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Quaderni di Quartucciu
Anno II - Numero 9 - Dicembre 1998
 

 

Una Rosa per L'Europa

Le strade del riformismo democratico


Resoconto delle prima volta che...

a cura di Gianni Manis


Unità, ma nella chiarezza

E ancora una volta parliamo di "Unità, ma nella chiarezza", lo spazio che Quaderni di Quartucciu ha dedicato al tema "diaspora socialista e dintorni".

Ne parliamo perché ""Unità, ma nella chiarezza"", ad un anno dalla sua ideazione, è giunto a compimento Sabato 14 novembre, col primo dei due incontri-dibattito "Una rosa per l'Europa".

Sotto la presidenza di Gesuino Murru sono intervenuti: Efisio Demuru (segr.prov. FD), Piero Comandini (cons.com. Cagliari FD), Diego Vacca (segr.prov. SDI), Luisa Serra, Tonino Meloni, Beppe Pisu, Umberto Artizzu, Tonino Durzu, Paolo Murru, Raffaele Felce, Giorgio Abis, Franco Pilia, e altri.

Durante la serata è successo tutto ciò che ci si aspettava e, forse, anche molto di più: Quaderni di Quartucciu ha avuto il formale riconoscimento di "luogo di incontro di idee e di dibattito", al servizio di tutta la nostra comunità; Quaderni di Quartucciu ha mostrato di poter aver un ruolo propulsivo nel dibattito politico cittadino; gli invitati sono venuti e hanno fatto interventi qualificati e ad altissimo livello, dicendosi quale unità in quale chiarezza ciascuno di loro vuole costruire; il pubblico è intervenuto numeroso, mostrandosi interessato e attento ai temi proposti; abbiamo avuto la più classica delle "ciliegine sulla torta" col gradito, quanto non previsto, intervento dell'on. Giorgio Carta.

Insomma a Quartucciu, tra le forze socialiste riformiste democratiche (FD, Socialisti, DS, SDI) si è ricominciato a parlare, a dialogare di politica lasciando da parte posizioni precostituite, pregiudizi e antichi rancori. Per essere stata la prima volta per Quaderni di Quartucciu, è andato tutto nel migliore dei modi.

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di "Unità, ma nella chiarezza".

 

Orizzonti strategici nel sistema bipolare

Meno documentata rispetto alla prima, la serata di Sabato 21 è stata importantissima perché ha permesso di capire quali siano le posizioni dei partiti nei riguardi dei grandi temi del riformismo sul tappeto: scuola, riforma costituzionale, elettorale e fiscale, lavoro e stato sociale.

Sotto la presidenza di Gesuino Murru, in sostituzione di Beppe Pisu (fuori sede per sopraggiunti impegni di lavoro), sono intervenuti: Elio Paderi (segr.citt. PPI), Pierpaolo Fois, Cenzo Vargiu, Tonino Meloni, O.Augusto Ricci, Giuseppe Fanti, Umberto Artizzu, Gianni Marilotti (portavoce regionale "Ulivo"), Raffaele Felce, Pietro Cruccas (segr.citt. PRC), e altri.

Durante la serata sono state avanzate numerose proposte di dibattito, a conferma del fatto che anche a Quartucciu c'è bisogno di parlare, di dialogare su temi concreti ma alti, lontani dalle questioni contingenti della politica amministrativa ma tali da ridare a questa nuovi argomenti, nuovi punti di vista, nuovi modelli, nuove contingenze.

 

Conclusione

Va bene, va bene così. Anche se sono emersi taluni errori organizzativi. Già dal prossimo incontro-dibattito, comunque, cercheremo di affrontare preventivamente gli argomenti di dibattito sulle pagine del giornale, così da offrire agli ospiti un ambito tematico dai contorni più definiti; cercheremo di limitare il numero dei relatori così da consentire interventi più approfonditi e la possibilità di intervento da parte del pubblico; cercheremo di scegliere, per lo svolgimento degli incontri, giorni della settimana (ad esempio venerdì) che non comportino, per i partecipanti, sacrificio dell'integrità dei propri nuclei familiari, nell'approssimarsi "de' dì de festa".

Alla prossima volta che....

 


 

Una Rosa per L'Europa

Le strade del riformismo democratico

 

Gli interventi al dibattito
a cura di Gianni Manis

Affidiamo agli interventi di Giorgio Abis e Tonino Meloni all'incontro- dibattito ""Unità, ma nella chiarezza"" del 7 novembre, la specificazione ai lettori di alcuni temi trattati.

