Sintesi dell'ascolto dei Giovani che "non partecipano alle attività proposte dalla Parrocchia e dagli Oratori" ("ad extra")GraficaLineacolorata.gif (4535 byte)

A."Ciò che è nascosto nelle loro menti e nei loro cuori"

I giovani, il loro tempo, le cose di cui sono portatori.

   I giovani ritengono che siano più importanti i valori rispetto alle cose materiali, e considerano come più importanti:

  • gli affetti,
  • i rapporti interpersonali e l’amicizia,
  • la famiglia,
  • la vita,
  • la solidarietà, il sentirsi uniti

ma anche

  • la fiducia in sé stessi,
  • migliorarsi,
  • la tranquillità e la sicurezza economica,
  • la possibilità di coltivare i propri interessi personali,
  • il divertimento,
  • l’indipendenza,
  • l’ambiente,
  • la salute,
  • lo sport.

Rifiutano

  • l’indifferenza,
  • l’intolleranza,
  • la delinquenza,
  • la prevaricazione,
  • la discriminazione,
  • le ingiustizie sociali,
  • l’incoerenza politica,
  • la mancanza di serietà nell’affrontare i problemi,
  • l’individualismo,
  • i pregiudizi,
  • l’ipocrisia,
  • l’egoismo,
  • la passività,
  • la frenesia.

   Hanno fiducia nei vantaggi che lo sviluppo e il progresso portano. Vogliono realizzarsi attraverso l’impegno nel lavoro e nello studio, che vedono come preziosi strumenti.

   Considerano importante essere generosi, e mettono a disposizione il proprio entusiasmo, soprattutto nel volontariato. Vogliono dare aiuto in base alla propria esperienza, cercando di trasmettere e cogliere gli aspetti positivi del loro impegno.

   Alcuni vogliono evitare di fare qualcosa senza la coscienza di farlo o di vivere alla giornata, senza traguardi, e per questo sentono la necessità di prendere tempo e verificare la strada percorsa.

Molti altri invece preferiscono affrontare direttamente i problemi quotidiani, senza riflettere troppo.

   Sono rattristati dal fatto che non ci si possa fidare degli altri, che la non trasparenza nei rapporti ostacoli un dialogo vero e profondo. Vedono falso il modello proposto dalla società attraverso i media e i modelli di comportamento prevalenti, e lo rifiutano nettamente.

   Si interrogano sulla loro vita, sulla società, su come possono "lasciare il segno", e hanno dubbi sul loro futuro, alcuni anche sulla brevità dell’esistenza.

   Solo qualcuno indica nella vita l’importanza di una continua ricerca di un profondo rapporto con Dio.

 

B. "Anche oggi credere in Gesù, seguire Gesù sulle orme di Pietro di Tommaso, dei primi apostoli e testimoni comporta una presa di posizione per Lui e non di rado quasi un nuovo martirio".

Le situazioni di ingiustizia, il loro impegno per il futuro.

   I giovani ritengono sia importante impegnarsi per realizzare i propri obiettivi, essere di sostegno per gli altri, non perdersi nella frenesia quotidiana, cercare di guidare le nuove generazioni sulla base delle proprie esperienze ed in particolare formare "bene" la propria famiglia.

   Alcuni però hanno difficoltà ad individuare un impegno serio da portare avanti.

   Hanno spesso coscienza delle situazioni di ingiustizia, soprattutto in ambito sociale, ma riconoscono di essere impotenti, almeno singolarmente, perché non riescono a trovare soluzioni ai grandi problemi. Da soli tendono quindi a "lasciar correre", a ritenere che il proprio intervento non possa cambiare le cose, ma pensano che insieme si possano ottenere importanti risultati per il raggiungimento di un bene comune. Ritengono infatti che i tentativi di aiuto individuale siano meno efficaci dell’impegno collettivo e riconoscono l’importanza delle associazioni.

   Hanno sensibilità verso i problemi del terzo mondo, i carcerati, le guerre, l’inquinamento, la difesa della vita, la condizione degli immigrati, le ingiustizie giuridiche e sociali.

Molti ritengono che lo studio sia il mezzo con cui potranno arrivare a cambiare la società, e ritengono importante un impegno quotidiano, discutendo di meno e agendo di più e meglio.

   Tante volte però la loro reazione di fronte alle situazioni ingiuste si limita ad interventi nelle discussioni, più spesso in quelle riguardanti problemi sociali, ma quasi mai su questioni di fede.

