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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 5 - Maggio 1998
 

 

È l’ora della sperimentazione
di Pietro Cruccas

Il 30 Gennaio 1998 può essere considerato come una data storica per il lancio della sperimentazione dell'autonomia scolastica delle Scuole Elementari e Materne di Quartucciu. Il Consiglio di Circolo ha deciso infatti di costituirsi in Gruppo di Lavoro per definire il progetto sperimentale, in applicazione del decreto ministeriale n° 765 del 27/11/97. Impegno che richiederà qualche mese e il monitoraggio delle esperienze degli Operatori scolastici e delle esigenze dell'utenza.

Una scelta coraggiosa, dettata dalla consapevolezza di voler individuare strategie e contenuti che trovano consensi e disponibilità interne, di voler sviluppare idee in libertà, percorrendo un terreno impreparato e difficile, senza condizionamenti centralistici e senza attendere regolamenti o norme di attuazione dall'alto.

In effetti il decreto n° 765 concede la facoltà alle istituzioni scolastiche di avviare da subito la sperimentazione, di procedere, cioè, a innovazioni di ordinamento (adattamento del calendario scolastico, flessibilità del tempo e della gestione delle discipline, settimana corta, continuità, ecc.) senza attendere il benestare superiore, purché non si richiedano oneri aggiuntivi per l'Amministrazione.

Il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Circolo, al termine della stesura del progetto, delibereranno la sperimentazione, ciascuno per la parte di competenza: didattico-educativa il primo, organizzativo-finanziaria il secondo. Una volta approvato, il progetto sperimentale è immediatamente esecutivo, basta solamente notificarlo al Provveditorato agli studi della Provincia e agli altri organismi superiori.

La realizzazione di una scuola autonoma e comunità educante, che sfugga il pericolo di un sistema formativo frantumato e disomogeneo, richiede un quadro normativo generale comune dello Stato, richiede che la Regione eserciti le funzioni relative alla programmazione dell'offerta formativa nel territorio, richiede l'iniziativa e la partecipazione dell'Amministrazione Comunale, nei limiti delle risorse finanziarie.

L'iniziativa dell'autonomia intende sollecitare l'istituzione scolastica del territorio a farsene un “soggetto” protagonista del processo di rinnovamento complessivo del sistema scolastico, nel quale rientrano, tra l'altro, l'indicazione di una maggiore flessibilità nell'organizzazione delle attività scolastiche e l'ampliamento dell'offerta formativa, per rispondere meglio alle esigenze delle famiglie, utilizzando a tal fine significative interazioni e integrazioni con il contesto territoriale e i fabbisogni formativi locali.

La sperimentazione sarà tanto più proficua quanto più largo sarà il consenso delle varie componenti scolastiche e l'adesione da parte delle famiglie e delle parti sociali del contesto in cui opera la scuola.

Un ruolo determinante in tal senso possono svolgerlo i Rappresentanti dei genitori dei Consigli d'interclasse e intersezione e del Consiglio di Circolo.

Pietro Cruccas

 


 

Gita in famiglia e ritorno

Riportiamo la testimonianza di una ragazza di Quartucciu che ha potuto sperimentare un diverso modo d'intendere la classica gita scolastica.
A seguito di un gemellaggio con una scuola del Friuli, Patrizia e le sue compagne hanno prima ospitato a casa loro per una settimana le ragazze friulane, per essere poi a loro volta ospitate nella loro regione.
La sfida era quella di evitare gli anonimi alberghi della riviera romagnola, che niente hanno di diverso da tutti gli alberghi d'Italia, e cercare di far entrare in contatto le ragazze con una realtà quotidiana e, per così dire, domestica e familiare, distante per molti versi da quella cui sono abituate.
C'era il rischio che andando storta per qualsiasi motivo la gita, questo fatto, in relazione all'accoppiamento di una scuola sarda con una scuola di un'area tanto distante, avrebbe potuto essere causare l'instaurarsi nelle giovani ragazze di preconcetti e pregiudizi che tanto spazio hanno avuto nella cronaca negli ultimi anni con l'emergere della “questione settentrionale”.

A quanti di voi è mai capitato di vivere, anche solo per due giorni, con persone di cui, sino al quel momento, avevate ignorato l'esistenza?

Io, studentessa del terzo anno del liceo pedagogico (c/o istituto Magistrale “Eleonora D'Arborea” di Cagliari, N.d.R.), sono da poco tornata da un viaggio in Friuli di sette giorni che ho piacevolmente trascorso in compagnia di una mia coetanea e della sua famiglia, che mi ha gentilmente ospitato nella loro casa di Bagnara Arsa (UD).

