RACCOLTA DATI

ANALISI DEI DATI E COMUNICAZIONE DEI RISULTATI

CONTENUTI

SITUAZIONE PROBLEMATICA

VALUTAZIONE

OBIETTIVI  

Elaborazione: Prosecuzione della trattazione

CONTENUTI              VALUTAZIONE

Problemi posti alla classe

Elaborazione: Modifica del metodo o del linguaggio Elaborazione: Intervento degli alunni in risposta ai quesiti posti dagli insegnanti

METODI

METODI

VERIFICA

PROCESSO DI ANALISI

Decisione: La maggior parte degli alunni ha capito ?

DEFINIZIONE DEL PROBLEMA

VERIFICA

IPOTESI

Elaborazione:   Esposizione o lezione frontale

FORMULAZIONE DI IPOTESI

OBIETTIVI









Indice dei

segnalibro


Principi

Fini

Finalità

Obiettivi

Prerequisiti

Curricolo

L. frontale

L. partecipata

Lavoro di Gruppo

Metodi





LA  PROGRAMMAZIONE

TERMINOLOGIA



PRINCIPI

SONO I PRINCIPI ETICI CUI SI ISPIRA LA VITA DELLO STATO:

'Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte la legge, senza distinzioni di sesso, razza, ……

Esempio:

“ E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà, l'eguaglianza ed impediscono il pieno sviluppo della persona e l'effettiva partecipazione alla vita democratica … ”(art. 3 della Costituzione).    



FINI

·       Sono l'applicazione dei principi generali prima enunciati, espressi mediante leggi e regolamenti.

·       All'interno del nostro ordinamento scolastico, ciascun ordine e grado è regolato da proprie normative.

·       I fini generali mutano secondo l'ordine e il grado d'istituto.

·       L . Classico, Scientifico, Magistrale sono stati regolati da R. D. nel 1923, gli ITIS nel 1931, i Professionali nel 1938 etc.  Es. ' Promuovere la formazione e l'orientamento dei giovani ai fini della scelta dell'attività successiva' oppure 'Favorire l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro'.



FINALITA'

Derivano dai fini, rappresentano le finalità educative e didattiche che ogni scuola si prefigge e costituiscono l'insieme delle competenze che l'alunno deve possedere alla fine del corso di studi:  es. ITIS - Profilo professionale del perito industriale*



OBIETTIVI

Rappresentano le abilità che gli alunni devono raggiungere dopo un periodo d'apprendimento.

·      OBIETTIVI GENERALI

Indicano la maturazione dell'alunno come cittadino, il suo saper essere membro attivo e cosciente della società. Per la loro natura molto ampia non possono essere misurati, e quindi non sono soggetti a valutazione.

·      OBIETTIVI TRASVERSALI

Si tratta di tutte quelle abilità che formano il substratum comune a tutte le discipline, senza le quali non è possibile perseguire gli obiettivi disciplinari. Esempi di obiettivi comuni:

Capacità di utilizzare correttamente la lingua italiana.

Capacità di formulare domande.

Capacità di raccogliere dati.

Etc.

·      OBIETTIVI DISCIPLINARI

1.     Obiettivi finali

Sono le abilità che l'alunno deve raggiungere alla fine dell'anno nella disciplina specifica.

2.     Obiettivi intermedi

Es. per raggiungere l'obiettivo  'Essere in grado di risolvere un problema matematico utilizzando strumenti informatici', occorre prima aver raggiunto gli obiettivi intermedi, ' Essere in grado di utilizzare correttamente gli strumenti del calcolo algebrico' ed 'Essere in grado di utilizzare correttamente gli strumenti informatici'.

3.     Obiettivi minimi

sono le abilità o competenze minime che l'alunno deve possedere per proseguire negli studi.

NB: La finalità * racchiude al suo interno un insieme di obiettivi trasversali che vengono raggiunti attraverso il concorso degli obiettivi finali di varie discipline.

 



 PREREQUISITI

 Sono le abilità che gli alunni devono possedere prima di avviare un intervento didattico.



METODI

Metodo ripetitivo

Lezione - ripetizione - memorizzazione

Metodo 'confessionale'

Parlare a ruota libera su tutto pensando di andare incontro alle esigenze degli allievi, senza una finalizzazione precisa.