   Alcuni preferiscono risolvere direttamente e con fermezza i propri problemi personali.

 

C. "Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli con voi ci sono le vostre famiglie, ci sono le vostre comunità, ci sono i vostri sacerdoti ed educatori, ci sono tanti di voi che nel nascondimento non si stancano di amare Cristo e di credere in Lui."

La loro fede e il loro giudizio sulle comunità cristiane.

   I giovani ascoltati sentono in maniera molto differente la presenza di Gesù nella loro vita.

   Molti di loro vanno a Messa, anche se spesso non ne comprendono appieno l’utilità o il significato. Per qualcuno essere cristiano praticante coincide proprio con il partecipare alle celebrazioni che, come la preghiera, alle volte sono vissute come l’adempimento di un dovere.

   Il seguire la Messa in una parrocchia diversa dalla propria è generalmente visto come qualcosa di neutrale, solo alcuni si sentono meno coinvolti e perciò più sereni quando frequentano le celebrazioni in altre parrocchie.

   La maggior parte non pensa che la fede sia essenziale per vivere bene, non la ritiene legata alla vita quotidiana, la sente generalmente a livello personale, a volte credendo in "qualcosa" che non è identificabile con il Dio cattolico. In particolare tanti rifiutano alcuni precetti della Chiesa, che vengono vissuti come imposti. Le spiegazioni di tali precetti, quando vengono fornite, sono solitamente considerate insoddisfacenti, e quindi c’è la tendenza a costruirsi una morale "propria".

   Per alcuni esiste uno scontro fra la fede religiosa e la logica razionale.

   Per molti la formazione religiosa è ancora quella del catechismo fino alla Cresima, spesso seguita più per indirizzamento della famiglia o per tradizione, che per consapevole scelta personale.

Chi invece è più legato alla religione trova nella fede un aiuto soprattutto nei momenti di bisogno, indicando che però è facile sentirla di meno quando tutto va bene.

Altri ancora riconoscono che essere credente comporta un continuo cammino di crescita nella fede, anche comunitario, che richiede un impegno assiduo e faticoso.

   Generalmente sentono la Chiesa lontana dalla vita reale, troppo chiusa e legata, contraddittoria, soprattutto nell’eccessivo attaccamento ai beni materiali.

   Molti approvano però l’impegno della Chiesa nel sociale e il messaggio di cui è portatrice, mentre invece alcuni ritengono che la Chiesa non si impegni abbastanza nella testimonianza e non fornisca punti di riferimento.

   La figura del papa, dei vescovi e dei missionari è oggetto di valutazioni molto contrastanti, alcuni apprezzano il loro impegno, mentre altri li attaccano duramente. Globalmente è comunque riscontrata una tendenza a non riconoscere o a rifiutare completamente la gerarchia della Chiesa cattolica. Per molti è eccessivo il peso degli errori che la Chiesa ha commesso in passato.

   Alla propria comunità rinfacciano la chiusura nelle tradizioni, il mancato rinnovamento dei percorsi ormai seguiti da anni, l’inadeguatezza della catechesi, il poco spazio dato alle innovazioni. Diversi accusano le comunità di essere ipocrite e perbeniste, di seguire obiettivi materiali.

   Dell’oratorio criticano la difficoltà di adattarsi alla crescita dei ragazzi, la non accoglienza, la chiusura, lo scarso coinvolgimento, lo scarso spazio offerto all’espressività. In genere è visto come uno spazio di aggregazione e di svago, e non come un luogo in cui far crescere la fede.

   Alcuni giovani tuttavia vorrebbero una comunità diversa, più aperta al confronto e al dialogo, e talvolta hanno proposte concrete come incontri e dibattiti, che però non sempre vengono accolte.

In quasi tutti i giovani è emersa la sensibilità verso la figura carismatica, spesso corrispondente con un sacerdote o un religioso. Tale figura è apprezzata quando riesce a trascinare i gruppi, ma è criticata quando non riesce a coinvolgerli, ed è giudicata responsabile dell’allontanamento di molte persone. In particolare è stato indicato che in troppi sacerdoti non si percepisce la gioia che dovrebbe avere un ministro cristiano.

Torna a Sintesi Decanale

Navigazione

Indice

Parrocchie

Documenti

Pastorale Giovanile