Spiegazione dell'ideogramma ReiKi
REIKI
è una parola giapponese
che significa "Energia Vitale Universale" e nasce dall'unione di due
concetti:
REI
che possiamo definire come Forza Spirituale e che contiene gli ideogrammi che
in giapponese significano "Pioggia" , "Bocche" e
"Fare sacrifici"
KI
che è un concetto fondamentale nella Medicina Tradizionale Cinese e nelle
Arti Marziali e che possiamo tradurre come "Energia che scorre nel
Corpo" o "Forza Interiore".
Qui ritroviamo l'ideogramma che rappresenta la pioggia insieme ad un altro che
significa "Chicco di Riso"
L'unione di REI e KI da
origine alla parola ReiKi, (la cui corretta pronuncia sarebbe" RAI-KEI"
ma che perlomeno in Italia si legge come si scrive) che viene utilizzata per
definire sia la Disciplina o la Pratica che l'Energia utilizzata.
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La
grafia giapponese ci aiuta nel difficile compito di definire ciò che
per sua natura non può trovare una definizione: stiamo parlando di
Energia Universale e di Forza Interiore, concetti che per essere
esplorati richiederebbero volumi e volumi di trattati di fisica o
filosofia e che alla fine, comunque, ci riporterebbero al punto di
partenza.
Inoltriamoci
dunque senza ulteriore indugio nel mondo simbolico di ReiKi…
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Le singole linee
Ringraziamo innanzitutto
il Maestro Norio Nagayama per averci introdotto nel magico mondo dello SHODO,
l'Arte della Calligrafia Giapponese. Il simbolo, come ogni ideogramma, è
anche un movimento di energia, un'insieme di delicati equilibri di pieni e
vuoti, di chiari e scuri, di energie YIN e YANG che sfuggono ad ogni
definizione teorica e possono solo essere affidate all'estro e all'intuito
personale.
Nel vuoto biancore,
nello spazio eterno e infinito la prima pennellata, il primo segno ci riporta
alla nascita del Cielo, al principio creatore.
In questo Cielo si
muovono le nuvole, rappresentazione del tempo, delle stagioni fisiche ma anche
dell'anima, dei pensieri, dell'alternarsi degli eventi, delle esistenze.
Ed ecco che si manifesta
la volontà di discendere, un deciso tratto centrale dall'alto in basso e il
lento addensarsi di nubi origina la pioggia, un tuono, forse un lampo e
l'energia del Cielo discende sulla terra in forma di piccole gocce di acqua…
E giù sulla terra,
bocche si aprono per ricevere la pioggia, corolle di fiori , bocche di uomini
stupiti, campi riarsi, bocche di animali assetati, bocche parlano al cielo per
ringraziare Dio dei doni dello spirito, bocche si aprono nella preghiera…
E attraverso questo
ringraziamento, questo atto di umiltà e di riconoscimento della grandezza del
Cielo, questo docile accogliere e intendere la Volontà Divina, l'Uomo è ora
pronto a ricevere l'iniziazione, ad essere avvolto e circondato dallo Spirito,
a sacrificare la propria vita nel nome di un antico patto, a riconoscere
l'appartenenza al Grande Disegno. L'uomo che prega e accoglie dentro di sé
l'Energia dell'Universo fa del proprio corpo un Tempio…
L'uomo non è più
rappresentato come bocca (
), forma ed essenza, materia e spirito si sono incontrati ed è finalmente
specchio, immagine della creazione, finalmente Uomo (
)
L'ideogramma REI è
completato, oltre aride teorie la descrizione ci offre come in un dipinto
l'immagine di un popolo di contadini che attende la pioggia come la più
grande delle benedizioni e guarda al cielo con timore e trepidazione, facendo
offerte e sacrifici propiziatori
Cielo, Nuvole, Pioggia e
la manifestazione di una misteriosa volontà si ritrovano anche nel simbolo
del KI, tutto sembra riprodurre quello spazio infinito in cui la potenza
attende di divenire atto. Ma ora siamo nel Microcosmo, con un poderoso salto
simbolico abbiamo trasceso il tempo e lo spazio, le nuvole sono dentro di noi,
sono i nostri sentimenti, la pioggia è la nostra capacità di scendere dentro
noi stessi per rivelare la nostra vera natura. L'acqua ritorna verso l'alto,
evapora verso il cielo, segno del nostro desiderio di Dio.