Metodo democratico ma non produttivo.

'Chiacchiera istituzionalizzata' secondo De Bartolomeis 

Metodo 'scientifico'

Gli alunni stimolati dagli insegnanti, devono essere in grado di percepire la realtà esterna e devono essere condotti ad individuare, riconoscere, definire ed analizzare singoli problemi.

Gli elementi significativi si possono così rappresentare









METODO SCIENTIFICO
































 

 

 

 















CURRICOLO

·       Processo ( percorso ) di apprendimento scolastico

 

1.     Secondo alcuni il curricolo consta di tutte le esperienze di apprendimento possibili, comprese quelle scolastiche.

 

2.     Piano di sequenze di insegnamento

 

3.     Secondo Frey  il curricolo è la descrizione sistematica dell'insegnamento  progettato per un periodo di tempo delimitato, avente per obiettivo la preparazione, realizzazione, e valutazione ottimale del corso.

 

4.   Secondo Nicholls  il curricolo è dato dalla interazione di OBIETTIVI, CONTENUTI, METODI e VALUTAZIONE.

 

 



                        



                                                                 

 











Il processo di apprendimento è circolare, ciascun elemento interagisce con gli altri in un meccanismo di feed-back.

Quindi propone come articolazione del curricolo:

·       Programmazione di occasioni di apprendimento intese a produrre  determinati cambiamenti negli allievi.

·       Non è solo la sommatoria delle discipline tradizionali, ma comprende tutte le risorse operative.

·       Viene elaborato dal C. di C. -  richiede socialità e partecipazione.

·       Viene elaborato in base alla conoscenza della realtà in cui si opera in riferimento alla quale vengono fissati gli obiettivi.

A completamento dello schema circolare visto precedentemente si può introdurre la verifica che sarà in relazione bidirezionale con ciascuno degli elementi precedentemente individuati.

                                                 







                                                   

                             

  











La programmazione curricolare o per obiettivi è compito del Collegio Docenti DPR 416 31/05/74:

'…programmazione dell'azione educativa anche al fine di adeguare, nell'ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare.'  

Per una corretta programmazione educativa bisogna tenere presenti i seguenti fattori:

·      Le capacità di apprendimento degli alunni.

·      La struttura delle discipline.

·      Le metodologie dell'insegnamento e gli strumenti di cui si può far uso.

·      Le finalità da raggiungere nello specifico livello scolastico e nella specifica tipologia d'istituto.

·      Le finalità generali della scuola.

La programmazione per obiettivi avviene attraverso il confronto dei punti di vista e delle esigenze disciplinari in rapporto alla classe.

L'organo principe della programmazione è il Consiglio di Classe.

Cosa programmiamo ?

·      Gli insegnanti del C. di C. concordano obiettivi comuni o trasversali:

es. 'Stimolare il corretto utilizzo degli strumenti di comunicazione'.

·      Il C. di C. definisce le attività interdisciplinari.

·      Il C. d. C. stabilisce i criteri di verifica e valutazione sulla base delle indicazioni del Collegio Docenti e può definire schede di osservazione sistematica sul livello di apprendimento nelle singole discipline.

·      Il  C. di C. verificherà il raggiungimento degli obiettivi comuni concordati.

·      Si attiveranno se necessari Interventi Didattici Educativi Integrativi: IDEI.

·      Sulla base delle verifiche si possono concordare nuovi obiettivi comuni.

Ogni docente in seguito progetterà il percorso formativo, U.D. o moduli, specifico della propria disciplina.

 

 

LA COMUNICAZIONE DIDATTICA

LA LEZIONE FRONTALE

 

Conferenza - lezioni del Consorzio Nettuno -  Quark -  un qualsiasi programma televisivo di ricette di cucina.

 

La  lezione frontale trasmette informazioni.

 

In questo tipo di lezione  la comunicazione avviene sempre in un solo senso, chi ascolta è sempre un soggetto passivo, chi parla in quel momento non sa  se chi ascolta ha capito.

Chi ascolta può fare domande alla fine dell'esposizione, se lo fa durante interrompe l'esposizione generando confusione.

