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L'America Latina si estende dal Río Bravo,
confine tra Stati Uniti e Messico, fino alla Terra del Fuoco nell'estremo sud
dell'Argentina, comprendendo inoltre le isole dell'area caraibica.
Ha una popolazione di 447 milioni di abitanti formata da bianchi, indios, neri, mulatti e
una piccola parte di origine asiatica. Pertanto il termine America Latina è inesatto,
anche se comunemente viene usato in quanto quasi tutto il continente è stato sotto la
dominazione spagnola e portoghese.
Prima che venissero rapinate e distrutte dai Conquistadores, tre grandi civiltà si erano
sviluppate nel continente: la Azteca, la Maya e la Incaica. Inizia così, nei primi anni
del secolo XVI, la sistematica spoliazione dei popoli e delle risorse del continente che
ininterrottamente dura da quasi 500 anni. |
La schiavitù viene successivamente
introdotta, facendo arrivare nel continente americano i neri catturati sulle coste
occidentali dell'Africa, per sostituire la forza lavoro indigena, decimata dalle nuove
condizioni di vita inumane e dalle malattie portate dagli europei: al genocidio degli
indios bisogna quindi aggiungere quello di milioni di neri, molti dei quali morti prima
ancora di arrivare a destinazione.
Tra il 1810 e il 1830 la maggior parte delle attuali Repubbliche dell'America Latina
conquista l'indipendenza grazie a uomini come Bolívar, San Martín, Sucre, Artigas,
O'Higgins e Hidalgo. Solo Cuba, prima con Céspedes e poi con Martí, deve attendere fino
al 1898.
Basandosi sulla Dottrina Monroe (1823) - "L'America agli Americani!" - gli Stati
Uniti vedono di buon occhio l'uscita di scena del colonialismo ispano-portoghese: infatti
loro per Americani intendono i nordamericani. Non è più necessario avere delle colonie:
è sufficiente dominare economicamente e politicamente i singoli stati. Inizia pertanto
una nuova fase, quella del neo colonialismo. |