La redazione si riserva di pubblicare altri stralci di intervento sui prossimi numeri.


GIORGIO ABIS (socialista - Federazione Democratica)

Grazie agli amici e ai compagni de "Il confronto - Quaderni di Quartucciu" ci si può finalmente ritrovare, tutti insieme, a chiamarci compagni, a ritornare a chiamarci compagni davanti ad un progetto, ad una discussione come quella di stasera.

A Quartucciu questo non accadeva da tempo, anzi, come ha già detto qualcuno, questa è forse la prima volta che, organizzato da movimenti esterni a quelli che possono essere i classici partiti, si ha l'opportunità di un "iniziare a dialogare" - cosi come lo ha chiamato Beppe Pisu -all'interno della sinistra e - come lo dice invece Gianni Manis, calando ciò che sono "Una rosa per l'Europa" e i "socialisti e riformatori in Europa" - mi auguro che possiamo essere anche Noi "degni eredi e degni interpreti della grande idea del riformismo democratico".

Finalmente si può volare alto, già partendo da quello che è lo spirito che ha animato questi giovani - anche se c'è tra loro qualcuno meno giovane, ma che certo non se la prenderà -; finalmente appare la voglia dei giovani di fare, ma di fare, in questo caso, in modo qualificatissimo. E non sempre il fare può corrispondere ad una qualificazione del fare; qui, invece, sinceramente e non perché siano presenti, mi sento di esternare le mie più forti e sincere congratulazioni per questo risultato, al quale molti di questi giovani credevano fin dall'inizio, da quando hanno iniziato "gavettando", mentre alcuni altri, che puntualmente non sono qui o magari ci sono lo stesso, non ci hanno creduto.

Questo incontro di oggi è un loro risultato; è la cartina tornasole che in qualche modo determina un inizio. Infatti, se è vero che questo è un inizio di dibattito e confronto nella sinistra a Quartucciu, è anche vero che è un inizio di assunzione di grandi responsabilità, interiore e anche politica, che vi assumete voi giovani de "Il confronto - Quaderni di Quartucciu, ciascuno di voi in se stesso, non come nome Quaderni di Quartucciu, ma ciascuno in se, per proiettarvi un domani, come state facendo già da oggi, ad essere i veri interpreti degli argomenti che avete messo sul tappeto.

Detto questo, lo spazio principale al quale vorrei dedicare questo mio intervento credo possa dirsi questo. Quale è l'obiettivo della sinistra europea e soprattutto della sinistra socialista europea? Riusciamo, noi della sinistra sarda prima e quartucciai poi, insieme, a fare un percorso comune?

Ma un percorso comune che sia capace, però, di superare gli elementi che rimangono e fanno rimanere con l'amaro in bocca: la non analisi di quello che è stato il passaggio tra prima e seconda repubblica e, entro questo - come ha bene evidenziato Franco Pilia -, quello che è il nocciolo centrale, cioè i temi legati alla giustizia nel nostro Paese.

Ma riusciamo davvero, davanti a questi nodi irrisolti, a essere capaci di superare questa fase?

Io sono convinto di sì. Però il processo, ahimè, non è così breve, anzi sicuramente è molto lungo perché, laddove non siamo d'accordo nel confronto, da contenitore nasce contenitore, non nasce integrazione.

Purtroppo sta avvenendo questo: ognuno, non riuscendo a confrontarsi o comunque a collocarsi, a coniugare un accordo politico o un'analisi politica o una linea politica entro la sua forza politica del momento fa un altro contenitore. Ovvero non viene riempito il contenitore e se ne crea un altro.

Forse è lì l'elemento principale sul quale tentare di lavorare affinché la strada comune, veramente, si possa intraprendere. Ma i socialisti hanno comunque bisogno di ritrovare se stessi. Se è vero che dobbiamo pensare - e io ci voglio pensare seriamente - al partito unico della sinistra, è anche vero che i socialisti, prima di fare questo salto, farebbero bene, faremmo bene a fare tutti insieme un salasso delle divisioni, ritrovarci tutti insieme, non fare altre case comuni, quindi non fare altri contenitori e tentare con dignità -quella che abbiamo sempre avuto storicamente in altre fasi - di ricucire gli strappi. Allora si che avrebbe più forza, più effetto e più comprensione nello stesso elettorato socialista prima e in tutti gli altri cittadini poi, la ricerca di una strada che porti al partito unico della sinistra.

