrero non ha
mai richiesto un'autorizzazione di sicurezza, non ha mai avuto accesso ad aree riservate e
non ha mai tentato di entrare in alcuna di queste. A dispetto della grande intimidazione
da parte della procura, alcuni colleghi di lavoro hanno dichiarato che egli era una
persona normale, lavoratrice e aperta che non mostrava alcun interesse particolare per le
aree riservate. In realtà, durante il periodo che lFBI lo ha controllato per due
anni prima degli arresti non cè stata nessuna testimonianza da parte degli agenti
su una sola azione di condotta indebita.
E ancora, quando il Governo aveva confiscato migliaia di pagine di documenti appartenenti
ai Cinque nel momento del loro arresto, non esisteva il pezzo chiave di tutti i casi di
spionaggio del passato: non c'era una sola pagina di materiale classificato.
Una testimone chiave della procura è stato il generale James R. Clapper, figlio, un uomo
con 32 anni di esperienza nel lavoro militare che si è dedicato esclusivamente ai temi di
intelligence e che ha fatto carriera fino ad arrivare a essere direttore dell'Agenzia di
Intelligence per la Difesa prima del suo ritiro. Aveva esaminato tutti i documenti
confiscati dal Governo e durante l'interrogatorio al processo gli fu chiesto se avesse
"trovato qualunque informazione segreta relativa alla difesa nazionale che fosse
stata trasmessa (a Cuba)". La sua risposta fu: "Nessuna che io abbia scoperto,
no".
Lontano dal fornire alla procura prove contundenti, i documenti confiscati agli imputati
sono stati utilizzati dalla difesa perché in essi rimaneva chiaro il carattere non
criminale dell'attività di Guerrero nella base. Egli andava a "scoprire e a
trasferire al momento opportuno l'informazione o gli indizi che rivelassero i preparativi
di un'aggressione militare contro Cuba" sulla base di "quello che si poteva
vedere" osservando "attività pubbliche aperte". DGE141(E). A questo si
aggiungeva l'informazione visibile a qualunque persona del pubblico, per sapere,
l'atterraggio e il decollo di aeronavi. Ritagliava anche articoli giornalistici del
giornale locale dove appariva linformazione sulle unità militari acquartierate lì.
Ufficiali militari e della sicurezza di alto grado e con anni di esperienza hanno
dichiarato che Cuba non costituisce una minaccia militare per gli Stati Uniti, che non
cè alcuna informazione militare utile che si possa ottenere a Boca Chica e che
l'interesse di Cuba di ottenere il tipo di informazione che è stato presentato al
processo era quello di "verificare se realmente stiamo facendo preparativi per
attaccarli (maggiore generale Edward Breed Atkeson, dellEsercito degli Stati Uniti,
istruttore della Scuola di Intelligence di Difesa degli Stati Uniti.
La legge sullo spionaggio negli Stati Uniti è chiara: l'informazione che è generalmente
a disposizione del pubblico non può costituire la base per un procedimento giudiziario
per spionaggio. Un'altra volta, quando al generale Clapper venne chiesto se "lei
sarebbe daccordo sul fatto che un'informazione presa da una fonte aperta non sia
spionaggio" rispose: "Esatto". L'allegato della procura era tanto
sprovvisto di prove convincenti sullo spionaggio che una volta che erano state presentate
tutte le prove si vide obbligata ad argomentare davanti alla giuria che avrebbero dovuto
emettere un verdetto di colpevolezza se avessero considerato il fatto che c'era un accordo
per commettere il delitto di spionaggio in futuro in qualche data non specificata.
Tuttavia, e dopo avere ascoltato l'argomentazione molto inadeguata della procura, ripetuta
in tre occasioni, che i cinque cubani erano in questo paese "con il fine di
distruggere gli Stati Uniti", la giuria, spinta più dalla passione che dalla legge e
dalle prove, ha emesso un verdetto di colpevolezza. Questa decisione è oggetto di un
appello presso il Tribunale di Appello dell'Undicesimo Circuito.
Nessun omicidio
Oltre allo spionaggio, l'altra grave imputazione - cospirazione per commettere omicidio
premeditato è stata presentata contro Gerardo Hernández. Si basava sull'incidente
del 24 febbraio. I fatti presentati nel processo hanno evidenziato che Hernández non era
responsabile della sorte degli uomini che erano negli aerei da turismo, non cè
stato il risultato di alcun assassinio premeditato e non cè stato alcun accordo sul
fatto che se fosse stato necessario abbattere l'aereo da turismo doveva essere fatto in
acque internazionali e non cubane. Le tre imputazioni sono necessarie per la sentenza di
condanna.