È stata una bell'esperienza. E credo che lo sia stata anche per le mie nuove amiche e per le loro compagne, che, circa due mesi fa sono state qui in Sardegna dove, per una settimana, hanno vissuto nelle nostre case, rese per l'occasione più accoglienti del solito. È stata dura per loro quanto per noi, che abbiamo cercato in ogni modo di renderle partecipi del nostro stile di vita!

Vivere con Barbara è stato divertentissimo: all'inizio, naturalmente, si è sentita un po' disorientata, ma io ho cercato di metterla a suo agio il più possibile, facendola sentire come a casa sua, tappezzando ad esempio le pareti della mia camera con i poster del mito del momento: il “titanico” mister “Jack di Caprio” (Leonardo Di Caprio, ndr), che ho avuto il piacere di ritrovare nella camera di Guenda, la ragazza che ha ospitato me in Friuli. Così, se il primo giorno per Barbara sembrava non finire mai, il secondo ed i seguenti sono, come si suol dire, volati.

Quanto mi è dispiaciuto! Grazie a lei ed alla sua puntualità, ho perfino imparato ad essere meno ritardataria, soprattutto negli impegni importanti…

E già! Era velocissima in tutto ciò che faceva e, per questo, riusciva a mettermi in imbarazzo… per l'eccessiva calma con cui io affrontavo le giornate, sempre molto impegnative!

È stato, comunque, un insegnamento gradito, per il fatto che, trovatami poi ad Udine, non ho faticato più di tanto per abituarmi allo stile di vita friulano; si è trattato solo di dover seguire orari fissi come quelli della corriera o dei pasti. Ma, come ho già detto, credo di essere riuscita ad adeguarmi al meglio alla nuova vita, durata purtroppo, pochi giorni!

Ho trascorso una settimana di continui spostamenti ma, nonostante tutto, le poche ore passate in famiglia sono state sono state sempre piacevoli ed accoglienti! Ciò che ha prevalso, alla fine, non è stato tanto il confronto, quanto la capacità mia e della ragazza che mi ha ospitato di essere riuscite a badare maggiormente alle caratteristiche che ci accomunano: due coetanee che amano viaggiare, conoscere nuova gente, ascoltare musica, confidarsi, raccontarsi.

Due ragazze che ora sono amiche e che un giorno sperano di rincontrarsi.

Patrizia Rovedi

 


 


E' doveroso precisare che ....

.... viste le polemiche sollevate dall'articolo "Finalmente Liberi" pubblicato nei "Quaderni di Quartucciu" n°4 di dicembre 1997; si precisa che:

1. In nessun modo s'intendeva offendere il Signor Pietro Mattana nella sua persona. Dispiace che dallo stesso interessato l'articolo sia stato in tal senso interpretato.

2. La storia dei giovani calciatori è tratta dai racconti degli stessi protagonisti. Detto ciò pare corretto ricordare le preoccupazioni, che da più parti prevengono, per i ritardi dell'amministrazione nei confronti dei problemi dello sport e sottolineare le critiche sulle scelte compiute dalla Maggioranza presente in Consiglio Comunale in relazione alla composizione della Commissione allo sport che, se da un lato paiono giustificate dalla ricerca di personaggi aventi una certa esperienza nel mondo dello sport, dall'altro appaiono inopportune dal punto di vista politico. G. S.

La Redazione di QdQ, al fine di garantire il diritto di replica, si dichiara disponibile ad ospitare eventuali dichiarazioni dei soggetti nominati.

 


 

 

Un'attesa tanto sospirata

Inizio così la mia lettera, salutando tutti i miei concittadini e facendo conoscere ad essi chi sono.

Mi chiamo Giovanni Battista Ruggeri, meglio noto come Gianni, e sono un ragazzo di 27 anni, 17 dei quali passati nei campi di atletica.

Ho vinto un paio di titoli regionali e spero di vincerne ancora, ma mai nessuno che mi abbia citato come atleta.

Ormai si sa che qui a Quartucciu non si pensa ad altro che al calcio e alla pallavolo e noi che pratichiamo atletica leggera veniamo dimenticati.

Però la sorte ha voluto che qui a Quartucciu si costruisse un campo polivalente fantastico, secondo me tra i migliori nella nostra provincia.

Il campo apre, però c'è un piccolo problema:

1. anche noi atleti abbiamo (anche se molto ridotto) un piccolo costo che secondo me la società di Quartucciu non è in grado di spendere;

2. il campo ha solo un obiettivo, quello di togliere i ragazzi dalla strada. Come si può se un ragazzo studia o lavora ed il campo chiude alle 17.00?

Ora concludo chiedendo a tutti i Quartucciai di essere più presenti e partecipi in questa disciplina, regina dello sport.

Giovanni Battista Ruggeri


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