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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 6 - Luglio 1998
 

 

Quale lavoro
di Gesuino Murru

Nessuno può contestare che il problema della disoccupazione sia oggi un fenomeno di rilevanza planetaria; ma via via che le rilevazioni statistiche riducono la porzione di territorio in esame, la percentuale si innalza fino a raggiungere il 33% della popolazione attiva a Quartucciu.

Un record!

Negativo, ma sempre record.

Sono ben oltre 2000 infatti -tra uomini e donne- i cittadini alla ricerca di una occupazione stabile, spesso la prima in assoluto, che permetta loro una dignitosa collocazione nel mondo produttivo.

Ma nonostante le iniziative assunte ai vari livelli, UE, Governo e amministrazioni locali (PIA, Borse di Lavoro, PIP, Lavoro Interinale, GAL, Contratti d'Area, Sabati del Villaggio) non si riesce a ridurre a percentuali accettabili questo malessere.

E le rare chiamate temporanee effettuate dal Comune tramite l'Ufficio Circoscrizionale di Collocamento assumono il sapore di una beffa, per il solo fatto che Quartucciu, inserita in una realtà territoriale più ampia, risulta meno competitiva (si fa per dire!) rispetto ai comuni contermini, Quartu in particolare, i cui disoccupati "la spuntano" prevalentemente sugli altri.

È stata quanto mai opportuna l'iniziativa dei dirigenti locali di Rifondazione Comunista che, sabato 20 giugno a Casa angioni, hanno buttato il classico "sasso nello stagno" con l'apprezzabile intenzione di smuovere le acque.

Era presente otre ad amministratori di Quartucciu, il dott. Luciano Uras, coordinatore del "Comitato Iterassessoriale per i problemi del lavoro", nominato dalla Regione. E benchè si parlasse dei loro problemi, i disoccupati di Quartucciu hanno disertato la riunione.

Ma questo è comprensibile: i disoccupati, giovani in particolare, sono stufi di sentire parlare dei loro problemi sempre allo stesso modo, con le stesse diagnosi, le stesse aspettative, le stesse disillusioni.

Piero Congia ha usato un titolo di grande effetto per il suo libro: "Disoccupazione, la vergogna delle democrazie". Forse ha ragione, forse no: lasciamo a favore degli stati democratici il beneficio del dubbio.

Ma il problema esiste e il nodo va sciolto, a tutti i costi.

È insostenibile dire a un disoccupato -come ebbe ad affermare un Assessore al Lavoro regionale- che per questa generazione non ci sono speranze di occupazione stabile, ma solo lavoro assistito.

Ce n'è d'avanzo per provocare una rivoluzione!

Gesuino Murru


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