Goethe scriveva: "L'Anima dell'uomo somiglia all'acqua,/dal cielo
discende, al cielo risale/ di nuovo alla terra deve tornare/ in eterna
vicenda…"
Siamo quasi giunti alla
fine del nostro viaggio. La discesa dell'Energia Divina ci ha sospinti nelle
profondità del nostro essere ed è qui che incontriamo il centro, il nucleo,
l'essenza della nostra identità: il seme, il chicco di riso
Come la ghianda
racchiude la quercia, anche la nostra vera vita, la realizzazione delle nostre
potenzialità, dipende da questo piccolo seme che deve essere adeguatamente
nutrito perché possa germogliare, radicarsi e crescere in forza e grandezza.
Ancora una volta, negli occhi di quel contadino trepidante, l'immagine del
riso, vita e nutrimento per sé e per i suoi cari.
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Ecco narrato,
quasi come in una fiaba, il segreto di REI e di KI che si incontrano
per dare vita a REIKI.
Attraverso la cerimonia dell'iniziazione vengono aperti i canali
energetici che ci permettono di entrare in contatto con il cuore
dell'Universo.
Il nostro corpo è attraversato da una cascata benefica di Energia
Cosmica che porta nutrimento profondamente dentro di noi, alla nostra
essenza. Come un seme che dopo tanta siccità può finalmente
schiudersi e crescere verso la luce, così la nostra anima finalmente
ristorata può germogliare, fiorire e offrire i suoi frutti.
Di là da tutto
quello che ci è stato insegnato, oltre il piacere o il dolore delle
nostre esperienze passate, la nostra coscienza conosce la Verità.
REIKI ci offre la possibilità di nutrirla con pura energia e di
contribuire alla Guarigione di tutta l'Umanità.
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REI, Energia Universale
REI è lo Spirito,
l'Intelligenza che guida e informa di Sé l'Universo, regolandone il
funzionamento. Il moto degli elettroni, l'orbita dei pianeti, l'espansione
delle galassie, l'aggregarsi delle molecole, le trasformazioni della materia,
le onde elettromagnetiche, le reazioni nucleari, la formazione, la crescita e
lo sviluppo di sistemi organici o inorganici, tutto questo e molto più è
manifestazione di REI.
Questa forza in molte culture è chiamata Dio o comunque è identificata e
personalizzata in un Essere Supremo con cui si può entrare in contatto
attraverso la preghiera. In effetti noi esseri umani siamo costantemente
guidati da REI, è la forza che ci spinge verso la vita e l'esperienza, verso
l'amore e verso il mistero. REI è il Sé Superiore, quella parte di noi che
conosce le cause di ogni problema e conosce il modo di risolverlo. REI è
tutto ciò che esiste intorno a noi.
KI, Energia Individuale
Ki è la Forza Vitale
che scorre in ogni organismo vivente. In Sanscrito è conosciuta come Prana,
nella Medicina Tradizionale Cinese si chiama Chi, e circola negli organi
interni e nei meridiani ed è responsabile dei principali processi fisiologici
come la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna e linfatica, la
secrezione e l'escrezione. Esiste il Chi del fegato, della milza, del cuore,
dei polmoni, dei reni, del cibo e nelle arti marziali indica la capacità di
concentrare e dirigere il Potere Personale durante il combattimento.
Nell'Aikido o nel Tai Chi ogni gesto è un movimento di energia, nel Karate,
nel Judo, nel Ju Jitsu non è importante la forza muscolare quanto l'abilità
di gestire appunto il Ki e direzionarlo. Le pratiche yogiche di respirazione o
Pranayama mettono in condizione di accumulare l'energia all'interno del corpo,
attraverso la meditazione, i mudra, i mantra possiamo interagire con il nostro
equilibrio psico-fisico.
REIKI, la Coscienza Cosmica al servizio dell'individuo
ReiKi è una pratica che
consente di mettere in contatto REI e KI, creando un potente ed inesauribile
flusso di energia attraverso l'organismo. Ogni carenza di energia vitale
all'interno del corpo viene in breve tempo colmata di nuova forza, gli organi
del corpo attraversano un periodo di vera e propria rigenerazione cellulare,
tutte le emozioni bloccate all'interno dell'organismo e responsabili delle
malattie emergono alla coscienza, la mente funziona con lucidità e chiarezza,
scorie e tossine vengono espulse, lo Spirito inizia a guidare la mia vita
verso il mio vero destino e tutte le situazioni che mi arrecavano danno
lentamente svaniscono per lasciare il posto a consapevolezza ed armonia.
