Analisi
del voto amministrativo di Selargius
Chi ha perso?
di
Davide Paolone
A VOLTE RITORNANO.
Il
29 novembre scorso si è svolto il primo turno delle elezioni amministrative
valide per il rinnovo del consiglio comunale di Selargius. Ben 17 liste
e la bellezza di 335 candidati alla carica di consigliere comunale si
sono affrontati in un drammatico duello senza esclusione di colpi al
fine di guadagnare anche un misero voticino in più l'uno nei confronti
dell'altro.
Per fortuna
non si sono avuti spargimenti di sangue, ma solo consueti spargimenti
di "santini" lungo le strade di ogni più piccolo anfratto dell'abitato
selargino. E come al solito, alla fine di questa moderna fiera dell'insolito
immaginario collettivo, i commenti ai risultati si sono sprecati rendendo
visibile come la mentalità dei politici dal lungo pelo in fin dei conti
non sia cambiata nonostante il passaggio dal sistema elettorale proporzionale
a quello maggioritario. Dio sia lodato, tutti hanno vinto.
Mettiamo alcuni
puntini sulle "ii".
Nazareno
Pacifico era il candidato della sinistra finalmente unita (ah, ah).
Democratici di Sinistra, Federazione Democratica, Rifondazione Comunista
e l'associazione culturale Liberazione già cullavano sogni di rivincita
verso un mondo cinico e baro che nel passato aveva avuto il torto di
non essere abbastanza intelligente per capire.
Franco Camba
era il candidato del grande-centro che nessun sano di mente può dire
che nella realtà non esiste, ma che a livello di immagine di certo non
da più quella sensazione di sicurezza e conforto evangelico che una
volta poteva proporre (bei tempi quelli della DC!).
Quest'ultimo rappresentava anche l'Amministrazione uscente (in particolare
ne era il vice-sindaco).
Ilario Contu
era il candidato del centro-destra: un "calimero" tutto nero travestito
da cavallo da corsa che intorno a sé era riuscito ad amalgamare un gruppo
di fans scatenati mai paghi di prenderle sulla schiena dai soliti noti.
Rita Corda
era il candidato di una lista civica e di un manipolo di compagni
socialisti ridestati dall'oblio dal mitico Boselli, mentre Cosetta
Melis era la punta di diamante di un nuovo movimento che ancora
deve spiegare ai sardi cosa ha di nuovo visto che l'unico vero obbiettivo
dichiarato dal suo lìder maximo Nichi Grauso è sola la voglia
di governare (a proposito: perché Nichi e non Niki?).
L'unica nota
stonata è che purtroppo dietro le sigle non sempre vi è ciò che viene
propagandato.
Chi conosce
Selargius, o meglio chi ha conosciuto i politici di Selargius degli
ultimi vent'anni, sa bene che gli ex leaders locali del grande padre
PSI erano variamente presenti o promotori delle liste di Federazione
Democratica (sinistra), Prima Selargius (grande centro), Uniti per cambiare
(centro-destra) e quelle di Rita Corda. Mentre quelli della gloriosa
DC, riversati nel centro-destra o nel grande-centro.
E allora: chi
ha perso?
La verità la
danno i numeri: così parlò Zarathustra. Al
primo turno la sinistra ha perso. Il grande-centro ha gongolato ed entusiasta
è andato al ballottaggio convinto che quegli asini della Sinistra alla
fin fine l'avrebbero seguito compatti, mentre il centro-destra si è
illuminata d'immenso pregustando una vendetta dal gustoso sapore sheakspeariano.
E SE NON
RITORNANO?
Dopo
la prima manche di questo slalom speciale, la sinistra delusa ma mai
doma si è riunita e ha detto: "Caspita! Abbiamo preso un casino di voti!
Questo vuol dire che la gente vuole che noi governiamo". Ed in effetti
non è che gli si possa dare un gran torto, vista la modica differenza
di 159 voti che gli hanno precluso la partecipazione alla seconda manche.
L'unico problema
è che, per voler essere coerenti fino in fondo, un'alleanza poteva esserci
solo col grande-centro, per motivi ideologici e a patto che tale alleanza
prevedesse un apparentamento (un meccanismo perverso della legge elettorale
che avrebbe permesso la presenza in maggioranza di 6 consiglieri della
sinistra e 6 del grande-centro), in maniera da salvare la faccia con
gli elettori stufi dell'Amministrazione uscente.
In drammatiche
notti di lunghi coltelli il prode Franco Camba diede il suo niet!
alla proposta della sinistra tenendosi per se tutti i probabili 12 consiglieri
di maggioranza e ponendo sul piatto della possibile alleanza la disponibilità
a concedere 3 o 4 assessorati in cambio del loro appoggio, nonché tralasciando
alcuni particolari insignificanti come: "Che fare del prossimo Piano
Urbanistico Comunale?". Tsè: come se gli uomini della sinistra potessero
essere comprati a suon di poltrone in testa.