Le prove hanno dimostrato che il 24 febbraio 1996, in quello che era già una situazione
nota, Basulto e i suoi seguaci sono decollati dalla Florida su tre aerei da turismo e, una
volta in volo, sono usciti dai loro piani di volo e si sono diretti verso Cuba. Dopo che
il controllo aereo di Cuba li aveva avvertiti che stavano entrando in una zona proibita
sono stati intercettati e due degli aerei da turismo sono stati abbattuti dalla forza
aerea cubana. Quelli che sono morti erano residenti a Miami. In una registrazione
presentata al processo si è potuto ascoltare Basulto, che pilotava uno degli aerei da
turismo, che rideva man mano che gli aerei da turismo stavano violando deliberatamente
l'ordine di tornare indietro. Basulto è ritornato senza danni a Miami. I pubblici
ministeri si sono avvalsi della legge sulla cospirazione per argomentare che Hernández,
che aveva avuto un ruolo nellinfiltrazione in gruppi come Hermanos al
Rescate e avvisava Cuba sui loro piani, era responsabile di omicidio.
Questa teoria aveva una serie di lacune. In primo luogo, non è un delitto il fatto che
Cuba abbatta aeronavi che sorvolino le sue acque territoriali o la sua zona terrestre.
Pertanto, il giudice nelludienza ha decretato che al fine di dichiarare colpevole
Hernández di questa imputazione, la procura avrebbe dovuto dimostrare almeno che molto
prima che gli aerei da turismo decollassero esisteva un piano o un accordo concreto per
abbatterli prima che arrivassero al territorio cubano. In caso contrario, gli Stati Uniti
non avrebbero giurisdizione e la procura non potrebbe dimostrare un elemento essenziale
dellaccusa: che gli avvenimenti decisivi avrebbero avuto luogo non in territorio
cubano bensì in quello che gli Stati Uniti affermano che è la loro "giurisdizione
marittima o territoriale speciale".
La procura ha riconosciuto di non avere alcuna prova riguardo qualsiasi accordo su dove
avrebbero dovuto essere bloccati gli aerei da turismo intrusi. Quindi, ha presentato un
appello straordinario al Tribunale di Appello dell'Undicesimo Circuito lamentandosi che,
date le prove presentate al processo, l'istruzione dava luogo a un "ostacolo
insuperabile" per la sentenza di condanna. L'appello è stato respinto e sono state
date istruzioni alla giuria che avrebbe dovuto trovare oltre ogni ragionevole dubbio che
esisteva un accordo concreto per abbattere gli aerei da turismo in acque internazionali.
Venne subito prestata attenzione all' "ostacolo insuperabile" e venne emesso un
verdetto di colpevolezza a tempo di record.
Il vero problema: terroristi con
impunità
Gli imputati hanno riconosciuto di avere utilizzato identità false (a eccezione di
Antonio e di René, come già è stato detto) e di non essersi iscritti formalmente come
agenti di un Governo straniero. Hanno spiegato che il secondo requisito non era da loro
praticabile e che sia le loro vite sia i loro impieghi sarebbero stati in pericolo se
avessero utilizzato le loro vere identità. Oltre a Basulto e a Hermanos al Rescate,
controllavano alcuni dei terroristi più pericolosi tra tutti gli esiliati che avevano
dimostrato nettamente la loro disposizione e le loro capacità di ricorrere
allomicidio e al terrorismo nella ricerca dei loro obiettivi. Uno era Orlando Bosch,
responsabile dell'esplosione nel 1976 di un aeroplano civile cubano in cui morirono 73
civili, compresa tutta la squadra olimpica di scherma. Considerato una volta come uno
straniero pericoloso dall'INS per il suo curriculum terroristico, ha ottenuto la
condizione di residente da George Bush, padre, e ora cammina per Miami. I Cinque
controllavano anche altre organizzazioni paramilitari come quella diretta da Luis Posada
Carriles, che ha diretto il complotto per assassinare Fidel Castro durante un incontro di
Capi di Stato in Venezuela e i responsabili degli attentati del 1997 negli hotel di La
Habana in cui morì un turista italiano e altre persone rimasero ferite.
