OGGETTI IMPOSSIBILI

Oltre al MECCANISMO DI ANTIKYTHERA e alle CARTE DI PIRI RE’IS esistono molti altri oggetti realizzati in tempi in cui, almeno teoricamente, non avrebbero dovuto esistere le tecnologie e le conoscenze per fabbricarli. Cominciamo con un attrezzo non particolarmente misterioso, e tranquil­lamente “accettato” da tutti gli scienziati, ma che per noi resta l'oggetto impossibile per eccellenza: avete mai provato a costruirvi un boomerang? Se non siete in possesso di profonde nozioni di aerodi­namica otterrete solo un pezzo di legno dalla forma arcuata, che fa di tutto escluso ritornare indietro. Eppure gli aborigeni australiani e gli antichi Egizi, presso cui il boomerang era conosciuto, non erano certamente degli esperti di questa difficile disciplina.

Anomalie a scelta. I volumi di “Archeologia Misteriosa” contengono numerosi riferimenti ad al­tre invenzioni e oggetti impossibili. Nel popolare Non è terrestre, per esempio, Peter Kolosimo cita una moneta di bronzo ritrovata in Illinois sotto uno strato inviolato di sedimenti profondo 42 metri; un cubo metallico perfettamente levigato rinvenuto tra strati di carbone dell'Era Terziaria (da settanta a dodici milioni di anni fa); l'impronta di una moderna vite in antichissime rocce del Nevada; la traccia di un proiettile nel cranio di un bisonte preistorico in Siberia. In Storia sconosciuta degli uomini Robert Charroux parla di una lampada elettrica custodita gelosamente da San Luigi e di una mosca meccanica in grado di volare evitando gli ostacoli, costruita da un certo Regiomontanus. L'elenco potrebbe farsi lungo; purtroppo gli oggetti che abbiamo appena descritto sono, come al solito, ben custoditi in collezioni private, e nessuno, escluso coloro che li hanno descritti, li ha mai potuti vedere.

La ruota che non smise di girare. Il 4 giugno 1718, nel castello ducale di Wieissenstein (Germania), alla presenza di numerosi scienziati, del langravio Karl, conte di Hassa, e della sua corte, un certo Johann Ernest Bassler, più noto con lo pseudomino di Orfyrreus, ruppe i sigilli che chiude­vano la porta di uno dei saloni. All'interno, una ruota di legno girava silenziosamente. La ruota era stata avviata con una spinta sei mesi prima; nessuno le si era avvicinato e nessun meccanismo la te­neva in moto. Secondo Orfyrreus, il suo ideatore, si trattava di una applicazione pratica del moto per­petuo, uno dei sogni irrealizzati e irrealizzabili degli inventori di tutti i tempi. Come faceva a ruotare? Nessuno lo sa: Orfyrreus infatti la distrusse per impedire che venisse smontata, e diffuse solo alcuni disegni di un meccanismo che non avrebbe mai potuto funzionare. Il bizzarro scienziato morì abban­donato da tutti, dopo aver firmato un'ultima petizione affinchè gli fosse concesso di brevettare la ruota: evidentemente aveva inventato qualcosa. Ma cosa?