Passaggio
a Nord-Ovest
Come ogni giorno alle 5.30, la sveglia, il caffè
e i giornali aprono le danze della mia giornata. Come ogni giorno, dopo
le abluzioni di rito, mi vesto e scendo a girare la Tempra.Come ogni
giorno, colei la quale era l’oggetto dei miei desideri di ventenne,
scende per andare in ufficio. Come ogni giorno ecco via Della Serre;
appena imbocchiamo il budello infernale, la dolcezza del risveglio,
la bocca buona di caffè e il rito dei giornali appena letti, passa.
Il caffè diventa fiele, i buoni propositi del risveglio, diventano notizie
guerresche, vesto la corazza, mi appello a San Cristoforo e via verso
l’ignoto.
Dopo i primissimi metri ecco il bar (i muratori mattutini come me il
caffè lo prendono al bar), primo strozzo, primo rallentamento, prima
(di qualche centinaio in circa ottocento metri di strada) ricerca del
pedale del freno.
Occhio a destra, c’è il pulmino, occhio a sinistra, c’è una macchina
in doppia fila, attento davanti, arriva il furgone del panettiere e
sai che non ti da precedenza perché lui ha fretta, “sta lavorando”.
Il mio navigatore è preciso, le indicazioni sono dettagliate, non sa
(però), che visto che guido, ho la vista, onde per cui, tutto quello
che mi viene riferito con patema, dalla luce dei miei occhi, ha lo strano
potere di innervosirmi.
Così inizia la giornata, e i primi fremiti dati dal sangue che prende
le vie in discesa e si rifiuta di portare ossigeno al cervello.
Intanto si arriva al primo distributore, ecco il fosso: - stai attento
perdinci, lo sai che la macchina soffre e gli ammortizzatori ne risentono.
Andiamo avanti ecco il primo scooter: non vedi che è imbranata?, stagli
lontano, non sorpassarla, aspetta. Dopo il sorpasso alla coppia di amiche
imbranate su scooter, ecco lo svincolo del Carrefour.
E qui ti voglio.
Cosa pensa un buon padre di famiglia quando passa di fronte al Carrefour
alle sette e mezzo del mattino, dopo che la sera prima ha impiegato
buona parte del tempo dedicato al suo meritato riposo, impegnato a districarsi
nella bolgia infernale del traffico del primo week-end dicembrino?
La risposta è semplice: da domani torno a casa alle sette del mattino.
L'ingresso
del centro commerciale in un momento di rara calma
(foto G.Ledda)
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Lo sguardo di sfuggita rivolto a chi ti sta affianco ti fa cambiare
idea, lei dolce e apprensiva non conosce i miei propositi evasivi. E’
li impaurita, con i piedi che simulano le manovre dei miei e parla,
non lo fa per cattiveria, la sua è senza ombra di dubbio, una maniera
istintiva di nascondere il terrore.
Si il terrore che ti attanaglia ogni mattina quando devi percorrere
il tratto che da Quartucciu, ti porta nel viale Marconi. Il terrore
di distruggere la macchina (ancora da pagare), di fare danni ad altri,
mentre sei impegnato a districarti dalla altrui invadenza e maleducazione.
Il terrore infine che se per caso fai quello che fan tutti e cioè il
furbo, tranquillo, per te ci sarà la pattuglia dei vigili che quel giorno
hanno deciso di cassarti. Via delle Serre dalle 7 alle 9 è impercorribile.
Agli sciagurati su scooter che ti sorpassano per ogni dove, si aggiungono
gli automobilisti insonnoliti e distratti, a questi si sovrappongono
coloro i quali pensano che la doppia fila sia un errore della strada
ed ecco che inventano la terza “cet plus facil”, ancora mezzi pesanti
lenti e vigili urbani assenti, il tutto nel calderone dei “Is Pontis
Paris”,
Come dire tra un po’ per andare al lavoro partiremmo alle 6, tanto
per iniziare, poi più in la chissà, magari alle 5 e così via sin quando
rimarremmo a dormire sul posto di lavoro pensando a quella accogliente
casetta che sta’ a otto chilometri di distanza ma è irraggiungibile
perché chi amministra così ha deciso.
Flavio Cafiero