Solo alcuni mesi prima dell'arresto dei Cinque, il 17 giugno 1998, il Governo cubano aveva
fatto arrivare ai funzionari statunitensi incaricati di fare rispettare la legge, un
memorandum nel quale venivano riassunte le prove raccolte sulla campagna di omicidi,
attentati dinamitardi, incendi intenzionali e altri attacchi contro Cuba realizzata da
Miami e che era durata quarantanni. In uno storico incontro a La Habana, i cubani
hanno chiesto ai funzionari statunitensi incaricati di fare rispettare la legge di agire a
partire da quelle prove per mettere fine al ciclo del terrorismo.
Le prove consegnate allFBI - documenti, foto, vigilanza e altro - dimostravano che
varie organizzazioni di estrema destra residenti a Miami erano disperate di fronte ai
segnali della diminuzione del sostegno al blocco statunitense contro Cuba e che Cuba si
stava riprendendo dalla caduta del campo sovietico. Speravano di provocare una crisi che
potesse essere utilizzata per creare ostilità e dare luogo a un attacco o a
uninvasione da parte dell'esercito statunitense. I funzionari cubani chiesero
allFBI di mettere fine all'impunità di questi terroristi di destra prima che
venisse sparso altro sangue.
LFBI doveva avere già molte prove. Nel corso degli ultimi 43 anni sono state
realizzate centinaia di azioni terroristiche contro Cuba e contro i cubani, la maggior
parte di questi da Miami. LFBI e la polizia locale sono a conoscenza di questi
incidenti, compresi gli omicidi e gli attentati dinamitardi, ma poche volte hanno
effettuato arresti. In un articolo del Miami Times dellaprile 2000 intitolato
The Burden of a Violent History (Il peso di una storia di violenza) si dava
informazione documentata sulla "violenza e sullintimidazione illegali" che
"sono state le note salienti dell'Esilio per oltre 30 anni". Venivano elencati
molti incidenti.
Uccidete i messaggeri
LFBI ha promesso alle autorità cubane che entro poche settimane avrebbe agito a
partire dall'informazione fornita da La Habana nell'incontro. Da parte sua, Luis Posada
Carriles non si preoccupò. Il 12 e il 13 luglio si vantò in un'intervista con il New
York Times che "lFBI e la CIA. non mi disturbano e io sono neutrale rispetto a
loro. Li aiuto ogni volta che posso". Invece di cercare Posada Carriles, Bosch,
Basulto o quelli che finanziavano le loro attività terroristiche, lFBI arrestò la
fonte dell'informazione: i cinque cubani.
Il tema del procedimento giudiziario e della stampa durante tutto il processo fu, come si
disse in un editoriale del Miami Herald, che "il terrorismo non trionferà". In
realtà, fermare il terrorismo era proprio l'obiettivo degli imputati. Come disse Gerardo
Hernández alla giudice Lenard nel momento in cui venne condannato, citando le parole che
aveva scritto prima degli attacchi dell11 settembre:
"Cuba ha diritto a difendersi dagli attacchi terroristi che vengono preparati in
Florida con totale impunità, nonostante il fatto che siano stati denunciati
conseguentemente dalle autorità cubane. Questo è lo stesso diritto che hanno gli
Stati Uniti di tentare di neutralizzare i piani dell'organizzazione terroristica di Osama
Bin Laden, che ha causato tanto danno a questo paese e che minaccia di continuare a
causarlo. Sono sicuro che i figli e le figlie di questo paese che portano a termine
questa missione sono considerati patrioti e il loro obiettivo non è quello di minacciare
la sicurezza nazionale di qualsiasi dei paesi dove queste genti ricevono copertura".
Cuba non ha provocato l'incidente del 24 febbraio. Al contrario, ha tentato di evitarlo. I
responsabili sono quelli "che non hanno desistito dai loro sforzi per provocare un
conflitto armato tra gli Stati Uniti e Cuba" in modo che l'esercito degli Stati Uniti
"possa fare per loro quello che loro stessi non sono riusciti fare in
quarantanni: abbattere il Governo di Cuba, indipendentemente dal costo in vite
umane".