ReiKi è una religione ?
ReiKi è una Tecnica di
Guarigione Naturale che utilizza l'Energia Vitale. Non presuppone l'esistenza
di una divinità né tantomeno prevede modalità o dogmi per stabilire una
relazione con essa. E nemmeno si pone in contrasto con qualsivoglia
professione di fede. Personalmente ritengo che se Dio esiste, è lo stesso Dio
per tutto l'Universo e per tutti gli uomini. La maggior parte delle guerre
sono motivate da contrasti religiosi: Cattolici e Protestanti, Musulmani ed
Ebrei, Induisti e Pakistani, e purtroppo molti altri popoli o etnie si
uccidono gli uni gli altri in nome di un Dio più giusto o più vero degli
altri. No, grazie al cielo ReiKi non è una religione. ReiKi è amore
universale, è comprensione e uguaglianza fra tutti gli uomini, le donne, i
vecchi e i bambini del mondo. E' rispetto per ogni forma di vita e di proprietà,
per ogni modo di vivere, di agire e di pensare. Compito di ReiKi e di chi si
dedica a questa pratica non è giudicare se qualcosa è giusto o sbagliato, ma
incontrare e donare la propria energia per la guarigione dal dolore, dalla
rabbia, dalla paura, dalla follia che ci porta a volte gli uni contro gli
altri. Con ReiKi sono libero di credere in Dio, in Allah, in Cristo, nella
Trimurti, in Confucio o nel Buddha, con ReiKi sono anche libero di credere
nella Vita e nella Natura, nell'Amore e nella Consapevolezza. Sono libero di
incontrare Dio nelle forme e nei modi che preferisco, senza intermediari o
dogmi, posso pregarlo usando le mie parole che emergono spontanee dal cuore,
senza pompe o cerimoniali. ReiKi è libertà di esprimersi secondo la propria
coscienza. Se per religione si intende obbligare qualcuno a pensarla come te,
allora niente come Reiki è più lontano dalla religione.
ReiKi si basa sul
principio, riconosciuto sia in Oriente che in Occidente, che l'essere umano è
un insieme di Corpo, Emozioni, Mente e Spirito e che se non si alimentano
correttamente e armoniosamente tutte queste parti, l'equilibrio psico-fisico
si altera e ne consegue la malattia. Per ReiKi, come per tutte le Medicine
Olistiche, la malattia non è un sintomo da combattere e sconfiggere
attraverso i farmaci, ma è la manifestazione di un conflitto interiore
profondo e nascosto con cui occorre entrare in contatto. La malattia è un
disagio dell'anima che si esprime attraverso il corpo. Non bisogna curare il
sintomo, bisogna guarire l'Uomo nella sua interezza. Non è il mio fegato o il
mio cuore che si ammala, essi sono solo il tramite per veicolare una
informazione. E' qualcosa dentro di me la vera malattia, la mia rabbia o la
mia frustrazione, il mio odio o la mia tristezza. Se per religione si intende
un sistema di informazioni verso cui si nutre profonda fiducia e di cui si
riscontra continuamente l'efficacia, allora forse in questo caso ReiKi
potrebbe anche essere considerata una religione, non nel senso di "legare
qualcuno" ma nel senso di "mettere insieme le parti". Una
religione che professa l'amore per la verità e per la vita, che nutre la
speranza di un mondo migliore e che opera perché ognuno si assuma la
responsabilità della propria guarigione.
Come funziona ReiKi? Perché si guarisce?
Possiamo parlare del
corpo fisico come una specie di involucro che contiene gli organi preposti al
mantenimento della vita. Sorvolando sull'aspetto anatomo-fisiologico (che
tratteremo in altra sede), all'interno del corpo esistono anche sottili e
complesse elaborazioni degli stimoli esterni che vanno sotto il nome di
emozioni, sentimenti, sensazioni, pensieri etc. Immaginiamo una serie di
bamboline russe una dentro l'altra, dalla più grande alla più piccola.
Chiameremo quest'ultima essenza, o anima, o principio informatore. Questa
piccola bambolina conosce perfettamente il suo compito e informa di sé tutte
le altre, che ne sono il riflesso.
