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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 9 - Dicembre 1998
 

 

Analisi del voto amministrativo di Selargius
Chi ha perso?
di Davide Paolone


A VOLTE RITORNANO.

Il 29 novembre scorso si è svolto il primo turno delle elezioni amministrative valide per il rinnovo del consiglio comunale di Selargius. Ben 17 liste e la bellezza di 335 candidati alla carica di consigliere comunale si sono affrontati in un drammatico duello senza esclusione di colpi al fine di guadagnare anche un misero voticino in più l'uno nei confronti dell'altro.

Per fortuna non si sono avuti spargimenti di sangue, ma solo consueti spargimenti di "santini" lungo le strade di ogni più piccolo anfratto dell'abitato selargino. E come al solito, alla fine di questa moderna fiera dell'insolito immaginario collettivo, i commenti ai risultati si sono sprecati rendendo visibile come la mentalità dei politici dal lungo pelo in fin dei conti non sia cambiata nonostante il passaggio dal sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario. Dio sia lodato, tutti hanno vinto.

Mettiamo alcuni puntini sulle "ii".

Nazareno Pacifico era il candidato della sinistra finalmente unita (ah, ah).
Democratici di Sinistra, Federazione Democratica, Rifondazione Comunista e l'associazione culturale Liberazione già cullavano sogni di rivincita verso un mondo cinico e baro che nel passato aveva avuto il torto di non essere abbastanza intelligente per capire.

Franco Camba era il candidato del grande-centro che nessun sano di mente può dire che nella realtà non esiste, ma che a livello di immagine di certo non da più quella sensazione di sicurezza e conforto evangelico che una volta poteva proporre (bei tempi quelli della DC!).
Quest'ultimo rappresentava anche l'Amministrazione uscente (in particolare ne era il vice-sindaco).

Ilario Contu era il candidato del centro-destra: un "calimero" tutto nero travestito da cavallo da corsa che intorno a sé era riuscito ad amalgamare un gruppo di fans scatenati mai paghi di prenderle sulla schiena dai soliti noti.

Rita Corda era il candidato di una lista civica e di un manipolo di compagni socialisti ridestati dall'oblio dal mitico Boselli, mentre Cosetta Melis era la punta di diamante di un nuovo movimento che ancora deve spiegare ai sardi cosa ha di nuovo visto che l'unico vero obbiettivo dichiarato dal suo lìder maximo Nichi Grauso è sola la voglia di governare (a proposito: perché Nichi e non Niki?).

L'unica nota stonata è che purtroppo dietro le sigle non sempre vi è ciò che viene propagandato.

Chi conosce Selargius, o meglio chi ha conosciuto i politici di Selargius degli ultimi vent'anni, sa bene che gli ex leaders locali del grande padre PSI erano variamente presenti o promotori delle liste di Federazione Democratica (sinistra), Prima Selargius (grande centro), Uniti per cambiare (centro-destra) e quelle di Rita Corda. Mentre quelli della gloriosa DC, riversati nel centro-destra o nel grande-centro.

E allora: chi ha perso?

La verità la danno i numeri: così parlò Zarathustra. Al primo turno la sinistra ha perso. Il grande-centro ha gongolato ed entusiasta è andato al ballottaggio convinto che quegli asini della Sinistra alla fin fine l'avrebbero seguito compatti, mentre il centro-destra si è illuminata d'immenso pregustando una vendetta dal gustoso sapore sheakspeariano.

 

E SE NON RITORNANO?

Dopo la prima manche di questo slalom speciale, la sinistra delusa ma mai doma si è riunita e ha detto: "Caspita! Abbiamo preso un casino di voti! Questo vuol dire che la gente vuole che noi governiamo". Ed in effetti non è che gli si possa dare un gran torto, vista la modica differenza di 159 voti che gli hanno precluso la partecipazione alla seconda manche.

L'unico problema è che, per voler essere coerenti fino in fondo, un'alleanza poteva esserci solo col grande-centro, per motivi ideologici e a patto che tale alleanza prevedesse un apparentamento (un meccanismo perverso della legge elettorale che avrebbe permesso la presenza in maggioranza di 6 consiglieri della sinistra e 6 del grande-centro), in maniera da salvare la faccia con gli elettori stufi dell'Amministrazione uscente.

In drammatiche notti di lunghi coltelli il prode Franco Camba diede il suo niet! alla proposta della sinistra tenendosi per se tutti i probabili 12 consiglieri di maggioranza e ponendo sul piatto della possibile alleanza la disponibilità a concedere 3 o 4 assessorati in cambio del loro appoggio, nonché tralasciando alcuni particolari insignificanti come: "Che fare del prossimo Piano Urbanistico Comunale?". Tsè: come se gli uomini della sinistra potessero essere comprati a suon di poltrone in testa.

A questo punto qualcuno disse: "Ma allora ci vogliono cornuti e mazziati! Appoggiamo Ilario Contu!".

Ed il guaio è che chi l'ha detto non era uno qualunque, ma un ex-sindaco socialista presente tra le file di Federazione Democratica assieme ad una parte del circolo culturale "Emilio Lussu" affiliato ad FD, scopertosi d'incanto covo di "sinistri" serpenti socialisti.