La difesa ha presentato alle giuria prove sulla storia che era arrivata fino alla
decisione di abbattere gli aerei da turismo il 24 febbraio 1996. Inviò a Basulto un
ordine affinché si presentasse a testimoniare. Essendo un oppositore tenace del Governo
cubano (e alleato di Jeb Bush), è stato uno dei fondatori di Hermanos al
Rescate che affermava essere una "organizzazione umanitaria" creata per
recuperare quelli che se ne andavano da Cuba e che tentavano di entrare negli Stati Uniti
per mare violando sia le leggi cubane sia quelle statunitensi. Ma nel 1995
l'organizzazione perse la sua ragione di esistere quando gli Stati Uniti e Cuba firmarono
un accordo mediante il quale veniva posta fine di fatto alla pratica di incentivare la
gente a mettersi in mare e dirigersi in Florida con la promessa di ottenere ricchezze.
Siccome non rimaneva nessuno da "recuperare", Basulto diresse il gruppo verso
un'azione più aggressiva e realizzarono ripetute incursioni aeree nello spazio aereo
cubano, lanciando volantini di propaganda, medagliette e altri oggetti su La Habana. Ha
invaso lo spazio aereo cubano, molestando e minacciando turisti, organismi governativi e
civili cubani, tutto questo costituiva una violazione delle leggi degli Stati Uniti e dei
regolamenti della FAA.
René González, che era pilota egli stesso, si era infiltrato nell'organizzazione per
conoscere i suoi piani e avvisare le autorità cubane. Tra le altre cose, seppe che
l'organizzazione tentava di provare bombe e di acquistare aeronavi più sofisticate e che
perfino progettava di utilizzare aeronavi senza pilota per farle esplodere contro una
cerimonia pubblica a Cuba. Pensando che era un membro regolare del gruppo, gli venne
chiesto anche di introdurre droga. Informò immediatamente lFBI su questo incidente.
Il lancio di volantini di propaganda e di altri sorvoli erano indispensabili per il
successo dei progetti più ambiziosi - e più pericolosi - del gruppo. Cuba protestò in
ripetute occasioni presso gli Stati Uniti per i sorvoli e per le violazioni delle leggi
statunitensi. Le proteste vennero disattese in larga misura. Durante i 20 mesi
immediatamente precedenti il 24 febbraio 1996 vennero effettuati non meno di 25 voli
illegali nello spazio aereo cubano. Quando divennero più frequenti, i cubani cercarono
con urgenza l'aiuto statunitense per evitare un incidente che potesse far peggiorare
ancora di più le relazioni tra i due paesi - uno degli obiettivi di Basulto.
All'inizio del 1996 vennero effettuati altri due voli sopra Cuba, uno il 9 gennaio e
l'altro il 13 di quel mese, durante i quali vennero gettati mezzo milione di volantini in
cui si sollecitava il popolo cubano a ribellarsi. All'ultimo volo seguì
unapparizione di Basulto alla TV Martí - un programma estremamente anticastrista
pagato con il denaro dei contribuenti statunitensi e trasmesso per mezzo della Fondazione
Nazionale Cubano-Americana. Annunciò in tono trionfalistico che il regime di Castro
"non è invulnerabile" e sollecitò i suoi "compatrioti nell'isola... a
correre rischi personali... e a considerare tutte le cose che si sarebbero potute
fare".
Nel momento che, su pressione dei cubani conservatori e dei politici della Florida, il
Congresso degli Stati Uniti approvò una draconiana Legge Helms-Burton in risposta
allabbattimento, Basulto rimase incantato per il successo dei suoi sforzi per essere
riuscito a ottenere perfino una tensione maggiore nelle relazioni tra gli Stati Uniti e
Cuba - e per far sì che le condizioni di vita a Cuba fossero perfino più difficili.
Oltre a Basulto e a una serie di ex funzionari militari e dellintelligence, la
difesa citò a testimoniare anche Richard Nuncio, che testimoniò che lui "elaborò
la politica verso Cuba a nome del Presidente". Dichiarò che si preoccupò quando
ricevette le proteste di Cuba riguardo le incursioni, ma scoprì che avrebbe potuto far
poco per fermarle. Ricordò il suo allarme mentre vedeva l'annuncio provocatorio di
Basulto. Lesse alla giuria un memorandum redatto da un assistente nel Dipartimento di
Stato dove si rifletteva non solo la decisione di non interferire nelle attività
chiaramente illegali di Basulto ma anche una certa preoccupazione che quando alla fine il
Governo cubano avrebbe reagito alle provocazioni costanti, la responsabilità avrebbe
potuto ricadere su un organismo del Governo degli Stati Uniti.
