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A.G.E.S.C.I. Saronno 2     ------------------------------------------------------------------------------------------------

Il perdono nel cuore della comunità

 

Ma è possibile accettare se stessi con le proprie tenebre, debolezze, anche colpe, paure, senza la rivelazione che Dio ci ama? Quando si scopre che il Padre ha mandato il suo unico Figlio diletto non per giudicarci e condannarci ma per guarirci, salvarci e guidarci sulla via di un amore; quando si scopre che egli è venuto a perdonarci perché ci ama nel profondo dell'essere nostro, allora possiamo accettare noi stessi. C’è una speranza. Non siamo chiusi per sempre in una prigione di egoismi e di tenebre. E’ possibile amare. Così diviene possibile acettare gli altri e perdonare.

Finché non vedo nell'altro che delle qualità che riflettono le mie, non c'è possibilità di crescita; la relazione resta statica e presto o tardi si spezzerà. Una relazione tra persone non è autentica e stabile che quando è fondata sull'accettazione delle debolezze, il perdono e la speranza di una crescita.

Se il culmine della vita comunitaria è nella celebrazione, il suo cuore è il perdono.

La comunità è il luogo del perdono. Nonostante tutta la fiducia che possiamo avere gli uni negli altri, ci sono sempre parole che feriscono, atteggiamenti in cui ci si mette davanti agli altri, situazioni in cui le suscettibilità si urtano. E’ per questo che vivere insieme implica una certa croce, uno sforzo costante e un'accettazione che è un mutuo perdono di ogni giorno. San Paolo dice: "Voi dunque, eletti di Dio, santi ed amati, rivestitevi di sentimenti di tenera compassione, di benevolenza, di umiltà, di dolcezza, di pazienza; sopportatevi a vicenda e perdonatevi gli uni gli altri, se uno ha contro l'altro qualche motivo di lamentela; il Signore vi ha perdonato, fate lo stesso a vostra volta. E sopra ogni cosa sia la carità, che è il vincolo della perfezione. Con questo, la pace di Cristo regni nei vostri cuori: è questa la chiamata che vi ha riuniti in un medesimo corpo Infine, vivete in azione di grazie!" (Coi 3, 12).

Troppe persone vivono in comunità per trovare qualcosa, per appartenere a un gruppo dinamico, per avere uno stile di vita prossimo a un ideale.

Se si entra in una comunità senza sapere che vi si entra per scoprire il mistero del perdono, se ne sarà presto delusi.

 

(Da: Jean Vanier, La comunità luogo del perdono e della festa, Jaca Book, Milano 1980, pp. 23-24)


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