 

Insegnante à Informazioni à Uditori

 

Aspetti della comunicazione frontale, il docente dovrà:

·      Conoscere  le caratteristiche della classe.

·      Adattare l'argomento all'interesse del gruppo.

·      Organizzare efficacemente il suo materiale.

·      Decidere di quali sussidi didattici avvalersi.

·      Prevedere la durata della lezione ed il tempo da dedicare alle domande degli allievi.

 

Quando risulta opportuna la lezione frontale:

·      La lezione frontale è necessaria quando chi ascolta non conosce l'argomento es. introdurre un nuovo argomento.

·      La lezione frontale è utile quando il numero di ascoltatori è elevato.

·      Quando si ha poco tempo a disposizione.

·      Quando si hanno molti contenuti da comunicare.

·      Quando la natura della comunicazione è astratta. (Allora noi di matematica siamo salvi)!!? 

I rischi della lezione frontale:

·      Annoiare e far distrarre la classe.

·      Essere troppo teorici.

·      Difficoltà della classe a seguire.

 logica del programma e lezione frontale

 

 

 

 







La  lezione frontale  è insostituibile,  integrata con metodi attivi diventa lezione partecipata.







LA LEZIONE PARTECIPATA

 

E' una lezione frontale con alcuni accorgimenti:

·      Scegliere problemi che per gli allievi sono concreti piuttosto che teorici

·      Discutere attivamente con gli allievi anche interrompendo l'esposizione.

·      Evidenziare il metodo da far acquisire piuttosto che il contenuto



 



Schema di lezione partecipata

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



















 La partecipazione degli studenti è  indispensabile.

·      Il rapporto con gli studenti è continuo.

·      Vi è maggiore concretezza, perché si verifica continuamente l'apprendimento dello studente.

·      Vi è maggiore partecipazione, gli studenti sono più consapevoli dello studio che stanno facendo.

Maggiore controindicazione il tempo. Una lezione partecipata ha bisogno di un tempo fino a sei volte maggiore rispetto alla analoga lezione frontale sulla stesso argomento, inoltre il docente deve spendere più tempo per la progettazione della lezione.





 

 

IL LAVORO DI GRUPPO

 

·      Il docente mediante una lezione frontale inquadra l'argomento su cui sviluppare le varie tematiche.

·      Il docente propone varie tematiche da approfondire.

·      La classe viene divisa in piccoli gruppi in maniera che il gruppo rispecchi la composizione della classe.

·      Il docente dopo aver assegnato le tematiche ai singoli gruppi fornisce il materiale per la ricerca o la bibliografia sull'argomento.

·      Si stabiliscono i modi ed i tempi di consegna, si stabilisce la data in cui i gruppi relazioneranno sui vari argomenti.

·      Alla data convenuta i vari gruppi, sotto la guida del docente relazioneranno il loro lavoro agli altri gruppi, il materiale prodotto verrà messo a disposizione di tutti. 

 Il lavoro di gruppo favorisce l'approfondimento di un argomento, può far sviluppare un maggiore interesse verso lo stesso, educa all'analisi del problema ed alla sua sintesi, promuove la socializzazione, stimola i singoli allievi ad una maggiore partecipazione al lavoro nel gruppo etc.

All fine del lavoro di gruppo è necessario che vi sia una lezione partecipata con il contributo di tutti i gruppi, e quindi si capisce che il lato negativo del metodo di lavoro di gruppo è il maggior tempo impiegato.

Il lavoro di gruppo si può applicare allora a singoli argomenti. Es. il laboratorio di informatica, la ricerca di informazioni in rete, argomenti di carattere storico - anche la storia della matematica o dello sviluppo degli elaboratori elettronici.



Alla fine del lavoro di gruppo è necessario che vi sia una lezione partecipata con il contributo di tutti i gruppi, e quindi si capisce che il lato negativo del metodo di lavoro di gruppo è il maggior tempo impiegato.

Il lavoro di gruppo si può applicare allora a singoli argomenti. Es. il laboratorio di informatica, la ricerca di informazioni in rete, argomenti di carattere storico - anche la storia della matematica o dello sviluppo degli elaboratori elettronici.



 




Ultima modifica: 12/07/2001, 21.47.07