Questo è uno degli elementi di discussione, all'interno di ciascuno di noi e della forza politica alla quale apparteniamo, che poniamo alla base della ricerca di un dialogo. In che modo riusciamo ad essere divulgatori di un messaggio nuovo, rispetto a quella che è la nostra storia.

Franco Pilia diceva che la sinistra, oggi, usa un messaggio non più adeguato ai tempi. Ma è solo un messaggio o è altro? Perché se è solo un messaggio, siccome è talmente elevata la capacità comunicativa e di evoluzione comunicativa oggi, mi meraviglia che non riusciamo a captare questo messaggio. Evidentemente bisogna lavorare su altro.

Io non sono convinto che è solo il messaggio vecchio. Sono convinto che sono troppe le resistenze, interne a noi stessi, per il fare e per l'agire.

Ecco perché non voglio, in ogni caso, andare oltre, anche se mi fa piacere avere assistito, finalmente, ad un confronto di questo tipo.

E vorrei ancora complimentarmi con tutti i compagni, gli amici ma soprattutto con questi giovani, a quelli che vogliono finalmente proiettarsi in un confronto politico. E dico che, qualunque sia il livello dell'impegno, è sempre un confronto sociale, è sempre un confronto sul quale, sicuramente, c'è crescita.

Io vorrei chiudere questo mio intervento rivolgendomi proprio a questi giovani: evidentemente avete scoperto, come l'aveva scoperto un altro signore - e lo dico con molta sincerità - che per raggiungere grandi obiettivi si sprecano e si usano le stesse energie che per i piccoli.

Quindi, veramente, proseguite e fatte in modo di proseguire con lo stesso dinamismo; consentirete, se vi va bene e ci va bene, un forte e qualificato ricambio di classe politica, non solo di Quartucciu ma probabilmente anche qualcosa di più elevato.


 

TONINO MELONI (socialista - gruppo Socialista in cons. com.)

Anch'io, come ha detto Giorgio ma anche un po' tutti quanti, ho apprezzato questo incontro di oggi. E devo dire che non solo ho apprezzato ma ho anche caldeggiato lo svolgimento dell'incontro di oggi perché l'amico Gianni Manis qualche volta si preoccupava e mi diceva "ma riuscirà?", "non riuscirà?". Io l'ho sempre confortato, gli ho sempre detto "riesce, riesce perché è in incontro che interessa tutti".

L'ho confortato anche stasera, lo posso dire perché è molto più giovane di me .... no, Gianni? Appunto.

Un incontro di questo genere, se fosse partito da un gruppo organizzato quali DS, Federazione Democratica, Socialisti, probabilmente avrebbe avuto un percorso molto più accidentato. Sicuramente, comunque va detto che è un incontro che interessa tutti, infatti tutti siamo presenti e tutti vogliamo portare il nostro contributo a che si arrivi a delle soluzioni comuni e tali da trovare strade diverse, nuove rispetto a quelle che abbiamo percorso in passato.

Il tema del confronto mi è sembrato che, nell'ambito dell'ultimo periodo sia stato un po' mortificato; però, tutto sommato, va bene lo stesso, così come andrà bene la seconda parte che si svolgerà la settimana prossima. Io, però, cercherò di limitare l'intervento a certi aspetti particolari perché, normalmente, sono molto pragmatico e questa storia di voler volare troppo alto non la condivido troppo: molto spesso, a volare troppo alto non ci si rende conto che ad alta quota si respira male e quindi non si capiscono bene i risvolti delle cose che poi si vanno a concretizzare.

Comunque io con questo non voglio negare che si possa anche volare alto, però molto spesso bisogna appoggiarsi alle cose più concrete e cercare di vedere se quelle piccole cose che nel frattempo ci hanno diviso esistono o non esistono.

È inutile andare a pensare se noi siamo tutti riformisti: probabilmente siamo tutti riformisti, probabilmente siamo tutti libertari, probabilmente siamo tutti laici, su alcuni valori del socialismo ci siamo tutti dentro. Ma siamo sicuri che questi piccoli problemi che ci hanno diviso e ci hanno portato a quella che è stata definita "la diaspora" siano stati superati? O per superarli basta volare alto? Io non credo.

