Quale lavoro
di Gesuino Murru
Nessuno può contestare che il problema
della disoccupazione sia oggi un fenomeno di rilevanza planetaria; ma
via via che le rilevazioni statistiche riducono la porzione di territorio
in esame, la percentuale si innalza fino a raggiungere il 33% della
popolazione attiva a Quartucciu.
Un record!
Negativo, ma sempre record.
Sono ben oltre 2000 infatti -tra uomini e donne- i cittadini
alla ricerca di una occupazione stabile, spesso la prima in assoluto,
che permetta loro una dignitosa collocazione nel mondo produttivo.
Ma nonostante le iniziative assunte ai vari livelli, UE,
Governo e amministrazioni locali (PIA, Borse di Lavoro, PIP, Lavoro
Interinale, GAL, Contratti d'Area, Sabati del Villaggio) non si riesce
a ridurre a percentuali accettabili questo malessere.
E le rare chiamate temporanee effettuate dal Comune tramite
l'Ufficio Circoscrizionale di Collocamento assumono il sapore di una
beffa, per il solo fatto che Quartucciu, inserita in una realtà territoriale
più ampia, risulta meno competitiva (si fa per dire!) rispetto ai comuni
contermini, Quartu in particolare, i cui disoccupati "la spuntano" prevalentemente
sugli altri.
È stata quanto mai opportuna l'iniziativa dei dirigenti
locali di Rifondazione Comunista che, sabato 20 giugno a Casa angioni,
hanno buttato il classico "sasso nello stagno" con l'apprezzabile
intenzione di smuovere le acque.
Era presente otre ad amministratori di Quartucciu, il
dott. Luciano Uras, coordinatore del "Comitato Iterassessoriale
per i problemi del lavoro", nominato dalla Regione. E benchè
si parlasse dei loro problemi, i disoccupati di Quartucciu hanno disertato
la riunione.
Ma questo è comprensibile: i disoccupati, giovani
in particolare, sono stufi di sentire parlare dei loro problemi sempre
allo stesso modo, con le stesse diagnosi, le stesse aspettative, le
stesse disillusioni.
Piero Congia ha usato un titolo di grande effetto per
il suo libro: "Disoccupazione, la vergogna delle democrazie".
Forse ha ragione, forse no: lasciamo a favore degli stati democratici
il beneficio del dubbio.
Ma il problema esiste e il nodo va sciolto, a tutti i
costi.
È insostenibile dire a un disoccupato -come ebbe ad affermare
un Assessore al Lavoro regionale- che per questa generazione non ci
sono speranze di occupazione stabile, ma solo lavoro assistito.
Ce n'è d'avanzo per provocare una rivoluzione!
Gesuino Murru