Nel
perimetro dell'attuale parco erano già presenti nel 1800 alberi di
una certa importanza, dei quali si tutelò la conservazione, di questo
sono testimoni gli alberi più vecchi del parco ancora viventi che superano
i 200 anni di età.
Il
parco prende origine da un residuo della foresta planiziale padana, che era
fatta di specie come il carpino bianco, la farnia, l'acero
campestre, l'ontano e il pioppo nero. Fra gli arbusti di
sottobosco si rinvengono il nocciolo, l'edera e la vitalba,
mentre fra le specie che crescono a livello del suolo spiccano il pungitopo,
la pervinca e tante altre ancora.
Nel
parco delle bertone ritroviamo una composizione del sottobosco analoga a quella
della foresta padana se si fa eccezione della convallaria che borda
i sentieri e le aiuole. Ma è soprattutto nella vegetazione arborea
che l'intervento dell'uomo è evidente con l'innesto nel parco di specie
poco comuni e non di origine europea usate per ricreare scorci paesaggistici,
giochi di colore nei periodi di fioritura e ovunque un ambiente sempre gradevole.
In conseguenza di queste trasformazioni apportate negli anni la configurazione
del parco è distinguibile in varie zone caratterizzate da proprie connotazioni,
sia nella distribuzione delle aree che nella composizione della flora di sottobosco
e di alto fusto così distribuite:
- prima
zona: è quella adiacente all'ingresso in questa area si
riescono ancora a vedere le aiuole circondate dalla convallaria e ricoperte
dalla pervinca attraversate da sentieri e vialetti di accesso al
parco. Le piante che popolano questa zona sono di alto fusto come il pino
nero, liriodendrom tulipifera (una varietà di pioppo
molto imponente), alternati a piante più decorative e caratteristiche
dei parchi dell'ottocento come le magnolie e i tassi, questa
zona era stata creata per permettere di passeggiare sempre all'ombra senza
troppo allontanarsi dalla villa.
- seconda
zona: è quella che circonda i fabbricati del parco, qui
troviamo una radura erbosa che un tempo era ghiaiata, ai bordi si trovano
poche piante come le magnolie, il libocedro e cespugli di
lauro, mentre vicino ai fabbricati fioriscono rosai e si arrampica
la vite canadese.
- terza
zona: circonda il laghetto e qui il parco gradualmente diviene
bosco anche se il tutto è stato guidato dalla mano dell'uomo, troviamo
latifoglie come le querce, carpini, bagolari e molte
altre molto rare come il gimko biloba e il kaki. Vicino al
laghetto troviamo un boschetto di magnolie, angoli con cespugli di ortensie
ed aree dedicate alla sosta con panchine in pietra.
- quarta
zona: è quella che si sviluppa al centro del laghetto
dove la vegetazione arborea si è sviluppata in libertà raggiungendo
un equilibrio naturale, il sottobosco è rappresentato da piante di
pungitopo, pervinca e convallaria. In alcune zone troviamo
piante di sambuco, cespugli di nocciolo, e di bosso.
Verso l'acqua il bambù fa la sua presenza così come
una sola pianta di elleboro.