Questo non lo dico perché voglio distruggere il lavoro degli altri; lo dico perché ne sono convinto. E sono convinto che per andare a fare convergenze queste non si possono fare ad un livello troppo alto, bensì bisogna fare un po' tutti un passo indietro e ragionare su quelli che sono stati i motivi per cui certe cose sono avvenute. Allora credo che occorra parlare in primo luogo del progetto che interesse i socialisti e, solo in un secondo momento, della prospettiva dei DS o, se preferite come preferisco, di un unico partito della sinistra o di un partito della sinistra riformista democratica.

Riepiloghiamo un po' la storia dell'ultimo periodo che attiene alla nostra sezione.

Quando il PSI è scomparso nel nulla, con quello che è successo a livello nazionale, in Sardegna si è formata Federazione Democratica. E, quando Federazione Democratica si è formata, tutta la sezione ha contribuito al successo di Federazione Democratica - e, per il vero, vi ha contribuito anche chi non era nella sezione -, tutti abbiamo lavorato per Federazione Democratica, perché era in quel momento l'unica aggregazione dei socialisti e quindi, tutti, quel poco che potevamo fare lo abbiamo fatto.

In un secondo momento, nell'ambito di Federazione Democratica si è prospettato il tentativo di confluire in quel nuovo soggetto politico dei Democratici di Sinistra. Il disegno era stato avvertito da subito e chi non era d'accordo, nell'ambito dei socialisti di Quartucciu, in Federazione Democratica non è entrato. Non è che questi abbiano fatto abiura del socialismo e quant'altro, ma semplicemente - parlo di Luisa Serra, Umberto Artizzu, Franco Pilia, Tonino Meloni - sono rimasti a fare la loro politica, senza fare convergenze partitiche che altri sollecitavano, le più disparate: siamo rimasti - come diceva il buon La Malfa - semplicemente alla finestra, aspettando la ricostituzione di un unico partito socialista che avesse e conservasse alcuni dei principi fondamentali del vecchio PSI.

Il partito originariamente si è diviso in tre quattro o forse cinque realtà diverse. Oggi c'è stata una "semplificazione"; c'è stato chi, attorno alla figura di Boselli, Intini, Martelli e ad altri compagni ha costruito questo nuovo soggetto politico che è il partito dei Socialisti Democratici Italiani, al quale noi gruppo politico di Quartucciu guardiamo con attenzione perché lo riteniamo, in questo momento, l'unico soggetto che possa rappresentare quegli ideali, quei principi che noi altre volte abbiamo portato avanti.

E con questo non voglio dire che Federazione Democratica non abbia portato avanti questi ideali, perché ha certamente contribuito a portare avanti sempre gli stessi ideali e gli stessi principi, però oggi ha fatto una conversione verso un'area politica che, secondo noi, avrebbe dovuto essere fatta in un altro momento, e cioè dopo che nell'ambito dei socialisti si fosse ricostruita l'unità. In sostanza, il discorso che voglio fare è questo.

Si può parlare di DS, si può parlare di qualunque altra cosa, ma il problema principale non è questo. Il problema principale, a mio giudizio, è che l'area socialista riesca a ricomporsi.

Allora io questa sera faccio un invito ai compagni di Federazione Democratica che non intendessero entrare nell'ambito dei Democratici di Sinistra, a proseguire questo confronto questa esperienza che stasera abbiamo vissuto grazie agli amici di Quaderni di Quartucciu, con la speranza che possa portare alla ricomposizione di un'area che, a prescindere dai numeri, una volta era abbastanza forte e che qualcosa di buono deve avere prodotto se alle ultime due consultazioni elettorali, tre su tre prima e due su due poi, i candidati sindaci era tutti socialisti.

Ecco. Dobbiamo sempre volare alto?

Io dico che qualche volta dobbiamo scendere più terra terra. E allora credo che se c'è questa disponibilità e se non c'è già un'adesione formale ai Democratici di Sinistra - non sono io a doverlo dire per i compagni di Federazione Democratica, mentre per il gruppo socialista che rappresento dico che ci arriveremo anche noi con alleanza esterne - credo che esistano mille motivi, per lo meno di opportunità, per convincere tutti noi a continuare il dialogo avviato questa stasera.

 


* Trascrizione a cura di Gianni Manis e Antonella Niro.

 


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