"Questultimo sorvolo può solo essere visto come una nuova provocazione verso
il Governo cubano. Il Dipartimento di Stato era sempre più preoccupato delle reazioni
cubane di fronte a queste flagranti violazioni. La cosa peggiore che sarebbe potuta
succedere è che un giorno i cubani abbattessero uno di questi aerei da turismo ed è
meglio che la FAA fosse completamente preparata".
Dai più alti livelli del loro esercito, i cubani avvisarono i loro omologhi statunitensi
che la politica di contenimento sembrava solo incentivare i delinquenti dell'aviazione. I
cubani non potevano più continuare a permettere le totali violazioni della loro
sovranità e della loro sicurezza e parlarono apertamente di prendere misure difensive
contro i sorvoli.
L'ammiraglio statunitense a riposo Eugene Carroll ha deposto come testimone della difesa.
Esattamente tre settimane prima dell'incidente del 24 febbraio, e mentre partecipava a una
conferenza militare a La Habana, fu preso da parte dal capo della forza aerea cubana e gli
venne detto "in una forma molto concreta" che i cubani avevano la capacità di
abbattere questi aerei da turismo, in un concreto riferimento ai recenti sorvoli e
allostentazione di Basulto alla televisione. L'ammiraglio Carroll informò
immediatamente dell'avvertimento i funzionari del Dipartimento di Stato e l'Agenzia di
Intelligence per la Difesa.
Secondo un altro memorandum presentato al processo, un giorno prima del volo fatale, il 23
febbraio, il Dipartimento di Stato ricevette informazioni su "... un volo non
autorizzato nello spazio aereo cubano, domani". Criticò il fatto che la FAA fosse
impotente per evitare "i voli come questo possibile volo" e, in maniera
pessimistica anche se profetica, giunse alla conclusione che "di fronte ai ripetuti
sorvoli sempre più frequenti e flagranti
sarebbe stato meno probabile che il
Governo di Cuba desse segni di contenimento in una situazione di un volo non autorizzato
in questi momenti". Tuttavia, non venne fatto nulla per fermare Basulto.
Il 24 febbraio tre aerei da turismo decollarono dalla Florida e si diressero verso Cuba.
La FAA, e non l'imputato Fernández, comunicò alle autorità di Cuba il piano di volo
degli aerei dopo che venne emesso. Man mano che si avvicinavano alle acque cubane, il
controllo di volo cubano avvertì gli aerei da turismo con quanto segue: "Vi
informiamo che la zona a nord di La Habana è attivata. Vi state mettendo in pericolo se
volate al di sotto del 24° parallelo nord". Basulto, che pilotava l'aeroplano
principale, che è stato l'unico sopravvissuto alla missione, rise e proseguì. Sulla base
di queste prove, la giuria ha condannato Gerardo Hernández, che non aveva avuto contatti
con la forza aerea cubana o con altre autorità riguardo la decisione di abbattere l'aereo
da turismo, di cospirare per commettere omicidio premeditato.
Un nuovo
processo: necessario per evitare un scherzo alla giustizia
Il verdetto lampo non è stato il risultato di un'attenta analisi dei fatti presentati nel
processo e dell'applicazione imparziale della legge. È stato al contrario il risultato
virtualmente inevitabile della negazione di spostare la sede del processo in un distretto
meno permeato dai pregiudizi e dallemotività della comunità su temi relativi a
Cuba. È stato anche il prodotto della decisione della Procura di sostenere che si potesse
fare giustizia su questo caso a Miami.
Quindi, e a un anno dalla sentenza di condanna contro gli accusati, lo stesso Procuratore
degli Stati Uniti che aveva dichiarato che i cinque, accusati di cospirare per spiare per
conto del Governo cubano, potevano avere un processo imparziale a Miami, ha manifestato un
cambiamento totale. Ha fatto il passo straordinario di richiedere un cambiamento di sede
in un caso civile argomentando che il suo cliente - il Procuratore Generale degli Stati
Uniti - non avrebbe potuto avere lì un giudizio imparziale. In un caso dove si accusava
l'INS di discriminazione nel campo del lavoro contro i latini, ha citato molte delle
stesse argomentazioni che avevano presentato i cubani a dimostrazione del tipo di
pregiudizio della comunità che faceva sì che per essi fosse impossibile un processo
imparziale. Nel caso dei cubani, il pubblico ministero aveva trascurato completamente la
possibilità di un pregiudizio della comunità e aveva insistito sul fatto che essi non
erano vittime di una pubblicità distruttiva prima del giudizio. Ma quando arrivò l'ora
del proprio cliente si riferì ad avvenimenti come il furore per la decisione di
restituire Elián González, come a qualcosa che provava l'esistenza di un pregiudizio
della comunità. Il furore rispetto ad Elián aveva raggiunto esattamente il suo punto
massimo sei mesi prima del giudizio dei Cinque e diciotto mesi prima che il pubblico
ministero lo citasse come una prova dell'esistenza di un pregiudizio nel suo caso
sullimpiego.
