Nel perimetro dell'attuale parco erano già presenti nel 1800 alberi di una certa importanza, dei quali si tutelò la conservazione, di questo sono testimoni gli alberi più vecchi del parco ancora viventi che superano i 200 anni di età.

Il parco prende origine da un residuo della foresta planiziale padana, che era fatta di specie come il carpino bianco, la farnia, l'acero campestre, l'ontano e il pioppo nero. Fra gli arbusti di sottobosco si rinvengono il nocciolo, l'edera e la vitalba, mentre fra le specie che crescono a livello del suolo spiccano il pungitopo, la pervinca e tante altre ancora.

Nel parco delle bertone ritroviamo una composizione del sottobosco analoga a quella della foresta padana se si fa eccezione della convallaria che borda i sentieri e le aiuole. Ma è soprattutto nella vegetazione arborea che l'intervento dell'uomo è evidente con l'innesto nel parco di specie poco comuni e non di origine europea usate per ricreare scorci paesaggistici, giochi di colore nei periodi di fioritura e ovunque un ambiente sempre gradevole. In conseguenza di queste trasformazioni apportate negli anni la configurazione del parco è distinguibile in varie zone caratterizzate da proprie connotazioni, sia nella distribuzione delle aree che nella composizione della flora di sottobosco e di alto fusto così distribuite: