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Unità,
ma nella chiarezza
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Ricostruita,
tra Roma e Firenze, la casa comune dei socialisti italiani.
CESPUGLI
E RADICI
di Gianni Manis
Chiude qua il breve capitolo
"unità, ma nella chiarezza", dedicato da Quaderni di Quartucciu al tema
"diaspora Socialista e dintorni", sviluppatosi sul 4° numero del giornale
ma che già sul 3° era presente in almeno 3 domande dell'intervista al
Sindaco di Quartucciu.
Un sentito ringraziamento giunga ai Signori Beppe Pisu, Gesuino
Murru e Tonino Meloni per aver contribuito con grande disponibilità
al tentativo di avvio del dibattito, rispondendo con chiarezza, garbo,
comprensione, ma anche con sapiente ironia, agli spunti proposti loro;
ai signori Franco Pilia, Raffaele Felce, Giovanni Secci, Davide Paolone,
Giorgio Ledda e Giuseppe Fanti per aver in qualche modo collaborato.
La conclusione, neanche a dirlo, è scritta nei due avvenimenti
che, a livello nazionale, hanno vivacizzato la cultura politica e la
politica in quest'inizio d'anno: Costituente Socialista, tenutasi a
Roma nei giorni 7-8 febbraio 1998; Stati Generali della sinistra, riunitisi
a Firenze nei giorni 13-14 febbraio.
Ma le righe che seguono daranno il resoconto di uno soltanto di questi
avvenimenti, e cioè di quello che, a giudizio opinabile ma esclusivo
del redattore - così come avvenuto per ogni altro articolo pubblicato
da Quaderni di Quartucciu -, è apparso maggiormente dotato di valenza
politica (spicciola), spendibile nell'immediato futuro in molte realtà
locali; per di più, i suoi sviluppi interesseranno notevolmente il processo
di unione politica, tra le diverse componenti culturali della sinistra,
iniziato con l'altro avvenimento, influenzandone la sua collocazione
nella storia o nella cronaca politica di questa fine millennio.
Costituito a Roma il partito "Socialisti
Democratici Italiani". Al sodalizio che pone fine alle lotte interne
al movimento socialista (da quelle che hanno portato alla "scissione
di Palazzo Barberini" e alla nascita del PSDI di Saragat nel '47 a quelle
più recenti, affiorate nei lavori del congresso di Bari del '94, in
piena Tangentopoli, che hanno portato allo scioglimento del PSI e alla
cosiddetta "diaspora socialista") partecipano: "Socialisti Italiani",
"Partito Socialista di Intini", "Partito Social Democratico Italiano",
alcuni quadri e dirigenti "Laburisti" e personalità che hanno avuto
un ruolo di primo piano nel PSI. Non hanno aderito al nuovo partito:
Margherita Boniver e Gianni De Michelis con Fabrizio Cicchito e gli
altri fedelissimi, già entrati nell'orbita dell'UDR di Cossiga; i "Laburisti"
di Spini, anima socialista della Cosa2; i socialisti sardi di "Federazione
Democratica". Niente sa il redattore - e per questo si scusa - sulla
sorte partitica di Gino Giugni, padre dello Statuto dei Lavoratori,
e di Giorgio Ruffolo, ideatore e padre morale degli Stati Generali della
sinistra. Dai lavori della Costituente socialista è emersa la chiara
volontà dei partecipanti di far risentire la voce socialista a tutti
i livelli della politica, ma non dall'interno di un partito unico della
sinistra democratica.
Tanti e orgogliosi sono stati richiami ai valori storici,
politici e morali del socialismo italiano, "valori fondanti"
- nelle parole di Enrico Boselli - "del nuovo partito e valori discriminanti
nelle recenti scelte dei socialisti": primogenitura socialista sulla
storia della sinistra italiana, solidarietà e crescita sociale, giustizia
e libertà, riformismo e anti-totalitarismo, resistenza e lotta di liberazione
dalla dittatura fascista; difesa del quadro di alleanze fatte dai socialisti
nel contesto storico che vedeva il mondo diviso tra paesi dove c'era
libertà e paesi dove non c'era libertà.
Giuliano Amato, ponte ideale tra l'assise romana e quella
fiorentina, ha invitato i costituenti a non isolarsi e a voler intraprendere
quel "dialogo interrotto che, con qualche puntino sulle ii, è il
solo dialogo che può portare all'unità delle forze del movimento socialista
in Italia, ad un vero bipolarismo e ad una grande stagione riformista".
Ottaviano Del Turco, invece, ha da subito messo i puntini
non detti (e, probabilmente, non pensati) da Amato: "a noi socialisti
bruciano di più le ferite, gli sgarri e i tradimenti fatti dai post-comunisti
su tangentopoli che non gli 80.000 morti, ammazzati dai comunisti nei
gulag sovietici".
Claudio Martelli, leader ritrovato, ha tracciato il "chiaro
orizzonte strategico sul quale dare ai socialisti una nuova unità e
l'idea di un partito che nella sua storia non ha nulla di cui vergognarsi,
se non quello di avere vissuto, in Italia - e non in un altro Paese
o su un altro pianeta, come dice qualcuno di se o del suo partito -
gli anni in cui in Italia gli affari si facevano solo per finanziare
la politica e i partiti, tutti i partiti".
Poi, a metà del suo lungo discorso, Martelli ha smentito
Del Turco - assicurandogli che gli 80.000 morti nei gulag hanno un peso
più rilevante dei tradimenti di tangentopoli - e ha risposto all'invito
di Amato esprimendo da par suo concetti già espressi, in parte, dallo
stesso Amato: "Non c'è stato da parte di D'Alema l'indicazione di
una meta, di un traguardo comune. Non c'è stato nemmeno quel riconoscimento
minimo che merita la storia e la sua evidenza, e cioè che socialisti,
comunisti, socialdemocratici, laburisti, tutte le denominazioni che
la sinistra si è via via data nel corso del secolo, non possono cancellare
questo dato di fatto: siamo tutti figli dei socialisti! Su questo non
c'è dubbio".
"Questa nostra radice" - continua Martelli - "è
la radice della storia della sinistra italiana ed è per questo che noi
non possiamo diventare un cespuglio: perché noi siamo una radice e non
un cespuglio. Dipenderà da noi farla fiorire questa radice, o ricomporre
i fiori e i rami dell'albero, ma è difficile costruire se si negano
le evidenze fondamentali".
Circa la collocazione ideale del partito, lo stesso Martelli
- citando l'ex leader di Lotta Continua, Adriano Sofri - ha detto: "Uno
è di sinistra perché la sinistra è la parte più gentile, più sensibile,
più vera, della cultura e della cultura politica. E c'è tanta differenza
tra destra e sinistra: c'è tanta differenza tra destra e sinistra quanta
ce n'è tra una sinistra delle libertà e una sinistra delle non libertà,
una sinistra che tutto assimila e tutto omologa a se stessa".
La sostanza della Costituente socialista potrebbe dirsi
questa: deciso rifiuto dei socialisti alla proposta di adesione al progetto
"Democratici di Sinistra", nella formula presentata loro dal
segretario del PDS D'Alema, vista da molti di loro - nelle parole di
Ugo Intini - come un "tentativo di intruppamento - e a ranghi ridotti
- di chi ancora incarna la tradizione socialista in Italia"; poi,
il superstite orgoglio dei socialisti ha fatto il resto, sospingendoli
verso una direzione comune, un nuovo partito socialista. Ricomincerà
il duello a sinistra e "per di più" - usando la stessa forma
usata da D'Alema - "ad armi dispari"?
Il nuovo partito darà ai socialisti la forza dei numeri,
da mettere sul tavolo accanto ai valori storici o ai giudizi sul passato
recente, nel dialogo con le altre forze politiche?
Nell'assetto bipolare, o addirittura bipartitico, del
quadro politico avranno ancora senso i valori e la coerenza con essi?
Ci sarà un assetto bipolare del quadro politico o ci sarà
un ritorno al proporzionale?
Il nuovo partito riuscirà a chiamare a raccolta il popolo
ex-PSI, strappandolo alle nuove e più luccicanti posizioni?
Il nuovo partito riuscirà a non contornarsi di quelli
che il comico genovese Beppe Grillo chiamava "nani, gobbi e ballerine"?
Il nuovo partito riuscirà ad essere attraente per le nuove
generazioni?
Oltre alle strategie, quali politiche concrete porterà
avanti?
E in base a queste politiche, quali strategie disegnerà?
I lavori della Costituente socialista non potevano dare
altro che quello che hanno dato: una casa, un punto di riferimento ai
socialisti che non sono andati a Firenze o magari sono di rientro dal
polo. Il resto è pensiero di domani.
I "Socialisti Democratici Italiani" si riuniranno
in congresso, per l'elezione degli organi esecutivi, nei giorni 8-9-10
maggio 1998. Auguri di buon lavoro a costituenti, leaders ritrovati
e sostenitori prossimi del nuovo partito.
Gianni Manis*
* Realizzato grazie a Radio Radicale (107 Mhz).