Mano a mano che cresciamo, informazioni sempre più numerose e conflittuali
entrano nel nostro organismo e interferiscono con l'originaria purezza del
principio informatore. D'altra parte è anche una prova, una sfida, quella di
riuscire a mantenere o ritrovare la natura originaria. Gesù dice
"ritornare come bambini..." Se le bambole più grandi cominciano a
deformarsi o a danneggiarsi, la bambolina piccolina in qualche modo deve
manifestare che qualcosa non sta andando secondo i piani stabiliti, che
l'integrità delle varie parti è minacciata e a lungo andare potrebbe portare
alla distruzione del sistema.
Il dolore è l'informazione che qualcosa non va, lo stesso dolore che ci fa
togliere la mano dal fuoco ci dice anche che stiamo andando nella direzione
sbagliata, o perlomeno che non stiamo realizzando la nostra vita, ma forse
quella di qualcun altro. Il bambino impara alla svelta a comportarsi come ci
si aspetta da lui per ricevere amore, ma così facendo, anno dopo anno,
finisce per imparare a vivere più in funzione delle aspettative e dei giudizi
degli altri che per se stesso e secondo i propri veri desideri. Che
succederebbe alla mano che sta sul fornello acceso se invece di toglierla
rapidamente dal fuoco prendessimo una pasticca di qualche sostanza
antidolorifica? Ammesso che facesse effetto immediatamente e che la mano
rimanesse sul fuoco, non sentiremmo più dolore, ma la mano dopo un po', non
esisterebbe più, sarebbe bruciata completamente.
E' ovvio che questi
esempi sono paradossali, ma ci servono per comprendere in che modo funziona il
sistema Mente/Corpo. Il dolore ci informa che qualcosa non va. E il dolore non
riguarda solo il corpo, ma tutto l'ambito relazionale della nostra vita.
L'interazione con i genitori, con i parenti, con gli insegnanti, con i media,
con l'autorità, con il lavoro, con il marito o con la moglie influenzano
continuamente le nostre scelte. Esiste una linea fragilissima che si snoda fra
gli eventi esterni e il nostro modo di integrarli nella nostra vita.
Questo si chiama cammino di crescita. Occorre grande lucidità, maturità e
responsabilità per riuscire a seguire questo filo che passa attraverso tutti
gli estremi: tra vita e morte, fra te e me, fra le mie esigenze di uomo e le
mie responsabilità come padre, fra la solitudine e la dipendenza, fra gli
istinti bestiali e la più elevata spiritualità.
La vita si snoda
attraverso continui conflitti, che altro non sono che prove che permettono
alla mia anima di compiere il suo passaggio in questa vita. Quando non voglio
vedere un conflitto, questo deve trovare un modo per manifestarsi. Il modo è
il dolore. Il dolore non è una punizione, non è una necessaria condizione
dell'esistenza umana, non siamo nati per soffrire né la vita è sofferenza.
Il dolore è un segnale che richiama la nostra attenzione su noi stessi quando
ci stiamo dimenticando di chi siamo e di cosa vogliamo veramente. Diventiamo
ciechi quando non vogliamo vedere, non c'è peggior sordo di chi non vuol
sentire, restiamo paralizzati in un letto quando non vogliamo più andare
avanti, perdiamo la voce quando abbiamo paura di dire la verità.
La vita dell'adulto è
piena di conflitti. Compito dell'adulto è sviluppare la capacità di
risolvere tali conflitti, e risolverli con amore, integrità e rispetto. Da
qui si arriva alla saggezza. La malattia è il conflitto che non voglio
vedere, che mi rifiuto di accettare, la malattia è la scelta che non voglio
compiere, è la vita che non voglio vivere.
E se io non voglio vivere la mia vita, mi ammalo. E se continuo a essere
quello che gli altri vogliono che io sia, mia ammalo ancora più gravemente. E
se prendo pastiglie per risolvere il conflitto, o bevo o mi drogo o mi
distraggo da me in qualunque modo, la malattia diventa ancora più forte,
grida con voce sempre più alta per farsi sentire. E se un giorno un signore
in camice bianco mostrandomi una lastra mi dice che mi rimangono pochi mesi di
vita, quello è uno specchio in cui posso finalmente vedere, forse, quello che
io mi sono fatto.
La lastra è una foto che indica chiaramente a che livello di menzogna io sono
nei miei confronti, quanto profondamente ho mentito a me stesso, quanto sono
stato incapace di onorare i doni ricevuti, di riconoscere i miei sentimenti e
di esprimerli. Le persone che guariscono dai tumori sono semplicemente persone
che finalmente hanno scelto di vedere, di aprire la mente e il cuore e
cominciare a recuperare il tempo perduto. Come ci si ammala, così si
guarisce…
Possiamo quindi
affermare che ogni disturbo è psicosomatico. Psiche significa
"Mente" e soma significa "Corpo". Il processo
psicosomatico si mette in atto quando non voglio riconoscere consapevolmente
l'esistenza di un conflitto in qualsiasi aspetto della mia vita e
conseguentemente non mi prendo la responsabilità di risolverlo. Allora è il
corpo che si incarica di dirimere la controversia. La somatizzazione è il
trasferimento dell'incarico di risoluzione del conflitto dalla Mente, che ha
strumenti come la logica, la fantasia, l'astrazione, l'analisi, la sintesi, al
Corpo, che utilizzerà le escrezioni, le secrezioni, gli organi di senso, le
ghiandole, gli organi interni, i tessuti etc. per risolvere il problema.
Un esempio per tutti: se qualcuno mi sta sullo stomaco, se proprio non posso
mandarlo giù, se quello che fa o che dice non lo posso digerire, e io non mi
prendo scientemente la briga di dirglielo, sarà il mio corpo a fare di tutto
per digerire il boccone amaro: immettendo sempre maggiori quantitativi di
enzimi digestivi. Ma siccome la situazione pesante non è dentro la pancia
nella realtà, a lungo andare gli acidi gastrici corroderanno le pareti dello
stomaco stesso. E quando mi verrà l'ulcera, potrò scegliere se decidermi
finalmente a risolvere da persona matura il conflitto oppure nascondermi
dietro una pastiglia di anti-acido. Nel primo caso guarisco, nel secondo
obbligo l'organismo a continuare a farsi carico di una situazione difficile e
con il farmaco indebolisco la sua azione risolutiva. Sto praticamente sparando
sulle mie truppe. Il corpo aumenterà le dosi di enzimi, io quelle di farmaci
finché il sintomo da acuto diventerà cronico e poi sindrome e così via.
Il processo di guarigione
Attraverso il
condizionamento subìto fin dall'infanzia abbiamo imparato così bene a
prendere le distanze dalle nostre emozioni e dalla nostra verità che a volte
risulta difficile entrare in contatto con noi stessi e riconoscere quello che
davvero sentiamo. Quello che accade con il ReiKi è che attraverso il trattamento
o l'iniziazione si inverte il processo della malattia.
Il corpo viene nutrito di nuova energia che libera i blocchi e riporta alla
consapevolezza le cause della sofferenza. E' come se si invertisse il processo
psico-somatico: nell'esempio precedentemente citato, quando do ReiKi allo
stomaco, progressivamente l'ulcera guarisce, perché sanando il conflitto sul
piano fisico, l'informazione ritorna alla coscienza, da dove era partita. Un
esercito fresco e riposato sconfigge le truppe che assediano la cittadella e
ne liberano gli abitanti: in questo caso le emozioni e i pensieri. Si chiama
processo di guarigione il continuo e progressivo afflusso di informazioni,
sotto forma di sentimenti, situazioni, ricordi, pensieri che affluisce dal
corpo agli strati superiori della coscienza. E' un passaggio obbligato
richiesto dalla natura stessa dell'intervento.
ReiKi guarisce in modo
naturale, non si occupa di debellare un sintomo o di asportare un organo, ma
nel rispetto dell'interezza dell'individuo ricerca la causa prima che ha
determinato l'insorgere della malattia. Quasi sempre la causa è
nell'infanzia, a volte è di natura karmica e quindi riguarda addirittura le
vite passate, a volte riguarda una situazione presente o recente. La causa più
frequente è la mancanza di amore e di protezione, nelle patologie più gravi
la violenza fisica o psicologica.
Chi vuole guarire deve essere disposto a guardare il film della sua vita e
ricercare con onestà e chiarezza tutti i "vuoti di amore" e
cominciare a riempirli con le proprie mani. Deve togliere gli scheletri dagli
armadi e dargli finalmente sepoltura e lasciarli andare con Dio. Deve prendere
per mano quel bambino ferito che è dentro di lui e dargli tutto l'amore e la
protezione che non ha ricevuto.
L'adulto deve fare pace con se stesso e gli altri e smettere di colpevolizzare
o fare la vittima, smettere di giudicare, di ferire, di odiare se stesso e gli
altri, smettere di chiudere la propria vita in un personaggio che fa o dice
esattamente ciò che si aspetta da lui.
Guarire significa
imparare ad amarsi, a onorarsi, a rispettarsi.
(Tratto dal sito http://www.reiki.it/
)
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