Il procuratore non solo si è basato sugli stessi fatti che prima aveva respinto come
elementi rilevanti, ma ha dato uninterpretazione completamente opposta della legge.
Nel caso dei cubani, aveva spiegato che, dato che Miami era "un'area metropolitana
molto eterogenea, diversa e non monolitica in senso politico", l'argomentazione
principale sulla quale essi basavano la loro difesa risultava completamente non
pertinente. Ma egli lha citata nella propria documentazione come legge fondamentale.
Assumendo queste due posizioni assolutamente contraddittorie rispetto alla possibilità di
ottenere un processo imparziale a Miami in casi che sveglierebbero inevitabilmente le
passioni manifestate riguardo al caso di Elián, il procuratore non ha tenuto conto della
responsabilità del pubblico ministero come rappresentante di quello che il Tribunale
dAppello ha definito come "un Governo impegnato per il giusto e per la
giustizia uguale per tutti" al fine di salvaguardare i diritti degli accusati. Stati
Uniti v. Wilson, 149 F.3d 1298, 1303 (1998). L'atto di assumere una posizione in un
determinato momento e quella opposta in un altro momento, a seconda di quale sia la
posizione più vantaggiosa nel caso concreto, è stato condannato in maniera decisa da
quel Tribunale, dove si riesaminano tutti gli appelli provenienti da Miami, e di
conseguenza lo stesso Procuratore degli Stati Uniti, come se avesse compiuto "uno
scherzo contro il sistema della giustizia". (Salomen Smith Barney v. Harvey, 260 F.3d
13021, 1304 (2001).
La scoperta del cambiamento di posizione della Procura ha fatto sì che gli avvocati dei
Cinque presentassero una mozione per un nuovo processo nel quale si documenta pienamente
l'impossibilità di celebrare un processo imparziale a Miami.
L'appello
Mentre la Mozione per un Nuovo Giudizio è pendente al Tribunale di Miami, l'appello al
Tribunale dAppello degli Stati Uniti dell'Undicesimo Circuito è in corso ad
Atlanta, Georgia. Tuttavia, non si conoscerà lesito fino alla metà o alla fine
della primavera.
Gli accusati
Nel frattempo, i cinque accusati, separati crudelmente da centinaia di miglia, vengono
tenuti per la maggior parte del tempo sotto una sorveglianza di massima sicurezza in
alcune delle peggiori prigioni degli Stati Uniti, e a due di essi non è nemmeno permesso
di essere visitati dalle loro mogli.
La protesta crescente come risposta
Alcune delle associazioni più prestigiose degli Stati Uniti e dell'estero di avvocati e
di esperti di giurie si sono unite alla Mozione per un Nuovo Processo e l'hanno
appoggiata. Il Progetto Nazionale di Giurie che è costituito da qualificati esperti nel
sistema di giurie degli Stati Uniti, ha presentato un documento al Tribunale sollecitando
una nuova udienza. Inoltre, il National Lawyers Guild (Associazione Nazionale di Avvocati)
che rappresenta circa 5.000 avvocati negli Stati Uniti, ha presentato anche una richiesta
formale al tribunale pronunciandosi per un nuovo processo in una sede imparziale. Questa
richiesta ha ricevuto l'appoggio dell'Associazione Internazionale dei Giuristi
Democratici, che ha membri in 90 Paesi e ha un status consultivo nelle Nazioni Unite.
Tanto negli Stati Uniti come in Europa, Asia e America del Sud, i gruppi di cittadini
interessati organizzano reti di appoggio impegnandosi affinché l'ingiustizia del caso
venga ribaltata e per ottenere il ritorno dei Cinque al loro Paese e in seno alle proprie
famiglie.
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