A questo punto
qualcuno disse: "Ma allora ci vogliono cornuti e mazziati! Appoggiamo
Ilario Contu!".
Ed il guaio
è che chi l'ha detto non era uno qualunque, ma un ex-sindaco socialista
presente tra le file di Federazione Democratica assieme ad una parte
del circolo culturale "Emilio Lussu" affiliato ad FD, scopertosi
d'incanto covo di "sinistri" serpenti socialisti.
A questo punto
occorrono altri puntini sulle "ii".
Come tutti
sanno una campagna elettorale va preceduta tempestivamente da un serio
e sereno confronto tra le forze politiche esistenti al fine di trovare
quelle convergenze su dei punti programmatici qualificanti tali da cercare
di soddisfare la voglia irrefrenabile degli elettori di andare a votare
per l'uno o per l'altro. Per quelle che sono le mie informazioni, essendoci
stato in mezzo, la sinistra già sei mesi prima aveva tentato un accordo
per presentarsi unita col grande-centro al fine di riproporre un grande
Ulivone bello carico di olive nere.
Purtroppo gli
unici convinti di questa operazione erano i compagni dei Democratici
di Sinistra che, fregandosene delle altre compagini sinistrorse, andavano
con la loro delegazione a cercare accordi politici in nome dell'Ulivo
con gli esponenti dell'Amministrazione uscente che di certo non hanno
brillato per il loro duro lavoro di amministratori locali e per intelligenza
propositiva.
Di programmi
non se ne parlava affatto: l'unica cosa di cui si era sicuri è che il
candidato sindaco doveva essere Franco Camba, previo il placet
dell'allora sindaco Tonino Melis, e che il vice-sindaco doveva
essere dei DS.
Ebbene: questi
bravi compagnoni sono riusciti non solo a non fare l'Ulivone ma addirittura
a spaccare l'Ulivino (già sconfitto nelle scorse elezioni), facendo
fuggire il PPI ed il PSd'Az verso lidi più sicuri e confortevoli. Nazareno
Pacifico, consigliere comunale uscente di FD, fu la soluzione dell'ultimora,
cioè di ripiego. E guarda caso i più critici verso l'operato dei DS
erano stati proprio quell'ex-sindaco socialista e quella parte del circolo
oggi definito traditore, che però, alle 11 di notte di un paio di giorni
prima dell'apertura della campagna elettorale, si risolse ad appoggiare
la soluzione Pacifico per puro spirito di unitarietà e coerenza
ideologica senza chiedere nulla in cambio (nemmeno una misera poltrona
di assessore).
Morale della
favola: al secondo turno di ballottaggio uno sparuto gruppo di socialisti
(che rappresentavano circa 600 voti presi con i propri candidati) ha
appoggiato il candidato Sindaco del centro-destra per ripicca nei confronti
dei diessini, mentre tutto il resto della sinistra (escludendo anche
i socialisti di Rita Corda e dello SDI) ha appoggiato il candidato del
grande-centro sulla base di non si sa quali accordi di programma e di
uomini. Così, il grande circo delle elezioni ci ha presentato un mistero
solo apparentemente incomprensibile: socialisti che sono "andati" a
destra e diessini che hanno fatto di tutto pur di avere uno scranno.
Alcune futili
domande: i valori e le idee possono essere messe in discussione dall'agire
degli uomini?
Non si era
detto che con l'Amministrazione uscente non si aveva nulla di che spartire?
Non è forse
di sinistra colui che pretende che gli accordi politici siano fatti
sulla base di accordi programmatici anziché sui nomi che devono occupare
le poltrone?
Non è forse
socialista chi pretende che anche i compagni ex comunisti siano tolleranti
e rispettosi delle idee e della dignità altrui?
Se è vero che
Camba ha preso 1816 voti in più nel secondo turno e che Contu ne ha
presi 638 in più, dove sono andati a finire i restanti 3887-2454=1433
voti presi in più al primo turno dalla sinistra?
Forse sono
rimasti a casa, delusi da questa sinistra litigiosa ed inconcludente?
Certo, tutto
questo non può apparire privo di significato. Se non si capisce che
anche le grandi idee hanno bisogno delle gambe degli uomini per camminare,
allora la sinistra continuerà sempre più a dividersi a causa di atteggiamenti
incomprensibilmente arroganti e fuorvianti di certa parte che pretende,
nonostante storicamente abbia perso, di avere ancora la verità assoluta
fra le mani.
Sarà il caso
di cambiare i quadri dirigenti di tutta la sinistra?
Davide Paolone.