A questo punto occorrono altri puntini sulle "ii".

Come tutti sanno una campagna elettorale va preceduta tempestivamente da un serio e sereno confronto tra le forze politiche esistenti al fine di trovare quelle convergenze su dei punti programmatici qualificanti tali da cercare di soddisfare la voglia irrefrenabile degli elettori di andare a votare per l'uno o per l'altro. Per quelle che sono le mie informazioni, essendoci stato in mezzo, la sinistra già sei mesi prima aveva tentato un accordo per presentarsi unita col grande-centro al fine di riproporre un grande Ulivone bello carico di olive nere.

Purtroppo gli unici convinti di questa operazione erano i compagni dei Democratici di Sinistra che, fregandosene delle altre compagini sinistrorse, andavano con la loro delegazione a cercare accordi politici in nome dell'Ulivo con gli esponenti dell'Amministrazione uscente che di certo non hanno brillato per il loro duro lavoro di amministratori locali e per intelligenza propositiva.

Di programmi non se ne parlava affatto: l'unica cosa di cui si era sicuri è che il candidato sindaco doveva essere Franco Camba, previo il placet dell'allora sindaco Tonino Melis, e che il vice-sindaco doveva essere dei DS.

Ebbene: questi bravi compagnoni sono riusciti non solo a non fare l'Ulivone ma addirittura a spaccare l'Ulivino (già sconfitto nelle scorse elezioni), facendo fuggire il PPI ed il PSd'Az verso lidi più sicuri e confortevoli. Nazareno Pacifico, consigliere comunale uscente di FD, fu la soluzione dell'ultimora, cioè di ripiego. E guarda caso i più critici verso l'operato dei DS erano stati proprio quell'ex-sindaco socialista e quella parte del circolo oggi definito traditore, che però, alle 11 di notte di un paio di giorni prima dell'apertura della campagna elettorale, si risolse ad appoggiare la soluzione Pacifico per puro spirito di unitarietà e coerenza ideologica senza chiedere nulla in cambio (nemmeno una misera poltrona di assessore).

Morale della favola: al secondo turno di ballottaggio uno sparuto gruppo di socialisti (che rappresentavano circa 600 voti presi con i propri candidati) ha appoggiato il candidato Sindaco del centro-destra per ripicca nei confronti dei diessini, mentre tutto il resto della sinistra (escludendo anche i socialisti di Rita Corda e dello SDI) ha appoggiato il candidato del grande-centro sulla base di non si sa quali accordi di programma e di uomini. Così, il grande circo delle elezioni ci ha presentato un mistero solo apparentemente incomprensibile: socialisti che sono "andati" a destra e diessini che hanno fatto di tutto pur di avere uno scranno.

Alcune futili domande: i valori e le idee possono essere messe in discussione dall'agire degli uomini?

Non si era detto che con l'Amministrazione uscente non si aveva nulla di che spartire?

Non è forse di sinistra colui che pretende che gli accordi politici siano fatti sulla base di accordi programmatici anziché sui nomi che devono occupare le poltrone?

Non è forse socialista chi pretende che anche i compagni ex comunisti siano tolleranti e rispettosi delle idee e della dignità altrui?

Se è vero che Camba ha preso 1816 voti in più nel secondo turno e che Contu ne ha presi 638 in più, dove sono andati a finire i restanti 3887-2454=1433 voti presi in più al primo turno dalla sinistra?

Forse sono rimasti a casa, delusi da questa sinistra litigiosa ed inconcludente?

Certo, tutto questo non può apparire privo di significato. Se non si capisce che anche le grandi idee hanno bisogno delle gambe degli uomini per camminare, allora la sinistra continuerà sempre più a dividersi a causa di atteggiamenti incomprensibilmente arroganti e fuorvianti di certa parte che pretende, nonostante storicamente abbia perso, di avere ancora la verità assoluta fra le mani.

Sarà il caso di cambiare i quadri dirigenti di tutta la sinistra?

Davide Paolone.

 

 

 


 

   ELEZIONE DEL SINDACO DI SELARGIUS

1° turno: aventi diritto al voto 21149

Candidati Sindaci

Forze politiche a sostegno

Voti

Percentuale

COSETTA MELIS

Nuovo movimento

788

5,1%

RITA CORDA

Città viva, SDI

871

5,6%

NAZARENO PACIFICO

DS, FD, RC, Liberazione

3887

25,2%

FRANCO CAMBA

CCD, UDR, PSd’Az, PPI, Rinn.Italiano, Prima Selargius

4046

26,2%

ILARIO CONTU

FI, AN, Centro moderato, Uniti per cambiare

5855

37,9%

Affluenza alle urne 1° turno

76,03%

2° turno di ballottaggio

Candidati Sindaci

Gruppi di forze politiche

Voti

Percentuale

FRANCO CAMBA

CCD, UDR, PSd’Az, PPI, Rinn.Italiano, Prima Selargius

5862

47,33%

ILARIO CONTU

FI, AN, Centro moderato, Uniti per cambiare

6523

52,67%

Affluenza alle urne 1° turno

60,54%

 

 


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